Abū al‐Ṣalt Umayya ibn ʿAbd
al‐ʿAzīz ibn Abī al‐Ṣalt al‐Dānī al‐Andalusī
(Dénia, 1068 – Béjaïa, 1134) è stato un uomo universale
arabo-andaluso le cui opere astronomiche vennero studiate nei secoli
successivi sia in Europa che nel mondo islamico. Fu anche un medico e
insegnante di alchimia. Scrisse trattati di medicina, filosofia,
musica e storia. Divenne noto in Europa attraverso le traduzioni
delle sue opere realizzate nella penisola Iberica e nel sud della
Francia. Gli è anche attribuita l'introduzione musica arabo-andalusa
a Tunisi, che poi portò allo sviluppo del genere musicale tunisino
detto maʾlūf.
Biografia
Abū al‐Ṣalt nacque a Denia, in
al-Andalus (Spagna islamica). Dopo la morte del padre, quando era un
ancora un bambino, Abū al‐Ṣalt divenne allievo di al-Waqqashi di
Toledo (1017-1095), un collega di al-Zarqali. Dopo aver completato la
sua formazione matematica a Siviglia, a causa dei continui conflitti
durante la Reconquista, Abū al‐Ṣalt partì con la famiglia per
Alessandria e poi, nel 1096, raggiunse Il Cairo.
Al Cairo entrò al servizio del fatimide al-Mustanṣir bi-llāh e del visir al-Afḍal Shāhanshāh. Operò nella corte fatimide fino al 1108, quando, secondo Ibn Abi Usaybi'a, fallì il suo tentativo di recuperare un grande feluca carica di rame che si era capovolta nel Nilo. Abū al‐Ṣalt aveva costruito un attrezzo meccanico per recuperare l'imbarcazione, ed era vicino al successo quando la macchina di corde di seta si spezzò. Il visir al-Afḍal ordinò l'arresto di Abū al‐Ṣalt, che fu imprigionato per più di tre anni, venendo rilasciato nel 1112.
Al Cairo entrò al servizio del fatimide al-Mustanṣir bi-llāh e del visir al-Afḍal Shāhanshāh. Operò nella corte fatimide fino al 1108, quando, secondo Ibn Abi Usaybi'a, fallì il suo tentativo di recuperare un grande feluca carica di rame che si era capovolta nel Nilo. Abū al‐Ṣalt aveva costruito un attrezzo meccanico per recuperare l'imbarcazione, ed era vicino al successo quando la macchina di corde di seta si spezzò. Il visir al-Afḍal ordinò l'arresto di Abū al‐Ṣalt, che fu imprigionato per più di tre anni, venendo rilasciato nel 1112.
Abū al‐Ṣalt poi lasciò l'Egitto,
raggiungendo Qayrawan, nell'attuale Tunisia, dove entrò al servizio
degli Ziridi d'Ifriqiya. Visitò occasionalmente Palermo, lavorando
alla corte di Ruggero I di Sicilia come medico.
Morì a Bijāia, nell'attuale Algeria,
nel 1134.
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