Ogni civiltà o popolazione, ha una propria Mitologia, cioè un corpus di leggende e Miti, per spiegare (solitamente in modo fantastico e soprannaturale) principalmente tre cose:
l'origine del mondo; l'origine dell'uomo; l'origine del popolo privilegiato, rispetto alla divinità (l'elaboratore del mito stesso)
Da questa premessa si capisce che di creature feroci e spaventose non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ne elenco qualcuna, ma è solo un piccolo assaggio…
Drago:
la prima immagine che ci viene alla mente sentendo la parola drago di solito è questa: gigantesca creatura con corna puntute, quattro zampe, ali membranose, aspetto da “lucertolone” e squame e scaglie su tutto il corpo, nonché l'innata capacità di sputare fuoco: questo grazie a delle ghiandole nella mascella inferiore che secernono fosforo. Quando il drago contrae queste ghiandole e spalanca la bocca, il fosforo si incendia a contatto con l'aria e la saliva emettendo la tipica fiamma. Ma questa è la versione più "classica" ce ne sono molto altre…
Windigo o wendigo:
Probabilmente è la creatura più potente e mortale del folklore del Nord America: il Wendigo, che appare in molte leggende tribali, ma la cui descrizione più nota proviene dalle comunità che abitano la regione dei Grandi Laghi. Molte delle storie sul Wendigo sono racconti cautelativi che hanno l’intento di far rispettare il tabù del cannibalismo, sostenendo che qualsiasi essere umano che mangi la carne di un altro, sarà trasformato in una creatura del male assoluto, un essere maledetto dall’appetito insaziabile, abilissimo a cacciare uomini per poi dopo mangiarli vivi...
Lamia:
Secondo il mito, Lamia era la
bellissima regina della Libia, figlia di Belo: essa ebbe da Zeus, il
dono di levarsi gli occhi dalle orbite e rimetterli a proprio
piacere. Presto Zeus si innamorò di lei provocando la rabbia di Era,
che si vendicò uccidendo i figli che suo marito ebbe da
Lamia.
L'unica figlia ad essere risparmiata fu Scilla;
probabilmente, anche Sibilla si salvò.
Lamia, lacerata dal dolore, iniziò a sfogarsi divorando i bambini delle altre madri, dei quali succhiava il sangue. Il suo comportamento innaturale fece in modo che la sua bellezza originaria si corrompesse, trasformandola in un essere di orribile aspetto, capace di mutare forma e apparire attraente per sedurre gli uomini, allo scopo di berne il sangue.
Per questo motivo la lamia viene considerata una sorta di vampiro ante litteram.
La Manticora:
Ecco una descrizione della Manticora di Ctesia di Cnido:
«Una bestia che si trova presso gli Indiani e che ha il volto simile a quello degli uomini. Questa bestia è grande quanto un leone e ha il colore della pelle di un rosso simile a quello del cinabro: ha i denti disposti su tre file, le orecchie di un uomo e gli occhi glauchi simili a quelli di un uomo. La sua coda assomiglia a quella di uno scorpione di terra, misura più di un cubito ed è munita di un pungiglione. Nella coda, lateralmente, sono disposti, qua e là, altri pungiglioni, oltre a quello che, come nella coda dello scorpione, si trova sulla punta. È con questo pungiglione che il manticora colpisce chi gli si avvicina e chiunque venga da esso ferito trova una morte sicura. Se invece qualcuno lotta con il manticora a distanza, esso, sollevando la coda, si mette a saettare i suoi dardi, come da un arco, contro l'avversario che gli sta di fronte, oppure, voltandosi, cerca di colpirlo da dietro tendendo la sua coda in linea retta. Il manticora riesce a scagliare i suoi dardi fino a cento piedi di distanza e qualsiasi essere vivente venga da essi colpito trova una morte certa. I suoi pungiglioni misurano un piede e sono spessi quanto un giunco sottilissimo. Il termine "martichoras" significa in greco "antropofago", proprio per il fatto che questa bestia si nutre per lo più di uomini, oltre che di altri animali. Riesce a combattere anche con le unghie (oltre che con i pungiglioni). I suoi pungiglioni – così dice Ctesia - dopo che sono stati lanciati crescono di nuovo"
Cerbero:
Dall'Eneide:
"L'enorme Cerbero col suo latrato da tre fauci rintrona questi regni giacendo immane davanti all'antro. La veggente, vedendo ormai i suoi tre colli diventare irti di serpenti gli getta una focaccia soporosa con miele ed erbe affatturate. Quello, spalancando con fame rabbiosa le tre gole l'afferra e sdraiato per terra illanguidisce l'immane dorso e smisurato si stende in tutto l'antro. Enea sorpassa l'entrata essendo il custode sommerso nel sonno profondo".
Vampiro:
Secondo il mito, i vampiri sono "non morti", che uscono dalle loro tombe la notte per succhiare il sangue dei vivi dalle loro gole, e poi tornano nei loro cimiteri. Le persone a cui succhiano il sangue si indeboliscono e iniziano a consumarsi, (a volte apparentemente muoiono per poi diventare vampiri a loro volta) mentre i non morti che succhiano il sangue, prendono un aspetto migliore, a volte tendono a ringiovanire. Possono essere uccisi definitivamente solo con un bel paletto di frassino conficcato nel cuore.
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