martedì 7 novembre 2023

Il Macabro Rito della "Doppia Sepoltura" all'Ombra del Vesuvio

 


Nell'ombra sinistra del Vesuvio, tra le stradine tortuose di Napoli e i suoi dintorni, si nasconde un antico rituale: la "doppia sepoltura", un macabro rito che ha radici profonde nel passato e che si svolgeva nelle misteriose "Terresante".

In queste ampie stanze prive di pavimentazione o nelle capienti vasche, i defunti venivano sepolti inizialmente con solo pochi centimetri di terra sopra di loro. Ma il tempo, complice i naturali processi di decomposizione, restituiva le ossa, che venivano poi accuratamente ripulite e sepolte definitivamente.

Così, il defunto, dopo la seconda sepoltura, diventava veramente tale, liberato dalle deperibili vestigia del suo corpo fisico, come recita il vecchio adagio: "Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai".

Solo allora le pie donne potevano dedicarsi alla cura dell'anima del defunto, con rituali, preghiere e messe di suffragio. Era solo a questo punto che il defunto non rappresentava più un pericolo per i vivi, trasformato in un'anima pacificata, degna di essere venerata anche negli altari domestici.

Ma il momento della riesumazione era vissuto con angoscia, perché si doveva decidere se il defunto era diventato un'anima amica o ancora inquieta. In caso di quest'ultima, la sepoltura doveva essere ripetuta, con ulteriori rituali e attese.

Tuttavia, questa antica pratica non era vista di buon occhio dalle autorità sanitarie, che nel 1779 la definirono una "barbara usanza", condannando la sua pratica nelle pubbliche chiese.

Oggi, in un'epoca tecnologica e frenetica, il rituale della doppia sepoltura è praticamente scomparso, tranne che in alcuni piccoli centri dove si pratica una variante più moderna. Tuttavia, per coloro che sono curiosi di conoscere questa tradizione, il Cimitero delle Monache a Ischia offre un'atmosfera che ricorda quelle antiche pratiche.

Lì, tra le cantarelle scavate nella pietra, le monache meditavano sulla caducità delle cose terrene, immerse nella contemplazione della vita e della morte. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, e dove la polvere dell'uomo ritorna finalmente alla polvere.


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