sabato 12 dicembre 2020

Il Grande Grimorio

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Il Grande Grimorio è un grimorio di magia nera ipoteticamente scritto nel 1522, ma più probabilmente redatto nel corso del XIX secolo. È anche conosciuto come il libro "Dragone rosso" o "La verità del Drago rosso". È uno dei libri esoterici più diffusi e ben scritti, quantunque non si abbiano a disposizione dati certi sugli autori e la data di redazione. Il Grande Grimorio prende continuamente riferimento dalla Chiave di Salomone, un testo-cardine per gli studiosi di magia nera e storia del Medioevo, e si apre con un'introduzione dell'anonimo autore, prosegue con i riti di evocazione del demonio e la classificazione metodica delle bestie e dei diavoli dell'abisso, e termina con una parte colossale dedicata all'uso dell'arte magica nera, ad esempio il suo uso per procurarsi tesori, parlare con i defunti (Necromanzia), guarire infermità.

Schiere diaboliche

Il testo elenca una prima schiera di diavoli:
  • Satana
  • Lucifero
  • Beelzebub
  • Astaroth
ed una seconda in ordine di importanza:
  • Lucifugo Rofocale
  • Satanachia
  • Agaliarept
  • Fleurety
  • Sargatanas





venerdì 11 dicembre 2020

Esistono davvero persone con poteri psichici?

No.



Tra gli anni sessanta e settanta entrò nel campo della ricerca scientifica sui fenomeni paranormali un ente… A dir poco 'serio'. Un ente decisamente 'determinato' e cazzutissimo: il dipartimento della difesa Americano.

Lavorando a stretto contatto col mondo scientifico, per circa dieci-quindici anni vennero indagati, esplorati e sperimentati con grande dispendio di uomini, mezzi, fondi e scienziati di prim'ordine (e una determinazione a dir poco 'tosta') fenomeni quali:

1) leggere nel pensiero

2) i poteri telecinetici (che violano la leggi dell'entropia, e vennero bocciati quasi subito).

3) la vista a distanza ('osservare' le difese Russe… Da uno studio a Washington!)

4) …E molto altro.

Dopo quel decennio/decennio e mezzo, a metà degli anni ottanta, ormai nessuno nel mondo scientifico aveva più alcun interesse per l'argomento, e gli studi vennero chiusi e classificati alla voce 'svista clamorosa' / 'fregnaccia assoluta' / 'dieci anni di soldi gettati al vento'.

A metà anni ottanta, i dubbi erano ormai finiti: i feomeni psichici non esistono. Fine della storia. Già allora, i pochissimi che ancora proclamavano di stare ancora compiendo studi 'interessanti' (ottenendo magari risultati pure) cominciavano a essere massacrati dall'ambiente scientifico, e questo mise la pietra tombale sulla faccenda. Perché sì: oggi giorno ormai, se arriva lo scienziato X a dire che riesce a imbroccare le carte pescate dal mazzo 'col pensiero'… gli scienziati gli ridono in faccia. Tu puoi tranquillamente ridergli in faccia e poi dirgli: "vieni a farlo in laboratorio da me"… Al che il presunto mago scompare misteriosamente SEMPRE.

Tornando a quel periodo di passione ('70-'80) capisci che è finito proprio in quegli anni anche per l'impatto che quegli studi 'seri' (e la fine di tali studi) ha avuto nella cultura popolare. In quegli anni (quando c'era ancora speranza) ci sono stati molteplici esempi di quanto l'agomento fosse ancora d'interesse nella cultura pop:

  • Nel romanzo Dune (1965), di Frank Herbert, si fa ampio uso della vista sul futuro, ipnosi 'aggressiva' (stile darth vader) eccetera.

  • Su Star Wars, la forza non è altro che ciò che George Lucas era 'sicuro' che un giorno saremmo stati in grado di fare 'molto meglio'.

    NOTA: la forza di Star Wars (e un po' tutto il mondo di Star Wars in generale) è 'quasi' un plagio di Dune.


  • Nel romanzo 'la casa d'inferno' (anni settanta), l'autore Matheson si dichiara (attraverso uno dei suoi personaggi) assolutamente sicuro che i fenomeni paranormali verrano non solo confermati, ma anche spiegati entro 'pochissimi anni', e dichiara senza mezzi termini gli scienziati negazionisti (che esistevano già allora), 'sicuramente nel torto'. Scommessa persa, caro Richard… Ma poco importa; scrivevi comunque da Dio.

  • Il romanzo (e poi film) Carrie 'lo sguardo di Satana' (fine anni settanta) è totalmente incentrato sui poteri ESP così come li pensavano all'epoca.

  • Scanners, di David Cronenberg, è un altro film tutto incentrato sull'argomento (sempre fine anni settanata/inizio ottanta)


Ma poi la moda, come avrete notato, è sparita contemporaneamente - grosso modo - agli studi che hanno decretato l'inesistenza di tali fenomenti.

Nei vent'anni che il mondo scientifico ha speso nel cercare di studiare i fenomeni paranormali - nella speranza che esistessero - non solo non ha MAI prodotto risultati, (nemmeno una sola volta) ma ha anche trovato varie prove/ragioni che ne escludono l'esistenza. E peggio ancora, hanno scoperto vari fenomeni psicologici che sono all'origine dell'illusione di essere stati in grado di leggere nel pensiero, prevedere il futuro, eccetera. Queste persone credono davvero di averlo fatto, e non è colpa loro… Solo che non è vero. Non è andata così.

In conclusione:

I fenomeni paranormali non sono mai esistiti, e il mondo scientifico si è tolto gli ultimi dubbi da un pezzo. Detto questo, mi piacerebbe tanto sapere dentro quelle 2-3 università Americane dove compiono ancora, di tanto in tanto, qualche studio, senza ottenere mai rigorosamente un bel niente… cosa ne pensano di questo triste episodio della storia della scienza.


giovedì 10 dicembre 2020

Chi era Elizabeth Bathory e perché si è guadagnata il titolo di contessa del sangue?

Chi era Elizabeth Bathory e perché si è guadagnata il titolo di contessa del sangue?



Erzsébet Báthory, conosciuta in Italia anche come Elisabetta Bathory, soprannominata la "Contessa Dracula" o "Contessa Sanguinaria" (magiaro Báthory Erzsébet, slovacco Alžbeta Bátoriová; Nyírbátor, 7 agosto 1560 – Csejte, 21 agosto 1614), è stata una serial killer e nobile ungherese.

Lei e quattro suoi collaboratori furono accusati di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne. Le vittime oscillerebbero tra le 100 accertate e altre 300 di cui era fortemente sospettata all'epoca; secondo un diario trovato durante la perquisizione in casa sua, le vittime sarebbero 650, e ciò farebbe di lei la peggiore e più prolifica assassina seriale mai esistita; ma gli storici tengono per vera la stima delle 100/300 vittime e sono scettici circa la veridicità e/o esistenza di questo diario.

Erzsébet nacque nel 1560 a Nyírbátor, un villaggio nel nord-est dell'attuale Ungheria, ma venne allevata nella proprietà di famiglia di Ecsed in Transilvania (odierna Romania). La sua famiglia, i Báthory-Ecsed e i Báthory-Somlyó, faceva parte delle casate protestanti ungheresi. L'albero genealogico dei Báthory comprendeva vari eroi di guerra protettiva contro i turchi osmani, un cardinale e un re di Polonia. Nella sua famiglia, a causa della consanguineità (anche il padre aveva sposato una sua cugina), non mancavano malattie del sistema nervoso: molti suoi membri mostravano segni di epilessia, schizofrenia e altri disturbi mentali.

Fin da bambina, ella dava segni di squilibrio passando repentinamente dalla quiete alla collera. All'età di circa sei anni, stando alla leggenda fu testimone di un fatto che lasciò su di lei una traccia indelebile: un gruppo di zingari venne invitato nella sua casa per intrattenere la corte; uno di essi venne però condannato a morte per aver venduto i figli ai turchi. Le sue grida lamentose giunsero fino al castello, attirando l'attenzione di Erzsébet, la quale, all'alba, fuggì dal castello per vedere l'esecuzione della condanna: dei soldati tagliarono il ventre di un cavallo legato a terra, il condannato venne preso e infilato nel ventre, rimase fuori solo la testa, poi un soldato ricucì il ventre del cavallo con il condannato al suo interno. Nel 1571, all'età di 11 anni, fu promessa in sposa al conte Ferenc Nádasdy, di sette anni più grande di lei, e andò a vivere nel castello di Nádasdy di Sárvár nel Transdanubio, presso il confine austriaco.

All'età di 13 anni, incontrò un suo cugino, il principe di Transilvania, il quale, sotto i suoi occhi, fece tagliare naso e orecchie a 54 persone sospettate di aver fomentato una ribellione dei contadini. L'8 maggio 1575, all'età di quindici anni, sposò il fidanzato, Ferenc Nádasdy, a Vranov nad Topľou (Varanno), presso Prešov, nell'attuale Slovacchia nord-orientale. Al matrimonio fu invitato persino il sovrano del Sacro Romano Impero Massimiliano II, il quale, tuttavia, causa la lontananza, non poté partecipare, ma inviò una delegazione con un costoso gioiello come regalo di nozze.

Il marito aveva studiato a Vienna, dove si era dimostrato un buon atleta; inoltre faceva all'epoca parte di un gruppo di spadaccini noto come il "Terribile Quintetto". Amava torturare i servi, senza però ucciderli: una delle sue torture preferite consisteva nel cospargere di miele una ragazza nuda e lasciarla legata vicino alle arnie di sua proprietà.

Essendo Nádasdy quasi sempre lontano da casa per combattere i turchi, la responsabilità del castello di Sárvár era affidata ad Erzsébet.

Erzsébet amava vestirsi da maschio ma nel contempo era ossessionata dalla sua bellezza femminile. Verso i 18-19 anni ebbe una figlia da una relazione illegittima e la affidò a un contadino. Nella leggenda popolare si dice che questa bambina sia la progenitrice di alcune delle famiglie più antiche della zona, quali i Mansfeld, i Riddler e gli Helbinger. Nei primi dieci anni di matrimonio non ebbe figli, ma nei nove anni seguenti partorì tre figlie e un figlio. Fu una madre molto protettiva e gestì bene la servitù del castello.


Presunto sadismo e magia nera


Ferenc I Nádasdy, marito di Erzsébet (1555-1604)


Per passare il tempo quando il marito era lontano da casa, Erzsébet cominciò a far visite alla contessa Karla, sua zia, ed a partecipare alle orge da lei organizzate.

Conobbe nello stesso periodo Dorothea Szentes, un'esperta di magia nera che incoraggiò le sue tendenze sadiche. Dorothea, conosciuta come Dorka, e il suo servo Thorko le insegnarono i segreti e le pratiche della stregoneria.

Ecco cosa scrive in una lettera al marito:

«Ho appreso da Thorko una nuova deliziosa tecnica: prendi una gallina nera e la percuoti a morte con la verga bianca; ne conservi il sangue e ne spalmi un poco sul tuo nemico. Se non hai la possibilità di cospargerlo sul suo corpo, fai in modo di procurarti uno dei suoi capi di vestiario e impregnalo con il sangue.»

Erzsébet riteneva un affronto intollerabile la fuga di una serva e la punizione era quasi sempre la morte. Una sera, una ragazza di dodici anni, Dora, riuscì a fuggire dal castello con indosso solo una lunga camicia bianca. Venne presa poco dopo e condotta dalla contessa, la quale la costrinse ad entrare in una gabbia cilindrica troppo stretta per sedersi e troppo bassa per stare in piedi. La gabbia venne quindi sollevata da terra tramite delle carrucole e spinta contro dei paletti appuntiti. Il valletto nano al servizio di Erzsébet, Ficzkó, manovrò le corde in modo che la gabbia oscillasse: in questo modo, il corpo venne fatto a pezzi. In un'altra occasione, in pieno inverno, fece condurre nel cortile, sotto la sua finestra, delle ragazze denudate. Ordinò quindi di versare acqua su di loro. Le ragazze morirono per assideramento.

Suo marito non era inferiore a lei in quanto a crudeltà: una volta ai due sposi venne il sospetto che una serva si fosse finta malata, le fecero così infilare tra le dita dei pezzi di carta impregnati d'olio ai quali fu poi dato fuoco; dopo questo fatto ben pochi osarono dichiararsi ammalati. I segni della sua pazzia si palesavano sulle sue serve, castigate sempre più duramente per i loro errori.

Sotto tortura, dei testimoni affermarono che un giorno, dopo aver percosso una domestica, alcune gocce di sangue di questa colarono sulla mano della contessa. La Báthory credette, in seguito, che in quel punto specifico della mano la sua pelle fosse ringiovanita. Chiese agli alchimisti delucidazioni. Costoro, pur di compiacerla, si inventarono la leggenda che raccontava di una giovane vergine il cui sangue aveva avuto effetti analoghi sull'epidermide raggrinzita di un aristocratico. La Báthory finì con il convincersi che fare abluzioni nel sangue di giovani vergini (in particolare della sua stessa classe sociale), o berlo quando queste fossero state particolarmente avvenenti, le avrebbe garantito la giovinezza eterna.

Si stima che abbia cominciato ad uccidere nel periodo tra il 1585 ed il 1610. Il marito ed i parenti sapevano delle sue inclinazioni sadiche, ma non intervennero. Cominciò a torturare e ad uccidere barbaramente giovani contadine, e in seguito, anche le figlie della piccola nobiltà. Infatti, nel 1609 Erzsébet istituì, nel suo castello, un'accademia che aveva, come fine apparente, l'educazione di ragazze provenienti da famiglie agiate. Prese a tradimento, le sue vittime venivano spogliate, incatenate a capo in giù, quindi, seviziate. Le loro gole venivano recise e il sangue fluiva, pronto per essere raccolto e usato da Erzsébet. Si narra che la Contessa abbia fatto costruire da un orologiaio svizzero un marchingegno chiamato "vergine di ferro" (simile alla futura vergine di Norimberga), la quale aveva la forma di una donna dai lunghissimi capelli biondo argenteo (probabilmente sul modello di qualche fanciulla uccisa da lei stessa) che arrivavano fino quasi ai piedi. Ogni qualvolta una ragazza le si avvicinava, la vergine di ferro alzava le braccia e stringendola in una morsa mortale la uccideva, trapassandola con dei coltellacci acuminati fuoriusciti dal petto.

La fine



La contessa Erzsébet


Quando le denunce per le sparizioni delle giovani aristocratiche arrivarono alla Chiesa cattolica, l'imperatore Mattia II (che era molto meno ricco della contessa ungherese) intervenne ordinando un'indagine sulla nobildonna. Gli inviati dell'imperatore entrarono di nascosto nel castello e colsero sul fatto la Báthory mentre torturava alcune ragazze; trovarono anche in molte stanze e nelle prigioni diversi cadaveri straziati e donne ancora vive con parti del corpo amputate. Fu incriminata e murata viva in una stanza del suo stesso castello, con un foro per ricevere il cibo. Morì quattro anni più tardi, lasciandosi morire di fame in quella cella. Altre quattro persone, tra cui la fedelissima domestica Ilona Joó e l'amante László, un esponente della piccola nobiltà locale, furono condannati come suoi complici e torturati con le seguenti sentenze: Ficzkó venne decapitato e gettato nel fuoco, Ilona Joó ebbe le dita amputate e fu bruciata viva assieme a Dorka. Katalyna Beniezky, la meno cattiva del gruppo della contessa Báthory, ebbe una condanna più mite, perché ella si limitava a nascondere i cadaveri delle fanciulle uccise e a volte, finché erano ancora in vita, cercava di dar loro da mangiare a rischio della sua stessa vita.

Non è mai stato chiarito il numero esatto delle sue presunte vittime, ma dai suoi diari (presumibilmente falsificati) e dai suoi appunti emergono 650 nomi accuratamente trascritti. Se questi nomi fossero esattamente quelli di tutte le sue vittime, ciò farebbe di lei la più efferata e più grande assassina seriale della storia. Ma, come indicato sopra, gli storici hanno ridotto le vittime entro un numero compreso tra le 100 e le 300 circa. La sua storia sfuma nella leggenda ed è condita di tradizioni popolari. Secondo le calunnie Erzsébet Báthory è infatti diventata un personaggio di culto dell'immaginario vampiresco.

La contessa divenne estremamente potente alla morte del marito Ferenc Nádasdy, avvenuta nel 1604. A seguito della sua scomparsa, divenne amministratrice dei beni del figlio di soli sei anni.

  • La contessa acquistò ancora più potere quando nel 1607 il principe Gábor Báthory (Gabriele Báthory), suo nipote, venne eletto Principe di Transilvania. Tale elezione andò a scapito del potente conte György Thurzó (Giorgio Thurzó), che divenne pertanto nemico dei Báthory e della contessa in particolare.

  • È stato lontanamente ipotizzato (ma ciò non può essere accertato) che la congiura ai danni della contessa fosse organizzata dallo stesso Thurzó, divenuto Conte Palatino d'Ungheria nel 1609. Fu lui a ordinare, il 5 marzo 1610, l'inchiesta preliminare contro Erzsébet, sulla base di alcune denunce anonime. Ma sembra che le denunce non fossero arrivate a lui ma direttamente a Mattia II, sovrano d'Ungheria, il quale vide nel "processo Báthory" la possibilità di confiscare l'imponente patrimonio della contessa e ridimensionare in tal modo l'influenza politica della sua famiglia. Fu proprio Mattia a firmare il decreto di prigionia per la contessa, obbligandola alla fissa dimora in un luogo rinchiuso, per soddisfare le impellenti richieste delle famiglie nobili delle vittime uccise e dissanguate.


mercoledì 9 dicembre 2020

Che cos'è il juju (joujou)?

Il “Juju” è una parola nigeriana che viene solitamente tradotta con “maledizione” anche se non è proprio così. E’ quell’insieme di riti e incantesimi compiuti da uno sciamano con unghie, sangue e peli pubici delle ragazze minorenni per garantirsi così cieca obbedienza e avviarle così alla prostituzione senza che protestino.

Così quando arriveranno in Italia, essendo quella nigeriana una etnia molto bella e richiesta, le ragazze a volte poco più che bambine verranno avviate senza discutere dalle madàme verso la prostituzione e “se tenterai di scappare scateneremo il juju che vive nel tuo corpo. Se non paghi i tuoi debiti, muori. Se parli con la polizia, muori. Se dici la verità, muori".

Molte ragazze accettano il loro destino; è inutile combattere. Del resto grazie al loro “lavoro” le famiglie rimaste nella poverissima Nigeria godono di uno status economico superiore alla media e vengono da loro elogiate in pubblico!

Ma altre non vogliono sottomettersi a queste credenze e riti di anni prima e che le avvinghiano in maniera ignobile. Solo che non ci riescono. Ci provano ma si scoprono legatissime. Alcune inspiegabilmente muoiono delirando. Il reparto di psichiatria di Catania è pieno di donne con sintomi "psicotici" legati allo Juju.

Agli occhi di noi europei il juju sembra assurdo eppure esiste. Una cosa insignificante, sciocca, di cui liberarsi con una alzata di spalle, ma per le nigeriane queste maledizioni arcaiche sono reali e spaventose, sono una forma di schiavitù molto concreta e violenta. L'idea di base è che la legge si può infrangere, mentre le promesse fatte davanti agli antichi dei no.

Sta per arrivare qualcosa che mi farà del male, aiuto! aiuto!” urlano di notte le ragazze ricoverate e protette in comunità segrete. e non si riesce a convincerle del contrario. E muoiono veramente! Che una “idea” sia così forte può stupire lo scettico occidentale, eppure è così. “C’è un muro impenetrabile tra noi e loro...l’approccio classico è inutile, siamo disperati”, dicono gli psichiatri.

E' qualcosa di nuovo che non si riesce a capire. Un vero e terrificante mistero.



martedì 8 dicembre 2020

Perché bruciavano le streghe?

La caccia alle streghe era praticata durante il periodo che va dal 1450 al 1750 causando tra le 35.000 e le 100.000 vittime, in maggioranza donne.

Queste persone erano erroneamente accusate dal popolo e dalla Chiesa Cattolica di stregoneria, quindi di praticare la magia a danno di altri. I motivi per cui bruciavano queste donne erano frutto di superstizione o isteria di massa, ma in realtà, la maggior parte di queste donne accusate di stregoneria era innocente. Venivano spesso accusate di stregoneria persone con disturbi comportamentali, donne malformate, prostitute e venditrici di erbe officinali.

La caccia alle streghe è stata praticata fino a tempi recenti nell'Africa Subsahariana e in Papua Nuova Guinea. Fortunatamente la Chiesa oggi non pratica più la caccia alle streghe, ma in alcune nazioni, come ad esempio in Arabia Saudita e Camerun persistono ancora leggi sulla stregoneria.


Le donne accusate di stregoneria venivano bruciate vive


lunedì 7 dicembre 2020

Pseudomonarchia Daemonum

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Pseudomonarchia Daemonum, in precedenza Gerarchia dei Demoni, è un'appendice al De praestigiis daemonum (1577) di Johann Wier. Il titolo del libro significa approssimativamente "la falsa monarchia dei demoni".
È un grimorio simile all'Ars Goetia, il primo volume di Piccola Chiave di Salomone, e contiene una lista di demoni insieme alle ore e ai rituali appropriati per evocarli.
Il libro è stato scritto prima di Piccola Chiave di Salomone ed ha alcune differenze. Ci sono sessantanove demoni (invece di settantadue) all'interno della lista e l'ordine degli spiriti è diverso, come anche alcune delle loro caratteristiche. I demoni Vassago, Seere, Dantalion e Andromalius non sono presenti nella lista in questo libro, mentre Pruflas non c'è in Piccola Chiave di Salomone. Pseudomonarchia Daemonum inoltre, a differenza di quest'ultimo, non attribuisce sigilli ai demoni.
Wier ha definito la sua fonte manoscritta come Liber officiorum spirituum, seu Liber dictus Empto. Salomonis, de principibus et regibus daemoniorum. (Libro dei compiti degli spiriti, o Libro chiamato 'Empto'. Salomone, riguardo ai principi ed ai re dei demoni).
Tuttavia nella voce del demone Gaap o Tap, il testo rifiuta Salomone come il creatore delle invocazioni, indicando bensì Cam, figlio di Noè, per questo ruolo:
Ci sono stati alcuni necromanti che hanno offerto sacrifici e bruciato doni per lui; e per evocarlo, hanno esercitato un'arte, dicendo che l'aveva creata Salomone il saggio. Cosa non vera: essa fu generata da Cham, il figlio di Noah, che dopo il diluvio iniziò subito a invocare spriti malvagi. Ha invocato Bileth, e creato un'arte in suo nome, e un libro che è noto a molti matematici.
Viene menzionato anche il Purgatorio, che qui viene chiamato "Cartagra".

I 69 demoni

1. Bael
2. Agares
3. Barbas
4. Pruflas
5. Amon
6. Barbatos
7. Buer
8. Gusion
9. Botis
10. Bathin
11. Purson
12. Eligos
13. Leraje
14. Valefor
15. Marax
16. Ipes
17. Naberius
18. Glasya-Labolas
19. Zepar
20. Beleth
21. Sitri
22. Paimon
23. Belial
24. Bune
25. Forneus
26. Ronove
27. Berith
28. Astaroth
29. Foras
30. Furfur
31. Marchosias
32. Malphas
33. Vepar
34. Sabnock
35. Asmodée
36. Gaap
37. Shax
38. Pucel
39. Furcas
40. Murmur
41. Caim
42. Raum
43. Halphas
44. Focalor
45. Vine
46. Bifrons
47. Samigina
48. Zagan
49. Orias
50. Valac
51. Gomory
52. Decarabia
53. Amdusias
54. Andras
55. Andrealphus
56. Oze
57. Aym
58. Orobas
59. Vapula
60. Cimeies
61. Amy
62. Flauros
63. Balam
64. Alloces
65. Sallos
66. Vual
67. Haagenti
68. Phoenex
69. Stolas



domenica 6 dicembre 2020

Di cosa si occupa la fondazione SCP?

Pochi di voi avranno sentito parlare di questa misteriosa organizzazione, ma di cosa si occupa la fondazione SCP nello specifico?

Innanzitutto vediamo di che si tratta:

Il termine SCP sta per "Secure", "Contain", "Protect", che in italiano possiamo tradurre in "Sicurezza", "Contenimento", "Protezione". Si tratta di un organizzazione online fittizia. E' presente online anche la sua "branca italiana".


Breve storia della fondazione SCP:

Tutto ha inizio nel 2007 quando un utente di 4chan da il via ad una discussione, con relativa immagine, riguardante una creatura chiamata SCP-173. La creatura in questione è descritta come una "statua animata" in grado di uccidere chiunque spezzandogli il collo o soffocandolo all'istante solo se la vittima distoglieva lo sguardo dalla creatura per un solo istante, ad esempio se involontariamente la vittima batteva le ciglia. La creatura risultava apparentemente immobile e innocua finchè la si fissava direttamente senza chiudere occhio. Tale creepypasta si diffuse a macchia d'olio sul web, al punto da dare origine, nel 2008, ad un vero e proprio movimento "fandom" (comunità di appassionati) dedicato al genere creepypasta SCP: la SCP Foundation. Con il tempo vennero realizzate dal movimento migliaia di storie a tema SCP, quasi 5000 nell'aprile del 2019.


La creatura denominata SCP-173 oggetto di discussione su 4chan nel 2007. In realtà si tratta di una scultura denominata "untitle 2004" realizzata da Izumi Kato nel 2004.


Di cosa si occupa quindi la fondazione SCP?

La fondazione SCP in realtà non si occupa di nulla in concreto, poichè è un organizzazione fittizia. Ma nel suo "universo narrativo", la Fondazione SCP è:

"un'organizzazione segreta incaricata dai governi globali di contenere e studiare soggetti, luoghi, oggetti e fenomeni anomali che sfidano le leggi della fisica. Questi ultimi sono denominati SCP, e sono catalogati attraverso codici numerici. Quasi tutti gli SCP, se non messi in sicurezza, costituiscono una minaccia per gli esseri umani, o, per lo meno, per l'umana percezione della realtà e della normalità." (Dal loro sito ufficiale)

Quindi la fondazione si occupa, metaforicamente parlando, di scoprire, analizzare catalogare e contenere tutti quei fenomeni considerati anomali o "paranormali". Inoltre si occupa di proteggere la popolazione mondiale da eventuali minacce e isterismi di massa derivanti dall'aver scoperto tali fenomeni.


Logo ufficiale della SCP Foundation




 
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