Spirito del tempo, spesso reso
in tedesco come
Zeitgeist, è
un'espressione adottata nella storiografia filosofica
otto-novecentesca, per indicare la tendenza culturale predominante in
una determinata epoca.
Il termine originario rivestiva un
concetto puramente scientifico. Divenne noto a partire da uno scritto
del filologo e filosofo Johann Gottfried Herder, diffuso nel 1769
all'interno di un lavoro polemico nei confronti del filosofo Adolph
Klotz, dove veniva usata la parola Zeitgeist per tradurre
l'espressione latina genius saeculi.
Il termine quasi inalterato si ritrova
in una frase di Faust nel Faust di Wolfgang Goethe (Was ihr den Geist
der Zeiten heißt, «quello che chiamate lo spirito dei tempi») ma è
principalmente noto nell'ambito della filosofia della storia, per
l'utilizzo da parte di Hegel e le sue lezioni sull'argomento.
I filosofi materialisti in genere fanno
risalire lo spirito del tempo a sovrastrutture come quelle politiche,
gli ordinamenti costituzionali, le istituzioni, mentre gli
spiritualisti legano lo sviluppo e la qualificazione dello spirito
del tempo a fenomeni più sottili, come per esempio le attività
culturali o in generale le pratiche quotidiane e della vita
domestica. Lo spiritualista Emerson sostiene in proposito:
«Se un uomo vuole familiarizzarsi con la reale storia del mondo, con lo spirito del tempo, non deve andare prima alla state-house o alla court-room. Il sottile spirito della vita deve cercarsi in fatti più vicini. È ciò che è fatto e sofferto in casa, nella costituzione, nel temperamento, nella storia personale, ad avere il più profondo interesse per noi.» |
Nella prospettiva esoterica
dell'antroposofia di Rudolf Steiner, lo spirito del tempo non è
un'entità astratta, ma è un essere reale, identificato col livello
angelico dei principati o archai, superiore a quello degli arcangeli.
Questi ultimi rappresentano per Steiner lo spirito dei popoli, mentre
lo spirito del tempo, che presiede a cicli storici di circa 300 anni,
impartisce determinati ordini evolutivi agli arcangeli, facendo in
modo che ogni nazione viva in maniera differente il proprio
Rinascimento, il proprio illuminismo, e così via.
Il fatto che ogni uomo subisca
l'influsso del suo tempo non inficia tuttavia per Steiner il suo
libero arbitrio, dato che egli possiede la capacità di pensare e di
conoscere ciò che sembra determinarlo. Acquisendo consapevolezza
delle idee direttive della sua epoca, infatti, l'uomo si innalza al
di sopra di esse, dominandole e facendole sue. Solo comprendendo la
«missione» del suo tempo potrà trovarvi il posto giusto per
adempierla in libertà, non lasciandosi trascinare dal progresso
della civiltà, bensì appropriandosene, per vivere pienamente il
destino in cui si trova collocato. Le scienze spirituali quali la
storia, o la storia della letteratura, delle arti, ecc. devono
appunto prefiggersi lo scopo di favorire una tale presa di coscienza
della partecipazione del singolo al destino del mondo, fungendo da
intermediarie.
Utilizzando le abitudini e le norme di
comportamento della sua epoca come un mezzo per esplicare la sua
libera individualità, come materia a cui dare una forma, l'uomo
contribuisce così all'evoluzione stessa dello spirito del suo tempo.
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