Ci sono un sacco di motivi per cui tutti noi dovremmo credere all’allunaggio.
Innanzitutto non basta il fatto che avrebbero potuto girare il tutto in un set, solo perché si potrebbe fare non vuol dire che l’abbiamo fatto per davvero. Inoltre se avessero girato le scene in set avrebbero dovuto creare un capannone grande chilometri quadrati, avrebbero dovuto acquistare sabbia con la stessa consistenza della regolite lunare, avrebbero dovuto ottenere un solo lampione ultra potente capace di illuminare tutta la zona senza cambiare di intensità o di angolazione.
Inoltre sarebbero serviti registi, addetti all’illuminazione, un team per la preparazione del set, fatture per tutto quanto che non esistono e nessuno ha mai visto.
Delle 150.000 persone che hanno lavorato all’interno della NASA in quel decennio nessuno ha mai parlato di complotto, e sembra strano che fossero tutti pagati per tenere la bocca chiusa, uno almeno per forza avrebbe dovuto parlare.
Altro fattore importantissimo, i radioamatori, ebbene sì. All’epoca c’erano migliaia di radioamatori sintonizzati su quelle stesse frequenze per ascoltare in diretta le comunicazione tra il modulo lunare e Houston.
Alcuni hanno avuto dubbi sulla veridicità della fonte delle comunicazioni, ovvero che sarebbero potute essere tranquillamente voci trasmesse da un satellite orbitante.
L’unico problema è che se tu vuoi ascoltare una comunicazione, e questa comunicazione si trova a 384.000 Km da te, devi essere molto attento a dove punti la tua antenna, perché tutti quelli all’ascolto erano puntati sul mare della tranquillità, esattamente nella zona dove sono allunati Armstrong e Aldrin. Dunque se fosse stato un satellite ad emettere quelle comunicazioni avrebbero dovuto riaggiornare la posizione dell’antenna costantemente.
Altro punto a favore dell’allunaggio, i sovietici.
Durante la corsa allo spazio c’erano tensioni fortissime tra USA e URSS, ogni mossa da parte di una delle 2 fazioni era mirata a danneggiare l’altra, dunque non avrebbero aspettato neanche 24 ore per sbugiardare gli americani.
Inoltre sapevano benissimo che l’apollo 11 fosse lì per davvero, perché in quel esatto momento, in orbita lunare, c’era la sonda sovietica LUNA 15 (quella nella foto qui sopra), e per la prima volta l’unione sovietica fornì alla NASA il piano di volo della sonda, proprio per evitare che LUNA 15 potesse ostacolare in qualche modo la gloriosa missione statunitense.
Qui invece abbiamo il colosso Saturn 5, il vettore più potente mai creato.
Mosse decine di industrie per creare ogni singolo pezzo, tutti quelli che ci lavoravano sapevano cosa stavano costruendo, e sapevano che il modulo lunare era capiente e potente abbastanza per compiere la sua missione.
Quindi sarebbe stato strano se la NASA avesse avuto strumentazioni funzionanti senza utilizzarle.
Tra l’altro il Saturn 5 era visibile anche ad occhio nudo durante le manovre orbitali, per prepararsi al viaggio verso la luna.
Se fosse stato tutto finto come mai l’equipaggio riuscì a tornare con rocce lunari?
Capisco che il dubbio può sorgere velocemente, perché dovremmo fidarci?
Quando la NASA analizzò quelle rocce non se le tenne tutte per sé, bensì le distribuì anche in altri centri di ricerca, persino ai loro nemici, i sovietici.
In più tutti quanti potevano anche avere un riscontro perché rocce lunari erano state rinvenute, già da molto tempo, nel polo sud, a seguito di un impatto lunare risalente a milioni di anni fa.
Grazie all’apollo 11 abbiamo ottenuto un modo per misurare, al millimetro, di quanto la luna si allontana ogni anno, circa 3,8 centimetri.
È stato reso possibile grazie all’applicazione di riflettori posti sulla superficie lunare, e tramite un raggio laser, che parte dalla terra, si può far rimbalzare su queste piastre e far tornare indietro, così facendo si ottiene il tempo impiegato dal laser e di conseguenza anche di quanto si allontana.
Tra l’altro, tramite foto orbitali di orbiter lunari, si possono vedere tutti gli apparecchi lasciati sulla superficie nelle missioni Apollo 11, 12, 14, 15, 16 e 17.
Perdonatemi, se ho scordato qualcosa ma vi assicuro che ci sono altre mille prove che l’essere umano ha per davvero camminato su un altro mondo.
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