lunedì 31 maggio 2021

L'immortalità è una benedizione o una maledizione?


Molto probabilmente, entrambe.

Puoi vivere per l'eternità, imparare tutto, fare tutto, realizzare tutto, perché non hai limiti di tempo e quindi sei dotato di promesse quasi infinite.

Ma, alla fine, per quanto immortali possiamo essere, siamo ancora esseri umani e la nostra sanità mentale, la nostra visione del mondo e del tempo finirà per crollare.



Siamo per natura contingenti e semplicemente rappresentativi di altre parti dell'umanità, quindi, per rimanere vitali come specie dobbiamo morire. Noi, tecnicamente, non abbiamo un'importanza maggiore di quella parte.

Alla lunga, l'immortalità, per un essere umano, diventerebbe una maledizione.

Potremmo impazzire, per gli effetti del tempo, della noia, della conoscenza e simili, potremmo dimenticare eventi accaduti molto tempo fa, saremmo anche costretti a guardare coloro che non sono immortali, morire.

Alla fine, può anche sopravvivere indefinitamente in condizioni in cui sarebbe preferibile la morte.




domenica 30 maggio 2021

Che differenza c'è tra magia bianca, nera e rossa?

 



Per cominciare non ci sono divisioni artificiose tra magia buona e cattiva, la magia é neutra.

La magia bianca é la normale magia, pura e semplice. Prevede incantesimi, pozioni ed altro ma non l'evocazione di spiriti. Un esempio sono i rituali di purificazione.

La magia nera é come la magia bianca ma i riti prevedono l'evocazione di spiriti per funzionare. Esempi tipici sono i riti per la costruzione di sigilli per sigillare i demoni.

La magia rossa prevede l'uso del sangue e in alcuni casi del sesso per funzionare. Come le altre due può essere sia maligna che benigna; le famose fatture a morte o i legamenti d'amore sono solo due esempi di magia rossa usata per il male o per il bene.

Pare che il monaco Rasputin ne fosse molto esperto…


sabato 29 maggio 2021

Come mai c'è un nuovo interesse per le tematiche religiose nei telefilm ("Lucifer", "Good Omens", "Le terrificanti avventure di Sabrina")?

 



Ma è mai tramontato questo interesse?

Considerando soltanto il mondo moderno (e quindi non quando la Chiesa girava ancora con le fiaccole) abbiamo avuto opere come Dracula, L'Esorcista, Twin Peaks, Rosemary's Baby, Carrie… persino South Park periodicamente utilizza Satana e Gesu' come personaggi ed è un cartoon in onda da vent'anni.

Ho citato solamente alcuni esempi ma se si va a vedere i cloni e le varianti si sprecano; in Giappone il tema angeli vs demoni è popolarissimo, persino nel mondo della cartomanzia c'e' gente che utilizza solamente tarocchi "angelici", che invocano i teorici poteri del Paradiso… una decina di anni fa il satanismo era uno spauracchio classico dei telegiornali, associato a gruppi giovanili violenti.

Stando sulle opere di cui ho parlato posso dire che Good Omens è stato pubblicato da Gaiman e Pratchett nel 1990 e che Lucifer parte da un concetto creato dallo stesso Gaiman grossomodo in quel periodo (nel fumetto Sandman). L'associazione tra stregoneria e Satana è poi vecchia quanto il cristianesimo, il reboot di Sabrina non fa che presentarlo come tema esplicito (mentre quella precedente lo sotterrava, in modo da lasciare l'aspetto di "streghe buone" alle protagoniste).


venerdì 28 maggio 2021

Magia simpatica

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La magia simpatica è quella per cui, celebrando su una parte appartenente a una persona o cosa un rito magico, si determina un effetto che dalla parte si trasferisce all'intera persona o cosa pur assente e distante dall'evento magico.

Il principio della similarità

L'antropologo James Frazer elabora un modello di spiegazione della magia, retto da alcune leggi fondamentali, come quella della similarità, in base alla quale il simile genera il simile, su cui si fonda la "magia omeopatica"; invece la "magia contagiosa" è basata sulla legge di contatto che prevede il proseguimento degli effetti, anche a distanza, causati da un precedente contatto reciproco come avviene ad esempio quando si rintraccerebbe una persona scomparsa tramite un oggetto che gli apparteneva. Entrambe le correnti magiche, secondo Frazer appartengono alla grande categoria che egli per primo, assieme a Marcel Mauss, chiama della "magia simpatica" poiché presuppongono una interazione a distanza.
Sempre nell'ambito della magia simpatica viene fatta rientrare un tipo di magia omeopatica chiamata anche imitativa o simbolica in quanto l'azione magica vuole nella simbologia messa in atto ottenere un effetto desiderato. Un esempio di magia imitativa è quello dei riti per far piovere: nello stretto di Torres, fra l'Australia e la Nuova Guinea, il mago colloca una pietra, che rappresenta l'uomo, in un buco scavato nel terreno e vi versa sopra un liquido ricavato da varie piante, intorno vengono collocate grandi foglie che simboleggiano le nuvole e una torcia accesa, i fulmini, viene agitata sopra mentre i tamburi riproducono il rumore dei tuoni; la pioggia arriverà quando il liquido colato sulla pietra muterà aspetto. Lo stesso tipo di magia è il presupposto della cura con piante medicinali come nel caso ad esempio dello zafferano che dovrebbe curare l'itterizia.

La parte influisce sul tutto

Il riflesso della parte sul tutto è il principio basilare della magia simpatica di cui troviamo un esempio nel caso della "polvere di simpatia" che nel XVII secolo si credeva potesse operare il risanamento di ferite o piaghe in modo rapido in assenza del ferito spargendo un unguento costituito da vetriolo polverizzato e gomma su un panno insanguinato o sull'arma insanguinata che aveva provocato la ferita. Un altro caso di magia simpatica è il cannibalismo simbolico o rituale per il quale chi mangia alcuni organi introietta le particolari qualità dell'individuo a cui sono stati tolti con maggiore efficacia se ciò avviene quando è ancora in vita. Questo fenomeno è presente in varie culture, anche molto distanti fra loro. Può quindi assumere significati diversi, sebbene tipicamente riguardi la trasmissione di virtù dal morto ai vivi o l'esorcizzazione dello spirito del morto. Si ritiene che sia presente sin dai primordi della storia umana ed è stato praticato fino all'epoca contemporanea.

Il "mana"

La magia simpatica si basa non solo sulla prescrizione di comportamenti precisi da mettere in atto nel rito magico ma anche su proibizioni: i primi costituiscono gli incantesimi, i secondi i tabù, divieti magici, che se violati portano a conseguenze disastrose. Questo avviene perché il presupposto della magia è la credenza nell'esistenza del mana termine d'origine melanesiana diffuso in molte lingue austronesiane (melanesiane e polinesiane) che generalmente significa forza sovrannaturale, potere spirituale, efficacia simbolica e può essere tradotto con forza vitale.
Il mana, o il suo equivalente nelle culture primitive, è da ricercarsi nella stessa presenza corporea delle cose. In quanto un essere animato o inanimato, visibile o invisibile, esiste e come tale viene considerato come dotato di una sua forza vitale latente che evocata da un sacerdote costituisce l'essenza stessa delle pratiche sciamaniche.
Soltanto se il rito è stato compiuto nella forma prescritta si esprime il mana che il mago cerca di volgere a proprio vantaggio mentre se è stata violata una proibizione magica solo un incantesimo più potente potrà evitare le conseguenze dannose.




giovedì 27 maggio 2021

Magia runica

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Ci sono prove del fatto che, oltre ad essere un sistema di scrittura, le rune furono utilizzate anche per propositi magici, dalle più antiche epigrafi dell'età del ferro romana a quelle dell'età del ferro germanica, con iscrizioni non linguistiche e la parola alu; un maestro runico sembra essere stata dunque una persona versata nelle arti runiche, comprese quelle magiche.
Il Sigrdrífumál contenuto nell'Edda poetica menziona "rune della vittoria" da incidere su una spada, "alcune sull'impugnatura ed alcune sull'intarsio, e chiamare Týr due volte".
In tempi più moderni, il folclore e la superstizione legati alle rune vennero trasmessi in forma di simboli magici islandesi. All'inizio del XX secolo, il misticismo tedesco crea nuove forme di "magia runica", alcune delle quali continuate o sviluppate da aderenti all'etenismo; gli attuali sistemi di divinazione runica sono basati sull'ermetismo, sull'occultismo e sull'I Ching.

Testimonianze storiche

Tacito

È storicamente riconosciuto che i popoli germanici adottavano varie forme di divinazione e mezzi per leggere i presagi. Tacito (Germania 10) ne dà un resoconto dettagliato (98 d.C.):
Attribuiscono la massima importanza al trarre gli Auspicia e al tirare a sorte. La consueta procedura con la sorte è semplice. Staccano un ramo da un albero in frutto e lo tagliano a strisce; queste vengono segnate con diversi simboli e poi lanciate a caso su un telo bianco. In seguito, il prete di stato, se si tratta di un consulto ufficiale, o il padre di famiglia, se si tratta di un consulto privato, offre preghiere agli dei e, rivolgendo lo sguardo in cielo, raccoglie tre strisce, una alla volta, e, a seconda del simbolo con cui erano state segnate, fa la sua interpretazione. Se la sorte vieta un'impresa, quel giorno non viene presa alcuna decisione sul tema in questione. Se invece la permette, è richiesta un'ulteriore conferma traendo gli Auspicia.
Ci si chiede spesso se i "simboli" si riferiscono specificamente alle rune o ad altri segni, entrambe le interpretazione sono plausibili e Tacito non fornisce sufficienti dettagli per accogliere una decisione definitiva.

Epigrafia

L'iscrizione sulla pietra di Kylver termina con una runa legata impilata che combina sei rune Tiwaz utilizzate per invocare il dio Týr, più quattro rune Ansuz per invocare gli Æsir.
Le rune Ansuz e Tiwaz, in particolare, sembrano aver avuto significati magici nel primo periodo del Fuþark antico. L'istruzione Sigrdrífumál del "chiama Týr due volte" ricorda le doppie o triple rune legate impilate di Týr, trovate, ad esempio, sul Seeland-II-C o sull'amuleto di Lindholm nella sequenza aaaaaaaazzznnn-b- muttt, che oltre al Týr impilato include la rip
etizione multipla di Ansuz, ma anche una tripla occorrenza di Algiz e Naudiz.
Molte iscrizioni contengono anche enunciati privi di significato interpretati come canti magici, come "tuwatuwa" (Bratteati di Vadstena e Mariedamm), aaduaaaliia (DR BR42) o g͡æg͡og͡æ (Bratteato di Undley), g͡ag͡ag͡a (Kragehul I).




mercoledì 26 maggio 2021

Magia popolare

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Con il termine di magia popolare (o bassa magia) si indicano quelle pratiche di magia, guarigione e divinazione più o meno superstiziose, praticate in Europa soprattutto presso le classi più popolari, tra il tardo XV secolo e la prima metà del XX secolo. La Magia popolare si contrappone solitamente alla Alta Magia o magia cerimoniale, la quale era invece solitamente praticata presso le classi sociali più colte ed agiate.
I praticanti di queste arti prendevano nomi diversi a seconda dei paesi e delle regioni europee. In Inghilterra erano chiamati cunning folk (gente scaltra) o più raramente white witches (streghe bianche). In Francia devins-guérisseurs e leveurs de sorts, nei Paesi Bassi toverdokters o duivelbanners, in Germania Hexenmeister o Kräuterhexen, in Spagna curanderos, in Portogallo curandeiros/as, benzedeiros/as o mulheres de virtude, in Danimarca kloge folk, in Svezia klok gumma o klok gubbe (vecchi saggi). Per quanto riguarda l'Italia si guardi sotto la sezione apposita.
Molto spesso i praticanti di queste arti venivano arrestati e puniti con l'accusa di praticare la stregoneria, subendo in certi secoli anche delle vere e proprie forme di persecuzione (caccia alle streghe).
La medicina praticata poteva essere superstiziosa, ma spesso si accompagnava alla conoscenza ed uso delle proprietà curative delle erbe, che invece la medicina ufficiale dell'epoca disconosceva. Nella categoria dei praticanti di queste arti rientravano spesso le levatrici. Inoltre, soprattutto nei paesi britannici, i domatori di cavalli ed i fabbri erano ritenuti custodi di segreti magici.

Italia

In Italia queste pratiche magiche, divinatorie e di guarigione sono nate dal sincretismo tra precedenti pratiche pagane con il culto cristiano, tanto è vero che diffusissimo era l'uso di incanti e preghiere che prevedevano l'utilizzo del nome dei santi e della madonna. I nomi dei praticanti di queste arti in Italia variano da regione a regione, tra questi si ricordano quelli più generici e diffusi di praticone, magara, fattucchiera. Herbane è il nome delle esperte nelle proprietà della vegetazione. I Benandanti del Friuli, studiati dall'antropologo Ginzburg in un celebre saggio, sono tra i più conosciuti.
Il ruolo primario di questi praticanti, come nel resto d'Europa, era quello di guaritori, sia con l'uso delle erbe, che attraverso rituali, divinazioni e pratiche spirituali. La guarigione spirituale era creduta avvenire attraverso l'uso di un potere chiamato la forza, la virtù o il Segno. Spesso esso veniva trasmesso segretamente all'interno della famiglia e conservato gelosamente. Questa forma di guarigione consisteva spesso nella rimozione del malocchio o di altre forme di presunte maledizioni.
Poiché molte di queste pratiche in certe zone d'Italia sono sopravvissute più a lungo che nel resto d'Europa, soprattutto in campagna o nel Sud, ciò ha permesso il loro studio diretto da parte di antropologi e studiosi del folklore. Uno dei più celebri fu Ernesto de Martino.
L'antropologa italo-americana Sabina Magliocco ha sottolineato inoltre la credenza di questi praticanti di avere a che fare con creature soprannaturali e spiriti, sia benevoli (che li avrebbero aiutati) sia maligni, contro cui combattere. Tra questi ultimi i morti inquieti, i diavoli o le streghe soprannaturali, capaci di causare il male alle persone. Tra gli spiriti benevoli invece facevano parte oltre a santi e beati, spesso anche gli antenati e i cari estinti, che venivano chiamati in soccorso. Anche oggetti di varia natura venivano utilizzati per aiutare in queste pratiche, come corde per legare o sciogliere, coltelli e forbici per tagliare via il male, specchi e scodelle dove praticare la divinazione, o armi e fruste schioccanti, per spaventare e scacciare gli esseri malevoli.



martedì 25 maggio 2021

Zodiaco di Dendera

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Lo zodiaco di Dendera è un celebre bassorilievo egizio proveniente dal soffitto del pronao (o portico) di una cappella dedicata a Osiride nel grande Tempio di Hathor a Dendera, recante rappresentazioni astronomiche quali la costellazione del Toro o della Bilancia. L'edificazione di tale cappella ebbe inizio nel tardo Periodo tolemaico; il pronao fu voluto dall'imperatore romano e faraone Tiberio (14–37 d.C.). Ciò portò l'egittologo francese Jean-François Champollion (1790–1832) ad ascrivere correttamente il rilievo all'epoca greco-romana dell'Egitto, benché molti suoi contemporanei lo facessero risalire al Nuovo Regno, oltre un millennio prima. Lo zodiaco di Dendera, definito da John H. Rogers "unica mappa completa di un cielo antico di cui disponiamo", avrebbe costituito, secondo alcune teorie, la base dei sistemi astronomici successivi. Si trova al Museo del Louvre, a Parigi.

Date delle eclissi

Sylvie Cauville del Centre for Computer-aided Egyptological Research della Università di Utrecht ed Éric Aubourg hanno datato lo Zodiaco di Dendera al 50 a.C. mediante un esame della posizione ivi raffigurata del cinque pianeti noti agli Egizi (Sebeg, Netjerduai, Hordesher, Horuepeshtaui e Horkapet), nello specifico una posizione che si verifica una volta ogni millennio, oltre che per l'identificazione di due eclissi.
L'eclissi solare rappresentata è quella del 25 marzo del 51 a.C. ed è simboleggiata da un cerchio contenente la dea Iside che trattiene un babbuino (il dio Thot) per la coda. L'eclissi lunare è quella del 25 settembre del 52 a.C. e la simboleggia un Occhio di Horo chiuso in un cerchio.

Descrizione

Lo Zodiaco di Dendera è un planisfero, cioè una mappa stellare, una proiezione cartografica delle 12 costellazioni della zodiaco che vanno a formare 36 decani di dieci giorni ciascuno, e dei pianeti. I decani sono gruppi di stelle di prima magnitudine utilizzate dall'antico calendario egizio, il quale si basava su cicli lunari di 36 giorni e sulla "levata" della stella Sothis (Sirio).
Il cielo in sé è rappresentato da un grande disco sorretto da quattro pilastri celesti in forma di donne, fra i quali sono inseriti spiriti dalla testa di falco. Nel primo circolo, 36 spiriti simboleggiano i 360 giorni dell'anno egizio. Nella parte più interna sono osservabili le costellazioni e i segni zodiacali, alcuni dei quali compaiono in molte delle loro immediate forme iconografiche (per esempio l'Ariete, il Toro, lo Scorpione e il Capricorno) anche se in posizioni differenti rispetto alle convenzioni greche e arabo-occidentali, mentre altri hanno effigi più prettamente egizie: l'Aquario è il dio del Nilo Hapy recante due vasi da cui sgorga dell'acqua. Rogers ha notato le somiglianze con tre tavolette superstiti di uno zodiaco seleucide, entrambi riferibili a loro volta alle rappresentazioni delle mesopotamiche stele di confine "kudurru"; Rogers ha concluso che lo Zodiaco di Dendera sarebbe "una copia completa dello zodiaco mesopotamico".

Storia

Durante la campagna napoleonica in Egitto, l'artista Vivant Denon copiò lo Zodiaco circolare così come gli altri, rettangolari, presenti nel Complesso templare. Nel 1802, dopo la spedizione di Napoleone Bonaparte, Denon pubblicò, sotto forma di incisioni, le sue copie del soffitto del Tempio in "Voyage dans la Basse et la Haute Egypte": opera che suscitò una controversia riguardante l'esatta datazione dello Zodiaco, nell'ambito della quale alcuni arrivarono ad attribuirgli decine di migliaia di anni, altri migliaia, altri ancora solo poche centinaia. Ci si chiese anche se si trattasse di un planisfero o di una carta astrale. Sébastien Louis Saulnier, un mercante, commissionò a Claude Lelorrain la rimozione del bassorilievo; l'operazione fu effettuata con seghe, martinetti, speciali cesoie e polvere da sparo. Lo Zodiaco fu così trasferito nel 1821 nella Parigi della Restaurazione e collocato da re Luigi XVIII nella futura Bibliothèque nationale de France nel 1822. Dal 1922 si trova nel Museo del Louvre.

lunedì 24 maggio 2021

Zodiaco

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Lo zodiaco è una fascia della volta celeste che si estende per 9° da entrambi i lati dell'eclittica (il percorso apparente del Sole nel suo moto annuo) e comprendente anche i percorsi apparenti della luna e dei pianeti.
Le stelle dello zodiaco sono state raggruppate in costellazioni, alle quali da tempo immemorabile sono stati assegnati nomi di esseri viventi, reali o fantastici. Ciò spiega l'etimologia del nome, derivato dal greco ζῳδιακός, "zōdiakòs", parola a sua volta composta da ζῷον, zòon, "animale, essere vivente" e ὁδός, hodòs, "strada, percorso". A causa del moto di rotazione della Terra, infatti, le costellazioni zodiacali sembrano percorrere lo zodiaco.

Suddivisioni dello zodiaco

Le stelle della fascia zodiacale erano utilizzate dagli astronomi mesopotamici come punti di riferimento per registrare la posizione del Sole, della Luna e dei pianeti. A questo scopo nel MUL.APIN, una coppia di tavolette risalenti al 700 a.C. ma di contenuto molto più antico, vengono elencate diciassette stelle/costellazioni poste nel "sentiero della Luna".
Nel V secolo (o poco prima) col perfezionarsi degli strumenti di osservazione i babilonesi preferirono dividere lo zodiaco in dodici segmenti di 30° ciascuno, assegnando convenzionalmente ad ognuno il nome di una costellazione.
In epoca seleucide, infine, ogni segmento venne suddiviso in dodicesimi di 2,5° ognuno, che successivamente i greci chiamarono dodecatemoria (cioè appunto dodici parti), nome tuttora utilizzato. Ogni dodicesimo poi era diviso in cinque parti di mezzo grado, attribuite ai cinque pianeti. Di queste suddivisioni parla ad esempio il poeta-astrologo romano Marco Manilio nel suo libro "Astronomica".
I babilonesi denominarono ancora convenzionalmente questi dodicesimi secondo le dodici costellazioni, creando dodici "microzodiaci", che in questo caso non avevano più nulla a che fare con la loro posizione astronomica vera. Il primo dodicesimo era indicato con lo stesso nome del segno zodiacale di cui faceva parte, seguivano gli altri dodicesimi contrassegnati con i segni zodiacali successivi. Ad esempio il primo dodicesimo del segno del Leone era contrassegnato ancora con il Leone. Ad esso faceva seguito la Vergine del Leone e così via. Questi dodicesimi corrispondono al percorso del Sole lungo lo zodiaco mentre la Luna attraversa un intero segno zodiacale (da cui il nome del corrispondente dodecatemorion) nel suo percorso mensile attorno alla Terra.
In Egitto, invece, ogni segmento era diviso in tre parti, dette decani, perché hanno un'ampiezza di dieci gradi. Le suddivisioni dello zodiaco sono dette costellazioni in astronomia e segni zodiacali in astrologia. I segni dello zodiaco utilizzati in occidente sono quelli descritti dall'astronomo e astrologo alessandrino Tolomeo nel II secolo d.C. Oltre ai segni dell'astrologia occidentale ce ne sono altri, definiti nell'astrologia vedica e nell'astrologia cinese, in cui lo zodiaco viene suddiviso in 27/28 case.

Zodiaco, equatore celeste e precessione

A causa dell'inclinazione dell'asse terrestre, la stessa che determina l'alternanza delle stagioni, la cintura dello Zodiaco non coincide con l'equatore celeste, ma risulta inclinata rispetto ad esso, intersecandolo in due punti. Assumendo come riferimento il modello geocentrico, il cerchio zodiacale appare dunque obliquo, come viene ad esempio descritto da Dante, che su di esso vedeva transitare i pianeti, richiamati dalla Terra per soddisfare le sue esigenze:
«Vedi come da indi si dirama
l'oblico cerchio che i pianeti porta,
per sodisfare al mondo che li chiama.»
(Divina Commedia, Paradiso, X, 13-15)
Le due intersezioni dello zodiaco (e più precisamente dell'eclittica) col piano equatoriale cosmico, dette "punto gamma" e "punto omega", corrispondono agli equinozi e le loro date furono spesso utilizzate come capodanno sin dall'antichità. A causa della precessione degli equinozi il punto gamma e il punto omega sembrano scorrere lungo lo zodiaco di un grado ogni 70 anni circa. Perciò ogni 2100 anni circa i due punti si sono spostati di 30° e si vengono a trovare in un segno zodiacale diverso. Questi periodi, privi di valore scientifico ma molto comuni in astrologia e soprattutto testi New Age, sono detti ere zodiacali e prendono il nome dal segno; per esempio "era del Toro" o "era dell'Aquario".
Il punto gamma è considerato il punto iniziale dello zodiaco ed è tuttora chiamato anche "primo punto d'Ariete", perché questo nome fu stabilito quando l'equinozio di primavera coincideva con l'ingresso del Sole nella costellazione dell'Ariete.

Astronomia

Lo zodiaco è una regione della volta celeste utile da individuare per le sue implicazioni pratiche: tutti i pianeti e la maggior parte degli altri corpi celesti del sistema solare sono visibili solo nella regione dello zodiaco. Un osservatore che vedesse un oggetto molto luminoso al di fuori della regione zodiacale sa che non può trattarsi di un pianeta. Gli osservatori vicini ai poli terrestri non possono osservare facilmente i pianeti perché lo zodiaco è troppo vicino all'orizzonte.
L'astronomia moderna continua per comodità a suddividere la volta celeste in una serie di costellazioni, ossia in diversi raggruppamenti di stelle che però non sono affatto vicine fra loro nello spazio tridimensionale, ma anzi in alcuni casi risultano separate da enormi distanze, nonostante appaiano vicine nella nostra percezione bidimensionale dello spazio.
Le costellazioni introdotte dagli antichi astronomi/astrologi (tutte, non solo quelle dello zodiaco) sono state definite con precisione nel 1930 dall'Unione Astronomica Internazionale in modo che ogni punto della volta celeste appartenga ad una e una sola costellazione. I confini sono disegnati con segmenti rettilinei, seguendo linee di ascensione retta e declinazione valide per l'epoca B1875,0, cioè secondo la posizione della volta celeste nel 1875 (tale posizione varia a causa della precessione degli equinozi).
In astronomia lo zodiaco comprende anche l'Ofiuco, costellazione effettivamente presente nella fascia zodiacale, ma trascurata in passato per ridurre a dodici il numero dei segni zodiacali. L'eclittica passa molto vicina all'estremità nordoccidentale della Balena, perciò alcuni pianeti e la Luna possono transitarvi brevemente. La Balena, tuttavia, non deve essere considerata una costellazione zodiacale.

Astrologia

(LA)
« Sunt Aries, Taurus, Gemini, Cancer, Leo, Virgo,
Libraque, Scorpius, Arcitenens, Caper, Amphora, Pisces
. »
(IT)
« Essi sono: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine;
e Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci. »
(Versi in esametri dal Computus manualis magistri Aniani, dell'astrologo Aniano, 1488)

Nell'astrologia occidentale, lo zodiaco è suddiviso in dodici parti uguali, di 30° di ampiezza ciascuna, dette segni zodiacali. I segni zodiacali ricevono il nome da dodici costellazioni situate lungo l'eclittica, ma per il resto queste ultime sono del tutto ignorate dall'astrologia occidentale tradizionale. Infatti:
  • l'astrologia occidentale prende in considerazione solo le componenti mobili del cielo, ossia Sole, Luna e pianeti.
  • l'Ariete è il primo segno dello zodiaco perché anticamente iniziava proprio quando il Sole transitava per il punto in cui il piano dell'eclittica interseca il piano equatoriale terrestre, al momento cioè dell'equinozio di primavera. Tale punto è detto vernale o anche primo punto d'Ariete o punto gamma, e vede l'eclittica entrare nell'emisfero boreale della Terra.
  • Anche oggi il periodo del primo segno zodiacale, l'Ariete, inizia il giorno dell'equinozio di primavera, il 21 marzo, ma il Sole è ancora nella costellazione dei Pesci, dove rimane fino a metà aprile. A causa, infatti, della precessione degli equinozi, le costellazioni sono sempre meno sovrapposte alle omonime suddivisioni dello zodiaco, e si discostano da queste di circa un grado ogni 72 anni. Essendo la precessione un fenomeno ciclico, la corrispondenza approssimativa tra segni e costellazioni si ripresenta dopo 25.800 anni circa.
Nell'astrologia occidentale tradizionale, detta "tropica", si fa riferimento alla posizione del punto gamma valida circa all'inizio dell'era cristiana, ma ancora utilizzata all'epoca del primo ampio manuale astrologico, il Tetrabiblos di Claudio Tolomeo, in modo che le previsioni restino ancorate al ciclo delle stagioni. In altre tradizioni astrologiche, come quella indiana, detta "siderale", si fa invece riferimento alla posizione attuale del punto vernale: le previsioni, in questo caso, sono ancorate alla posizione reale delle costellazioni zodiacali.

Differenza di date del percorso del Sole tra zodiaco astronomico e astrologico

La tabella seguente mostra le differenze del percorso del sole, visto dalla terra, nello zodiaco astronomico, che coincide con le costellazioni reali, e nello zodiaco astrologico, esclusivamente basato su calcoli matematici. Le date riportate sono calcolate sul meridiano di Greenwich e sono solo indicative, in quanto il passaggio da un segno all'altro non solo non cade alla mezzanotte, ma di anno in anno varia di circa 6 ore (18 ore nei 12 mesi successivi al 29 febbraio negli anni bisestili). Per un'analisi più precisa vanno consultate le effemeridi.
Segno Simbolo Date astrologiche
Date astronomiche(J2000)
Tropicale Siderale
Ariete ariete 21 marzo – 20 aprile 14 aprile – 14 maggio 19 aprile – 13 maggio
Toro toro 21 aprile – 20 maggio 15 maggio – 14 giugno 14 maggio – 19 giugno
Gemelli gemelli 21 maggio – 21 giugno 15 giugno – 16 luglio 20 giugno – 20 luglio
Cancro granchio 22 giugno – 22 luglio 17 luglio – 16 agosto 21 luglio – 9 agosto
Leone leone 23 luglio – 23 agosto 17 agosto – 16 settembre 10 agosto – 15 settembre
Vergine giovane donna 24 agosto – 22 settembre 17 settembre – 17 ottobre 16 settembre – 30 ottobre
Bilancia bilancia 23 settembre – 22 ottobre 18 ottobre – 16 novembre 31 ottobre – 22 novembre
Scorpione scorpione 23 ottobre – 22 novembre 17 novembre – 15 dicembre 23 novembre – 29 novembre
Ofiuco serpentario

30 novembre – 17 dicembre
Sagittario arciere 23 novembre – 21 dicembre 16 dicembre – 14 gennaio 18 dicembre – 18 gennaio
Capricorno mostro marino 22 dicembre – 20 gennaio 15 gennaio – 12 febbraio 19 gennaio – 15 febbraio
Acquario portatore d'acqua 21 gennaio – 19 febbraio 13 febbraio – 14 marzo 16 febbraio – 11 marzo
Pesci pesci 20 febbraio – 20 marzo 15 marzo – 13 aprile 12 marzo – 18 aprile



Le date "tropicali" (che dividono lo zodiaco a partire dall'equinozio di primavera) sono usate nell'astrologia occidentale; le date "siderali" (che dividono lo zodiaco a partire dall'allineamento del sole con il punto della sfera celeste detto d'Ariete o gamma, e non risentono direttamente della precessione degli equinozi citata prima) sono usate in altre tradizioni astrologiche.

I segni dello zodiaco come calendario stagionale

Molti simboli (animali) attribuiti alle costellazioni zodiacali, ancora oggi in uso, sono di origine sumerica.
I simboli più antichi come Toro, Scorpione, Leone e Acquario indicavano i quadranti del cielo corrispondenti agli equinozi e ai solstizi, com'erano localizzati nell'Era del Toro (IV-III millennio a.C.). Con la precessione degli equinozi la funzione passò alle costellazioni successive, cioè rispettivamente ad Ariete, Bilancia, Cancro e Capricorno. Toro e Ariete corrispondono all'equinozio di primavera, quando le greggi ricominciano a figliare. La Bilancia corrisponde all'equilibrio tra notte e giorno nell'equinozio d'autunno; il declino del potere del sole è ricordato dallo Scorpione, simbolo di oscurità. Il Leone, simbolo del fuoco, rappresenta il caldo estivo, mentre il Cancro (=gambero), che procede indietreggiando, rappresenta la ritirata del sole dal suo punto più settentrionale nel solstizio d'estate. L'Aquario, infine, portatore d'acqua corrisponde alla stagione piovosa; i Pesci simboleggiano il ritorno della vita e il nuovo inizio dell'agricoltura.

Iconologia dello zodiaco

Il mondo giudeo-cristiano ereditò dalla tradizione antica anche l'uso della simbologia zodiacale. Pur essendo ideologicamente contrari all'astrologia, l'ebraismo e il cristianesimo si appropriarono del repertorio di immagini fornito dallo zodiaco, conservandone e replicandone le rappresentazioni soprattutto in funzione calendariale, e, in tal caso, associandole alla sequenza stagionale dei lavori agricoli.
In questo modo la rappresentazione dello zodiaco non uscì mai completamente né dal sistema di segni ebraico né da quello cristiano, e anzi compare in sinagoghe, cattedrali, chiese e monasteri tardo-antiche, medievali e moderne.
Alla fine del Medioevo l'intreccio tra le conoscenze provenienti dal mondo islamico e il risorgere della cultura antica consentì all'astrologia di rifiorire vigorosamente, e al repertorio delle immagini zodiacali di recuperare complessità e raffinatezza, e di uscire dai limiti dell'uso in edifici religiosi per entrare anche nella decorazione degli edifici civili, sia pubblici che signorili.
Tra le molte rappresentazioni si ricordano le sculture del Portale dello Zodiaco nella Sacra di San Michele in Piemonte e i numerosi cicli di affreschi tra cui quelli del Salone dei Mesi nel Palazzo Schifanoia a Ferrara, della Sala di Opi nel Palazzo Vecchio a Firenze, del Palazzo della Ragione a Padova, del Palazzo D'Arco e del Palazzo Ducale a Mantova.



domenica 23 maggio 2021

Ammettendo che gli UFO siano di origine non terrestre, è più probabile che arrivino dallo spazio o da un'altra dimensione?


Dopo aver scartato tutte le ipotesi più palesemente improbabili*, e rimanendo sulle cose possibili anche se incredibili (oggi) l'unica che rimane è che vengano dal futuro.

E non "deliberatamente" ma per una qualche forma di effetto imprevisto. Forse solo esperimenti venuti male.

D'altronde nel medioevo se qualcuno avesse pronosticato internet nessuno avrebbe neppure capito di cosa parlava.


*- Non sappiamo se esistono veramente altre dimensioni, le distanze siderali sono tali che se qualcuno ci avesse raggiunto da fuori dopo tanto sforzo si sarebbe fatto vedere in forze e non sporadicamente, quindi rivolgiamoci a qualcosa che esiste di sicuro ma non possiamo vedere. Il futuro, appunto.


 
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