Quando si parla di misteri dell’umanità, i nomi più celebri vengono evocati quasi automaticamente: Atlantide, l’Arca dell’Alleanza, il triangolo delle Bermuda, le piramidi d’Egitto. Ma negli ultimi anni, un caso meno noto ha acceso un fuoco di ipotesi che intreccia archeologia, religione, fisica teorica e cronaca nera. Tutto parte da Tarso, in Turchia, città che affonda le radici nella storia antica e che, secondo alcune leggende, avrebbe custodito segreti di portata mondiale.
Il racconto sembra uscito da un romanzo esoterico, eppure affonda le radici in episodi documentati: scavi clandestini, morti sospette, indagini insabbiate e voci sempre più insistenti sull’esistenza di una “porta dimensionale”.
Nel 2012, un gruppo di scavatori abusivi avviò ricerche in una casa affittata a Tarso. L’agente di polizia Mithat E., infiltrato per monitorare l’operazione, fu misteriosamente ucciso. Pochi giorni prima aveva consegnato un CD alla moglie, avvertendola di custodirlo se gli fosse accaduto qualcosa. Dopo la sua morte, la casa fu perquisita e le prove sparirono. L’indagine venne archiviata come riservata.
La vicenda rimase sepolta fino al 2016, quando la vedova scrisse al presidente turco chiedendo verità e giustizia. Una nuova squadra di investigatori, protetta da forze speciali, riprese gli scavi e li portò avanti per oltre un anno. Nel 2017 la versione ufficiale parlò di “nessun risultato concreto”. Ma da quel momento, le speculazioni si moltiplicarono.
Secondo il ricercatore Haluk Özdil, il mistero risalirebbe a dodici anni prima. Allora, un gruppo di operai entrò nei tunnel sotterranei della casa per scavare. Non ne uscì mai più. Nessun cadavere, nessuna traccia di violenza: semplicemente spariti.
Da qui prende forma la leggenda della “pietra opaca”, descritta come un sigillo che cela un varco verso un’altra dimensione. Una sorta di Stargate terrestre, capace di permettere il passaggio non solo agli uomini, ma anche a entità di altri piani di esistenza.
Gli archeologi che hanno parlato sotto anonimato raccontano di frequenze sconosciute che risuonavano nelle orecchie durante le esplorazioni, e di due misteriose “guardie nere talismaniche” poste a difesa dell’ingresso.
L’elenco delle teorie su ciò che potrebbe trovarsi sotto quella casa è impressionante:
La tomba di Mosè
Resti di un antico incidente UFO
Un dispositivo extraterrestre
Quest’ultima ipotesi scuote profondamente la sensibilità religiosa. Alcuni credono che un simile manoscritto possa mettere in discussione dogmi del cristianesimo, spiegando perché nel corso dei secoli figure legate al Vangelo di Barnaba siano morte in circostanze oscure.
Il caso di Tarso si intreccia con ricerche molto più concrete. Il fisico Jack Scudder, finanziato dalla NASA, ha ipotizzato l’esistenza di portali magnetici che collegano la Terra al Sole, invisibili ma reali. Questi varchi, aperti e chiusi più volte al giorno, non sarebbero stabili né sempre nello stesso luogo.
Se tali fenomeni esistono davvero, l’idea di un portale energetico in un punto specifico del pianeta non sarebbe del tutto campata in aria.
Tra segreti di Stato, reperti sacri, fisica quantistica e leggende popolari, il caso di Tarso resta un enigma. L’assenza di prove tangibili non ha spento le ipotesi, anzi le ha alimentate. Per alcuni è solo l’ennesima teoria del complotto; per altri, la prova che la Terra custodisce segreti ben più antichi e potenti di quanto siamo disposti ad ammettere.
Un fatto rimane certo: uomini sono morti, prove sono scomparse e scavi sono stati condotti in segreto. Il resto appartiene a quel territorio ambiguo dove storia, fede e mito si intrecciano senza più confini netti.
Forse il più grande mistero di tutti i tempi non è tanto cosa si nasconda a Tarso, ma perché – dopo secoli di civiltà – continuiamo a trovarci di fronte a domande senza risposta.
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