Ci sono prove del fatto che, oltre ad
essere un sistema di scrittura, le rune furono utilizzate
anche per propositi magici, dalle più antiche epigrafi
dell'età del ferro romana a quelle dell'età del ferro germanica,
con iscrizioni non linguistiche e la parola alu; un maestro
runico sembra essere stata dunque una persona versata nelle arti
runiche, comprese quelle magiche.
Il Sigrdrífumál contenuto
nell'Edda poetica menziona "rune della vittoria" da
incidere su una spada, "alcune sull'impugnatura ed alcune
sull'intarsio, e chiamare Týr due volte".
In tempi più moderni, il folclore e la
superstizione legati alle rune vennero trasmessi in forma di simboli
magici islandesi. All'inizio del XX secolo, il misticismo tedesco
crea nuove forme di "magia runica", alcune delle quali
continuate o sviluppate da aderenti all'etenismo; gli attuali sistemi
di divinazione runica sono basati sull'ermetismo,
sull'occultismo e sull'I Ching.
Testimonianze storiche
Tacito
È storicamente riconosciuto che i
popoli germanici adottavano varie forme di divinazione e mezzi per
leggere i presagi. Tacito (Germania 10) ne dà un resoconto
dettagliato (98 d.C.):
Attribuiscono la massima importanza al
trarre gli Auspicia e al tirare a sorte. La consueta procedura con la
sorte è semplice. Staccano un ramo da un albero in frutto e lo
tagliano a strisce; queste vengono segnate con diversi simboli e poi
lanciate a caso su un telo bianco. In seguito, il prete di stato, se
si tratta di un consulto ufficiale, o il padre di famiglia, se si
tratta di un consulto privato, offre preghiere agli dei e, rivolgendo
lo sguardo in cielo, raccoglie tre strisce, una alla volta, e, a
seconda del simbolo con cui erano state segnate, fa la sua
interpretazione. Se la sorte vieta un'impresa, quel giorno non viene
presa alcuna decisione sul tema in questione. Se invece la permette,
è richiesta un'ulteriore conferma traendo gli Auspicia.
Ci si chiede spesso se i "simboli"
si riferiscono specificamente alle rune o ad altri segni, entrambe le
interpretazione sono plausibili e Tacito non fornisce sufficienti
dettagli per accogliere una decisione definitiva.
Epigrafia
L'iscrizione sulla pietra di Kylver
termina con una runa legata impilata che combina sei rune Tiwaz
utilizzate per invocare il dio Týr, più quattro rune Ansuz per
invocare gli Æsir.
Le rune Ansuz e Tiwaz, in particolare,
sembrano aver avuto significati magici nel primo periodo del Fuþark
antico. L'istruzione Sigrdrífumál del "chiama Týr due
volte" ricorda le doppie o triple rune legate impilate di Týr,
trovate, ad esempio, sul Seeland-II-C o sull'amuleto di Lindholm
nella sequenza aaaaaaaazzznnn-b- muttt, che oltre al Týr
impilato include la rip
etizione multipla di Ansuz, ma anche
una tripla occorrenza di Algiz e Naudiz.
Molte iscrizioni contengono anche
enunciati privi di significato interpretati come canti magici, come
"tuwatuwa" (Bratteati di Vadstena e Mariedamm), aaduaaaliia
(DR BR42) o g͡æg͡og͡æ (Bratteato di Undley), g͡ag͡ag͡a
(Kragehul I).
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