domenica 11 ottobre 2020

Anemoi

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Gli Anemoi (in greco antico: Ἄνεμοι, Ánemoi "Venti", al singolare Ἄνεμος) furono nella mitologia greca le personificazioni dei venti.

Mito

Erano i figli del Titano Astreo, dio del crepuscolo, ed Eos (nella mitologia romana Aurora), la dea dell'aurora.

Raffigurazione

Gli Anemoi vengono rappresentati come creature umanoidi alate di età differenti principalmente Borea e Zefiro, per esempio nei rilievi della Torre dei Venti ad Atene oppure nei mosaici romani nella casa delle gare di bevute ("the House of the Drinking Contest") in Seleucia Pieria.
Nella mitologia non solo apparirono come umani, ma anche come cavalli divini, che trainavano la quadriga di Zeus oppure gli stettero vicini durante la battaglia contro Tifone.
Inoltre non apparirono solo come cavalli, ma ne creavano. Secondo Claudio Eliano i domatori di cavalli credevano che le cavalle venissero ingravidate dai venti. Virgilio diceva che esse, in primavera, si opponevano ai venti, in particolare a Borea, sulle alte scogliere e improvvisamente velocissimamente, come impazziti galoppano per, infine, farsi fecondare dal vento. Le rispettive controparti degli Anemoi furono le arpie che accoppiate con i venti generarono dei velocissimi cavalli immortali.

Culto

Si ha traccia di pochi culti sugli Anemoi, ma comunque furono fondamentali nella storia greca, infatti furono i venti che, distrussero parte della flotta persiana e ne dispersero i resti. Erodoto racconta che gli abitanti di Delfi consultarono un oracolo, il quale disse loro di costruire nella regione di Thyia un altare per gli Anemoi. Anche gli ateniesi facevano sacrifici e pregavano in particolar modo alla Borea, con la quale si sentivano avvicinati per il loro legame con la ninfa attica Orizia.
Pausania racconta di Anemoi più antichi a Titane e Koroneia.

I venti greci

I nomi degli Anemoi designano però anche semplicemente direzioni ben precise dei venti. In Esiodo vengono nominati principalmente tre degli Anemoi:
  • Zefiro, il vento dell'ovest, esso portò la Primavera con le prime brezze estive;
  • Borea, il vento del nord, esso portò l'Inverno con l'aria fredda;
  • Noto, il vento del sud, esso portò l'Estate con i temporali e le burrasche.
Per i greci ai tempi di Erodoto si avevano solo tre stagioni. A queste tre divinità dei venti sono attribuiti rispettivamente degli inni orfici. Il quarto vento, l'Euro, colui che soffia da (Sud-)Ovest e corrisponde all'autunno, compare in Omero nell'Odissea.
Nelle incisioni che si hanno nella torre dei venti nel primo secolo a.C appaiono accanto a questi venti, provenienti dai vari punti cardinali, altri quattro venti secondari:
Nome Direzione del vento Rappresentazione
Borea Nord uomo con mantello e conchiglia nella quale soffia
Kaikias Nord-est uomo, lancia oggetti rotondi da uno scudo rotondo
Apeliote Est ragazzo che porta un mantello riempito di frutti e frumento
Euro Sud-est anziano avvolto in un mantello
Ostro Sud uomo che svuota una giara
Lips Sud-ovest giovane con un dritto di prua
Zefiro Ovest giovane che porta un mantello floreale
Scirone Nord-ovest uomo barbuto che tiene in un contenitore di bronzo carbone di legna e ceneri calde




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