mercoledì 10 giugno 2020

Teorie scientifiche che spiegano l'esistenza dei fantasmi

I fantasmi non esistono: parola di LHC - Focus.it



L'unica certezza che abbiamo in merito è la morte, la cui coscienza ci distingue dagli altri animali. Mentre, su quel che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, è impossibile avere conoscenze.
Però, una delle ultime teorie scientifiche sui fantasmi, riguarderebbe l’elettromagnetismo. Secondo lo studio di alcuni psicologi britannici, ci sarebbe una correlazione tra avvistamenti spettrali e variazione dei campi magnetici. Gli studiosi hanno analizzato Hampton Court Palace a Londra e le cripte di South Bridge a Edimburgo, dove si sarebbero verificati vari avvistamenti: questi posti sarebbero soggetti a variazioni dei campi magnetici più elevate rispetto alla norma.
Altri studi sono giunti alla stessa conclusione:
- un gruppo di ricercatori ha applicato campi elettromagnetici a certe parti del cervello (come i lobi temporali) riuscendo a indurre nelle cavie-umane sensazioni fisiche&metafisiche, come la sensazione di vicinanza a Dio.
- mediante altri esperimenti, anche per il neuroscienziato Michael Persinger, i campi magnetici svilupperebbero nel cervello dei volontari la sensazione di avvertire strane presenze.

STORIA PRECEDENTE
La più antica traccia di rituali legati all'altro mondo è di 90 mila anni fa: la tomba di un cacciatore (nella grotta di Skhul, odierna Israele) con le mani su cui poggia, come un dono, la testa di un cinghiale: pare che a fungere da intermediari fra questo mondo e l’altro erano una sorta di sciamani.
Pitture rupestri di 20 mila anni fa raffigurano viaggi, in stato di trance, nel mondo degli spiriti, testimonianti la loro idea di separazione corpo&anima.
Per gli antichi Egizi, l'aldilà era talmente certo che era descritto dettagliatamente nel Libro dei morti.
Il primo episodio storico di necromanzia (previsione del futuro attraverso domande ai defunti) è raccontato nella Bibbia: il re Saul fa evocare da una maga il fantasma del re Samuele per chiedergli consiglio.
Invece nella religione greca a necromanzia era proibita, anche perché credevano che i morti detestassero essere disturbati nel loro riposo, quindi culti funebri e sepolture era celebrati in modo da impedire ai defunti di tornare a turbare i vivi. Però Omero conduce Ulisse nel regno dei morti, affinché la madre e il veggente Tiresia gli indichino la strada per tornare alla sua amata Itaca. Mentre, secondo Platone, le pratiche magiche o necromantiche erano degli imbrogli.
A Roma la separazione era codificata nella legge delle Dodici Tavole, che proibiva di sotterrare i morti all’interno della città (infatti le necropoli erano site lungo le vie consolari).
Ma nel Medioevo i morti rientrarono in città, con cimiteri ricavati nei cortili antistanti le chiese. Allora gli spettri ebbero il loro periodo clou: le apparizioni si moltiplicavano e riguardavano soprattutto il ritorno di anime che avevano fatto una brutta fine (suicidi, ammazzati, condannati a morte, donne morte di parto, annegati mai ritrovati, etc.). La Chiesa tentò di arginare il fenomeno e spinse spettri e fantasmi nell’area delle manifestazioni diaboliche, ma lo alimentò anche proponendosi come intermediario. Suffragi, donazioni, preghiere diventarono strumento per aiutare le anime a trovare la pace eterna, senza disturbare quella terrena.
Il Purgatorio, che nella dottrina cristiana compare sulla fine del 200, forse fu dove la chiesa rinchiuse i morti, preoccupata dal continuo attraversamento dei confini.
Un tentativo di difendere i cristiani da inquietanti ritorni fu l’istituzione, intorno all’anno 1000, del giorno dei morti: 2 novembre, dedicato alla commemorazione dei defunti.
Il culto di santi&reliquie prova anche la difficoltà dell’uomo medioevale di accettare l’idea del distacco dell’anima dal corpo.
Nell’'800 intellettuali&artisti d’Europa, attratti romanticamente dall'epoca misteriosa&buia (medievale), riscoprirono la passione per i fantasmi, ma con la loro mentalità: cercando di dimostrarne empiricamente l’esistenza, così nasce lo spiritismo, vera&propria dottrina filosofica.
Molti cercarono di dimostrare l'esistenza dei fantasmi, ma alla fine tavolini volanti e materializzazioni si rivelarono sempre dei trucchi.
Ripresero fulgore anche le ricerche per dimostrare la materialità dell’anima. Già in passato ci avevano provato illustri scienziati: il medico alessandrino Erofilo (3° sec. d.C.) la cercava dissezionando i cadaveri; Cartesio anche, e la individuò, grande come un pisello, nella ghiandola pineale; fin'anche Leonardo.
Il primo che la pesò fu il chirurugo Duncan Macdougall (nel 1901) che, insediatosi in una sorta di sanatorio, pesò i pazienti proprio al momento del trapasso: con l’ultimo respiro i poveretti perdevano 21 grammi di peso. Ma, non soddisfatto, estese i suoi esperimenti ai cani: constatato che le povere bestiole trapassavano senza dimagrire, ne dedusse quel che le Chiese cristiane sostengono: gli animali non hanno l’anima.
Poi, 10 anni dopo, sempre Macdougall, cercò il colore dello spirito: introdusse in una camera buia un gruppo di tisici agonizzanti e, al momento supremo, fece scorrere un fascio di luce fortissima lungo il corpo del paziente. Poiché non trovò nulla, concluse che l’indice di rifrazione dell’anima era zero e poiché qualsiasi sostanza rifrange la luce tranne l’etere (che peraltro neanche è un elemento reale), l’anima doveva essere composta di etere.


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