sabato 26 ottobre 2019

Lista di presunte creature extraterrestri


Questa è una lista delle presunte creature extraterrestri avvistate durante incontri ravvicinati associati agli UFO. Gli UFO sono "oggetti volanti non identificati" così definiti perché, secondo una convinzione piuttosto diffusa, non sarebbero riconducibili a tecnologie esistenti o fenomeni noti alla scienza.



Nome
Descrizione
Chupacabra Secondo alcuni questo mostro che è solito dissanguare le prede sarebbe una creatura aliena.
Deros e Teros Umanoidi che hanno dato origine alle leggende di troll, gnomi e folletti che si racconta vivano sottoterra o sotto il livello del mare.
Goblin di Kelly-Hopkinsville Alieno dalle grandi orecchie a punta, occhi che brillano, mani con artigli e zampe gialle e sottili. Dimensione stimata da due a quattro piedi.
Felinoidi Grandi umanoidi con i tratti di un felino e una folta peluria che ricopre il loro corpo. Sono caratterizzati da una grande saggezza e intelligenza e non sarebbero aggressivi nei confronti degli esseri umani.
Grigi Piccoli umanoidi con la pelle grigia, solitamente alti 3-4 piedi, occhi completamente neri a mandorla, niente naso, una bocca molto piccola e mani con 3 o 4 lunghe dita. Sono gli alieni visti con maggiore intensità e sono i principali "colpevoli" di abduction.
Horus-Ra Creature parassitarie conosciute come Horus-Ra per via della loro somiglianza con il dio egizio. Vengono descritte come molto alte e capaci di comunicare solamente tramite telepatia. Quando si impossessano di un corpo si nutrono della sua energia.
Insettoide Umanoidi con le sembianze di insetto. Tra i casi di rapimento alieno ne sono stati segnalati alcuni con le fattezze di mantide religiosa.
Lux Esseri di pura energia che si nutrono dell'energia dei corpi di cui entrano in possesso. Secondo le testimonianze delle vittime l'ospite si sente sempre molto stanco e sviluppa una forte spiritualità, pregando molto spesso, poiché è il modo con cui questi esseri riescono a nutrirsi più efficacemente.
Mostro di Flatwoods Alto umanoide con una testa a forma di vanga, avvistato a Flatwoods, Virginia Occidentale.
Alieni nordici
  • Detti anche Fratelli dello spazio;
  • Pleiadiani;
  • Venusiani
  • Bianchi alti
Alieni descritti in molti casi di contatto come identici agli scandinavi ma di statura più elevata.
Omini verdi Piccoli umanoidi verdi protagonisti in rari casi di abduction e contatti. Sono tuttavia i protagonisti di molti film e libri.
Uomo falena Grande umanoide alato, descritto come molto alto, con occhi rossi incandescenti, un corpo grigio e grandi ali.
Uomo rettile Umanoidi con tratti di rettili che le teorie del complotto indicano come dominatori del mondo. Sono malvagi e alcuni ritengono siano coloro che controllano i grigi.





venerdì 25 ottobre 2019

Charles Fort

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Charles Hoy Fort (Albany, 6 agosto 1874 – New York, 3 maggio 1932) è stato uno scrittore e ricercatore statunitense del paranormale.
Fort è conosciuto per i suoi libri, la cui caratteristica principale è una sorta di stile sarcastico e beffardo, con un forte senso dell'humour, con il quale descriveva eventi strani ed inesplicabili tratti di solito da riviste scientifiche e quotidiani dell'epoca. I suoi libri hanno successo e sono costantemente in ristampa. L'aggettivo fortiano (fortean) è di solito utilizzato per descrivere diversi fenomeni anomali.

Biografia
Charles Hoy Fort nasce ad Albany da genitori tedeschi. Suo padre è un droghiere autoritario e violento. Si può ritenere che la mancanza di fiducia nel concetto di autorità da parte di Fort sia dovuto al duro trattamento che gli venne riservato dal padre. In ogni caso sviluppò, durante la sua giovinezza, un forte senso di indipendenza.
Quando era ancora piuttosto giovane Fort si considerava un naturalista, forte di una collezione di conchiglie marine, minerali e uccelli. Curioso e intelligente, il giovane Fort non eccelleva a scuola, nonostante possedesse una spiccata arguzia, abbinata ad una grande conoscenza del mondo.
Così all'età di 18 anni, Fort lasciò New York per un viaggio attorno al mondo "per fare esperienza". Viaggiò attraverso gli Stati Uniti occidentali, la Scozia, e la Gran Bretagna, fino ad arrivare in Sudafrica dove si ammalò. Ritornato a casa venne curato dalla futura moglie Anna Filing, una ragazza che conobbe durante la sua infanzia. Il successo come scrittore di racconti fu intermittente tra periodi di grande povertà e di depressione.
Fort scrisse dieci romanzi, ma uno solo, Il fabbricante di vagabondi (The outcast manufacturers) del 1906 venne pubblicato. Ebbe un giudizio positivo dalla critica, ma fu un insuccesso commerciale.
Nel 1915 Fort iniziò a scrivere due libri, intitolati X e Y ; nel primo si affermava l'idea che esseri presenti su Marte erano in grado di condizionare gli eventi sulla Terra, mentre nel secondo si postulava la presenza di una civiltà malvagia esistente al Polo Sud. Questi libri catturarono l'attenzione dello scrittore Theodore Dreiser, che tentò di pubblicarli ma senza successo. Scoraggiato dal suo fallimento, Fort bruciò il manoscritto, ma presto si rimise al lavoro per scrivere il libro che avrebbe cambiato il corso della sua vita, Il libro dei dannati. Il titolo si riferiva a "informazioni maledette", che Fort collezionava, fenomeni dei quali la scienza non si occupava o che erano semplicemente ignorati o rifiutati.

Fort e l'inspiegabile
La relazione di Fort con lo studio di fenomeni anomali è frequentemente fraintesa e travisata. Per più di 30 anni Charles Fort fu un assiduo frequentatore di biblioteche di New York e di Londra. Fu un assiduo lettore di riviste scientifiche, quotidiani, periodici, collezionando annotazioni su fenomeni che non erano accettati dalle teorie scientifiche del suo tempo.
Tra questi fenomeni possiamo annoverare quelli riferiti all'occulto, ai fenomeni paranormali e supernaturali, per esempio teletrasporto, un termine creato molto probabilmente da lui stesso - poltergeist, piogge di rane o di pesci, di materiali inorganici su di un'area sorprendentemente vasta, cerchi nel grano, rumori ed esplosioni inspiegabili, autocombustione, levitazione, misteriose apparizioni e sparizioni, ruote giganti di luce apparse sull'oceano e animali ritrovati al di fuori del loro normale habitat.

Gli scritti
Fort documentò numerosi rapporti di oggetti anacronistici (oggi chiamati anche OOPART, o reperti "fuori dal tempo"), reperti archeologici o paleontologici di difficile collocazione storica che l'ambiente accademico tende a far rientrare all'interno delle teorie accettate, relegando le altre interpretazioni nella categoria della pseudoscienza. Molti di questi fenomeni sono ormai, nell'insieme, convenientemente citati come fenomeni forteani, mentre altri hanno sviluppato la propria scuola di pensiero, per esempio gli UFO nell'ufologia, o rapporti non confermati di animali classificati nella criptozoologia.
Per tutta la vita Fort raccolse decine di migliaia di annotazioni: si dice che ne abbia compilate almeno 40.000, ma probabilmente sono molte di più.[senza fonte] Queste venivano addirittura raccolte su scatole da scarpe. Vi sono anche annotazioni prese su piccoli quadratini di carta, scritti con una stenografia inventata dallo stesso Fort. Alcune di queste annotazioni sopravvivono oggi in una collezione dell'Università della Pennsylvania. Frequentemente depresso e scoraggiato, Fort distruggeva i suoi lavori, ma era sempre in grado di riprendersi. Alcune note vennero gradualmente pubblicate dalla Fortean Society fino alla sua dissoluzione.
Grazie alle sue ricerche Fort scrisse sette libri, di cui solo quattro sopravvivono: Il libro dei dannati (1919), Nuove terre (1923), Lo! (1931) e Talenti selvaggi (1932); uno dei libri fu scritto tra Nuove Terre e Lo!, ma fu abbandonato e assorbito in quest'ultimo.
Comprendere i libri di Charles Fort richiede tempo e sforzo: il suo stile è complesso, violento e poetico, satirico e perspicace, profondo e occasionalmente sconcertante. Molte idee venivano abbandonate e poi riprese nel corso di alcune pagine; offriva dati ed esempi, sui quali effettuava diversi confronti, con conclusioni che dopo poche pagine abbandonava. Fort era profondamente non ortodosso e criticava gli esami accurati della scienza ortodossa che, secondo lui, falliva in continuazione. Forte dei suoi attacchi, Fort dimostrava il ridicolo delle spiegazioni convenzionali intercalando le sue teorie.
Fort suggeriva che vi fosse per esempio un super Mar dei Sargassi nel quale tutto scompariva, giustificando tale sua teoria notando che i dati collimavano con le spiegazioni convenzionali. Il modo con il quale Fort credeva alle sue teorie, o a qualsiasi altra, ci viene dato da una sua risposta: "Io non credo a nulla di ciò che ho scritto". (In altre parole, i fatti sono indeterminati: per ogni serie di fatti, vi possono essere più teorie che li spiegano adeguatamente; al giorno d'oggi questo approccio è spesso accettato, ma ai tempi di Fort era estremamente controverso).
In base a tali esempi, alcuni scettici e critici hanno frequentemente considerato il Fort come un credulone ingenuo, accusa che i suoi ammiratori hanno sempre smentito con forza.

La sua concezione del metodo scientifico
Più volte nei suoi scritti, Fort si concentrava su pochi e fondamentali punti di vista che sono frequentemente dimenticati nelle discussioni nella definizione di scienza: i limiti tra scienza e pseudoscienza sono fuzzy (ossia indefiniti), e tali limiti cambiano con il tempo, laddove vi è una forte influenza sociologica su ciò che è considerato 'accettabile' o 'dannato'.
Analogamente, lo scrittore John Michell osserva che "Fort, con grande ironia fa notare che lo stesso esperimento che produce due risultati differenti, gratifica in egual misura entrambi gli sperimentatori". Fort nota che se gli esperimenti controllati - un pilastro del metodo scientifico - possono produrre una vasta varietà di risultati in relazione a chi li fa, il metodo scientifico stesso potrebbe essere messo in dubbio, o almeno introdurre dei notevoli gradi di incertezza.
Fort inoltre fa notare che se i fatti sono obiettivi, come gli stessi fatti sono interpretati dipende da chi li sta interpretando e in quale contesto. Vi sono per esempio punti di vista che non sono stati accettati fino all'inizio del XXI secolo.
Vi sono molti fenomeni nei lavori del Fort che solo ora sono stati parzialmente o interamente "recuperati" dalla comunità scientifica, ma molte sue idee sono considerate al limite della scienza, o al di là, nel campo del paranormale o dello stravagante. Fort ha sempre rifiutato di abbandonare tale territorio posto tra scienza e assurdo. Tra i più importanti contributi del Fort vi è il concetto e la parola di "teletrasporto", per definire eventi, da lui documentati, di strane apparizioni e sparizioni. Forse fu anche la prima persona che per spiegare tali strani fenomeni di teletrasporto ipotizzò rapimenti alieni, e fu uno dei primi a proporre l'ipotesi extraterrestre.
Molti considerano strano che Fort, un uomo così scettico, e così disposto a criticare il metodo scientifico, fosse così desideroso di raccogliere storie strane come - per esempio di piogge di rane, o di pesci, dal cielo.
Fort in relazione a tali critiche faceva osservare che: "Io offro i dati. Voi fate come vi pare". Le teorie e le conclusioni che Fort presentava spesso provenivano dalla stessa sorgente di quelle che Fort chiamava "la scienza ortodossa e convenzionale".
I lavori del Fort hanno - su poche pagine - riportato di strani eventi che originariamente erano pubblicati su rispettabili riviste scientifiche o quotidiani come lo Scientific American, The Times, Nature, e Science.
Più volte il Fort faceva notare, mentre alcuni fenomeni in relazione a quella o altre sorgenti venivano tutti conservati gelosamente dalla scienza, molto spesso, rapporti di fenomeni insoliti e inspiegabili venivano ignorati, o erano bellamente nascosti sotto il tappeto. E nonostante Fort ripetutamente affermasse che tali eventi venivano nascosti, egli ripetutamente scriveva: "parole al vento".

In anticipo sul suo tempo
A Fort non importava se i suoi dati e teorie fossero accurate: il suo punto di vista era quello di ipotesi alternative, una realtà che poteva anche coincidere con le stesse ipotesi della scienza ortodossa, ma che tali erano solo una parte delle possibili spiegazioni, non necessariamente più giustificabili di altre. Tuttavia bisogna dire che era un ricercatore in anticipo nel suo tempo. Nel Libro dei dannati mostra l'influenza dei valori della società e che ciò che dovrebbe essere considerato un "paradigma" sul quale gli scienziati considerano essere "vero". Questo anticipa i lavori di Thomas Kuhn. Nello stesso modo l'approccio alla scienza del "tutto fa brodo" di Paul Feyerabend è simile a quello del Fort.
A Fort dobbiamo il grande contributo di aver riso della scienza. Tuttavia molti dei fenomeni che la scienza rifiutava al suo tempo sono stati successivamente dimostrati come fenomeni oggettivi. Comunque il Fort non si faceva condizionare e continuava a conservare tutte le informazioni che aveva raccolto nel corso degli anni nonostante le numerose critiche che riceveva dai suoi contemporanei. Fort fu anche un umorista e parodista quanto scienziato. Pensava che troppo spesso gli scienziati si prendevano troppo sul serio ed erano troppo inclini all'arroganza e al dogmatismo. Fort utilizzava l'umorismo per i propri fini, e considerava la mancanza di questo come un punto debole della scienza e degli scienziati.
Venne anche considerato il padre della moderna scienza sul paranormale, non solo per il suo interesse ai fenomeni strani, ma anche per la sua "moderna" attitudine verso la religione, verso lo spiritualismo del XIX secolo, e la concezione del dogma scientifico.

Le pubblicazioni e i libri
La collezione di lavori del Fort sono pubblicati da Dover Book e ogni testo è disponibile in edizione recente.
Il lavoro di Fort di compilazione e di commento a fenomeni anomali ripresi da riviste scientifiche e quotidiani è stato ripreso e apprezzato da William R. Corliss, i cui libri autopubblicati raccolgono una collezione di note del Fort unita ad una spiccato senso dello humor, alternato a momenti di severità, e larghezze di vedute. Le note del Corliss rivaleggiano con quelle del Fort, pur essendo significativamente meno criptate e abbreviate.

I seguaci di Fort
I lavori di Fort hanno ispirato altre persone a considerarsi suoi seguaci e a farsi appellare Forteani. Il primo di questi è lo sceneggiatore Ben Hecht, che in una recensione del Libro dei Dannati dichiara: "Mi considero il primo discepolo di Charles Fort ... d'ora in avanti consideratemi un Forteano".
In realtà ciò che si può considerare come Forteano è materia di discussione; il termine si applica ad una grande varietà di posizioni: dai Forteani puristi che si dedicano al metodo e agli interessi del Fort, a coloro che si aprono e sono attivi nell'accettare l'attualità dei fenomeni paranormali e a posizioni che con il Fort non dovrebbero avere nulla a che fare.
In generale, i Forteani si considerano coloro che possiedono un grande interesse per i fenomeni inspiegabili in un campo dello scibile molto vasto, più precisamente per quello che riguarda il mondo naturale, e avere sviluppato uno "scetticismo agnostico" riguardo ai fenomeni anomali di cui si discute. Per Hecht, per esempio, essere Forteano significava santificare la distruzione del concetto di autorità in tutte le sue forme, sia religiose, che scientifiche, politiche, filosofiche o di qualsiasi altro genere. Naturalmente includeva l'attuale credenza della materia magica definita nei lavori del Fort.
La Fortean Society fu fondata dal Fort e dai suoi amici, e venne condotta, in modo semi serio, dallo scrittore Tiffany Thayer, esattamente come la filosofia ispiratrice di Fort stesso. Tuttavia Fort disconobbe la società rifiutandone la presidenza; per attirarlo al meeting inaugurale fu persino adescato da falsi telegrammi. Essendo una personalità non autoritaria, Fort rifiutò di definire se stesso come autorità, e si oppose ulteriormente a porre le fondamenta a ciò che avrebbe dovuto essere un polo di aggregazione per un gruppo di spiritualisti, zeloti, e oppositori della scienza; ossia di coloro che credevano nei fenomeni che avevano scelto, era esattamente il contrario del Forteanismo. È ironico, poi, che dopo tale considerazioni fatte dallo stesso Fort si siano costituiti diversi gruppi forteani e la creazione di una rivista, Fortean Times, la cui prima pubblicazione risale al novembre 1973, una autorevole consacrazione del giornalismo Fortiano, che combina humour, scetticismo e ricerca seria in soggetti ed argomenti che la comunità scientifica e le autorità spesso disprezzano. Vi è anche una International Fortean Society Organization (INFO), ed altre società Forteani, con sede a Edimburgo e all'Isola di Wight.
In Italia è presente la Società Fortiana Italiana.
La rivista britannica Fortean Times, pur ispirandosi nel nome a Charles Fort, non ha alcun collegamento con la Fortean Society.

Citazioni
Come scrittore Fort possedeva uno stile raffinato, in grado di mescolare passione e poesia; i suoi libri erano pieni di citazioni cariche di humour.
  • "Abbiamo una serie di fatti che la scienza ha escluso. Una schiera di maledetti, capitanati da pallidi dati che sono stati esumati, marceranno. Leggeteli o vi sommergeranno.
  • "Vi sono molti scienziati che credono nella rabdomanzia: mi viene il sospetto, che dopo tutto che tutto questo sia una fantasia".
  • "Per misurare un cerchio, da qualche parte bisogna iniziare".
  • "Non posso accettare che il prodotto della mia mente sia materia soggetta a credenze".
  • "Penso che non sia sportivo nascondere le frodi. Accettiamo ogni cosa. Poi cerchiamo una spiegazione".
  • "Non posso concepire niente, in religione, scienza o filosofia, che sia qualcosa in più della cosa giusta da indossare per un momento."
  • "Ma il mio più vivo interesse non è tanto nelle cose, quanto nella relazione tra le cose. Ho speso molto tempo pensando alle presunte pseudo-relazioni che vengono chiamata coincidenze. Che accadrebbe se alcune di esse non lo fossero?"
  • "Il destino di tutte le spiegazioni è quello di chiudere una porta solo per spalancarne un'altra."
  • "La Terra è una fattoria. Siamo proprietà di qualcun altro."
  • "Se esiste una mente universale, deve essere sana?"


giovedì 24 ottobre 2019

Mirin Dajo

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Arnold Gerrit Henske, meglio noto con lo pseudonimo di Mirin Dajo (Rotterdam, 6 agosto 1912 – Winterthur, 26 maggio 1948), è stato un fachiro olandese, che si esibiva principalmente in Olanda e in Svizzera. Divenne famoso per la capacità di trafiggere il proprio corpo con lame di spada e ingoiare vetro e altri oggetti acuminati, apparentemente senza sanguinare e senza provocarsi danni interni permanenti, cosa che suscitò persino l'interesse della comunità medica dell'epoca. Non fu mai dimostrato, infatti, che le sue performance fossero falsificate. Un articolo del «Time» del 23 giugno 1947 riportava che Dajo si era fatto trafiggere cuore e polmoni da una spada all'ospedale di Basilea, al fine di convincere i medici delle sue capacità, e che in tale circostanza si era recato nella sala per i raggi X camminando sulle proprie gambe, con la spada ancora conficcata nel petto.
Mirin Dajo non fornì mai una spiegazione scientifica o tecnica della sua apparente invulnerabilità, asserendo che era conseguenza della sua profonda fede in Dio. Sostenne anche di avere avuto esperienze paranormali fin da piccolo e di essere assistito dai suoi angeli custodi, con cui dialogava telepaticamente.
L'11 maggio 1948 Dajo ingerì volontariamente un grande chiodo d'acciaio. Il chiodo fu rimosso due giorni dopo, ma Dajo non si riprese mai. Rimase in uno stato di apparente trance per una decina di giorni, dopodiché venne dichiarato morto. Il medico legale che eseguì l'autopsia dichiarò che il decesso era avvenuto per dissecazione aortica, ma questa diagnosi fu contestata da altri medici e dall'assistente di Dajo.


martedì 22 ottobre 2019

Grotte alchemiche

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Le grotte alchemiche sono tre presunti tunnel sotterranei di Torino, in Piemonte. Secondo le pseudoscienze esoteriche, sono considerate vere e proprie "porte" per altre dimensioni parallele dai seguaci dell'occulto, e pare che fossero luogo di ritrovo di vari parapsicologi, esoterici e alchimisti nei secoli, da cui il nome.
Le grotte alchemiche coinciderebbero con la comprovata esistenza di piccoli tratti di antichi passaggi sotterranei sotto il centro storico di Torino, fatti costruire principalmente da e per antichi appartenenti a Casa Savoia, già a partire dal XIV-XV secolo.
Secondo molte leggende, le grotte alchemiche sarebbero comunque di ignota ubicazione, anche se furono ipotizzati i seguenti siti:
  • la prima grotta sarebbe situata nei sotterranei del Palazzo Reale di Torino, secondo l'esoterismo il "cuore magico bianco" della città (vertice di un "triangolo bianco" con Praga e Lione), e connessa a sua volta con Piazza Statuto (in particolare, il Monumento ai Caduti del Frejus), presunto "cuore magico nero" (vertice di un "triangolo nero" con Londra e San Francisco). Per alcuni, questa grotta-tunnel sarebbe stata larga quanto una carrozza, permettendo un collegamento segreto dei vari sovrani sabaudi che, dalla loro residenza, raggiungevano amanti e collaboratori fin verso il lontano Castello di Rivoli, posto a occidente.
  • la seconda grotta, invece, collegherebbe l'antica Porta Fibellona (Piazza Castello), ingresso orientale della città, con i sotterranei di Via Garibaldi, in direzione Piazza Palazzo di Città, e di Via Po, almeno fino alla Chiesa della SS. Annunziata e fu costruita, probabilmente, per fini strategico-militari. Per altri ancora, essa proseguirebbe ancora più a oriente, addirittura passando sotto il Po, per giungere nei sotterranei della Chiesa della Gran Madre, oltre le rive del fiume, dove sarebbe esistito un antico culto egizio legato a Iside.
  • la terza grotta, infine, sarebbe inespugnabile e nota soltanto a pochissimi al mondo e conserverebbe la pietra filosofale.
Se la prova di alcuni piccoli tratti sotterranei (in gran parte chiusi) sotto il centro storico, anticamente utilizzati come collegamenti segreti tra le chiese per vari politici, e l'esistenza di un antico laboratorio alchemico sabaudo sotto Palazzo Reale furono effettivamente ritrovati, la prova di reperti strettamente legati all'esoterismo lascia spazio soltanto a ipotesi occultistiche.


lunedì 21 ottobre 2019

Idrocolonterapia

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L'idrocolonterapia o lavaggio colico è lo svuotamento del colon, attraverso una macchina. Si differenzia dal clistere in quanto la soluzione introdotta è superiore. Si tratta di una pratica molto complessa, effettuata solitamente in centri specializzati. Questa pratica è priva di fondamento scientifico e può comportare rischi e conseguenze per la salute.



domenica 20 ottobre 2019

Impronte degli Dei

Impronte degli dei. Alla ricerca dell'inizio e della fine



Il libro costituisce un'indagine semi-scientifica atta a dimostrare che alcuni siti archeologici terrestri (Piramidi di Giza, Angkor Wat in Cambogia ed altri), che per quanto ci dicono l'archeologia e l'egittologia ortodossa sono stati edificati qualche migliaio di anni fa, siano in effetti molto più antichi. Ad esempio le Piramidi d'Egitto e la Sfinge non sarebbero state edificate circa 4.500 anni fa, cioè nel 2.500 a.C. ai tempi dei faraoni della IV dinastia, come oggi comunemente accettato, ma nel 10.500 a.C., cioè 12.500 anni fa ai tempi dell'ultima glaciazione.
A sostegno di queste tesi le indagini eseguite dai geologi Robert Schoch e John Anthony West, che nel 1996, incaricati di studiare i segni di corrosione sulla Sfinge, hanno concluso che essi potessero risalire a circa 7.000 anni fa, quando ancora l'Egitto non era arido come adesso. Meno scientifiche le indagini eseguite utilizzando il software Skyglobe, secondo le quali la costellazione che la Sfinge riprodurrebbe, ossia il Leone, non sarebbe stata visibile da Gizeh nel periodo della presunta edificazione della Sfinge intorno al 2.500, bensì nel 10.500 a.C.
Analoghi ragionamenti sono fatti per il monastero di Angkor Wat o le statue dell'isola di Pasqua, come dire che alcuni siti terrestri sarebbero lo specchio in cielo di quello che i loro costruttori vedevano nel 10.500 a.C. (la costellazione di Orione per le piramidi, la costellazione del drago per Angkor Wat e via dicendo). Infatti Lo specchio del cielo sarà il titolo italiano di uno dei successivi libri di Hancock, che tratterà gli stessi temi.
Nel libro si ipotizza anche che una civiltà evoluta, estintasi appunto 10.500 anni fa ai tempi dell'ultima glaciazione (l'Atlantide di cui parlava anche Platone), fosse in qualche modo sopravvissuta e con le sue conoscenze sarebbe stata la sola in grado di costruire le Piramidi e gli altri monumenti in questione. Questa teoria è ripreso nel film hollywoodiano 10.000 A.C. dal regista Roland Emmerich, che si ispirerà ad Hancock anche per la realizzazione di 2012, come ammette negli extra del blu-ray.


sabato 19 ottobre 2019

Iridologia

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L'iridologia è una pratica basata sull'osservazione dell'iride dell'occhio che, da coloro che la propongono, viene considerata una forma di analisi sullo stato di salute di un individuo. Si tratta di una pratica da considerare pseudoscientifica, non esistendo alcun fondamento alle sue teorie o alcun riscontro scientifico e fattuale che la convalidi. Diversi studi ne hanno provato l'inefficacia.
Secondo chi propugna l'iridologia, guardando l'iride di una persona, si potrebbe determinare l'esistenza di un problema non solo relativo all'iride stessa, bensì anche ad altri organi del corpo, fino a spingersi alle capacità mentali e psicologiche della persona. Gli iridologi, con la loro pratica, sostengono di poter determinare quale organo sia malato, anche in assenza di sintomi, ma non quale sia la presunta malattia.

Storia
L'iridologia è nata in Ungheria nel tardo XIX secolo, ma già in passato si trovano tracce di studi sull'iride. Il primo testo che descrive le caratteristiche riflesse sull'iride è la Chiromantica Medica del fisico Meyens. Nelle medicine antiche vi sono i primi rudimenti di iridologia: nella cultura egizia l'occhio è per l'uomo ciò che il sole è nel sistema solare, da qui il culto per l'occhio di Horus. Nei papiri medici dell'antico Egitto (1500 a.C.) compaiono riferimenti all'analisi dell'occhio in relazione con le malattie. Nella tradizione medica cinese l'osservazione dell'occhio e dell'iride era utilizzata in senso diagnostico, legando le varie zone dell'iride e della sclera agli elementi costitutivi dell'uomo secondo agopuntura. In alcuni documenti mesopotamici risalenti al 669 a.C. si fa cenno alla presunta relazione esistente tra la variazione del colore dell'occhio con le malattie epatiche o con la vicinanza della morte.
L'iridologia moderna nasce con la pubblicazione della prima topografia iridea nel 1886 sulla rivista Homeopätische Monatsblätter del Dottor Ignatz von Peczely; il primo testo pubblicato dallo stesso autore nel 1880, Scoperte nel regno della natura e arte di guarigione; secondo una tradizione del 1837, von Peczely all'età di dieci anni catturò un gufo nel giardino della sua casa in Ungheria, nel tentativo di fuggire dalla mano del suo predatore il gufo si ruppe una zampa e von Peczely notò immediatamente che gli si era formata una macchia nell'iride nel punto della posizione che nel grafico dell'iride corrisponde alla gamba; questo segno colpì molto il giovane Peczely il quale a distanza di tempo notò un fenomeno simile in un'iride umana, in seguito ai suoi studi di medicina divenne noto come "il medico che poteva formulare una diagnosi osservando gli occhi".
Nello stesso periodo un altro ricercatore, il Reverendo svedese Nils Liljequist pubblica le prime osservazioni sulla variazione del colore delle iridi a seguito dell'assunzione di chinino e di iodio, nell'opera On Oegendiagnosen descrive in dettaglio le osservazioni del colore dell'iride dopo l'assunzione protratta di sostanze chimiche; il suo interesse per l'iride iniziò nel 1864 quando notò alcune alterazioni di colore nelle sue stesse iridi. Una cosa interessante è che i due ricercatori disegnarono una mappa iridologica simile pur non essendo a conoscenza l'uno del lavoro dell'altro. Altre scoperte si devono al pastore Felke, che studiò i tipi costituzionali e il loro legame con la terapia omeopatica. All'inizio del secolo scorso l'iridologia si diffonde in Europa e negli Stati Uniti.

Descrizione
La parola iride deriva dal greco e significa arcobaleno per la sua colorazione o aureola perché è considerata come un'aureola che circonda la pupilla, è la sua pigmentazione che conferisce all'occhio il colore che lo caratterizza.
Secondo l'iridologia, l'iride sarebbe una speciale carta topografica che riprodurrebbe, nel suo piccolo, tutta la mappa del corpo umano, la sua anatomia, le sue funzioni: un minuscolo archivio in cui sarebbero trascritti la salute dei nostri organi e il benessere dell'anima. L'iridologia è, secondo alcuni, un metodo di analisi, essa sarebbe la valutazione dell'integrità dei tessuti, chiamati collettivamente costituzione perché comprende punti di forza e di debolezza intrinseca; tale analisi, secondo i seguaci dell'iridologia, può forse riconoscere forze e debolezze della costituzione individuale risalendo anche per quattro generazioni. L'affermazione non è supportata da nessuna prova scientifica. L'iridologo in base alla macchie e alle sfumature cromatiche dell'iride o alla forma della corona riuscirebbe ad individuare il tipo di costituzione del paziente (linfatica, ematogena, disbiotica, etc....) ed i possibili segni evoluti delle sue patologie, scoprendo alcune volte, secondo alcuni, le cause di quei disturbi che sfuggono ad una sicura definizione.
L'iridologia si baserebbe, secondo alcuni, sull'osservazione di un organo, unico non ricoperto da membrane opache, nel pieno svolgimento delle sue funzioni biologiche.
Non esistono comunque prove scientifiche a favore di questa teoria, che risulta quindi essere una forma di pseudoscienza.
Lo stress può determinare quindi l'insorgenza di malattie organiche. In una valutazione energetica con l'esame dell'iride, si osserverebbe, secondo questa teoria, la lucentezza dell'iride, la sua velocità di contrazione, le presenza o meno di tessuto appartenente ad altre strutture oftalmiche.

Iridologia costituzionale
I tre pilastri dell'iridologia sono:
  • lo studio del terreno individuale
  • le mappe iridologiche
  • i segni iridologici.
Secondo la teoria dell'iridologia, le iridi si distinguono in tre gruppi principali: linfatiche, ematogene, miste, originando tre tipi di costituzioni principali distinte poi in successivi sottogruppi. Tale metodo di studio sarebbe risultato tuttavia ultimamente troppo rigido e insufficiente a descrivere ogni tipologia di iride; uno dei sistemi più recenti è quello adottato da H.P.Willy Hauser - direttore della scuola di iridologia del Felke Institute e continuatore dell'opera di Josef Deck - che prevede uno studio per segni iridologici senza uno schema rigido; secondo tale metodo si definiscono: costituzioni, disposizioni e diatesi.
  • Nella costituzione si prende in considerazione il colore di fondo dell'iride.
  • Nelle disposizioni si analizzano le fibre connettivali che costituiscono la trama.
  • Nelle diatesi si analizzano la presenza di colorazioni aggiunte al colore.

Sclerologia
La sclerologia è quella branca dell'iridologia che si interessa dello studio della parte bianca del bulbo oculare (sclera) attraverso l'analisi dei capillari, della loro forma e della loro localizzazione. Sostenitori della sclerolgia hanno proposto una mappa dettagliata delle aree della sclera che corrispondono ai vari organi. Secondo loro si possono leggere i vari organi sulla sclera a seconda della presenza o assenza di capillari in quella zona oppure attraverso variazioni della forma del capillare, del vaso sclerale.

La mappa dell'iride di Bernard Jensen
Nella mappa di Jensen si sono individuate 166 cosiddette aree, 80 nell'iride destra e 86 in quella sinistra. Per identificare meglio le specifiche zone si considera la mappa che corrisponde ad un'iride come il quadrante di un orologio, ad esempio l'area corrispondente al cervello occupa la posizione tra le 11 e le 13, i polmoni e la cassa toracica sono alle 3 nell'iride sinistra, le gambe alle 6. Le aree si configurano sia in senso circolare che radiale, cioè vi sono cerchi concentrici divisi in spicchi, lo schema della mappa è asimmetrico, complessivamente il grafico corrisponde alle zone anatomiche in cui si trovano gli organi e le diverse parti del corpo, ad esempio il cervello alla sommità, il piede in basso, i polmoni orizzontalmente fuori dalla circonferenza dell'iride, l'area delle viscere è più all'interno, la pelle è verso l'esterno. Vi è un'ulteriore suddivisione empirica in sette zone come aiuto per la localizzazione dei segni iridologici.

Lacuna
Una lacuna in iridologia è un termine che indica un tessuto irideo aperto; le fibre dell'iride si allontanano una dall'altra determinando una forma a mandorla più o meno larga, in tal modo si può vedere il tessuto sottostante di colore più scuro.
Esistono varie forme di lacune con diverso significato a seconda della loro forma e grandezza:
  • lacuna ad asparago
  • lacuna a becco
  • lacuna chiusa
  • lacuna aperta
La cosiddetta «Legge di Hering»
Il medico ottocentesco Ewald Hering, anti-empiricista propugnatore della teoria discreditata dell'Innatismo ed antagonista dello scienziato Hermann von Helmholtz, asseriva che...
«Ogni guarigione comincia dall'interno e procede verso l'esterno,
dalla testa verso il basso, e in ordine inverso da com'erano apparsi i sintomi della malattia.»
("legge di guarigione" di Hering)



 
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