La locuzione
uomini in nero
(in lingua inglese
Men in Black, in acronimo
MIB, così definiti perché vestiti interamente di nero)
nell'ambito della teoria del complotto UFO identificherebbe supposti
agenti del governo degli Stati Uniti d'America incaricati di
intimidire o ridurre al silenzio i testimoni di avvistamenti di
oggetti volanti non identificati. Alcuni ufologi, secondo i quali si
tratterebbe invece di alieni, li chiamano anche "oscuri".
Sebbene alcuni ricercatori abbiano
rinvenuto alcune somiglianze tra alcuni di questi racconti e quelli a
sfondo demoniaco, il fenomeno risale agli anni cinquanta e sessanta
ed è contemporaneo a molte altre teorie del complotto.
Probabilmente il primo breve resoconto
sui MIB risale al 21 giugno 1947 in occasione del cosiddetto
incidente di Maury Island. Quel giorno, il pescatore Harold Dahl
disse di aver avvistato sei dischi volanti nei pressi di Maury Island
(si tratta di una penisola di Vashon Island, in Puget Sound, vicino
Tacoma, Washington). Sull'imbarcazione c'erano Dahl, suo figlio,
altri due uomini, e un cane. Dahl scattò qualche fotografia di tali
oggetti, aggiungendo che da uno di essi erano cadute delle scorie
sulla sua imbarcazione, che avevano ucciso il suo cane e ferito suo
figlio.
Dahl ha poi raccontato che il giorno
seguente un uomo si presentò a casa sua, invitandolo a fare
colazione insieme nelle vicinanze. Dahl accettò l'invito. Egli
descrisse l'uomo come imponente: alto e muscoloso, con indosso un
completo nero. L'uomo guidava una Buick del 1947, e Dahl immaginò
che si trattasse di un agente del governo o dell'esercito.
Dopo la colazione, l'uomo gli raccontò
tutti i dettagli dell'avvistamento, nonostante Dahl non ne avesse
fatto alcuna pubblicità. Inoltre, l'uomo diede a Dahl un
avvertimento generico, che Dahl interpretò come minaccia, circa il
fatto che la sua famiglia sarebbe stata messa in pericolo se Dahl
avesse rivelato a qualcuno quanto aveva visto.
Le affermazioni di Dahl sono state
messe in discussione: egli stesso dichiarò in seguito che si era
trattato di uno scherzo, ma nei sostenitori delle teorie del
complotto permane il dubbio che l'abbia fatto per evitare ritorsioni
nei confronti dei suoi familiari.
Albert K. Bender ha indagato nella sua
rubrica sulla storia di Dahl. Nel 1953, Bender dichiarò di essere
stato visitato da tre Men in Black e messo in guardia dal continuare
le sue ricerche sugli UFO. Il racconto di Bender è stato poi reso
celebre dal libro di Gray Barker del 1956, They Knew Too Much About
Flying Saucers ("Sapevano troppo sui dischi volanti").
Esistono alcune varianti, ma
generalmente in questi racconti accadeva, in seguito a presunti
avvistamenti di UFO che non fossero palesemente inconsistenti, che al
testimone venissero a far visita uno o più uomini, spesso in
completo nero. Gli uomini lasciavano trasparire - ovvero era il
testimone ad intenderlo - di essere agenti del governo, spesso
esibendo tessere identificative e chiedendo al testimone di
raccontare la sua storia, o di mostrare le prove fotografiche o di
fatto dell'evento segnalato. In caso di rifiuto da parte del
testimone di riportare il racconto o di prestar fede alle loro
credenziali, gli agenti in maniera più o meno sottile arrivavano a
minacciare l'incolumità fisica del testimone o della sua famiglia.
Nonostante non sia stato mai accertato
se queste minacce siano poi state condotte ad effetto, i testimoni
resistenti hanno in seguito raccontato di aver comunque subito dei
maltrattamenti da parte degli "agenti". Alcune abitazioni
sono state saccheggiate e ad altre è stato dato fuoco,
presumibilmente nel tentativo di distruggere prove o di ridurre al
silenzio il testimone.
In questi racconti gli agenti guidavano
spesso ampie automobili nere dell'ultimo modello, generalmente delle
Cadillac; raramente sono stati visti spostarsi in elicotteri neri.
Nell'ambito dell'ufologia il fenomeno è
attualmente al centro di ampie discussioni. Lo zoccolo duro dei
sostenitori della teoria del complotto degli UFO crede che il loro
modo di fare ed il loro abbigliamento inusuali sia attribuibile al
fatto che si tratti di alieni, il cui lavoro consiste nell'eliminare
ogni prova della presenza aliena sulla Terra. Tali individui
avrebbero occhi a mandorla e colorito olivastro. Secondo la
classificazione dell'ufologo Brad Steiger, tale razza aliena
appartiene al tipo Beta 2 e sarebbe avversaria dei cosiddetti alieni
nordici. Secondo altri ufologi sostenitori dell'ipotesi parafisica
sugli UFO, gli uomini in nero non sarebbero extraterrestri, ma
proverrebbero da una dimensione parallela; John Keel li ha messi
addirittura in relazione con il mondo demoniaco.
Altri sostenitori della teoria del
complotto degli UFO ipotizzano invece che si tratti di agenti
governativi sotto mentite spoglie, le cui stranezze sarebbero
intenzionalmente ostentate nel tentativo di aggiungere ulteriori
stranezze ai già strani racconti sugli UFO, gettando così
discredito sulle testimonianze e sui testimoni. Secondo gli ufologi
Michael Swords e William Moore, dietro il fenomeno ci sarebbe
qualcosa di vero. Inizialmente vi sarebbero stati agenti dei servizi
segreti e del FBI, che avrebbero avvicinato ufologi come Bender e
Gray per cercare di scoraggiare l’attività delle associazioni
ufologiche private come raccomandato dalla Commissione Robertson;
successivamente sarebbe stata la volta di agenti di una speciale
unità dell’USAF chiamata Air Force Special Activities Center
(AFSAC), incaricata anche di svolgere indagini sugli UFO. Secondo
Moore, gli uomini dell’AFSAC non avrebbero dato origine alla
leggenda degli uomini in nero ma l’avrebbero sfruttata come
copertura, per raccogliere informazioni sugli UFO dai testimoni senza
fare risultare il loro coinvolgimento.
Altri ufologi fanno invece osservare
che solo pochi episodi di incontri con MIB sono stati indagati in
modo approfondito. In diversi casi si è potuto accertare che i
testimoni avevano enfatizzato troppo le figure di investigatori
ufficiali (agenti di polizia o militari in borghese), mentre in altri
casi è stato accertato che si trattava di impostori: nel 1967 il
portavoce del Pentagono per il Progetto Blue Book rese noto che
alcune persone si erano presentate a testimoni di avvistamenti di UFO
spacciandosi per ufficiali dell’USAF o funzionari governativi.
Lo studioso statunitense di folclore
Peter Rojcewicz ha trovato numerose analogie tra i racconti sugli
uomini in nero e le leggende medievali sul diavolo. Anche lo studioso
James Lewis ha trovato simili analogie e ritiene che sia gli incontri
con gli uomini in nero che quelli con il diavolo possano essere
considerati come una specie di “dramma psicologico”.
- Gli uomini in nero erano personaggi presenti nello sceneggiato italiano Extra diretto da Daniele D'Anza e con Vittorio Mezzogiorno, trasmesso da Rai Uno nel 1976.
- Gli Uomini in Nero sono tra i principali avversari di Martin Mystère, il detective dell'impossibile, serie a fumetti italiana di Alfredo Castelli, fin dal primo episodio (1982), che è a loro intitolato.
- La popolarità della teoria dei Men in Black negli anni novanta ha ispirato una serie a fumetti, The Men in Black, scritta da Lowell Cunningham. Questi personaggi sono stati portati poi sul grande schermo dal film di successo del 1997 Men in Black, con Will Smith e Tommy Lee Jones, e dai sequel Men in Black II, Men in Black 3 e Men in Black: International nonché, in televisione, da un cartone animato per bambini. In questo racconto i Men In Black non costringono i testimoni di avvistamenti UFO a tacere minacciandoli, ma sono degli agenti segreti che controllano l'attività aliena sulla Terra, ed eventualmente proteggono il pianeta dall'attacco di extraterrestri pronti a invaderlo. Inoltre usano un congegno chiamato neuralizzatore, che serve a cancellare dalla mente dei testimoni oculari, il ricordo di essere stati spettatori di una situazione con protagonisti degli alieni.
- Men and Women In Black sono anche personaggi del gioco per computer Deus Ex.
- Nella trilogia di Matrix gli Agenti della matrice sono vestiti ed agiscono come uomini in nero.
- Il racconto Angel Down, Sussex di Kim Newman racconta di un tipico sequestro alieno avvenuto nell'Inghilterra dell'età edoardiana, nella cui ambientazione giocano un ruolo di spicco i "becchini con gli occhiali scuri".
- Due Men in Black (interpretati da Jesse Ventura e Alex Trebek) sono presenti nella terza stagione della serie televisiva X-Files (il titolo dell'episodio è Jose Chung's "From Outer Space").
- Gli spazzini del Centro nel telefilm Jarod il camaleonte hanno molte caratteristiche in comune con gli uomini in nero.
- Per ammissione dello stesso Dan Aykroyd, il look dei The Blues Brothers oltre a quello dei primi bluesmen si rifà ai Men In Black.
- In Lilo & Stitch Cobra Bubbles si rifà, confermando poi di conoscere gli alieni, alla figura dei Men in Black.
- Nella serie X-COM,(più precisamente X-COM:Enemy Whithin) i MiB ispirano l'agenzia segreta EXALT che si occupa al contrario della "realtà" dell'integrazione di materiali alieni negli umani.
- Nella serie televisiva Fringe gli osservatori rappresentano la figura dei MiB.
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