Charles Hoy Fort
(Albany, 6 agosto
1874 – New York, 3 maggio 1932) è stato uno scrittore e
ricercatore statunitense del paranormale.
Fort è conosciuto per i suoi libri, la
cui caratteristica principale è una sorta di stile sarcastico e
beffardo, con un forte senso dell'humour, con il quale descriveva
eventi strani ed inesplicabili tratti di solito da riviste
scientifiche e quotidiani dell'epoca. I suoi libri hanno successo e
sono costantemente in ristampa. L'aggettivo
fortiano
(fortean)
è di solito utilizzato per
descrivere diversi fenomeni anomali.
Charles Hoy Fort nasce ad Albany da
genitori tedeschi. Suo padre è un droghiere autoritario e violento.
Si può ritenere che la mancanza di fiducia nel concetto di autorità
da parte di Fort sia dovuto al duro trattamento che gli venne
riservato dal padre. In ogni caso sviluppò, durante la sua
giovinezza, un forte senso di indipendenza.
Quando era ancora piuttosto giovane
Fort si considerava un naturalista, forte di una collezione di
conchiglie marine, minerali e uccelli. Curioso e intelligente, il
giovane Fort non eccelleva a scuola, nonostante possedesse una
spiccata arguzia, abbinata ad una grande conoscenza del mondo.
Così all'età di 18 anni, Fort lasciò
New York per un viaggio attorno al mondo "per fare esperienza".
Viaggiò attraverso gli Stati Uniti occidentali, la Scozia, e la Gran
Bretagna, fino ad arrivare in Sudafrica dove si ammalò. Ritornato a
casa venne curato dalla futura moglie Anna Filing, una ragazza che
conobbe durante la sua infanzia. Il successo come scrittore di
racconti fu intermittente tra periodi di grande povertà e di
depressione.
Fort scrisse dieci romanzi, ma uno
solo, Il fabbricante di vagabondi (The outcast manufacturers) del
1906 venne pubblicato. Ebbe un giudizio positivo dalla critica, ma fu
un insuccesso commerciale.
Nel 1915 Fort iniziò a scrivere due
libri, intitolati X e Y ; nel primo si affermava l'idea che esseri
presenti su Marte erano in grado di condizionare gli eventi sulla
Terra, mentre nel secondo si postulava la presenza di una civiltà
malvagia esistente al Polo Sud. Questi libri catturarono l'attenzione
dello scrittore Theodore Dreiser, che tentò di pubblicarli ma senza
successo. Scoraggiato dal suo fallimento, Fort bruciò il
manoscritto, ma presto si rimise al lavoro per scrivere il libro che
avrebbe cambiato il corso della sua vita, Il libro dei dannati. Il
titolo si riferiva a "informazioni maledette", che Fort
collezionava, fenomeni dei quali la scienza non si occupava o che
erano semplicemente ignorati o rifiutati.
La relazione di Fort con lo studio di
fenomeni anomali è frequentemente fraintesa e travisata. Per più di
30 anni Charles Fort fu un assiduo frequentatore di biblioteche di
New York e di Londra. Fu un assiduo lettore di riviste scientifiche,
quotidiani, periodici, collezionando annotazioni su fenomeni che non
erano accettati dalle teorie scientifiche del suo tempo.
Tra questi fenomeni possiamo annoverare
quelli riferiti all'occulto, ai fenomeni paranormali e supernaturali,
per esempio teletrasporto, un termine creato molto probabilmente da
lui stesso - poltergeist, piogge di rane o di pesci, di materiali
inorganici su di un'area sorprendentemente vasta, cerchi nel grano,
rumori ed esplosioni inspiegabili, autocombustione, levitazione,
misteriose apparizioni e sparizioni, ruote giganti di luce apparse
sull'oceano e animali ritrovati al di fuori del loro normale habitat.
Fort documentò numerosi rapporti di
oggetti anacronistici (oggi chiamati anche OOPART, o reperti "fuori
dal tempo"), reperti archeologici o paleontologici di difficile
collocazione storica che l'ambiente accademico tende a far rientrare
all'interno delle teorie accettate, relegando le altre
interpretazioni nella categoria della pseudoscienza. Molti di questi
fenomeni sono ormai, nell'insieme, convenientemente citati come
fenomeni forteani, mentre altri hanno sviluppato la propria scuola di
pensiero, per esempio gli UFO nell'ufologia, o rapporti non
confermati di animali classificati nella criptozoologia.
Per tutta la vita Fort raccolse decine
di migliaia di annotazioni: si dice che ne abbia compilate almeno
40.000, ma probabilmente sono molte di più.[senza fonte] Queste
venivano addirittura raccolte su scatole da scarpe. Vi sono anche
annotazioni prese su piccoli quadratini di carta, scritti con una
stenografia inventata dallo stesso Fort. Alcune di queste annotazioni
sopravvivono oggi in una collezione dell'Università della
Pennsylvania. Frequentemente depresso e scoraggiato, Fort distruggeva
i suoi lavori, ma era sempre in grado di riprendersi. Alcune note
vennero gradualmente pubblicate dalla Fortean Society fino alla sua
dissoluzione.
Grazie alle sue ricerche Fort scrisse
sette libri, di cui solo quattro sopravvivono: Il libro dei dannati
(1919), Nuove terre (1923), Lo! (1931) e Talenti selvaggi (1932); uno
dei libri fu scritto tra Nuove Terre e Lo!, ma fu abbandonato e
assorbito in quest'ultimo.
Comprendere i libri di Charles Fort
richiede tempo e sforzo: il suo stile è complesso, violento e
poetico, satirico e perspicace, profondo e occasionalmente
sconcertante. Molte idee venivano abbandonate e poi riprese nel corso
di alcune pagine; offriva dati ed esempi, sui quali effettuava
diversi confronti, con conclusioni che dopo poche pagine abbandonava.
Fort era profondamente non ortodosso e criticava gli esami accurati
della scienza ortodossa che, secondo lui, falliva in continuazione.
Forte dei suoi attacchi, Fort dimostrava il ridicolo delle
spiegazioni convenzionali intercalando le sue teorie.
Fort suggeriva che vi fosse per esempio
un super Mar dei Sargassi nel quale tutto scompariva, giustificando
tale sua teoria notando che i dati collimavano con le spiegazioni
convenzionali. Il modo con il quale Fort credeva alle sue teorie, o a
qualsiasi altra, ci viene dato da una sua risposta: "Io non
credo a nulla di ciò che ho scritto". (In altre parole, i fatti
sono indeterminati: per ogni serie di fatti, vi possono essere più
teorie che li spiegano adeguatamente; al giorno d'oggi questo
approccio è spesso accettato, ma ai tempi di Fort era estremamente
controverso).
In base a tali esempi, alcuni scettici
e critici hanno frequentemente considerato il Fort come un credulone
ingenuo, accusa che i suoi ammiratori hanno sempre smentito con
forza.
La sua concezione del metodo scientifico
Più volte nei suoi scritti, Fort si
concentrava su pochi e fondamentali punti di vista che sono
frequentemente dimenticati nelle discussioni nella definizione di
scienza: i limiti tra scienza e pseudoscienza sono fuzzy (ossia
indefiniti), e tali limiti cambiano con il tempo, laddove vi è una
forte influenza sociologica su ciò che è considerato 'accettabile'
o 'dannato'.
Analogamente, lo scrittore John Michell
osserva che "Fort, con grande ironia fa notare che lo stesso
esperimento che produce due risultati differenti, gratifica in egual
misura entrambi gli sperimentatori". Fort nota che se gli
esperimenti controllati - un pilastro del metodo scientifico -
possono produrre una vasta varietà di risultati in relazione a chi
li fa, il metodo scientifico stesso potrebbe essere messo in dubbio,
o almeno introdurre dei notevoli gradi di incertezza.
Fort inoltre fa notare che se i fatti
sono obiettivi, come gli stessi fatti sono interpretati dipende da
chi li sta interpretando e in quale contesto. Vi sono per esempio
punti di vista che non sono stati accettati fino all'inizio del XXI
secolo.
Vi sono molti fenomeni nei lavori del
Fort che solo ora sono stati parzialmente o interamente "recuperati"
dalla comunità scientifica, ma molte sue idee sono considerate al
limite della scienza, o al di là, nel campo del paranormale o dello
stravagante. Fort ha sempre rifiutato di abbandonare tale territorio
posto tra scienza e assurdo. Tra i più importanti contributi del
Fort vi è il concetto e la parola di "teletrasporto", per
definire eventi, da lui documentati, di strane apparizioni e
sparizioni. Forse fu anche la prima persona che per spiegare tali
strani fenomeni di teletrasporto ipotizzò rapimenti alieni, e fu uno
dei primi a proporre l'ipotesi extraterrestre.
Molti considerano strano che Fort, un
uomo così scettico, e così disposto a criticare il metodo
scientifico, fosse così desideroso di raccogliere storie strane come
- per esempio di piogge di rane, o di pesci, dal cielo.
Fort in relazione a tali critiche
faceva osservare che: "Io offro i dati. Voi fate come vi pare".
Le teorie e le conclusioni che Fort presentava spesso provenivano
dalla stessa sorgente di quelle che Fort chiamava "la scienza
ortodossa e convenzionale".
I lavori del Fort hanno - su poche
pagine - riportato di strani eventi che originariamente erano
pubblicati su rispettabili riviste scientifiche o quotidiani come lo
Scientific American, The Times, Nature, e Science.
Più volte il Fort faceva notare,
mentre alcuni fenomeni in relazione a quella o altre sorgenti
venivano tutti conservati gelosamente dalla scienza, molto spesso,
rapporti di fenomeni insoliti e inspiegabili venivano ignorati, o
erano bellamente nascosti sotto il tappeto. E nonostante Fort
ripetutamente affermasse che tali eventi venivano nascosti, egli
ripetutamente scriveva: "parole al vento".
In anticipo sul suo tempo
A Fort non importava se i suoi dati e
teorie fossero accurate: il suo punto di vista era quello di ipotesi
alternative, una realtà che poteva anche coincidere con le stesse
ipotesi della scienza ortodossa, ma che tali erano solo una parte
delle possibili spiegazioni, non necessariamente più giustificabili
di altre. Tuttavia bisogna dire che era un ricercatore in anticipo
nel suo tempo. Nel Libro dei dannati mostra l'influenza dei valori
della società e che ciò che dovrebbe essere considerato un
"paradigma" sul quale gli scienziati considerano essere
"vero". Questo anticipa i lavori di Thomas Kuhn. Nello
stesso modo l'approccio alla scienza del "tutto fa brodo"
di Paul Feyerabend è simile a quello del Fort.
A Fort dobbiamo il grande contributo di
aver riso della scienza. Tuttavia molti dei fenomeni che la scienza
rifiutava al suo tempo sono stati successivamente dimostrati come
fenomeni oggettivi. Comunque il Fort non si faceva condizionare e
continuava a conservare tutte le informazioni che aveva raccolto nel
corso degli anni nonostante le numerose critiche che riceveva dai
suoi contemporanei. Fort fu anche un umorista e parodista quanto
scienziato. Pensava che troppo spesso gli scienziati si prendevano
troppo sul serio ed erano troppo inclini all'arroganza e al
dogmatismo. Fort utilizzava l'umorismo per i propri fini, e
considerava la mancanza di questo come un punto debole della scienza
e degli scienziati.
Venne anche considerato il padre della
moderna scienza sul paranormale, non solo per il suo interesse ai
fenomeni strani, ma anche per la sua "moderna" attitudine
verso la religione, verso lo spiritualismo del XIX secolo, e la
concezione del dogma scientifico.
Le pubblicazioni e i libri
La collezione di lavori del Fort sono
pubblicati da Dover Book e ogni testo è disponibile in edizione
recente.
Il lavoro di Fort di compilazione e di
commento a fenomeni anomali ripresi da riviste scientifiche e
quotidiani è stato ripreso e apprezzato da William R. Corliss, i cui
libri autopubblicati raccolgono una collezione di note del Fort unita
ad una spiccato senso dello humor, alternato a momenti di severità,
e larghezze di vedute. Le note del Corliss rivaleggiano con quelle
del Fort, pur essendo significativamente meno criptate e abbreviate.
I lavori di Fort hanno ispirato altre
persone a considerarsi suoi seguaci e a farsi appellare Forteani. Il
primo di questi è lo sceneggiatore Ben Hecht, che in una recensione
del Libro dei Dannati dichiara: "Mi considero il primo discepolo
di Charles Fort ... d'ora in avanti consideratemi un Forteano".
In realtà ciò che si può considerare
come Forteano è materia di discussione; il termine si applica ad una
grande varietà di posizioni: dai Forteani puristi che si dedicano al
metodo e agli interessi del Fort, a coloro che si aprono e sono
attivi nell'accettare l'attualità dei fenomeni paranormali e a
posizioni che con il Fort non dovrebbero avere nulla a che fare.
In generale, i Forteani si considerano
coloro che possiedono un grande interesse per i fenomeni inspiegabili
in un campo dello scibile molto vasto, più precisamente per quello
che riguarda il mondo naturale, e avere sviluppato uno "scetticismo
agnostico" riguardo ai fenomeni anomali di cui si discute. Per
Hecht, per esempio, essere Forteano significava santificare la
distruzione del concetto di autorità in tutte le sue forme, sia
religiose, che scientifiche, politiche, filosofiche o di qualsiasi
altro genere. Naturalmente includeva l'attuale credenza della materia
magica definita nei lavori del Fort.
La Fortean Society fu fondata dal Fort
e dai suoi amici, e venne condotta, in modo semi serio, dallo
scrittore Tiffany Thayer, esattamente come la filosofia ispiratrice
di Fort stesso. Tuttavia Fort disconobbe la società rifiutandone la
presidenza; per attirarlo al meeting inaugurale fu persino adescato
da falsi telegrammi. Essendo una personalità non autoritaria, Fort
rifiutò di definire se stesso come autorità, e si oppose
ulteriormente a porre le fondamenta a ciò che avrebbe dovuto essere
un polo di aggregazione per un gruppo di spiritualisti, zeloti, e
oppositori della scienza; ossia di coloro che credevano nei fenomeni
che avevano scelto, era esattamente il contrario del Forteanismo. È
ironico, poi, che dopo tale considerazioni fatte dallo stesso Fort si
siano costituiti diversi gruppi forteani e la creazione di una
rivista, Fortean Times, la cui prima pubblicazione risale al novembre
1973, una autorevole consacrazione del giornalismo Fortiano, che
combina humour, scetticismo e ricerca seria in soggetti ed argomenti
che la comunità scientifica e le autorità spesso disprezzano. Vi è
anche una International Fortean Society Organization (INFO), ed altre
società Forteani, con sede a Edimburgo e all'Isola di Wight.
In Italia è presente la Società
Fortiana Italiana.
La rivista britannica Fortean Times,
pur ispirandosi nel nome a Charles Fort, non ha alcun collegamento
con la Fortean Society.
Come scrittore Fort possedeva uno stile
raffinato, in grado di mescolare passione e poesia; i suoi libri
erano pieni di citazioni cariche di humour.
"Abbiamo una serie di fatti
che la scienza ha escluso. Una schiera di maledetti, capitanati da
pallidi dati che sono stati esumati, marceranno. Leggeteli o vi
sommergeranno.
"Vi sono molti scienziati
che credono nella rabdomanzia: mi viene il sospetto, che dopo tutto
che tutto questo sia una fantasia".
"Per misurare un cerchio, da
qualche parte bisogna iniziare".
"Non posso accettare che il
prodotto della mia mente sia materia soggetta a credenze".
"Penso che non sia sportivo
nascondere le frodi. Accettiamo ogni cosa. Poi cerchiamo una
spiegazione".
"Non posso concepire niente,
in religione, scienza o filosofia, che sia qualcosa in più della
cosa giusta da indossare per un momento."
"Ma il mio più vivo
interesse non è tanto nelle cose, quanto nella relazione tra le
cose. Ho speso molto tempo pensando alle presunte pseudo-relazioni
che vengono chiamata coincidenze. Che accadrebbe se alcune di esse
non lo fossero?"
"Il destino di tutte le
spiegazioni è quello di chiudere una porta solo per spalancarne
un'altra."
"La Terra è una fattoria.
Siamo proprietà di qualcun altro."
"Se esiste una mente
universale, deve essere sana?"