sabato 19 dicembre 2020

Esiste davvero il Bigfoot?



A rigor di logica bisogna rispondere no ma ci sono delle cose da considerare.

1) Tutti quelli che dicono di averlo visto erano persone che vivevano in zona e sapevano riconoscere un animale, tipo un orso, da un bigfoot.

2) Molte di queste persone erano cacciatori esperti ma puntando il fucile contro un bigfoot non sono riusciti a sparare perché sembrava "troppo umano".

3) Le impronte trovate hanno un passo troppo ampio, impossibile da riprodurre a meno di non essere alti 2,50 mt!

4) Il celebre filmato che alcuni giudicano un fake é stato scannerizzato al computer, mostrando l'essere che vedendo la cinepresa digrigna i denti, cosa impossibile da fare se era un attore con un costume e maschera.

5) I nativi americani conoscevano il bigfoot e lo scolpivano sui loro totem. Questo non significa nulla di per sé ma gli antropologi sono concordi nel dire che i nativi americani non inventavano animali di fantasia, costruivano miti solo su animali che avevano visto davvero.


 





venerdì 18 dicembre 2020

È da sciocchi credere nell'oroscopo?

Ci sono alcuni fattori che vanificano la validità dell'oroscopo. Ad esempio:

  • E' basato sul sistema tolemaico. Solo questo punto, se ci pensi, lo distrugge. Secondo l'oroscopo la Terra è al centro e tutto gli ruota attorno!
    E' dal 1543 che abbiamo scoperto che non è il Sole a ruotare intorno alla Terra, bensì il contrario! La famosa Teoria Copernicana
    I due sistemi portano a calcoli completamente diversi circa la meccanica celeste

  • Non considera tutti i pianeti. L'astrologia classica considera solo Venere, Giove, Saturno, Marte e MERCURIO, quella moderna anche Urano, Nettuno e Plutone.
    Ma considera anche la Luna…e allora perché non i 13 grandi satelliti di Saturno, o una trentina di quelli di Giove? un gioviano, Ganimede, è più grande del pianeta MERCURIO!

  • Le costellazioni e la loro posizione nel sistema dell'oroscopo sono calcolati in modo errato. La NASA ci ha spiegato che tutte le costellazioni, rispetto a come l'astrologia inserisce nello Zodiaco, sono errate. I segni zodiacali sono 13, non 12
    I nati tra il 30 novembre e il 18 dicembre oggi non dovrebbero essere del Sagittario, ma dell'Ofiuco!


  • L'Astrologia è la stessa in ogni parte del mondo, ma se sei uno svedese, un russo, un canadese e sei nato oltre il circolo polare artico hai quasi tutti i pianeti sotto l'orizzonte, mentre ai tropici li hai più o meno allo zenith.

    L'astrologia è affascinante per la sua storia, branche e sfumature, niente di più.


giovedì 17 dicembre 2020

È vera la leggenda metropolitana che dice che se un uomo viene castrato gli viene una voce da soprano?

No, non e' vera, e' solo una delle tante leggende , un uomo, quindi una persona adulta, se castrato conservera' la sua voce. La castrazione deve venire effettuata prima della puberta' per poter mantenere la voce acuta in eta' adulta.

Riporto delle notizie estratte da Focus a proposito della castrazione.

“Il fanciullo viene narcotizzato con l’oppio e immerso a sedere in un bagno di acqua molto calda, fino a quando cade in uno stato di completa incoscienza. Quindi si apre lo scroto e si asportano i testicoli”. Così il Trattato sugli eunuchi, del 1707, spiegava come procedere alla castrazione, una pratica allora corrente in Italia per allevare cantanti con qualità straordinarie. Ma che affondava le sue radici nell’antichità. Un rito pericoloso (due bambini su tre morivano per infezioni ed emorragie) profondamente legato alla religione e, per quanto possa sembrare incredibile, non ancora scomparso. Per quanto se ne sa, quella dei castrati è una “invenzione” cinese, di almeno 5 mila anni fa. Allora si producevano castrati per farne guardiani del potere. Insieme alla mascolinità perdevano la possibilità di normali rapporti familiari e sociali, e vivevano in una condizione psicologica oscillante tra l’odio di sé, la malinconia e la disperazione. Senza nemmeno perdere l’aggressività, perché, spenta a livello fisico dalla mancanza di testosterone, si ristabiliva sul piano psicologico.

Un castrato italiano e' entrato nella storia .

Farinelli, vero nome: Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, è considerato il più famoso cantante lirico castrato della storia. Il suo debutto avvenne a soli 15 anni a Napoli ed in seguito si esibi' come soprano nelle migliori opere non soltanto in Italia ma anche all'estero (Madrid, Londra, Vienna).




mercoledì 16 dicembre 2020

Da dove originano le leggende metropolitane?

Fondamentalmente, le leggende metropolitane sono storie strane e affascinanti, prive di qualsiasi verifica.

Ne esistono molte versioni, come dice Jan H. Brunvand: "Il fenomeno delle varianti assomiglia a quel vecchio gioco di società chiamato il telefono senza fili. I giocatori stanno in cerchio e una persona bisbiglia una frase al giocatore che sta alla sua sinistra che la bisbiglia alla persona successiva, e via dicendo. Quando l'ultimo giocatore dice ad alta voce la frase che ha sentito, ci si trova spesso di fronte ad una variante che ha ben pochi elementi comuni con l'originale". (Nuove Leggende Metropolitane)

Secondo la Repubblica e il libro di Laura Bonato Trapianti, sesso, angosce. Leggende metropolitane in Italia (Meltemi), hanno origine nei miti classici.

"Nella leggenda metropolitana non si fa che riproporre, aggiornata, quella che è sempre stata la produzione dei miti che un tempo si attribuiva alla tradizione popolare.

Così quando qualcuno ci dice che gli hamburger delle catene di fast food sono fatti con carne di cane, non fa che riproporre quel vecchio topos dell' intruglio della strega che usa ingredienti in genere disgustosi (coda di topo, pelle di serpente, ali di pipistrello).

E i draghi delle favole riappaiono sotto forma dei più comuni coccodrilli che secondo un' antica leggenda metropolitana popolerebbero le fogne di New York in quanto comprati cuccioli dai turisti in Florida e poi scaricati nei water quando incominciano a diventare troppo grandi."

Le leggende contemporanee nascono dalle paure dell'uomo verso gli animali, le malattie, la morte, i diversi, e crescono sulle angosce e sui pregiudizi. Macabre e lugubri, divertenti e pruriginose, le leggende si diffondono passando di bocca in bocca grazie anche ai media che spesso le riprendono e le divulgano come vere.




martedì 15 dicembre 2020

Esiste l'autocombustione del corpo umano? Ci sono delle testimonianze?

Si tratta di persone che hanno preso fuoco improvvisamente, senza apparente innesco, e di cui è rimasta praticamente solo cenere.

Solitamente gli oggetti che circondano la vittima restano intatti così come, spesso, gli arti inferiori dei cadaveri. Il fenomeno è raro ma è stato descritto già nel 1800.



I CASI

Tra i casi più famosi, quello della contessa Bandi di Cesena, nonna materna di Pio VI, che all'età di 62 anni, fu ritrovata incenerita dalla domestica tranne per i piedi, un pezzo di gamba, parte della testa e 3 dita che erano rimaste intatte.

Altro caso avvenuto nei primi del '900 e quello della signora Reeser in Florida di cui furono trovati qualche osso e un piede tra la cenere. La polizia notò la presenza di una strana sostanza grassa e oleosa sul soffitto e sulle pareti fino a circa un metro da terra. In casa non c'erano altri danni significativi.


SPIEGAZIONE

Per la scienza di quel tempo pareva un mistero impossibile: furono avanzate le ipotesi più strampalate tra cui ingestione di esplosivo, fulmine globulare o combustione spontanea ma uno studio accurato compiuto successivamente su 30 casi stabilì che tutte le vittime consumavano alcol e prima della combustione erano state viste ubriache.

Proprio l'alcol contenuto nell'organismo, può essere considerato quindi la causa degli incendi perché rende le persone imprudenti e meno pronte a rispondere di fronte a un incidente. L'origine del fuoco non è da ricercarsi quindi all'interno del corpo ma all'esterno. Infatti vicino ai corpi, dopo una attenta analisi, sono state rinvenute fonti di accensione quali candele, caminetti e lampade ad olio.

Sembra che prima il fuoco bruci capelli o vestiti che, bruciando a loro volta, fanno colare il grasso del corpo alimentando la combustione. La maggior parte delle vittime non era magra e infatti restano intatti gli arti inferiori perché contengono meno grasso e sono meno coperti da vestiti.


lunedì 14 dicembre 2020

Quali sono stati nelle varie mitologie gli Dei della Scienza?

Cercherò di elencare le principali, ma chiaramente ogni religione/mitologia ha avuto la sua:

Mitologia Azteca: Quetzalcoatl.
Quetzalcóatl, ovvero "serpente piumato" o "gemello prezioso" è il nome azteco del dio serpente piumato dell'antica Mesoamerica, fra le divinità più importanti per molte civiltà messicane e centro-americane. Viene venerato come dio del vento, di Venere, dell'alba, dei mercanti e delle arti, dei mestieri e della conoscenza.



Mitologia celtica: Brigid

Nella mitologia celtica Brigid, Bríg o Brig era figlia di Dagda. Moglie di Bres e madre di Creidhne, Luchtaine e Goibhniu. Era protettrice dei poeti, dei guaritori, dei druidi, dei combattenti e degli artigiani, di cui in particolare dei fabbri.



Mitologia egizia: Thoth

Thot è una divinità egizia che appartiene alla religione dell'antico Egitto, dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo, della matematica e della geometria. È rappresentato sotto forma di ibis sacro, uccello che volava sulle rive del Nilo, o sotto forma (meno frequente) di babbuino. Inoltre era protettore degli scribi.



Mitologia greco/romana: Apollo

Apollo è una divinità della religione greca e romana. Dio del Sole (di cui traina il carro), di tutte le arti, della musica, della profezia, della poesia, delle arti mediche (il dio della medicina è infatti suo figlio Asclepio), delle pestilenze e della scienza che illumina l'intelletto, il suo simbolo principale è il Sole o la lira. In seguito fu venerato anche nella religione romana.



Mitologia mesopotamica: Nabu

Nabu è una divinità mesopotamica. È il dio della scrittura e della saggezza e figlio di Marduk e di Ṣarpanītum. Ha una consorte di nome Tašmetum.

Il suo tempio principale si trova a Borsippa, nei pressi di Babilonia. Il dio si identifica con il pianeta Mercurio per via del nome che significherebbe "illuminato" oppure "profeta".



domenica 13 dicembre 2020

Acheronte

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Acheronte (in greco Ἂχέρων, -οντος, in latino Ăchĕrōn, -ontis) è il nome di alcuni fiumi della mitologia greca, spesso associati al mondo degli Inferi. Secondo il mito sarebbe un ramo del fiume Stige che scorre nel mondo sotterraneo dell'oltretomba, attraverso il quale Caronte traghettava nell'Ade le anime dei morti; suoi affluenti sarebbero i fiumi Piriflegetonte e Cocito. Il suo nome significa "fiume del dolore".
Il principale Acheronte si trova in Epiro, regione nord-occidentale della Grecia, nei pressi della cittadina di Parga. È un immissario del lago Acherusia e nelle sue vicinanze sorgono le rovine del Necromanteio, l'unico oracolo della morte conosciuto in Grecia.

Fonti

Platone nel dialogo Fedone afferma che l'Acheronte è il secondo fiume più grande del mondo, superato solamente dall'Oceano: sostiene che l'Acheronte scorra in senso inverso e dall'Oceano vada verso la terra. Il termine Acheronte è stato talvolta usato come sineddoche per intendere l'Ade nella sua interezza. Virgilio parla dell'Acheronte insieme agli altri fiumi infernali all'interno della sua descrizione dell'Oltretomba, collocata nel libro VI dell'Eneide.
Nell'Inferno (canto III) di Dante il fiume Acheronte rappresenta il confine dell'Inferno per chi arriva dall'Antinferno.

Mitologia

Figlio di Helios e di Gea, fu tramutato da Zeus in fiume d'acque amare, come punizione per aver dissetato i Titani che s'erano ribellati al volere divino cercando di scalare l'Olimpo.
Il dio del fiume fu poi a sua volta padre di Ascalafo avuto, a seconda delle leggende, da Orfne o da Gorgira.

Metafora

Destinato per l'eternità a separare il mondo dei vivi dagli inferi, nella Commedia dantesca il fiume viene varcato da quelle anime che avevano avuto degna sepoltura: rappresenta pertanto la transizione da vita a morte ed anche il viaggio senza ritorno verso l'Oltretomba. Un richiamo, questo del passaggio, che si rinviene anche in un punto dell’Otello in cui Shakespeare sembra rievocare "l’immagine della nave ovidiana che dalla vetta di un monte sembra guardare giù nelle valli e al fondo dell’Acheronte".
Anche Catullo rievoca il fiume come metafora, quando "l’onda pallida di Acheronte lambe il piede|del fratello che tolto dal mio viso |sotto il lido retèo giace coperto". In psicologia, "molte persone che attraversano una depressione “passano l’Acheronte”, sognano cioè di incontrare i loro morti, come se si consultassero con loro e chiedessero “vale la pena di essere morti come te?”".



 
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