La magia
simpatica è quella per cui, celebrando su una parte appartenente
a una persona o cosa un rito magico, si determina un effetto che
dalla parte si trasferisce all'intera persona o cosa pur assente e
distante dall'evento magico.
Il principio della similarità
L'antropologo James Frazer elabora un
modello di spiegazione della magia, retto da alcune leggi
fondamentali, come quella della similarità, in base alla quale il
simile genera il simile, su cui si fonda la "magia omeopatica";
invece la "magia contagiosa" è basata sulla legge di
contatto che prevede il proseguimento degli effetti, anche a
distanza, causati da un precedente contatto reciproco come avviene ad
esempio quando si rintraccerebbe una persona scomparsa tramite un
oggetto che gli apparteneva. Entrambe le correnti magiche, secondo
Frazer appartengono alla grande categoria che egli per primo, assieme
a Marcel Mauss, chiama della "magia simpatica" poiché
presuppongono una interazione a distanza.
Sempre nell'ambito della magia
simpatica viene fatta rientrare un tipo di magia omeopatica chiamata
anche imitativa o simbolica in quanto l'azione magica vuole nella
simbologia messa in atto ottenere un effetto desiderato. Un esempio
di magia imitativa è quello dei riti per far piovere: nello stretto
di Torres, fra l'Australia e la Nuova Guinea, il mago colloca una
pietra, che rappresenta l'uomo, in un buco scavato nel terreno e vi
versa sopra un liquido ricavato da varie piante, intorno vengono
collocate grandi foglie che simboleggiano le nuvole e una torcia
accesa, i fulmini, viene agitata sopra mentre i tamburi riproducono
il rumore dei tuoni; la pioggia arriverà quando il liquido colato
sulla pietra muterà aspetto. Lo stesso tipo di magia è il
presupposto della cura con piante medicinali come nel caso ad esempio
dello zafferano che dovrebbe curare l'itterizia.
La parte influisce sul tutto
Il riflesso della parte sul tutto è il
principio basilare della magia simpatica di cui troviamo un esempio
nel caso della "polvere di simpatia" che nel XVII secolo si
credeva potesse operare il risanamento di ferite o piaghe in modo
rapido in assenza del ferito spargendo un unguento costituito da
vetriolo polverizzato e gomma su un panno insanguinato o sull'arma
insanguinata che aveva provocato la ferita. Un altro caso di magia
simpatica è il cannibalismo simbolico o rituale per il quale chi
mangia alcuni organi introietta le particolari qualità
dell'individuo a cui sono stati tolti con maggiore efficacia se ciò
avviene quando è ancora in vita. Questo fenomeno è presente in
varie culture, anche molto distanti fra loro. Può quindi assumere
significati diversi, sebbene tipicamente riguardi la trasmissione di
virtù dal morto ai vivi o l'esorcizzazione dello spirito del morto.
Si ritiene che sia presente sin dai primordi della storia umana ed è
stato praticato fino all'epoca contemporanea.
Il "mana"
La magia simpatica si basa non solo
sulla prescrizione di comportamenti precisi da mettere in atto nel
rito magico ma anche su proibizioni: i primi costituiscono gli
incantesimi, i secondi i tabù, divieti magici, che se violati
portano a conseguenze disastrose. Questo avviene perché il
presupposto della magia è la credenza nell'esistenza del mana
termine d'origine melanesiana diffuso in molte lingue austronesiane
(melanesiane e polinesiane) che generalmente significa forza
sovrannaturale, potere spirituale, efficacia simbolica
e può essere tradotto con forza vitale.
Il mana, o il suo equivalente nelle
culture primitive, è da ricercarsi nella stessa presenza corporea
delle cose. In quanto un essere animato o inanimato, visibile o
invisibile, esiste e come tale viene considerato come dotato di una
sua forza vitale latente che evocata da un sacerdote costituisce
l'essenza stessa delle pratiche sciamaniche.
Soltanto se il rito è stato compiuto nella forma prescritta si
esprime il mana che il mago cerca di volgere a proprio vantaggio
mentre se è stata violata una proibizione magica solo un incantesimo
più potente potrà evitare le conseguenze dannose.
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