Un teschio di cristallo è una
rappresentazione di un teschio umano ricavata da blocchi di cristallo
di quarzo trasparente.
Alcuni di questi manufatti furono
dichiarati reperti archeologici mesoamericani precolombiani dai loro
pretesi scopritori. Nessuno degli esemplari resi disponibili per
studi scientifici è stato tuttavia autenticato come di origine
precolombiana. I risultati di questi studi dimostrano che erano stati
realizzati alla metà dell'Ottocento e in periodi successivi, quasi
certamente in Europa. Malgrado varie opere di letteratura popolare
lascino intendere il contrario, le leggende sui teschi di cristallo
non sono presenti nelle mitologie dei popoli mesoamericani o di altri
nativi americani.
Da alcuni appartenenti del movimento
New Age sono stati attribuiti ai teschi fenomeni paranormali, come
anche in varie opere di fantasia; tra queste rappresentazioni, quella
del film del 2008 Indiana Jones e il regno del teschio di
cristallo. I teschi di cristallo sono apparsi in serie televisive
di fantascienza, romanzi, fumetti, e videogiochi. Nuovi teschi
ricavati dal cristallo vengono prodotti e venduti regolarmente.
Storia
I primi teschi di cristallo compaiono
sulla scena nell'Ottocento. Il British Museum ne possiede uno dal
1897. Anche la Smithsonian Institution ha un teschio, donato ad essa
nel 1992. Nessun teschio di cristallo proviene da scavi documentati.
Tra i teschi posseduti da privati, è
particolarmente famoso il teschio "Mitchell-Hedges".
Secondo il racconto di Frederick Albert Mitchell-Hedges e della
figlia adottiva Anna sarebbe stato trovato negli anni venti del XX
secolo in una spedizione a Lubaantun, nell'Honduras Britannico
(attuale Belize). Non vi è però traccia della scoperta del teschio
nei resoconti della spedizione ed è dubbio anche che Anna vi abbia
preso parte. Inoltre la ricercatrice Jane Maclaren Walsh ha scoperto
che negli anni quaranta Mitchell-Hedges acquistò un teschio di
cristallo.
Tra i più noti teschi di cristallo ci
sono quelli chiamati "Max" e "Sha Na Ra". "Max",
di proprietà dei coniugi Parks, sarebbe stato trovato in Guatemala
negli anni Venti, ma anche in questo caso non c'è alcuna
documentazione a sostegno di tale affermazione. "Sha Na Ra"
sarebbe stato trovato in Messico da Nick Nocerino, personaggio
televisivo autodefinitosi "esperto di teschi di cristallo".
Nocerino non rivelò mai l'origine del ritrovamento, giustificandosi
con l'attribuire la riservatezza a presunte "questioni di
sicurezza per il personale coinvolto, a causa della situazione
politica messicana". Né i teschi, né gli altri oggetti che
Nocerino avrebbe rinvenuto, sono mai stati sottoposti ad analisi
indipendenti.
Negli anni ottanta, sull'onda della
moda lanciata dalle pubblicazioni su questi manufatti, comparvero
numerosi altri teschi, dal Texas a Los Angeles; ad alcuni di questi
venivano attribuite origini avventurose o poteri taumaturgici, ma di
nessuno di questi si è potuta provare l'autenticità (mentre alcuni
sono risultati veri e propri tentativi di truffa). Secondo i cultori
dei teschi di cristallo, di tali oggetti si parlerebbe nelle
tradizioni dei Maya e di altre culture native americane, ma queste
asserzioni sono da ascrivere piuttosto ad un folclore degli ultimi
decenni applicato retrospettivamente.
Nel 1970 il teschio Mitchell-Hedges
venne affidato al laboratorio della Hewlett-Packard, guidato da Frank
Dorland, in quanto centro di eccellenza per la ricerca sui cristalli.
I risultati vennero pubblicati in un articolo dal titolo "history
or hokum?" dove il secondo termine possiamo tradurlo con
"nonsenso". In esso risulta soltanto che sia stato scolpito
in un blocco unico di materiale e ne ha stabilito esclusivamente la
tecnica di lavorazione, ritenuta compatibile con un'origine
precolombiana del manufatto. L'articolo conclude che si tratti di un
bellissimo pezzo artistico, ma che non ci sia modo di datarlo. Non
risponde inoltre a verità che "gli scienziati affermarono alla
fine della analisi che il teschio sembrava essere stato scolpito con
un moderno laser o con ceselli di precisione". Da notare che gli
impieghi ablativi del laser si sarebbero avuti solo negli anni
novanta.
Nel 1996 i teschi del British Museum e
della Smithsonian Institution sono stati sottoposti ad analisi presso
il British Museum, rivelando segni di lavorazione con strumenti
disponibili nell'Europa della seconda metà dell'Ottocento. Anche
questo elemento suggerisce che si tratti di falsi fabbricati in tale
periodo. In quell'occasione erano stati portati anche i teschi "Max"
e "Sha Na Ra" (mentre Anna Mitchell Hedges aveva rifiutato
di portare il suo), ma il British Museum, in applicazione della
propria norma di non fornire valutazioni su oggetti provenienti da
collezioni private, non ha espresso alcun giudizio su di essi.
In passato, intorno al teschio inglese
si erano catalizzati racconti folcloristici quanto infondati, che
suggerivano che il teschio si muovesse all'interno della teca. Anche
il fatto che il teschio fosse stato rimosso dall'esposizione aperta
al pubblico è una leggenda urbana: il teschio è oggi esposto
all'interno della prima sala dell'ala sinistra, sul lato sinistro
della parete dove si apre la porta d'ingresso.
In particolare, per l'esemplare
esaminato, si è riusciti a risalire ad una probabile origine tedesca
della lavorazione, mentre la roccia cristallina è di origine
brasiliana. Ricerche documentali negli scritti relativi alle
collezioni del museo, hanno portato a identificare nell'antiquario
francese Eugène Boban l'organizzatore di questo traffico di falsi.
Altri teschi furono analizzati insieme a quello del British, tra cui
quelli di Nocerino e quelli americani. Nessuno di questi teschi aveva
evidenze che potessero supportare una presunta antichità, mentre
anzi le probabilità spingevano a pensare ad un'origine molto più
moderna.
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