mercoledì 30 giugno 2021

Setta

Risultati immagini per Setta


Setta (dal latino secta, da sequi, seguire, seguire una direzione, e da secare, tagliare, disconnettere) è, in senso generale, un gruppo di persone che segue una dottrina religiosa, filosofica o politica minoritaria la quale, per particolari aspetti dottrinali o pratici, si discosta da una dottrina preesistente già diffusa e affermata. La definizione di setta è dibattuta e il termine ha assunto un significato negativo.
In passato poteva indicare una scuola di pensiero all'interno di una religione, senza che fosse eterodossa o che entrasse in conflitto con altre scuole. In seguito il termine assunse una connotazione dispregiativa, ricercata dalla religione dominante, per indicare gruppi minoritari che contestavano la sua autorità dottrinale e interpretativa. In tal senso movimenti come i valdesi vennero considerati una pericolosa setta da parte della Chiesa cattolica e gli sciiti dell'Islam vennero considerati erroneamente eretici in vari paesi a maggioranza sunnita e, oggi, dagli gihadisti.
A seconda dei periodi storici e culturali le controversie hanno determinato scontri anche molto violenti, persecuzioni e intimidazioni del gruppo più forte sul più debole con casi meno frequenti di ritorsioni. In alcuni casi la setta divenuta dominante ha assunto a sua volta comportamenti violenti, intimidatori e persecutori.
In tempi più recenti setta indica più frequentemente gruppi, anche non religiosi sorti, attorno a personalità carismatiche.
Nonostante il passare del tempo e un clima più orientato al dialogo e al rispetto delle diversità, il termine setta viene ancora utilizzato in senso dispregiativo per indicare gruppi che hanno credenze, miti e ritualità differenti rispetto a quelli della religione o della mentalità dominante. Alcuni sociologi della religione, per ovviare a questo problema, preferiscono utilizzare il termine "culto", ritenuto più neutrale. Questo termine però è frequentemente utilizzato negli Stati Uniti come sinonimo di setta, soprattutto per indicare gruppi borderline (definiti "cult-like").
Il termine «setta religiosa» ha una doppia interpretazione a seconda dell'origine etimologica che gli si attribuisce. Alcuni lo mettono in relazione con il verbo latino seco, inteso come "tagliare" o "dividere", e in tal senso indica le congregazioni distaccatesi da una chiesa madre: movimenti eterodossi nati in seno ad altre religioni, come la cattolica o i dissidenti delle chiese di stato evangeliche, che si sono evolute nel tempo fino a divenire religioni a pari titolo con la religione madre, con analoga forza e accettazione sociale. Oggi vi si fa riferimento con il termine di chiese.
Altri con il latino sector, rafforzativo di sequor che significa "seguire". In tal senso indica la propensione a seguire l'insegnamento di un maestro o leader che si ritiene illuminato.
Inoltre la parola secta in latino significa dottrina, scuola filosofica e gruppo religioso, perciò una valenza negativa è, probabilmente, stata applicata in seguito, dato che sectae erano definite anche le scuole degli stoici, degli epicurei e degli aristotelici.
In inglese, invece, l'interpretazione è univoca grazie all'uso di due differenti termini: sect e cult. Con sect si intendono i movimenti considerati in passato «ereticali» in quanto distaccatisi da una chiesa madre (come ad esempio i bogomili, i catari, gli albigesi, i valdesi). Con la parola cult, invece, si indicano, più propriamente, quei movimenti che in italiano vengono chiamati "sette".
Non esiste una definizione condivisa di cosa sia chiesa e cosa sia setta. Sulla eventuale definizione di un gruppo grava anche e soprattutto la sua influenza sugli aderenti al gruppo stesso e sulla società e nella cultura in cui il gruppo si muove. Se ne consegue che un gruppo che nasca oggi e oggi venga guardato con sospetto, può radicarsi e venire chiamato chiesa dopo qualche decennio. Tipico è il caso dei cristiani che venivano chiamati "setta dei nazareni" dagli ebrei e dai romani (Atti degli apostoli 24,5).
Il passaggio da "setta" a "chiesa" si verifica tutte le volte che un culto da minoritario e marginale riesce a espandersi nella società acquisendo maggiore credibilità.In base a queste considerazioni, tutte le chiese attuali erano quindi delle sette nelle loro fasi iniziali. Esempi recenti del passaggio da setta a chiesa sono costituiti dalle varie Chiese dell'Avventismo, oppure dai mormoni nati come una comunità, di tipo settario, non sempre in buoni rapporti con la realtà circostante, che si riuniva attorno alla figura del fondatore, Joseph Smith e alle sue rivelazioni (soprattutto il Libro di Mormon). Via via che il gruppo cresceva, e soprattutto con il suo migrare e stabilizzarsi nella città, da loro fondata e costruita, che ora viene chiamata Salt Lake City, questa realtà religiosa è divenuta sempre più una chiesa vera e propria, in particolar modo dopo che lo Stato dove si erano stabilizzati, lo Utah, entrò a fare parte degli Stati Uniti e i mormoni stessi dovettero rinunciare alla pratica della poligamia.
Alcuni sociologi hanno proposto di considerare la differenza tra "chiesa" e "setta" nella modalità di adesione ad essa: alla setta si aderisce mentre nella chiesa si nasce. I figli nati all'interno della setta, dato che lì sono stati cresciuti ed educati, tenderanno a vedere la setta più come una chiesa. Questa proposta di lettura rimane però controversa e non è molto utilizzata.
Altri sociologi distinguono le "chiese" dalle "sette" e le stesse sette tra loro in base a quattro elementi caratterizzanti:
  • le origini storiche;
  • l'evoluzione e lo sviluppo;
  • il contenuto dottrinale;
  • le modalità di organizzazione.
I gruppi maggioritari, quando usano il termine sette, intendono fare riferimento a gruppi che:
  • basano la loro dottrina sugli insegnamenti di un solo leader fortemente carismatico (fino a sconfinare talvolta nel culto della personalità);
  • hanno un percorso di avvicinamento alla conoscenza che è frequentemente di tipo iniziatico o esoterico in cui l'adepto percorre successivi livelli di indottrinamento;
  • esercitano un controllo ossessivo sul singolo adepto volto a asservirne la volontà ai loro scopi controllandone azioni, emozioni, scelte morali, lavorative ed economiche;
  • vivono separati dal resto della collettività, talvolta in modo tanto ossessivo da dare origine a fenomeni violenti o autolesionisti dei componenti della setta stessa.
Alcuni studiosi, tuttavia, fanno notare che questi punti possono venire rilevati anche in gruppi che si trovano all'interno di quelle che definiamo chiese, come nel caso degli ordini religiosi di clausura. Altri, come fa notare Massimo Introvigne, ritrovano questi punti anche nei movimenti interni alla Chiesa Cattolica che vengono chiamati di rinnovamento carismatico (come la Comunità di Sant'Egidio, il Cammino neocatecumenale, l'Opus Dei, il Movimento dei Focolari, ecc.).
Non a caso anche gli studiosi cattolici, come Introvigne, quando è stata proposta in Italia una legge contro la "manipolazione mentale", si sono schierati contro di essa, facendo notare che sarebbe stata usata anche contro gruppi cattolici. In sostanza una simile legge sarebbe stata una legge contro la libertà di religione, la quale è uno dei diritti fondamentali dell'uomo.
Non è scontato che i movimenti cui si fa riferimento come sette abbiano risvolti distruttivi o violenti, né che debbano necessariamente essere pericolosi per l'adepto: sono numerosi quelli che predicano la nonviolenza. In molti gruppi è frequente una commistione di fonti dottrinali, che rende gli adepti tolleranti verso le diversità di pensiero e non ostili al dialogo o al cambiamento.
Tuttavia, nel parlare quotidiano odierno, si tende a usare il termine setta riferendosi alle accezioni più negative, associandolo a intolleranza ideologica, rigidità di pensiero, prevaricazione sul singolo individuo con risvolti anche molto violenti. Il termine si applica soprattutto nei casi in cui si ritiene che il gruppo eserciti indebite pressioni psicologiche sui suoi adepti, tali da definirle come tentativi di controllo mentale e che tale norma sia quotidiana e in un certo senso parte integrante del modo di vivere quella particolare religione.
Nel sentire comune del gruppo maggioritario si ritiene che tali caratteristiche non siano proprie delle chiese poiché, anche se si sono verificati numerosi casi di pressioni simili in movimenti consolidati, tali risvolti distruttivi non sono percepiti come fondanti della totalità del sentire religioso dei fedeli e delle loro azioni, ma caratteristica solo di alcuni enti o periodi specifici come delle persone si mettono apposta degli tatuaggi per essere parte integrante del esoterismo associato una persona missionaria legate alla teoria del complotto che qualcuno e burattinaio che manovri l'umanità per come se qualcuno vorrebbe raggiungere l'obiettivo del dominio del mondo.
In quest'ottica si tende a usare il termine in relazione al danno umano e sociale che si ritiene un gruppo settario potrebbe causare rispetto alle regole sociali, economiche e religiose considerate accettabili e positive dalla collettività di riferimento e in cui la presunta setta si muove come diversa.
I movimenti cui ci si riferisce frequentemente come sette sono estremamente variegati tra loro, sia per fonti dottrinali sia per organizzazione del gruppo. Una classificazione che considera l'oggetto di interesse di questi gruppi può essere la seguente:
Movimenti non religiosi
di norma si basano su principi o teorie psicoterapeutiche, politiche o economiche. Non contemplano una divinità o il senso del sacro e mettono un accento forte sulle possibilità della mente e della psiche (cfr. Scientology). Per questo vi si fa riferimento talvolta come "psico-sette" o come movimenti del potenziale umano. Tra questi movimenti o associazioni si distinguono quelli che pongono un accento particolare alla gnosi e alla scienza: filomatiche, tecnocratiche, prometeiche.
Movimenti religiosi
I filoni legati alla religiosità sono numerosissimi e complessivamente possiedono il maggior numero di membri. I culti spaziano da quelli cristiani, orientali, islamici, profetici, sino a quelli apocalittici, messianici e millenaristi. Non sono infrequenti commistioni tra tradizioni religiose diverse (sincretismo religioso). Vengono accusati di muoversi con dinamica settaria anche alcuni movimenti cattolici.

Movimenti magici, occultistici e satanici
i filoni guida di tali movimenti sono innumerevoli e molto diversi. Si basano su culti di magia bianca e nera, di esoterismo, di spiritismo e filosofie pseudo-sataniche. La maggior parte dei gruppi satanici non sono violenti, malgrado la presenza di una figura tradizionalmente considerata negativa come Satana, poiché il Satana cui si riferiscono non è sempre quello tradizionale del Cristianesimo: in alcuni casi è piuttosto ricondotto ad un principio filosofico o a divinità ancestrali come il dio Pan; in effetti, alcuni esperti, tra i quali Cecilia Gatto Trocchi, hanno individuato sette luciferine sfumanti sia nel neopaganesimo sia nella neo-stregoneria, nelle quali i diavoli dell'inferno non sono altro che le antiche divinità pagane degradate. Le accuse di abuso rituale satanico portate contro questi gruppi sono perlopiù riconducibili a fenomeni di isteria collettiva.

Movimenti neopagani, New Age, mistico-esoterici
in questo filone è frequente il rifarsi a pratiche di meditazione orientali. Questo tipo di movimenti si caratterizza per il rifiuto delle dottrine ufficiali o delle religioni tradizionali, in favore di religioni primitive e antiche mescolate con studi sulla natura, riti magici e astrologia. In questo tipo di ambiente i gruppi professano frequentemente uno stile di vita semplice e pacifico. Possono tuttavia decidere di vivere in isolamento rispetto alla società per dedicarsi con maggior concentrazione alle proprie ricerche.



Secondo i critici di questa classificazione, dal momento che non distingue tra gruppi pericolosi e gruppi non pericolosi essa suggerirebbe, seppure implicitamente, l'idea che tutti i gruppi abbiano la stessa distruttività: satanisti come New Age e così via, contribuendo alla formazione di un clima di confusione, foriera di scarsa tolleranza, nei confronti di tutti i culti minoritari.
Va rilevato che vi sono stati gruppi fortemente minoritari di orientamento religioso che hanno destato particolari preoccupazioni per le loro pulsioni distruttive, autolesioniste o di circonvenzione sugli adepti. Tra questi i casi più famosi: il Tempio del popolo, che nel 1978 condusse al suicidio 914 persone, di cui 276 bambini in Guyana. I Davidiani, l'Ordine del Tempio del Sole, Heaven's Gate ed altri ancora furono scoperti essersi macchiati di abusi fisici e sessuali persino su bambini, di aver depredato gli averi dei loro membri spesso per comprare armi da usarsi durante il giorno del Giudizio o contro i nemici del bene, di aver indotto i propri membri al suicidio. Taluni di questi gruppi destano la preoccupazione di alcuni operatori di orientamento cattolico, poiché opererebbero anche nell'ambito della salute, come ad esempio i Damanhur o l'Energo Chromo Kinesi che mescolano medicina energetica, gnosticismo ed esoterismo New Age. Secondo questa interpretazione, tali gruppi indurrebbero nei loro aderenti atteggiamenti fobici incentivanti verso tutto ciò che è ritenuto "energeticamente" contaminante. Gli operatori cattolici riconoscono nei movimenti appena citati un fine ultimo che sarebbe di "salvifico-apocalittico", ove solo le anime "energeticamente pure" dopo essersi liberate del corpo potranno essere salvate. Inutile rammentare che tali affermazioni sono di tipo interpretativo da parte di chi non condivide la linea di pensiero dei gruppi citati. Molto differenti sono invece le proposizioni dei gruppi medesimi sulle loro medesime filosofie esistenziali, le quali devono essere opportunamente spiegate e contestualizzate, ai fini di una corretta informazione verso chi decide di avvicinarsi per cercare di comprenderle e di praticarle. Va tuttavia ricordato come le conseguenze estreme messe in atto da parte di aderenti a movimenti religiosi o non religiosi siano decisamente rare. Esse rappresentano una percentuale minima soprattutto se raffrontate con il quotidiano dei molti gruppi religiosi presenti nelle varie nazioni e società, che manifestano prevalentemente il desiderio di una ricerca spirituale diversa da quella maggioritaria senza presentare nessuna di queste caratteristiche deleterie.
Per prevenire il presentarsi di abusi da parte di alcuni gruppi alcuni governi, come quello degli Stati Uniti hanno portato avanti ricerche sociologiche ed antropologiche su di essi e ricavato modelli comportamentali ricorrenti che alcuni gruppi possono applicare.
Uno di questi aspetti viene definito con l'acronimo inglese BITE e fa riferimento alle metodologie di controllo dell'adepto da parte del gruppo: il controllo avverrebbe
  • sul comportamento e le abitudini della persona (Behaviour control)
  • sulle informazioni a sua disposizione (Information control)
  • sul pensiero (Thought control)
  • sulle emozioni (Emotions control).
In un approccio di questo tipo la persona viene coinvolta in corsi, seminari, riunioni di preghiera o studio, attività di volantinaggio e simili sempre più intense. Spesso vi sono restrizioni ferree sul modo di vestire, alimentarsi, sulle persone da frequentare, in generale sulle libertà quotidiane. Si tende, inoltre, a indurre la persona a non consultare fonti di informazione esterne o che non siano state approvate dal gruppo o a ritenerle in qualche modo impure o dannose per sé.
Particolare importanza ha il legame affettivo con gli altri appartenenti al gruppo, che tendono a iperesponsabilizzare la persona verso i suoi doveri. Mancando verso di essi si manca anche verso i propri amici, la propria famiglia religiosa. In tal senso gli studi sembrano suggerire che le persone che aderiscono a frange particolarmente distruttive di gruppi religiosi siano frequentemente introverse, timide o in condizione di forte stress emotivo o crisi esistenziale. Tali soggetti sarebbero più desiderosi di sentirsi parte di un gruppo solido, che possa guidarli e prendersi cura di loro e sarebbero più esposti a non percepire come lesive di sé alcune pratiche del gruppo stesso, anche sino a conseguenze drammatiche come quelle del suicidio di massa.
Il concetto di psico-setta è stato introdotto da Margaret Singer, una psicologa americana. In Italia, Cecilia Gatto Trocchi ha introdotto il termine psico-setta. Più recentemente, Mario Aletti ritiene privo di alcuna scientificità il tentativo di riutilizzare il concetto di lavaggio del cervello, secondo l'autore già liquidato scientificamente negli anni '80, per le psico-sette. Aletti rifiuta il concetto stesso di psico-setta che ritiene talmente esteso da non risultare chiaramente distinguibile neppure dal tifo calcistico.
Un parere autorevole in tema di fenomeni settari è venuto dal Consiglio d'Europa che, nel 1992, ha approvato una Raccomandazione su Sette e Nuovi Movimenti Religiosi (n. 1178). In tale occasione il Consiglio d'Europa ha sostenuto che una legislazione specifica sulle sette sia indesiderabile, poiché potrebbe interferire negativamente con l'articolo 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ritenendo, tuttavia, che misure educative, così come legislative e di altra natura, dovrebbero essere prese in risposta ai problemi sollevati da alcune delle attività di sette e nuovi movimenti religiosi.
Il Consiglio d'Europa, nel 1999, ha stilato un nuovo rapporto, approvato all'unanimità, in cui ribadiva i contenuti della sua Raccomandazione su Sette e Nuovi Movimenti Religiosi (n. 1178) del 1992.
Nel rapporto, il Consiglio d'Europa, scrive Raffaella Di Marzio, oltre a ribadire l'indesiderabilità di una più significativa legislazione in materia di sette, ha anche scoraggiato l'uso stesso della parola setta: poiché non esiste una definizione accettata del termine "setta", che oltretutto ha assunto una connotazione molto negativa, gli stati membri sono stati invitati ad utilizzare la definizione di "gruppi di natura religiosa, spirituale o esoterica". In questo modo, scrive sempre la Di Marzio, si eviterebbero tre insidie:
  1. discriminare gruppi con dottrine strane ma del tutto innocui;
  2. includere, tra i gruppi pericolosi, organizzazioni perfettamente inserite nelle religioni maggioritarie;
  3. distinguere, in maniera discutibile e arbitraria, le sette dalle religioni.
In tale rapporto si afferma tra l'altro la necessità di:
  • garantire libertà di coscienza ed espressione religiosa a tutti i cittadini, in conformità alle condizioni espresse dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani
  • promuovere l'educazione religiosa
  • promuovere migliori relazioni con e tra le religioni
  • promuovere l'espressione sociale e culturale delle religioni

martedì 29 giugno 2021

Basilisco

Risultati immagini per Basilisco




Nei bestiari e nelle leggende greche ed europee, il basilisco (dal greco βασιλίσκος basilískos, "piccolo re" da βασιλεύς basiléus, "re"; in latino rēx,regis) è una creatura mitologica citata anche come "re dei serpenti", che si narra abbia il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi.
Secondo Plinio il Vecchio e Solino il basilisco sarebbe un piccolo serpente, lungo meno di venti centimetri e nonostante questo sarebbe la creatura più mortale in assoluto. È infatti velenosissimo e in grado di uccidere con il solo sguardo che pietrifica o incenerisce. Qualunque essere vivente entri in contatto con il suo fiato o venga morso muore sul colpo. Il basilisco vivrebbe nel deserto da lui stesso creato, perché ha la capacità di seccare gli arbusti oltre che con il contatto, con il solo sguardo. Un cavaliere che colpì il basilisco fu ucciso insieme al cavallo dal veleno che si infiltrò attraverso la lancia, come racconta anche il poeta Lucano.
Durante l'alto Medioevo a Plinio si rifece Isidoro di Siviglia, che lo definiva come il re dei serpenti, i quali lo temono per il suo soffio velenoso e per il suo sguardo mortale. Il basilisco è riconoscibile grazie ad una macchia bianca che ha in testa come un diadema che gli vale, per altro, l'epiteto di "re dei serpenti".
Beda fu il primo ad attestare la leggenda di come il basilisco nascerebbe da un uovo deposto di tanto in tanto da un gallo anziano (altri autori hanno aggiunto di sette anni quando Sirio sia ascendente). L'uovo deve essere sferico e deve essere covato da un serpente o da un rospo sopra un nido di peli di Iuvi, processo, questo, che poteva impiegare fino a nove anni. Secondo l'enciclopedia di Rabano Mauro, sarebbe lungo mezzo piede e striato da macchie chiare. Alessandro Neckam fu il primo a riferire la teoria secondo la quale non era lo sguardo del basilisco a uccidere direttamente, ma la corruzione dell'aria che esso provocava (teoria sviluppata un secolo dopo da Pietro d'Abano).
Nel XII secolo Teofilo (monaco), nella raccolta di ricette artigiane che ha preso il suo nome, indicò un procedimento dettagliato per creare un basilisco, attraverso la copula di due galli rinchiusi in una cella sotterranea e tramite la cova di due rospi: la polvere del basilisco bruciato e macinato serviva a creare il cosiddetto aurus hyspanicus, ottenuto a partire dal rame. Nell'Europa dell'età medievale, la descrizione della creatura cominciò ad inglobare caratteristiche proprie dei galli. Le sue caratteristiche lo collocano nella stessa famiglia della coccatrice.
Nonostante la loro apparenza invincibile, i basilischi hanno due nemici mortali: le donnole, che però muoiono sempre anche se riescono ad ucciderlo, azzannandolo alla gola, e i galli, il cui canto gli è letale. Un basilisco può inoltre essere ucciso anche facendolo specchiare in modo che sia il suo stesso sguardo ad ucciderlo. Con il passare del tempo, grazie al moltiplicarsi di storie, le sue capacità letali continuarono ad aumentare, comprendendo l'abilità di sputare fiamme e quella di uccidere solo con il suono della sua voce, oltre alle sue sempre crescenti dimensioni. Alcuni scrittori affermarono che la creatura poteva uccidere anche senza un tocco diretto, ma perfino toccando qualcosa che a sua volta toccava qualcuno, come una spada. Il basilisco è anche la creatura a guardia della città svizzera Basilea.
Per quanto riguarda lo sguardo pestilenziale sulla vegetazione, potrebbe essere illuminante il confronto con le teorie della scuola salernitana del XII secolo: essi sostenevano che i rettili nascessero per "putrefazione" della materia causata dal calore esterno. Il periodo estivo della Canicola era infatti la stagione più propizia per i serpenti che allora uscivano in massa dalle tane sotterranee trascorrendo più tempo sulla superficie; il collegamento tra calura e serpenti presto diede origine a un ribaltamento delle cause, indicando i rettili come responsabili della corruzione dell'aria e dell'imputridimento delle acque che causavano epidemie malariche. Quindi esisteva un vero e proprio collegamento tra il re dei rettili, il periodo più caldo dell'anno e il seccare della vegetazione.
Alberto Magno nel De animalibus scriveva di credere allo sguardo assassino del basilisco, ma negava che questi morisse se un uomo lo vedeva per primo e che un gallo potesse fare un uovo; interessante è come egli indichi queste credenze come frutto nei suoi contemporanei nell'autorità di Ermete Trismegisto, il quale avrebbe pure sostenuto come le ceneri di basilisco fossero state necessarie per trasformare l'argento in oro: un'attribuzione del tutto infondata ma che dimostra come già nel XIII secolo la figura del basilisco fosse associata a interpretazioni alchemiche.
Il “basilisco filosofico” come una folgore in un istante penetra e distrugge i “metalli imperfetti” ricorda Evola, associandolo alla folgore che ha abbattuto i Titani e aggiungendo che corrisponde al prana, la forza vitale della tradizione induista.
La leggenda del basilisco ha goduto di continui richiami nel tempo.
È citato in un salmo biblico nella versione della Vulgata:
« Super aspidem et basiliscum ambulabis, et conculcabis leonem et draconem.
Tu camminerai sull'aspide e sul basilisco, e calpesterai il leone e il drago. » (Salmi 91,13)
Geoffrey Chaucer parla di una basilicok nelle Canterbury Tales. Leonardo da Vinci incluse un basilisco nel suo bestiario, citando la sua malvagità di nascondersi in alto sui rami e di fissare le sue vittime mentre appassiscono al suo sguardo. Percy Bysshe Shelley ne L'ode a Napoli alluse a un basilisco. Anche Voltaire citò un basilisco nel capitolo XVI di Zadig.
Il basilisco è anche la creatura a guardia della città svizzera Basilea. In Italia centrale, tra la Toscana, l'Umbria e l'alto Lazio, è diffusa nelle campagne la tradizione del serpente regolo, anch'esso "piccolo re", serpente pernicioso e vendicativo, dalla testa grande come quella di un bambino, abitante fossi, campi, rovine e foreste. Anche nel Piemonte nord-orientale (Verbano, Cusio, Val d'Ossola ...) il basilisco, localmente detto baselesc o re di biss, è una presenza abituale nelle leggende e nel folklore locale.
I basilischi sono stati riutilizzati nei giochi, film, libri e romanzi fantasy moderni. Non è insolito trovare un basilisco nei bestiari dei giochi di ruolo come Dungeons & Dragons e Final Fantasy. Il basilisco è il primo boss del videogioco God of War: Chains of Olympus, mentre in Metal Gear Solid: Peace Walker Basilisco è il soprannome del Peace Walker. Nella serie di Harry Potter il basilisco è un gigantesco serpente dallo sguardo mortale; il protagonista, Harry Potter, si batte con esso nel capitolo Harry Potter e la camera dei segreti.
Il gruppo folk rock italiano Marta sui tubi ha scritto una canzone dal titolo Basilisco contenuta nell'album Carne con gli occhi.
In araldica suoi attributi frequenti sono squamoso e allumato.
Il basilisco simboleggia potenza ed eternità della stirpe, in base alle credenze egizie che lo dipingevano di vita lunghissima, vista la sua capacità di uccidere gli altri animali col fiato. A causa di ciò, alcuni lo presero a simbolo di calunnia, colpa o contagio, ma queste sue caratteristiche mal si adattano alle necessità dell'araldica che impiega solo simboli positivi.
Il basilisco viene spesso accomunato ad un'altra figura mitologica: il biscione, simbolo del casato dei Visconti e della città di Milano, delle cui origini non vi sono ancora dati certi.
Il basilisco è il simbolo di Sternatia, nel Salento, e di alcune città della Basilicata quali Lauria, Melfi, Teana e Venosa. Inoltre è simbolo della città campana di Aversa: infatti esso è perfetta sintesi culturale tra l'origine d'oltralpe dei Normanni fondatori di Aversa e la tradizione osca locale che aveva eletto il basilisco, re dei serpenti, ad emblema dell'eternità della stirpe degli Osci.
La città di Belluno ha due basilischi nell'araldica.

lunedì 28 giugno 2021

Codex Gigas

Risultati immagini per Codex Gigas



Il Codex Gigas (in italiano: Libro Gigante) è il più grande manoscritto medioevale esistente al mondo. Si ipotizza sia stato creato nel monastero benedettino di Podlažice in Boemia (ora nella Repubblica Ceca): la sua realizzazione si colloca nel primo trentennio del XIII secolo. Nel 1648, durante la Guerra dei trent'anni, l'opera fu presa dall'esercito svedese come bottino di guerra ed è ora conservata presso la Biblioteca nazionale svedese a Stoccolma.
È anche conosciuto col nome di Bibbia del Diavolo per la grande illustrazione del demonio in esso contenuta e per la leggenda riguardo al fatto che l'autore, per scriverlo, abbia richiesto l'aiuto del demonio. Infatti secondo la leggenda egli era un monaco che si impegnò, isolandosi nella sua cella, a produrre in una notte un'opera che glorificasse il suo monastero.

Aspetto
Il codice è riccamente miniato
Il Codex Gigas è contenuto in una copertina di legno ricoperta di pelle, con alcuni ornamenti in metallo. Le dimensioni sono: 92 centimetri di lunghezza, 50 di larghezza e 22 di spessore, misure che lo rendono il manoscritto più voluminoso del medioevo con un peso di 75 kg. Inizialmente conteneva 320 pagine di vellum, ma otto di queste sono state successivamente rimosse provocando ulteriori sospetti riguardo all'origine.

Storia
Il codice pare sia stato creato da un certo Herman il Recluso nel monastero Benedettino di Podlažice nei pressi di Chrudim, che venne distrutta nel XV secolo. Nel codex, il 1229 viene registrato come l'anno di completamento dell'opera. Il libro fece poi la sua comparsa nel monastero cistercense di Sedlec e successivamente venne acquistato da quello benedettino di Břevnov. Dal 1477 al 1593 fu custodito nella biblioteca di un monastero di Broumov fino a quando non venne trasferito a Praga nel 1594 per entrare a far parte della collezione di Rodolfo II d'Asburgo.
Alla fine della Guerra dei Trent'anni, nel 1648, tutta la collezione di Rodolfo II venne presa dall'esercito svedese. Dal 1649 il manoscritto si trova nella Biblioteca Reale di Svezia a Stoccolma. In seguito il Codex Gigas attirò la curiosità della regina Cristina I di Svezia, la quale avendo messo insieme una vasta biblioteca oggi in parte andata perduta, si interessò anche a questo libro fino a quando non abdicò nel 1655 per poi lasciarlo a Stoccolma.
Il 7 maggio 1697 scoppiò all'interno del castello reale un incendio che partendo dall'ala nord colpì anche la Biblioteca reale e molti dei libri furono messi in salvo. Il Codex Gigas, date le sue enormi dimensioni e il suo peso, per essere salvato dalle fiamme fu lanciato da una finestra del palazzo. Andarono comunque smarrite alcune pagine.
Nel settembre 2007, dopo 359 anni, il Codex Gigas è stato riportato a Praga in prestito fino a gennaio 2008 (a disposizione della Biblioteca Nazionale Ceca).

Contenuto
Il Codex include una trascrizione completa della Bibbia tratta quasi interamente dalla Vulgata, ad eccezione degli Atti degli Apostoli e dell'Apocalisse di Giovanni, che sono tratti dalla Vetus Latina.
Il testo include anche: la Etymologiae di Isidoro di Siviglia, due lavori di natura storica di Giuseppe Flavio, ovvero Antichità giudaiche e la Guerra giudaica, una storia della Boemia (Chronica Boëmorum) di Cosma Praghese, vari trattati (di storia, etimologia e fisiologia), un calendario con la lista dei santi, l'elenco dei monaci dei monasteri di Podlažicama, formule magiche e altri documenti tra cui gli alfabeti greco, cirillico ed ebraico. L'intero libro è scritto in latino.
Il manoscritto include miniature in rosso, blu, giallo, verde ed oro. Le maiuscole iniziali sono minuziosamente miniate e frequentemente occupano l'intera pagina. L'aspetto del manoscritto resta fondamentalmente invariato dall'inizio alla fine, così come la calligrafia dello scrivano che non mostra segni di anni di malattia o di cambiamenti di umore. Questo fatto ha alimentato la credenza che il manoscritto sia stato scritto in un periodo di tempo incredibilmente breve. In realtà alcuni studiosi hanno stimato che l'opera potrebbe essere il lavoro di un solo uomo che ha lavorato per oltre 20 anni.
Illustrazione del Diavolo, pagina 577 (Folio 290 Recto). La leggenda narra che il codice sia stato creato da un monaco che vendette la sua anima al Demonio.
Degna di nota è la pagina 577, che contiene un'immagine del Diavolo a tutta pagina. Alcune pagine prima dell'immagine sono scritte su fogli di pergamena stranamente anneriti che le danno un aspetto inquietante, in qualche modo differente dal resto del codice.

domenica 27 giugno 2021

Linguaggio alieno



Il termine linguaggio alieno si riferisce a qualsiasi forma di linguaggio che potrebbe essere utilizzato da ipotetiche forme di vita extraterrestri. Lo studio di tali linguaggi è stato denominato xenolinguistica o astrolinguistica ed è un campo ipotetico presente soprattutto nella fantascienza.

Generazioni di autori di fantascienza si sono confrontati col problema dei linguaggi alieni; alcuni hanno creato lingue artificiali per i propri personaggi, altri invece hanno eluso il problema introducendo speciali dispositivi per la traduzione o altre tecnologie fantastiche.

Sebbene la questione dei linguaggi alieni rimanga per lo più limitata alla letteratura fantascientifica, la possibile esistenza di forme di vita extraterrestri intelligenti la rende oggetto credibile anche di speculazioni scientifiche e filosofiche.


Fantascienza
In molti racconti di fantascienza compaiono culture aliene dotate di una propria lingua. Il protagonista del romanzo Lontano dal pianeta silenzioso di C. S. Lewis, ad esempio, grazie alla sua esperienza di filologo è in grado di ricostruire le lingue parlate su Marte. Lewis era un creazionista e riteneva quindi plausibile che un alieno parlasse un dialetto indoeuropeo. Allo stesso modo, i marziani in Noi marziani di Philip K. Dick sono in qualche modo collegati con gli australiani aborigeni e parlano una forma d'inglese pidgin.
Tuttavia, autori con posizioni più convenzionali in materia di antropogenesi hanno dovuto ricorrere a stratagemmi più complessi, come ad esempio il Pesce di Babele di Douglas Adams, o hanno dovuto ammettere che la comunicazione può rivelarsi estremamente difficile, se non impossibile. Questo è sicuramente il caso di Stanisław Lem in Solaris e di Arthur C. Clarke in 2001: Odissea nello spazio.
Probabilmente la lingua artificiale più complessa è il Klingon dell'universo di Star Trek, una lingua piuttosto evoluta interamente creata a tavolino. In Star Trek compare inoltre il Linguacode, un mezzo di comunicazione basato su segni grafici usato nei primi contatti con specie sconosciute.
Babylon 5 descrive un linguaggio ‘universale’ chiamato Interlac, pensato in modo che le altre civiltà possano facilmente decifrarlo e utilizzarlo per comunicare. Alcune specie dispongono di computer in grado di tradurre nella propria lingua le trasmissioni in Interlac in tempo reale, rendendo la comunicazione con le altre razze il più semplice possibile. Molte specie nell'universo di Babylon 5 sono comunque in grado di imparare altre lingue.
Nel film e nel libro Incontri ravvicinati del terzo tipo, gli scienziati si servono delle note musicali per comunicare con gli ospiti alieni.
Nel film Mars Attacks! i marziani parlano un'insolita lingua aliena che comprende solo le parole "ack!" e "rack!"
Nel cartone animato Futurama vi sono due lingue aliene; la prima sostituisce direttamente i caratteri dell'alfabeto latino, mentre la seconda è un codice di addizione modulare.
Nel film e nel libro Contact gli alieni inviano le istruzioni per costruire una macchina per raggiungerli servendosi della matematica, che il protagonista definisce "l'unico linguaggio universale".

Lingue aliene
Lingue artistiche riferite ad immaginarie civiltà extraterrestri pubblicate professionalmente su libri o altri media:
Civiltà aliene
D'ni - La lingua del popolo D'ni nella serie di videogiochi e romanzi di Myst.
Goa'uld - La lingua dei Goa'uld nell'universo di Stargate SG-1.
Huttese - La lingua degli Hutt nell'universo di Guerre stellari.
Kēlen - Una lingua senza verbi creata da Sylvia Sotomayor.
Klingon - La lingua dei Klingon nell'universo di Star Trek.
Mando'a - La lingua dei Mandaloriani nell'universo di Guerre stellari.
Minbari - La lingua dei Minbari nell'universo di Babylon 5.
Mondano - Dal ciclo delle porte di Nancy Kress.
Na'vi - La lingua del popolo Na'vi che vive sulla luna Pandora del film Avatar
Romulano - La lingua dei Romulani nell'universo di Star Trek.
Tenctonese - Dal film Alien Nation: nazione di alieni e dal telefilm Alien Nation.
Unas - La lingua degli Unas nell'universo di Stargate SG-1.
Vulcaniano - La lingua dei Vulcaniani nell'universo di Star Trek, con relativo alfabeto.
Civiltà umane non terrestri
Antico - La lingua degli Antichi nell'universo di Stargate.
Baronh - La lingua degli Abh negli anime di Morioka Hiroyuki Crest of the Stars e Banner of the Stars.
Chakobsa - La lingua dei Fremen nel ciclo di Dune di Frank Herbert.
Iotico - La lingua degli abitanti del pianeta Urras nel romanzo di Ursula Le Guin I reietti dell'altro pianeta.
Kobaïan - La lingua degli abitanti del pianeta Kobaia creato dal musicista francese Christian Vander.
Linguaggio da battaglia degli Atreides - La lingua della Casa Atreides nel ciclo di Dune di Frank Herbert.
Mando'a - La lingua dei della cultura Mandaloriana
Pravico - La lingua degli abitanti del pianeta Anarres nel romanzo di Ursula Le Guin I reietti dell'altro pianeta.
Stark - La lingua comune interstellare nel ciclo di Ender di Orson Scott Card.
Civiltà miste
Basic Galattico - La lingua franca dell'universo di Guerre stellari.
Galach - la lingua ufficiale dell'Impero nel ciclo di Dune e in altri romanzi di Frank Herbert.
Linguacode - Lingua usata per comunicare con culture sconosciute da parte della Federazione dei Pianeti Uniti nell'universo di Star Trek.
Marain - La lingua comune della Cultura nei romanzi di Iain Banks.

sabato 26 giugno 2021

Ciclo di Cthulhu

Risultati immagini per Ciclo di Cthulhu



Il Ciclo di Cthulhu, anche noto come Miti di Cthulhu, è il ciclo letterario che si riferisce alla parte più importante della produzione di Howard Phillips Lovecraft (1890-1937).
Il termine fu creato da August Derleth dopo la morte di Lovecraft nel tentativo di sistematizzare i riferimenti alle divinità blasfeme e alle creature cosmiche presenti nella letteratura del Solitario di Providence. Alcuni autori ritengono questa sistematizzazione una forzatura: per esempio Dirk W. Mosig ha proposto come nome alternativo Ciclo del Mito di Yog-Sothoth.
Lovecraft fu un influentissimo autore di romanzi brevi e racconti di difficile classificazione (a metà fra la fantascienza, il fantasy e l'horror "cosmico"), che fanno riferimento ad ere della Terra precedenti l'avvento dell'umanità, e i cui retaggi arrivano fin ai giorni nostri (o meglio all'epoca dell'autore). Si tratta di retaggi fatti di culti innominabili e segreti, e di antichi misteri di quando la terra era giovane e abitata da razze extraterrestri "filtrate dalle stelle" e che avevano portato con loro i propri Dei, noti anche come Grandi Antichi (dei quali il più conosciuto, ma non il più importante, è appunto Cthulhu).
L'intero ciclo è attraversato da numerosi leitmotiv, il più celebre dei quali è senza dubbio il Necronomicon, il grimorio (ovvero il libro magico) - uno pseudobiblium inventato da Lovecraft, ma che alcuni ancora oggi ritengono o spacciano per realmente esistente - che sarebbe stato scritto dall'arabo pazzo Abdul Alhazred, e col quale sarebbe stato possibile evocare "Quelli di Fuori", traendoli dalla più remote regioni del cosmo e dell'essere.
Per ogni racconto è indicata la data (presunta) di stesura. La traduzione dei nomi è quella data da Gianni Pilo e Sebastiano Fusco. Tutti i racconti sono indipendenti l'uno dall'altro, e non seguono un ordine particolare.
Non sono state incluse le "opere oniriche", che seppur contenendo elementi del Ciclo di Cthulhu se ne separano nettamente per toni e contenuti.
Dagon (1917) - racconto
La città senza nome (gennaio 1921) - racconto
Il cane (settembre 1922) - racconto
La ricorrenza o La cerimonia (gennaio 1923) - racconto
Il richiamo di Cthulhu (giugno 1926) - racconto
Il caso di Charles Dexter Ward (gennaio 1927-marzo 1927) - romanzo
Il colore venuto dallo spazio (marzo 1927) - racconto
Storia del Necronomicon (1927) - racconto
La maledizione di Yig (1928) - racconto
L'orrore di Dunwich (luglio 1929) - racconto
Il tumulo (1928) - romanzo
Colui che sussurrava nelle tenebre (24 febbraio 1930-26 settembre 1930) - racconto
L'abbraccio di Medusa (maggio 1930) - racconto
Le montagne della follia (febbraio-marzo 1931) - romanzo
La maschera di Innsmouth (novembre-dicembre 1931) - racconto
I sogni nella casa stregata (gennaio-febbraio 1932) - racconto
L'uomo di pietra (1932) - racconto
L'orrore nel museo (ottobre 1932) - racconto
Dagli eoni (1933) - racconto
La cosa sulla soglia (21-24 agosto 1933) - racconto
L'ombra venuta dal tempo ( novembre 1934-marzo 1935) - racconto
Il diario di Alonzo Typer (ottobre 1935) - racconto
L'abitatore del buio (novembre 1935) - racconto

Secondo l'edizione di 'Tutti i racconti', Mondadori (a cura di Giuseppe Lippi), i racconti che possono ritenersi 'precursori' del Ciclo sono invece i seguenti:
Dagon (1917) - racconto
Oltre il muro del sonno (1919) - racconto
Il tempio (1920) - racconto
Dall'ignoto (1920) - racconto
Gli altri dei (1921) - racconto
La Casa Sfuggita (1924) - racconto

Circa i racconti che seguono Il richiamo di Cthulhu non c'è universale accordo: si può ritenere orientativamente valida la lista precedente.

Nei racconti di Lovecraft non vi sono personaggi seriali, ad eccezione del suo alter ego Randolph Carter (che tuttavia compare in opere non considerate come parte dei cosiddetti "Miti") e gli autori dei libri blasfemi più volte citati: Abdul Alhazred, il Conte D'Erlette ecc.
Alcuni personaggi dei suoi lavori sono degni di menzione:
Wilbur Whateley (L'Orrore di Dunwich). È il figlio di un mostruoso incrocio fra una donna del paese e il dio Yog Sothoth.
Professor Henry Armitage (L'Orrore di Dunwich). Studioso di Arkham che riuscirà a fermare l'abominevole progenie di Yog Sothoth a Dunwich.
Henry Akeley (Colui che sussurrava nelle tenebre). Studioso che vive semi-recluso, è entrato in contatto con i Funghi di Yuggoth ed è stato catturato e sostituito con un doppio.
Charles Dexter Ward (Il caso di Charles Dexter Ward). Un folle di Providence che si imbarca in oscure ricerche alchemiche.
Diversi elementi degli scritti di Lovecraft e in particolare dei Miti di Cthulhu sono stati spesso utilizzati nella cultura popolare come modelli stilistici per ambientazioni e per personaggi orribili o soprannaturali.
Molti sono gli scrittori che hanno collaborato con Lovecraft, come Clark Ashton Smith, Robert Ervin Howard e Fritz Leiber, attingendo a loro volta alle sue opere. Stephen King e Neil Gaiman sono tra gli autori moderni più influenzati dai racconti lovecraftiani. Anche alcuni fumetti hanno tratto ispirazione, seppur in minima parte o solo in alcuni numeri, dall'opera di Lovecraft, tra i quali Batman, Dylan Dog, Métal Hurlant, Martin Mystère, Dampyr, Soul Eater, Djustine e Zagor. Negli anni duemiladieci il fumettista Alan Moore ha scritto un trittico di fumetti (Neonomicon, Il cortile (The Courtyard) e Providence) ispirati al ciclo di Cthulhu. Il manga di Masamune Shirow Orion contiene riferimenti e citazioni di tipo lovecraftiano.
Tra le pellicole cinematografiche in parte tratte dalle opere dello scrittore vi sono La città dei mostri, ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà, Paura nella città dei morti viventi, Re-Animator, Jason va all'inferno, Il seme della follia e Dagon - La mutazione del male, oltre alla serie La casa. Anche alcuni serie televisive contengono, in qualche episodio, riferimenti ai Miti di Cthulhu, tra le quali South Park, Doctor Who, Supernatural e Andromeda.
La musica è il campo che ha maggiormente risentito dell'opera di Lovecraft, dedicando album o singoli alle sue creature; tra i gruppi musicali, in particolare vicini al heavy metal, influenzati dallo scrittore vi sono Black Sabbath, Iron Maiden, Metallica, Mercyful Fate, 1349, Therion, Nile, Blue Öyster Cult, GWAR, Morbid Angel e Rage. Due band hanno scelto di chiamarsi con in nome dell'artista di Providence, i H. P. Lovecraft e i Lovecraft. Anche deadmau5, famoso produttore e dj Canadese, ha tratto ispirazione da Cthulhu per tre sue canzoni.
Anche giochi e videogiochi hanno tra le proprietà caratteristiche elementi che richiamano la filosofia e l'universo lovecraftiano; tra questi vi sono Bloodborne, Alone in the Dark, Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth, Dark Project: L'ombra del ladro, Il richiamo di Cthulhu, The Elder Scrolls IV: Oblivion, Amnesia: The Dark Descent, The Witcher, Silent Hill, Fallout 3, Tales of Symphonia, Penumbra, Quake, Terraria, Fate/Grand Order, World of Warcraft.


venerdì 25 giugno 2021

Triangolo nero (UFO)

Risultati immagini per Triangolo nero (UFO)



Con triangolo nero o triangolo volante si definisce una tipologia di oggetti volanti non identificati di forma triangolare. Tali oggetti sono conosciuti anche come Big Black Deltas (BBDs).

Avvistamenti segnalati

Avvistamenti sporadici di UFO triangolari sono stati segnalati già negli anni cinquanta (come l'incidente di Carson Sink, indagato nell'ambito del Progetto Blue Book), ma le segnalazioni sono diventate più frequenti a partire dalla fine degli anni ottanta. Gli avvistamenti di questo tipo di UFO si sono verificati soprattutto negli Stati Uniti d'America e nel Regno Unito, prevalentemente nelle ore serali.
I testimoni degli avvistamenti hanno descritto questi presunti oggetti come triangoli di colore scuro, con luci di colore bianco ai vertici; a volte è stata segnalata una quarta luce di colore rosso, posta al centro del triangolo.
Gli avvistamenti più noti di UFO triangolari sono i seguenti:
  • Ondata belga del 1989-1990: fra il 1989 e il 1990 si verificò in Belgio una serie di avvistamenti di UFO triangolari.
  • Incidente di Cosford-Shawbury (Regno Unito): il 31 marzo 1997 parecchi testimoni segnalarono l'avvistamento di un oggetto triangolare in Devon e Cornovaglia.
  • Avvistamento di Phoenix (USA): il 31 marzo 1997 furono osservate nel cielo di Phoenix alcune luci in formazione a triangolo.
  • Triangolo di St. Clair (USA): il 5 gennaio 2000 diversi cittadini della contea di St. Clair segnalarono al numero di emergenza della polizia l'avvistamento di un oggetto triangolare con luci ai vertici. L'oggetto fu avvistato anche da alcuni ufficiali di polizia.
  • Luci di Tinley Park (USA): fra il 2004 e il 2006 si verificò a Tinley Park una serie di avvistamenti di massa di tre luci rosse disposte in formazione a triangolo.

Ipotesi

Per spiegare gli avvistamenti di UFO triangolari, alcuni ufologi chiamano in causa veicoli extraterrestri, mentre secondo altri si tratterebbe invece di aerei sperimentali segreti, come l'Aurora o il TR-3 Black Manta.
Gli scettici hanno avanzato diverse ipotesi alternative, tra cui: luci di aerei o elicotteri (come nel caso di Cosford-Shawbury), razzi di segnalazione lanciati da aerei militari (come nel caso di Phoenix), dirigibili (come nel caso del Triangolo di St. Clair), mongolfiere o riflessi delle luci di atterraggio di aerei. Alcuni casi si possono spiegare con satelliti di tipo NOSS, che viaggiano in orbita attorno alla Terra in gruppi di tre.
Secondo un rapporto del Ministero della Difesa (MoD) britannico riguardante lo studio di avvistamenti di UFO nel Regno Unito, che è stato declassificato e pubblicato nel 2006, la maggior parte degli UFO triangolari sarebbero in realtà formazioni di plasma gassoso fluttuante e carico elettricamente. Tali formazioni avrebbero il potere di interagire tra loro provocando fenomeni di rifrazione della luce, dando l'apparenza di una forma poligonale con le luci ai vertici. Queste formazioni di plasma avrebbero inoltre effetti elettromagnetici ancora sconosciuti, che potrebbero avere effetti sul cervello dei testimoni degli avvistamenti, causando allucinazioni.

giovedì 24 giugno 2021

Teoria della Terra cava

Risultati immagini per Teoria della Terra cava


Sotto l'espressione di teoria della Terra cava è raccolto un filone di diverse teorie formulate da pensatori in varie epoche storiche, secondo cui il pianeta Terra sarebbe cavo al proprio interno. Secondo alcune di queste teorie, sotto la superficie terrestre vi sarebbero altre superfici concentriche, che potrebbero a loro volta essere abitate o abitabili.
Questa teoria fu formulata in termini scientifici a partire dal XVII secolo, per essere resa popolare nei secoli successivi da romanzi fantastici che la sfruttavano come artificio narrativo. Pur essendo ampiamente confutata dalla scienza moderna (geologia, geofisica e astrofisica) e quindi relegata alla pseudoscienza, ancora oggi la teoria della Terra cava trova un certo seguito presso alcuni sostenitori di teorie del complotto.
Sin dai tempi antichi diverse teorie hanno sostenuto l'esistenza di regni e territori sotterranei, sia come teorie relative a ipotetici veri territori sia come metafore per condizioni dello spirito (si pensi all'opera di Platone e al mito della caverna). Alcune di queste teorie col tempo sono andate a costituire le basi per luoghi concettuali, quali l'Ade della mitologia greca, lo Svartálfaheimr della mitologia norrena, lo Sheol ebraico o l'inferno cristiano.
Edmund Halley nell'opera Philosophical Transactions of Royal Society of London (1692) propose l'idea che la Terra fosse formata da un guscio esterno spesso 800 km, con due altri gusci interni concentrici e un nocciolo interno. Questi gusci avrebbero avuto le dimensioni dei pianeti Venere, Marte e Mercurio, e sarebbero separati da atmosfera. Ogni guscio avrebbe i propri poli magnetici, e i vari gusci ruoterebbero a velocità differenti.
Halley propose questa teoria per cercare di spiegare alcuni risultati anomali ottenuti dalla bussola, per poi spingersi a teorizzare che l'atmosfera interna fosse luminescente, che i continenti interni fossero abitati e che i gas sfuggiti dai passaggi ai poli fossero la causa dell'aurora boreale.
Lo scrittore di fantascienza L. Sprague de Camp ed il divulgatore Willy Ley hanno sostenuto nel documentario Lands Beyond del 1952 che anche Eulero avrebbe proposto l'idea di una terra cava, ma senza strati multipli; in compenso, al centro della cavità vi sarebbe un sole di 1000 km di diametro, che illuminerebbe l'interno e sosterrebbe una civiltà avanzata. Il documentario tuttavia non riporta fonti attendibili e anzi, nella Lettera alla principessa tedesca Eulero descrive un esperimento mentale che postula una Terra solida.
De Camp e Ley affermano inoltre che sir John Leslie avrebbe espanso l'idea di Eulero, immaginando non uno ma due soli (Plutone e Proserpina, secondo i nomi presi dal mito greco). Leslie in realtà propose la teoria della Terra cava nel 1829, nel trattato Elements of Natural Philosophy (pp. 449–453), ma non menziona soli interni.
Nel 1818 John Cleves Symmes, Jr. avanzò l'ipotesi che la Terra sia formata da un guscio cavo di 1300 km di spessore, con due cavità di 2300 km di diametro su entrambi i poli geografici. Oltre alla crosta esterna ci sarebbero quattro gusci interni, anch'essi con aperture ai poli. Symmes ottenne grande rilievo come uno dei primi e più famosi assertori della teoria della Terra cava e fu il primo a proporre una spedizione alla ricerca del foro che sarebbe collocato al Polo Nord, che venne sostenuta di fronte al Congresso degli Stati Uniti da parte del senatore Richard M. Johnson il 28 gennaio 1823. Portò avanti il progetto con l'aiuto del pioniere James McBride, ma il neoeletto presidente statunitense Andrew Jackson lo bloccò e Symmes morì nel 1829 poco dopo tale rifiuto.
Anche Jeremiah N. Reynolds, seguace della teoria, propugnò l'organizzazione di una spedizione alla ricerca del passaggio. Reynolds arrivò ad organizzare una spedizione nell'Antartico, col sostegno del presidente Adams, ma la spedizione si concluse in un disastro. Reynolds non riuscì a partecipare alla Spedizione Wilkes del 1838-1842, nonostante quell'impresa fosse in parte dovuta alla sua opera di convincimento, dato che nelle sue battaglie aveva offeso troppe persone coinvolte nel viaggio.
Nonostante Symmes non abbia mai scritto un libro su queste sue teorie, esistono diversi testi sulla sua opera: tra questi vi è il saggio di McBride Symmes' Theory of Concentric Spheres (1826). Anche Reynolds nel 1827 pubblicò Remarks of Symmes' Theory Which Appeared in the American Quarterly Review. Nel 1868, il professor W.F. Lyons pubblicò The Hollow Globe, sostenendo una teoria simile a quella di Symmes ma senza accreditarlo: il figlio di J.C. Symmer, Americus Symmes, pubblicò allora un testo per rivendicare le origini della teoria, The Symmes' Theory of Concentric Spheres.
Nel 1871 sir Edward Bulwer-Lytton, scrittore, politico ed esoterista, pubblicò un romanzo oggi considerato anticipatore del genere fantascientifico, La razza ventura (The Coming Race, 1871, ripubblicato come Vril, The Power of the Coming Race, 1871), in cui sosteneva che all'interno della Terra si trovasse una razza di superuomini sopravvissuti a cataclismi mitologici. John Uri Lloyd, farmacologo ed erborista, pubblicò nel 1895 il romanzo Etidorhpa, dove descrisse un viaggio immaginario fino al centro della Terra a partire dalle caverne del Kentucky, tentando di giustificare scientificamente la possibilità di tale viaggio (Jules Verne aveva già utilizzato l'idea trent'anni prima, nel 1864, per il suo celebre romanzo avventuroso Viaggio al centro della Terra).
La teoria arrivò fino all'inizio del XX secolo, quando William Reed, scrisse Phantom of the Poles (1906), sostenendo la teoria di una terra cava ma senza soli o secondi gusci. Reed portò a sostegno i racconti di alcuni famosi esploratori dell'epoca, tra cui Louis Bernacchi, Fridtjof Nansen, Karl Mauch, Adolphus W. Greely, Allen Henry e altri. Sulla base di queste osservazioni, Reed sostenne l'esistenza di un grande mare di acqua dolce che si estendeva oltre quello che avrebbe dovuto essere il Polo Nord. Da questi resoconti, Reed arrivò a sostenere che i Poli non fossero mai stati in realtà scoperti, semplicemente perché non esistono: al loro posto si troverebbe un enorme buco con il passaggio al Continente Interno.
Le acque marine si sarebbero riversate all'interno correndo lungo la superficie. In seguito Marshall Gardner scrisse A Journey to the Earth's Interior (1913, in edizione ampliata nel 1920). Gardner sosteneva l'esistenza di un sole all'interno della terra, e arrivò a costruire un modello brevettato della sua idea di Terra. Gardner citò Symmes, ma non Reed. Reed e Gardner ripresero alcuni dubbi espressi dagli esploratori polari, stupiti di trovare enormi iceberg di acqua dolce e non salata.
La risposta data da entrambi gli studiosi fu formulata in questi termini: gli iceberg sono d'acqua dolce perché sono formati dalle acque dei fiumi del continente interno. Quando Robert B.Cook rinvenne negli strati glaciali i resti di mammuth perfettamente conservati, Marshall Gardner affermò che non era possibile che un reperto fosse rimasto integro così a lungo, e che quelli trovati sarebbero stati i resti di creature morte di recente dopo essere sfuggite dal Continente interno.
Altri scrittori hanno sostenuto che nel territorio sotterraneo abitino creature di grande saggezza. L'Antartide, il Polo Nord, il Tibet, il Perù, e il Monte Shasta in California, Stati Uniti, sono stati di volta in volta identificati come punti di ingresso a questi regni sotterranei, dove si troverebbero la città mitologica di Agarttha, o addirittura delle basi di alcune razze aliene. Le idee di Reed e Gardner vennero riprese nel 1969 nel libro The Hollow Earth (nell'edizione italiana Il grande ignoto), a nome di un sedicente Dr Raymond W. Bernard che però ignorava totalmente il lavoro di Symmes.
Bernard aggiunse anche alcune idee peculiari, sostenendo che gli UFO proverrebbero dal Continente Interno, e che le nebulose ad anello proverebbero l'esistenza di mondi cavi. Un articolo di Martin Gardner rivelò che lo pseudonimo "Bernard" era usato da Walter Siegmeister, ma solo con il libro di Walter Kafton-Minkel Subterranean Worlds: 100,000 years of dragons, dwarfs, the dead, lost races & UFOs from inside the Earth nel 1989 emerse la storia di Bernard/Siegmeister. Le idee di Siegmeister furono riprese negli scritti di David Hatcher Childress. Ispirandosi alle teorie della Terra cava sono state proposte megastrutture che ne riprendono alcune caratteristiche, come la Sfera di Dyson o il Globus Cassus.
Nel corso della seconda metà del XX secolo, quando la teoria godeva di discreta notorietà ma era già stata ampiamente smentita, vennero pubblicati numerosi testi che riportavano varie versioni di questa teoria, di volta in volta integrandole con nuove "rivelazioni".
Il valore scientifico di queste pubblicazioni è nullo, e si tratta principalmente di opere a carattere pseudoscientifico o fantastico, nate sull'onda dell'ascesa alla moda della letteratura del mistero e della fantascienza. Queste storie avventurose possono essere viste come una variante del tema del "mondo perduto", che fu popolare nella letteratura vittoriana a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Willis George Emerson, nell'opera Il Dio fumoso (The Smoky God - A voyage to the inner World, 1908), ha riportato una storia che gli sarebbe stata riferita da un pescatore norvegese di nome Olaf Jansen, il quale avrebbe raggiunto con suo padre e la sua barca il continente interno, dove rimasero per due anni visitando le città del regno che vi si trovava (identificato in opere successive con Agarthi) e da cui uscirono dalla parte opposta, al Polo Sud. Il padre sarebbe rimasto ucciso durante il ritorno, il figlio ricoverato come pazzo. Il resoconto sarebbe stato dato dal figlio, che dopo la dimissione dal sanatorio si sarebbe stabilito in California, e che novantenne avrebbe deciso di rendere pubblica la vicenda. Il racconto di Emerson è considerato una delle prime fonti della credenza sulle civiltà sotterranee.
Dal 1945 al 1949 la rivista pulp di fantascienza Amazing Stories sostenne l'idea di una Terra cava: il curatore editoriale Ray Palmer pubblicò una serie di storie di Richard Sharpe Shaver in cui veniva presentata come realistica la storia di una razza superiore preistorica che sarebbe sopravvissuta nelle cavità della Terra. I discendenti di questa razza, noti come Dero vivrebbero nelle caverne usando macchine fantastiche abbandonate da razze antiche per tormentare coloro che vivono in superficie. In seguito alle affermazioni di Shaver, supportate solo da ipotetiche "voci", migliaia di persone scrissero al giornale affermando di sentire "voci infernali" provenienti da sottoterra. L'argomento venne ripreso anche in seguito e quella di Shaver non fu l'unica pretesa "storia vera" sulla Terra cava pubblicata dalla rivista (tra il 1947 e il 1948 fu pubblicata anche la storia su un manoscritto che descrive "Rainbow City", una favolosa città collocata sotto le distese ghiacciate dell'Antartide, da cui proverrebbero i dischi volanti).
Nel 1959 Francis Amadeo Giannini pubblicò Worlds beyond the Poles: Physical Continuity of the Universe, in cui sosteneva che nel 1928 le spedizioni polari statunitensi avessero trovato delle terre sconosciute al di là dei poli, e che nel 1956 un'unità della Marina avesse raggiunto il continente interno. Non vi sono prove a sostegno di queste affermazioni, che senza dubbio sarebbero state riportate nei dettagliati resoconti delle spedizioni americane.
Alcuni autori invece di sostenere la teoria di un globo cavo sul cui esterno giace il mondo come lo conosciamo (teoria della Terra convessa), hanno sostenuto una teoria opposta secondo cui l'umanità vivrebbe nel lato interno, dando vita alla teoria della Terra concava. La superficie della Terra, secondo questa teoria, somiglierebbe all'interno di una Sfera di Dyson. Anche questa teoria, come la precedente, è stata smentita dai fatti, ed in particolare dalle esplorazioni spaziali del XX secolo.
Cyrus Teed, un eccentrico studioso di New York, propose la teoria della Terra concava nel 1869, definendo questa teoria come "Cosmogonia Cellulare". Teed fondò una setta, denominata Koreshan Unity basata su questa idea, che definì Koreshanesimo. Una colonia di Koreshani venne fondata a Estero, in Florida, ed è oggi preservata come sito storico nonostante non vi siano più seguaci viventi. I Koreshani sostenevano di aver verificato sperimentalmente la concavità della curvatura terrestre usando uno strumento detto "rettilineatore" sulle coste della Florida.
Diversi autori tedeschi del XX secolo (tra cui Peter Bender, Johannes Lang, Karl Neupert e Fritz Braun), hanno pubblicato opere in sostegno della teoria della terra concava (Hohlweltlehre). La teoria è oggi sostenuta da pochi. Lo studioso egiziano Mostafa A. Abdelkader ha pubblicato diverse ricerche in cui ha stilato una mappa dettagliata della Terra concava.
In un capitolo del suo libro On the Wild Side (1992), Martin Gardner ha esaminato il modello di Abdelkader: secondo Gardner, questa teoria presupporrebbe che i raggi luminosi viaggino in percorsi circolari, rallentando con l'avvicinarsi del centro della sfera dove si trova il Sole. L'energia non potrebbe raggiungere il centro della cavità, che corrisponde ad un punto a distanza infinita dalla Terra. Gardner sottolinea che "molti matematici credono che un modello di universo capovolto, con leggi fisiche adeguatamente corrette, è empiricamente inconfutabile". Tuttavia, Gardner stesso respinge la teoria sulla base del Rasoio di Occam.
Da un punto di vista logico, è possibile applicare una trasformazione matematica al nostro sistema di coordinate in modo che l'esterno della terra diventi l'interno e viceversa: queste trasformazioni verrebbero poi compensate da adeguate modifiche alle leggi fisiche oggi note, ma si tratterebbe comunque di puri sofismi e speculazioni logiche.
Un essere all'interno di una Terra cava non riceverebbe una spinta gravitazionale verso la superficie: la teoria della gravitazione prevede che una persona all'interno della sfera sarebbe praticamente senza peso. Questo fatto fu dimostrato per la prima volta da Newton, il cui teorema del guscio sferico prevede che la forza gravitazionale sia pari a zero ovunque all'interno di un guscio solido sfericamente simmetrico, indipendentemente dallo spessore del guscio.
Una debole forza gravitazionale deriverebbe dalla non perfetta sfericità della Terra, e dalla forza di marea, dovuta alla Luna. Anche la forza centrifuga contribuirebbe alla formazione di una gravità, che tuttavia all'equatore sarebbe pari a solo un trecentesimo della gravità normale.
La teoria risulta fallace anche per il fatto che una terra prevalentemente cava avrebbe una massa molto inferiore a quella sperimentalmente osservata. Inoltre una Terra cava collasserebbe sotto il suo stesso peso, sbriciolandosi e creando una seconda Terra, più piccola della prima, e piena.
La teoria della Terra cava non è compatibile con il modello della tettonica delle placche in quanto i fori di entrata alla cavità, posizionati ai poli, si sarebbero dovuti spostare nel corso delle ere dalla Pangea alla posizione attuale.
Le aperture in prossimità dei Poli previste dalla teoria dovrebbero essere presenti nelle immagini rilevate dai satelliti, ma ciò non avviene.
Gli studiosi L. Sprague de Camp e Willy Ley hanno sostenuto che anche Eulero avrebbe proposto l'idea di una terra cava con un piccolo Sole al centro di circa 1000 km di raggio (sembrerebbero però smentiti dallo stesso Eulero). Questa stella, date le dimensioni ridotte, dovrebbe essere una nana bianca ed avrebbe una massa simile a quella del nostro Sole, sufficiente a far implodere la Terra.

  • Nel romanzo del 1741 Il viaggio sotterraneo di Niels Klim (Nicolai Klimii iter subterraneum) di Ludvig Holberg, Niels Klim cade in una caverna mentre l'esplorava e trascorre molti anni a vivere sia in un globo più piccolo all'interno della terra, sia sulla superficie interna del guscio esterno.
  • Icosaméron (1788) di Giacomo Casanova è una storia di 5 volumi, 1 800 pagine, di fratello e sorella che cadono all'interno della Terra scoprendo l'utopia sotterranea dei Mégamicri, una razza di nani multicolori ed ermafroditi.
  • Un romanzo precursore della fantascienza dal nome Symzonia: A Voyage of Discovery di un certo "Capitano Adam Seaborn" apparve alle stampe nel 1823. Esso riflette ovviamente le idee di John Cleves Symmes, Jr. e alcuni ritennero Symmes il vero autore, che è accreditato in tal modo in una recente ristampa. Altri non sono d'accordo. Alcuni ricercatori dicono che il romanzo fa una voluta satira delle idee di Symmes, e pensano di avere identificato l'autore come uno scrittore statunitense, Nathanial Ames, che scrisse altre opere, tra le quali una che avrebbe potuto fornire ispirazione per Moby Dick.
  • Edgar Allan Poe usò l'idea per il suo romanzo Storia di Arthur Gordon Pym (The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket, 1838). Ne fece riferimento anche in Manoscritto trovato in una bottiglia (Ms. found in a bottle, 1833) e L'incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall (The unparalleled adventure of one Hans Pfaall).
  • Jules Verne, che nelle proprie opere non si allontanava spesso dai limiti della plausibilità scientifica, utilizzò l'idea di una Terra cava nel suo romanzo del 1864 Viaggio al centro della Terra.
  • Il romanzo di James De Mille A Strange Manuscript Found in a Copper Cylinder (1888) è una satira vittoriana di una società invertita all'interno della Terra cava.
  • Il racconto fantastico Il dio fumoso (The Smoky God, 1908) di Willis George Emerson narra le avventure di un certo Olaf Jansen che viaggio all'interno, trovò una civiltà avanzata e se ne andò. Alcuni hanno ritenuto il romanzo un resoconto veritiero.
  • Edgar Rice Burroughs scrisse storie avventurose del mondo interno di Pellucidar (tra cui, ad un certo punto, la visita del suo personaggio Tarzan). Benché la superficie interna della Terra avesse un'estensione ben più piccola dell'esterno, Pellucidar ha oceani in corrispondenza dei continenti sulla superficie esterna, e viceversa; in tal modo il mondo interno ha una superficie occupata da terre emerse più grande di quello esterno. È abitato da esseri umani primitivi e creature estinte sulla superficie esterna, tra cui i Mahar, creature simili a pterodattili con poteri psichici. Pellucidar presenta un sole interno che non tramonta mai, per cui gli abitanti non hanno mai sviluppato la nozione del tempo.
  • Il racconto horror Il tumulo (The Mound, 1930) di Howard Phillips Lovecraft narra di immensi paesaggi e di terribili esseri che vivono da tempi remotissimi nel sottosuolo all'insaputa di tutti, riprendendo in parte le teorie qui sopra riportate.
Nel 1965 Guido Crepax crea il personaggio di Valentina, la cui storia si intreccia perennemente con quella di Philip Rembrandt, detto Neutron, discendente meticcio dell'antico popolo dei Sotterranei o ciechi cavalieri degli abissi, ancora attivo a 20 chilometri all'interno del globo, luogo dove si svolgeranno alcune ambientazioni del fumetto, per prima ne I sotterranei, in Valentina del 1968. In realtà negli intenti di Crepax, il mezzosangue sotterraneo Philip Rembrandt avrebbe dovuto essere il protagonista della serie, inizialmente pubblicata sul periodico Linus dal maggio 1965, ma il grande successo del personaggio femminile cambiò i piani dei lavori che seguirono fin dalla terza puntata.
Nella serie a fumetti Martin Mystère, in particolare nell'albo n. 115bis intitolato "Al centro della Terra" il protagonista entra all'interno della Terra cava tramite un'apertura al Polo Nord, e vi trova una società evoluta quasi al pari di quella esterna, in cui un generale nazista - ivi speditovi da Adolf Hitler per appurare la veridicità della teoria - ha preso il potere ed ha instaurato un regime dittatoriale. Il protagonista riesce a fuggire ed elabora la teoria che la Terra non sia cava ma che il passaggio al Polo Nord conduca invece ad un'altra dimensione simile a quella terrestre.
Esiste anche una teoria riguardante la Luna, che sarebbe cava e all'interno ospiterebbe vita intelligente.
L'uso più noto di questa teoria è il romanzo di H. G. Wells I primi uomini sulla Luna (The First Men in the Moon, 1901). L'idea venne ripresa da Edgar Rice Burroughs nei romanzi brevi La fanciulla lunare (The Moon Maid, 1923) e Gli uomini della Luna (The Moon Men, 1925) (ed. it. Il popolo della Luna).
Quell'orribile forza (That Hideous Strength, 1946) di C.S. Lewis è ambientato sulla Terra, ma prevede l'esistenza di una luna cava abitata dai Sulva, in cui si svolge una titanica lotta tra il Bene e il Male.
Questo sottogenere è svanito dopo la conquista lunare del 1969.

 
Wordpress Theme by wpthemescreator .
Converted To Blogger Template by Anshul .