Arktogäa (dal greco ἄρκτος
árktos "settentrione" e γαῖα gâia
"terra", quindi "terra del Nord", con grafia
tedesca) è un continente mitico, assimilabile a quelli di Iperborea,
Thule e di Pan. A differenza di questi non ha mai avuto una
collocazione precisa, potendo riferirsi a qualsiasi territorio sopra
il Circolo polare artico. Il nome venne creato nei circoli razzisti
ed esoterici in Germania, come l'ipotetica terra nativa degli
"ariani".
martedì 16 giugno 2020
lunedì 15 giugno 2020
Baba Jaga
Baba-Jaga
(in
russo:
Ба́ба-Яга́,
pr. Baba-Iagà)
è un personaggio della mitologia slava, in particolare di quella
russa, e la figura immaginaria di un personaggio fiabesco. Mostruosa
vecchietta che possiede oggetti incantati ed è dotata di poteri
magici In una serie di fiabe viene paragonata ad una strega, una
incantatrice. Spesso è un personaggio negativo, ma a volte agisce in
qualità di aiutante del protagonista. Oltre che nelle fiabe russe,
si trova anche in quelle slovacche e ceche. Inoltre, si tratta di un
personaggio dei rituali magici nelle vecchie terre slave della
Carinzia in Austria, di un personaggio carnevalesco in Montenegro e
di uno spirito della notte in Serbia, Croazia e Bulgaria.
Etimologia
Vasmer fa risalire il nome Âgà al
protoslavo* (j)ega, riflessi appartenenti dal serbocroato. jesa
"orrore", jesib "pericolo", sloveno. Jeza
"rabbia", jeziti "far arrabbiare" in ceco. Jeze
"lamia" in ceco. Jezinka "strega della foresta,
malvagia baba", in polacco. Jedza "strega baba Âgà,
perfida baba", Jedzic sie "arrabbiarsi" ecc. Tuttavia,
nella lingua russa c'è un'affinità con tutti gli esempi riportati
dalle lingue slave: âsva [piaga]. Il che mette in discussione
l'esistenza di un rapporto tra il nome Âgà e gli esempi riportati
dalle lingue slave. È anche possibile l'eventuale etimologia, per
cui l'antica denominazione è stata assimilata e rivalutata dagli
slavi e accostata ai derivati del protoslavo (j)egа (etimologia
popolare), il che spiega lo spostamento, espresso dalla variante con
a-z-l-ž nelle lingue slave occidentali (il nome è reinterpretato),
e la presenza della variante -g- nella lingua russa (il nome non è
reinterpretato). Vasmer accosta la parola, oltre che alle lingue
slave, anche a quelle baltiche, all'inglese e all'islandese,
rifiutando il collegamento con le lingue turche, l'indiano,
l'albanese e il latino. Gli etimologi accostano il protoslavo Âgà
con l'immagine di serpenti e rettili, il che indica l'origine ctonica
del personaggio. Il viaggiatore inglese Giles Fetcher nel 1588 fece
menzione scritta della Baba Âgà nel suo libro "Of the Russe
Common Wealth" (Lo Stato Russo). Egli aveva letto circa il culto
degli idoli "d'oro o Âgà Baba" arrivato nella regione di
Perm da i samoiedi, scoprì che era una "favola senza senso".
Nella fiaba “Il principe Ivàn e Màr'a Morevna” vive Âgà
Âgišna ( Baba Âgà, gamba di osso) in una terra lontana, in un
regno lontano, non distante dal mare oltre il fiume ardente, dove
possiede una mandria di cavalli possenti. La Âgà è madre di tre
figlie demoniache (a volte di una principessa, la meravigliosa
promessa sposa del protagonista) e di un serpente che viene ucciso
del protagonista della fiaba. Vladimir Dal' aggiunge: "Ha il
capo scoperto ed é in maniche di camicia, senza cintura: due segni
di grande sciattezza" (Vladimir Ivanovič Dal'). Secondo il più
importante esperto nel campo della teoria e della storia del folklore
Propp, si distinguono tre tipi di Baba Âgà: la donatrice (che dà
all'eroe un cavallo incantato o un oggetto magico); la rapitrice di
bambini; la Baba-Âgà-guerriera, combattendo con cui «non per la
vita ma per la morte» l'eroe delle fiabe passa a un altro livello di
maturità. Invece, la malignità e l'aggressività della Baba Âgà
non sono i suoi tratti dominanti, ma solo manifestazioni della sua
natura irrazionale e indeterminata. La duplice natura della Baba Âgà
nel folklore è legata, in primo luogo, con il personaggio della
padrona della foresta, che bisogna blandire, in secondo luogo, con il
personaggio della creatura malvagia, la quale fa sedere i bambini
sulla pala per arrostirli. Questa immagine di Baba Âgà è associata
alla funzione delle sacerdotesse, che conducono gli adolescenti
attraverso un rito di iniziazione. Così, in molte fiabe, la Baba Âgà
vuole mangiare l'eroe, o, dopo aver mangiato e bevuto, lo lascia
andare, dandogli un gomitolo o alcuni segreti della sua conoscenza,
oppure riesce a fuggire.
Caratteristiche
Nei racconti russi impersona una
vecchia strega che si sposta volando su un mortaio, utilizzando il
pestello come timone e che cancella i sentieri nei boschi con una
scopa di betulla d'argento.
Vive in una capanna sopraelevata che
poggia su due zampe di gallina, servita dai suoi servi invisibili. Il
buco della serratura del portello anteriore è costituito da una
bocca riempita di denti taglienti; le mura esterne sono fatte di ossa
umane. In una variante della leggenda, la casa non rivela la
posizione della porta finché non viene pronunciata una frase magica.
Storie e leggende
Baba Jaga a volte è indicata come cattiva e a volte come fonte di consiglio; ci sono storie in cui la si vede aiutare le persone nelle loro ricerche e storie in cui rapisce i bambini per mangiarli. Cercare il suo aiuto è solitamente un'azione pericolosa e sono assolutamente necessarie preparazione e purezza dello spirito.La leggenda dei tre cavalieri
A questa figura si collega la leggenda
dei tre cavalieri: il Cavaliere bianco, su un cavallo bianco con la
bardatura bianca, che rappresenta il giorno; il Cavaliere rosso, che
rappresenta il sole; il Cavaliere nero, che rappresenta la notte.
Baba Jaga parlerà di loro a chi la interroga, ma può uccidere
l'ospite che voglia sapere dei suoi servi invisibili.
Vasilisa la Bella
Nella storia popolare di Vasilisa la
Bella, la fanciulla viene mandata a chiedere consiglio a Baba
Jaga e viene schiavizzata dalla strega. I servi invisibili (un gatto,
un cane, un cancello e un albero), tuttavia, aiutano Vasilisa a
fuggire perché è stata gentile con loro. Alla fine della fiaba Baba
Jaga è trasformata in un pellicano.
In un'altra versione della storia,
registrata da Aleksander Afanas'ev (1862), a Vasilisa sono comandate
tre missioni impossibili che tuttavia riesce a completare per mezzo
di una bambola magica donatale da sua madre.
Similmente, in un'altra fiaba, il
principe Ivan è aiutato contro Baba Jaga dagli animali che ha
risparmiato.
Folklore polacco
La Baba Jaga del folklore polacco
differisce leggermente; una delle differenze è che la casa ha
soltanto una zampa di gallina. Inoltre le streghe dispettose che
vivono nelle case di pan di zenzero sono comunemente chiamate Baba
Jaga. Nella fiaba La piuma di Finist il Falco, l'eroe,
viene a contatto con tre Baba Jaga.
Tali figure sono solitamente benevole e
danno all'eroe consigli o strumenti magici.
domenica 14 giugno 2020
Bambagia silicea
La bambagia
silicea o capelli
d'angelo (traduzione italiana del
termine inglese Angel Hair,
detti Fils de la Vierge
in francese, Fibralvinas
in portoghese, Baba Satánica
in spagnolo) è una sostanza appiccicosa e filamentosa di colore
bianco che cadrebbe dal cielo sia in concomitanza di avvistamenti UFO
sia in presenza di apparizioni della Vergine Maria. La sostanza è
descritta come simile alle ragnatele dei ragni o alla gelatina.
In alcuni casi il fatto è stato
spiegato scientificamente come un fenomeno naturale in quanto si
trattava effettivamente di ragnatele prodotte da alcune specie di
ragni per migrare. In altri casi, come quello avvenuto ad Évora in
Portogallo, le analisi effettuate sopra i campioni hanno stabilito
che questi filamenti sono di natura organica e che al loro interno
era presente una creatura microscopica sconosciuta.
Secondo quanto dichiarato dai
testimoni, i capelli d'angelo si disintegrerebbero o evaporerebbero
poco tempo dopo la loro formazione.
I capelli d'angelo sono un aspetto
importante della religione ufologica nota come Movimento raeliano, ed
è teoria di molti ufologi che essi sarebbero creati da "aria
ionizzata che si stacca da un campo elettromagnetico" che
circonda un UFO.
Avvistamenti
Esistono molte segnalazioni documentate
di cadute di capelli d'angelo in tutto il mondo. La più antica
risale al 1561 in concomitanza col fenomeno celeste di Norimberga.
Il fenomeno venne poi segnalato anche
in concomitanza col Miracolo del sole a Fatima il 13 settembre e
nell'ottobre 1917.
Il 13 ottobre 1917 il fenomeno si
verificò a Cova da Iria. Tale fenomeno si verificò nuovamente nella
stessa località il 17 ottobre 1957.
Il fenomeno più diffuso di caduta di
capelli d'angelo si è verificato ad Oloron, in Francia, nel 1952,
quando "grandi fiocchi" caddero da un cielo quasi senza
nuvole.
Il 27 ottobre 1954, Gennaro Lucetti e
Pietro Lastrucci riportaro di aver visto dal balcone di un albergo in
Piazza San Marco a Venezia due oggetti volanti attraversare il cielo
lasciando cadere una scia di capelli d'angelo.
Sempre il 27 ottobre 1954 a Firenze
furono avvistati sopra la cattedrale di Santa Maria del Fiore e sopra
lo stadio Artemio Franchi numerosi oggetti non identificati. In
seguito a questi avvistamenti si verificò, per circa mezz'ora, la
caduta di filamenti appiccicosi.
In Nuova Zelanda e in Australia i
giornali locali hanno riportato numerosi avvistamenti sin dagli anni
'50, anche se molti sono stati identificati come ragnatele dopo
essere stati analizzati.
Il 2 novembre 1959 la città di Évora
in Portogallo è stata quasi interamente ricoperta dai capelli
d'angelo, precipitati dal cielo poco dopo l'avvistamento di due UFO.
Il 20 ottobre 2014 il fenomeno è stato
segnalato a Polonnaruwa, nello Sri Lanka.
Origine del nome
Bambagia silicea fu coniato dal
quotidiano fiorentino La Nazione all'indomani del caso del
1954. (cf. bambagia)
Invece, capelli d'angelo (con
poi i vari termini in altre lingue) fu usato dal famoso ufologo
Renato Vesco nel 1952, descrivendo il caso francese di avvistamento
UFO di Oloron-Sainte-Marie e quello di Gaillac (17 e 27 ottobre).
Vesco, infatti, sentì, alla caduta della bambagia, dei bambini
gridare:
«Stanno cadendo dei capelli
di angelo!»
|
Possibili spiegazioni
Esistono diverse possibili spiegazioni sul fenomeno sebbene esse non siano state tutte provate scientificamente e non tutte si possano adattare ai singoli casi di avvistamento.- Alcuni tipi di ragni migrano attraverso l'aria, a volte anche in gran numero, su ragnatele volanti. In alcuni casi, i capelli d'angelo si sono scoperti essere in realtà questi fili di ragno ed, in un'occasione, sono stati trovati alcuni piccoli ragni sul materiale. I ragni Linyphiidae causano frequentemente piogge di fili sottili in Inghilterra e nell'emisfero settentrionale. In Australia e Nuova Zelanda avvengono casi frequenti causati da diverse specie native di ragni e da alcuni specie Linyphiidae introdotte.
- Secondo alcuni studiosi della Società italiana di fisica, l'elettricità atmosferica renderebbe le particelle di polvere polarizzate e le farebbe unire a diverse altre di esse fino a formare lunghi filamenti in grado di volare.
- Alcuni campioni recuperati a Cova da Iria nel 1917 e nel 1957 furono inviati a Lisbona per essere esaminati. L'analisi ha rivelato che si trattava di un prodotto di origine vegetale e non animale.
- Alcuni campioni dei filamenti bianchi caduti sopra Firenze nel 1954 furono raccolti dall'allora studente universitario Alfredo Iacopozzi ed inviati all'Istituto di Chimica Analitica dell'Università di Firenze. Il professor Giovanni Canneri li analizzò e concluse che si trattava di una sostanza a struttura fibrosa composta prevalentemente da vetro borosilicico. Secondo il Cicap, invece, i filamenti caduti su Firenze sarebbero dovuti alla tecnica del ballooning, usata dai ragni per migrare mentre gli oggetti volanti avvistati sarebbero in realtà stati solamente dei riflessi nel cielo causati dall'uso di chaff nel corso di esercitazioni militari sopra i cieli della città.
- Secondo gli studiosi di fenomeni UFO si tratterebbero di:
- Prodotti dell'aria ionizzata presente nel campo elettromagnetico che circonda gli UFO.
- Scorie di energia o energia in eccesso convertita in
materia.
sabato 13 giugno 2020
Casa stregata
Una casa
stregata (o casa
infestata) è un'abitazione che è
ritenuta coinvolta in presunti eventi soprannaturali o fenomeni
paranormali. Nella tradizione popolare una casa stregata può essere
infestata da fantasmi, poltergeist o entità malevole come demoni.
Le case stregate sono spesso ritenute
abitate da spiriti di trapassati che si presume fossero precedenti
abitanti o avessero una qualche familiarità con la proprietà. La
presunta attività soprannaturale all'interno di queste case viene
associata principalmente a eventi violenti o tragici che sarebbero
avvenuti al loro interno, come omicidi, morti accidentali o suicidi,
nel passato recente o remoto.
In molte culture e religioni si ritiene
che l'essenza di un essere umano come l'anima continui a esistere
dopo la morte. Alcune persone sostengono la credenza che gli spiriti
dei defunti che non sono passati nell'aldilà, potrebbero in alcuni
casi rimanere intrappolati all'interno delle abitazioni in cui i loro
ricordi e la loro energia sono forti. Le entità che infesterebbero
le abitazioni si ritiene che possano manifestarsi con rumori, o come
apparizioni, oppure con spostamenti o lanci di oggetti fisici. Queste
manifestazioni sono presentate talvolta come "attività di
poltergeist", cioè di "spiriti rumorosi".
Tradizionalmente il metodo usato per scacciare spiriti sgraditi da
una casa è l'esorcismo.
Nella letteratura le leggende sulle
case stregate sono presenti da lungo tempo. L'infestazione viene
usata come elemento della trama nel romanzo gotico o nella
letteratura dell'orrore o, più di recente, nelle opere di fantasia
di soggetto paranormale. Gli scrittori romani Plauto, Plinio il
Giovane e Luciano di Samosata scrissero storie su case stregate, così
come se ne trovano ne Le mille e una notte (nel racconto Alì
il cairota e la casa stregate di Bagdad, dove si presume che la
casa in questione sia infestata da un jinn che pure non appare mai).
Scrittori più recenti, da Henry James a Stephen King, le hanno
descritte nelle loro opere. Castelli e ville infestate sono elementi
comuni nella letteratura gotica, per esempio in Dracula.
L'aspetto di una casa infestata delle
opere di fantasia può andare da un castello feudale europeo in
decadenza a una moderna casa suburbana, benché le antiche residenze
vengano utilizzate più spesso.
Manieri fantasma
Esistono numerosi luoghi che la
tradizione vuole infestati in vari paesi del mondo. In Inghilterra,
questi luoghi comprendono Londra (con la maggiore attività a causa
della sua popolazione), Derby (eletta "Capitale Britannica dei
Fantasmi" dalla BBC), Manchester, Wigan e soprattutto Liverpool,
che è stata inserita nella mappa dei cacciatori di fantasmi dai
romanzi di Tom Slemon.
Come buona parte dei paesi europei,
anche l'Italia possiede una solida tradizione popolare nel campo
delle case infestate. I luoghi ritenuti abitati o visitati da
presenze paranormali sono centinaia, distribuiti in tutto il
territorio.
Attrazioni da luna park
Le case stregate (comunemente definite
case dell'orrore, in inglese horror house) sono divenute un
tema tipico delle strutture di intrattenimento popolare che
generalmente fanno parte di luna park, fiere o parchi giochi; queste
attrazioni possono essere aperte tutto l'anno o in occasioni
particolari (Halloween) a scopo di divertimento. Dell'ambientazione
tipica fanno parte ragnatele, scheletri o altri parafernali
tradizionalmente associati alle case infestate.
Gli avventori sono condotti lungo un
percorso obbligato ed esposti a immagini e suoni paurosi. Alcuni
volontari o manichini, nascosti all'interno della struttura,
compaiono all'improvviso spaventando gli avventori.
Le case stregate e il monossido di carbonio
Tra i molteplici sintomi
dell'avvelenamento da monossido di carbonio vi sono depressione,
demenza, disturbi emotivi e allucinazioni. Molti fenomeni solitamente
associati alle case stregate, come strane visioni, sensazioni
improvvise di malessere o disperazione, fino alla morte
apparentemente inspiegabile di tutti gli occupanti dell'edificio,
possono essere imputati agli effetti del monossido di carbonio.
In un caso risalente al 1921, il
monossido di carbonio si rivelò essere la vera causa di una
apparente infestazione: il dottor William Wilmer, oftalmologo,
descrisse le esperienze dei suoi pazienti, i signori H., che poco
dopo essersi trasferiti iniziarono a soffrire di mal di testa, udire
rumori di passi e suoni di campane e avvertire strane sensazioni e
percezioni visive. Dopo alcune indagini, si scoprì che anche gli
inquilini precedenti avevano avuto esperienze simili. La causa di
tutto si scoprì essere la caldaia che, gravemente danneggiata,
sprigionava esalazioni in casa, anziché liberare tutti i fumi dal
camino.
Case stregate nelle opere di fantasia
Le leggende basate su case stregate
possiedono una lunga tradizione letteraria. L'infestazione è un
elemento molto comune nelle trame di opere gotiche, dell'orrore o che
trattano di eventi paranormali. Già nella Roma antica autori come
Plinio il Giovane, Plauto e Luciano di Samosata hanno scritto storie
su case stregate; in epoca moderna, vari autori da Henry James a
Stephen King usano il tema della casa stregata, e nella letteratura
gotica si incontrano numerosi esempi di castelli e manieri infestati.
Dal punto di vista architettonico, una
casa stregata può essere qualunque cosa, da un antico castello
europeo a una bifamiliare di recente costruzione, anche se non di
rado gli autori scelgono esempi tratti dall'architettura
dell'Ottocento.
L'Haunted Mansion è una
popolare attrazione dei parchi Disney
che riprende molti aspetti della classica iconografia delle case
stregate; molti altri parchi a tema hanno una casa stregata tra le
proprie attrazioni.
venerdì 12 giugno 2020
Alcuni miti mostrati nei film di fantascienza sono decisamente improbabili
Le invasioni aliene e le battaglie
interstellari
La realtà è che lo spazio è così
vasto e pieno di pianeti e risorse che attaccare una civiltà
è letteralmente il metodo più
pericoloso, dispendioso e costoso che si possa immaginare per
ottenere qualunque risorsa una civiltà aliena possa desiderare.
Nella vita reale non esiste un
dannato motivo per combattere.
Se riesci a trovare e raggiungere la
Terra attraverso un viaggio interstellare, puoi sicuramente trovare
un pianeta disabitato da colonizzare e qualsiasi deposito minerale o
acqua di cui potresti aver bisogno. Tutto ciò di cui una civiltà
può aver bisogno è là fuori in attesa di essere scoperto senza che
sia necessario combattere nessuno per questo.
L'universo ha, per tutti gli
scopi pratici, una scorta illimitata di praticamente tutto.
Non ci sono scarse risorse quando puoi
viaggiare ovunque nella galassia, che ha circa 400.000.000 di stelle.
Nel vero universo, le battaglie interstellari sono inutili.
Una civiltà aliena dovrebbe essere
inimmaginabilmente stupida per costruire una flotta di invasione e
attaccarci. (Il che potrebbe spiegare il motivo per cui in
Independence Day il laptop di Jeff Goldblum del 1995, con il suo
disco rigido da 8 MB e nessuna funzione wifi è stato in grado di far
crollare una flotta aliena.)
L'incredibile somiglianza degli
alieni con la razza umana
Alieni fatti cosi:
Sono troppo simili agli umani. Le
probabilità che gli alieni (ammesso che esistano) assomiglino alla
nostra razza sono estremamente basse.
giovedì 11 giugno 2020
Un animale che secondo la mitologia, è visto male e invece è sorprendentemente intelligente
Durante il corso della storia,
probabilmente a causa della mitologia, i corvi sono stati considerati
dei volatili sinistri, simbolo della sfortuna. La verità è che
questi uccelli con le piume nere fanno parte dei 10 animali più
intelligenti al mondo, si tratta di una specie molto particolare che
socializza con i propri simili, ricorda i volti, comunica
efficacemente, ragiona e che se viene addestrata per bene è
addirittura capace di risolvere alcuni rompicapi.
Il cervello dei corvi è, in
proporzione, della stessa dimensione di quello degli esseri umani ed
è stato dimostrato che questi rapaci sono capaci di ingannarsi tra
di loro, magari fingendo per proteggere le riserve di cibo. Inoltre,
il corvo è capace di imitare suoni e riprodurli.
Alfred Hitchcock e un
corvo durante la lavorazione del film “Gli uccelli” (1963)
… scoprirai fino a che punto può
arrivare l'intelligenza dei corvi, sei pronto?
I corvi in Giappone
Come succede con i piccioni in Italia,
in Giappone è facilissimo imbattersi in un corvo. Questi animali
hanno saputo adattarsi tessuto urbano perfettamente, a tal punto che
lasciano cadere le noci sulla
strada approfittando del peso delle macchine che le rompono
e in seguito, appena si ferma il
traffico per i semafori, le raccolgono per mangiarsele. Strabiliante,
vero?
Questo tipo di comportamento dimostra
che i corvi hanno
creato una cultura, nel
senso che apprendono tra di loro e si tramandano conoscenze
vicendevolmente. Per esempio, questa strategia che adottano con le
noci venne originata dai corvi di una determinata zona, è adesso
viene utilizzata dai corvi di tutto il Paese.
Soluzione di rompicapi e
realizzazione di strumenti
Esistono molti esperimenti che
dimostrano l'intelligenza dei corvi quando si tratta di risolvere
rompicapi o di fabbricare strumenti. Il corvo Betty fu il primo
esemplare a finire sulla rivista Science in quanto dimostrò che
questi volatili sono capaci di
creare strumenti
proprio come i primati. Betty fu
capace di creare un uncino con dei materiali che gli avevano fornito.
Questo comportamento è facilmente
riscontrabile nei corvi selvaggi che abitano i boschi, utilizzando i
rami e le foglie per creare strumenti che li aiutino a tirare fuori
le larve dai tronchi.
Ci sono degli esperimenti che
dimostrano che i corvi fanno connessioni logiche
per risolvere problemi più o meno
complessi. È il caso dell'esperimento della corda, alla quale si
aggancia un pezzo di carne ad un estremo dei lati e i corvi, senza
essersi mai trovati di fronte a una situazione del genere, sanno che
devono tirare la corda per ottenere la carne.
Hanno coscienza di sé stessi
Come stai avendo modo di constatare,
l'intelligenza dei corvi è sorprendente! Ti sei mai interrogato su
quali siano gli animali coscienti della propria esistenza? Può
sembrare una domanda stupida, ma in realtà la dichiarazione di
Cambridge sulla coscienza (firmata nel giugno del 2012) afferma che
gli animali non umani hanno una
coscienza propria
e sono capaci di mostrare
comportamenti intenzionali.
Tra questi animali ci sono i
mammiferi, il polpo, i volatili ecc.
Per scoprire se il corvo avesse
coscienza di sé stesso, si fece
la prova dello specchio.
Consiste nel marcare il corpo
dell'animale, con dei colori o degli adesivi, in maniera che possa
notarla solo se si guarda allo specchio.
Le reazioni degli animali che hanno
coscienza di sé stessi includono muovere il corpo per vedere meglio
il segno o toccarselo mentre lo notano sul riflesso dello specchio e
addirittura provare a toglierlo. Molti animali hanno dimostrato di
sapersi riconoscere: scimpanzé, gorilla, delfino, elefante e corvi.
L'intelligenza dei corvi continua ad
essere studiata
Per sfruttare l'intelligenza di questi
uccelli, Joshua Klein, un hacker appassionato di questi volatili, ha
proposto un'iniziativa che consiste nell'addestrare questi animali
affinché raccolgano la spazzatura
dalla strada e la depositino in una macchina che
in cambio offre loro del cibo.
Che ne pensi di questa trovata? Faccelo sapere nei commenti
dell'articolo.
mercoledì 10 giugno 2020
Teorie scientifiche che spiegano l'esistenza dei fantasmi
L'unica certezza che abbiamo in
merito è la morte,
la cui coscienza ci distingue
dagli altri animali. Mentre, su quel che separa il mondo dei vivi
da quello dei morti, è impossibile avere conoscenze.
Però, una delle ultime teorie
scientifiche sui fantasmi,
riguarderebbe l’elettromagnetismo.
Secondo lo studio di alcuni
psicologi britannici, ci sarebbe una correlazione
tra
avvistamenti spettrali
e
variazione dei campi magnetici.
Gli studiosi hanno analizzato
Hampton Court Palace
a
Londra
e le
cripte di South Bridge a
Edimburgo, dove si sarebbero verificati vari avvistamenti: questi
posti sarebbero soggetti a
variazioni dei campi magnetici
più elevate rispetto alla norma.
Altri studi sono giunti alla stessa conclusione:
- un gruppo di ricercatori ha applicato campi elettromagnetici a certe parti del cervello (come i lobi temporali) riuscendo a indurre nelle cavie-umane sensazioni fisiche&metafisiche, come la sensazione di vicinanza a Dio.
- mediante altri esperimenti, anche per il neuroscienziato Michael Persinger, i campi magnetici svilupperebbero nel cervello dei volontari la sensazione di avvertire strane presenze.
Altri studi sono giunti alla stessa conclusione:
- un gruppo di ricercatori ha applicato campi elettromagnetici a certe parti del cervello (come i lobi temporali) riuscendo a indurre nelle cavie-umane sensazioni fisiche&metafisiche, come la sensazione di vicinanza a Dio.
- mediante altri esperimenti, anche per il neuroscienziato Michael Persinger, i campi magnetici svilupperebbero nel cervello dei volontari la sensazione di avvertire strane presenze.
STORIA PRECEDENTE
La
più antica traccia
di rituali legati all'altro
mondo
è di
90 mila anni fa: la tomba
di un cacciatore (nella grotta di Skhul, odierna Israele) con le mani
su cui poggia, come un dono, la testa di un cinghiale: pare che a
fungere da
intermediari
fra questo mondo e l’altro erano
una sorta di
sciamani.
Pitture rupestri di 20 mila anni
fa raffigurano viaggi, in stato di
trance, nel mondo degli spiriti, testimonianti la loro idea di
separazione corpo&anima.
Per gli
antichi Egizi, l'aldilà
era talmente certo che era descritto dettagliatamente nel
Libro dei morti.
Il
primo episodio storico di
necromanzia
(previsione del futuro attraverso
domande ai defunti) è raccontato nella
Bibbia: il
re Saul fa evocare da una
maga il
fantasma del re Samuele
per chiedergli consiglio.
Invece nella religione greca a
necromanzia era proibita,
anche perché credevano che i
morti detestassero essere disturbati nel loro riposo, quindi culti
funebri e sepolture era celebrati in modo da impedire ai defunti di
tornare a turbare i vivi. Però
Omero
conduce
Ulisse
nel regno dei morti, affinché la
madre e il veggente Tiresia gli indichino la strada per tornare alla
sua amata
Itaca.
Mentre, secondo Platone, le
pratiche magiche o necromantiche erano degli
imbrogli.
A Roma
la separazione era codificata
nella
legge delle Dodici Tavole,
che
proibiva di sotterrare i morti
all’interno della città
(infatti le necropoli erano site
lungo le vie consolari).
Ma nel
Medioevo
i morti rientrarono in città, con
cimiteri ricavati nei cortili
antistanti le chiese.
Allora gli
spettri ebbero il loro periodo
clou:
le apparizioni si moltiplicavano e
riguardavano soprattutto il ritorno di anime che avevano fatto una
brutta fine (suicidi, ammazzati, condannati a morte, donne morte
di parto, annegati mai ritrovati, etc.). La Chiesa tentò di
arginare il fenomeno e spinse spettri e fantasmi nell’area delle
manifestazioni diaboliche, ma lo alimentò anche proponendosi come
intermediario. Suffragi, donazioni, preghiere diventarono strumento
per aiutare le anime a trovare la pace eterna, senza disturbare
quella terrena.
Il Purgatorio, che nella dottrina cristiana compare sulla fine del 200, forse fu dove la chiesa rinchiuse i morti, preoccupata dal continuo attraversamento dei confini.
Un tentativo di difendere i cristiani da inquietanti ritorni fu l’istituzione, intorno all’anno 1000, del giorno dei morti: 2 novembre, dedicato alla commemorazione dei defunti.
Il culto di santi&reliquie prova anche la difficoltà dell’uomo medioevale di accettare l’idea del distacco dell’anima dal corpo.
Il Purgatorio, che nella dottrina cristiana compare sulla fine del 200, forse fu dove la chiesa rinchiuse i morti, preoccupata dal continuo attraversamento dei confini.
Un tentativo di difendere i cristiani da inquietanti ritorni fu l’istituzione, intorno all’anno 1000, del giorno dei morti: 2 novembre, dedicato alla commemorazione dei defunti.
Il culto di santi&reliquie prova anche la difficoltà dell’uomo medioevale di accettare l’idea del distacco dell’anima dal corpo.
Nell’'800
intellettuali&artisti
d’Europa, attratti romanticamente dall'epoca misteriosa&buia
(medievale),
riscoprirono la passione per i
fantasmi,
ma con la loro mentalità:
cercando di
dimostrarne empiricamente
l’esistenza,
così
nasce lo spiritismo,
vera&propria
dottrina filosofica.
Molti cercarono di dimostrare l'esistenza dei fantasmi, ma alla fine tavolini volanti e materializzazioni si rivelarono sempre dei trucchi.
Molti cercarono di dimostrare l'esistenza dei fantasmi, ma alla fine tavolini volanti e materializzazioni si rivelarono sempre dei trucchi.
Ripresero fulgore anche le ricerche per
dimostrare la
materialità dell’anima.
Già in passato ci avevano provato
illustri scienziati: il medico alessandrino
Erofilo
(3° sec. d.C.) la cercava
dissezionando i cadaveri;
Cartesio
anche, e la individuò, grande
come un pisello, nella ghiandola pineale; fin'anche
Leonardo.
Il primo che la pesò fu il chirurugo Duncan Macdougall (nel 1901) che, insediatosi in una sorta di sanatorio, pesò i pazienti proprio al momento del trapasso: con l’ultimo respiro i poveretti perdevano 21 grammi di peso. Ma, non soddisfatto, estese i suoi esperimenti ai cani: constatato che le povere bestiole trapassavano senza dimagrire, ne dedusse quel che le Chiese cristiane sostengono: gli animali non hanno l’anima.
Poi, 10 anni dopo, sempre Macdougall, cercò il colore dello spirito: introdusse in una camera buia un gruppo di tisici agonizzanti e, al momento supremo, fece scorrere un fascio di luce fortissima lungo il corpo del paziente. Poiché non trovò nulla, concluse che l’indice di rifrazione dell’anima era zero e poiché qualsiasi sostanza rifrange la luce tranne l’etere (che peraltro neanche è un elemento reale), l’anima doveva essere composta di etere.
Il primo che la pesò fu il chirurugo Duncan Macdougall (nel 1901) che, insediatosi in una sorta di sanatorio, pesò i pazienti proprio al momento del trapasso: con l’ultimo respiro i poveretti perdevano 21 grammi di peso. Ma, non soddisfatto, estese i suoi esperimenti ai cani: constatato che le povere bestiole trapassavano senza dimagrire, ne dedusse quel che le Chiese cristiane sostengono: gli animali non hanno l’anima.
Poi, 10 anni dopo, sempre Macdougall, cercò il colore dello spirito: introdusse in una camera buia un gruppo di tisici agonizzanti e, al momento supremo, fece scorrere un fascio di luce fortissima lungo il corpo del paziente. Poiché non trovò nulla, concluse che l’indice di rifrazione dell’anima era zero e poiché qualsiasi sostanza rifrange la luce tranne l’etere (che peraltro neanche è un elemento reale), l’anima doveva essere composta di etere.
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