«Signore di ciò che è,
permanente in tutte le cose,
unico in sua natura come il Seme degli dei […] capo di tutti gli dei.[…] La tua dolcezza è nel cielo settentrionale, la tua bellezza rapisce i cuori, l'amore di te fa languide le braccia, la tua forma bella rende deboli le mani, e i cuori, alla tua vista, ogni cosa dimenticano. Tu sei l'unico che fece tutto ciò che è.» |
(Inno ad
Amon-Ra, Papiro Boulaq 17)
|
Amon (Imn, in italiano
anche Ammone, dal greco antico Ἄμμων
Ámmōn, Ἅμμων Hámmōn;
letteralmente il Misterioso o il Nascosto) è una
divinità appartenente alla religione dell'antico Egitto. Fu un dio
di massima importanza per buona parte della storia egizia. È
attestato già durante l'Antico Regno (ca. 2680 - 2180 a.C.) con la
sua sposa Amonet, come testimonia ad esempio un'iscrizione nella
piramide di Pepi II:
«[…] o Amon e Amonet! Voi
coppia degli dei, che agli dei - con le loro ombre - vi siete
uniti.»
|
(Testi delle piramidi, n°579) |
Durante l'XI dinastia (2160 a.C. - 1944
a.C.) assurse al ruolo di patrono di Tebe, sostituendo Montu. Dopo la
ribellione dei prìncipi tebani contro gli hyksos e con il
regno di Ahmose I (1539 a.C. - 1514 a.C.), Amon assunse un'importanza
nazionale, esplicata dalla sua fusione con il dio-sole Ra nella
figura di Amon-Ra. Durante il Nuovo Regno Amon fu il capo del
pantheon egizio - con l'eccezione dell'eresia amarniana durante il
regno di Akhenaton (1351 a.C. - 1334/3 a.C.). Amon fu il dio
creatore, trascendente e creatosi da sé, protettore dei poveri e
degli oppressi e oggetto di una devozione estremamente diffusa. La
sua posizione di Re degli Dei sfociò, talvolta, in una sorta
di monoteismo virtuale quando tutti gli dei erano ritenuti sue
manifestazioni. Insieme a Osiride, Amon-Ra è il dio che compare con
più frequenza nelle fonti egizie. Come divinità principale
dell'impero egizio, Amon-Ra fu adorato anche fuori dall'Egitto,
nell'antica Libia e in Nubia. Con il nome di Zeus-Ammone, fu
venerato anche dai greci.
Origini e significato del nome
Amon e Amonet compaiono, durante
l'Antico Regno, dei Testi delle piramidi: i due facevano parte
della antica Ogdoade di Ermopoli. Il nome Amon (scritto imn,
pronunciato Amana nella lingua egizia) significa il
Misterioso, il Nascosto, come osservò già Plutarco. È anche
possibile che derivi dalla parola libica amana, acqua - anche
se, eccettuati vaghi riferimenti al Nilo e al mare, non si tratta di
un aspetto fondamentale della natura del dio. Gli egizi
sottolineavano la difficoltà a risalire al vero significato
chiamandolo asha renuː ricco di nomi. Si riteneva che Amon
avesse dapprima creato sé stesso e poi il suo entourage. Gli
altri membri dell'Ogdoade erano Nun e Nunet, Kuk e Keket, Hehu e
Huhet.
Amon divenne il patrono di Tebe alla
fine del Primo periodo intermedio, sotto la XI dinastia. Nelle vesti
di patrono di Tebe, sua sposa era la dea Mut. La triade tebana era
formata da Amon come padre, Mut come madre e dal dio lunare Khonsu
come figlio.
Iconografia
Amon era comunemente raffigurato con
sembianze antropomorfe, talvolta assiso in trono. La sua pelle poteva
essere colorata di blu in riferimento al lapislazzuli che, per il suo
grande valore, gli egizi associavano alla carne degli dei. La sua
corona era costituita da un modio sormontato da due alte piume, forse
in riferimento alla natura celeste di Amon (a cui si poteva
aggiungere il disco solare per identificarlo con il dio-sole Ra).
Ogni piuma era divisa verticalmente in due sezioni a simboleggiare
l'equilibrio degli opposti e forse, nello specifico, l'Alto e Basso
Egitto; a sua volta ogni sezione era suddivisa in sette parti da
segmenti orizzontali (il 7 era considerato un numero magico). In
alcune immagini, specie quando associato al dio Min (Min-Amon),
era avvolto in un sudario e presentava una vistosa erezione. Era
anche sovente rappresentato da un'oca (anser albifrons) che,
secondo il mito, avrebbe deposto l'uovo cosmico primordiale da cui si
sarebbe generata la vita, e da un ariete con il disco solare tra le
corna ricurve. L'associazione con l'ariete nacque probabilmente
dall'osservazione della sua energia procreatrice.
Nonostante venisse solitamente
rappresentato come un uomo, gli egizi credevano che il vero aspetto
di Amon trascendesse ogni immagine visuale; un suo epiteto era
Nascosto d'aspetto, misterioso di forma. Tale caratteristica
del dio era esemplificata dall'assenza, almeno fino a una certa
epoca, di un geroglifico che lo rappresentasse, mentre le altre
divinità erano espresse da un geroglifico con le loro sembianze; i
geroglifici del nome di Amon si limitano a fornirne i segni fonetici
della pronuncia.
Il Grande Tempio di Amon a Karnak
La storia di Amon come patrono di Tebe
inizia nel XX secolo a.C., con la costruzione del Recinto di Amon Ra,
uno dei quattro grandi recinti che andranno a formare l'immenso
Complesso templare di Karnak, sotto il regno di Sesostri I, che regnò
tra il 1970 a.C. e il 1920 a.C. Non risulta che Tebe abbia avuto una
particolare importanza prima della XI dinastia.
Le grandi costruzioni nel Recinto di
Amon ebbero luogo durante la XVIII dinastia, quando Tebe divenne la
capitale dell'Egitto. L'edificazione della Grande sala ipostila
potrebbe essere iniziata parimenti sotto i Thutmosidi, benché vada
attribuita per la maggior parte a Seti I e Ramses II, il regno dei
quali copre un'ampia porzione del XIII secolo a.C. Merenptah,
tredicesimo figlio e immediato successore di Ramses II, commemorò le
sue vittorie sui Popoli del mare sulle pareti della Prima
Corte, la quale segnava l'inizio della strada processionale per il
Tempio di Luxor. Questa Grande iscrizione di Karnak (di cui è
andato perso un terzo del contenuto) descrive le campagne vittoriose
del faraone e il ritorno con il bottino e i prigionieri. Accanto a
questa attestazione, compare la Stele della vittoria, che è
sostanzialmente una copia della più celebre Stele di Merenptah,
rinvenuta nel complesso funerario del faraone. Il figlio di
Merenptah, Seti II, innalzò due piccoli obelischi di fronte al
Secondo pilone.
L'ultimo cambiamento importante nel
Recinto di Amon-Ra fu la costruzione del Secondo pilone e le massicce
mura di cinta che racchiudevano il Complesso; tutto ciò si deve a
Nectanebo I (379 a.C. - 361 a.C.).
Nell'onomastica reale
A partire dal Medio Regno, vari faraoni
portarono nomi teofori, ossia comprendenti il nome di Amonː gli
Amenemhat (Amon è il Primo) della XII dinastia, gli Amenhotep
(Amon è Contento) della XVIII dinastia e Hatshepsut
Henemet-Amon (Prima tra i nobili, Amata da Amon). Il nome
Meriamon (Amato da Amon), oppure quello di Sitamon (Figlio
di Amon) comparvero nella titolatura reale di numerosi faraoni,
dalla XIX dinastia (per esempio, Usermaatra-Setepenra Ramesse
Meriamon) fino ad Alessandro Magno (Setepenra-Meriamon) e ai Tolomei
(per esempio, Userkara Meriamon).
Nuovo Regno
Identificazione con Min e con Ra
Quando l'esercito di Ahmose I,
fondatore del Nuovo Regno, espulse i sovrani hyksos
dall'Egitto, la città d'origine del vittorioso faraone, Tebe,
divenne la città più importante del Paese, la capitale della nuova
dinastia. Così Amon, patrono della nuova capitale, divenne la
divinità nazionale. I faraoni della XVIII dinastia, forse la più
gloriosa della storia egizia, attribuirono ogni loro successo alla
protezione e all'intervento di Amon e spesero una gran parte della
loro ricchezza e dei bottini delle guerre nell'edificazione di templi
dedicati ad Amon, cui diedero un prestigio ineguagliato.
Il successo che sovente accompagnò i
faraoni adoratori di Amon contro i loro nemici stranieri portò a
vedere questo dio come avvocato dei bisognosi, garante della
giustizia per i poveri. Siccome Amon era garante di ordine, giustizia
e benevolenza (virtù incarnate dalla dea Maat), coloro che gli
rivolgevano preghiere erano tenuti a dimostrarsene degni, previa una
confessione delle loro mancanze. Come patrono di coloro che
viaggiavano in nome suo, Amon divenne Protettore della strada.
Stele votive provenienti dal villaggio degli artigiani di Deir
el-Medina riportano:
«[Amon] che giunge alla voce del povero che soffre e che dà
fiato all'infelice […] Tu sei Amon, Signore del silente, che
giungi alla voce del povero; quando ti chiamo nell'afflizione, tu
vieni e mi salvi … Nonostante il servo sia disposto al male, il
Signore è disposto a perdonare. Il Signore di Tebe non trascorre
nell'ira un giorno intero; la sua rabbia passa in un momento, non
rimane. Il suo respiro giunge a noi in misericordia. Possa il tuo
ka essere buono; possa tu perdonare; non accadrà più.»
|
Successivamente, quando l'Egitto
conquistò Kush, la principale divinità dei kushiti fu assimilata ad
Amon. La divinità kushita aveva la testa di di un lanoso ariete
dalle corna ricurve; Amon gli fu accostato anche iconograficamente.
Poiché gli arieti erano simbolo di virilità e prestanza sessuale,
Amon divenne anche un dio della fertilità, assorbendo l'identità
del dio Min. Ne derivò il dio Amon-Min. Questa correlazione
con la virilità gli valse l'epiteto di Kamutef, che significa
Toro di sua Madre, forma in cui compare sulle pareti di
Karnak, itifallico e munito di uno speciale flagello (il
correggiato), così come veniva rappresentato Min. Man mano che il
culto di Amon guadagnò importanza, il dio fu sempre più
identificato con la divinità maggiormente adorata nelle altre zone
dell'Egitto: il dio-sole Ra; da dio del vento e dell'aria, Amon
divenne così una divinità solare. Dalla assimilazione di queste due
divinità di sommo prestigio nacque la figura di Amon-Ra. In
un inno, Amon-Ra è così descritto:
«Signore della verità,
Padre degli dei, Artefice degli uomini, Creatore degli animali,
Signore delle cose che sono, Creatore del corpo della vita.»
|
L'eresia di Akhenaton
Durante l'ultima fase della XVIII
dinastia, il faraone Akhenaton (noto anche come Amenofi IV)
disapprovò l'immenso potere politico ed economico del tempio di Amon
e, soprattutto, del suo clero e accentuò il culto di Aton, divinità
che si manifestava nel disco solare, sia simbolicamente che
letteralmente. Akhenaton sfregiò i simboli delle divinità
tradizionali e basò tutte le sue pratiche religiose sul solo dio
Aton. Spostò la capitale da Tebe a una nuova città che provvide
egli stesso a fondare, Akhetaton, ma questo brusco cambiamento
risultò molto impopolare fra i sacerdoti di Amon, che si videro
privati di un potere in precedenza poco meno che regale. La religione
dell'Egitto era completamente legata al potere territoriale, e il
faraone stava al vertice in entrambi i campi: era infatti il primo
sacerdote del Regno, sommo sacerdote del tempio di Amon nella
capitale, e i suoi immediati sottoposti, importanti consiglieri,
erano parimenti capi religiosi - molti addetti alla burocrazia
terriera.
L'introduzione dell'atonismo da parte
di Akhenaton costituì di fatto una adorazione enoteistica, o
monolatrica, di Aton in aperta competizione con quella di Amon. Le
lodi tradizionali rivolte ad Amon furono riprese nelle preghiere ad
Aton, in particolare nel Grande Inno ad Aton. Quando Akhenaton
morì, intorno al 1324/3 a.C., il clero di Amon-Ra riaffermò il
proprio prestigio. Il nome di Akhenaton fu cancellato dai monumenti,
dalle cronache e dai registri, i suoi atti religiosi e politici
annullati, e la capitale tornò a Tebe. Il ritorno alla vecchia
capitale e al suo dio fu compiuto così rapidamente che a lungo parve
che il monoteismo di Akhenaton non fosse mai esistito. I sacerdoti
persuasero il suo giovane figlio e faraone, Tutankhaton (il cui nome
significava Immagine Vivente di Aton) a mutare nome in
Tutankhamon, ossia Immagine Vivente di Amon.
Teologia
Durante i cinque secoli del Nuovo
Regno, Amon venne talvolta identificato con l'intero pantheon egizio,
al punto di dar vita a quel che è stato definito un monoteismo
virtuale (che sarebbe stato attaccato, a sua volta, dall'enoteismo di
Akhenaton). Dopo essere stato solamente dio del vento, a un certo
punto Amon venne identificato con il dio-sole Ra, il quale godeva
invece di grandissima venerazione già dagli inizi della cultura
egizia. Venne successivamente fuso con il dio Min, dio della
fertilità e della creazione: così, Amon-Ra assunse le
caratteristiche di divinità solare, dio creatore e dio della
fertilità, oltre ad essere patrono della dinastia e della capitale.
In un inno ad Amon preservatosi sul Papiro di Leida I-350, Amon, Ra e
Ptah sono concepiti come una trinità composta di dei distinti ma
uniti pur nella loro pluralità:
«Tutti gli dei sono tre: Amon, Ra e Ptah; coloro che sono
senza pari. Il nome della sua natura nascosta [imn significa
nascosto] è Amon, egli è Ra nel volto, il suo corpo è
Ptah.»
|
(Inno ad Amon,
Papiro Leiden I-350, Capitolo n°300)
|
Terzo Periodo Intermedio
La Dinastia dei Primi Profeti di Amon
Sebbene non
sia considerata una vera dinastia, quella dei Primi Profeti di Amon a
Tebe accumulò un potere e un'influenza tali da governare
effettivamente l'Egitto dal 1080 a.C. e il 943 a.C. Dal tempo in cui
Herihor fu proclamato primo Sommo Sacerdote regnante, nel 1080 a.C.,
nel 19º anno di regno di Ramses XI, la carica suprema nel clero di
Amon garantiva un notevole ascendente sull'economia del Paese. I
sacerdoti di Amon possedevano i due terzi di tutte le terre di
proprietà templare in Egitto, il 90% delle navi del Paese e molte
altre risorse. Di conseguenza, il Sommo Sacerdote di Amon era potente
come il faraone, se non di più. Uno dei figli del Sommo Sacerdote
Pinedjem I salì infine sul trono dell'Egitto e regnò effettivamente
per quasi mezzo secolo (1047 a.C. - 1001 a.C. oppure 1039 a.C. - 993
a.C.[50]) con il nome di Psusennes I, mentre il Sommo Sacerdote
Psusennes III regnò come faraone con il nome di Psusennes II (ultimo
sovrano della XXI dinastia egizia).
Declino
Nel X secolo
a.C. la incontrastata predominanza di Amon in tutto l'Egitto cominciò
a declinare. A Tebe, comunque, il suo culto continuò senza
interruzione, specialmente con la nubiana XXV dinastia (747 a.C. -
ca. 656 a.C.[52]), siccome Amon era il dio nazionale della Nubia. Il
Tempio di Amon a Gebel Barkal, fondato nel Nuovo Regno, divenne il
centro religioso del Regno di Kush. La Stele della vittoria di
Pianki (metà dell'VIII secolo a.C.) distingue fra un Amon di
Napata e un Amon di Tebe. Tanutamani, ultimo
faraone della dinastia nubiana, portava ancora un nome teoforo con
riferimento ad Amon (-amani) nella forma nubiana Amani.
Amon oltre i confini dell'Egitto
In Nubia, Sudan e Libia
Nelle aree esterne all'Egitto dove gli
egizi avevano precedentemente portato il culto di Amon, questo
sopravvisse fino all'epoca classica. In Nubia, dove il suo nome era
pronunciato Amane o Amani, rimase la divinità nazionale, con il suo
collegio sacerdotale, a Meroe e Nobazia, nella cui politica l'oracolo
del dio aveva un peso enorme: per esempio nel designare i governanti
e nella direzione della guerra. Secondo Diodoro Siculo (Biblioteca
storica, 3.2.6), i più eminenti sacerdoti di Amon avrebbero
avuto il potere di spingere i loro sovrani al suicidio, finché
questo loro potere non ebbe termine con il loro sterminio da parte di
Arakamani I (o Ergamenes), nel III secolo a.C.
In Sudan ebbe inizio, nel 2000, una
campagna di scavi presso un tempio di Amon a Dangeil, sotto la
direzione del Dr. Salah Mohamed Ahmed e della Dr.ssa Julie R.
Anderson del National Corporation for Antiquities and Museums (NCAM)
e del British Museum rispettivamente. Le scoperte indicano che il
tempio sarebbe stato distrutto dal fuoco; la spettrometria di massa
con acceleratore e il carbonio-14 delle travi del soffitto
carbonizzato hanno permesso di collocare cronologicamente l'ultima
costruzione dell'edificio al I secolo a.C., data confermata dalle
ceramiche e dalle iscrizioni rinvenute. Dopo la sua distruzione da
parte del fuoco, il tempio fu abbandonato e andò rapidamente in
rovina.
In Libia rimase in attività un oracolo
di Amon, isolato nel mezzo del deserto libico, presso l'oasi di Siwa.
Il culto di Amon fu introdotto in Grecia in un'epoca piuttosto
precoce, probabilmente passando attraverso la colonia greca di
Cirene, che verosimilmente si legò al grande oracolo di Amon a Siwa
poco dopo la propria fondazione. Iarba, un mitico re libico, fu
considerato figlio di Amon: il poeta latino Virgilio lo definì
Hammone satus, nato da Ammone.
Nel Medio Oriente
La Bibbia, e più precisamente i Neviìm
(i libri dei profeti), redatti probabilmente nel VII secolo a.C.,
menzionano esplicitamente Amon, per due volte, in riferimento a Tebe
(in ebraico נא אמו, No Amown):
«Il Signore degli eserciti,
Dio di Israele, dice: “Ecco, punirò Amon di Tebe, l'Egitto, i
suoi dei e i suoi re, il faraone e coloro che confidano in lui
[…]”»
|
(Libro di Geremia, 46: 25) |
«Sei forse più forte di Tebe, seduta fra i canali del Nilo,
circondata dalle acque? Per baluardo aveva il mare e per bastione
le acque. L'Etiopia e l'Egitto erano la sua forza che non aveva
limiti.»
|
(Libro di Naum) |
Amon nell'antichità classica
Amon, venerato dai greci come Ammone
(Ἄμμων), ebbe un tempio e una
statua, dono di Pindaro (518 a.C. - 438 a.C.) nella Tebe greca, e un
altro a Sparta; gli abitanti di Sparta - attesta Pausania - furono i
primi fra tutti i greci a consultare l'oracolo di Ammone in Libia. Ad
Afiti, città della Calcide, Amon era venerato già dai tempi di
Lisandro (ca. 440 a.C. - 395 a.C.) con grande zelo: una leggenda
vuole infatti che il generale spartano sia stato convinto a porre
fine all'assedio di Afiti proprio da un ammonimento del dio egizio,
in sogno. Pare che Pindaro abbia composto un inno ad Ammone (fr.36
Maehler). A Megalopoli il dio era raffigurato con testa d'ariete,
mentre i greci della Cirenaica fecero dono a Delfi di una biga con
una statua di Amon.
Alessandro Magno e l'oracolo di Amon
La reputazione di Ammone presso i greci
fu tale che Alessandro Magno si recò presso il grande oracolo di
Amon a Siwa, durante l'occupazione dell'Egitto, dove fu dichiarato
figlio di Amon. Per raggiungerlo dovette percorrere 200 miglia
fino a quella che in seguito verrà chiamata Marsa Matruh, recandosi
dunque all'oasi di Siwa nel deserto libico. Questo viaggio fu forse
intrapreso perché Alessandro sapeva che lo avevano compiuto in
precedenza Perseo ed Eracle. I resoconti vennero scritti venti mesi
dopo l'accaduto, quindi il dialogo intercorso potrebbe essere stato
inventato conoscendo i successivi avvenimenti favorevoli al dio
Alessandro: da quel momento Alessandro (che regnò come faraone con i
nomi Setepenra-Meriamon, cioè Eletto da Ra e Amato
da Amon) cominciò infatti a considerarsi divino (e Amon fu
identificato con Zeus, continuando a essere la divinità principale
della Tebe egizia). Le domande che pose furono più di una:
inizialmente, chiese se avesse vendicato la morte del padre, ma gli
venne risposto che non si trattava di suo padre in quanto lui era una
divinità; allora riformulò la domanda chiedendo se degli uccisori
di Filippo vi era rimasto qualcuno ancora in vita e se sarebbe
diventato signore degli uomini. La risposta fu positiva per entrambe
le richieste. Si narra che in quell'occasione l'oracolo compì un
piccolo errore di pronuncia dicendo paidios (figlio di
Zeus) invece di paidion (figlio), offrendogli in
tal modo un punto di partenza per l'istituzione di un culto divino
incentrato sulla sua persona. Nel Romanzo di Alessandro, il
condottiero compare nell'atto di scrivere lettere firmandole come
figlio di Ammone; nel Libro di Daniele, nella Bibbia, Alessandro è
descritto allegoricamente come un conquistatore dalle corna d'ariete
(o capro) che abbatte il montone dell'Impero persiano:
«[…] ed ecco un capro
[Alessandro Magno] venire da occidente, sulla terra, senza
toccarne il suolo: aveva fra gli occhi un grosso corno. Si
avvicinò al montone dalle due corna […] e gli si scagliò
contro con tutta la sua forza. Dopo averlo assalito, lo vidi
imbizzarrirsi e cozzare contro di lui e spezzargli le due corna,
senza che il montone avesse la forza di resistergli; poi lo gettò
a terra e lo calpestò e nessuno liberava il montone dal suo
potere.»
|
(Libro di
Daniele 8, 5-7)
|
Inni ad Amon nel Papiro di Leida I-350
Il Papiro di Leida I-350, la cui
provenienza non è certa (forse Menfi), ma probabilmente ascrivibile
al regno di Ramses II (1279 a.C. - 1213 a.C.), fu acquistato nel 1829
dal Rijksmuseum van Oudheden di Leida, nei Paesi Bassi. Tale
documento, del quale la prima parte è perduta, è una raccolta di
inni ad Amon - per la precisione ventotto capitoli, con un inno per
ciascun capitolo: i primi nove numerati da 1 a 9, i nove successivi
da 10 a 90, e da 100 a 1000 gli ultimi dieci.
«Novantesimo capitolo. L'Enneade riunita è il tuo corpo. Ogni dio ha preso a partecipare del tuo corpo, della tua immagine. Tu emergesti per primo, tu fin dal principio inaugurasti. Amon, il cui nome è celato agli dei. Il più antico, il più anziano, distinto sopra a questi, Tatenen, che come Ptah si formò da sé stesso. Le dita del suo corpo sono gli Otto. Egli apparve come Ra da Nun, affinché potesse ringiovanire. Egli starnutì [come Atum, dalla] sua [bocca, e diede vita a] Shu e Tefnut, uniti nella manifestazione. Egli appare sul suo trono e il suo cuore dà risposte. [È Colui] che, mediante il proprio potere, per sé governa tutto ciò che è. [È Colui] che a sé lega la regalità - per sé [e] per sempre, giù nell'eternità, stabilito come solo Signore. […] Trecentesimo capitolo. Tutti gli dei sono tre: Amon, Ra e Ptah - che sono senza pari. Il nome della sua natura nascosta è Amon, egli è Ra nel volto, il suo corpo è Ptah. Le loro città sono sulla terra, fissate per la durata dell'eternità: Tebe, Eliopoli e Menfi sono state rese perennemente stabili. […] Vita e morte dipendono da lui per tutti - eccetto che per lui, Amon, insieme a Ra [e Ptah]; totale: tre.» |
(Inno ad Amon,
Papiro Leiden I-350, Capitoli n°90 e
n°300)
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