domenica 5 ottobre 2025

Groenlandia, il mistero sotto i ghiacci: mito, scienza e il segreto di Arctida


Tra i luoghi più enigmatici della Terra, la Groenlandia occupa un posto unico. Coperta da una coltre di ghiaccio spessa chilometri, è da secoli al centro di leggende che la collegano al mitico continente di Arctida, la “terra dei ghiacci originari” descritta nei racconti di varie culture antiche. Secondo alcune teorie, sotto i suoi ghiacciai potrebbero celarsi i resti di una civiltà scomparsa, antecedente all’umanità conosciuta — una possibilità che intreccia mito, geologia e ipotesi ancora oggi oggetto di discussione.

Molte tradizioni antiche, dal Popol Vuh dei Maya alle cronache cinesi del "Huainanzi", parlano di una catastrofe planetaria: cieli che crollano, il sole che si ferma, inversione dei punti cardinali e mari che inghiottono interi continenti. Questi racconti, seppur simbolici, sembrano riflettere un ricordo comune di un evento geofisico di portata mondiale.

Secondo alcuni studiosi alternativi, tra cui il russo G. Sidorov, tale catastrofe avrebbe avuto origine da un impatto asteroidale nella regione artica, forse in Groenlandia. L’evento, risalente a circa 10.000 a.C., avrebbe causato lo spostamento dell’asse terrestre e dato origine al Diluvio Universale, tramandato nei miti di quasi tutte le civiltà. Platone, nei Dialoghi, colloca nello stesso periodo la scomparsa di Atlantide — una coincidenza temporale che ha alimentato ulteriormente le ipotesi di un legame tra i due eventi.

Una corrente di pensiero esoterico e storicista sostiene che, prima del disastro, il pianeta fosse abitato da due grandi civiltà avanzate:

  • Atlantide, situata nell’Oceano Atlantico;

  • Arctida (o Hyperborea), collocata nel Polo Nord, forse dove oggi sorge la Groenlandia.

Si racconta che tra le due potenze scoppiò una guerra globale, il primo conflitto planetario della storia. Gli Atlantidei, alleati con una presunta civiltà rettiliana sotterranea, avrebbero tentato di distruggere Arctida deviando un asteroide sul continente artico. Ma, secondo la leggenda, gli "dei bianchi" di Arctida — dotati di conoscenze scientifiche superiori — sarebbero riusciti a deviare la traiettoria del corpo celeste, scagliandolo invece su Atlantide.

Il contraccolpo, tuttavia, fu devastante per entrambi i mondi: il continente artico venne congelato e Atlantide sprofondò nell’oceano “in un giorno e una notte”. Gli ecosistemi mutarono, i mammut si pietrificarono nel gelo siberiano, e il livello dei mari salì di centinaia di metri, ridisegnando la geografia planetaria.

I resti delle civiltà distrutte — sostengono alcuni ricercatori — giacerebbero oggi sotto i fondali dell’Atlantico e dell’Oceano Artico. Lì, sommersi da millenni, riposerebbero i templi di Atlantide e le rovine di Arctida. La Groenlandia, in questa prospettiva, rappresenterebbe la chiave di volta: il frammento emerso del continente artico originario.

Le recenti spedizioni scientifiche, supportate da immagini radar satellitari e perforazioni glaciali, hanno effettivamente scoperto anomalie geomorfologiche sotto il ghiaccio groenlandese — strutture circolari, rilievi simmetrici e formazioni regolari che alcuni interpretano come basi geologiche di antiche costruzioni. Sebbene la comunità scientifica non riconosca alcuna prova di un’antica civiltà, il mistero rimane aperto.

Un’ipotesi geofisica più ortodossa suggerisce che la Groenlandia ospiti il cratere Hiawatha, una depressione di oltre 30 chilometri di diametro sotto due chilometri di ghiaccio, scoperta nel 2018. Alcuni geologi dell’Università di Copenhagen hanno ipotizzato che potrebbe trattarsi proprio di un impatto meteoritico risalente alla fine dell’ultima era glaciale.
Se confermata, questa scoperta rappresenterebbe un evento di scala planetaria, potenzialmente collegato ai cambiamenti climatici improvvisi che segnarono la fine del Pleistocene e l’estinzione di molte specie.

Il legame tra questa scoperta e le leggende di un “diluvio universale” resta puramente simbolico, ma il fatto che la scienza moderna stia trovando riscontri fisici a miti antichi apre interrogativi profondi sulla memoria collettiva dell’umanità.

Il progressivo scioglimento del ghiaccio groenlandese, accelerato dal riscaldamento globale, potrebbe nei prossimi decenni rivelare strutture o reperti finora nascosti. È questa possibilità, secondo alcuni analisti geopolitici, che spiegherebbe il crescente interesse degli Stati Uniti e di altre potenze per l’isola artica. Tesla, nel suo linguaggio profetico, parlava di “luce nascosta nel gelo”: forse, in senso figurato, alludeva proprio al sapere sepolto che la scienza moderna sta lentamente riportando alla luce.

Se davvero sotto i ghiacci della Groenlandia dorme la memoria di una civiltà perduta, la sua scoperta potrebbe cambiare radicalmente la storia della Terra e dell’uomo.
Fino ad allora, il mistero resta intrappolato nel silenzio bianco del ghiaccio artico — e nel fascino eterno delle leggende che cercano, da millenni, di raccontarci da dove veniamo davvero.



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