Lo zodiaco di Dendera è un
celebre bassorilievo egizio proveniente dal soffitto del pronao (o
portico) di una cappella dedicata a Osiride nel grande Tempio di
Hathor a Dendera, recante rappresentazioni astronomiche quali la
costellazione del Toro o della Bilancia. L'edificazione di tale
cappella ebbe inizio nel tardo Periodo tolemaico; il pronao fu voluto
dall'imperatore romano e faraone Tiberio (14–37 d.C.). Ciò portò
l'egittologo francese Jean-François Champollion (1790–1832) ad
ascrivere correttamente il rilievo all'epoca greco-romana
dell'Egitto, benché molti suoi contemporanei lo facessero risalire
al Nuovo Regno, oltre un millennio prima. Lo zodiaco di Dendera,
definito da John H. Rogers "unica mappa completa di un cielo
antico di cui disponiamo", avrebbe costituito, secondo alcune
teorie, la base dei sistemi astronomici successivi. Si trova al Museo
del Louvre, a Parigi.
Date delle eclissi
Sylvie Cauville del Centre for
Computer-aided Egyptological Research della Università di Utrecht ed
Éric Aubourg hanno datato lo Zodiaco di Dendera al 50 a.C. mediante
un esame della posizione ivi raffigurata del cinque pianeti noti agli
Egizi (Sebeg, Netjerduai, Hordesher, Horuepeshtaui e Horkapet), nello
specifico una posizione che si verifica una volta ogni millennio,
oltre che per l'identificazione di due eclissi.
L'eclissi solare rappresentata è
quella del 25 marzo del 51 a.C. ed è simboleggiata da un cerchio
contenente la dea Iside che trattiene un babbuino (il dio Thot) per
la coda. L'eclissi lunare è quella del 25 settembre del 52 a.C. e la
simboleggia un Occhio di Horo chiuso in un cerchio.
Descrizione
Lo Zodiaco di Dendera è un planisfero,
cioè una mappa stellare, una proiezione cartografica delle 12
costellazioni della zodiaco che vanno a formare 36 decani di dieci
giorni ciascuno, e dei pianeti. I decani sono gruppi di stelle di
prima magnitudine utilizzate dall'antico calendario egizio, il quale
si basava su cicli lunari di 36 giorni e sulla "levata"
della stella Sothis (Sirio).
Il cielo in sé è rappresentato da un
grande disco sorretto da quattro pilastri celesti in forma di donne,
fra i quali sono inseriti spiriti dalla testa di falco. Nel primo
circolo, 36 spiriti simboleggiano i 360 giorni dell'anno egizio.
Nella parte più interna sono osservabili le costellazioni e i segni
zodiacali, alcuni dei quali compaiono in molte delle loro immediate
forme iconografiche (per esempio l'Ariete, il Toro, lo Scorpione e il
Capricorno) anche se in posizioni differenti rispetto alle
convenzioni greche e arabo-occidentali, mentre altri hanno effigi più
prettamente egizie: l'Aquario è il dio del Nilo Hapy recante due
vasi da cui sgorga dell'acqua. Rogers ha notato le somiglianze con
tre tavolette superstiti di uno zodiaco seleucide, entrambi
riferibili a loro volta alle rappresentazioni delle mesopotamiche
stele di confine "kudurru"; Rogers ha concluso che lo
Zodiaco di Dendera sarebbe "una copia completa dello zodiaco
mesopotamico".
Storia
Durante la campagna napoleonica in
Egitto, l'artista Vivant Denon copiò lo Zodiaco circolare così come
gli altri, rettangolari, presenti nel Complesso templare. Nel 1802,
dopo la spedizione di Napoleone Bonaparte, Denon pubblicò, sotto
forma di incisioni, le sue copie del soffitto del Tempio in "Voyage
dans la Basse et la Haute Egypte": opera che suscitò una
controversia riguardante l'esatta datazione dello Zodiaco,
nell'ambito della quale alcuni arrivarono ad attribuirgli decine di
migliaia di anni, altri migliaia, altri ancora solo poche centinaia.
Ci si chiese anche se si trattasse di un planisfero o di una carta
astrale. Sébastien Louis Saulnier, un mercante, commissionò a
Claude Lelorrain la rimozione del bassorilievo; l'operazione fu
effettuata con seghe, martinetti, speciali cesoie e polvere da sparo.
Lo Zodiaco fu così trasferito nel 1821 nella Parigi della
Restaurazione e collocato da re Luigi XVIII nella futura Bibliothèque
nationale de France nel 1822. Dal 1922 si trova nel Museo del Louvre.
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