Un elementale
è un essere mitologico presente in diverse tradizioni spirituali e
animistiche. La parola è un aggettivo nato nell'ambito teosofico,
indicante la peculiare caratteristica di tale creatura di appartenere
ad uno solo dei quattro elementi classici: acqua, aria, terra e
fuoco. Per estensione, elementale
è passato da aggettivo a sostantivo, così da indicare direttamente
il tipo di creatura, e non solo la sua natura.
Cenni storici sulla concezione vitalistica del mondo
La credenza che la natura sia popolata
da creature e spiriti invisibili sembra risalire agli albori
dell'umanità, presentandosi come una caratteristica comune alle più
svariate espressioni del paganesimo e dei riti animisti. Secondo le
mitologie indigene africane o in quelle orientali persiane, indiane o
cinesi, ad esempio, esiste una scala ascendente di spiriti fino ai
deva e oltre, di cui l'uomo comune non ha percezione. Anche
nell'antica Grecia, del resto, le divinità del pantheon politeista
erano ritenute personificazioni delle forze della natura, e concepite
ad essa immanenti; Talete affermava in proposito che «tutte le cose
sono piene di dei». Si trattava di concezioni radicalmente
anti-deterministe, che si contrapponevano già da allora alle prime
forme embrionali del meccanicismo, e che in seguito, maturando,
daranno vita ai più complessi sistemi filosofici del pitagorismo,
del platonismo, e del neoplatonismo, per i quali ogni aspetto
dell'universo non è che un'irradiazione dell'Anima del tutto,
attraverso cui esso risulta intimamente vitalizzato da energie e
forze arcane, celate nell'oscurità della materia. Un simile
complesso di credenze, riconducibili entro la cornice della
cosiddetta Vecchia Religione, fu ripreso in parte dal Cristianesimo,
sostituendo però alle divinità pagane, inaccettabili per un culto
monoteista, delle creature intermedie come gli angeli o i santi
protettori, preposti ognuno alla "giurisdizione" di un
particolare aspetto o elemento della realtà, che risulta così da
essi tutta animata. Sul piano filosofico queste creature
corrispondono ai concetti universali in grado di unificare gli enti
appartenenti a un medesimo genere, classe o specie, concetti a cui
Tommaso d'Aquino attribuiva un'essenza reale, viva, contrapponendosi
a quanti li consideravano invece puramente nominali.
Nel Rinascimento, in cui si accentuò
la visione magica ed esoterica della natura, sulla quale prosperò
l'alchimia, si deve a Paracelso il primo esplicito trattato sugli
spiriti elementali, che egli riteneva responsabili di ogni legge e
avvenimento di natura.
«Questi esseri, benché abbiano apparenza umana, non
discendono affatto da Adamo; hanno un'origine del tutto differente
da quella degli uomini e da quella degli animali, [...] però si
accoppiano con l'uomo, e da questa unione nascono individui di
razza umana.»
|
(Paracelso, De nymphis,
sylphis, pygmaeis et salamandris, trad. it. in
Scritti alchemici e magici,
Genova, Phoenix, 1991) |
Se le concezioni panpsichiste furono
successivamente messe in crisi dal ritorno del meccanicismo, rivolto
a una conoscenza della natura limitata ai suoi aspetti quantitativi,
affiancato da un indirizzo di pensiero nominalista che negando valore
alle essenze universali delle specie naturali le assimilava a
semplici parole arbitrarie prive di fondamento ontologico, esse
tuttavia sopravvissero ad opera di autori come Leibniz, fautore di un
ritorno alla filosofia naturale platonico-aristotelica, per
riemergere con l'avvento del Romanticismo, durante il quale si va
alla riscoperta del passato mitologico dei popoli europei, ritenuto a
volte più veritiero dei loro eventi storici. Si diffondeva intanto
anche nei riti massonici l'usanza di invocare gli spiriti elementali.
L'esistenza degli elementali, senza l'intervento dei quali nessun
fenomeno naturale potrebbe prodursi, fu poi esplicitamente affermata
dalla Società Teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky nel
1875, e rimase al centro degli interessi e delle scoperte di vari
esponenti dell'antroposofia e dell'esoterismo contemporaneo come
Rudolf Steiner, Annie Besant, Geoffrey Hodson, Charles Webster
Leadbeater.
Caratteristiche
Secondo la Blavatsky, gli elementali
«dimorano nell'etere e possono maneggiare e dirigere la materia
eterica per produrre effetti fisici, con la stessa facilità con cui
l'uomo può comprimere dell'aria con un apparecchio pneumatico»:
essi, cioè, creano la materia grezza, visibile, comprimendo o
condensando quella sottile o invisibile, modellandola secondo le
immagini che ricevono dall'ambiente circostante, o dalle
forme-pensiero di spiriti superiori. In tal modo vive e cresce la
natura, da quella inorganica nei suoi aspetti solido, fisico e
gassoso, fino a quella organica, costituita dalle piante e dagli
animali.
Le piante ad esempio, secondo Rudolf
Steiner, non potrebbero essere comprese con gli strumenti
intellettuali messi a disposizione dal meccanicismo materialista,
poiché la loro crescita è dovuta in realtà ad una cooperazione
delle creature di tutti e quattro i livelli elementali: quelle della
terra, che trasmettono alle radici le informazioni dal cosmo
assorbite dal suolo; quelle dell'acqua, che operano da agenti chimici
attraverso il fluido della linfa trasformando l'etere in sostanze
nutritive; quelle dell'aria, che assorbono la luce e la tessono in
forme ideali, come già intuito da Goethe nella sua concezione della
«Forma Archetipica»; e infine le creature del fuoco, che
trasmettono il calore del mondo alle piante, donando loro il potere
fertilizzante. Steiner riprende la tesi di Goethe che, polemizzando
con i botanici del suo tempo, sosteneva che la fruttificazione non
avvenisse nel fiore, all'interno del quale l'impollinazione
produrrebbe soltanto la formazione del seme maschile, che di per sé
non è ancora in grado di generare alcunché. La fertilizzazione
avviene quando quest'ultimo, che è il risultato degli spiriti del
fuoco, incontra l'opera degli spiriti della terra, situata nello
strato di tessuto sottostante la corteccia (cambium), ossia
per l'interazione fra gli esseri della terra e quelli del cielo.
«È un errore colossale credere che il principio-madre della
pianta sia nel germoglio. La verità è che questo è il principio
maschile, che viene estratto dall'universo con l'aiuto degli
spiriti del fuoco. La madre viene dal cambium, che si
estende dalla corteccia al legno, e discende da una forma ideale.»
|
(Rudolf Steiner
)
|
Gli elementali operano integrando la
loro coscienza dentro le rispettive creazioni fisiche, seguendo le
direttive di esseri superiori, conosciuti in India come deva, che
forniscono loro un'impronta-pensiero derivante a loro volta da
gerarchie superiori. Ogni deva consiste in una sorta di "anima
collettiva", che unifica o raggruppa più esseri viventi, come
piante o animali, i quali non posseggono un "io"
individuale come quello umano.
Il mondo fisico è dominato dalla
presenza di spiriti elementari imprigionati nella materia. Secondo
Steiner il rapporto quotidiano con gli oggetti e con la materia
stessa determina un passaggio di questi spiriti che giungono
all’uomo. Se fissiamo una pietra da essa catturano senza volerlo
degli spiriti elementari. La liberazione di questi spiriti avviene
tutte le volte in cui adottiamo un approccio spirituale.
«Durante tutta la sua vita
l'uomo assorbe in sé, dal mondo esterno, spiriti elementari. In
quanto si limita a guardare gli oggetti esterni, lascia
semplicemente entrare in sé gli spiriti senza mutarli; se cerca
invece di elaborare le cose del mondo esterno nel suo spirito, per
mezzo di idee, concetti, sentimenti di bellezza e così via, egli
salva e libera quegli spiriti elementari.»
|
(Rudolf Steiner
Gerarchie spirituali e loro riflesso nel
mondo fisico)
|
Spiriti elementali
Ogni elementale ha un suo simbolo, un
suo punto cardinale di invocazione, un proprio Angelo, Arcangelo o
Governante ed un proprio colore particolare.
Gli spiriti elementali sono a guardia
della loro "porta" o mondo di entrata, propria
dell'elemento che vigilano.
Elementali del fuoco
- Cardine: Sud o Darom
- Nome: Salamandre (chiamate Vulcani da Paracelso)
- Colore: Rosso
- Strumento di comando: Candela o Torcia
Le Salamandre sono le più potenti fra
gli spiriti elementali. Bellissime, vengono descritte talora come
lingue infuocate, talora come globi luminosi. Vivono nelle zone
desertiche e presso i vulcani attivi. Raramente si mostrano agli
esseri umani.
Elementali dell'aria
- Cardine: Est o Mizrach
- Nome: Silfidi (chiamate Silvani da Paracelso)
- Colore: Giallo
- Strumento di comando: Bacchetta (creatrice)
Le Silfidi sono spiriti evanescenti ed
estremamente timidi, anche se non disdegnano il contatto con gli
umani. Spesso ingannevoli ma anche dolci e protettive. Vivono nei
venti e si spostano seguendo le correnti d'aria. Possono raggiungere
età millenarie mantenendo sempre un'apparenza giovane. Vivono in
ambienti ventosi come le pianure o in alta montagna. Alle volte una
silfide può però essere generata dalla danza di una o più ninfe;
se la loro magia e le loro immagini sono abbastanza forti,
l'elementale può persistere anche dopo la fine della danza, ma deve
fare ritorno per una notte al mese all'elemento da cui le ninfe hanno
tratto il potere di crearlo.
Elementali dell'acqua
- Cardine: Ovest o Maarab
- Nome: Ondine
- Colore: Blu
- Strumento di comando: Coppa di libagione
Le Ondine sono gli spiriti dell'acqua
che dimorano in laghi, fiumi, cascate e mari. Hanno le sembianze di
ragazze bellissime con capelli vaporosi e occhi chiari, altre volte
si presentano come onde tra i flutti.Hanno voci meravigliose che a
volte possono essere udite sovrapposte allo scrosciare dell'acqua.
Un discorso a parte riguarda le
Nereidi, ninfe dell'acqua e le Sirene dal canto che ammalia.
Elementali della terra
- Cardine: Nord o Tzaphon
- Nome: Gnomi (conosciuti anche come Coboldi, Pigmei, e Nani)
- Colore: Verde
- Strumento di comando: Pietra o Cristallo
Queste piccole creature hanno delle
caratteristiche differenti da quelle degli elfi. Mentre questi ultimi
hanno l'aspetto slanciato, benché siano di minima statura, gli gnomi
sono molto più piccoli e tozzi. Sono grandi conoscitori dei
minerali, del regno sotterraneo e delle proprietà delle erbe. Vivono
nei boschi e nelle grotte.
Le driadi sono fanciulle bellissime.
Indossano abiti verdi o marroni simili alle foglie o al tronco dei
rami degli alberi, di solito noci o querce, sui quali trascorrono una
vita riservata; si può dire, anche che la driade sia l'albero e
viceversa. La vita di queste creature è legata all'albero di cui
sono custodi e se l'albero muore o viene tagliato, esse seguono la
sua sorte e scagliano un'orrenda maledizione o sopravvivono e si
vendicano. Virgilio nelle Georgiche così descrive il pianto
delle Driadi alla morte di Euridice:
«Ah! i gioghi empiér d'orridi lai le Driadi, Cui visse ugual: pianse l'aeria Rodope, E il fier Pangéo, e i pian di Reso armigeri, E il Geta, e l'Ebro, e la Cccropia Orizia.» |
(Virgilio,
Georgiche, IV )
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