L'ankh (☥), conosciuto anche
come chiave della vita e croce ansata, è un antico
simbolo sacro egizio che essenzialmente simboleggia la vita. Gli dèi
sono spesso raffigurati con un ankh in mano, o portato al gomito,
oppure sul petto. In funzione di geroglifico l'ankh, oltre che
significare "vita", assume diverse sfumature, in base al
contesto in cui è inserito, sebbene sempre con caratteri mistici e
religiosi.
Significati
Il significato originale di questo simbolo nella cultura egizia rimane un mistero per gli egittologi, molte e in contrasto sono infatti le teorie che ipotizzano le origini dell'ankh. Molti hanno speculato si tratti di:- una rappresentazione stilizzata del grembo materno;
- il nodo del laccio delle antiche calzature egizie, i sandali egizi. Tra i fautori di questa teoria ricordiamo Alan Gardiner che ha ipotizzato che l'origine dell'ankh sia da ricollegare al laccio delle antiche calzature egizie. Questa interpretazione (la parte circolare circonda la caviglia, il laccio orizzontale si collega alla tomaia e la parte verticale è collegata con la punta della scarpa) può essere interpretata in senso mistico, tenendo presente che la saggezza egizia vedeva la vita come un sentiero da percorrere, ricco di negatività alternate alle positività, che ogni uomo percorre per giungere alla propria meta, alla propria realizzazione, intesa anche dal punto di vista spirituale: si collega al concetto di Andare, portato dalle divinità del pantheon in simbolo di energia eterna, si collega alla circumambulazione del Cerchio nella Magia rituale egizia;
- una stilizzazione dei genitali umani in atto di unione. Tra i fautori di questa teoria ricordiamo Howard Carter che afferma che l'origine dell'ankh sia da ricollegare alla simbolica unione mistica dei due principi, il principio maschile e il principio femminile. Le due parti dell'ankh, la tau sottostante e l'ansa sovrastante, corrispondono infatti ai simboli di due delle divinità più importanti della religione egizia, Iside e Osiride. L'ansa è il simbolo isiaco, probabilmente una stilizzazione dell'utero; la tau, ovvero una croce senza l'estensione superiore del braccio verticale, è invece il simbolo di Osiride, rimandabile al pene;
- una rappresentazione simbolica del sorgere del sole, con il cerchio simboleggiante il Sole che si è appena levato dall'orizzonte rappresentato dalla linea orizzontale. La sezione verticale sotto la linea orizzontale simboleggerebbe il cammino del Sole;
- una rappresentazione dello stesso Egitto: la parte superiore sarebbe il delta del Nilo e il tratto verticale sottostante il Nilo stesso, mentre le due braccia orizzontali raffigurerebbero il deserto libico, ad ovest, e quello arabico, ad est;
Come simbolo dell'unione dei due
principi cosmici sta ad indicare anche l'unione mistica tra il cielo
e la terra, ovvero il contatto tra il mondo divino e il mondo umano,
nonché l'unione dei due principi intesa come generatrice
dell'esistenza. La denominazione chiave della vita, oltre che
un richiamo alla forma del simbolo stesso, sta ad indicare anche il
significato escatologico del simbolo: l'ankh è anche infatti vita
eterna, grazie alla quale l'uomo riesce a superare la morte, per
giungere alla rinascita.
In quanto simbolo della vita e
dell'immortalità, il suo significato è estensibile a quello di
simbolo dell'universo, dato che il cosmo è pura vita, pura esistenza
ed eterno alternarsi di cicli regolatori, oltre che costantemente
generato dall'alternarsi di principi in eterna opposizione.
Nell'Antico Egitto
L'ankh appare di frequente nelle opere
artistiche dell'Antico Egitto. Nelle raffigurazioni divine appare
come caratteristica delle stesse divinità, ad indicare la natura
ultraterrena e l'eterna esistenza di esse. In quanto è la vita il
suo significato principale, abbinato agli dèi ne indica la natura di
forze cosmiche, generatrici dell'universo e dunque della vita. L'ankh
veniva utilizzato in particolare come amuleto, capace di infondere
salute, benessere e fortuna. Spesso alla morte di una persona, che
venisse mummificata o meno, l'ankh era un elemento fondamentale, con
il quale il corpo doveva essere sepolto. Un altro uso frequente
dell'ankh era quello che lo vedeva in funzione di specchio, nel quale
il vetro riflettente era posto nell'ansa.
Nel regno di Giuda
Nel 2009, nel corso di uno scavo
archeologico effettuato ai piedi del lato meridionale del Monte del
Tempio a Gerusalemme, fu rinvenuta una bulla riportante il sigillo
impresso del re Ezechia (727–698 a.C.). Il sigillo, riportante il
testo in antico ebraico "Appartenente a Ezechia [figlio di] Ahaz
re di Giuda", raffigura anche un sole alato, con due ali rivolte
verso il basso, fiancheggiato da due ankh.
Nella tarda antichità
In epoca romana è probabile che l'ankh
abbia influenzato il simbolo della mano di Venere (o specchio
di Venere), simbolo della divinità, in seguito adottato come
simbolo dell'omonimo pianeta nell'astrologia; come simbolo del rame
nell'alchimia e come simbolo del sesso femminile nella biologia.
Con l'imposizione del Cristianesimo, e
conseguente destituzione e persecuzione del Paganesimo, tutti i
simboli appartenenti alla sfera di quest'ultima forma religiosa
vennero repressi. Nonostante ciò l'ankh continuò a mantenere una
certa importanza in Egitto date le profonde radici che il simbolo
aveva nella cultura del luogo, e finì con l'essere assimilato dalla
Chiesa copta ortodossa e adottato come simbolo stesso del
Cristianesimo copto, data la similarità con la croce e l'assenza di
elementi zoomorfici o antropomorfici, ripudiati in origine dalla
religione cristiana. Da qui la denominazione latina di crux
ansata, ovvero "croce ansata". Anche in epoca cristiana
mantenne l'uso di amuleto. Attualmente la Chiesa Cattolica non la
riconosce come simbolo di croce cristiana.
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