lunedì 23 maggio 2022

Codici nella Bibbia

Risultati immagini per Codici nella Bibbia


I codici nella Bibbia, noti anche come codici nella Torah, sono parole e frasi estratti con metodi crittografici saltatori e loro raggruppamenti ed "incroci semantici" con altre parole e frasi in chiaro nel testo della Bibbia che alcune persone credono siano pieni di significato, degne di attenzione, dal momento che esisterebbero intenzionalmente in forma crittografata nel testo originale in ebraico della Torah. Questi presunti codici sono stati resi famosi dal libro venduto in Italia col titolo Codice Genesi di autori Michael Drosnin ed Eliyahu Rips (titolo originale inglese: The Bible Code), che più o meno apertamente dichiarano che questi codici possono predire il futuro. Queste idee sono fortemente messe in dubbio dagli scettici e da molti gruppi religiosi.

Sequenze di lettere equidistanti

Il metodo principale che presuntamente porterebbe a decifrare i messaggi significativi consiste nell'estrazione di "sequenze di lettere equidistanti", o ELS (dell'inglese Equidistant Letter Sequence). Per ottenere una ELS da un testo, bisogna scegliere un punto d'inizio (in principio, qualsiasi lettera) e saltare un certo numero di lettere, anche prescelto liberamente (ma costante) e può essere negativo (in sequenza all'indietro del testo). In seguito, cominciando dal punto d'inizio, si prelevano "meccanicamente" le lettere dal testo, senza scartarne nessuna e mantenendo costante la spaziatura di prelievo.
Per esempio, se si "estraggono" le lettere in grassetto nel ParagrafoSceltoDannoUnELS - si ottiene la sequenza "P-G-O-L-A-U-S". Il salto scelto è +4. Nella tecnica proposta da Rips e Drosnin gli spazi e la punteggiatura sono palesemente trascurati.
Frequentemente più di un ELS relativo può apparire simultaneamente in una formazione di lettere ELS. Questa si ottiene scrivendo il testo in una griglia regolare, con esattamente lo stesso numero di lettere in ciascuna linea, ed in seguito si sceglie di tagliare un rettangolo nella griglia di lettere.
Nell'esempio sottostante, parte del libro biblico della Genesi (in inglese, la versione di re Giacomo (26:5–10) viene mostrata con 33 lettere per ogni riga. Gli ELS (tratti dal testo inglese) che codificano "BIBLE" e "CODE" vengono mostrati qui sotto. Di solito nel libro di Drosnin si mostra un rettangolo più piccolo, come quello evidenziato nella figura. In quel caso non si notano le lettere mancanti tra righe adiacenti nell'immagine, ma è essenziale che il numero di lettere mancanti sia lo stesso per ogni paio di righe adiacenti.
Sebbene l'esempio sopra riportato sia in lingua inglese, i codici presenti nella Bibbia utilizzano soprattutto la lingua ebraica. Per ragioni religiose, molti tra gli studiosi ebrei che propugnano queste ricerche utilizzano esclusivamente la Torah ebraica (che si comprende dalla Genesi al Deuteronomio).

Storia

Per quanto si conosce, un rabbino spagnolo del tredicesimo secolo di nome Bachya ben Asher fu il primo che descrisse un ELS nella Bibbia. Il suo esempio di quattro lettere è legato al punto zero del calendario ebraico. Nei secoli successivi ci furono molti tentativi di trovare ELS con diverse tecniche, ma ne sono stati trovati ben pochi esempi prima della metà del ventesimo secolo. A questo punto, molti esempi furono trovati dal rabbino slovacco Michael Ber Weissmandl e pubblicati dai suoi studenti dopo la sua morte avvenuta nel 1957. Ciononostante, la pratica rimase sconosciuta ai più fino alla fine degli anni ottanta, quando alcune scoperte di una scuola israeliana giunsero all'attenzione del matematico Eliyahu Rips della Università ebraica di Gerusalemme. Eliyahu Rips cominciò a studiare con il suo collaboratore di studi religiosi Doron Witztum e molti altri.
Uno dei primi cercatori di messaggi nascosti nella Bibbia fu Isaac Newton, che credeva che la bibbia fosse "un crittogramma creato dall'Altissimo - un enigma di Dio di eventi passati e futuri divinamente preordinati. Questa Profezia è chiamata la Rivelazione, con rispetto alle Scritture della Verità, sulle quali al Profeta Daniele fu comandato di fare silenzio e sigillarle, fino al tempo della fine. Quando questo tempo arriverà, l'Agnello di Dio aprirà i sigilli."

"Esperimento dei rabbini famosi" di Rips e Witzum

L'esperimento dei "rabbini famosi" è stato pubblicato su diverse riviste bibliche e statistiche. In questo esperimento del 1985 i ricercatori israeliani Elyahu Rips e Doron Witztum hanno cercato i nomi e le date di nascita o di morte di una serie di rabbini. Inizialmente sono stati selezionati 34 rabbini vissuti fra il 90 e il 1900 d.C. Erano i rabbini con le biografie più lunghe nell'Enciclopedia degli uomini famosi d'Israele. Hanno introdotto i nomi e le date nel programma contenente la Genesi, con il compito di cercare le codifiche. Per tutti e 34 i rabbini si sono trovati i nomi codificati in stretta prossimità con le date di nascita o di morte del rabbino. I due studiosi sostennero che la probabilità che questi nomi si trovassero in prossimità alle rispettive date è di 1 su 700'000'000. Per cercare di eliminare ogni possibilità di trucchi, la rivista Statistical Science chiese di ripetere l'esperimento con altri 32 rabbini (i successivi, in ordine d'importanza), prima di pubblicare l'articolo sull'esperimento. Alla sorpresa dei critici più scettici, l'esperimento fu nuovamente coronato da successo. L'esito mostrò che le date di nascita o di morte dei rabbini erano codificate in stretta prossimità con i nomi. Per cui l'editore di Statistical Science fu costretto a pubblicare l'articolo. Nel suo commento egli scrisse: "I nostri critici erano perplessi: le loro convinzioni erano che il libro della Genesi non potesse contenere riferimenti sensati a individui dell'era moderna […] L'articolo viene perciò offerto ai lettori come una sfida." In un articolo di Bible Reviev il dott. Satinover riferisce che la probabilità matematica di ritrovare codificati i nomi di 66 saggi ebrei associati alle loro date di nascita o di morte è inferiore a 1 a 2,5 miliardi. Quando i ricercatori hanno provato a rifare l'esperimento analizzando altri testi religiosi ebraici, come il Talmud, non hanno ottenuto risultati significativi. Perfino con il Pentateuco samaritano – che è una variante dei 5 libri di Mosè con numerose piccole differenze di testo e di dettagli – non si sono trovati risultati di valore.
Il professor Harold Gans, matematico e autore di più di 180 saggi tecnici, è stato un autorevole ricercatore al Pentagono. Quando è venuto a conoscenza di questi fatti era scettico e dichiarava "ridicole" le affermazioni fatte. Però, avendo a disposizione dei computer, nel 1989 creò un programma per confutare le affermazioni di Witztum, Rosenberg e Rips. Durante 19 giorni e notti il programma esaminò il testo della Genesi (78'064 caratteri) ricercando, oltre ai nomi e alle date dei saggi, anche le città di nascita e di morte di ciascuno di loro. Con sua grande sorpresa Gans arrivò alla conclusione che i codici ELS sono effettivamente presenti nella Bibbia ed oggi fa parte di coloro che sostengono l'impossibilità che vi siano apparsi per caso o per disegno umano.

The Bible Code e previsioni di Drosnin

Di nuovo i risultati vennero interpretati come significativi e suggestivi di un risultato non dovuto al caso. I codici nella Bibbia divennero famosi al grande pubblico grazie al giornalista statunitense Michael Drosnin, che con il suo libro The Bible Code (tradotto in italiano come Codice Genesi, pubblicato in Italia nel 1997) divenne un best-seller in molti paesi.
Secondo Michael Drosnin, il suo più famoso successo è stata la predizione dell'assassinio del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, mediante i "Codici nella Bibbia". Gli scettici dichiarano che per chiunque fosse bene addentro all'atmosfera politica di quegli anni in Israele, il predire (senza alcun dettaglio addizionale) il fatto che il premier Rabin sarebbe stato assassinato non sia un fatto particolarmente eclatante, anche se drammatico. Nel 2002, Michael Drosnin pubblicò un secondo libro sullo stesso soggetto, col titolo inglese The Bible Code II.
Il gruppo oltranzista ebraico Aish-HaTorah utilizza i Codici nella Bibbia nei suoi "Discovery Seminars" per cercare di convincere gli ebrei secolarizzati, atei o indifferenti, sulla divinità della Bibbia e per indurli a fidarsi dei loro tradizionali insegnamenti ebraico-ortodossi.
L'utilizzo delle tecniche del "Codice Biblico" si è diffusa presso alcuni circoli di cristiani protestanti, specialmente negli Stati Uniti. I principali e primi propositori furono, che un giudeo messianico, o Grant Jeffrey. Un'altra tecnica assimilabile a quelle del "Codice Biblico" viene sviluppata sin dal 1997 da Dean Coombs (anche lui cristiano). Queste persone dichiarano che le parole estratte tramite gli ELS formerebbero pittogrammi, con valenza profetica. Dagli anni 2000 in poi, la maggioranza dei libri e dei website relativi a questo argomento sono prodotti da cristiani.

Critiche

Obiezioni contro la validità dei codici

L'obiezione principale avanzata contro i codici nella Bibbia, proposti da Drosnin è che la teoria dell'informazione non impedisce al "rumore semantico" di assumere forme che talvolta sembrano significative. Così, si spiegherebbe come strutture semantiche simili (derivate dall'estrazione saltatoria), possano essere trovate in libri diversi dalla Bibbia. Anche se la probabilità di trovare un ELS in un punto casuale di un testo, accanto ad una parola correlata in modo significativo sembra poco probabile, vi sono così tanti possibili punti di partenza ed intervalli di salto che ci si può rendere conto come sia completamente naturale che queste frasi con significato appaiano (anche se sono totalmente casuali).
Rispondendo ad una esplicita sfida fatta da Drosnin, che dichiarava che altri testi, anche vasti, come Moby Dick, non potevano nascondere ELS, il matematico australiano Brendan McKay scoprì molti arrangiamenti di lettere ELS in Moby Dick che possono essere correlati ad eventi moderni, includendo l'assassinio di Martin Luther King. Inoltre trovò un codice relativo all'assassinio di Rabin, contenente il nome e cognome dell'assassino ed il nome dell'università che frequentava, così come anche la ragione che lo indusse a commettere il crimine ("Oslo", relativo agli Accordi di Oslo del 1993).
Altre persone, come il fisico statunitense Dave Thomas, hanno trovato altri esempi in molti testi. Inoltre, Drosnin si è servito della flessibilità della lingua ebraica, riguardo all'ortografia sfruttandola a suo vantaggio, miscelando liberamente l'ebraico classico (nessuna vocale, Y e W rigorosamente consonanti) e le modalità moderne (Y e W utilizzati per indicare le vocali 'i' ed 'u'), come pure variabilità nella pronuncia di K e T, in modo da raggiungere il significato che gli serviva. Nella sua serie televisiva John Safran vs God (J.S. contro Dio), il personaggio televisivo australiano John Safran, riuscì a trovare assieme a McKay riferimenti in codice agli attentati dell'11 settembre 2001, nel testo di alcune canzoni del repertorio dei Vanilla Ice. Inoltre, i noti riferimenti numerici presenti nella Bibbia, come il famoso numero della bestia, non danno alcun risultato significativo quando utilizzati per decodificare la Bibbia. E non si possono ignorare le conseguenze causate da errori di trascrizione degli scribi (ad esempio, errori d'ortografia, aggiunte, cancellazioni, letture erronee e separazione di lettere), che sono sicuramente presenti, si sono tramandati nel corso dei secoli e rendono difficile credere all'esistenza di un messaggio in codice, presente ad alti intervalli di estrazione, se sono possibili così tanti errori.

Difesa dei codici

I proponenti dei codici rispondono dichiarando che gli insiemi di lettere ELS che appaiono nella Bibbia sono qualitativamente migliori in qualche modo rispetto a quelli che appaiono in altri libri. Essi indagano anche altri tipi di codice e di cifrature per riuscire a controbattere la critica.
Tuttavia, mancando una misura oggettiva di qualità ed un modo oggettivo per selezionare i testi in esame, non è possibile stabilire se qualsiasi osservazione fatta sia significativa oppure no. Per questa ragione, la maggior parte dello sforzo fatto dagli scettici si concentra sulle cosiddette "dimostrazioni scientifiche" eseguite da Witztum, Rips e Gans.

Confutazione scientifica dei codici

Nel 1999, McKay, assieme ai matematici Dror Bar-Natan e Gil Kalai, e lo psicologo Maya Bar-Hillel, pubblicava un articolo in Statistical Science che asseriva fornire una adeguata confutazione dei primi lavori di Witztum e Rips. L'articolo venne rivisto anonimamente da quattro statistici professionisti che dichiararono conclusiva la completa confutazione fatta da McKay.
Le loro argomentazioni principali erano:
  • I dati utilizzati da Witztum e Rips erano una lista di nomi di rabbini in ebraico. La lingua ebraica è alquanto flessibile per quanto riguarda la pronuncia dei nomi e ogni rabbino ha parecchi appellativi diversi (alias e diminutivi), per questo motivo si dovrebbe avere un riguardo particolare nella scelta del nome da ricercare. Per questo i loro risultati possono essere spiegati affermando che i dati non erano stati raccolti correttamente. Dall'articolo: «...i dati erano ben lontani dall'essere stati chiaramente definiti dalle regole dei loro esperimenti. Piuttosto, c'era molta flessibilità di opinioni possibili, specialmente nella scelta dei nomi dei rabbini più famosi».
  • C'è un'evidenza indiretta che i dati non vennero di fatto raccolti in maniera corretta; vale a dire che la scelta dei nomi e delle pronunce era in qualche modo di parte, preferendo quelli che confermavano le ipotesi del codice.
  • Tentavi di ripetizione dell'esperimento, nonostante fosse fatto in modo analogo, non ottennero esattamente gli stessi risultati nelle ultime cifre. Dall'articolo: «Un problema tecnico che ci diede alcune difficoltà fu che WRR non è stato in grado di fornirci gli originali programmi per computer. Nessuno dei due programmi distribuiti da WRR, né le nostre implementazioni dell'algoritmo come descritto negli articoli di WRR, hanno prodotto in modo convincente le esatte distanze elencate [da WRR]».
L'articolo di McKay non andò così lontano da accusare Witzume e Rips di falsificazione del loro esperimento, invece discuteva sul fatto che l'esperimento ELS è estremamente sensibile al più piccolo cambiamento di pronuncia dei nomi. Questo fatto, combinato con la possibilità di opinioni contrastanti, venne sfruttato da McKay et al. per duplicare i risultati della Genesi in una traduzione ebraica di Guerra e Pace.

domenica 22 maggio 2022

Chiave di Salomone

Risultati immagini per Chiave di Salomone



La Chiave di Salomone o Clavis Salomonis è un testo di magia medievale originariamente attribuito (per errore) al Re Salomone. Non va confuso con la Piccola Chiave di Salomone, un testo successivo.

Manoscritti e storia testuale

Il testo risale al tardo Medioevo oppure al Rinascimento italiano. Molti di questi grimoire attribuiti a Re Salomone vennero scritti in questo periodo, ultimamente influenziati dai libri ("Sefer" in ebraico) molto più antichi (altomedievali) dei qabbalisti ebraici e degli alchimisti arabi, che a loro volta facevano spesso riferimento alla magia greco-romana del tardo mondo antico.
Esistono diverse versioni manoscritte (in seguito stampate clandestinamente) della Chiave di Salomone (in latino: Clavis Salomonica), con diverse traduzioni, alcune con differenze minori e altre con grosse diversità e significative differenze nell'impostazione. L'archetipo dal quale sono stati tratti era probabilmente un testo latino o italiano del XIV o del XV secolo. La maggior parte dei manoscritti esistenti datano al tardo XVI, XVII oppure XVIII secolo, ma esiste un manoscritto in greco, risalente al XV secolo (Harleian MS. 5596), strettamente associato a questo testo. Il manoscritto in greco viene menzionato come Il Trattato Magico di Salomone, e venne pubblicato da Armand Delatte nella Anecdota Atheniensia (Liége, 1927, pp. 397–445.) I suoi contenuti sono molto simili a quelli delle Clavicula, ed infatti potrebbe trattarsi del prototipo sul quale si basano i testi in italiano oppure in latino.
Un manoscritto in lingua italiana si trova nella Biblioteca Bodleiana con collocazione Michael MS 276. Un testo più antico in latino sopravvisse nella forma stampata, datata al 1600 circa (Università del Wisconsin-Madison, Memorial Library, Special Collections). Esiste un certo numero di manoscritti in latino più tardo (del XVII secolo). Uno dei più antichi manoscritti esistenti (a parte il già citato Harleian 5596) è un testo tradotto in inglese dal titolo: The Clavicle of Solomon, revealed by Ptolomy the Grecian, datato al 1572. Esiste inoltre un numero di manoscritti in francese, tutti databili al XVIII secolo, con l'eccezione di uno datato al 1641 (P1641, ed. Dumas, 1980).
Una traduzione ebraica del testo sopravvive in due versioni. La prima è custodita presso la British Library: è un manoscritto su pergamena, suddiviso fra i numeri di inventario BL Oriental MSS 6360 e 14759. Il manoscritto è stato datato al XVI secolo dal suo primo editore, Greenup (1912), ma al presente si ritiene che sia alquanto più recente, datandolo al XVII o al XVIII secolo. La scoperta di una seconda versione del testo ebraico nella biblioteca di Samuel H. Gollancz fu resa nota da suo figlio Hermann Gollancz nel 1903; questi pubblicò un'edizione fac-simile del testo nel 1914. Il manoscritto di Gollancz fu copiato a Amsterdam, in scrittura corsiva sefarditica ed è meno leggibile del testo della British Library. Il testo ebraico non è considerato l'originale. Si tratta piuttosto di un adattamento tardo giudaico di un testo latino o italiano. Il manoscritto della British Library è probabilmente l'archetipo della traduzione ebraica e il manoscritto di Gollancz una sua copia.
Un'edizione dei manoscritti latini della British Library fu pubblicata da S. L. MacGregor Mathers nel 1889. L. W. de Laurence pubblicò nel 1914 The Greater Key of Solomon, direttamente basato sull'edizione di Mathers, alla quale egli apportò modifiche nel tentativo di fare pubblicità alla sua attività di vendita per corrispondenza (ad esempio inserendo istruzioni del tipo "dopo aver bruciato mezzo cucchiaino da tè di Incenso del Tempio" assieme alle informazioni per ordinare l'incenso).

sabato 21 maggio 2022

In quale periodo storico possedere un animale domestico poteva costare la vita ad una donna?

 Negli anni della caccia alle streghe.



Se una donna possedeva un animale domestico, era probabile che un cacciatore di streghe cercasse di provare la sua "colpevolezza" analizzandone il seno.

Si credeva che le streghe tenessero i demoni nelle loro case sotto forma di animali domestici, travestiti da cani, gatti, insetti o roditori e che questi animali venissero nutriti da uno speciale capezzolo donato alla strega dal diavolo.

La presenza di un segno sulla pelle o una voglia insolita sul corpo era considerata una prova che l'accusata stesse praticando la stregoneria e allattando il suo demone.

Almeno l'80 percento delle persone perseguite per stregoneria erano donne e l'idea di un seno malvagio e creato dal diavolo è un esempio perfetto di quanto fossero misogine le indagini.

Molte volte il seno delle accusate fu oggetto di trattamenti brutali e umilianti e spesso veniva esposto pubblicamente.

Anna Pappenheimer, bavarese, è stata torturata affinché ammettesse di avere rapporti sessuali con il Diavolo. Come punizione, i suoi seni furono tagliati e spinti nella sua bocca e poi nella bocca dei suoi due figli adulti prima che tutti e tre venissero bruciati sul rogo.



venerdì 20 maggio 2022

Qual era il modo più assurdo per smascherare una strega nel medioevo?

Si usava pesare la sospetta strega.


In Olanda, a Oudewater, c'era una casa di pesatura dove molte donne si recavano per dimostrare la loro innocenza.

Donne provenienti da paesi lontani come la Germania e l'Ungheria vi si recavano per dimostrare la loro innocenza. L'idea era semplice. Le anime sono pesanti fardelli da sopportare. Poiché una strega non ne possederebbe una, sarebbe significativamente più leggera di una donna innocente.

La casa di pesatura aveva una grande bilancia. Alle donne del giusto peso venivano dati certificati per dimostrare la loro innocenza.

Gli olandesi non erano gli unici a credere che si potesse trovare una strega pesandola. Ad Aylesbury, in Inghilterra, era pratica comune spogliare una donna nuda e pesarla contro una pesante Bibbia rilegata in ferro. Se la bilancia non fosse perfettamente bilanciata, la donna sarebbe stata condannata come strega.

In altri luoghi in Europa, le donne venivano pesate contro pile di Bibbie. Se non venivano giudicate colpevoli immediatamente, a volte venivano aggiunte Bibbie extra alla pila.


giovedì 19 maggio 2022

Maledizione

Risultati immagini per Maledizione



Una maledizione è l'augurio di conseguenze negative o sfortuna attraverso l'intercessione di un qualche tipo di potere soprannaturale come ad esempio un dio, un elemento della natura o uno spirito.
L'effetto negativo che si intende portare con una maledizione può avere varie gradazioni, dall'infliggere dolore fino a provocare la morte del soggetto. Le maledizioni possono anche essere intese per avere effetti molto complessi o specifici, come ad esempio quello di non far rivedere la persona amata o di rendere sterili.
Le maledizioni possono anche essere legate a specifici oggetti o condizioni. In alcune tradizioni si ritiene che alcuni oggetti o simboli portino sfortuna ai loro proprietari e perciò si dicono "maledetti". Nel mondo moderno numerose leggende urbane sono basate su tali maledizioni.
Nella Bibbia sono riportate diverse maledizioni. La prima è nel libro della Genesi rivolta da Dio al serpente:
«Allora il Signore Dio disse al serpente: "Poiché tu hai fatto questo, sia tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.» (Genesi 3,14)
" tutti coloro che non rispetteranno i dieci comandamenti saranno Maledetti da Dio "
Mosè al popolo.
Nell'antica Roma veniva praticata una forma rituale di maledizione nota sotto il nome di defissione. Consisteva nello scrivere su una lamina di piombo il nome della persona da maledire e la disgrazia che gli si voleva augurare. La lamina veniva poi arrotolata, chiusa con un chiodo e sotterrata.
Nel folclore popolare italiano le maledizioni assumono vari nomi specifici come malocchio e fattura.
La leggenda della "Maledizione dell'anno zero" fu famosa per essere stata indicata come la causa di morte dei Presidenti degli Stati Uniti eletti negli anni divisibili per 20, a partire dal 1840. Tale maledizione non sarebbe comunque più valida, dal momento che Ronald Reagan (eletto nel 1980) è sopravvissuto ad un tentativo di assassinio e George W. Bush (eletto nel 2000) è sopravvissuto a otto anni di presidenza. Altra popolare leggenda legata ai presidenti USA è la Maledizione dei Kennedy.
Il termine maledizione viene talvolta associato ad eventi o compagini sportive quando la sfortuna sembra accanirsi in maniera particolare. Molto nota è stata la maledizione della squadra di baseball Boston Red Sox quando, dopo l'abbandono di Babe Ruth, non sono più riusciti a vincere il massimo titolo, le World Series, dal 1919 fino al 2004.
In Irlanda una maledizione è associata al Mayo, una delle contee che partecipa all'All-Ireland Senior Football Championship e che non solo non vince un titolo dal 1951 ma che ha anche perso tutte le ultime sette finali che ha disputato (prima nel 1989). Molti tifosi di Mayo sono convinti che la sfortuna che ha colpito la squadra, non solo a livello di finali perse ma anche di una serie di eventi negativi occorsi nelle semifinali siano dovuti alla "Maledizione del 51" in inglese "The curse of '51". Dopo avere vinto l'ultimo All-Ireland, nel 1951 appunto, durante il viaggio di ritorno verso la contea, la squadra una volta arrivata a Foxford non mostrò rispetto per un funerale che si stava tenendo sul posto. Il prete andò su tutte le furie e scagliò la maledizione, secondo la quale finché almeno un giocatore di quella formazione fosse rimasto in vita, Mayo non avrebbe più vinto l'All-Ireland.
Celebre è anche la maledizione scagliata dall'allenatore ungherese Béla Guttmann ai danni della squadra di calcio portoghese del Benfica. Il primo maggio del lontano 1962, dopo essersi infatti lasciato malamente con la società affermò che il Benfica non avrebbe più conquistato una coppa internazionale per 100 anni. Ne Sono passati 53 da allora e i portoghesi hanno perso ben otto finali senza più riuscire ad alzare al cielo nessun trofeo europeo segno che la presunta maledizione sia tuttora in corso.
A Siena si racconta e si raccontava anche in tempi non sospetti di una maledizione scagliata da una vecchia, chi dice una strega, della contrada dell'Oca contro la contrada della Torre. Nel 1961 alcuni contradaioli della Torre, dopo la vittoria del Palio, spennarono vive e buttarono nelle vie della contrada rivale (Oca) 40 oche destando il disgusto della fattucchiera che li maledisse e profetizzò che non avrebbero più vinto un Palio per 40 anni. La Torre dal 1961 ha rivinto il Palio nel 2005, dopo 44 anni.
La maledizione del 27 è la convinzione che 27 sia un numero sfortunato a causa del numero di artisti che sono morti a quell'età. Ad esempio Robert Johnson, Jim Morrison, Brian Jones, Jimi Hendrix, Ron "Pigpen" McKernan, Janis Joplin, Jonathan Brandis, Kurt Cobain e Amy Winehouse sarebbero stati colpiti dalla Maledizione del 27.
L'utilizzo delle maledizioni nelle opere di fantasia è un elemento molto comune, specialmente nel genere fantasy.
Tra gli innumerevoli esempi, nel film Ladyhawke una maledizione impedisce ai due protagonisti di incontrarsi in forma umana; nel romanzo L'ombra della maledizione di Lois McMaster Bujold, una maledizione grava sull'intera famiglia reale portando ai suoi componenti innumerevole effetti negativi. Nel telefilm "C'era una volta" una maledizione porta i personaggi delle favole nel nostro mondo.

mercoledì 18 maggio 2022

Abbazia di Thélema

Risultati immagini per Abbazia di Thélema




Abbazia di Thélema è il nome dato dall'occultista inglese Aleister Crowley (1875-1947) a Villa Santa Barbara di Cefalù, in Sicilia: l'edificio che egli scelse come tempio e luogo centrale di irradiazione del culto della sua comunità di adepti.
Alcuni scrittori siciliani si sono interessati alla vicenda, come: Giuseppe Quatriglio ne "Il diavolo a Cefalù" in "L'uomo orologio e altre storie", Leonardo Sciascia in "Apocrifi sul caso Crowley" (che ha ispirato l'omonimo film del regista italiano Ferdinando Vincentini Orgnani) ne "Il mare color del vino", Vincenzo Consolo in "Nottetempo, casa per casa" (Premio Strega 1992) e Marco "Fax" Bonafede ne "L'ultima notte di Crowley".
Il progetto di Aleister Crowley ("Maestro Therion" o "Frater Perdurabo") fu quello di fondare un'abbazia nella quale una comunità di discepoli avrebbe potuto mettere in pratica le dottrine del Thélema.
Si tratta, al di là del significato magico o religioso, d'un vero e proprio esperimento sociale che, secondo Martin Patrick Starr, può essere raffrontato con il phalanstere di Charles Fourier (1772-1837): una forma di vita comune auto-gestita.
L'esperienza va ascritta tra i moderni tentativi di creare una comunità libertaria su basi utopiche: tale esperimento prevedeva difatti rituali vari, come lo studio delle pratiche dello Yoga del Tantra e del Buddhismo e dell'uso sacro di enteogeni, ma disdegnava ogni forma di legge o statuto interno.
Il luogo prescelto per mettere in pratica questo tentativo di vivere in azione il Libro della Legge (testo profetico ricevuto da Crowley a Il Cairo nel 1904 dal suo Santo Angelo Custode e su cui si fonda la religione-non-religione di Thélema), fu questa fattoria presa in affitto dal Barone Carlo La Calce, cha divenne il centro propulsore ideale dell'opera di Crowley, una comunità spirituale archetipica basata sulla omonima che François Rabelais nel Cinquecento aveva fatto erigere ad uno dei suoi più celebri personaggi, nel Gargantua e Pantagruele, con l'unica regola del “FA' QUELLO CHE VUOI, perché persone libere, bennate, ben istruite, che frequentano oneste compagnie, sentono per natura un istinto ed inclinazione che li spinge ad atti virtuosi, e li tiene lontani dal vizio” ed in cui il gigante Gargantua costruì un'abbazia, denominata appunto Thélemè (da cui Crowley scelse il termine Thélema, dal greco θέλημα "Volontà") per farne una sorta di scuola ideale in cui potevano essere ammessi a vivere in comune ragazzi e ragazze che avevano certe caratteristiche (buoni, belli, gentili), indifferentemente dalla loro condizione sociale e di sangue.
Fu così che l'Abbazia di Thélema divenne il luogo d'incubazione di un intero cultic milieu, punto centrale d'irradiazione nel mondo della filosofia pratica di Thélema, il cui assunto era tutto nelle frasi dipinte sulle pareti del tempio.
Crowley aveva scardinato tutte le porte interne per farne un unico locale in cui stavano tutti nudi spesso, compreso due bambini molto giovani, davanti ai quali si accoppiavano anche liberamente. La grande stanza d'ingresso era divenuta un tempio con al centro un altare a sette lati, su cui poggiava un grande libro circondato da candele accese. Sul pavimento era segnata una stella a cinque punte (pentagramma) inscritta in una circonferenza, in altri punti della stanza erano posti quattro sgabelli triangolari e, di fronte all'altare, spiccava un braciere sacrificale. In questo luogo egli fece rivivere per la prima volta l'antico culto di Seth o Shaitan, gemello di Horus, il dio che in tempi più tardi, quando il cristianesimo ebbe imposto la sua supremazia, venne considerato sinonimo di Satana.
A Cefalù Aleister Crowley trascorse gli anni cruciali della sua esistenza, qui portò a termine una gran quantità di lavori e fu l'ultimo capitolo importante della sua vita, lavorò ad un'arte sia erotica che muratoria, in questo paese viveva un'esistenza semplice, bucolica, attorniato da un gruppo internazionale di simpatizzanti che praticavano quello che ai suoi tempi era detto amore libero (poliamore) e, per accrescere la coscienza magica, secondo lo spirito del tempo, sperimentavano anche l'uso di svariate droghe (marijuana, hashish, cocaina, eroina, oppio, laudano, assenzio, peyote).
Fu il periodo di più intensa pratica da parte sua della magia sexualis dell'O.T.O. (Ordo Templi Orientis), insieme a Leah Hirsig si dedicò a celebrare rituali che la maggior parte delle persone considerava morti da almeno duemila anni e, per esempio, nell'estate del 1921 un caprone venne indotto a copulare con l'inginocchiata Leah e l'animale ebbe tagliata la gola cerimonialmente nel momento dell'orgasmo: il più grande sacrificio cruento mai compiuto da Crowley. Durante il periodo siciliano egli prestò anche molta attenzione alla pratica omosessuale personificando gli aspetti femminili del suo carattere e considerandoli un ente autonomo battezzato Alys Cusack: sul suo letto era sempre appeso un cartello che informava il mondo che “ALYS CUSACK IS -OT AT HOME” e, a seconda del suo umore, il trattino veniva sostituito con una “N” o “H”.
Qui Crowley lottò contro la follia e la disperazione, aggravata dalla povertà, la malattia e la persecuzione. Fu proprio in questo paese ch'egli conquistò buona parte della sua fama sulfurea d'uomo perverso, il suo soggiorno fu anomalo e scandaloso per gli abitanti del luogo, ben presto cominciarono a diffondersi voci insistenti e preoccupanti sul conto suo e della comunità con cui viveva nella villa: li si accusava, tra l'altro, esagerando, di praticare cerimonie magiche che comportavano il sacrificio di bambini e, su insistenti sollecitazioni dell'opinione pubblica aizzata dal clero, con l'avvento del fascismo, fu subito espulso dall'Italia dall'allora prefetto di Palermo come soggetto indesiderato; qualcuno afferma che Crowley abbia anche tentato di trattare con Benito Mussolini, e se sembra che la scelta sia stata voluta dal Consolato Inglese, tra l'ultima decade d'aprile e la prima di maggio del 1923, per alcuni, per altri, sul finire del settembre del 1924, a causa di ciò che si diceva circa quel che si sarebbe svolto nell'Abbazia.
Fu l'incidente di Raoul Loveday, studente di Oxford accompagnato a Cefalù dalla moglie Betty May, che determinò la chiusura dell'Abbazia. La signora May, sconvolta dalle pratiche degenerate e dallo squallore che regnava in quel luogo, oltre che dalla morte dell'amico, tornò in Inghilterra. Il furore scatenato in cui si parlò di sacrifici umani, cannibalismo e riti satanici ebbe la sua eco in Italia ed I fascisti decisero di far sloggiare Crowley.
Dopo l'allontanamento di Crowley dall'Italia, le donne del gruppo vendettero tutti I mobili e gli arredi della casa agli abitanti del paese, per saldare i debiti che lui aveva lasciato e pagar il viaggio di ritorno in patria.
L'Abbazia cadde nell'oblio finché decenni dopo non avrebbe voluto visitarla Kenneth Anger, giornalista e regista cinematografico californiano, che agli inizi del 1950 concentra i suoi interessi sulla magia ed entra nel gruppo di Jack Parsons, studiando Aleister Crowley e andando a riscoprire quanto restava dell'Abbazia di Thélema in Sicilia. Anger, in compagnia del sessuologo Afred Kinsey e del fotografo-scrittore Fosco Maraini vi realizzò un documentario e la riproduzione fotografica dei dipinti (le pitture murarie hard dello stesso Crowley erano state ricoperte per volontà delle autorità ecclesiastiche dell’epoca e son visibili per intero soltanto nei rarissimi scatti di Fosco Maraini). Vi visse per tre mesi estivi, fu lui a togliere le pennellate di calce che per trent'anni avevano coperto gli affreschi dipinti in olio da Crowley sulle pareti del tempio: egli puliva con uno straccio ed una mistura infiammabile di acqua ed acido cloridrico, le mani protette da pesanti guanti di gomma nera ed una lanterna di kerosene che illuminava davanti a lui. Egli inoltre contribuì a rimuovere un pavimento di cemento che rivelò un cerchio magico nella stanza dei riti.
Nell'estate del 1965, Emilio Servadio, già autore di alcuni articoli sulla figura di Aleister Crowley, presidente dell'Associazione Psicoanalisti Italiani, che fu amico di Julius Evola e fece parte del Gruppo di UR, tenne una conferenza, presso il Club Mediterranée di Cefalù, sul “Potere sconosciuto dell'uomo” nel corso della quale incontrò il Pietro Saja.
Nel 1968 Robert De Grimston Moore, personaggio di spicco della setta The Process, nel corso di una sua visita in Italia, andò in pellegrinaggio all'Abbazia di Thélema. De Grimston aveva coltivato l'idea, presto abbandonata, di cercare un legame con gruppi crowleyani per riaprire l'Abbazia.
Sempre nel 1968 svernavano a Cefalù gli attori del Living Theatre, che nella cittadina normanna stavano preparando il loro famoso Paradise Now: essi chiedevano alla gente del luogo di Crowley, ma quasi nessuno ricordava niente tranne qualche anziano che si riferiva alla tribù thelemica come a “i mormoni” identificandoli con la setta protestante americana che aveva alle origini come caratteristica la poligamia, anche se altri identificarono Crowley con “u diavulu”.
Nel 1974 anche Jimmy Page dei Led Zeppelin, il maggiore collezionista al mondo di cimeli crowleyani, visitò per la prima volta la dimora di Crowley.
Nel dicembre del 1990 l'Assessore Regionale ai Beni Culturali, Turi Lombardo, su richiesta del Comune di Cefalù, provvisto di un'ampia documentazione fornita dal Prof. Pietro Saja, firmò il decreto di vincolo per l'edificio ritenuto d'importante interesse artistico. Nel febbraio del 1997 si è svolto a Cefalù un convegno internazionale, inaugurato dall'allora sindaco Alfredo La Grua, dal titolo “Un mago a Cefalù. Aleister Crowley e il suo soggiorno in Sicilia”: nel programma dello stesso, l'allora Commissario Straordinario dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Cefalù, la dottoressa Francesca Adele Di Sparti Cera, ha sottolineato come Crowley goda in parecchi paesi europei di una fama diversa da quella cui si fa normalmente riferimento, trovando interesse nel ricostruire la vicenda del personaggio come importante contributo al recupero della memoria storica di Cefalù. In passato il Consiglio Comunale di Cefalù ha deliberato l'acquisto ed il restauro dell'immobile per destinarlo a museo crowleyano. Particolarmente interessati al recupero dell'ex casa di Crowley si erano rivelati Roberto Negrini promotore, per questo scopo, della creazione d'una “Fondazione Crowley”, il direttore del CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni) Massimo Introvigne, il Prof. J. Gordon Melton dell'Università di S. Barbara in California ed il Prof. Eileen Barker della London School of Economics.
Il 5 luglio 2008, a Cefalù, il Prof. Pietro Saja, con Vincenzo Crivello, Nicola Cinalli, Paolo De Carlo, Alessandro Tozzi e Marco Giacalone hanno tenuto l'incontro “Crowley e il mistero di Cefalù” cui farà seguito il 25 febbraio 2011 l'organizzazione a cura di Antonino Napoli, questa volta a Palermo, del convegno nazionale dal titolo “Crowleyana” con la partecipazione del S.O.T.V.L. di Novara, la Prof.ssa Corinna Zaffarana, Mazio Forgione, Rodan Di Maria, Alessio Ballante, Nicola Cinalli, sull'iniziativa di recupero e valorizzazione dell'Abbazia da un punto di vista storico-culturale ed artistico.
La casa, in stato di abbandono negli anni 2000 è stata poi messa inutilmente in vendita per un breve periodo nel 2010.


martedì 17 maggio 2022

ʿIlm al-Ḥurūf

Risultati immagini per ʿIlm al-Ḥurūf



ʿIlm al-Ḥurūf o "scienza delle lettere", è una scienza esoterica araba che si interessa della simbologia che i cultori musulmani dell'approccio esoterico credono possa celarsi dietro le lettere dell'alfabeto arabo. È stata spesso considerata come una scienza occulta.
L'espressione ʿIlm al-Ḥurūf (in arabo: علم الحروف) è composta dalle parole ʿilm - che significa "scienza" - e Ḥurūf, che è il plurale della parola Ḥarf che significa "lettera".

alfabeto arabo nome valore numerologico
ا ʾalif 1
ب bāʾ 2
ج ǧīm 3
د dāl 4
ه hāʾ 5
و wāw 6
ز zāy 7
ح ḥāʾ 8
ط ṭāʾ 9
ي yāʾ 10
ك kāf 20
ل lām 30
م mīm 40
ن nūn 50
س sīn 60
ع ʿayn 70
ف fāʾ 80
ص ṣād 90
ق qāf 100
ر rāʾ 200
ش šīn 300
ت tāʾ 400
ث ṯāʾ 500
خ ṯāʾ 600
ذ ḏāl 700
ظ ẓāʾ 800
ض ḍād 900
غ ġayn 1000





 
Wordpress Theme by wpthemescreator .
Converted To Blogger Template by Anshul .