Gli Anemoi (in greco antico:
Ἄνεμοι, Ánemoi "Venti",
al singolare Ἄνεμος) furono nella
mitologia greca le personificazioni dei venti.
Mito
Erano i figli del Titano Astreo, dio
del crepuscolo, ed Eos (nella mitologia romana Aurora), la dea
dell'aurora.
Raffigurazione
Gli Anemoi vengono rappresentati come
creature umanoidi alate di età differenti principalmente Borea e
Zefiro, per esempio nei rilievi della Torre dei Venti ad Atene oppure
nei mosaici romani nella casa delle gare di bevute ("the House
of the Drinking Contest") in Seleucia Pieria.
Nella mitologia non solo apparirono
come umani, ma anche come cavalli divini, che trainavano la quadriga
di Zeus oppure gli stettero vicini durante la battaglia contro
Tifone.
Inoltre non apparirono solo come
cavalli, ma ne creavano. Secondo Claudio Eliano i domatori di cavalli
credevano che le cavalle venissero ingravidate dai venti. Virgilio
diceva che esse, in primavera, si opponevano ai venti, in particolare
a Borea, sulle alte scogliere e improvvisamente velocissimamente,
come impazziti galoppano per, infine, farsi fecondare dal vento. Le
rispettive controparti degli Anemoi furono le arpie che accoppiate
con i venti generarono dei velocissimi cavalli immortali.
Culto
Si ha traccia di pochi culti sugli
Anemoi, ma comunque furono fondamentali nella storia greca, infatti
furono i venti che, distrussero parte della flotta persiana e ne
dispersero i resti. Erodoto racconta che gli abitanti di Delfi
consultarono un oracolo, il quale disse loro di costruire nella
regione di Thyia un altare per gli Anemoi. Anche gli ateniesi
facevano sacrifici e pregavano in particolar modo alla Borea, con la
quale si sentivano avvicinati per il loro legame con la ninfa attica
Orizia.
Pausania racconta di Anemoi più
antichi a Titane e Koroneia.
I venti greci
I nomi degli Anemoi designano però
anche semplicemente direzioni ben precise dei venti. In Esiodo
vengono nominati principalmente tre degli Anemoi:
- Zefiro, il vento dell'ovest, esso portò la Primavera con le prime brezze estive;
- Borea, il vento del nord, esso portò l'Inverno con l'aria fredda;
- Noto, il vento del sud, esso portò l'Estate con i temporali e le burrasche.
Per i greci ai tempi di Erodoto si
avevano solo tre stagioni. A queste tre divinità dei venti sono
attribuiti rispettivamente degli inni orfici. Il quarto vento,
l'Euro, colui che soffia da (Sud-)Ovest e corrisponde all'autunno,
compare in Omero nell'Odissea.
Nelle incisioni che si hanno nella
torre dei venti nel primo secolo a.C appaiono accanto a questi venti,
provenienti dai vari punti cardinali, altri quattro venti secondari:
Nome | Direzione del vento | Rappresentazione |
---|---|---|
Borea | Nord | uomo con mantello e conchiglia nella quale soffia |
Kaikias | Nord-est | uomo, lancia oggetti rotondi da uno scudo rotondo |
Apeliote | Est | ragazzo che porta un mantello riempito di frutti e frumento |
Euro | Sud-est | anziano avvolto in un mantello |
Ostro | Sud | uomo che svuota una giara |
Lips | Sud-ovest | giovane con un dritto di prua |
Zefiro | Ovest | giovane che porta un mantello floreale |
Scirone | Nord-ovest | uomo barbuto che tiene in un contenitore di bronzo carbone di legna e ceneri calde |
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