La Corona per l'antico popolo della
valle del Nilo, era riservata alle divinità ed al sovrano come
simbolo del potere con attributi magici-identificativi e fin dal
periodo predinastico l'iconografia egizia e la statuaria ne mostrano
un numero notevole, assimilando ad essa anche il copricapo ed il
simbolo.
Con significato emblematico, le corone
occupavano il punto più elevato del corpo e lo superavano implicando
quindi il concetto di superamento, perfezione e superiorità ma altri
significati erano dati dal materiale con le quali erano realizzate e
dalla loro forma.
Alcune corone, molte delle quali
estremamente variegate, erano esclusive di una divinità mentre altre
erano intercambiabili, tanto che persino il sovrano, divinità egli
stesso, veniva rappresentato con le medesime corone degli dei. Quelle
prettamente regali venivano chiamate "le grandi di magia"
ed un testo ci narra che il re defunto divorava corone per acquisire
la loro potenza e forza nel periglioso viaggio nell'Oltretomba.
Esse erano generalmente affidate ad un
nobile, dignitario di corte, che prendeva il titolo di "Guardiano
della corona che adorna il re" oppure "Intimo consigliere
delle due corone".
Verso il Periodo saitico alcune di
queste corone divennero molto complesse e pesanti, con l'aggiunta di
corna ritorte, dischi solari e urei, tanto che gli egittologi ne
hanno ipotizzato uno scarso uso. Ulteriore caratteristica era la
sovrapposizione di più corone.
Per le corna d'ariete, usate nella
decorazione delle corone, occorre precisare che l'ariete con le corna
orizzontali a spirale era Ovis longipes palaegypticus già estinto
verso la XII dinastia egizia quando apparve l'ariete sheft, detto
anche montone sahariano, ossia Ovis platyra aegyptiaca che era quello
con le spesse corna ritorte.
Per completezza aggiungiamo:
Khat: era una corona più
semplice del nemes, le punte invece di cadere in avanti, venivano
intrecciate sulla schiena coprendo le orecchie. Spesso veniva
rappresentata come una parrucca e con l'aspetto di rete, raramente
era fatta in tessuto a strisce. Era provvista di un cerchio decorato
anteriormente con un cobra e un avvoltoio che rappresentavano le Due
Terre.
Diadema: era la corona più
semplice con la quale il sovrano compariva in pubblico. Sul diadema,
il corpo sinuoso dell'ureo costituiva la parte superiore mentre la
testa era posizionata in corrispondenza della fronte. Due elementi in
oro pendevano nella parte posteriore. L'ureo reale rappresentava la
forza del sovrano e lo difendeva dai nemici con il suo "soffio
di fuoco". Spesso questa semplice corona veniva sovrapposta alle
altre.
Avvoltoio: era la tipica corona
delle regine e veniva raffigurato con le ali aperte. Sopra poteva
essere posta un'ulteriore corona con il disco solare, due alte piume
di struzzo e, qualche volta, anche l'ureo. Questa corona era portata
anche dalle dee.
Modio: copricapo o corona a
forma di vaso o canestro svasato verso l'alto. Poteva essere
impreziosito con urei. Era portato indifferentemente da uomini e
divinità e poteva servire come base per ulteriori corone.
Hemhemet: questa complicata
corona era composta da un modio con sopra tre corone atef a fasci di
papiro, recanti alla base ed in cima un disco solare e chiusi in
doppie corna a forma di lira. Era sormontata da corna d'ariete e
decorata con urei. Veniva indossata per indicare un atteggiamento di
tipo aggressivo.
Copricapi di divinità
I due copricapi più ricorrenti
nell'iconografia delle divinità egizie sono:
il disco solare con due corna a
forma di lira: questo copricapo era tipico delle divinità
femminili ed era formato dal disco solare tra due corna a forma di
lira. Era tipico della dea Hathor e, verso la fine della XXVI
dinastia, anche della dea Iside. La distinzione tra le due dee è
rappresentata dalle piccole orecchie di vacca (mucca o toro) di
Hathor.
Atef: simbolo di Osiride e uno
dei copricapi più comuni nelle immagini delle divinità. Era formato
dalla Corona bianca completata da due piume di struzzo
(simboleggianti Maat, cioè la verità e la giustizia); poteva essere
composto da un fascio di papiri a forma di tiara con disco solare,
con corna di ariete e urei.
Corona con disco solare
e corna a forma di lira
A partire almeno dal Nuovo Regno, fino
all'epoca romana, rimase tipica del defunti la Corona di
giustificazione, legata sia alla vittoria di Osiride sulla morte che
ai raggi solari di Ra. Non risulta alcuna catalogazione completa dei
copricapi delle divinità, per la difficoltosa decodificazione delle
caratteristiche divine modificate e stratificate dal sincretismo.
L'unica certezza sull'identità può essere data dal nome, scritto in
geroglifico, o dal simbolo entrambi generalmente apposti sopra la
testa. Poiché a ogni copricapo divino iconograficamente attestato
non corrisponde un nome specifico, seguono le immagini di alcune
divinità con i copricapi che generalmente le distinguevano, fermo
restando il principio dell'intercambiabilità dei copricapi.
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