La Dagor Dagorath
(nome Sindarin per
Battaglia delle Battaglie o
Battaglia Finale) è un evento dell'universo immaginario creato
dallo scrittore inglese J. R. R. Tolkien.
Il Silmarillion così come fu scritto
da Tolkien, finisce con una profezia di Mandos sulla Dagor Dagorath,
chiamata anche "La Fine" ("Ambar-metta" in
Quenya). Pare che Tolkien, tuttavia, abbia in seguito deciso di
abbandonarla. Per questo motivo essa non è stata inserita nel testo
pubblicato, che termina con il racconto del viaggio di Eärendil. Vi
sono molte similarità tra la Dagor Dagorath e la leggenda nordica
del Ragnarǫk.
Secondo la profezia di Mandos, Morgoth
scoprirà come abbattere le Mura della Notte e distruggerà il Sole e
la Luna. Allora Eärendil scenderà dal cielo e incontrerà Tulkas,
Manwë (o Eönwë, il suo araldo) e Túrin Turambar ritornato dalla
morte sulle pianure di Valinor. Tutti i popoli liberi della Terra di
Mezzo parteciperanno insieme ad essi ad una battaglia finale, la
Dagor Dagorath, appunto. A loro si aggiungeranno anche Ar-Pharazôn e
i Númenóreani che sbarcarono in Aman nel 3319 della Seconda Era.
Molti nemici caduti da tempo torneranno
per lottare dalla parte di Morgoth, l'antagonista della battaglia;
anche Sauron, il cui spirito si disperse nel vuoto dopo la
distruzione del suo Anello, sarà presente nella Dagor Dagorath. Si
dice che tutte le creazioni di Morgoth torneranno, Orchi, Troll e
Draghi e altre creature spaventose. Si presume che i restanti uno o
due Balrog combatteranno ai suoi ordini, così come Sauron e non si
sa se i capitani uccisi di Morgoth e Sauron (come i Nazgûl,
Ancalagon il Nero, Glaurung, e Gothmog) torneranno. Gandalf ritiene
che almeno il Re Stregone di Angmar e gli altri Nazgûl non siano
morti ma dispersi nel vuoto come Sauron dopo la distruzione
dell'Unico Anello. Questo suggerisce che, se Sauron farà ritorno,
anche loro torneranno.
Quindi le forze dei Valar, insieme ai
popoli liberi, daranno battaglia a Melkor. Tulkas lotterà contro di
lui, ma sarà la mano di Túrin a portare morte e distruzione su
Melkor. Con la sua spada nera Gurthang ("Ferro di Morte")
Túrin trapasserà il cuore di Melkor, vendicando se stesso così
come tutti gli Uomini. Quindi le montagne dei Pelóri saranno
spianate, i tre Silmaril ritrovati da terra, cielo e mare, e lo
spirito di Fëanor verrà liberato dalle Aule di Mandos per
restituirli a Yavanna, che li spezzerà e li userà per ridare la
luce ai Due Alberi. La battaglia metterà fine ad Arda e le donerà
nuova vita. Tutti gli Elfi si sveglieranno e le Potenze saranno di
nuovo giovani.
Dopo la battaglia, ci sarà una Seconda
Musica degli Ainur. La musica darà vita a un nuovo mondo, e gli
Uomini la canteranno con gli Ainur. Non si sa quale sarà il destino
delle vecchie razze del vecchio mondo in quello nuovo. Nemmeno gli
Ainur sanno niente sulla Seconda Musica. Tutto ciò che gli Ainur
sanno è che la Seconda Musica sarà più grande della Prima.
Christopher Tolkien tolse la profezia
da Il Silmarillion basandosi su una versione del Valaquenta del 1958,
in cui suo padre aveva scritto che nessuna delle profezie di Mandos
aveva detto se i danni di Arda sarebbero mai stati riparati
(Christopher Tolkien usò questo passaggio come chiusura del Quenta
Silmarillion). Data questa rimozione della profezia Christopher
inizialmente credette che anche l'Ultima Battaglia fosse stata
rimossa. In seguito fu sorpreso di trovare riferimenti ad essa ed una
nuova versione (in cui anche Beren ritorna dalla morte per la
battaglia finale) scritta dopo il passaggio del Valaquenta.
È da notare che Il Silmarillion, così
come è stato pubblicato, contraddice alcune parti della Seconda
Profezia. Dove questa dice esplicitamente che gli Elfi e i Valar
verranno rigenerati dopo l'Ultima Battaglia e che il fato degli
Uomini è sconosciuto, Il Silmarillion afferma che gli Uomini
parteciperanno alla Seconda Musica, e che è il destino degli Elfi ad
essere sconosciuto.
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