martedì 27 settembre 2022

L’Aldilà Secondo Le Grandi Religioni: Una Panoramica dei Concetti di Vita Dopo la Morte

 


Le grandi religioni del mondo offrono una varietà di interpretazioni e credenze riguardo l’aldilà, ognuna con le proprie visioni di ciò che accade dopo la morte. Questi concetti variano notevolmente tra le diverse tradizioni religiose, influenzando profondamente la cultura, i valori e le pratiche spirituali dei loro seguaci. Esploriamo come le principali religioni del mondo concepiscono l'aldilà.


Cristianesimo

Nel Cristianesimo, l'aldilà è strettamente legato al giudizio divino e alla resurrezione. I cristiani credono che dopo la morte, le anime siano giudicate da Dio. Coloro che hanno vissuto una vita di fede e buone azioni entrano in Paradiso, un luogo di eterna felicità e comunione con Dio. Al contrario, coloro che hanno rifiutato Dio e vissuto nel peccato sono destinati all'Inferno, un luogo di punizione e sofferenza eterna. Alcune tradizioni cristiane, come il Cattolicesimo, credono anche nel Purgatorio, uno stato temporaneo di purificazione per le anime non ancora pronte per il Paradiso.


Islam

L'Islam insegna che dopo la morte, le anime attendono il Giorno del Giudizio, quando Allah deciderà il loro destino eterno. I musulmani credono che le anime dei defunti attendano nel Barzakh, una sorta di barriera o fase intermedia tra la vita terrena e l'aldilà finale. Nel Giorno del Giudizio, le azioni di ciascun individuo saranno pesate su una bilancia. I giusti entreranno in Paradiso (Jannah), un luogo di delizie e beatitudine eterna, mentre i malvagi saranno inviati all'Inferno (Jahannam), un luogo di tormento eterno. La misericordia di Allah gioca un ruolo centrale, e la fede in Allah e nel Profeta Maometto è fondamentale per la salvezza.


Ebraismo

Le credenze ebraiche sull'aldilà sono meno definite e variano tra le diverse correnti del giudaismo. La Torah, il testo sacro ebraico, non offre dettagli espliciti sull'aldilà, concentrandosi piuttosto sulla vita terrena e sull'osservanza delle leggi di Dio. Tuttavia, alcune tradizioni rabbiniche parlano del Olam Ha-Ba (il Mondo a Venire), un luogo di ricompensa per i giusti. Esiste anche il concetto di Sheol, un luogo oscuro dove le anime vanno dopo la morte. Nel giudaismo, la resurrezione dei morti è un tema che appare in alcuni testi, indicando una possibile vita futura per i giusti.


Induismo

L'Induismo crede nel ciclo di reincarnazione (samsara), in cui l'anima rinasce in una nuova forma dopo la morte. Questo ciclo continua fino a quando l'anima raggiunge la liberazione (moksha), liberandosi del ciclo di nascita, morte e rinascita. La qualità della nuova vita è determinata dal karma, le azioni compiute nelle vite precedenti. I testi sacri induisti, come i Veda e le Upanishad, descrivono vari regni dell'aldilà, dove le anime possono risiedere temporaneamente prima di rinascere.


Buddismo

Simile all'Induismo, il Buddismo insegna il concetto di samsara e la rinascita. Tuttavia, il Buddismo si concentra sul superamento della sofferenza attraverso l'illuminazione (nirvana). Dopo la morte, le anime rinascono in un nuovo corpo in base al loro karma. Il Nirvana rappresenta la fine del ciclo di rinascite e la liberazione dalla sofferenza e dall'attaccamento. I Buddisti credono anche in vari regni di esistenza, inclusi regni celesti e infernali, dove le anime possono sperimentare gioia o dolore in base al loro karma accumulato.


Le visioni dell'aldilà nelle grandi religioni del mondo riflettono profonde differenze filosofiche e teologiche, influenzando il modo in cui i fedeli vivono la loro vita terrena e la loro spiritualità. Queste credenze sull'aldilà non solo forniscono consolazione e speranza, ma anche un framework etico e morale che guida i comportamenti e le pratiche religiose. Ogni religione, con la sua unica interpretazione dell'aldilà, contribuisce a una comprensione più ampia e diversificata del significato della vita e della morte.







lunedì 26 settembre 2022

Ma Che Cos’è Il Satanismo Spirituale?

 


Il Satanismo Spirituale è una corrente religiosa che si concentra sulla venerazione di Satana come figura spirituale e simbolo di libertà personale, indipendenza e auto-determinazione. Questa forma di Satanismo non è monolitica, e le sue credenze e pratiche possono variare ampiamente tra i diversi gruppi e individui. Tuttavia, ci sono alcuni principi comuni che caratterizzano il Satanismo Spirituale e lo distinguono dalle altre forme di Satanismo e dalle religioni tradizionali.

Il Satanismo, come movimento organizzato, è emerso principalmente nella seconda metà del XX secolo, con figure chiave come Anton LaVey che fondò la Chiesa di Satana nel 1966. Tuttavia, il Satanismo Spirituale si differenzia dal Satanismo LaVeyano per la sua enfasi su Satana come entità reale e divina piuttosto che come simbolo archetipico.

Le radici del Satanismo Spirituale possono essere rintracciate in vari movimenti esoterici e occultisti che hanno preceduto il XX secolo, tra cui il Romanticismo, che spesso celebrava l'individualismo e la ribellione contro le convenzioni sociali e religiose. Personaggi come Aleister Crowley, con la sua filosofia del Thelema, hanno anche influenzato profondamente molte delle idee che sarebbero poi state integrate nel Satanismo Spirituale.

Uno dei principi fondamentali del Satanismo Spirituale è la venerazione di Satana come un'entità reale. I seguaci vedono Satana non come il male assoluto, ma come un simbolo di illuminazione, conoscenza, e potere personale. Per loro, Satana rappresenta la ribellione contro l'autorità oppressiva e la ricerca della verità attraverso l'esplorazione personale e spirituale.

I praticanti del Satanismo Spirituale spesso si impegnano in rituali e meditazioni che cercano di connetterli con Satana e altre entità demoniache. Questi rituali possono variare notevolmente in termini di complessità e significato, ma spesso includono elementi come la recitazione di incantesimi, la meditazione, e l'uso di simboli satanici.

Molti satanisti spirituali credono anche nella magia, sia cerimoniale che pratica, e la utilizzano come strumento per raggiungere i propri obiettivi personali e spirituali. La magia, in questo contesto, è vista come una forma di manipolazione delle energie naturali e spirituali per influenzare il mondo esterno e quello interno del praticante.

Contrariamente a molte credenze popolari, il Satanismo Spirituale non promuove necessariamente comportamenti antisociali o immorali. Molti seguaci aderiscono a un codice etico che valorizza l'onestà, l'integrità, e il rispetto per la libertà altrui. La differenza principale rispetto ad altre religioni è l'enfasi sull'auto-determinazione e la responsabilità personale, piuttosto che sull'adesione a un sistema di credenze imposto dall'alto.

I satanisti spirituali vedono la moralità come qualcosa di soggettivo e personale, piuttosto che assoluto e universale. Credono che ogni individuo abbia il diritto di determinare il proprio percorso morale basato sulla propria comprensione e esperienza del mondo.

Il Satanismo Spirituale è spesso frainteso e stigmatizzato a causa della sua associazione con Satana, una figura comunemente percepita come malvagia nella tradizione giudaico-cristiana. Tuttavia, molti di questi miti sono basati su incomprensioni e paure infondate. Il Satanismo Spirituale non promuove la violenza, il sacrificio umano, o altre pratiche dannose. Al contrario, si concentra sulla crescita personale, la conoscenza, e la liberazione spirituale.

Il Satanismo Spirituale è una religione complessa e diversificata che sfida le nozioni tradizionali di spiritualità e moralità. Sebbene possa sembrare controverso e provocatorio, per i suoi seguaci offre un percorso di auto-scoperta, empowerment e connessione con forze spirituali che ritengono liberatorie e illuminanti.

domenica 25 settembre 2022

Quale funzione avevano le "VRIL Damen" durante il periodo nazista?

VRIL DAMEN: belle, bionde e pericolose



Per parlarvi di Maria, e delle altre bellissime e potenti signore del Vril, bisogna che faccia un passo indietro. Per prima cosa questa storia ha un filo conduttore… i capelli. Da sempre essi rappresentano la Forza, come nella storia biblica di Sansone. In alcune tradizioni esoteriche, si ritiene che essi siano in realtà delle antenne indispensabili per percepire e canalizzare le energie sottili. E di queste energie, e della fonte da cui scaturiscono, sembra che fossero alla ricerca febbrile Hitler e i suoi sostenitori. Tutti sanno che, oltre al Nazismo “politico” veniva coltivato, in cerchie più ristrette e selezionate, un Nazismo di tipo “esoterico”, la cui importanza, per Hitler era assolutamente prioritaria. Ecco quindi fiorire, all’ombra della svastica, una Società segreta, strutturata ed organizzata, la Thule Gesellschaft, dei cui riti si è ampiamente parlato. Quello che non tutti sanno, è che i membri della Thule si avvalevano della collaborazione di alcune Medium, facenti parte del segretissimo Ordo Templis Secretum, dove operavano ritualmente le Dame del Vril.




Occorre dire che, la filosofia che sottende l’operato di queste medium, attinge a piene mani dagli scritti di Sir Edward Bulwer- Lytton, scrittore inglese della prima metà dell’800, il quale nel suo romanzo “The coming race”, descriveva una razza di superuomini che popolavano un mondo sotterraneo, esseri alati di incredibile potenza, i quali dovevano i loro straordinari poteri ad un’energia inesauribile e invincibile, denominata appunto Vril. Il termine Vril, deriverebbe dall’accadico Vri – il, cioè “simili gli dei”. Dunque le nostre Signore del Vril, si basano su una filosofia che auspica la venuta di una “razza nuova”, di uomini superiori dal lignaggio puro e dai poteri sovrannaturali. Di queste Dame si sa che erano avvenenti tanto quanto erano sfuggenti e misteriose. Esistono poche immagini e tutte raffigurano donne di straordinaria bellezza, tutte con meravigliosi, lunghissimi capelli, tutte con severi nomi nordici: Traute, Sigrun, Gudrun, Heike.

L’esponente più potente e guida indiscussa delle Dame del Vril, era dunque Maria Orsitsch. Di madre viennese e padre croato, alto funzionario ministeriale dell’impero austroungarico, Maria viene contattata a Zagabria da Von Sebottendorf, fondatore della Thule, informato da alcuni suoi collaboratori delle doti straordinarie della donna. L’incontro tra i due fu folgorante e diede inizio ad una strettissima collaborazione. La medium dai lunghi capelli durante le sue sedute di canalizzazione profonda, parlò del nuovo Sargon, un nuovo “messia”, in grado di restituire alla razza atlantidea il suo antico splendore. Nemmeno a dirlo, l’essere designato era Adolf Hitler. Maria pare ricevette messaggi e disegni da parte degli Alieni Ariani di Alpha Tauri, nel sistema binario di di Aldebaran. Questi alieni, secondo i “contatti” della medium, avrebbero stabilito un impero intergalattico, guidato dal Sargon I, ed alcuni di loro, i più evoluti e puri, gli alieni ariani, in seguito ad una degenerazione del loro pianeta natale, sarebbero partiti alla volta di nuovi pianeti allo scopo di colonizzarli. Il particolare singolare ed inquietante dei resoconti della Orsitsch, è che i presunti Alieni Ariani parlano di Aldebaran come di una stella doppia. Solo nel 1997, si scoprirà che Aldebaran è un sistema binario. La stella ha infatti una compagna, una nana bruna.
Pare che le canalizzazioni di Maria Orsitsch e delle sue Dame, portarono ad uno sviluppo della tecnologia militare nazista e contribuirono significativamente alla creazione delle “macchine” naziste sulla base delle rivelazioni extraterrestri.



Il punto è che queste donne, qualche potere straordinario lo possedevano senza ombra di dubbio. Un potere sottile e invincibile. Eppure così delicato e sfuggente. Nell’ombra, eppure venerate come dee. Lontane dai riflettori, eppure ben salde alla regia. Il primo reale potere che sicuramente esercitavano, era costituito dalla profonda intuizione femminile, della grazia e del fascino. Il fascino di lunghi capelli biondi….

Due sono le riflessioni che scaturiscono da questo breve e incompleto racconto.

La prima riguarda la capacità sottile e caparbia delle donne, di conquistare potere e prestigio in modo del tutto segreto e defilato. Senza apparire, anzi, nascondendosi piuttosto, riescono a manovrare uomini ignari e disarmati, vinti dal giogo dolce del loro fascino.

Il balenare di una ciocca bionda sul collo di Maria, e le priorità si sovvertono, il modo si confonde… gli Alieni parlano… e gli ufficiali nazisti, che conquistano nazione dopo nazione, sono pronti a credere a tutto, persino di aver preso decisioni autonome…

La seconda riflessione deriva dalla prima. Se una donna può fare questo, cosa può fare una donna con una coscienza evoluta? Se questo potere fosse utilizzato per scopi elevati, per comunicare, ad esempio con mondi i cui abitanti non conquistano l’universo attraverso macchine da guerra, ma promuovono la crescita personale attraverso il risveglio della coscienza? Se una donna usasse la comprensione e la dolcezza non per manipolare, ma per accogliere, perdonare, comprendere? Se usasse la sua naturale medianicità per sviluppare quelle speciali facoltà che hanno a che fare con l’Essenza?

Forse davvero in quel caso le donne governerebbero il Vril e saprebbero esserne davvero le vestali.

Piccolo pensiero a lato…..

Mentre svolgevo le mie ricerche per questo piccolo articolo, mi sono soffermata a riflettere su un particolare, banale forse, ma evidente …il biondo dei capelli. Come se questo colore sottintendesse una qualche superiorità di rango, un sigillo di nobiltà. Forse perché relativamente raro, chi lo sa, ma se dobbiamo pensare ad una principessa, ad una fata…… Cenerentola, Aurora, Rapunzel…. Gli angeli biondi, Gli Alieni Ariani di Aldebaran….I Nordici della tradizione ufologica… e così mi sono imbattuta in una storia davvero surreale…. Ma di questo, può darsi, vi parlerò la prossima volta… appena avrò scoperto di chi è il lungo, lunghissimo capello biondo, che ho trovato sul sedile della mia auto…

Altrimenti… fidatevi.



Provare, per credere!


sabato 24 settembre 2022

6 dati reali su Aladino che (forse) non conosci .

La versione originale del racconto orientale è molto diversa dalla fiaba che è giunta fino a noi grazie al cinema e alla letteratura moderna.

La storia di Aladino e la lampada meravigliosa è senza dubbio uno dei racconti più noti della letteratura orientale. Ma il cartone animato della Disney — che risale al 1992 — e i remake con attori in carne ed ossa hanno contribuito ad intorbidire i dettagli della narrazione originale, modificando la storia fino a trasformarla in un racconto sostanzialmente diverso da quello che giunse in Europa nel XVIII secolo. Vi riportiamo alcuni dettagli dell’opera originale sconosciuti ai più.


La storia fa parte di 'Le mille e una notte'

Aladino e la lampada meravigliosa forma parte di Le mille e una notte, una famosa antologia medievale in lingua araba di racconti tradizionali, raccolti e scritti a partire dal IX secolo. Il titolo all’inizio voleva indicare che si trattava di un gran numero di storie che avevano come filo conduttore il racconto di Sherazade, la sposa del sultano che lascia la narrazione incompleta all’alba per riprenderla al tramonto e avere così salva la vita. Nel corso dei secoli però sono stati aggiunti altri racconti fino a raggiungere il numero indicato nel titolo. La provenienza geografica di queste storie è molto ampia e comprende tradizioni orali di India e Cina, fino all’Egitto e alla Turchia. La prima versione europea, del francese Antoine Galland, risale al XVIII secolo e si basa su una traduzione di un manoscritto sirio composto da quattro volumi. Fu un successo letterario immenso e registrò un altissimo numero di vendite.



Aladino è un’aggiunta recente

I racconti di Le mille e una notte furono aggiunti in modo disordinato alla raccolta araba tra il IX e il XVI secolo. Il numero e i titoli integrati in ciascuna versione variano notevolmente a seconda della collezione consultata. Ma i racconti più famosi in Occidente, Sinbad il marinaioAlì Babá e i quaranta ladroni, o Aladino e la lampada meravigliosa, sono aggiunte molto più recenti al corpus originale. Aladino, in particolare, non appariva in nessuna versione fino a quella di Galland (nella foto). Sembra che questi fosse venuto a conoscenza della storia grazie ai racconti di un cristiano siriano, che gli narrò questa ed altre quindici fiabe, tra cui quella di Alì Babá, e che il francese decise di includere nell’ultimo volume della sua edizione.



Aladino era cinese

Il racconto classico ha un incipit diverso da quello che conosciamo noi: “In una città tra le città della Cina”, si spiega, viveva un povero sarto. Suo figlio, Aladino, “era un bambino poco istruito e che fin dalla più tenera età dimostrò di possedere un carattere irruento”. Il giovane era uno scavezzacollo e con il suo comportamento e il rifiuto di frequentare la sartoria di famiglia provocò la morte di suo padre, afflitto dal futuro che attendeva il figlio. Imperterrito, Aladino continuava a vagare per le strade e i vicoli del quartiere in compagnia di altri ragazzi della stessa risma.

Nell'immagine, un'illustrazione di Edmund Dulac per il volume The Arabian Nights, pubblicato nel 1938.


Aladino viveva con sua madre

La storia racconta che suo padre, Chin Fu, morì quando il ragazzo era adolescente. Ma Aladino aveva ancora la mamma, che lo amava così tanto da perdonargli i comportamenti più bizzarri. La donna faceva enormi sacrifici e lavorava giorno e notte per guadagnare i pochi soldi che suo figlio spendeva così incoscientemente, ma ad Aladino non mancava mai un buon piatto di cibo. Nonostante il suo carattere, Aladino portava inoltre un nome benedetto, che deriva dall’arabo Allah al-Din: Altezza o Gloria di Allah.

Nell'immagine, acquerello di Arthur Rackham inserito nel suo 'Fairy Book', pubblicato nel 1933.



I geni erano due

E non solo: al contrario di quanto riportano le versioni moderne della fiaba, il ragazzo non aveva limite al numero di desideri che poteva esprimere. Nella storia originale il primo genio è descritto come “simile un uomo nero come il catrame, con una testa come un calderone, una faccia orribile ed enormi occhi rossi fiammeggianti" e viene fuori da un anello. Il secondo è proprio il genio della lampada del titolo, così brutto che la madre di Aladino, non potendo sopportare "un viso repellente e spaventoso come quello, cadde svenuta". E, a scanso di equivoci, nessuno dei due geni aveva la pelle blu.

Illustrazione di H.J. Ford per il libro Aladino e la lampada meravigliosa.


Aladino deve combattere contro tre avversari

La povera Sherazade doveva allungare la storia per non perdere la vita. Quindi è normale che il racconto di Aladino fosse molto lungo: la versione giunta fino a noi è molto semplificata. Nella storia originale però il protagonista affronta tre nemici. Il primo è un mago malvagio che lo convince a cercare una lampada a olio per regalargliela. Ma Aladino decide di tenersela, appropriandosi anche di un anello e, soprattutto, dei geni contenuti da questi due oggetti. Grazie a loro, riesce a sposare la figlia del sultano, avendo la meglio sul figlio del suo secondo avversario, il gran visir. Dopo alcuni anni di felicità coniugale, il suo primo rivale, il mago, fa ritorno per riprendersi la lampada ma finisce vittima dell'ingegno (e dei geni) di Aladino. Infine, il fratello del mago ormai defunto, si reca in Cina per vendicarsi, ma Aladino e i suoi magici servitori hanno di nuovo la meglio. Dopo molte peripezie il futuro sultano e sua moglie possono vivere felici e governare il loro regno con giustizia.


venerdì 23 settembre 2022

I cristiani mangiano carne di maiale, ma nella Bibbia è proibito mangiarla come mai?

Nel Vecchio Testamento è proibita, essendo il maiale uno dei cibi non kosher (non puri) assieme al coniglio, alla lepre, al cavallo, alle aragoste, ecc.

Dato che all'inizio i primi cristiani, a cominciare dagli apostoli e discepoli di Cristo, erano tutti ebrei, queste proibizioni rimasero in vigore per loro.

Si può discutere moltissimo sul perché questi cibi fossero proibiti. Si sono in effetti tirate in ballo motivazioni igieniche (la carne di maiale si deteriora più facilmente nei luoghi molto caldi rispetto alle altre) piuttosto che culturali (gli Egiziani, coi quali gli Ebrei a lungo confinarono, non mangiavano quasi mai il maiale in quanto associato al dio Seth) ma nessuna ha mai soddisfatto pienamente storici e biblisti.

In ogni caso il cambiamento ci fu quando il cristianesimo venne propagato anche a non ebrei. Secondo gli Atti fu Cornelio, un tribuno romano, il primo pagano (ossia che praticava la religione greco-romana) a convertirsi al cristianesimo.

A lui ne seguirono altri. A un certo punto, nella Chiesa primitiva, si sollevò un grosso dibattito: i pagani che si convertivano al cristianesimo, dovevano sottostare anche a tutte le norme relative al cibo e al culto degli Ebrei o no? Dovevano pure circoncidersi?

Ci furono diverse posizioni. Giacomo, "fratello del Signore", che era diventato il capo della comunità di Gerusalemme pensava di sì. Saulo/Paulo, che invece stava convertendo moltissimi pagani, diceva di no: che Gesù portava un nuovo messaggio che liberava dalla Legge Antica e dai suoi vincoli.

Alla fine Simon Pietro trovò una soluzione intermedia: gli Ebrei che si fossero convertiti al cristianesimo avrebbero dovuto continuare a seguire i rituali ebraici (inclusi quelli relativi al cibo), mentre per quelli provenienti dal paganesimo no.

Fu una posizione in verità molto più favorevole a San Paolo, visto che il gran numero di convertiti verrà proprio dal Mondo greco-romano.

Fu quindi grazie a San Paolo che i cristiani possono mangiare anche carne di maiale.




giovedì 22 settembre 2022

Il Natale è basato sulla festa romana dei Saturnalia?

No, i Saturnalia erano celebrati prima del nostro Natale (1-23 dicembre) e si celebrava l'età di Saturno, ossia la mitica età dell'oro. Piú che al Natale era molto simile al Carnevale con grandi banchetti e sacrifici, coi plebei che si travestivano da nobili e gli schiavi che durante questo periodo erano esenti dai loro obblighi comportandosi da uomini liberi. Veniva anche eletto un princeps, un antesignano del re Carnevale dei secoli successivi.



Il Natale si basa sull'antica festa del Sol Invictus e sulla festa celtica di Yule, entrambe festeggiate il 25 dicembre. La prima raggruppava le feste di Apollo, Mitra, Helios e El-Gabal in un'unico giorno ed era una festività solare legata all'antico culto del Sole, in particolare la vittoria della luce sulle tenebre. Si discute se in origine fosse un'antica festa italica o provenisse dall'Oriente, forse dalla Persia.



Yule era un'antica festa germanica e norrena volta a festeggiare il solstizio d'inverno e la rinascita della vita. Di questa festa rimangono nel Natale cristiano le decorazioni in agrifoglio e vischio, piante sacre al dio norreno dell'abbondanza Freyr e l'uso di mangiare carne di maiale.




mercoledì 21 settembre 2022

7 luoghi antichi che alcuni credono di origine aliena

Il fatto che quasi sicuramente gli alieni non c’entrino nulla, non rende questi luoghi meno speciali e misteriosi.



Le nuvole sovrastano le statue monolitiche dell’Isola di Pasqua.

Il nostro pianeta ospita spettacolari resti del passato, opere che sembrano sfidare le competenze tecnologiche della propria epoca perché troppo grandi, troppo pesanti o troppo complesse.

Per questo, c’è chi ipotizza che chi abbia costruito le piramidi egizie, tracciato le linee di Nazca e realizzato altre opere simili, stesse seguendo un manuale di istruzioni extraterrestre. Forse le mani che hanno plasmato questi luoghi davvero non erano di questo mondo?

Certo, può essere divertente chiedersi se gli alieni siano mai arrivati sulla Terra. Dopotutto, noi esseri umani siamo sul punto di arrivare dove non pensavamo fosse possibile, come su Marte ad esempio. Ma la verità è che non abbiamo prove che gli alieni siano stati qui. E andare alla ricerca di una spiegazione soprannaturale per alcune delle imprese umane più imponenti, significa non soffermarsi sui modi meravigliosi in cui le civiltà preistoriche riuscirono a dar vita ad alcune delle opere più grandi ed enigmatiche della Terra.


Sacsayhuamán


L’antica fortezza di Sacsayhuamán, in netto contrasto con la modernità degli edifici di Cuzco.

La fortezza di Sacsayhuamán si trova sulle Ande peruviane, appena fuori l’antica capitale Inca di Cuzco. Costruita con enormi massi di pietra intagliati e incastrati come in un puzzle, secondo alcuni potrebbe essere opera di un’antica civiltà che l’avrebbe realizzata con un piccolo aiuto di amici provenienti dallo spazio.

Le cinte murarie della fortezza, tutte collegate tra loro, risalgono a un migliaio di anni fa e sono state realizzate con massi che potevano pesare fino a 360 tonnellate l’uno e che dovevano essere trasportati per oltre 30 chilometri prima di essere sollevati e collocati con una precisione millimetrica.

Come abbia potuto una civiltà antica compiere una tale impresa di ingegneria è un mistero. A quanto pare gli Inca non erano solo degli esperti nell’osservazione del cielo e nella progettazione di calendari, ma anche nella costruzione di case e di complessi fortificati. Tanto è vero che Sacsayhuamán non è l’unico esempio di questa edilizia complessa: strutture murarie simili si trovano in tutto l’Impero Inca. A Cuzco, ad esempio, c’è un muro in cui una pietra con 12 angoli è stata perfettamente incastrata tra le altre.

Recentemente, gli archeologi hanno scoperto tracce del sistema di carrucole che gli Inca usavano per trasportare le pietre dalle cave alle città, un metodo che faceva sicuramente più affidamento su forza e ingegno che su fantomatici architetti alieni.


Le linee di Nazca


Un aeroplano sorvola un antico geoglifo raffigurante un ragno nel deserto peruviano.

Nel deserto peruviano, su un arido altopiano a circa 320 chilometri a sud-est di Lima, sono state tracciate oltre 800 linee lunghe, bianche e diritte apparentemente senza una logica. Ma proprio con l’unione di queste linee si ottengono 300 figure geometriche e 70 disegni di animali, tra cui un ragno, una scimmia e un colibrì.

La linea più lunga si estende per chilometri, dritta come una freccia. Le figure più grandi arrivano a misurare quasi 370 metri e sono ben visibili dall’alto. Gli scienziati ipotizzano che i disegni di Nazca risalgano a circa 2000 anni fa, e per via di dimensioni, visibilità dall’alto e, soprattutto, per via della loro natura misteriosa, vengono spesso citati come uno dei migliori esempi di reperti alieni sulla Terra. Se così non fosse, come avrebbe fatto una civiltà antica a realizzare disegni di tali dimensioni in mezzo al deserto senza essere in grado di volare? E perché?

In realtà, capire come siano stati fatti è abbastanza semplice. I geoglifi, questo è il nome dei misteriosi disegni, vennero realizzati asportando dal terreno lo strato superficiale di ciottoli color ruggine, dando così risalto alla sabbia bianca al di sotto.

Comprenderne il motivo, invece, è un po’ più complicato. Quando furono condotti i primi studi agli inizi del 1900, si pensò che i disegni fossero allineati alle costellazioni o ai solstizi. Tuttavia, studi più recenti ipotizzano che le linee di Nazca indichino i luoghi in cui avvenivano i rituali legati alla fertilità e al culto dell’acqua. Inoltre, le figure non sono visibili solo dal cielo, ma anche dalla cima delle colline circostanti. Una visione a portata di umano.


Le piramidi egizie


Il sole tramonta sulla necropoli di Giza alla periferia del Cairo, in Egitto.

Nel deserto appena fuori dal Cairo, a Giza, più di 4500 anni fa vennero costruite le piramidi più famose d’Egitto. Tombe monumentali, luoghi di sepoltura di faraoni e regine egizie: le Piramidi di Giza.

Ma come fecero gli antichi Egizi a realizzare queste opere mastodontiche? La Grande Piramide è fatta di milioni di blocchi di pietra che pesano due tonnellate ciascuno. Persino con le attrezzature moderne costruire una piramide grande come quella del faraone Cheope sarebbe una sfida immensa.

Ci sarebbe poi la configurazione astronomica delle piramidi, che alcuni dicono essere allineate con le stelle che formano la Cintura di Orione. Inoltre, i sostenitori della teoria aliena sottolineano come queste tre piramidi si siano conservate meglio di altre costruite secoli dopo (senza però considerare tutto il lavoro svolto negli ultimi secoli per preservarle).

Quindi le piramidi egizie sarebbero opera degli alieni? Se è vero che gli scienziati non siano del tutto sicuri di come gli antichi Egizi le abbiano costruite — e soprattutto di come siano riusciti a farlo così in fretta — ci sono prove concrete del fatto che queste tombe siano il risultato del lavoro di migliaia di “mani umane”.


Stonehenge


Il cielo di Stonehenge striato di rosa e viola all’alba.

Un enorme cerchio di pietre, alcune del peso di circa 50 tonnellate, si erge nella campagna inglese alla periferia di Salisbury. Conosciuto come stonehenge, il monumento neolitico spinse lo scrittore svizzero Erich von Däniken a teorizzare un modello del sistema solare usato persino come area di atterraggio dagli alieni. Dopotutto, come avrebbero fatto degli enormi massi di pietra a finire a centinaia di chilometri di distanza dalla loro cava di origine?

Nessuno sa interpretare con esattezza il motivo per cui fu realizzato. Tuttavia, come per tutti gli altri siti archeologici di questo tipo, la spiegazione di Stonehenge non è negli alieni. Gli scienziati hanno infatti dimostrato che è del tutto possibile realizzare una struttura simile sfruttando tecnologie di circa 5000 anni fa, l’epoca a cui risalgono le prime costruzioni in quest’area.

E a quanto pare, i massi di pietra sarebbero allineati con i solstizi e le eclissi: anche se non venivano dallo spazio, i costruttori di Stonehenge avevano grande considerazione dell’argomento.


Teotihuacán


La Piramide del Sole di Teotihuacán si staglia contro il cielo cobalto di Città del Messico.

Teotihuacán, che significa “città degli dei”, è una grande e antica città del Messico famosa per i suoi templi piramidali e allineamenti astronomici. Costruita più di 2000 anni fa, Teotihuacán potrebbe sembrare una città ultraterrena per antichità, complessità e dimensioni. In realtà è solo il risultato del lavoro dell’uomo.

Gli scienziati ipotizzano che questa città, che poteva accogliere oltre 100.000 persone, fu costruita nel corso dei secoli da un “mix di civiltà”, tra cui i Maya, gli Zapotechi e i Mixtechi. Per i suoi murales, gli strumenti, i sistemi di trasporto e le testimonianze di pratiche agricole all’avanguardia, Teotihuacán viene spesso considerata molto più tecnologicamente sviluppata di quanto fosse possibile nel Messico pre-azteco.

L’edificio più famoso di Teotihuacán è la massiccia Piramide del Sole. Una delle costruzioni più grandi nel suo genere nell’emisfero occidentale, la struttura ha un orientamento curioso probabilmente basato sui cicli del calendario.


L’Isola di Pasqua


I moai si stagliano sulle colline erbose dell’Isola di Pasqua, un territorio cileno nel sud-est del Pacifico.

Il mistero che circonda i moai, le grandi statue monolitiche dell’Isola di Pasqua, è simile agli altri appena descritti: come riuscirono i Rapa Nui a realizzare queste opere più di 1000 anni fa, e come arrivarono i moai sull'Isola di Pasqua?

Ricavate dalla pietra, le quasi 900 figure umane sono sparse intorno all’isola ai fianchi dei vulcani spenti. Hanno un’altezza media di 4 metri, un peso di 14 tonnellate e sembra siano state intagliate nel morbido tufo vulcanico della cava di Rano Raraku. Qui si trovano ancora più di 400 statue, alcune non ultimate e altre pronte per essere trasportate nel luogo scelto per ospitarle.

Perché siano stati realizzati i moai è un mistero, anche se è probabile che i motivi siano di origine religiosa o rituale. Non è neanche del tutto chiaro cosa sia accaduto ai tagliapietre di Rapa Nui: secondo la teoria più accreditata, la loro civiltà sarebbe stata spazzata via da un disastro naturale causato proprio da loro stessi… cosa che probabilmente non sarebbe accaduta se gli antichi alieni avessero donato la loro infinita saggezza a quella civiltà.


Il Volto su Marte


La sonda spaziale Viking 1 della NASA ha scattato questa fotografia di Marte nel 1976. Il gioco d’ombre sulla formazione rocciosa crea l’illusione della presenza di un volto umano.

Avvistato dalla sonda spaziale Viking 1 nel 1976, il cosiddetto “Volto su Marte” è lungo approssimativamente 3 chilometri e si trova in una regione chiamata Cydonia, che separa le pianure levigate del nord del pianeta dal terreno disseminato di crateri nel sud. Se a quei tempi gli scienziati accantonarono la questione del volto come un semplice gioco d’ombre, nei decenni successivi diventò l’esempio preferito tra chi sostiene che alcuni alieni particolarmente creativi abbiano visitato il sistema solare.

Nel 2006, L'ESA (Agenzia Spaziale Europea) grazie alle spattacolari immagini ottenute con la sonda Mars Express, ha confermato quanto emerso dalle precedenti analisi: quello che sembrava essere un volto impresso nella superficie marziana, non è altro che un gioco di luci e ombre dovuto alla particolare prospettiva di ripresa della Viking 1.

Questo però non significa che non sarebbe bello poterci fare un salto per andare a vederlo.


 
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