sabato 17 ottobre 2020

Elementale

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Un elementale è un essere mitologico presente in diverse tradizioni spirituali e animistiche. La parola è un aggettivo nato nell'ambito teosofico, indicante la peculiare caratteristica di tale creatura di appartenere ad uno solo dei quattro elementi classici: acqua, aria, terra e fuoco. Per estensione, elementale è passato da aggettivo a sostantivo, così da indicare direttamente il tipo di creatura, e non solo la sua natura.

Cenni storici sulla concezione vitalistica del mondo

La credenza che la natura sia popolata da creature e spiriti invisibili sembra risalire agli albori dell'umanità, presentandosi come una caratteristica comune alle più svariate espressioni del paganesimo e dei riti animisti. Secondo le mitologie indigene africane o in quelle orientali persiane, indiane o cinesi, ad esempio, esiste una scala ascendente di spiriti fino ai deva e oltre, di cui l'uomo comune non ha percezione. Anche nell'antica Grecia, del resto, le divinità del pantheon politeista erano ritenute personificazioni delle forze della natura, e concepite ad essa immanenti; Talete affermava in proposito che «tutte le cose sono piene di dei». Si trattava di concezioni radicalmente anti-deterministe, che si contrapponevano già da allora alle prime forme embrionali del meccanicismo, e che in seguito, maturando, daranno vita ai più complessi sistemi filosofici del pitagorismo, del platonismo, e del neoplatonismo, per i quali ogni aspetto dell'universo non è che un'irradiazione dell'Anima del tutto, attraverso cui esso risulta intimamente vitalizzato da energie e forze arcane, celate nell'oscurità della materia. Un simile complesso di credenze, riconducibili entro la cornice della cosiddetta Vecchia Religione, fu ripreso in parte dal Cristianesimo, sostituendo però alle divinità pagane, inaccettabili per un culto monoteista, delle creature intermedie come gli angeli o i santi protettori, preposti ognuno alla "giurisdizione" di un particolare aspetto o elemento della realtà, che risulta così da essi tutta animata. Sul piano filosofico queste creature corrispondono ai concetti universali in grado di unificare gli enti appartenenti a un medesimo genere, classe o specie, concetti a cui Tommaso d'Aquino attribuiva un'essenza reale, viva, contrapponendosi a quanti li consideravano invece puramente nominali.
Nel Rinascimento, in cui si accentuò la visione magica ed esoterica della natura, sulla quale prosperò l'alchimia, si deve a Paracelso il primo esplicito trattato sugli spiriti elementali, che egli riteneva responsabili di ogni legge e avvenimento di natura.
«Questi esseri, benché abbiano apparenza umana, non discendono affatto da Adamo; hanno un'origine del tutto differente da quella degli uomini e da quella degli animali, [...] però si accoppiano con l'uomo, e da questa unione nascono individui di razza umana.»
(Paracelso, De nymphis, sylphis, pygmaeis et salamandris, trad. it. in Scritti alchemici e magici, Genova, Phoenix, 1991)
Se le concezioni panpsichiste furono successivamente messe in crisi dal ritorno del meccanicismo, rivolto a una conoscenza della natura limitata ai suoi aspetti quantitativi, affiancato da un indirizzo di pensiero nominalista che negando valore alle essenze universali delle specie naturali le assimilava a semplici parole arbitrarie prive di fondamento ontologico, esse tuttavia sopravvissero ad opera di autori come Leibniz, fautore di un ritorno alla filosofia naturale platonico-aristotelica, per riemergere con l'avvento del Romanticismo, durante il quale si va alla riscoperta del passato mitologico dei popoli europei, ritenuto a volte più veritiero dei loro eventi storici. Si diffondeva intanto anche nei riti massonici l'usanza di invocare gli spiriti elementali. L'esistenza degli elementali, senza l'intervento dei quali nessun fenomeno naturale potrebbe prodursi, fu poi esplicitamente affermata dalla Società Teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky nel 1875, e rimase al centro degli interessi e delle scoperte di vari esponenti dell'antroposofia e dell'esoterismo contemporaneo come Rudolf Steiner, Annie Besant, Geoffrey Hodson, Charles Webster Leadbeater.

Caratteristiche

Secondo la Blavatsky, gli elementali «dimorano nell'etere e possono maneggiare e dirigere la materia eterica per produrre effetti fisici, con la stessa facilità con cui l'uomo può comprimere dell'aria con un apparecchio pneumatico»: essi, cioè, creano la materia grezza, visibile, comprimendo o condensando quella sottile o invisibile, modellandola secondo le immagini che ricevono dall'ambiente circostante, o dalle forme-pensiero di spiriti superiori. In tal modo vive e cresce la natura, da quella inorganica nei suoi aspetti solido, fisico e gassoso, fino a quella organica, costituita dalle piante e dagli animali.
Le piante ad esempio, secondo Rudolf Steiner, non potrebbero essere comprese con gli strumenti intellettuali messi a disposizione dal meccanicismo materialista, poiché la loro crescita è dovuta in realtà ad una cooperazione delle creature di tutti e quattro i livelli elementali: quelle della terra, che trasmettono alle radici le informazioni dal cosmo assorbite dal suolo; quelle dell'acqua, che operano da agenti chimici attraverso il fluido della linfa trasformando l'etere in sostanze nutritive; quelle dell'aria, che assorbono la luce e la tessono in forme ideali, come già intuito da Goethe nella sua concezione della «Forma Archetipica»; e infine le creature del fuoco, che trasmettono il calore del mondo alle piante, donando loro il potere fertilizzante. Steiner riprende la tesi di Goethe che, polemizzando con i botanici del suo tempo, sosteneva che la fruttificazione non avvenisse nel fiore, all'interno del quale l'impollinazione produrrebbe soltanto la formazione del seme maschile, che di per sé non è ancora in grado di generare alcunché. La fertilizzazione avviene quando quest'ultimo, che è il risultato degli spiriti del fuoco, incontra l'opera degli spiriti della terra, situata nello strato di tessuto sottostante la corteccia (cambium), ossia per l'interazione fra gli esseri della terra e quelli del cielo.
«È un errore colossale credere che il principio-madre della pianta sia nel germoglio. La verità è che questo è il principio maschile, che viene estratto dall'universo con l'aiuto degli spiriti del fuoco. La madre viene dal cambium, che si estende dalla corteccia al legno, e discende da una forma ideale.»
(Rudolf Steiner )
Gli elementali operano integrando la loro coscienza dentro le rispettive creazioni fisiche, seguendo le direttive di esseri superiori, conosciuti in India come deva, che forniscono loro un'impronta-pensiero derivante a loro volta da gerarchie superiori. Ogni deva consiste in una sorta di "anima collettiva", che unifica o raggruppa più esseri viventi, come piante o animali, i quali non posseggono un "io" individuale come quello umano.
Il mondo fisico è dominato dalla presenza di spiriti elementari imprigionati nella materia. Secondo Steiner il rapporto quotidiano con gli oggetti e con la materia stessa determina un passaggio di questi spiriti che giungono all’uomo. Se fissiamo una pietra da essa catturano senza volerlo degli spiriti elementari. La liberazione di questi spiriti avviene tutte le volte in cui adottiamo un approccio spirituale.
«Durante tutta la sua vita l'uomo assorbe in sé, dal mondo esterno, spiriti elementari. In quanto si limita a guardare gli oggetti esterni, lascia semplicemente entrare in sé gli spiriti senza mutarli; se cerca invece di elaborare le cose del mondo esterno nel suo spirito, per mezzo di idee, concetti, sentimenti di bellezza e così via, egli salva e libera quegli spiriti elementari.»
(Rudolf Steiner Gerarchie spirituali e loro riflesso nel mondo fisico)
Alla morte dell’uomo gli spiriti non liberati rimarranno con lui anche nella successiva reincarnazione. Quelli liberati tornano negli elementi originari.



Spiriti elementali

Ogni elementale ha un suo simbolo, un suo punto cardinale di invocazione, un proprio Angelo, Arcangelo o Governante ed un proprio colore particolare.
Gli spiriti elementali sono a guardia della loro "porta" o mondo di entrata, propria dell'elemento che vigilano.

Elementali del fuoco

  • Cardine: Sud o Darom
  • Nome: Salamandre (chiamate Vulcani da Paracelso)
  • Colore: Rosso
  • Strumento di comando: Candela o Torcia
Le Salamandre sono le più potenti fra gli spiriti elementali. Bellissime, vengono descritte talora come lingue infuocate, talora come globi luminosi. Vivono nelle zone desertiche e presso i vulcani attivi. Raramente si mostrano agli esseri umani.

Elementali dell'aria

  • Cardine: Est o Mizrach
  • Nome: Silfidi (chiamate Silvani da Paracelso)
  • Colore: Giallo
  • Strumento di comando: Bacchetta (creatrice)
Le Silfidi sono spiriti evanescenti ed estremamente timidi, anche se non disdegnano il contatto con gli umani. Spesso ingannevoli ma anche dolci e protettive. Vivono nei venti e si spostano seguendo le correnti d'aria. Possono raggiungere età millenarie mantenendo sempre un'apparenza giovane. Vivono in ambienti ventosi come le pianure o in alta montagna. Alle volte una silfide può però essere generata dalla danza di una o più ninfe; se la loro magia e le loro immagini sono abbastanza forti, l'elementale può persistere anche dopo la fine della danza, ma deve fare ritorno per una notte al mese all'elemento da cui le ninfe hanno tratto il potere di crearlo.

Elementali dell'acqua

  • Cardine: Ovest o Maarab
  • Nome: Ondine
  • Colore: Blu
  • Strumento di comando: Coppa di libagione
Le Ondine sono gli spiriti dell'acqua che dimorano in laghi, fiumi, cascate e mari. Hanno le sembianze di ragazze bellissime con capelli vaporosi e occhi chiari, altre volte si presentano come onde tra i flutti.Hanno voci meravigliose che a volte possono essere udite sovrapposte allo scrosciare dell'acqua.
Un discorso a parte riguarda le Nereidi, ninfe dell'acqua e le Sirene dal canto che ammalia.

Elementali della terra

  • Cardine: Nord o Tzaphon
  • Nome: Gnomi (conosciuti anche come Coboldi, Pigmei, e Nani)
  • Colore: Verde
  • Strumento di comando: Pietra o Cristallo
Queste piccole creature hanno delle caratteristiche differenti da quelle degli elfi. Mentre questi ultimi hanno l'aspetto slanciato, benché siano di minima statura, gli gnomi sono molto più piccoli e tozzi. Sono grandi conoscitori dei minerali, del regno sotterraneo e delle proprietà delle erbe. Vivono nei boschi e nelle grotte.
Le driadi sono fanciulle bellissime. Indossano abiti verdi o marroni simili alle foglie o al tronco dei rami degli alberi, di solito noci o querce, sui quali trascorrono una vita riservata; si può dire, anche che la driade sia l'albero e viceversa. La vita di queste creature è legata all'albero di cui sono custodi e se l'albero muore o viene tagliato, esse seguono la sua sorte e scagliano un'orrenda maledizione o sopravvivono e si vendicano. Virgilio nelle Georgiche così descrive il pianto delle Driadi alla morte di Euridice:
«Ah! i gioghi empiér d'orridi lai le Driadi,
Cui visse ugual: pianse l'aeria Rodope,
E il fier Pangéo, e i pian di Reso armigeri,
E il Geta, e l'Ebro, e la Cccropia Orizia.»
(Virgilio, Georgiche, IV )
Un discorso a parte riguarda le Villi (Vila al singolare), spiriti vendicativi e spettrali che nella mitologia slava governano gli elementi.










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