venerdì 22 agosto 2025

Gli Stati Uniti hanno recuperato veicoli alieni? Le rivelazioni di David Grusch scuotono il Pentagono

 

Il dibattito sugli UFO, o come oggi vengono definiti ufficialmente, i fenomeni aerei non identificati (UAP), è tornato al centro della scena politica e mediatica americana. A riaccendere i riflettori è stato David Grusch, ex funzionario dell’intelligence statunitense, che ha dichiarato pubblicamente che il governo degli Stati Uniti avrebbe recuperato veicoli spaziali di origine non umana, con tanto di occupanti.

Le affermazioni, rese note attraverso un’inchiesta pubblicata dal sito The Debrief e firmata dai giornalisti Leslie Kean e Ralph Blumenthal, hanno suscitato clamore internazionale. Non si tratta di due firme qualsiasi: nel 2017, sempre loro avevano rivelato sul New York Times l’esistenza di un programma segreto del Pentagono da 22 milioni di dollari dedicato allo studio degli UFO.

Grusch è un veterano della National Geospatial-Intelligence Agency e del National Reconnaissance Office, con esperienza diretta nella task force del governo sugli UAP. Secondo le sue dichiarazioni, i materiali recuperati da incidenti sarebbero “di origine esotica”, riconducibili a intelligenze non umane, sulla base di analisi scientifiche delle morfologie, delle strutture atomiche e delle firme radiologiche.

Le sue affermazioni sono state sostenute da un altro insider, Jonathan Gray, analista del National Air and Space Intelligence Center, il quale ha affermato: “Il fenomeno dell’intelligenza non umana è reale. Non siamo soli. I recuperi di questo tipo non sono limitati agli Stati Uniti”.

Un dettaglio cruciale ha contribuito a dare risonanza al caso. Grusch avrebbe seguito i protocolli ufficiali del Dipartimento della Difesa prima di rendere pubbliche le sue dichiarazioni. Le informazioni che intendeva diffondere sono state infatti revisionate e autorizzate dal Defense Office for Prepublication and Security Review, che ha dato il via libera alla pubblicazione ad aprile 2023.

Eppure, l’ufficio del Pentagono creato per indagare sugli UAP, l’All-domain Anomaly Resolution Office (AARO), ha frenato: “Non esistono prove verificabili che dimostrino l’esistenza di programmi di possesso o di reverse engineering di tecnologie extraterrestri”.

Queste dichiarazioni hanno riaperto il dibattito su casi storici come il celebre incidente di Roswell del 1947, ancora oggi al centro di speculazioni. Non è la prima volta che funzionari o militari parlano di recuperi straordinari: nella storia dell’ufologia, affermazioni di questo tipo si sono susseguite, generando grande attenzione mediatica per poi dissolversi nell’ombra della mancanza di prove concrete.

Alcuni esperti ipotizzano che queste nuove rivelazioni possano far parte di una strategia politica per convincere l’opinione pubblica e il Congresso che il fenomeno merita maggiore attenzione, o addirittura ulteriori finanziamenti.

Il fatto che a firmare l’inchiesta siano Kean e Blumenthal, due giornalisti considerati seri e rispettati nell’ambito UFO, conferisce peso alle dichiarazioni. Non meno rilevante è l’appoggio di Christopher Mellon, ex Vice Assistente Segretario alla Difesa per l’Intelligence, che ha chiesto maggiore trasparenza con un articolo pubblicato su Politico.

La vicenda non rimarrà confinata alle pagine dei giornali. James Comer, presidente della House Oversight Committee, ha annunciato che terrà un’udienza sugli UFO in risposta alle accuse di Grusch, aprendo di fatto la strada a un possibile confronto diretto tra istituzioni e testimoni.

La domanda rimane: siamo davvero di fronte alla prova che gli Stati Uniti abbiano recuperato tecnologie non umane? Oppure si tratta dell’ennesimo caso di dichiarazioni clamorose destinate a svanire senza conferme?

Il fatto che le affermazioni siano state autorizzate dal Pentagono per la pubblicazione pubblica genera un paradosso. Se fossero vere, dovrebbero essere classificate e dunque coperte da segreto; se fossero false, perché concederne la diffusione?

In attesa di ulteriori indagini e delle udienze congressuali, resta la sensazione che una parte della verità rimanga sepolta tra i comparti della burocrazia americana, frammentata tra agenzie di intelligence, Dipartimento della Difesa e organismi di ricerca ufficiali.

Le dichiarazioni di David Grusch hanno riaperto una questione che accompagna la storia americana e mondiale da decenni: siamo soli nell’universo o il governo degli Stati Uniti ha prove che non vuole rivelare?

Per ora, la certezza è una sola: la vicenda ha riacceso l’interesse del Congresso, dei media e del pubblico. Nei prossimi mesi potremmo assistere a nuove rivelazioni o, come spesso accaduto, a un nulla di fatto. In ogni caso, il tema degli UFO/UAP si conferma uno dei dossier più intriganti e controversi del nostro tempo.




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