L'archeosofia
o scienza dei princìpi
è una dottrina esoterico-cristiana elaborata dall'esoterista
italiano Tommaso Palamidessi (1915-1983) alla fine degli anni
sessanta.
La dottrina archeosofica
L'archeosofia è una forma di
esoterismo cristiano eclettico, che attinge i suoi insegnamenti,
oltre che alle tradizioni occulte dell'occidente (teosofia,
ermetismo, cabala, alchimia e astrologia), al tantrismo indiano e al
cristianesimo della Chiesa ortodossa. Importante è pure la
tradizione dei primi Padri della Chiesa preconciliare, quali Clemente
Alessandrino e Origene, che fecero confluire nelle teologia cristiana
antica spunti dottrinali provenienti dalla gnosi, dall'ermetismo e
dall'oriente, e che fondarono un'esegesi esoterica, a più livelli,
del testo biblico.
L'archeosofia vede l'uomo come una
struttura complessa, composta da una serie di corpi sottili (eterico,
astrale, mentale, causale) e da una triade di principi immortali:
spirito, anima ed anima erosdinamica (termine coniato da Palamidessi
stesso). Questi tre principi immortali sarebbero all'origine del
funzionamento dei vari corpi invisibili (lo spirito essendo legato al
mentale, l'anima all'astrale e l'anima erosdinamica all'eterico).
Inoltre, essi corrisponderebbero ad alcuni centri "occulti"
dell'uomo (chakra), e sarebbero percepibili durante la prassi
ascetica attraverso la meditazione su tali centri. In particolare, lo
spirito è supposto come legato al centro frontale (situato tra le
sopracciglia), l'anima al centro cardiaco (in prossimità del cuore)
e l'anima erosdinamica al centro basale (alla base, cioè, della
colonna vertebrale).
L'uomo è per Palamidessi una creatura
in perenne evoluzione, attraverso la legge della metempsicosi: con il
proprio corpo causale l'uomo attraverserebbe infatti la catena delle
reincarnazioni, legato al proprio karma. Egli anela all'Assoluto
senza forma che risiede al di là della manifestazione sensibile, un
Assoluto che è Potenza, Sapienza ed Amore.
Il principale strumento dell'evoluzione
è per Palamidessi l'ascesi. L'ascesi è esercizio continuo, lotta
per il perfezionamento interiore, instancabile allenamento dell'uomo
spirituale che vuole rendere i propri principi animici armoniosi ed
aderenti ai loro modelli archetipici e divini. L'ascesi, secondo
Palamidessi, avvicina la creatura al Creatore, favorendo il processo
di divinizzazione che i Padri orientali chiamano theosis; essa
favorisce inoltre, ad un altro livello, il fiorire dei cosiddetti
"sensi spirituali" (chiaroveggenza, chiaroudienza, ricordi
di vite passate).
Definizione dell'archeosofia
«L'archeosofia è la conoscenza
integrale, è la saggezza arcaica o, in altri termini, la "Scienza
dei Princìpi"; essa deriva dalle voci greche archè,
"principio", et sofìa, "sapienza".
"L'archeosofia facilita la
conoscenza dei mondi superiori tramite lo sviluppo nell'uomo dei
nuovi sensi definiti spirituali".
"Gli archeosofi costituiscono
nel mondo moderno della cultura scientifica, filosofica,
religiosa, artistica, politica e filologica, una libera e
volontaria fratellanza di persone di sesso diverso, che vogliono
coltivare la vita dello spirito in se stessi e nella società,
sulla base della conoscenza integrale del mondo fisico e
spirituale".
"L'archeosofia, prima di
diventare dottrina, è stata ed è esperienza che fa risalire ai
primi princìpi, attraverso la pratica di numerose ascesi
[...]. Una delle esperienze di queste ascesi è la morte apparente
volontaria, lo sdoppiamento o fuoriuscita dell'uomo
energetico dal corpo fisico, per visitare, esplorare e prendere
contatto cosciente con i diversi piani o mondi e con i loro
guardiani e abitanti: sdoppiamento o viaggio di andata e ritorno
in piena coscienza".
"L'archeosofia è
perciò una filosofia a posteriori, perché gli
sperimentatori facenti parte dei suoi gruppi hanno scoperto e
imparato i veri metodi psicobiofisici e spirituali per calcare uno
ad uno i gradini delle diverse e numerose iniziazioni".»
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(Tommaso Palamidessi, Tradizione arcaica e fondamenti dell'iniziazione archeosofica, 1968) |
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