venerdì 23 ottobre 2020

Corpo esoterico


In numerose tradizioni, religioni e scuole di pensiero orientali ed esoteriche, il corpo è considerato tutto ciò che – a livello più o meno materiale – riveste e ricopre la «vera essenza» spirituale di un essere che deve, attraverso pratiche religiose, liberarsi delle necessità materiali corporee per raggiungere i più alti gradi di spiritualità. Trattandosi di un'essenza "nascosta", il suo studio attiene alla cosiddetta anatomia occulta.

Cenni storici

«Tutto quanto si sa dei corpi non consiste solo nell'estensione, come sostengono i moderni. Questo ci costringe a reintrodurre quelle forme che essi hanno bandito.»
(Gottfried Leibniz, Discorso di Metafisica, XVIII)
A una concezione risalente a Platone, che vedeva nei corpi la manifestazione fenomenica di un'idea trascendente, o ad Aristotele che individuava nei corpi un sinolo, cioè un'unione, di sostrato materiale e forma spirituale, si è andata sempre più sostituendo nell'età moderna una visione esclusivamente materialista che riduceva il corpo ad una mera estensione spazio-temporale.
Con Cartesio, che separò rigidamente la res extensa o «sostanza estesa», dalla res cogitans o «sostanza pensante», venne da un lato inaugurata una concezione soltanto meccanicista e quantitativa dei corpi, ripresa dall'atomismo di Democrito, mentre dall'altro, sul piano mentale, fu eliminata la distinzione che la filosofia greca poneva tra i livelli dell'anima, in particolare tra nous e dianoia, ossia tra intelletto e ragione, distinzione fatta propria dalla scolastica, e tramandata fino al Rinascimento. Sino allora, almeno per quanto riguarda la tradizione occidentale, le varie dottrine dell'antichità avevano trovato una sintesi filosofica nel neoplatonismo, concepito da Ficino come pia philosophia, cioè come un'unica dottrina filosofico-religiosa, antitetica alle correnti di pensiero atee e materialiste, che percorrendo la storia dell'umanità ne unificava i diversi filoni spirituali, da Platone al Cristianesimo.
Fu così che nel Rinascimento, all'interno di certi ambienti alchemico-cristiani dell'Europa, aveva ripreso vigore una visione esoterica dell'essere umano, concepito come un microcosmo in cui si riflette il macrocosmo, e quindi come un insieme di parti che concorrono a formare un tutto organico, ognuna delle quali veniva associata ad esempio a un particolare pianeta, o un particolare metallo. All'interno del neoplatonismo confluivano anche concezioni del pitagorismo e del Corpus Hermeticum, la dottrina già ripresa, almeno in parte, da Porfirio, da Giamblico e Proclo.
Anche se con accezioni e funzionalità parzialmente diverse da quelle neoplatoniche, le distinzioni e le specifiche peculiarità attribuite ai corpi sono ritornate nelle dottrine esoteriche moderne, in particolare con la Società Teosofica fondata da Helena Blavatsky, e con l'antroposofia di Rudolf Steiner.

Le tre suddivisioni

La tradizione occidentale, rifacendosi alle dottrine greche e giudaico-cristiane, ha generalmente proposto una suddivisione dell'essere umano in tre livelli. Platone lo suddivideva in una componente razionale (loghistòn), volitiva (thumoeidès), e concupiscibile (epithymetikòn), oppure, in un altro contesto: nous (intelletto), thumos (passione), e epithumia (appetito). Aristotele differenziava invece le funzioni dell'anima umana in: intellettiva, sensitiva e vegetativa. Queste suddivisioni sono state poi assimilate e integrate nella tripartizione evangelica fatta da Paolo di Tarso che distingueva il corpo, l'anima e lo spirito, nei quali la tradizione agostiniana vedrà l'immagine della Trinità.
Ogni livello è a sua volta ulteriormente suddivisibile, compreso quello fisico, che può essere concepito come una composizione dei quattro elementi fondamentali (aria, acqua, terra, fuoco). In seno all'anima, ad esempio, la scolastica medioevale ha fatto propria la tripartizione aristotelica dell'essere umano in anima vegetativa (comune alle piante), sensitiva (comune agli animali), e razionale (esclusiva dell'uomo).
Analogamente, secondo l'antroposofia steineriana, il primo livello è quello propriamente fisico, mentre ai due superiori (anima e spirito) si attribuisce un'ulteriore suddivisione a seconda dei vari livelli di densità. La costituzione occulta dell'uomo risulta quindi la seguente:
  • 1) corpo fisico;
  • corpo sottile:
    • 2) corpo eterico (o vitale),
    • 3) corpo astrale (o emozionale),
    • 4) Io razionale (personalità umana);
  • corpo spirituale (o causale):
    • 5) Sé spirituale (coscienza superiore),
    • 6) Spirito vitale (individualità universale),
    • 7) Uomo-spirito (emanazione della divinità).
Si tratta quindi di sette corpi in tutto, che nel lessico filosofico greco-latino trovano corrispondenza nei seguenti termini:
  1. σῶμα (Soma) / Corpus
  2. ψυχῆ (Psyche) / Anima
  3. σκιά o ὅχημα (Ochema) / Umbra
  4. εἴδωλον (Eidolon) / Imago
  5. Φάσμα (Phasma) / Manes
  6. διάνοια (Dianoia) / Mens
  7. νοῦς (Nus) / Spiritus

Corpo grossolano

Il corpo grossolano non è altro che il corpo fisico, soggetto a nascita e morte. Esso è ovviamente il corpo più denso in modo assoluto, tant'è che può essere percepito con i normali organi di senso. Rudolf Steiner lo equipara alla condizione dei minerali, sebbene le forze in esso attive siano poste al servizio di altre componenti più elevate:
«Il corpo fisico è, nel mondo manifesto, ciò in cui l'uomo è simile al mondo minerale; d'altra parte, non può considerarsi corpo fisico ciò che differenzia l'uomo dal minerale. Da questo punto di vista, il fatto di massima importanza è che la morte mette in evidenza quella parte dell'entità umana, che, sopravvenuta la morte, è della stessa natura del mondo minerale. Possiamo accentuare il fatto che in questo elemento costitutivo della natura umana, cioè nel cadavere, sono attive le stesse sostanze e le stesse forze del regno minerale; ma occorre insistere non meno vivamente sul punto che con la morte questo corpo fisico entra in decomposizione.»
(R. Steiner, La scienza occulta nelle sue linee generali [1910], cap. II, trad. di E. De Renzis ed E. Bataglini, Bari, Laterza, 1947)

Corpo sottile

Le dottrine metafisico-esoteriche definiscono genericamente corpo sottile ogni tipo di struttura extracorporea che convive con la struttura fisica, e di cui ogni essere vivente è dotato. Le terapie che utilizzano il concetto di vibrazione, come l'omeopatia o i fiori di Bach, si propongono di agire su questo tipo di struttura.
Presso la filosofia orientale, il corpo sottile indica il campo di energia composto dagli organi "eterici" che hanno ognuno un corrispondente sul piano fisico, come il cuore, il fegato, e così via. Nella tradizione indiana vi sono poi quegli organi conosciuti come i chakra, la kundalini, e i flussi di energia vitale (prana che scorre nei nadi), mentre nella tradizione cinese ad esso appartengono i meridiani e gli altri organi come il triplice riscaldatore. L'insieme di questi corpi formano i vari strati dell'aura, legati tra di loro in modo tale che ogni cambiamento a livello fisico venga avvertito dapprima nel corpo eterico, poi in quello astrale, poi in quello mentale, e infine in quello causale; viceversa i cambiamenti del corpo sottile si manifestano come cambiamenti di colore negli strati dell'aura prima di arrivare agli strati interni del corpo fisico.
Il corpo sottile è quindi solitamente suddiviso in:

Corpo eterico

È il più denso di tutti e il più direttamente connesso con il corpo fisico. I cambiamenti dello stato fisico sono immediatamente avvertiti come variazioni di energia nel corpo eterico. La sua funzione è quella di strutturare dinamicamente il corpo fisico secondo un'articolazione intelligentemente prevista ma non personalizzata. Gli spiritisti chiamano il corpo eterico anche perispirito, intendendolo come una specie di raccoglitore di involucri strumentali dello Spirito, oppure doppio eterico, essendo in fondo un duplicato del corpo fisico, il quale ne risulta modellato. Su di esso sono situati i chakra, e vi affluisce il prana, ossia di quel tipo di energia funzionale al nutrimento della dimensione psichica.
Steiner lo chiama anche «corpo vitale», trattandosi di quel veicolo che conferisce vitalità all'organismo, e a cui riconosce, pur con molti distinguo, una certa parentela col concetto di forza vitale di cui parlavano gli scienziati nella prima metà del XIX secolo, prima che venisse bandito dalla biologia. Il corpo eterico è ciò che accomuna l'uomo alle piante, le quali vivono come in uno stato permanente di sonno.
«L'uomo ha in comune con il mondo vegetale il corpo eterico, come quello fisico con il minerale.»
(R. Steiner, ivi)
La separazione del corpo eterico dal corpo fisico è ciò che sul piano visibile determina la morte.

Corpo astrale, animico, o emozionale

È meno denso ma ancora più complesso del corpo eterico; riflette lo stato emotivo dell'individuo, ed è sede e motore dei sentimenti, dei desideri, delle emozioni.
Poiché ogni passione ha la sua tonalità astrale, i suoi colori si riverberano sull'involucro generale dell'aura. Helena Blavatsky lo scompone in sette principi, prossimi al livello fisico. Rudolf Steiner lo chiama anche «corpo psichico», «corpo di coscienza», e a volte «corpo dei desideri». Non è associato a forme fisiche o eteriche, ma possiede forma ovoidale ed è percorso da correnti di forze psichiche che si manifestano in maniera luminosa, colorata o trasparente. È strettamente collegato con le ghiandole endocrine, ed è a partire da questo livello che avrebbero origine il 90% delle malattie fisiche.
Secondo Steiner, il corpo astrale è responsabile dello stato di veglia a cui ci ridestiamo dopo il sonno. Durante lo stato di incoscienza del sonno, il corpo astrale si separa da quello eterico: mentre il secondo rimane all'interno del corpo fisico, il primo deve esplicare la sua azione in un ambiente astrale extra-corporeo dove poter reintegrare quelle forme e quei modelli da veicolare al corpo eterico, funzionali a sua volta della conservazione del corpo fisico.
«L'osservazione dei sensi non riguarda invero il corpo astrale stesso, ma soltanto i suoi effetti su ciò che è manifesto; e questi durante il sonno non sono direttamente visibili. Nello stesso senso in cui l'uomo ha in comune con i minerali il corpo fisico e con le piante il corpo eterico, così egli ha il corpo astrale in comune con gli animali.»
(R. Steiner, ivi)
Trattandosi di un terzo strato, il corpo astrale non ha, di per sé, influenza diretta sul corpo fisico; la sua azione sulla materia passa sempre per il sostrato eterico, fungente da guaina di protezione.
Anche Porfirio e Giamblico parlavano di un sostrato a cui l'anima eterica si associa una volta uscita dal corpo fisico, in attesa di reincarnarsi. In questi scritti neoplatonici è definito ὅχημα, veicolo dell'anima. In seguito sarà poi concepito come associato all'anima anche quando si trova incarnata in un corpo.

Corpo mentale

È costituito dall'unione della mente con gli organi di percezione, ed è il corpo adibito alla formulazione del pensiero. Sede dell'Io e delle intuizioni, ma ancora al di sotto della percezione pura dello Spirito, non ha un corrispettivo sul piano sensibile, né su quello animale, ed è pertanto esclusivo dell'essere umano.
Rudolf Steiner a questo livello non parla di corpo ma di anima, distinguendola in tre componenti:
  • anima senziente;
  • anima razionale;
  • anima cosciente.
L'anima senziente può tuttavia essere fatta coincidere con il precedente corpo astrale, mentre l'anima cosciente con il livello successivo del Sé spirituale. L'anima razionale è invece quella che caratterizza più propriamente l'Io, a cui l'uomo perviene tramite la sensazione che, in mezzo al mutare delle esperienze di dolore e piacere, o di fame e di sete, vi è qualcosa che permane. Ed è proprio questo sentimento che differenzia l'uomo dagli animali, e che operando nell'ambito della razionalità, consente il perdurare della conoscenza tramite la memoria.
«Come il corpo fisico si disgrega quando non lo tiene assieme il corpo eterico, come il corpo eterico cade nell'incoscienza quando non lo illumina il corpo astrale, così il corpo astrale dovrebbe lasciar cadere il passato continuamente nell'oblio, se l'«Io» non lo preservasse richiamandolo in vita nel presente. L'oblio per il corpo astrale equivale alla morte per il corpo fisico e al sonno per il corpo eterico. Si può anche dire: del corpo eterico è proprio il vivere, del corpo astrale l'aver coscienza, dell'Io il ricordare.»
(R. Steiner, ivi)
L'anima razionale o mentale è il punto dove si ha il passaggio dal corporeo all'animico, perché è grazie all'anima che l'uomo è in grado di guidare le proprie conoscenze, svincolandosi dagli oggetti presenti della percezione, a cui il corpo astrale limita le proprie esperienze, diventando capace di richiamare anche quelle del passato.
Questi diversi corpi fin qui esaminati costituiscono così, attraverso la loro sintesi, la personalità dell'uomo (storica e psicosociale) che si rinnova o si trasforma attraverso la reincarnazione.

Corpo spirituale o causale

L'Io può anche andare oltre le esperienze, che seppur rielaborate dalla propria memoria, egli ha pur sempre ricevuto dall'esterno. Egli può rivolgere la propria attenzione interamente su se stesso, pervenendo alla percezione della propria essenza attraverso l'autocoscienza.
Si tratta di una struttura ulteriore che non può essere compresa e percepita se non attraverso una certa attività interiore: è il «santuario nascosto» dell'anima a cui non può avere accesso nulla di esterno ad essa, ma può essere raggiunto solo immergendosi nel divino che è nell'uomo. Per Alice Bailey il corpo spirituale è la «Luce interiore chiamata Anima». Gli orientali parlano a questo livello di corpo causale, prima origine di ogni altra manifestazione. Steiner la chiama «anima cosciente», la quale conduce a una conoscenza interiore di se stessi, così come il corpo astrale (sensazione), unito alla capacità mnemonica dell'Io (intelletto), raggiunge una conoscenza del mondo esterno.
Da qui ha inizio il percorso che ogni uomo deve saper compiere individualmente per riuscire a percepire lo Spirito, a cui si accede con la medesima attività che egli sviluppa per percepire se stesso. Diventando padrone degli elementi inferiori della propria anima, l'Io riesce a nobilitarla e spiritualizzarla, aggiungendo così nuovi elementi al suo essere.
«Ciò può andare così oltre, che nell'anima non entri alcun desiderio né alcun piacere, senza che l'Io, come autorità competente, ne permetta l'ingresso. Per tal via l'intera anima diviene una manifestazione dell'Io, mentre al principio ciò accadeva solo per l'anima cosciente. In fondo, tutta la civiltà e tutto lo sforzo spirituale dell'umanità consiste in un lavoro che ha per meta questa supremazia dell'Io. Ogni uomo vivente attualmente è impegnato in questo lavoro, lo voglia o no, ne sia o no cosciente.»
(R. Steiner, ivi)



Gli elementi che l'Io dovrà sviluppare sono i seguenti:

Sé spirituale

È il primo livello della componente spirituale dell'uomo, a cui si collega ciò che Steiner chiama diversamente «anima cosciente», poiché in esso l'anima si connette con lo spirito. Presente nell'uomo solo in germe, il Sè spirituale si sviluppa grazie al lavoro compiuto dall'Io sul corpo astrale, che ne risulta via via dominato e trasformato.
«Si consideri anzitutto come si sviluppino certe proprietà dell'anima umana quando l'Io lavora su di essa: come piaceri e desideri, gioie e dolori possano cambiare. Basta che l'uomo ripensi alla propria infanzia. Da che derivavano allora le sue gioie e i suoi dolori? Che cosa imparando ha aggiunto a ciò che sapeva da fanciullo? La risposta non sarà che una prova del dominio che l'Io ha acquistato sul corpo astrale: ché esso è infatti il veicolo di piaceri e di dispiaceri, di gioie e dolori.»
(R. Steiner, ivi)
Presso la sapienza orientale è denominato «Manas».

Spirito vitale

È la controparte spirituale del corpo eterico o vitale, che si sviluppa quando l'Io lavora su di esso. Si tratta di un lavoro più arduo che sul corpo astrale, poiché il corpo eterico è avvolto sotto due strati: la costruzione dello Spirito vitale consiste infatti nel modificare il proprio temperamento e le peculiarità più profonde del carattere.
Gli impulsi più forti che spingono l'uomo ad agire sul corpo eterico sono gli insegnamenti di natura religiosa, che creano in lui un sentimento costante in grado di conferire ai suoi pensieri e volizioni, modellati nel Sé spirituale, una caratteristica di unitarietà e di durata che si mantiene attraverso i loro cambiamenti.
«L'espressione «spirito vitale» è appropriata, perché in ciò ch'essa denota agiscono le stesse forze che nel «corpo vitale»; solo quando tali forze si manifestano come corpo vitale non è in esse attivo l'Io umano, mentre, quando si estrinsecano come spirito vitale, esse sono impregnate dall'attività dell'Io. Lo sviluppo intellettuale dell'uomo, la purificazione e la nobilitazione dei suoi sentimenti e delle sue volizioni ci danno la misura della trasformazione del suo corpo astrale in Sé Spirituale; le sue esperienze religiose, e varie altre sue prove e vicende, s'imprimono nel suo corpo eterico, e trasformano questo in spirito vitale.»
(R. Steiner, ivi)
In modo analogo agiscono sull'uomo gli influssi dell'arte:
«Quando l'uomo, in presenza di un'opera d'arte, attraverso la forma esterna o il colore o il suono, penetra colla rappresentazione e con il sentimento nei substrati spirituali di essa, gl'impulsi che l'Io ne riceve arrivano in verità ad agire fino sul corpo eterico. Se si approfondisce questo pensiero, si potrà misurare l'enorme importanza dell'arte per tutta l'evoluzione umana.»
(R. Steiner, ivi)
Lo Spirito vitale è analogamente conosciuto presso la filosofia orientale come «Buddhi».

Uomo-Spirito

Il lavoro dell'Io può estendersi, oltre che ai corpi astrale ed eterico, anche a quello fisico: è così che si sviluppa il grado più alto dell'evoluzione umana rappresentato dall'Uomo-Spirito. Un segno di tale lavoro, da non intendersi però come di natura rozzamente materiale, si può scorgere ad esempio nei fenomeni dell'impallidire o del rossire. Steiner tiene a precisare che solo approfondendo la conoscenza soprasensibile si può arrivare a capire la natura di questo lavoro dell'Io sul corpo fisico, inaccessibile altrimenti all'esperienza ordinaria.
«Riguardo all'Uomo-Spirito si può anche facilmente esser tratti in errore dal fatto che nel corpo fisico vediamo l'elemento più basso dell'uomo e quindi possiamo difficilmente rappresentarci che il lavoro su questo corpo fisico debba essere compiuto dall'elemento più alto dell'uomo. Ma, appunto perché il corpo fisico nasconde sotto tre veli lo spirito che in lui è attivo, occorre il più alto genere di lavoro umano per unire l'Io con ciò che è il suo spirito nascosto.»
(R. Steiner, ivi)
Questo elemento supremo è lo stesso che è chiamato «Atma» dalla sapienza orientale.

 

Il corpo esoterico nelle dottrine orientali

Tradizione indiana

La scuola filosofica induista dell'Advaita Vedānta identifica con il termine Kosha (lett. involucro o guaina) i cinque corpi che rivestono l'Ātman, l'essenza immortale fatta di pura beatitudine. Questi cinque involucri, velando la verità di Brahman (radice impersonale e metafisica dell'esistenza, e principio fondante di ogni realtà), generano la manifestazione stessa (in tutti i suoi aspetti), il senso dell'Io e quello di separatività, che l'uomo deve gradualmente superare per riscoprire la propria autentica identità: di essere il Brahman.

Medicina tradizionale cinese

Secondo la medicina tradizionale cinese il corpo umano è pervaso a livello eterico da un'energia (qi) che scorre nei meridiani. I vari organi, ognuno dei quali è associato a uno dei dodici meridiani principali, sono visti come una funzione particolare in cui si specializza quest'energia. Esiste cioè un cuore, un intestino, un polmone, e così via, non solo del corpo fisico, ma anche dell'anima, dei pensieri, dei sentimenti. Gli organi-funzione sono complessivamente i seguenti: rene, vescica, fegato, cistifellea, stomaco, milza-pancreas, polmone, intestino crasso, cuore, intestino tenue, pericardio e triplice riscaldatore.

Triplice riscaldatore

Triplice riscaldatore, o triplice focolare, nella terminologia MTC denota un organo di materia fine, situato all'altezza dello stomaco, che non trova corrispondenza sul piano fisico. È incaricato di trasformare gli alimenti in energia, ed è perciò suddiviso in tre parti: quella centrale si occupa più propriamente di questa trasformazione, generando un flusso di energia pura, che viene indirizzata verso l'alto dalla parte superiore del focolare. All'altezza dei polmoni questo flusso si mescola con l'energia cosmica penetrata attraverso l'aria, andando a costituire la prima forma di energia di cui si serve l'essere umano. Viene poi generato anche un flusso di energia impura, trattata invece dalla parte inferiore dell'organo. Dopo una prima depurazione essa giunge così, attraverso un canale interno, fino ai reni, dove viene ulteriormente depurata. L'energia di scarto finisce nell'urina, mentre quella purificata percorre un canale che collega i reni al fegato, e di qui al meridiano della cistifellea. Quest'ultimo fuoriesce infine all'altezza dell'angolo esterno dell'occhio, determinando l'alternanza degli stati sonno-veglia. In definitiva, il triplice riscaldatore è caratterizzato da numerose connessioni energetiche con le altre parti del corpo e rappresenta in generale l'organo della vitalità.

giovedì 22 ottobre 2020

Confraternita di Crotone dell'Ordine della Rosa Croce

Risultati immagini per Confraternita di Crotone dell'Ordine della Rosa Croce

La Confraternita di Crotone dell'Ordine della Rosacroce fu una società segreta rosacrociana fondata da George Alexander Sullivan intorno al 1924. Il nome deriva dall'omonima città situata in Calabria, nel sud Italia.

Storia

Già esistita probabilmente sotto il nome di Ordine dei Dodici dal 1911 al 1914 e poi di nuovo dal 1920, operò prima nell'area di Liverpool e, successivamente, nell'area di Christchurch dopo la metà degli anni trenta. I membri che ne fecero parte studiarono temi a sfondo esoterico tratti da prediche pubbliche, opere teatrali e materiale di corrispondenza preparate da Sullivan.
Nel 1930 un gruppo di membri dell'Ordine locali della zona di Christchurch cominciò a riunirsi regolarmente in un pub della città, più o meno nello stesso periodo in cui si tenne l'annuale conclave nella vicina Bournemouth. Qualche tempo dopo il gruppo decise che fu necessaria una sede più stabile.
La sede del gruppo di Christchurch fu un edificio in legno chiamato Ashrama Hall, ultimato nel 1936 e ubicato all'interno del giardino di una casa di proprietà appartenuta a Catherine Emily Chalk, che si suppone abbia anch'essa partecipato alle prime riunioni tenutesi in quel pub. Nel 1938, sullo stesso terreno, il gruppo costruì il Christchurch Garden Theatre, che si autodefinì il primo teatro rosacrociano d'Inghilterra. Dal giugno-settembre del 1938 vennero presentate commedie a tema mistico, scritti dallo stesso Sullivan (sotto il suo pseudonimo giornalistico Alex Matthews) insieme a Mabel Besant-Scott.
Sabina Magliocco, docente universitario di Antropologia e Folklore presso l'Università di Northridge, in California, nelle sue ricerche sulle influenze nello studio del folklore in merito allo sviluppo della religione Wicca, sostenne che verso la fine del 1930 alcuni membri della Confraternita di Crotone eseguirono rituali simili a quelli utilizzati dalla religione Wicca basati sulla Co-Massoneria, e che questo fu il gruppo che frequentò anche Gerald Gardner prima che venisse iniziato al culto della Wicca all'interno della New Forest Coven.
Il numero dei partecipanti agli eventi della Confraternita fu sempre molto basso e a tutt'oggi il gruppo è maggiormente noto per la sua associazione con Gerald Gardner e Peter Caddy. In seguito alla morte di George Alexander Sullivan nel 1942, le attività del gruppo e dei suoi membri diminuì e all'inizio degli anni cinquanta la loro attenzione si focalizzò su Southampton.
Una significativa minoranza degli studenti della Scuola Arcana di Alice Bailey furono membri della Confraternita di Crotone.

mercoledì 21 ottobre 2020

Casa Fuset

Risultati immagini per Casa Fuset



Casa Fuset, anche chiamata Casa de Franco o Casa del Pánico, è un edificio abbandonato e in parte fatiscente, situato nella zona montuosa di El Moquinal nel comune di San Cristóbal de La Laguna (Tenerife, Spagna). L'edificio è conosciuto principalmente perché, secondo la credenza popolare, viveva lì il dittatore Francisco Franco e fu usato come rifugio dal criminale omicida Dámaso Rodríguez Martín.

Storia

La terra in cui si trova la casa apparteneva a Benito Pérez Armas, noto politico, giornalista e scrittore delle isole Canarie. Successivamente, la terra divenne proprietà di Lorenzo Martínez Fuset (l'uomo di fiducia di Franco), che vi costruì la casa negli anni '40. Popolarmente si ritiene che la Casa Fuset sia stata visitata dal dittatore Francisco Franco durante il soggiorno suo e della sua famiglia a Tenerife, e anche che il dittatore abbia vissuto lì. In realtà nulla di ciò è vero, dato che la casa fu costruita nel decennio dopo la permanenza di Franco sull'isola.
L'edificio fu abitato fino agli anni '80, dopo di che fu abbandonata e versa da allora in pessime condizioni di conservazione.
Nella zona in cui si trova Casa Fuset l'assassino Dámaso Rodríguez Martín si nascose nel 1991 nel corso della sua fuga dalla prigione. Braccato dalla polizia il criminale si tolse poi vita, ma non nella Casa Fuset come si crede di solito.
La Casa Fuset è stata spesso collegata a fenomeni paranormali, e simboli kabbalistici e satanici abbondano sulle sue pareti. Alcuni garantiscono che nella casa vengano celebrati riti satanici, che di notte vi si odano degli spari e che l'edificio sia sede di fenomeni di psicofonia.
La casa è stata protagonista di uno degli episodi del programma televisivo spagnolo Cuarto Milenio e del programma radiofonico Milenio 3, entrambi dedicati ai temi del mistero.

martedì 20 ottobre 2020

Elisir di lunga vita







L'Elisir di lunga vita (in arabo: الإكسير, al-Iksīr) è una leggendaria pozione o elisir capace di donare vita eterna e immortalità a chiunque lo beva, talvolta è stato associato il potere di dare la vita.
L'elisir è collegato ai miti di Enoch, Thot ed Ermete Trismegisto, dei quali si racconta che abbiano bevuto una sola goccia di questa pozione per diventare immortali. Un'ulteriore fonte sono alcuni testi di Nag Hammâdi che parlano della pozione e delle avventure di Al Khidr.

lunedì 19 ottobre 2020

Salamandra

Risultati immagini per Salamandra (mitologia)




Nella mitologia delle saghe popolari e delle tradizioni alchemiche, le salamandre sono creature del fuoco a cui è attribuita la capacità di far vivere le fiamme, riuscendo ad attraversarle rimanendo illese.

Descrizioni

Fin dall'antichità le salamandre erano assimilate agli omonimi animali, i quali si pensava che vivessero nel fuoco come gli uccelli nell'aria, sebbene in realtà la pelle umida di questi anfibi li renda estremamente vulnerabili non solo a fonti di calore, ma anche al disseccamento dovuto alla lontananza dall'acqua o da luoghi umidi. Plinio il Vecchio nella sua Storia Naturale ne dava questa spiegazione: «[La salamandra] è tanto fredda che al suo contatto il fuoco si estingue non diversamente dall'effetto prodotto dal ghiaccio».
L'associazione col fuoco era rimarcata anche dall'infiammazione provocata dal loro veleno: le loro ghiandole cutanee possono infatti secernere una sostanza irritante per le mucose. Plinio sostenne che se una qualunque parte del corpo umano fosse entrata in contatto con la bava della salamandra avrebbe cambiato colore ricoprendosi di macchie biancastre: probabilmente voleva dare una spiegazione alla vitiligine.
A ogni modo, le salamandre davano il nome a una categoria del popolo fatato già conosciuta dalla mitologia celtica, gli elementali del fuoco. Nella tradizione esoterica, l'aspetto con cui costoro apparirebbero ai veggenti è quello di lingue di fuoco o di globi luminosi. Personificazioni del fuoco stesso, furono scelte dagli alchimisti come simbolo dell'opera di calcinazione.
Nel Medioevo cristiano la salamandra fu caricata ancor più di significati simbolici, legati all'immagine stessa del Cristo, per la capacità dell'omonimo anfibio di risorgere dopo morto, come la Fenice dalle sue ceneri. La si trova molto frequentemente nei bestiari dell'epoca, anche se le sue caratteristiche erano spesso identificate con quelle di vari rettili, dai serpenti alle lucertole. Brunetto Latini la descriveva così:
«E sappiate che la salamandra vive in mezzo alla fiamma del fuoco senza dolore e senza danni al suo corpo, ma spegne il fuoco grazie alla sua natura.»
(Brunetto Latini, Li livres dou Tresor, libro I, cap. CXLVI)
L'emblema della salamandra nel fuoco fu adottata come stemma dal re di Francia Francesco I, associata al motto nutrisco et extinguo e dal duca di Mantova Federico II Gonzaga, accompagnata dal motto Quod huic deest me torquet.
Benvenuto Cellini racconta che una salamandra era sempre presente nelle fiamme del suo caminetto, e già nella sua casa d'infanzia gli era capitato di vederne una.
Paracelso, nel suo trattato dedicato agli elementali, presenta le salamandre come lunghe, agili e snelle, abitanti soprattutto in prossimità dei vulcani sin da tempi remoti. Il rumore di sottofondo proveniente dalla profondità dei crateri consisterebbe nella loro operosa attività di edificazione delle proprie dimore, ad esempio sull'Etna, dove Paracelso afferma di averne sentito le grida. Egli riferisce che parlano raramente e con grande sforzo dei loro segreti, preferendo la compagnia delle vecchie e delle streghe.
Uno studio sistematico delle salamandre lo si ritrova nell'esoterista Rudolf Steiner, secondo cui il loro compito in natura consiste nel raccogliere il calore dal cosmo e trasmetterlo ai fiori delle piante attraverso il veicolo del polline. Esse compenetrano a tal fine l'aura degli insetti, facendosi portatrici dell'elemento fecondante paterno – il calore del cielo – che si unirà poi a quello femminile rappresentato non dall'ovulo, ritenuto ancora un elemento maschile, bensì dalla terra, cioè dall'archetipo della pianta elaborato dagli Gnomi all'interno del suolo.
Delle salamandre sarebbero inoltre intessuti i pensieri stessi dell'uomo: l'anatomia occulta del corpo delle salamandre è infatti per Steiner quella tra gli elementali più simile all'essere umano, perché al pari di quest'ultimo consterebbe di un organo fisico di terra, uno eterico d'acqua, uno astrale d'aria, ed infine un abbozzo dell'Io, la cui essenza sarebbe sostanza pensante di fuoco: avendo però sviluppato solo in parte questo principio dell'Io, la salamandra rimane al livello della materia invisibile.



domenica 18 ottobre 2020

Forneus

Risultati immagini per Forneus



In demonologia, Forneus è un marchese dell'Inferno, e ha 29 legioni di demoni sotto il suo governo. Insegna la retorica e le lingue, dà agli uomini una buona reputazione, e li fa essere amati da amici e nemici. È raffigurato come un grande mostro marino. Il suo nome sembra derivare dal latino 'fornus', 'furnus', forno.

sabato 17 ottobre 2020

Elementale

Risultati immagini per elementale


Un elementale è un essere mitologico presente in diverse tradizioni spirituali e animistiche. La parola è un aggettivo nato nell'ambito teosofico, indicante la peculiare caratteristica di tale creatura di appartenere ad uno solo dei quattro elementi classici: acqua, aria, terra e fuoco. Per estensione, elementale è passato da aggettivo a sostantivo, così da indicare direttamente il tipo di creatura, e non solo la sua natura.

Cenni storici sulla concezione vitalistica del mondo

La credenza che la natura sia popolata da creature e spiriti invisibili sembra risalire agli albori dell'umanità, presentandosi come una caratteristica comune alle più svariate espressioni del paganesimo e dei riti animisti. Secondo le mitologie indigene africane o in quelle orientali persiane, indiane o cinesi, ad esempio, esiste una scala ascendente di spiriti fino ai deva e oltre, di cui l'uomo comune non ha percezione. Anche nell'antica Grecia, del resto, le divinità del pantheon politeista erano ritenute personificazioni delle forze della natura, e concepite ad essa immanenti; Talete affermava in proposito che «tutte le cose sono piene di dei». Si trattava di concezioni radicalmente anti-deterministe, che si contrapponevano già da allora alle prime forme embrionali del meccanicismo, e che in seguito, maturando, daranno vita ai più complessi sistemi filosofici del pitagorismo, del platonismo, e del neoplatonismo, per i quali ogni aspetto dell'universo non è che un'irradiazione dell'Anima del tutto, attraverso cui esso risulta intimamente vitalizzato da energie e forze arcane, celate nell'oscurità della materia. Un simile complesso di credenze, riconducibili entro la cornice della cosiddetta Vecchia Religione, fu ripreso in parte dal Cristianesimo, sostituendo però alle divinità pagane, inaccettabili per un culto monoteista, delle creature intermedie come gli angeli o i santi protettori, preposti ognuno alla "giurisdizione" di un particolare aspetto o elemento della realtà, che risulta così da essi tutta animata. Sul piano filosofico queste creature corrispondono ai concetti universali in grado di unificare gli enti appartenenti a un medesimo genere, classe o specie, concetti a cui Tommaso d'Aquino attribuiva un'essenza reale, viva, contrapponendosi a quanti li consideravano invece puramente nominali.
Nel Rinascimento, in cui si accentuò la visione magica ed esoterica della natura, sulla quale prosperò l'alchimia, si deve a Paracelso il primo esplicito trattato sugli spiriti elementali, che egli riteneva responsabili di ogni legge e avvenimento di natura.
«Questi esseri, benché abbiano apparenza umana, non discendono affatto da Adamo; hanno un'origine del tutto differente da quella degli uomini e da quella degli animali, [...] però si accoppiano con l'uomo, e da questa unione nascono individui di razza umana.»
(Paracelso, De nymphis, sylphis, pygmaeis et salamandris, trad. it. in Scritti alchemici e magici, Genova, Phoenix, 1991)
Se le concezioni panpsichiste furono successivamente messe in crisi dal ritorno del meccanicismo, rivolto a una conoscenza della natura limitata ai suoi aspetti quantitativi, affiancato da un indirizzo di pensiero nominalista che negando valore alle essenze universali delle specie naturali le assimilava a semplici parole arbitrarie prive di fondamento ontologico, esse tuttavia sopravvissero ad opera di autori come Leibniz, fautore di un ritorno alla filosofia naturale platonico-aristotelica, per riemergere con l'avvento del Romanticismo, durante il quale si va alla riscoperta del passato mitologico dei popoli europei, ritenuto a volte più veritiero dei loro eventi storici. Si diffondeva intanto anche nei riti massonici l'usanza di invocare gli spiriti elementali. L'esistenza degli elementali, senza l'intervento dei quali nessun fenomeno naturale potrebbe prodursi, fu poi esplicitamente affermata dalla Società Teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky nel 1875, e rimase al centro degli interessi e delle scoperte di vari esponenti dell'antroposofia e dell'esoterismo contemporaneo come Rudolf Steiner, Annie Besant, Geoffrey Hodson, Charles Webster Leadbeater.

Caratteristiche

Secondo la Blavatsky, gli elementali «dimorano nell'etere e possono maneggiare e dirigere la materia eterica per produrre effetti fisici, con la stessa facilità con cui l'uomo può comprimere dell'aria con un apparecchio pneumatico»: essi, cioè, creano la materia grezza, visibile, comprimendo o condensando quella sottile o invisibile, modellandola secondo le immagini che ricevono dall'ambiente circostante, o dalle forme-pensiero di spiriti superiori. In tal modo vive e cresce la natura, da quella inorganica nei suoi aspetti solido, fisico e gassoso, fino a quella organica, costituita dalle piante e dagli animali.
Le piante ad esempio, secondo Rudolf Steiner, non potrebbero essere comprese con gli strumenti intellettuali messi a disposizione dal meccanicismo materialista, poiché la loro crescita è dovuta in realtà ad una cooperazione delle creature di tutti e quattro i livelli elementali: quelle della terra, che trasmettono alle radici le informazioni dal cosmo assorbite dal suolo; quelle dell'acqua, che operano da agenti chimici attraverso il fluido della linfa trasformando l'etere in sostanze nutritive; quelle dell'aria, che assorbono la luce e la tessono in forme ideali, come già intuito da Goethe nella sua concezione della «Forma Archetipica»; e infine le creature del fuoco, che trasmettono il calore del mondo alle piante, donando loro il potere fertilizzante. Steiner riprende la tesi di Goethe che, polemizzando con i botanici del suo tempo, sosteneva che la fruttificazione non avvenisse nel fiore, all'interno del quale l'impollinazione produrrebbe soltanto la formazione del seme maschile, che di per sé non è ancora in grado di generare alcunché. La fertilizzazione avviene quando quest'ultimo, che è il risultato degli spiriti del fuoco, incontra l'opera degli spiriti della terra, situata nello strato di tessuto sottostante la corteccia (cambium), ossia per l'interazione fra gli esseri della terra e quelli del cielo.
«È un errore colossale credere che il principio-madre della pianta sia nel germoglio. La verità è che questo è il principio maschile, che viene estratto dall'universo con l'aiuto degli spiriti del fuoco. La madre viene dal cambium, che si estende dalla corteccia al legno, e discende da una forma ideale.»
(Rudolf Steiner )
Gli elementali operano integrando la loro coscienza dentro le rispettive creazioni fisiche, seguendo le direttive di esseri superiori, conosciuti in India come deva, che forniscono loro un'impronta-pensiero derivante a loro volta da gerarchie superiori. Ogni deva consiste in una sorta di "anima collettiva", che unifica o raggruppa più esseri viventi, come piante o animali, i quali non posseggono un "io" individuale come quello umano.
Il mondo fisico è dominato dalla presenza di spiriti elementari imprigionati nella materia. Secondo Steiner il rapporto quotidiano con gli oggetti e con la materia stessa determina un passaggio di questi spiriti che giungono all’uomo. Se fissiamo una pietra da essa catturano senza volerlo degli spiriti elementari. La liberazione di questi spiriti avviene tutte le volte in cui adottiamo un approccio spirituale.
«Durante tutta la sua vita l'uomo assorbe in sé, dal mondo esterno, spiriti elementari. In quanto si limita a guardare gli oggetti esterni, lascia semplicemente entrare in sé gli spiriti senza mutarli; se cerca invece di elaborare le cose del mondo esterno nel suo spirito, per mezzo di idee, concetti, sentimenti di bellezza e così via, egli salva e libera quegli spiriti elementari.»
(Rudolf Steiner Gerarchie spirituali e loro riflesso nel mondo fisico)
Alla morte dell’uomo gli spiriti non liberati rimarranno con lui anche nella successiva reincarnazione. Quelli liberati tornano negli elementi originari.



Spiriti elementali

Ogni elementale ha un suo simbolo, un suo punto cardinale di invocazione, un proprio Angelo, Arcangelo o Governante ed un proprio colore particolare.
Gli spiriti elementali sono a guardia della loro "porta" o mondo di entrata, propria dell'elemento che vigilano.

Elementali del fuoco

  • Cardine: Sud o Darom
  • Nome: Salamandre (chiamate Vulcani da Paracelso)
  • Colore: Rosso
  • Strumento di comando: Candela o Torcia
Le Salamandre sono le più potenti fra gli spiriti elementali. Bellissime, vengono descritte talora come lingue infuocate, talora come globi luminosi. Vivono nelle zone desertiche e presso i vulcani attivi. Raramente si mostrano agli esseri umani.

Elementali dell'aria

  • Cardine: Est o Mizrach
  • Nome: Silfidi (chiamate Silvani da Paracelso)
  • Colore: Giallo
  • Strumento di comando: Bacchetta (creatrice)
Le Silfidi sono spiriti evanescenti ed estremamente timidi, anche se non disdegnano il contatto con gli umani. Spesso ingannevoli ma anche dolci e protettive. Vivono nei venti e si spostano seguendo le correnti d'aria. Possono raggiungere età millenarie mantenendo sempre un'apparenza giovane. Vivono in ambienti ventosi come le pianure o in alta montagna. Alle volte una silfide può però essere generata dalla danza di una o più ninfe; se la loro magia e le loro immagini sono abbastanza forti, l'elementale può persistere anche dopo la fine della danza, ma deve fare ritorno per una notte al mese all'elemento da cui le ninfe hanno tratto il potere di crearlo.

Elementali dell'acqua

  • Cardine: Ovest o Maarab
  • Nome: Ondine
  • Colore: Blu
  • Strumento di comando: Coppa di libagione
Le Ondine sono gli spiriti dell'acqua che dimorano in laghi, fiumi, cascate e mari. Hanno le sembianze di ragazze bellissime con capelli vaporosi e occhi chiari, altre volte si presentano come onde tra i flutti.Hanno voci meravigliose che a volte possono essere udite sovrapposte allo scrosciare dell'acqua.
Un discorso a parte riguarda le Nereidi, ninfe dell'acqua e le Sirene dal canto che ammalia.

Elementali della terra

  • Cardine: Nord o Tzaphon
  • Nome: Gnomi (conosciuti anche come Coboldi, Pigmei, e Nani)
  • Colore: Verde
  • Strumento di comando: Pietra o Cristallo
Queste piccole creature hanno delle caratteristiche differenti da quelle degli elfi. Mentre questi ultimi hanno l'aspetto slanciato, benché siano di minima statura, gli gnomi sono molto più piccoli e tozzi. Sono grandi conoscitori dei minerali, del regno sotterraneo e delle proprietà delle erbe. Vivono nei boschi e nelle grotte.
Le driadi sono fanciulle bellissime. Indossano abiti verdi o marroni simili alle foglie o al tronco dei rami degli alberi, di solito noci o querce, sui quali trascorrono una vita riservata; si può dire, anche che la driade sia l'albero e viceversa. La vita di queste creature è legata all'albero di cui sono custodi e se l'albero muore o viene tagliato, esse seguono la sua sorte e scagliano un'orrenda maledizione o sopravvivono e si vendicano. Virgilio nelle Georgiche così descrive il pianto delle Driadi alla morte di Euridice:
«Ah! i gioghi empiér d'orridi lai le Driadi,
Cui visse ugual: pianse l'aeria Rodope,
E il fier Pangéo, e i pian di Reso armigeri,
E il Geta, e l'Ebro, e la Cccropia Orizia.»
(Virgilio, Georgiche, IV )
Un discorso a parte riguarda le Villi (Vila al singolare), spiriti vendicativi e spettrali che nella mitologia slava governano gli elementi.










 
Wordpress Theme by wpthemescreator .
Converted To Blogger Template by Anshul .