mercoledì 26 maggio 2021

Magia popolare

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Con il termine di magia popolare (o bassa magia) si indicano quelle pratiche di magia, guarigione e divinazione più o meno superstiziose, praticate in Europa soprattutto presso le classi più popolari, tra il tardo XV secolo e la prima metà del XX secolo. La Magia popolare si contrappone solitamente alla Alta Magia o magia cerimoniale, la quale era invece solitamente praticata presso le classi sociali più colte ed agiate.
I praticanti di queste arti prendevano nomi diversi a seconda dei paesi e delle regioni europee. In Inghilterra erano chiamati cunning folk (gente scaltra) o più raramente white witches (streghe bianche). In Francia devins-guérisseurs e leveurs de sorts, nei Paesi Bassi toverdokters o duivelbanners, in Germania Hexenmeister o Kräuterhexen, in Spagna curanderos, in Portogallo curandeiros/as, benzedeiros/as o mulheres de virtude, in Danimarca kloge folk, in Svezia klok gumma o klok gubbe (vecchi saggi). Per quanto riguarda l'Italia si guardi sotto la sezione apposita.
Molto spesso i praticanti di queste arti venivano arrestati e puniti con l'accusa di praticare la stregoneria, subendo in certi secoli anche delle vere e proprie forme di persecuzione (caccia alle streghe).
La medicina praticata poteva essere superstiziosa, ma spesso si accompagnava alla conoscenza ed uso delle proprietà curative delle erbe, che invece la medicina ufficiale dell'epoca disconosceva. Nella categoria dei praticanti di queste arti rientravano spesso le levatrici. Inoltre, soprattutto nei paesi britannici, i domatori di cavalli ed i fabbri erano ritenuti custodi di segreti magici.

Italia

In Italia queste pratiche magiche, divinatorie e di guarigione sono nate dal sincretismo tra precedenti pratiche pagane con il culto cristiano, tanto è vero che diffusissimo era l'uso di incanti e preghiere che prevedevano l'utilizzo del nome dei santi e della madonna. I nomi dei praticanti di queste arti in Italia variano da regione a regione, tra questi si ricordano quelli più generici e diffusi di praticone, magara, fattucchiera. Herbane è il nome delle esperte nelle proprietà della vegetazione. I Benandanti del Friuli, studiati dall'antropologo Ginzburg in un celebre saggio, sono tra i più conosciuti.
Il ruolo primario di questi praticanti, come nel resto d'Europa, era quello di guaritori, sia con l'uso delle erbe, che attraverso rituali, divinazioni e pratiche spirituali. La guarigione spirituale era creduta avvenire attraverso l'uso di un potere chiamato la forza, la virtù o il Segno. Spesso esso veniva trasmesso segretamente all'interno della famiglia e conservato gelosamente. Questa forma di guarigione consisteva spesso nella rimozione del malocchio o di altre forme di presunte maledizioni.
Poiché molte di queste pratiche in certe zone d'Italia sono sopravvissute più a lungo che nel resto d'Europa, soprattutto in campagna o nel Sud, ciò ha permesso il loro studio diretto da parte di antropologi e studiosi del folklore. Uno dei più celebri fu Ernesto de Martino.
L'antropologa italo-americana Sabina Magliocco ha sottolineato inoltre la credenza di questi praticanti di avere a che fare con creature soprannaturali e spiriti, sia benevoli (che li avrebbero aiutati) sia maligni, contro cui combattere. Tra questi ultimi i morti inquieti, i diavoli o le streghe soprannaturali, capaci di causare il male alle persone. Tra gli spiriti benevoli invece facevano parte oltre a santi e beati, spesso anche gli antenati e i cari estinti, che venivano chiamati in soccorso. Anche oggetti di varia natura venivano utilizzati per aiutare in queste pratiche, come corde per legare o sciogliere, coltelli e forbici per tagliare via il male, specchi e scodelle dove praticare la divinazione, o armi e fruste schioccanti, per spaventare e scacciare gli esseri malevoli.



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