venerdì 29 novembre 2019

Ed Alonzo

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Ed Alonzo (26 luglio 1968) è un illusionista, comico e attore messicano.

Carriera
Ha avuto diversi ruoli in Saved by the Bell (10 episodi tra il 1989-1990), Head of the Class, Men in Black e Totally Hidden Video. Alonzo ha eseguito una mostra speciale che incorpora tutti i giorni la sua comicità e magia al California's Great America. Recentemente ha lavorato per Valleyfair in Minnesota, ed è apparso in un episodio di Cycle 11's America's Next Top Model. Nel 2009 ha lavorato con Britney Spears per creare illusioni per il suo tour: The Circus: Starring Britney Spears
Alonzo è stato uno dei maghi che ha lavorato per il concerto This Is It di Michael Jackson e ha condotto lo spettacolo Ed Alonzo's Psycho Circus of Magic and Mayhem al Knotts Halloween Haunt.
In Italia partecipa come giudice al programma televisivo La grande magia - The Illusionist, condotto da Teo Mammucari.


giovedì 28 novembre 2019

Ancoraggio (PNL)

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Nella programmazione neuro linguistica (PNL), l’ancoraggio (anchoring) o ancora (anchor) è un processo di associazione di una sensazione fisica a una risposta interna. Viene utilizzato sfruttando uno stimolo sensoriale memorizzato per portare ad un cambiamento nello stato d'animo. Questo sistema è derivato da tecniche di ipnoterapeuti esterni alla PNL come Milton Erickson, ed è usato anche nelle scuole di psicologia costruttivista.

Definizione
La PNL sostiene che il nostro stato emozionale crea il nostro comportamento. Se siamo in uno stato negativo potremmo reagire facilmente con un comportamento poco efficiente, mentre se siamo in uno stato positivo potrà essere al contrario più efficiente, portando dei vantaggi nella comunicazione. Il nostro stato emotivo è il risultato di una combinazione tra processi fisici e mentali che influenzano il modo in cui il soggetto si relaziona con altre persone, e con quanta energia o entusiasmo è possibile porsi in determinati contesti. Il nostro stato influenza anche come noi filtriamo le informazioni[3]. L'ancoraggio è una delle tecniche fondamentali della PNL nonché una delle più utilizzate dagli ipnotisti. È un potente strumento per creare un cambiamento ed è molto popolare per via del suo impatto immediato. Esso consiste nel selezionare stati emotivi per specifici contesti. In altre parole è uno stimolo capace di influenzare lo stato mentale ed emotivo di una persona. La tecnica consiste nel produrre uno stimolo in risposta ad uno stato d'animo proprio di un'esperienza passata. Come risultato, quello stato d'animo viene "ancorato" e portato al presente. Ad esempio, se viene ricercato lo stato della motivazione, è possibile richiamare (pensare) a tempi passati in cui ci si è sentiti molto motivati, e "ancorare" quello stato portando ad influenzare lo stato emotivo presente. È possibile anche rimuovere gli stati emotivi negativi trasformandoli all'interno del processo che porta allo stato positivo, una modalità chiamata collasso d'ancora. Normalmente ogni persona è influenzata dalle ancore nella vita quotidiana. Molte di queste sono applicate accidentalmente, così è possibile adottare uno stato d'animo positivo o negativo in risposta ad uno stimolo inconscio automatico.
Riuscire ad applicare la tecnica dell'ancoraggio dà al praticante di PNL la possibilità di produrre l'appropriato stato d'animo di cui ha bisogno in una certa situazione, e gli conferisce il potere di cambiare qualsiasi sensazione non desiderata o negativa attingendo da una selezione di stati memorizzati.

Altre tipologie
Catena di ancore
La catena di ancore (chaining anchor) è un insieme di più ancore collegate tra loro, ognuna delle quali associata ad un particolare stato emotivo. La caratteristica di questo tipo di ancoraggio è che basta innescare l'ancora iniziale per attivare l'intera catena. Questa forma di ancoraggio consiste nel collegare tra loro sequenze di diversi stati facilmente e automaticamente. L'obiettivo è passare dallo stato presente allo stato desiderato creando una serie di ancore che portano verso una direzione. È una forma di ricalco e guida (pacing and leading) perché il cambiamento avviene tramite una serie di passi concatenati. La catena di ancore può essere usata quando una persona incappa in un particolare stato indesiderato, così per passare allo stato ricercato evitando un cambiamento troppo brusco, sceglie di attuare una serie di passaggi che lo portano allo stato ricercato in modo graduale. Può essere usato ad esempio se una persona è in uno stato di rabbia intendendo arrivare ad uno stato di amore, o se prova paura e vuole arrivare a gestire la situazione. La sequenza di passaggi da rabbia a amore potrebbe essere: rabbia - rassegnazione - accettazione - amore, mentre da paura a prontezza: paura - ansia - anticipazione - prontezza.
Per compiere ciò, l'ancora cinestesica viene creata usando un punto del corpo per indicare ogni passaggio in una sequenza di stati. Ad esempio lo stato di rabbia viene ancorato ai polsi. Il secondo stato, di rassegnazione, viene ancorato agli avambracci, l'accettazione alle braccia e la prontezza alle spalle. Ogni ancora viene creata e testata in sequenza. La prima ancora è quindi usata per innescare una sequenza di stati che portano gradualmente verso lo stato positivo. Ogni ancora viene attivata in un certo ordine portando all'ancora successiva fino a raggiungere il picco. Ciò significa che lo stato di partenza serve come innesco per portare all'ancora successiva della catena. Questo processo deve essere ripetuto più volte per fare in modo che operi automaticamente.

Ancora a scivolata
L’ancora a scivolata (sliding anchor) può essere usata per intensificare o diminuire uno stato facendo "scivolare" l'ancora cinestesica oltre il picco di intensità dello stato originario. Gran parte delle ancore cinestesiche sono attive o non attive, e ciò accade anche per le ancore a scivolata. Ciò significa che possono essere spostate dai polsi fino alla spalla. Il beneficio dato dalle ancore a scivolata è quello di riuscire ad avere un maggior controllo dell'esperienza, avendo la possibilità di regolarne letteralmente l'intensità. Per mettere in pratica un’ancora a scivolata è necessario per prima cosa pensare ad un'esperienza piacevole. Una volta individuato lo stato, si ancora questa esperienza ad un polso con un dito dell'altra mano. Il processo di regolazione dell'intensità prevede di muovere il dito lentamente su per il braccio. Durante l'atto si percepisce un senso di piacere crescente. Si prosegue ulteriormente nel movimento provando sempre più piacere. Quando si raggiunge il livello della spalla si prova un senso di estasi.

Collasso d'ancora
Il collasso d'ancora (collapsing anchor) è un processo di neutralizzazione di uno stato d'animo negativo scatenando due risposte incompatibili tra loro allo stesso momento. Se due stati d'animo contrastanti vengono ancorati e attivati contemporaneamente, l'ancora più forte sovrasta la più debole. Quindi si dovrebbe fare in modo che lo stato negativo collassi su quello positivo. Il sistema nervoso non può gestire due diversi stati d'animo incompatibili contemporaneamente. Per collassare un'ancora indesiderata, bisogna avere accesso e ancorare lo stato indesiderato e quello desiderato, poi attivare entrambe le ancore allo stesso tempo. Per ciò che la tecnica sia efficace è necessario che l'ancora positiva sia più forte. Se ciò non avviene, è necessario ampliare ulteriormente le risorse positive. Questo processo a volte può risultare in un breve periodo di confusione, che è seguito dallo stato desiderato.

Estinzione d'ancora
Esistono vari modi per cancellare o estinguere un'ancora. Un modo comune è la desensibilizzazione. Se ad esempio una persona ha una fobia per i serpenti, è possibile aumentare gradualmente l'esposizione ad essi, iniziando dall'osservazione di immagini che li raffigurano, fino ad averne uno dall'altra parte della stanza. Facendo questo si riduce il potere dell'ancora di evocare la risposta.



Applicazione
Per creare un’ancora è necessario identificare lo stato emotivo che si desidera, ad esempio la confidenza. Una volta selezionato lo stato emotivo, il praticante di PNL richiama a particolari periodi della sua vita in cui si è sentito in un particolare stato emotivo di confidenza. Il contesto della situazione non è importante; la tecnica consiste solo nel richiamare quella forte esperienza. Quando viene raggiunto lo stato d'animo desiderato, si ancora quella sensazione ad uno specifico innesco (trigger), ad esempio un particolare gesto con la mano. Si ripete il processo finché lo stato desiderato non viene condizionato dall'ancora. Ogniqualvolta si innescherà quest'ancora, questa riuscirà a portare il soggetto allo stato emotivo associato.
Elementi essenziali per far funzionare l'ancora:.
  • Intensità dell'esperienza: l'ancora è più efficace se la persona richiama la più intensa esperienza in cui è stato vissuto quello stato. Per i migliori risultati, un'ancora dovrebbe essere creata quando l'esperienza è al massimo dell'intensità.
  • Tempistica dell'ancora: l'ancora viene applicata subito prima che lo stato raggiunga il suo picco e rilasciata non appena l'ha raggiunto.
  • Unicità dello stimolo: l'ancora dovrebbe rappresentare qualcosa di improbabile da innescare quando essa non è ricercata come tale. Ad esempio, se per l'attivazione di un'ancora come la creatività viene usata una stretta di mano, essa può essere innescata ogni volta che si stringe una mano, non solo quando si intende volutamente accedere a quello stato. Esistono quindi certe zone che possono presentarsi più adatte per l'innesco, come le nocche o i lobi dell'orecchio, perché meno facilmente esposte al rischio di innescare l'ancora involontariamente.
  • Riproduzione dello stimolo: esercitarsi a tenere viva l'ancora nel tempo la mantiene e ne aumenta il potere.
  • Numero di volte: applicando l'ancora diverse volte durante la fase di elaborazione ne aumenta il potere.
Fondamento e origini
L’ancoraggio è una risposta ad uno stimolo applicata ad uno stato d'animo. Esso abilita il praticante di PNL ad avere accesso ad una serie di stati interiori e selezionarli. Ogni stato a cui si ha accesso viene associato al contesto in cui questo serve, influenzando sia lo stato interno che esterno, condizionando quindi i pensieri e il comportamento. L’ancoraggio è qualsiasi stimolo che porta il praticante indietro in uno specifico periodo e luogo. Ad esempio un brano musicale può portarci indietro a dei tempi e dei luoghi, portandoci a riattivare l'intera memoria di quell'esperienza portandola allo stato presente. La memoria è impostata in modo che ci sia una connessione tra il contesto e lo stato emotivo associato. Un ancoraggio può essere un impulso sensitivo (visio, uditivo, cinestesico, olfattivo, gustatorio) che era parte dell'esperienza originale. Oppure può essere una parola, magari connessa con l'etichetta che è stata usata per definire quello stato.

Principi dell'ancoraggio
L’ancoraggio o risposta allo stimolo è basato sulla teoria del riflesso condizionato del fisiologo russo Ivan Pavlov (1904-1927). Pavlov studiò il lavoro di Twitmeyer (1902) che identificò la risposta improvvisa del ginocchio al battito di un martello (riflesso patellare). Nelle sue ricerche, Pavlov dimostrò che i cani riuscissero a sviluppare un riflesso salivatorio che poteva essere condizionato da uno stimolo innaturale come un segnale acustico, dove i cani collegavano questo timolo al cibo. I cani avrebbero sviluppato una risposta associativa tra il segnale acustico e il cibo, anche quando il cibo non veniva mostrato. Pavlov riuscì anche a dimostrare come il riflesso condizionato potesse essere eliminato usando un processo simile. Altri ricercatori (Skinner, 1938) successivamente estesero la teoria del fisiologo russo, dimostrando che gli individui generalizzano sulla risposta comportamentale in situazioni simili all'originale dove il riflesso condizionato era stato scoperto. Egli allargò ulteriormente la sua teoria includendo un rinforzamento negativo o una fuga dall'apprendimento quando un soggetto rimuove o evita qualcosa di spiacevole. Queste conclusioni furono supportate dai lavori di Adler e Pert (1997). Damasio (1994) stabilì che il condizionamento causa l'eccitamento dei neuroni che mantengono una memoria neurale in risposta ad un impulso, risultando in una liberazione di neurotrasmettitori e l'attivazione del neurone successivo, da cui l'attivazione dell'intera catena neurale, portando infine ad una risposta del comportamento.

Evidenze scientifiche
Come altri principi della programmazione neuro linguistica, alcune ricerche hanno confermato la teoria dell’ancoraggio.
Nella letteratura scientifica psicologica, la tecnica che nella PNL viene chiamata ancoraggio è meglio nota come riflesso condizionato (classical conditioning), un meccanismo che venne scoperto oltre 100 anni fa dal già citato fisiologo russo Ivan Pavlov. In uno dei primi studi sul riflesso condizionato, un ragazzo di undici mesi di età (Albert) è stato avvicinato ad un topo bianco. Inizialmente, il neonato gradì la presenza del ratto. Tuttavia, ogni volta che egli lo cercava, lo sperimentatore faceva emettere un forte rumore dietro di lui, spaventandolo. Dopo cinque volte che questo processo venne scatenato, Albert aveva ancorato la paura per il topo, e entrava nel panico ogni volta che lo vedeva. Dopo aver indotto questa fobia per mezzo dell'ancoraggio, gli sperimentatori sono stati poi in grado di rimuoverlo allo stesso modo.
In una ricerca controllata condotta da ricercatori tedeschi (Reckert, 1994), è stato descritto come in una sessione Reckert fosse stato in grado di rimuovere l'ansia da test da parte degli studenti utilizzando la tecnica dell’ancoraggio. In un altro studio, Craldell propone l'utilizzo dell’ancoraggio per accedere a uno stato di "auto-aiuto" utile per i Figli Adulti di Alcolisti. In un terzo studio, Thalgott discute sull'uso di ancore per sostenere i bambini con disabilità di apprendimento.
Field (1990) applicò una combinazione di tecniche di PNL come l'ancoraggio e riportò i risultati dei singoli casi di studio sui pazienti con seri problemi di ansia. L'ancoraggio veniva usato nelle prime sessioni per avere accesso alle risorse interne del paziente, permettendogli di superare lo stato d'ansia
Brandis (1986) riuscì a dimostrare alcuni cambiamenti nella rabbia dei genitori verso i loro bambini in un processo che usava il collasso d'ancora: tuttavia, i risultati dello studio suggerirono che il processo di auto-ancoraggio era più efficace del collasso d'ancora.
Gray (2009) ha utilizzato l'ancoraggio nella sua ricerca su criminali con problemi di droga a diversi livelli. Venne insegnato ai partecipanti ad usare la tecnica dell'ancoraggio su diversi stati predefiniti in cui veniva esaltato lo stato di entusiasmo, abilitandoli alla possibilità di averne accesso quando richiesto. Nel tempo i partecipanti dello studio integrarono le ancore in un singolo stato emozionale etichettato come "Now" (adesso). Gray suggerì che questo stato era in grado di creare un'esperienza sensoriale tipica del Sé come concepito nella psicologia di Jung, che veniva poi associata a un risultato positivo. La sua ricerca dimostrò che il 30% dei partecipanti avevano dimostrato un'astinenza ad un anno dal trattamento. In aggiunta, i partecipanti riportarono un aumento degli effetti positivi, efficacia e una generale soddisfazione come risultati del programma. I risultati statistici mostrarono che gli interventi di PNL erano equivalenti a quelli ottenuti con la terapia tradizionale, con il pregio di essere meno costosi.
Squirrel (2009) applicò la tecnica dell’ancoraggio nel suo studio su giovani bambini con problemi sociali, emotivi e comportamentali. I risultati dello studio sperimentale suggerirono che alcune tecniche di PNL fossero efficaci in questo gruppo, e comparando il gruppo di studio al gruppo di controllo, il primo dimostrò un miglioramento nel comportamento.
Uno studio emblematico sull’ancoraggio (sebbene non venga denominato come tale) è stato condotto da Ellen Langer (1989). Vennero presi come oggetti dello studio due gruppi di uomini anziani (età compresa tra 75-80 anni), presso l'Università di Harvard. Per 5 giorni, questi due gruppi di uomini vivevano in un centro di ritiro tenuti sotto controllo fuori dal paese. Ad un gruppo vennero assegnati una serie di compiti per incoraggiarli a pensare al passato (scrivere un'autobiografia, discutere del passato ecc). All'altro gruppo vennero assegnati una serie di compiti in modo che venissero ancorati in un tempo passato, cioè nel 1959. Essi scrissero un'autobiografia solo fino al 1959, descrivendo quel periodo come il presente, guardando film del 1959, ascoltando musiche trasmesse in radio nel 1959, e vivendo solo con oggetti e manufatti disponibili nel 1959. Prima e dopo 5 giorni, entrambi i gruppi sono stati studiati con un certo numero di criteri associati all'invecchiamento. Mentre il primo gruppo è rimasto costante o addirittura peggiorò su questi criteri, il secondo gruppo mostrò un notevole miglioramento in termini di salute fisica come, flessibilità delle articolazioni, la vista, e la tonicità del muscolo, così come nei test di intelligenza. Essi sono stati ancorati in un tempo di 50 anni prima, con immagini e suoni del 1959


mercoledì 27 novembre 2019

Anticalcare magnetico

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L'anticalcare magnetico, o trattamento anticalcare magnetico, è un controverso metodo che ridurrebbe gli effetti negativi causati da un'elevata durezza dell'acqua mediante l'azione di un campo magnetico, offrendosi come un'alternativa non chimica per l'addolcimento dell'acqua.
Non esistono dati di laboratorio o spiegazioni meccanicistiche che dimostrino scientificamente l'efficacia di questo metodo. Quindi il trattamento anticalcare magnetico è considerato come privo di efficacia e pseudoscientifico. Tuttavia alcuni studi sostengono di aver registrato effetti significativi e riduzione del livello di calcare.

Efficacia
I venditori e fornitori di dispositivi anticalcare magnetici utilizzano spesso immagini e testimonianze a sostegno delle loro affermazioni, senza però presentare specifiche o studi dettagliati sul loro funzionamento. I materiali promozionali in genere omettono studi sulla corrosione, analisi sui bilanci di massa del sistema, o misurazioni sulla concentrazione degli ioni che determinano la durezza in seguito al trattamento delle acque.

Funzionamento ipotizzato
I promotori dei dispositivi anticalcare magnetici sostengono che la forma delle molecole di calcare sarebbe modificata da forti campi magnetici, portandole a ridursi in cristalli dalla forma sferica invece che depositarsi.La cosa certa è invece che una quantità d'acqua in cui sono immersi dei magneti molto potenti al neodimio, separandoli e sollecitandoli creando dei campi magnetici, riescono a far precipitare il calcare e modificano i legami delle molecole liberando ossigeno e creando bicarbonato(NaHCO3) stabilizzando il PH. Tuttavia uno studio svolto nel 1996 presso il Lawrence Livermore National Laboratory non ha rilevato differenze nella struttura cristallina del calcare in seguito all'utilizzo di questi filtri.

Dispositivi affini
Simili dispositivi, che sostengono di poter prevenire la formazione del calcare grazie a una serie di proprietà fisiche senza utilizzare agenti chimici, sono presenti sul mercato da oltre 50 anni. Alcuni funzionano, come ad esempio i dispositivi basati sul principio elettrolitico, ma per la maggior parte sono privi di qualsiasi efficacia.


martedì 26 novembre 2019

Antigravità

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L'antigravità è la capacità di liberare un corpo dall'influenza della forza di gravità. In tal senso non ci si riferisce a sistemi che contrastano la forza di gravità con una forza uguale e contraria da essi stessi prodotta, come ad esempio con l'elicottero, bensì a situazioni in cui l'influenza della gravità venga annullata dall'effetto di altre forze con azione a distanza, da effetti dovuti ad accelerazione centripeta o, nel campo della fantascienza, da qualche tipo di tecnologia.
Nella legge di Newton sulla gravitazione universale, la gravità era una forza esterna trasmessa da mezzi sconosciuti; questa teoria venne superata nel XIX secolo dalla relatività generale di Einstein in cui la gravità non è più vista come una forza ma è il risultato della geometria dello spaziotempo. Sotto la relatività generale, l'antigravità è impossibile eccetto che in circostanze forzate. I fisici quantistici hanno postulato l'esistenza di gravitoni, particelle elementari senza massa che trasmetterebbero la forza gravitazionale, ma la possibilità di creare o distruggere questi non è chiara.
Quello dell'antigravità è un tema ricorrente nell'ambito della fantascienza e molti autori hanno utilizzato questo concetto in particolare nel descrivere veicoli o ambienti che potessero in sostanza spostarsi o galleggiare liberamente nell'aria.
Nonostante siano stati intrapresi studi e ricerche in questo senso, attualmente non è noto alcun sistema o teoria che possa bloccare o annullare l'effetto della gravità.

Teoria
La gravità è una delle forze fondamentali della fisica, per vincere la quale occorre l'azione di un'opportuna forza agente nella medesima direzione, avente uguale intensità e verso opposto. Alla gravità può essere opposta una forza isotropa e perpendicolare alla velocità della massa, nell'ambito della stessa meccanica newtoniana quale la forza centrifuga generata dal moto circolare uniforme di un grave intorno alla massa che si intende spostare; se il grave rotante è dotato di carica elettrica ed è presente un campo magnetico uniforme, si somma una forza di Lorentz, anch'essa perpendicolare alla velocità e allo spostamento. Altri approcci tentano di ridurre l'effetto della gravità, ad esempio con l'utilizzo di un forte campo magnetico, secondo la relatività in grado di deformare lo spazio-tempo nell'intorno del corpo che si intende sollevare. Oppure ricorrendo alla fisica del plasma, avente leggi completamente diverse dalla fisica classica: intorno al corpo si distribuisce un materiale radioattivo come bario o tallio in grado di creare ioni nel mezzo circostante, in modo da rallentare l'azione della forza di gravità: secondo la teoria della relatività sono impossibili le forze simultanee agenti a distanza usate nella fisica di Newton e tra due fenomeni fisici esiste sempre un prima e un dopo, seppure separati da una quantità di tempo infinitesimale; inoltre, se l'informazione è trasmessa da particelle materiali che, per giungere dal mittente al punto destinatario, impiegano comunque una velocità e tempo finiti, essendo finita la velocità massima raggiungibile da un punto materiale (quella della luce nello spazio vuoto): appunto secondo la teoria dei gravitoni, particelle puntiformi prive di massa, l'informazione/azione della forza di gravità si propagano a una velocità finita nel mezzo. Secondo Einstein, la velocità della luce è la massima raggiungibile anche da un segnale ondulatorio, oltreché da un punto materiale, per cui la forza di gravità impiega un tempo finito per azione, anche se a propagarla è un'onda e non la particella dei gravitoni. Secondo un certo approccio all'antigravità, questa velocità diventa via via minore se tra l'aria e il corpo in movimento si crea uno strato di ioni allo stato di plasma, inesistente o molto raro nel mondo naturale, fino a bloccare l'azione della gravità, senza opporvi una forza uguale ed opposta.
In secondo luogo, la forza di Lorentz citata prima è utilizzata in altro modo con la presenza di materiale conduttore (come bario e tallio, rispetto all'aria che ha una scarsa permeabilità elettrica e magnetica, mentre la ionizzazione si ottiene con la corrente prodotta al contatto con questi da due elettrodi e da un campo magnetico.
Il termine antigravità è anche talvolta usato per descrivere una forza gravitazionale repulsiva invece che attrattiva come nel caso della gravità vera e propria. La sua esistenza, basata su alcune soluzioni della relatività generale di Einstein, potrebbe derivare da alcune situazioni estremamente speculative, che implicano l'uso di concetti esotici quale l'energia negativa, da non confondere con l'antimateria.
Einstein formulò l'ipotesi di un universo piatto, in alternativa alle due altre soluzioni accettate ai suoi tempi, e cioè quella di un universo aperto, in cui tenderebbe ad espandersi all'infinito e quella di universo chiuso, nella quale collasserebbe nuovamente a causa del sopravvento della forza di gravità.
Dovendo giustificare la sua teoria di un universo stabile e statico, Einstein introdusse un termine alle sue equazioni chiamato "termine cosmologico" o costante cosmologica (anche se non tutti i fisici concordano che si possa trattare di una costante), in grado di produrre una forza repulsiva estesa a tutto lo spazio, che si può definire come una sorta di antigravità, avente il compito primario di stabilizzare l'universo.
Anche più recentemente, intorno alla fine degli anni settanta, il dilemma della "costante cosmologica" ritornò in auge quando gli astronomi si accorsero, durante i loro calcoli della velocità di espansione dell'universo, che esisteva una discordanza tra l'età dell'universo e l'età di alcuni oggetti al suo interno, che sembrerebbero addirittura più antichi dell'universo stesso.
Ancora alla fine degli anni novanta gli esperti si sono domandati se le cause di questo contrasto cronologico potessero dipendere da una imprecisione dei modelli cosmologici o di quelli riguardanti l'evoluzione delle stelle.
In risposta a questi dilemmi, gli scienziati attualmente hanno accantonato l'ipotesi di un universo piatto, propendendo invece per quella di un universo aperto, e hanno assegnato alla costante cosmologica il ruolo di "controllore" del destino dell'universo, in funzione del valore che assume.

Nella cultura di massa
  • Un primo tentativo di immaginare una sostanza in grado di vincere la gravità si deve a Savinien Cyrano de Bergerac, che ne L'altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna (Histoire comique contenant les États et Empires de la Lune, 1657) effettua un primo tentativo di raggiungere la Luna utilizzando una cintura fatta di ampolle piene di rugiada la quale, evaporando attratta dal sole, lo solleva in cielo.
  • Nel romanzo Across the Zodiac (1880) di Percy Greg, il protagonista raggiunge il pianeta rosso su un'astronave ad antigravità, compiendo uno dei primi viaggi immaginari su Marte statunitensi.
  • Lo scrittore italiano Ulisse Grifoni, nel romanzo del 1887 Dalla Terra alle stelle. Viaggio meraviglioso di due italiani ed un francese, immagina la scoperta casuale di una vernice in grado di sconfiggere la gravità, grazie alla quale costruisce una nave spaziale in grado di giungere fino al pianeta Marte, dove incontrano i suoi abitanti.
  • Un'analoga sostanza, la cavorite, viene immaginata dallo scrittore britannico H. G. Wells nel suo romanzo I primi uomini sulla Luna (1901), sostanza che, inventata dal prof. Cavor di cui prende il nome, permette a quest'ultimo di giungere sulla Luna, assieme al suo compagno di avventure, scoprendo che il satellite della Terra, contro ogni aspettativa, è abitato.


lunedì 25 novembre 2019

Antievoluzionismo

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Con il termine antievoluzionismo si fa riferimento a tutte quelle critiche ed ipotesi alternative sollevate nei confronti dell'evoluzione biologica, secondo le quali la teoria darwinista mancherebbe di fondamento logico, testabilità scientifica o sufficienti prove.
Tali critiche sono considerate senza fondamento dalla comunità scientifica in quanto non condotte con metodo scientifico o invalidate dallo stesso, pregiudiziali e non basate su evidenze; tecnicamente non suffragate da pubblicazioni su riviste scientifiche dotate di fattore d'impatto e sottoposte a revisione paritaria.
I modelli scientifici via via sviluppati nell'ambito della teoria dell'evoluzione per selezione naturale non fanno parte di questo gruppo: tra questi la teoria di Lamarck, superata per ragioni storiche, la teoria degli equilibri punteggiati e quella del saltazionismo, in qualche modo assorbite e integrate nella moderna sintesi neodarwinista.

Critiche all'evoluzionismo
Dalla genetica
Alcuni antievoluzionisti non ritengono possibile la speciazione (origine di una specie da un'altra). La critica è legata alla presunta mancanza di forme di transizione nella documentazione fossile.
Un caso discusso fu quello della scoperta nel 1997, in due specie di pesci che vivono nei due rispettivi poli, di un gene comune che sintetizza un anticongelante del sangue (glico-proteina Afgp). Questo gene è una versione leggermente modificata di un gene che produce il tripsinogeno, un enzima del pancreas. Il fatto che questi due pesci non possano avere un antenato comune che gli ha trasmesso il gene perché si sono evoluti da due ceppi diversi e in zone opposte del pianeta, porta alcuni a concludere che il gene sia stato selezionato indipendentemente nei due casi e che si tratti di un caso di evoluzione convergente.
Gli evoluzionisti ritengono che la probabilità di un'origine indipendente non sia né bassa (data la comune pressione selettiva), né tantomeno una dimostrazione della fallacia dei meccanismi darwiniani dell'evoluzione, essendo ben noti i fenomeni di convergenza evolutiva dovuti alla stessa pressione selettiva.

Dalla geologia
È stata mossa una critica, seppur piuttosto indirettamente, alla teoria di Darwin anche dalla chimica belga Marie-Claire van Oosterwyck-Gastuche. Van Oosterwyck-Gastuche è nota principalmente per le discusse critiche alla datazione al radiocarbonio della Sindone di Torino, che contesta, nello specifico, i metodi di datazione assoluta dei fossili forniti dai radioisotopi 14Carbonio, 40Potassio-Argon e 232Torio. Van Oosterwyck-Gastruche, sostenendo che tali metodi riportano spesso delle datazioni considerate "anormali" dai paleontologi, in quanto arretrano o fanno avanzare antiche creature estinte da milioni di anni sulla scala evolutiva[chiarire: il titolo del testo discute della datazione della Sindone col C14, non di altre tipologie di datazione usate per scale temporali ben più lunghe, afferma che:
«[...]Gli elementi radioattivi sono imprigionati in strutture cristalline ben definite. Sicché, è logico pensare che siano influenzati dai fattori che provocano la genesi e l'alterazione dei cristalli minerali: anzitutto la temperatura e le soluzioni cui possono essere stati sottoposti per l'intervento di fattori idro-termali, ma anche per la loro composizione chimica e la loro granulometria, ossia la finezza o grossolanità dei detriti da datare. Spiegare come queste osservazioni che sono tra quelle alla base della petrologia e sedimentologia, e quindi condivise da tutti i geologi, conducano ad avere risultati radiometrici errati»
La prof. Gastuche si è occupata negli anni '60 -'70 di questioni cristallografiche inerenti alla formazione geologica di silicati dei metalli di transizione in territori africani, ma . Attualmente è docente di chimica fisica all'Università di Lovanio.
In realtà le tecniche di datazioni con metodi radioattivi tengono già conto delle possibili alterazioni subite dai cristalli analizzati per effetto della temperatura e delle soluzioni circolanti. Proprio per questo i risultati possono essere discordanti, qualora l'alterazione abbia modificato la composizione originale dei minerali, con la loro età originaria di formazione e la datazione viene riferita al periodo dell'evento di alterazione geochimica del cristallo che è ben riconoscibile con analisi petrologiche e petrografiche.
Andando alle radici di tale metodo, ella affermò di avere appreso che la validazione delle date si basava sulla presenza di certi '"fossili tipici"', secondo la scala di Charles Lyell chiarire in quanto Lyell non ideò la scala basata sui fossili guida, amico personale di Darwin. In altre parole, per la Gastruche sarebbe impossibile per l'evoluzionismo riportare delle prove paleontologiche o geologiche a suo favore, in quanto le stesse datazioni (con le quali si costruisce una scala evolutiva) sarebbero errate o assai imprecise, e forse inconoscibili realmente.
È evidente la confusione che costei ha fatto fra stratigrafia relativa che utilizza i fossili guida e stratigrafia assoluta che si basa sulle datazioni radiometriche. Le affermazioni della Gastruche sono smentite inoltre dall'utilizzo, ormai pluridecennale delle datazioni radioattive anche in rocce completamente prive di fossili o comunque prive di fossili guida. Ad esempio tutte le datazioni dell'Archeano sono fondate sul metodo radiometrico, coerenti tra loro e non correlate con i fossili a causa della loro assenza o mancanza di significato stratigrafico. Inoltre oggi a questi criteri di datazione si sono aggiunte ed integrate le metodologie di datazione tramite il paleomagnetismo ed i cicli astronomici, utilizzanti misurazioni basate su differenti proprietà fisiche, indipendenti fra di loro, ma che permettono controlli incrociati nelle datazioni delle rocce. L'integrazione di queste tecniche non ha mostrato discrepanze sistematiche fra i diversi metodi cronologici, bensì ha permesso di migliorare la precisione delle datazioni geocronologiche sempre all'interno degli schemi di datazione riconosciuti a partire dal secolo XIX.

Evoluzionismo e fede cristiana
Sebbene non professi più il creazionismo biblico, tipico dell'Ebraismo ortodosso e delle chiese evangeliche e fondamentaliste statunitensi, la Chiesa cattolica non ha tuttavia una posizione unitaria e definita sul darwinismo. Oggi la teoria di Darwin è in parte accettata dai teologi favorevoli al progresso scientifico, pur non potendo essi accettare la totale casualità delle mutazioni genetiche che causano le speciazioni[senza fonte]. Essi si rifanno al pensiero di Sant'Agostino d'Ippona, il quale effettivamente sostenne che Dio non ha creato il mondo nelle identiche condizioni in cui questo si trova attualmente. Secondo Sant'Agostino, infatti, Dio ha creato il mondo in una condizione più semplice e più rudimentale, fornito però di speciali capacità (dette "ragioni seminali") di svilupparsi ed evolversi nei modi in cui di fatto si è in seguito sviluppato e perfezionato.
I teologi evoluzionisti, però, allo scopo di restare nei limiti dell'ortodossia cristiana, e cioè di conformarsi a quanto le Sacre Scritture narrano circa l'origine dell'uomo, fanno queste due importanti considerazioni:
  1. L'evoluzione è da intendersi solo come relativa al corpo biologico dell'uomo. Pertanto, quando la Bibbia dice che Dio, per creare l'uomo, plasmò il suo corpo con "fango della terra", si deve intendere che Egli, a tale scopo, ha preso non propriamente "fango", bensì il corpo di un animale, non molto diverso da quello dell'uomo attuale, sufficientemente evoluto e tale, quindi, da poter accogliere l'anima spirituale e divina.
  2. Si deve escludere che l'evoluzione abbia interessato anche l'anima spirituale dell'uomo, cioè si deve escludere che l'anima umana sia il frutto della spinta evolutiva del corpo umano. Anche accettando l'evoluzione, bisogna sempre ammettere l'intervento speciale di Dio nella creazione dell'uomo. Tale intervento consiste nell'infusione dell'anima spirituale nel corpo del predetto animale.


Chiesa cattolica
La Chiesa cattolica non esprime una posizione ufficiale riguardo alla teoria dell'evoluzione, rimettendo la questione agli scienziati. Da un lato troviamo le affermazioni di papa Giovanni Paolo II che ha implicitamente sostenuto che la Chiesa non si oppone oggi all'ipotesi evoluzionistica come fenomeno storico dichiarando che essa è "più che una teoria". Al contempo, però, la Chiesa rifiuta la posizione (alla base, tra l'altro, delle tesi a favore dell'ateismo del biologo evoluzionista Jacques Monod, esposte nella sua opera Il Caso e la Necessità) che vede il processo di mutazioni genetiche alla base dell'evoluzione come un processo guidato unicamente dal caso, e afferma invece che l'universo è il risultato di un progetto ordinato ad uno scopo. Si veda in merito la seguente dichiarazione di papa Benedetto XVI:
«Trovo che le parole di questo Padre del IV secolo (san Basilio di Cesarea) siano di un'attualità sorprendente quando dice: 'Alcuni, tratti in inganno dall'ateismo che portavano dentro di sé, immaginarono un universo privo di guida e di ordine, come in balìa del caso'. Quanti sono questi "alcuni" oggi. Essi, tratti in inganno dall'ateismo, ritengono e cercano di dimostrare che è scientifico pensare che tutto sia privo di guida e di ordine, come in balìa del caso. Il Signore con la Sacra Scrittura risveglia la ragione che dorme e ci dice: all'inizio è la Parola creatrice. All'inizio la Parola creatrice - questa Parola che ha creato tutto, che ha creato questo progetto intelligente che è il cosmo - è anche amore.»
(Omelia di Benedetto XVI all'Udienza generale del 9 novembre 2005)
Va comunque precisato che nessun darwinista ha mai affermato che l'evoluzione sia un processo dovuto unicamente al caso, l'idea che l'evoluzione sia guidata unicamente dal caso non fa affatto parte della teoria dell'evoluzione, ma è solo un frequente fraintendimento di molti "non addetti ai lavori".
Essi la definiscono una teoria, cioè una costruzione "metascientifica", la quale si avvale anche di certe nozioni ricavate non dall'esperienza, ma dalle varie espressioni della cosiddetta filosofia della natura. In quanto teoria, quindi, essa soffre irrimediabilmente di tutta la precarietà e la contingenza di cui soffre una qualunque altra teoria scientifica.
Va precisato però che, in questo discorso, si fa un uso distorto del termine "teoria" (si veda la voce: Teoria scientifica).
Inoltre, sottolineano, è soggetta a un condizionamento ideologico che, in ultima analisi, lascia aperta la questione di appurare la reale portata dei fatti osservati, dal momento che l'evoluzione in quanto tale, non è mai stata oggetto di osservazione. Esistono pertanto letture materialistiche e riduttive e letture spiritualistiche. Il giudizio sulla validità è, in ultima analisi, soggetto a verifiche di tipo filosofico e teologico. Mentre la Chiesa respinge ogni riduzione puramente materialistica che è incompatibile con la verità dell'uomo (immagine e figlio di Dio) è aperta al dialogo con la comunità scientifica. Ratzinger afferma: -"La dottrina dell'evoluzione è per certo un'ipotesi importante, che però presenta decisamente molti problemi, i quali necessitano ancora di un'ampia discussione"-.
Gli scienziati rispondono che esiste invece una mole enorme di prove sperimentali, fra cui spiccano i numerosissimi fossili; inoltre, come tutte le teorie scientifiche, è soggetta a continue verifiche e correzioni, chiarire ma questo non significa che essa presenti "decisamente molti problemi"; in ogni caso, rispondono, dalla discussione dovrebbero astenersi tutti coloro i quali non abbiano prima approfondito gli studi nel settore.
Recentemente nuove ricerche hanno messo in luce che già Pio XII riteneva non necessariamente incompatibili il pensiero scaturito dalla tradizione della Chiesa e la possibile ipotesi evoluzionista. Su questa convinzione si fonda la cosiddetta "evoluzione teistica" (theistic evolution), la quale afferma la creazione per opera divina, ma riconosce la teoria dell'evoluzione e le altre scoperte della scienza. Questa posizione si basa sull'assunto che fede e scienza abbiano ambiti di competenza completamente separati, assunto duramente attaccato dall'etologo Richard Dawkins nella sua opera L'illusione di Dio, e sostenuto invece dal paleontologo e biologo evoluzionista Stephen Jay Gould nel suo Rocks of Ages: Science and Religion in the Fullness of Life. Come riportano A. Desmond e J. Moore nella loro opera Darwin: The Life of a Tormented Evolutionist, Darwin visse una lacerante lotta interiore perché non riusciva a conciliare le evidenze sperimentali raccolte con i principi teologici a cui era stato educato. Secondo questa posizione, il racconto biblico della creazione non intende esporre la modalità precisa con la quale il mondo ebbe origine, ma soltanto esprimere con linguaggio figurato il fatto che l'universo è opera di Dio (come lo sarà il Giorno del Giudizio). In pratica 13 miliardi di anni fa Dio avrebbe creato l'Universo per mezzo del Big Bang, dopo di che (successivamente alla aggregazione per gravità della Via Lattea, del nostro Sole e infine della Terra circa 4,57 miliardi e di anni fa) la vita si sarebbe sviluppata sul nostro pianeta (circa 3,5 miliardi di anni fa nacque la prima forma di vita) e si sarebbe evoluta naturalmente secondo quanto descritto dalla Paleontologia e Geologia (Pesci, Anfibi, Rettili, Dinosauri, Mammiferi, Scimmie). Quindi sarebbe stato il turno dell'Australopitecus (3 milioni di anni fa), dell'Homo habilis (2 milioni di anni fa), dell'Homo Erectus (1 milione di anni fa) e infine (300.000 anni fa) in Africa meridionale sarebbe nato l'Homo Sapiens Sapiens. Sarebbero delle prove di evoluzione teistica certe traduzioni[, di Zecharia Sitchin di antichi testi sumeri (gli Enuma Elish), sebbene Sitchin sostenga che l'uomo sarebbe frutto di esperimenti di ibridazione genetica con specie terrestri condotti da alieni.
Uno dei problemi che impediscono di accettare la non contraddittorietà se non la complementarità di evoluzionismo e fede cristiana è costituito da una interpretazione letterale e concretistica degli antichi testi biblici tramandatisi di generazione in generazione e che costituivano la fonte prima della sapienza principale, modalità interpretativa ancora non abbandonata da gran parte di coloro che si confrontano con la parola rivelata, per cui per esempio soffermandoci soltanto al racconto biblico dello stato di perfetta simbiosi tra i primi umani e l'ordine del Padre se ne deduce che è lo stato di perfezione originaria di Adamo ed Eva, incompatibile con l'evoluzione che vuole tutto in continua trasformazione. Anche il peccato originale è in qualche modo un'evoluzione "al contrario", perché è il passaggio da una forma più evoluta (perfetta) a una meno evoluta. Lo stato di perfezione originaria dell'uomo, che non conosceva la morte prima del peccato originale, negherebbe la possibilità che esistano reperti fossili umani, i quali però esistono.

L'evoluzionismo di Teilhard de Chardin
Sempre per quanto riguarda i rapporti intercorrenti attualmente tra teoria evoluzionista e fede cristiana non si può non prendere atto che l'impostazione evoluzionista infine abbia comunque fatto breccia anche tra gli esponenti del clero e specificatamente del clero cattolico. Basti citare, per tutti, lo scienziato della natura e paleontologo sul campo, noto anche per aver scoperto nuovi reperti dell'uomo preistorico, il gesuita Pierre Teilhard de Chardin; quest'ultimo ha tentato un'operazione culturale originale, cioè quella di voler saldare, proprio grazie alla teoria evoluzionistica, la storia della materia e la storia dello spirito in un'unica visione del divenire storico che entrambe le comprende.

Creazionismo religioso
La teoria del creazionismo religioso (anche detto della Terra Giovane o Young Earth Creationism), una corrente di pensiero di matrice religiosa, interpreta il libro della Genesi in modo letterale. In epoca moderna, questo modo di interpretare la Bibbia è tipico di alcune confessioni cristiane ortodosse, protestanti ed evangeliche (non dal cattolicesimo) che professano l'inerranza biblica, diffuse specialmente negli Stati Uniti d'America. Tale paradigma deve essere pertanto distinto dal "creazionismo scientifico" o Disegno intelligente, una teoria senza alcuna base scientifica che rientra nella sfera della pseudoscienza.
Il creazionismo religioso, pur essendo sostenuto a volte anche da qualche geologo o scienziato creazionista (si veda il libro I sei giorni della creazione, a cui hanno collaborato 50 scienziati creazionisti), per sua stessa definizione, non soddisfa il criterio del rasoio di Occam, né il paradigma della falsificabilità o almeno emendabilità: per questo motivo esso non può essere considerato una teoria scientifica.

Disegno intelligente
La teoria del disegno intelligente (dall'inglese intelligent design, da intendersi come "progetto intelligente") è anche nota come creazionismo evolutivo o creazionismo scientifico. Una larga parte della comunità scientifica ritiene che sia stato introdotto per motivi che esulano dalla scienza, ma che hanno più a che fare con il sostegno alla fede cristiana e ad una certa politica americana.
Questa teoria è nata da una critica ad alcune lacune del darwinismo che lo stesso Darwin aveva descritto nel capitolo "Dubbi" del suo lavoro più noto, L'origine delle specie. La teoria del Disegno intelligente si fonda inoltre sul concetto di complessità irriducibile. L'inventore del concetto, il biochimico Michael Behe, illustra questo concetto tramite l'esempio della trappola per topi. Essa è composta di pochi, semplici elementi, senza uno dei quali essa non funziona affatto: è dunque "irriducibile". Si tratta in pratica di una moderna riproposizione dell'esempio dell'orologio (-"supponiamo che io abbia trovato per terra un orologio, e mi si chieda come abbia fatto a trovarsi lì. Difficilmente potrei dare la stessa risposta di prima, e cioè che, per quanto ne sappia, l'orologio si trova lì da sempre."-) portata da William Paley (1743-1805), arcidiacono di Carlisle, nel suo libro Teologia Naturale (1802).
Applicando questo principio a vari organismi e organi presenti in natura se ne desume, secondo i sostenitori del Disegno intelligente, che è impossibile che essi siano lo "stadio evoluto" di qualcosa che c'era prima. Ciò induce a ritenere probabile (assai più che sotto un'ipotesi di pura casualità) che questi organismi siano apparsi in questo stadio perfetto e funzionante da un momento in poi e non abbiano avuto "progenitori". Esempi portati a sostegno di questo argomento sono i batteri unicellulari, l'occhio, il sangue, i reni.
Il disegno intelligente non è tuttavia rigorosamente scientifico, e la maggior parte della comunità scientifica, la quale sostiene la teoria evoluzionistica, non lo considera valido. Infatti, la quasi totalità degli scienziati afferma che il suo maggiore argomento, quello della irriducibilità degli organismi complessi, sia stato superato già negli anni immediatamente successivi a Darwin stesso, in particolare:
  • constatando che molte "parti complesse" degli organismi hanno, o hanno avuto, nel corso della evoluzione dell'organismo stesso, funzioni multiple (si pensi per esempio alle funzioni uditive e di equilibrio dell'orecchio nei mammiferi, alle diverse funzioni endocrine svolte contemporaneamente dalle stesse ghiandole, nonché alle numerose funzioni sovrapposte del cervello animale).
  • notando come la stessa funzione viene a volte svolta in modo ridondante da organi diversi, permettendo quindi uno spostamento anche lento e parziale delle funzioni importanti o vitali da un organo ad un altro (si pensi per esempio alle funzioni simili svolte da ghiandole diverse)
Un esempio classico è l'origine degli ossicini nella catena uditiva dell'orecchio interno dei vertebrati, la cui evoluzione è descritta in termini strettamente darwiniani, oltre a quella dell'occhio negli animali superiori, e in altri casi ritenuti significativi dai sostenitori del Disegno intelligente, con taglio divulgativo, nei testi di Stephen Jay Gould e Richard Dawkins, e, in modo non divulgativo, da numerosi autori fin dai primi anni del Novecento.
La ricerca paleontologica inoltre ha messo alla luce sequenze evolutive di forme viventi, permettendo spesso di evidenziare la variazione nel tempo delle funzioni di alcuni organi e mostrando un panorama coerente di evoluzione ed espansione sulla terra degli esseri viventi a partire da forme semplici a forme più complesse.
Infine, il disegno intelligente, come tutte le versioni del creazionismo, non è falsificabile e rimanda a cause sconosciute per definizione. Per questo ad esso non può essere riconosciuto lo status di teoria scientifica.

Creazionismo islamico
Mentre l'Islam contemporaneo tende a prendere letteralmente i testi religiosi, di solito considera la Genesi una versione corrotta del messaggio di Dio. La creazione narrata nel Corano è chiara ma consente comunque un più ampio ventaglio di interpretazioni.
Diversi movimenti liberali all'interno dell'Islam generalmente accettano le posizioni scientifiche circa l'età della terra, l'età del cosmo e l'evoluzione. Tuttavia uno studio del 2007 ha evidenziato che solo l'8% degli egiziani, 11% del malaysiani, il 14% dei pakistani, il 16% di indonesiani e il 22% dei turchi è d'accordo sul fatto che la teoria di Darwin è certamente o probabilmente vera e uno studio del 2006 ha evidenziato che circa un quarto dei turchi adulti è convinto che gli esseri umani si sono evoluti da precedenti specie animali. Al contrario, uno studio del 2007 ha evidenziato che solo il 28% dei kazaki pensa che la teoria evoluzionistica è falsa; questa frazione è molto inferiore a quel 40% di adulti degli Stati Uniti che ha lo stesso parere.
In Turchia, una campagna contro la teoria dell'evoluzione è stata condotta dal movimento di Nurculuk Said Nursi sin dalla fine del 1970. Allo stato attuale, il suo principale esponente è lo scrittore Harun Yahya (pseudonimo di Adnan Oktar) che utilizza Internet come uno dei principali mezzi di per la propagazione delle sue idee.

Induismo ed evoluzione
Le opinioni degli Indù spaziano su una vasta gamma di punti di vista per quanto riguarda l'evoluzione, creazionismo, e l'origine della vita. A questo proposito alcune scuole indù non trattano letteralmente il mito scritturale della creazione, lasciando così aperta la possibilità di accettare la teoria dell'evoluzione. Alcuni indù trovano prove a sostegno o prefiguraziono delle idee evolutive nelle Scritture, vale a dire nei Veda. Un'eccezione a questa accettazione è la Società Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON), che comprende diversi membri che si oppongono attivamente al "darwinismo" e alla moderna sintesi evolutiva.

Buddhismo ed evoluzione
Dal momento che non è in contrasto con i principi della loro religione, la maggior parte dei buddisti accettano tacitamente la teoria dell'evoluzione. Poiché il buddismo non si occupa di questo tipo di problemi, molti buddisti non considerano tale questione particolarmente significativa o utile dal punto di vista religioso, poiché il Buddha ha detto che l'unica realtà è la realtà percepita.
Il Buddha ha sostenuto che non vi è alcuna necessità razionale dell'esistenza di un dio creatore, perché tutto in ultima analisi viene creato dalla mente. La credenza in un creatore non è indispensabile per una religione basata sulla fenomenologia. Dal momento che il credere in un creatore non è necessario, una particolare teoria sulla vita e sulla causa dell'universo non sono necessarie.
Si può dare una interpretazione della Agañña Sutta sposando l'idea che si tratti di una teoria dell'evoluzione (anche se questo può essere difficile da sostenere).

Creazionismo non religioso
Alcuni attribuiscono la creazione della vita sulla Terra non ad un'entità divina, ma all'intervento di una civiltà extraterrestre (ipotesi inerente all'esobiologia): spiccano i sostenitori della panspermia diretta, propugnata da Francis Crick (Nobel per la scoperta del DNA), ma esistono anche sostenitori di teorie molto più azzardate, introdotte da Zecharia Sitchin, da Erich von Däniken e da Claude Vorilhon, fondatore del movimento raeliano.
Tuttavia queste ipotesi limitandosi alla problematica dell'origine o nascita della vita sulla terra, non entrano nella discussione sulle modalità e cause di come questa possa essersi evoluta. Fa eccezione Vorilhon, che afferma che tutte le specie viventi (estinte e non) sarebbero frutto non dell'evoluzione ma dell'ingegneria genetica applicata da presunti alieni. Sitchin e von Däniken, invece, si limitano ad ipotizzare che la spiegazione addotta da Vorilhon (il quale, però, la pubblicò molto dopo di loro) varrebbe per i soli esseri umani.

Devoluzionismo
Giuseppe Sermonti, ex professore universitario di genetica, è autore di una variante dell'antievoluzionismo che ha creato un certo scalpore mediatico: l'ipotesi del devoluzionismo. Nel suo libro La luna nel bosco (1985) sostiene esplicitamente la discendenza delle scimmie dalla linea di discendenza (filetica) umana. In altre parole, suggerisce che siano le scimmie a discendere dagli uomini.
L'idea di Sermonti è considerata, dalla comunità scientifica, come pseudoscienza: infatti, per la teoria dell'evoluzione, gli uomini non discendono dalle moderne scimmie, ma hanno con esse un antenato comune definito (in termini divulgativi) proto-scimmia. Tali progenitori vissero in Africa milioni di anni fa, a seguito del sollevamento del Rift Valley, che divise geograficamente la popolazione delle proto-scimmie. Le proto-scimmie rimaste isolate nelle foreste si sarebbero evolute nelle scimmie moderne, mentre le proto-scimmie rimaste isolate nelle praterie/savane si sarebbero evolute nell'uomo moderno.
Secondo l'ipotesi di Sermonti, comunità di uomini (già comparse come tali, cioè Homo sapiens sapiens, sulla Terra) costrette a vivere in condizioni ed ambienti estremi per generazioni siano diventate "estreme" e selvagge esse stesse; in sostanza, tali comunità umane si sarebbero adattate secondo necessità, a livello biologico, psichico e morale, ad un ambiente non più umano, e che dunque non permetteva più all'essere umano di rimanere tale. Tale ipotesi, insieme ad altre ipotesi alternative all'evoluzionismo, in ambienti estranei alla comunità scientifica, è sostenuta anche dal paleontologo dell'Università di Siena Roberto Fondi.
La critica di Sermonti al darwinismo inizia nel 1970, e arriva alle sue conseguenze finali affermando che:
«L'idea di uno sviluppo evolutivo graduale della nostra specie da creature come l'australopiteco, attraverso il pitecantropo, il sinantropo e il neanderthaliano, deve essere considerata come totalmente priva di fondamento e va respinta con decisione. L'uomo non è l'anello più recente di una lunga catena evolutiva, ma, al contrario, rappresenta un taxon che esiste sostanzialmente immutato almeno fin dagli albori dell'era Quaternaria [...] Sul piano morfologico e anatomo-comparativo, il più "primitivo" - o meno evoluto - fra tutti gli ominidi risulta essere proprio l'Uomo di tipo moderno! [...] Sono senz'altro meno lontani dalla verità coloro che [...] sostengono l'ipotesi opposta, e cioè che Australopitechi, Arcantropi e Paleoantropi siano tutte forme derivate dall'Uomo di tipo moderno!»
In ambiti estranei alla comunità scientifica tale ipotesi è sostenuta, seppur con basi diverse, anche dall'archeologo e scrittore Michael A. Cremo, che, insieme al collega Richard L. Thompson, nel suo libro Forbidden Archeology (1993), sostengono di avere numerose prove (in forma di scheletri, impronte e manufatti umani) le quali testimonierebbero che esseri umani, già classificabili come Homo sapiens, abitavano il pianeta diversi milioni di anni fa.

Le critiche da parte della comunità scientifica
Sia Sermonti che Cremo sono stati molto criticati dalla comunità scientifica, che ha considerato le prove dell'uno insufficienti, le prove dell'altro errate.
Il CICAP rileva in Sermonti un atteggiamento antiscientifico; questa tesi viene sostenuta citando un brano del suo libro Dimenticare Darwin:
«Ricordo una sera, mi aggiravo tra i banchi dell'aula vuota e chiedevo a me stesso: -Perché insegno Genetica? Perché insegno la Scienza? Insegno qualcosa a cui non credo, anzi insegno il contrario di ciò a cui credo. La scienza non ci aiuta a conoscere la realtà, anzi si adopera ad insegnarci che la realtà non conta, valgono solo alcuni principi astratti che l'uomo della strada non può comprendere, non può vivere. La scienza non si rende neppure utile. Essa riversa i suoi prodotti sulla società, crea necessità artificiali che coincidono con ciò che essa sa produrre.»
Inoltre gli vengono contestate affermazioni errate sulla teoria dell'evoluzione:
«che, secondo la teoria evoluzionistica, il DNA deve essere termodinamicamente isolato dall'ambiente; che le uniche piante con stecchi e foglie sono le angiosperme; che nel periodo Cambriano sono apparsi tutti i phyla animali, dai protozoi ai cordati; che non si conoscono forme fossili di transizione tra i mammiferi terrestri e i cetacei (per citarne solo alcune).»
Una critica che è stata mossa consiste nella constatazione che il Devoluzionismo non fornisce alcuna spiegazione di come si sviluppino le forme di vita più complesse, da cui quelle più semplici sono derivate per devoluzione. In questo senso il Devoluzionismo non può essere considerato una alternativa all'evoluzionismo, poiché non riesce a spiegare scientificamente l'attuale complessità biologica.

Altre opinioni su evoluzione e fede
Anche il noto fisico italiano Antonino Zichichi ha mosso una forte critica contro l'evoluzionismo, partendo dalla sua solida fede cattolica e sviluppando alcune argomentazioni di tipo scientifico. La validità di queste ultime è stata però fortemente criticata nel merito dagli specialisti della materia dato che Zichichi non ha assolutamente una formazione scientifica pertinente, non provenendo da nessun percorso di tipo biologico, biomolecolare, naturalistico o paleontologico, evidenziando elementari carenze conoscitive. Infatti, nel suo libro "Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo" (1999), egli scrive:
«"[...] La cultura dominante ha posto il tema della specie umana sul piedistallo di una grande verità scientifica in contrasto totale con la Fede. [...] Arrivati all'Homo Sapiens Neaderthalensis (centomila anni fa), con un cervello di volume superiore al nostro, la Teoria dell'Evoluzione Biologica della specie umana ci dice che, quarantamila anni fa circa, l'Homo Sapiens Neaderthalensis si estingue in modo inspiegabile. E compare infine, in modo altrettanto inspiegabile, ventimila anni fa circa, l'Homo Sapiens Sapiens. Cioè noi. Una teoria con anelli mancanti, sviluppi miracolosi, inspiegabili estinzioni, improvvise scomparse non è Scienza galileiana. [...]"»
Egli, dunque, critica non solo una parte fondamentale della teoria di Darwin, ma anche la stessa struttura scientifica di tale teoria. Al contempo, però, dimostra di ignorare sia la sequenza fossile degli ominidi antecedente alla comparsa di H.sapiens e H.neandertalensis (quest'ultimo non è nemmeno antenato diretto di H.sapiens), che le datazioni dei ritrovamenti paleontologici, le quali concordano nel confermare la contemporanea presenza sulla Terra di entrambi per un certo lasso di tempo, e la precedente differenziazione di H.sapiens 200 000 anni fa. Questa sua ignoranza giustifica gli aggettivi "miracolosi ... inspiegabili ... improvvisi" che usa al riguardo della questione. Comunque, continua:
«"[...] Come può un'applicazione, ancora tanto imperfetta e lacunosa, dell'elettromagnetismo -quale è la teoria dell'evoluzione umana- pretendere di negare l'esistenza di Dio? Eppure l'uomo della strada è convinto che Charles R. Darwin abbia dimostrato la nostra diretta discendenza dalle scimmie: per la cultura dominante non credere alla teoria Evoluzionistica della specie umana è un atto di grave oscurantismo, paragonabile a ostinarsi nel credere che sia il Sole a girare intorno, con la Terra ferma al centro del mondo. È vero l'esatto contrario. [...]"»
Zichichi dunque nega esplicitamente la validità e la solidità dell'evoluzionismo, che si fonderebbe soltanto sull'opinione generale dell'uomo comune. Infine, il fisico italiano conclude:
«"[...] Gli oscurantisti sono coloro che pretendono di fare assurgere al rango di verità scientifica una teoria priva di una pur elementare struttura matematica e senza alcuna prova sperimentale di stampo galileiano. [...] Sappiamo con certezza che l'evoluzione biologica della specie umana è ferma da almeno diecimila anni (dall'alba della civiltà), [...] momento dal quale siamo in grado di studiare con certezza le proprietà di questa forma di materia vivente detta uomo. Durante diecimila anni questa forma di materia vivente è rimasta esattamente identica a sé stessa. Evoluzione biologica: zero. [...]"»
Zichichi, pur facendo spesso riferimento alla matematica, trascura le dimensioni temporali della storia dell'universo e della vita sulla Terra (peraltro spesso datate con metodi fisici basati sul decadimento radioattivo). Oltre al fatto che l'affermazione sui "10 000 anni" è inesatta, in quanto la specie H. sapiens è presente sulla Terra da circa 200 000 anni (si veda Paleoantropologia), 10 000 anni sono una quantità di tempo del tutto irrilevante su scala geologica e dunque evoluzionistica, e la mancanza di evoluzione apparente in questo lasso di tempo è una eventualità, contrariamente a quanto afferma Zichichi, niente affatto in contraddizione con la moderna teoria dell'evoluzione, secondo la quale le trasformazioni si possono verificare con velocità variabile, ma sempre su tempi geologici dell'ordine di centinaia di migliaia di anni.
La fede cattolica di Zichichi è dunque dichiarata secondaria rispetto alla critica scientifica, come egli stesso afferma:
«"[...] La mia linea è questa: dov'è l'equazione dell'evoluzione della specie umana? Non esiste. Non ci sono né esperimenti riconducibili, né una componente matematica di rigore dell'evoluzionismo biologico. E questi sono i caratteri che caratterizzano la scienza, che deve prevedere e non post-prevedere. [...]"»
Tuttavia, Zichichi non risparmia critiche anche al creazionismo fondato su una fede cieca e superstiziosa, incurante della scienza:
«"[...] I creazionisti sono spesso sciocchi quanto gli evoluzionisti, perché non si possono concedere caratteri scientifici al racconto biblico. Ciò che distingue la nostra specie è in realtà l'evoluzione culturale. Possiamo ragionevolmente discutere solo di questo aspetto. Biologicamente gli esseri umani sono al 95 per cento uguali alle scimmie, ma più di loro abbiamo l'evoluzione culturale, che è il vero nocciolo della querelle. La verità è che la Creazione è il passaggio da materia inerte a materia vivente, ma quale sia il mutamento nessuno è ancora riuscito a dimostrarlo. [...]»
Per Zichichi, quindi, l'unica, vera evoluzione è quella intellettuale, che non riguarda i corpi biologici, ma gli intelletti psichici, il punto differenziale di fronte alle scimmie. Zichichi non propone una teoria alternativa (scientifica o spirituale) all'evoluzionismo, ma mira a distruggerne le basi in favore di una ricerca più approfondita, che consideri ogni aspetto di ciò che studia. Dice, infatti:
«"[...] La più grande statua del mondo, diceva Galilei, è niente di fronte a un verme. La scienza non può aprir bocca sulla Creazione, anche se non è sua nemica. Rimane solamente il credere o no a un Dio Creatore. Non abbiamo ancora compreso la materia inerte, figuriamoci il passaggio verso la materia vivente. [...]»


 
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