giovedì 24 settembre 2020

Il mistero dell'isola di Roanoke

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L'isola di Roanoke (in inglese Roanoke Island) è situata lungo la costa della Carolina del Nord (USA). Nel XVI secolo vi fu fondata la colonia di Roanoke, secondo insediamento inglese nel "nuovo mondo" dopo San Giovanni di Terranova. Nel XIX secolo fu teatro di una battaglia della Guerra di secessione americana e in seguito ospitò una colonia per schiavi liberati.

Geografia

L'isola è situata lungo la costa della Carolina del Nord. Lunga circa 19 km e larga circa 5 km, Roanoke si trova tra la terraferma e gli Outer Banks, la barriera esterna di isole che separano l'Oceano Atlantico dalle acque salate delle lagune interne, chiamate Sound. A nord si trova l'Albermarle Sound, a est il Roanoke Sound, a sud il Pamlico Sound e a ovest il Croatoan Sound. Sull'isola sorgono le città di Manteo a nord e Wanchese a sud.

Storia

Il mistero della colonia perduta

La colonia di Roanoke fu il secondo insediamento inglese in Nord America. Il primo fu San Giovanni di Terranova, fondato nel 1583.

La battaglia

Durante la Guerra di secessione americana l'isola fu fortificata dai confederati.
Il 7 e l'8 febbraio 1862 vi si svolse la "Battaglia dell'isola di Roanoke", durante la quale le forze nordiste comandate da Ambrose E. Burnside sbarcarono sull'isola e conquistarono i tre fortini sudisti. In seguito, vennero ribattezzati con i nomi dei generali unionisti che avevano comandato le forze vincitrici: Fort Huger divenne Fort Reno, Fort Blanchard divenne Forte Parke, e Fort Bartow divenne Fort Foster. L'isola rimase sotto l'occupazione unionista per tutto il resto della guerra, ed attirò gli schiavi fuggiti dall'isola e dalla terraferma con la speranza di ottenere la libertà.

La colonia per schiavi liberati

Nel 1863 un numero considerevole di ex-schiavi viveva ai margini dell'accampamento nordista. Avevano costruito chiese e aperto una scuola gratuita per neri, probabilmente la prima mai aperta nella Carolina del Nord. Temendo problemi di igiene e disciplina dei soldati, l'esercito aprì una colonia ufficiale per gli schiavi liberati in un altro punto dell'isola, la Roanoke Island Freedmen's Colony. Oltre ad essi, la colonia ospitava anche le famiglie dei soldati neri arruolati nell'esercito unionista. Il sovrintendente della colonia, Horace James, riponeva grandi aspettative nella colonia, che vedeva come un importante esperimento sociale. Insegnanti missionari dal nord, soprattutto donne, arrivarono sull'isola per contribuire alla sperimentazione. Alla fine della guerra la popolazione della colonia arrivava quasi a 3500 persone.

La colonia perduta nella cultura di massa

  • Un'interpretazione alternativa all'improvvisa sparizione dei coloni di Roanoke viene dato nell'episodio "Croatoan" della serie televisiva Supernatural. In tale episodio la scomparsa dei coloni viene fatta risalire ad una piaga demoniaca.
  • Un'altra interpretazione al mistero viene fornita da Max Brooks nel libro Manuale per sopravvivere agli zombi, adducendo la sparizione dei coloni ad un attacco da parte di zombie.
  • Viene inoltre citata nella miniserie televisiva La tempesta del secolo, dove la scomparsa dei coloni è dovuta al rifiuto di un patto proposto da un demone.
  • Nel romanzo It dell'autore americano Stephen King, l'anno della sparizione della colonia è fatto coincidere con uno dei cicli trentennali del mostro antagonista della storia.
  • È il tema della sesta stagione della serie televisiva American Horror Story.
  • La colonia di Roanoke è presente anche nella serie Sleepy Hollow (1x5) dove la sparizione della colonia è attribuita al Cavaliere della Pestilenza, II Cavaliere Apocalittico

mercoledì 23 settembre 2020

Ebreo errante

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L'ebreo errante è una figura leggendaria, protagonista di un racconto popolare europeo che nasce, molto probabilmente, nel periodo del Basso Medioevo.
Si tratterebbe di un ebreo ignoto che, stando a varie interpretazioni, schernì Gesù di Nazareth durante l'episodio evangelico della Passione, non avendo riconosciuto in lui il messia. Per tal motivo Gesù lo avrebbe maledetto, costringendolo a vagabondare per sempre sulla terra, senza riposo e senza poter morire, fino alla fine dei tempi (per alcuni interpretata come la seconda venuta di Gesù, cioè la parusia, per altri lo stesso giudizio universale).
Le caratteristiche dell'errante variano a seconda delle differenti versioni del racconto leggendario: a volte si dice sia un antico ciabattino o un mercante di Gerusalemme, a volte una guardia dei sommi sacerdoti, oppure un custode del palazzo di Ponzio Pilato, o ancora un romano-giudaico. Per molti comunque, incarnerebbe colui che, in ultima istanza, non avendo accolto, o comunque non soccorso il Cristo sofferente, fu costretto a vagare per sempre.

Storia

Il mitologema poggerebbe su molte riflessioni di carattere escatologico cristiano, soprattutto su alcuni passi del Vangelo secondo Luca (23,27-31), del Vangelo secondo Matteo (16,28) o di Giovanni (21,23), dove si accenna ad un discepolo che non morirà mai. Nei secoli successivi numerose furono le interpretazioni in merito. Tuttavia, l'ipotesi di un "ebreo errante" fu subito dichiarata eretica da Tertulliano nel III secolo. Tale argomento fu però ripreso in considerazione dall'arcivescovo bulgaro Teolfilatto nel XII secolo.
L'errante ricompare poi, ancora in molti scritti:
  • nel VI secolo, il monaco bizantino Giovanni Mosco ci testimonia che molte sono le leggende per le quali l'ebreo errante in realtà potrebbe essere Malco, la guardia del sommo sacerdote al quale Pietro apostolo, durante l'Arresto di Gesù, recise l'orecchio con la spada, quindi risanato da Gesù stesso. Sarebbe la stessa guardia che, poco dopo, in Gv 18,19, percuoterebbe Gesù: violento e irriconoscente al Cristo, sarebbe quindi costretto a errare per sempre.
  • una cronaca anonima di un monaco cistercense del convento italiano di Santa Maria di Ferraria a nord di Caserta, nell'allora Regno di Napoli, riferisce che nel 1223 sarebbero passati dei pellegrini europei. Questi testimoniarono d'aver incontrato, in Armenia, quendam Judaeum - un ebreo (la cui stessa leggenda gli attribuì il nome Cartafilo) che vagava da secoli per l'Europa. Durante la Passione, Gesù gli avrebbe detto: ego vado et tu expectabis me donec revertar, cioè io vado e tu mi aspetterai fino al mio ritorno. Questo viene confermato anche nei Flores Historiarum, di Roger de Wendover, si narra della visita fatta nel 1228 a Saint Alban da un arcivescovo armeno, che, interrogato a proposito di un certo Giuseppe di cui si parlava spesso tra la gente (de Joseph, viro illo, de quo frequens sermo habetur inter homines) e che si diceva vivere ancora dopo avere assistito alla Passione di Gesù, affermava di conoscerlo: il suo nome era Cartafilo, guardiano del pretorio all'epoca di Ponzio Pilato (Cartaphilus, praetorii ostiarius), che si sarebbe convertito e battezzato col nome di Giuseppe;
  • l'astronomo ed astrologo Guido Bonatti riferisce invece di un passaggio dello stesso Ebreo errante per la città di Forlì, passaggio che sarebbe avvenuto nel 1267;
  • anche una Cronaca rimata del XIII secolo di Philippe Mousqkes, arcivescovo di Tournai, riferisce fatti analoghi, attribuiti a vescovi dell'Armenia.
  • nel XVI secolo, l'ebreo errante apparirebbe nuovamente col nome di Ahasvero (o Assuero, un nome persiano citato anche nel Libro di Ester della Bibbia), citato in una lettera, attribuita da taluni studiosi a Chrysostomo Dedalaeo Vestphalo, dove Paul af Eitzen, vescovo di Schleswig, in Danimarca, nel 1547 avrebbe visto l'errante in una chiesa di Amburgo e avrebbe parlato con lui.


Cultura di massa

La figura dell'uomo vagabondo e condannato al nomadismo dalle stesse divinità è una figura ricorrente in quasi, se non tutte, le mitologie del mondo.
Alcuni interpreti vedono, nello specifico, l’ebreo errante come una personificazione metaforica della Diaspora del popolo ebraico. Un più allegorico punto di vista sostiene invece che l’"ebreo errante" personifichi un qualunque individuo che si renda conto dell’errore della sua malvagità. Nella storia, una varietà di nomi sono stati dati all'Ebreo errante, inclusi:
  • Ahasuerus (o Ahasverus o Assuero)
  • Buttadeus (o Buttadeu)
  • Cartophilus (o Cartophylax)
  • Der ewige Jude (tedesco: "L'Ebreo eterno")
  • Le Juif errant (francese: "L'Ebreo errante")
  • Isaac Laquedem, è un nome attribuitogli in Francia nelle leggende popolari e in un romanzo di Dumas
  • João Espera em Deus (portoghese: "Giovanni [che] aspetta Dio")
  • El Judío Errante (spagnolo: "L'Ebreo errante")
Nella fiabistica alpina italiana, l'errante incontrava incomprensione e atti ostili, in seguito avveniva la caduta in disgrazia delle comunità responsabili (comparsa improvvisa di un ghiacciaio). A volte un isolato atto di carità o gentilezza garantiva la salvezza degli autori del gesto tramite una profezia da parte dell'ebreo errante (oppure un avvertimento sulla maledizione da egli stesso scagliata). In alcuni racconti l'ebreo errante figurava come il portatore di nuove conoscenze (come la preparazione del formaggio). In generale un atto di ingiustizia causava la sua ira e la ripresa del suo ininterrotto vagare.



martedì 22 settembre 2020

Creature mitologiche oscure e feroci sono le più spaventose di tutti i tempi

Ogni civiltà o popolazione, ha una propria Mitologia, cioè un corpus di leggende e Miti, per spiegare (solitamente in modo fantastico e soprannaturale) principalmente tre cose:

l'origine del mondo; l'origine dell'uomo; l'origine del popolo privilegiato, rispetto alla divinità (l'elaboratore del mito stesso)

Da questa premessa si capisce che di creature feroci e spaventose non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ne elenco qualcuna, ma è solo un piccolo assaggio…


Drago:



la prima immagine che ci viene alla mente sentendo la parola drago di solito è questa: gigantesca creatura con corna puntute, quattro zampe, ali membranose, aspetto da “lucertolone” e squame e scaglie su tutto il corpo, nonché l'innata capacità di sputare fuoco: questo grazie a delle ghiandole nella mascella inferiore che secernono fosforo. Quando il drago contrae queste ghiandole e spalanca la bocca, il fosforo si incendia a contatto con l'aria e la saliva emettendo la tipica fiamma. Ma questa è la versione più "classica" ce ne sono molto altre…


Windigo o wendigo:



Probabilmente è la creatura più potente e mortale del folklore del Nord America: il Wendigo, che appare in molte leggende tribali, ma la cui descrizione più nota proviene dalle comunità che abitano la regione dei Grandi Laghi. Molte delle storie sul Wendigo sono racconti cautelativi che hanno l’intento di far rispettare il tabù del cannibalismo, sostenendo che qualsiasi essere umano che mangi la carne di un altro, sarà trasformato in una creatura del male assoluto, un essere maledetto dall’appetito insaziabile, abilissimo a cacciare uomini per poi dopo mangiarli vivi...


Lamia:



Secondo il mito, Lamia era la bellissima regina della Libia, figlia di Belo: essa ebbe da Zeus, il dono di levarsi gli occhi dalle orbite e rimetterli a proprio piacere. Presto Zeus si innamorò di lei provocando la rabbia di Era, che si vendicò uccidendo i figli che suo marito ebbe da Lamia.
L'unica figlia ad essere risparmiata fu Scilla; probabilmente, anche Sibilla si salvò.

Lamia, lacerata dal dolore, iniziò a sfogarsi divorando i bambini delle altre madri, dei quali succhiava il sangue. Il suo comportamento innaturale fece in modo che la sua bellezza originaria si corrompesse, trasformandola in un essere di orribile aspetto, capace di mutare forma e apparire attraente per sedurre gli uomini, allo scopo di berne il sangue.

Per questo motivo la lamia viene considerata una sorta di vampiro ante litteram.


La Manticora:


Ecco una descrizione della Manticora di Ctesia di Cnido:

«Una bestia che si trova presso gli Indiani e che ha il volto simile a quello degli uomini. Questa bestia è grande quanto un leone e ha il colore della pelle di un rosso simile a quello del cinabro: ha i denti disposti su tre file, le orecchie di un uomo e gli occhi glauchi simili a quelli di un uomo. La sua coda assomiglia a quella di uno scorpione di terra, misura più di un cubito ed è munita di un pungiglione. Nella coda, lateralmente, sono disposti, qua e là, altri pungiglioni, oltre a quello che, come nella coda dello scorpione, si trova sulla punta. È con questo pungiglione che il manticora colpisce chi gli si avvicina e chiunque venga da esso ferito trova una morte sicura. Se invece qualcuno lotta con il manticora a distanza, esso, sollevando la coda, si mette a saettare i suoi dardi, come da un arco, contro l'avversario che gli sta di fronte, oppure, voltandosi, cerca di colpirlo da dietro tendendo la sua coda in linea retta. Il manticora riesce a scagliare i suoi dardi fino a cento piedi di distanza e qualsiasi essere vivente venga da essi colpito trova una morte certa. I suoi pungiglioni misurano un piede e sono spessi quanto un giunco sottilissimo. Il termine "martichoras" significa in greco "antropofago", proprio per il fatto che questa bestia si nutre per lo più di uomini, oltre che di altri animali. Riesce a combattere anche con le unghie (oltre che con i pungiglioni). I suoi pungiglioni – così dice Ctesia - dopo che sono stati lanciati crescono di nuovo"


Cerbero:



Dall'Eneide:

"L'enorme Cerbero col suo latrato da tre fauci rintrona questi regni giacendo immane davanti all'antro. La veggente, vedendo ormai i suoi tre colli diventare irti di serpenti gli getta una focaccia soporosa con miele ed erbe affatturate. Quello, spalancando con fame rabbiosa le tre gole l'afferra e sdraiato per terra illanguidisce l'immane dorso e smisurato si stende in tutto l'antro. Enea sorpassa l'entrata essendo il custode sommerso nel sonno profondo".


Vampiro:



Secondo il mito, i vampiri sono "non morti", che uscono dalle loro tombe la notte per succhiare il sangue dei vivi dalle loro gole, e poi tornano nei loro cimiteri. Le persone a cui succhiano il sangue si indeboliscono e iniziano a consumarsi, (a volte apparentemente muoiono per poi diventare vampiri a loro volta) mentre i non morti che succhiano il sangue, prendono un aspetto migliore, a volte tendono a ringiovanire. Possono essere uccisi definitivamente solo con un bel paletto di frassino conficcato nel cuore.


lunedì 21 settembre 2020

Gli ectoplasmi prodotti dalla trance sono reali o falsi?

 Questa è una buona domanda e la risposta è che sulla base della ricerca scientifica, non è affatto chiaro.

Per cominciare, questa domanda si riferisce a una minuscola nicchia di sensitivi noti come medium fisici. Questa è l'intera scena che vedi nei film.



Levitazioni del tavolo, voci dall'aldilà e fenomeni fisici fanno parte di questa forma piuttosto spettacolare di abilità psichica. E ovviamente l'ectoplasma.

Ci sono stati casi documentati di molto tempo fa di medium fisici che compiono gesti straordinari, ma anche allora il problema di questi imbrogli mediatici era ben noto. La conclusione dei ricercatori è sempre stata che mentre ci sono casi che non sono spiegabili con l'inganno, l'inganno ostacola molto le indagini serie.

Di solito condotto nell'oscurità quasi totale, diventa molto più facile imbrogliare. Le recenti indagini sono state inconcludenti. L'ectoplasma è qualcosa di cui i ricercatori vorrebbero sapere molto di più, ma se alla fine esiste, è estremamente difficile farlo accadere in modo che possa essere documentato.

Personalmente, non colloco molta fiducia nella medianità fisica. Quando devi legare un medium a una sedia e controllare la stanza per le botole e l'armadio per gli scomparti nascosti, hai il problema che potresti aver trascurato qualcosa. Sono molto più a favore di esperimenti scientifici controllati.


domenica 20 settembre 2020

Medium



Un medium (dal latino medium, "mezzo, strumento") è una persona che sostiene di poter operare come intermediario tra vita e morte con supposte entità soprannaturali. Tale pratica afferisce alla credulità popolare e alla pseudoscienza, non esistendo alcuna prova delle asserzioni proposte.
Il termine nasce nell'ambiente dello spiritismo negli anni cinquanta del XIX secolo per poi estendersi successivamente in altri ambiti. Nel linguaggio comune e nella cultura popolare si definisce medium principalmente colui in grado di contattare le supposte anime di persone decedute, per via orale ("psicofonia") o per via scritta ("psicografia" o scrittura automatica).
I medium sono stati oggetto di studio da parte della parapsicologia per via di presunti fenomeni paranormali di tipo fisico che, a detta dei sostenitori, si verificherebbero durante le manifestazioni medianiche: tra questi fenomeni sono stati elencati lo spostamento o la materializzazione di oggetti, e la generazione di una imprecisata sostanza speciale chiamata ectoplasma.
Nonostante le numerose ricerche, nessun fenomeno è mai stato riprodotto in un ambiente controllato; inoltre, alcuni medium su cui si è investigato si sono rivelati ciarlatani o truffatori.

Storia

Una pratica con analogie con quanto viene oggi definito abitualmente come pratica medianica sarebbe stata diffusa sin dall'antichità presso i Sumeri, gli Egizi, i Greci e i Romani, sempre strettamente correlata all'attività degli oracoli o alla necromanzia.
Il primo a cercare di studiare i fenomeni medianici in modo sistematico fu il pedagogista francese Allan Kardec, che codificò la dottrina filosofica dello spiritismo attorno ai fenomeni che avevano richiamato l'attenzione di filosofi e scienziati europei nella seconda metà del XIX secolo. Nel suo primo libro sull'argomento, Il libro degli spiriti, Kardec conia il termine medium (mezzo, tramite) per designare le persone che servirebbero come intermediari nel rapporto tra gli spiriti e gli uomini, attraverso una facoltà, la medianicità, che si troverebbe in tutti gli uomini ma in gradi di sviluppo molto diversi.
In seguito scrisse Il Libro dei Medium per descrivere tutte le sue indagini riguardo ai fenomeni medianici e ai diversi tipi di medium, ed è tuttora ritenuto uno dei testi principali dello spiritismo e della medianicità. Il Kardecismo ebbe particolare successo e diffusione in Brasile, dove i suoi insegnamenti e le sue credenze andarono a intrecciarsi con i culti spirituali locali.
Sempre negli stessi anni, precisamente nel 1848, negli Stati Uniti fece grande clamore il controverso caso delle Sorelle Fox, con le quali iniziò la storia del movimento spiritista moderno in ambito anglosassone, e che raggiunse il proprio periodo di maggiore fioritura e popolarità tra la metà del XIX e la metà del XX secolo. Sebbene non più popolari e in vista come un tempo, chiese spiritiste sono ancora oggi attive nel Regno Unito e negli altri paesi anglosassoni.

Il rapporto con la New Age ed il channelling

Nell'ambito della New Age si è diffusa la credenza in una nuova forma di medianicità, nota in italiano come "canalizzazione" (calco dell'inglese channeling). Ciò che differenzierebbe i medium tradizionali dai canalizzatori sarebbe il tipo di "entità" con cui essi dichiarano di mettersi in contatto: il medium infatti dice di comunicare principalmente con gli spiriti dei trapassati, laddove i channelers asseriscono di "canalizzare" presunte entità disincarnate, come gli spiriti guida, che sarebbero desiderose di mettersi in contatto con gli esseri umani per guidarne l'evoluzione.
Il channelling è un tipo di contatto più mediato: se il medium parla direttamente con angeli o defunti, il channeler interagisce con uno spirito guida (o maestro asceso) che "dall'altra parte del velo" è la sua interfaccia con le altre entità. Senza lo spirito guida, non c'è fenomeno paranormale: lo spirito guida, libero quanto il channeler, decide ora, luogo e modalità del fenomeno (seduta, scrittura automatica ecc.), oppure se manifestarsi al channeler senza preavviso. Lo spirito guida rivolge alle altre entità le domande del channeler e fornisce a questi le loro risposte, apporti o asporti di oggetti.
Il channeler non può verificare né ha la percezione extrasensoriale se dall'altra parte lo spirito guida stia effettivamente contattando terze entità, come dichiara, oppure se lo spirito guida stia mentendo, e fornisca delle risposte proprie, facendole risultare come affermazioni di defunti o altre entità. Secondo una visione più critica, spesso si manifesterebbero entità negative (come demoni), per i quali non prova niente il fatto che mostrino di conoscere fatti o particolari del corpo che solo il defunto poteva avere visto o vissuto: questo tipo di entità anche se non onnisciente, accede dopo la morte a una coscienza più vasta per cui può comunque conoscere cose e fatti del passato (e del futuro), anche di terzi, che non ha visto e vissuto personalmente nella vita terrena.



Trance medianica autoindotta

Fin dall'antichità, in vari modi viene indotto uno stato di trance con musiche e danze frenetiche, alcool e droghe, luci pulsate ad alta frequenza e di breve durata. Le singole persone reagiscono in modo diverso ai tentativi di indurre trance con varie tecniche, e per avere un evento paranormale conta molto l'elemento soggettivo, le altre facoltà innate o acquisite del medium. Nello stato di trance l'Io è temporaneamente indebolito, e "cederebbe" volontariamente il controllo del cervello -e quindi di tutto il corpo- ad altre entità, che hanno così modo di manifestarsi, causando a partire dal cervello eventi o paralisi sensorie o motorie.
L'ipnosi era utilizzata dagli psicologi nell'Ottocento perché priva di conseguenze per il paziente, che al termine riprendeva coscienza come prima dell'ipnosi senza ricordare nulla dell'accaduto, quindi senza traumi visibili e senza alterazioni organiche e/o funzionali del cervello. Variante della autoipnosi, pure la pratica di una trance autoindotta sembrerebbe relativamente sicura, priva di danni permanenti o irreversibili, eccetto l'uso di alcune droghe (altro discorso sono gli aspetti riguardanti il contatto con certe entità e la mancata chiusura della seduta). Le droghe in genere e la trance medianica indotta con droghe sono sospettate di indurre danni permanenti e irreversibili al cervello, sia organici con una perdita di massa grigia, che funzionali con effetti molto più potenti di altre sostanze. Le droghe agiscono sul lobo temporale e corteccia pre-frontale (attenzione, capacità di decidere e tempo di reazione, auto-regolazione e memoria), in cui alcune correnti della psicologia moderna localizzano la sede dell'Io cosciente.
Lobo temporale e corteccia pre-frontale potrebbero essere coinvolti in tutti casi di trance indotta anche con gli altri metodi. Infatti, sono le uniche zone del cervello che dal punto di vista anatomico possono sempre cambiare nel tempo, e con buona certezza cambiano nell'età dello sviluppo. Per cui, se l'inizio del fenomeno medianico coinvolge in qualche modo il cervello, l'impatto prevedibilmente avviene nelle zone suddette. A seconda del soggetto, tossico-dipendente e non, cambiano nel lobo temporale e nella corteccia pre-frontale la risposta di ormoni ACTH e cortisolo ad eventi di stress (quantità secreta e tempo di permanenza), nonché l'intensità di segnale alla TAC. Si vede nei soggetti depressi (alla TAC iper-segnale di attività di queste aree), in quanti cercano il rischio a ogni costo e praticano sport estremi (ipo-segnale), apparentemente insensibili alla paura e che cadono subito in depressione non appena sono privati di tali stimoli: entrambi i gruppi conservano localmente il cortisolo, ormone dello stress, per tempi più lunghi della media subendo danni alla memoria di breve termine nell'ippocampo, e danni alla corteccia pre-frontale. Questo dipende a sua volta dai geni e dal vissuto dei singoli individui.
Secondo una corrente della psicologia moderna, corteccia e lobo temporale sono la sede dell'Io cosciente. L'Io cresce con il corpo e si forma soltanto attraverso le esperienze anche traumatiche della adolescenza: se la persona viene abituata fin da piccola a superare in modo positivo stress graduali e crescenti, per il resto della vita avrà un Io forte, un umore di fondo positivo che non cade nel panico davanti alle difficoltà, e considera le esperienze negative come una occasione di crescita e maturazione, accetta o cerca lo stress e obiettivi sfidanti non come una causa di malessere da evitare (anche in caso di esiti positivi), ma come la forma stessa della vitalità.



Aspetti dibattuti e critiche

Non esistono prove scientifiche o empiriche a sostegno delle tesi o dei presunti "poteri" di medium o canalizzatori, che si sono frequentemente dimostrati truffatori o ciarlatani, che sfruttano la credulità o la fragilità psicologica di persone in lutto o in difficoltà emotiva per richiedere loro cifre ingenti di denaro in cambio di falsi "contatti" con i loro parenti o amici deceduti, in merito a cui vengono fornite informazioni assolutamente generiche e facili da inventare.
La psichiatria non riconosce la medianità, né come malattia né come possibile facoltà di un gruppo di persone psicologicamente sane e predisposte da fattori genetici e/o ambientali. La medianità ha molti aspetti comuni con la schizofrenia, che sono sovrapponibili per una serie di fenomeni:
  • interesse per l'esotico (religioni e filosofie orientali ecc.) e il paranormale;
  • angoscia apparentemente immotivata che precede un fatto, invece di seguirlo come reazione, cosa che avviene in una persona comune. A volte il fatto è irrilevante e si può interpretare solo come malattia, altre volte è rilevante e per chi crede nella medianità, specialmente se l'episodio si ripete più volte, l'angoscia è classificabile come forma di chiaroveggenza;
  • allucinazioni sonore e visive: nell'80% circa dei casi di schizofrenia, in genere e all'inizio della malattia sono solo sonore, oppure meno di frequente visive e sonore assieme, quasi mai soltanto visive senza sentire delle voci. La visione non è nitida e dura anche per ore;
  • deliri di persecuzione: tanto lo schizofrenico crede di essere tormentato, seguito, ingannato, spiato di nascosto, e ridicolizzato da tutti ma anche da qualcuno in particolare, quanto questa manifestazione è associabile a quella di un medium oggetto ad esempio di un poltergeist;
  • deliri di riferimento: parole o gesti compiuti da un passante, passi di libri, film, giornali o canzoni sono letti, oltre che nel loro normale significato, come un messaggio riferito a sé stessi. Al solito modo, chi è protagonista di contatti di questo tipo afferma che questo è il reale se non l'unico modo delle entità di parlarci, per cui occorre essere particolarmente attenti e recettivi;
  • deliri somatici, per la perdita di controllo su corpo e mente: furto del pensiero (convinzione che i pensieri siano rubati da entità esterne), inserzione del pensiero (convinzione che idee o pensieri estranei siano inseriti da terzi nella mente), deliri di controllo (convinzione che il proprio corpo e movimenti siano controllati da forze esterne, che possono farci muovere, ammalare, morire a loro piacimento). Anche il medium riesce ovvero afferma di poter comunicare col pensiero ad altre entità, e che queste possono entrare e uscire dal suo corpo inabitandolo;
  • depersonalizzazione e derealizzazione: sensazione di essere staccati dal proprio corpo e staccati dalla realtà, con le deliranti preoccupazioni somatiche dette prima;
  • disturbi del linguaggio: deragliamento, tangenzialità, fuga e rallentamento delle idee, incoerenza. La risposta non è attinente o non risponde del tutto alla domanda, è contraddittoria, inizia ma non conclude con un discorso sensato. Fatti simili si verificherebbero se le entità non intendono rispondere a parte o tutta la domanda, e invece vogliono lanciare altri messaggi, a volte comprensibili solo ad alcuni dei presenti;
  • la schizofrenia ha conseguenze per tutta la vita e origini in età infantile, molto raramente al massimo intorno ai 30 anni. Però normalmente l'interessato ne avverte i sintomi e inizia un percorso di psichiatria-psicoterapia molto più tardi, oltre i 30 anni.
A ciò si aggiungono il ritiro sociale, l'improvviso disinteresse per lo studio o il lavoro, la trascuratezza nell'igiene e ordine personale, tipici sintomi di un inizio di schizofrenia, potenzialmente riscontrabili ma da accertare con quale frequenza si verifichino nelle popolazioni di sedicenti medium.

Medium famosi

Tra i più noti medium del periodo classico, sovente accompagnati da controversie o prove di inganni utilizzati nelle loro presunte evocazioni, si possono annoverare:
  • Helena Petrovna Blavatsky;
  • Alice Bailey;
  • Jane Roberts;
  • J.Z. Knight;
  • Esther Hicks;
  • Lee Carroll;
  • Edgar Cayce;
  • George Chapman;
  • Andrew Jackson Davis;
  • Allan Kardec
  • Emanuel Swedenborg
  • Ernesto Bozzano
  • Gustavo Adolfo Rol
  • Sorelle Fox;
  • Daniel Dunglas Home;
  • Eusapia Palladino;
  • Jane Roberts;
  • Sylvia Browne;
  • Rosemary Altea.

sabato 19 settembre 2020

Iram delle Colonne

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L'Iram dei Pilastri (arabo: Iram at al-'imad), anche detta Ubar, o "la Città d'Ottone", è una città perduta (o la regione circostante) nella Penisola Arabica.


Tradizioni

Negli antichi scritti arabi viene citata Iram. Nel folclore arabo ci sono storie che la descrivono come una città mercantile nel deserto del Rub' al-Khali, a sud-est della Penisola Arabica. Si stima che sia esistita dal 3000 a.C. al I secolo d.C. Secondo le leggende divenne favolosamente ricca attraverso il commercio tra le regioni costiere e i centri del Medio Oriente e dell'Europa. Nel 1992, in seguito a rilevamenti satellitari, un team di esperti ed archeologi americani ha riportato alla luce i resti della mitica città.
Nel Corano (89, 6-8) è scritto che Iram fu punita assieme alla tribù di 'Ad.
Secondo il folclore re Saddad sfidò gli avvertimenti del profeta Hud e Allah scatenò una tempesta di sabbia che cancellò la città. Le rovine sono sepolte da qualche parte sotto le sabbie del Rub' al-Khali. Iram divenne famosa in Occidente con la traduzione de Le mille e una notte.
Nella tradizione araba la tribù di 'Ad erano i pro-pronipoti di Nuh (Noè), suoi successori (Corano, 7, 69).
Nel II secolo d.C. Claudio Tolomeo disegnò una mappa con una regione abitata da un popolo chiamato Iobaritae, ossia Ubariti, dal nome leggendario della città Ubar.
T. E. Lawrence (Lawence d'Arabia) mostrò dell'interesse verso Iram che chiamava «L'Atlantide del deserto».

Archeologia

Recenti scoperte sono state collegate alla leggenda di Iram.
All'inizio degli anni ottanta un gruppo di ricercatori interessati alla storia di Iram si affidarono ai sensori dei satelliti della NASA, a radar capaci di penetrare il suolo, ai dati del programma Landsat, a immagini scattate dallo Space Shuttle e ai dati del satellite SPOT, per identificare antiche vie carovaniere e scoprire dove convergessero. Le vie erano usate per il commercio dell'incenso tra il 2800 a.C. e il 100 a.C.
Nella provincia di Dhofar in Oman fu identificata un'area come possibile avamposto della civiltà perduta. Un gruppo di ricercatori, esplorò l'area in molte occasioni. I ricercatori si fermarono presso un pozzo chiamato Ash Shisa, e nei pressi dell'oasi scoprirono un sito precedentemente identificato come il forte di Shis (XVI sec.). Gli scavi hanno scoperto un insediamento anteriore e artefatti provenienti da altre regioni. Questo forte più antico era costruito sopra una caverna di calcare che poteva contenere una fonte d'acqua, rendendolo un'importante oasi lungo la via commerciale per Iram. Una volta che il livello dell'acqua si era abbassato, la struttura si indebolì e la caverna crollò tra il 300 e il 500 d.C. distruggendo l'oasi.
Altre quattro campagne di scavo sono state condotte dal dott. Juris Zarins, tracciando la presenza storica della tribù di 'Ad, i presunti costruttori di Iram.

venerdì 18 settembre 2020

Donna guerriera nel folclore







La figura della donna guerriera nel folclore e nella mitologia è stata studiata in un'ampia varietà di campi quali la letteratura, la psicologia, la sociologia, l'antropologia, gli studi cinematografici, la comunicazione di massa, gli studi culturali e gli studi delle donne correlati al femminismo. Le figure mitologiche di donne guerriere non sempre hanno un significato di finzione, ma piuttosto alcune delle quali assumono piuttosto una valenza di narrazione entrata a far par parte del patrimonio culturale di un intero popolo.
La prova dell'esistenza effettiva di alcune donne guerriere è comprovata dalla documentazione scritta e come tale fanno parte integrante della storia, ad esempio la regina degli antichi Britanni Budicca la quale guidò la tribù degli Iceni in battaglia contro i Romani. Tuttavia, per poter essere considerata una vera e propria guerriera, la donna in questione doveva appartenere ad un'organizzazione militare come un esercito, oppure ad una non riconosciuta in qualità di rivoluzionaria.


Piratesse e donne di mare

Anne Bonny e Mary Read hanno navigato assieme al pirata inglese operante nella regione dei Caraibi Calico Jack. Mary era abituata a vestirsi usualmente come un uomo, mentre Anne divenne alla fine l'amante di Calico e d cui ebbe un figlio.
Grace O'Malley, leggendaria donna-pirata irlandese vissuta nel corso del XVI secolo
Muirisc, principessa irlandese figlia di Úgaine Mor, il 66° re supremo d'Irlanda


Africa

Angola

Ana de Sousa Nzinga Mbande fu una sovrana dei regni Ndongo e Matamba di etnia Ovimbundu. Combatté valorosamente tenendo fuori dal controllo dei portoghesi il territorio dell'attuale Angola per oltre trent'anni nei primi decenni del XVII secolo.

Storia berbera

Kahina o al-Kahina (in lingua araba classica significherebbe "veggente femminile"; nel moderno arabo del Maghreb l-Kahna, comunemente romanizzato come Kah (i) na , nota anche come Dihya o Kahya) fu una regina dei berberi nonché leader religioso e militare che guidò la resistenza indigena all'espansione araba dell'Islam in Africa nord-occidentale, la regione allora conosciuta come Numidia. Vissuta nel corso del VII secolo e morta nella moderna Algeria.

Burkina Faso

Yennenga: leggendaria principessa e donna guerriera abile sia con la lancia che nel tiro con l'arco, viene ancor oggi considerata capostipite e matriarca dell'impero della popolazione Mossi, nell'odierno Burkina Faso

Etiopia

Gudit: semi-leggendaria regina Falascia della metà del X secolo la quale devastò durante una campagna militare l'intera città di Axum distruggendone le chiese e i monumenti, tentando inoltre di sterminare i membri della dinastia regnante axumita. Le sue opere sono registrate nella tradizione orale africana e menzionati per inciso in vari resoconti storici occidentali successivi.

Ghana

Yaa Asantewaa: regina madre del territorio corrispondente al Distretto di Ejisu-Juaben facente parte dell'impero Ashanti, nella Costa d'Oro (colonia britannica) ora parte del moderno Ghana. Nel 1900 ha guidato la ribellione Ashanti conosciuta come "guerra dello sgabello d'oro" (War of the Golden Stool) ma nota anche come "la guerra di Yaa Asantewaa", contro il colonialismo dell'Impero britannico.

Storia Hausa

Amina (principessa): principessa e donna guerriera musulmana appartenente al popolo Hausa (popolo) della famiglia reale del regno di Zazzau (ora Zaria), in quello che oggi è centro-nord della Nigeria. È oggetto di molte leggende, ma è opinione diffusa dagli storici quella di essere stata una vera e propria sovrana, anche se le prove contemporanee su di lei sono alquanto limitate; vissuta tra il 1533-1610. I suoi successi militari gli hanno portato grande ricchezza e potere; è stata responsabile della conquista di molte delle città della zona circostante il suo regno.

Mitologia e storia Yoruba

Oyá è la Dea e Grande Madre del fiume Niger (fiume). Lei è una divinità femminile guerriera - lo spirito del vento, dei fulmini, della fertilità, del fuoco e della magia. Si crede ch'essa possa creare uragani e tornado e serve come custode dell'Oltretomba. Prima della sua deificazione avvenuta post-mortem, la storica Oya era una principessa dell'impero Oyo in qualità di consorte di Shango, il legittimo sovrano regnante.

Storia sudanese

La leggendaria Candace di Meroe sarebbe stata una regina guerriera descritta nel Romanzo di Alessandro che costrinse lo stesso Alessandro Magno a desistere dall'avanzare oltre all'interno del suo territorio.
Amanirenas fu una regina storica (40 a.C.-10 d.C.) di Kush che combatté contro i Romani dopo la loro conquista dell'Egitto.

Americhe

Tra i nativi americani

"Fallen Leaf": spesso chiamata la "donna-capo" è stata una donna guerriera appartenente alla tribù Crow, seppur nativa dei Gros Ventre; considerata cone un comandante partecipava ai consigli assisa in mezzo agli anziani e agli altri capotribù.
"Running Eagle": divenne una donna guerriera della confederazione dei Piedi Neri a seguito dell'uccisione del marito da parte dei Crow.
"Colstah": una delle cinque mogli di Capo Kamiakin (1800-1877) della tribù Yakama, guerriera sensitiva e "uomo di medicina". Armata di una mazza da guerra di pietra, Colestah combatté al fianco del marito; quando Kamiakin venne ferito, lo salvò utilizzando le sue abilità curative per rimetterlo in salute.
"Buffalo Calf Road Woman": donna Cheyenne che portò in salvo il fratello ferito durante la battaglia del Rosebud; quel giorno cavalcò nel bel mezzo alla battaglia accanto al marito e ciò venne considerato uno dei più alti atti di valore compiuti in quell'occasione.
"Moving Robe Woman": donna Sioux appartenente alla tribù degli Hunkpapa, combatté nel 1876 contro il generale George Armstrong Custer nella battaglia del Little Bighorn e guidò il contrattacco contro la cavalleria statunitense.

Aztechi

Itzpapalotl ("farfalla con gli artigli") è una dea guerriera con sembianze scheletriche che governa il mondo paradisiaco di Tamoanchan.

Rivoluzione americana

Deborah Sampson Gannett è stata una donna che si travestì da uomo per servire nell'esercito continentale durante la guerra d'indipendenza contro gli inglesi; fu la prima donna a combattere in prima linea travestita da maschio.
Molly Pitcher, donna patriota durante la Battaglia di Monmouth svoltasi il 28 giugno 1778.

Guerra civile americana

Frances Clalin Clayton fu una donna che si travestì da un uomo assumendo il nome di "Jack Williams " al fine di lottare per le forze dell'Unione (guerra di secessione americana); ha prestato servizio nelle unità di artiglieria e cavalleria del Missouri per diversi mesi. Era sposata e madre di tre figli.
Sarah Malinda Pritchard Blalock combatté col 26° fanteria del Confederate States Army a fianco del marito.
Albert D.J. Cashier, nato Jennie Irene Hodgers, è stata un'immigrata irlandese che ha servito come soldato di sesso maschile nell'esercito dell'Unione durante la guerra civile americana. Pur essendo il suo sesso di nascita di genere (scienze sociali) femminile, ha vissuto per l'intera vita come se fosse un uomo.

Far West

Calamity Jane è stata una donna di frontiera di professione esploratrice, ma più nota per l'intima amicizia intrattenuta col pistolero e giocatore d'azzardo Wild Bill Hickok, oltre che per la fama acquisita combattendo i nativi americani.

Sudamerica

Juana Azurduy de Padilla, leader militare durante la guerra d'indipendenza argentina e facente parte integrante della moderna storia della Bolivia. È stata nominata comandante del patriottico Esercito del Nord nel Governo Rivoluzionario delle Province Unite del Río de la Plata, dopo la morte del marito.
Maria Quitéria de Jesus, vestita da uomo si è arruolata nelle forze che combatterono nelle guerre d'indipendenza ispanoamericane a favore del neonato impero del Brasile. Una volta scoperta è stata promossa ed il suo coraggio venne riconosciuto dall'imperatore Pietro I del Brasile.
Anita Garibaldi, giovane sposa di Giuseppe Garibaldi, partecipò attivamente alla serie di combattimenti noti sotto la denominazione complessiva di Guerra dei Farrapos
Maria Rosa fu una ragazzina quindicenne che combatté nella cosiddetta guerra del Contestado. Indossava abiti bianchi, cavalcava un cavallo bianco e sosteneva di essere ispirata dalla divinità, proprio come Giovanna d'Arco.
Maria Bonita era il soprannome di "Maria Deia", uno dei membri della banda di predoni e banditi nota col nome di Cangaço, che hanno terrorizzato il Nordest brasiliano negli anni tra il 1920 e il 1930. Maria Bonita significa "Bellissima Maria" ed ha assunto lo status di 'eroina popolare' in Brasile.

Asia orientale

Mongolia

Khutulun, principessa mongola, fu la più celebre figlia di Kaidu e una delle nipoti di Kubilai Khan.Secondo la leggenda era un'abilissima guerriera e lottatrice che aveva giurato di sposare solamente un uomo che avesse potuto sconfiggerla in combattimento. Anche se nessun uomo fu mai in grado di batterla, Khutuln finì per sposare un guerriero di nome Abtakul (forse per mettere a tacere voci su una relazione incestuosa tra lei e suo padre).
La sua storia è stata resa celebre da cronisti stranieri Marco Polo e Ibn Battuta, entrambi i quali avevano sentito parlare della leggenda di Khutulun nei loro viaggi attraverso lo sterminato continente d'Asia; anche Rashid al-Din Hamadani ha scritto su di lei.

Cina

Hua Mulan: una (forse mitica) donna che andò alla guerra travestita da uomo, e fu in grado di tornare a casa dopo anni trascorsi sul campo di battaglia senza mai essere stata scoperta.
Ng Mui: badessa di un monastero femminile nell'interno della Cina nonché maestro di arti marziali facente parte de La leggenda dei 5 Antenati sopravvissuti alla distruzione del tempio di Shaolin da parte della dinastia Qing. Pare abbia creato un sistema di kung fu particolarmente adatto per le donne.
Yim Wing Chun, spesso citata nelle leggende concernenti le origini di Wing Chun come il primo maestro di tale arte marziale al di fuori della tradizione monastica; fu una delle allieve di Ng Mui.
Fu Hao: una delle tante mogli del re Wu Ding della dinastia Shang e, cosa insolita per quel periodo, è stata anche un militare, sacerdotessa ed alto generale in capo.
Lǚ Mǔ, nota anche come "Madre Lu" iniziò e guidò una rivolta contadina contro la dinastia Xin.
Li Xiu: figlia di un comandante militare responsabile dell'area di Ningzhou (l'odierno Jinning in Yunnan) durante il regno dell'imperatore della Cina Hui Jin. Quando il padre morì improvvisamente durante una rivolta nella zona nel IV secolo, prese il suo posto come comandante militare e sconfisse i ribelli.
Yuenü (letteralmente "la Signora di Yue") fu una famosa spadaccina dello stato di Yue (stato), situato nella provincia moderna di Zhejiang, nel corso del V secolo a.C.
Qin Liangyu: generalessa che ha combattuto molte battaglie con il marito contro i Manciù verso la fine della dinastia Ming.
Sun Shangxiang, che è spesso viene raffigurata come un maschiaccio, era la sorella minore dei signori della guerra Sun Cen e Sun Quan. Ricevette una rigorosa formazione di arti marziali e le sue ancelle erano solitamente armate, fatto questo del tutto inusuale per il suo tempo.
Zhu Rong: non si sa con precisione se ella sia effettivamente esistita, ma è stata comunque l'unica donna ritratta ne Il romanzo dei tre regni in cui si narra abbia preso parte nella lotta alla guerra durante il periodo deiTre Regni a fianco del marito Meng Huo.
Mu Guiying: una leggendaria eroina che comandava gli eserciti contro gli invasori barbari. Proveniva dall'antica Cina del Nord durante la dinastia Song ed è una figura di spicco tra i generali della famiglia Yang. Lei è anche la moglie di Yang Zongbao e madre di Yang Wenguang. Coraggiosa, risoluto e fedele, Mu è divenuta ben presto il simbolo culturale di una donna ferma e decisa.
Zhao di Pingyang (598-623): principessa figlia di Gao Zu - il fondatore della dinastia Tang - la quale formò un esercito ribelle per aiutare suo padre a rovesciare l'imperatore, ed è stato dichiarata come 'nessun'altra donna normale' alla sua morte.
Ching Shih (1775-1844)[10]: è stata una donna-pirata di primissimo piano che terrorizzò il Mar Cinese Meridionale durante la prima metà del XIX secolo. Ha comandato oltre 300 giunche presidiate da 20.000-40.000 uomini, donne e persino bambini. Ha sfidato i maggiori imperi mondiali del tempo, come l'impero britannico, l'impero portoghese e l'impero cinese della dinastia Qing. Rimasta imbattuta, sarebbe diventata una delle piratesse più forti e temute dell'Asia, e uno dei più potenti pirati della storia mondiale. È anche stata uno dei pochi capitani pirati a ritirarsi dalla pirateria.

Giappone

Jingu: leggendaria imperatrice giapponese famosa come onna-bugeisha, donna guerriera di classe superiore.
Hangaku Gozen: samurai del XII secolo, una delle poche donne guerriere giapponesi comunemente note nella storia o nella letteratura classica.
Marishi-Ten o Marici: divinità celeste del Buddhismo Mahāyānaadottata dai guerrieri nell'VIII secolo come protettrice e nume tutelare.
Kaihime (XVI secolo): si dice abbia combattuto appena diciottenne durante l'assedio di Odawara del 1590 contro l'esercito di Toyotomi Hideyoshi e guadagnandosene infine il rispetto. Anche se nota per il suo coraggio e la notevole bellezza, gli storici moderni sono incerti se ella abbia effettivamente eseguito le gesta dei racconti che la circondano ed è altamente probabile invero che molti dei suoi talenti derivino dai contemporanei romanzi storici o dal folclore del periodo Edo.

Sudest asiatico

Vietnam

Sorelle Trung: due donne leader del I secolo le quali respinsero gli invasori cinesi dal suolo patrio per ben tre anni e vincendo diverse battaglia; sono considerate delle eroine nazionali in Vietnam.
Phung Thị Chinh era una nobildonna vietnamita che ha combattuto a fianco delle sorelle Trung per respingere gli invasori Han dal Vietnam nel 43 d.C.. Lei era al momento della battaglia incinta, ed incaricata di proteggere il fianco centrale. La leggenda dice che abbia dato alla luce in prima linea e che portava il suo neonato in un braccio e una spada nell'altra mentre lottava per aprire le file del nemico. Quando ha saputo che le sorelle Trung avevano commesso suicidio, uccise il suo bambino e poi se stessa.
Lê Chân: generale donna delle sorelle Trung
Triệu Thị Trinh (III secolo): descritta comunemente come la Giovanna d'Arco vietnamita.
Le cinque donne generali della dinastia Tây Sơn (1778-1802): Bui Thi Xuân, moglie del generale Trần Quang Dieu; Bui Thi Nhan, moglie dell'imperatore Quang Trung (Nguyen Hue); Tran Thi Lan, moglie del generale Nguyen Van Tuyet; Huỳnh Thị Cuc e Nguyen Thi Dung, moglie del generale Trương Đặng Djo.

Thailandia

Sri Suriyothai

Filippine

Gabriela Silang (1731-1761): ha guidato i ribelli filippini della regione del Ilocos contro il colonialismo spagnolo dopo la morte del marito, Diego Silang. Catturata nel settembre 1761 è stata giustiziata nella piazza di Vigan (Filippine), dopo aver assistito alle esecuzioni di tutti i suoi uomini.


Europa

Britannia romana e storia anglosassone

Budicca era una regina appartenente alla tribù dei celti Iceni della Britannia che ha guidato una grande rivolta contro le forze di occupazione dell'impero romano.
Ethelfleda: sovrana del regno di Mercia e figlia di Alfredo il Grande. Assunse il potere a seguito della morte del marito Earl Aethelred di Mercia avvenuta nel 911. Fu una leader militare esperta ed abile tattica, che difese il proprio paese contro le tribù vicine per otto anni.
Gwenllian: principessa consorte del territorio di Deheubarth in Galles. Accompagnò spesso il marito in incursioni di guerriglia. Nel 1136 formò e guidò personalmente un esercito per partecipare alla battagli avvenuta nei pressi del Castello Kidwelly. Anche se risultò sconfitto, la sua rivolta patriottica ispirò altri nel sud gallese alla ribellione: il loro grido di battaglia era diventato, "Vendetta per Gwenllian!".
Regina Cordelia (sul quale si basa il personaggio di William Shakespeare nel Re Lear), ha combattuto i suoi nipoti per il controllo del regno.
Regina Gwendolen combatte il marito Locrino in battaglia per il trono della Gran Bretagna; lo sconfigge e diventa così regina.

Mitologia celtica e irlandese

Storia ceca

Inghilterra

Margherita d'Angiò
Caterina d'Aragona

Bretagna

Giovanna di Fiandra

Illiria

Teuta: regina dell'Illiria evocata spesso come temibile sovrana-pirata

Paesi Bassi

Kenau Simonsdochter Hasselaer (1526-1588) era una commerciante di legno di Haarlem, che divenne un eroe popolare leggendario per la sua difesa senza paura della città contro gli invasori spagnoli durante l'assedio di Haarlem nel 1573.


Albania

Francia storica

Jeanne Hachette
Giovanna d'Arco

Mitologia Greca

Amazzoni: mitica popolazione composta esclusivamente da donne guerriere
Artemide, corrispondente alla romana Diana
Atalanta (mitologia): una delle oche eroine mortali presenti nel mito greco
Atena, corrispondente all'etrusco-latina Minerva
Enio: una Dea minore della guerra e della distruzione, si diletta in mezzo al sangue e alle città rase al suolo
Ippolita
Pentesilea



 
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