martedì 28 ottobre 2025

UFO come forme di vita cosmica? La scienza indaga sugli “zeroidi” che potrebbero abitare l’universo

 


https://aasnova.org/wp-content/uploads/2018/10/HelixNebula.jpg

https://oceanservice.noaa.gov/facts/extremophile.jpg

Potrebbero non essere astronavi aliene le misteriose presenze che solcano i nostri cieli. Una parte degli UFO avvistati nel corso degli ultimi decenni potrebbe, in realtà, essere costituita da organismi viventi provenienti dallo spazio profondo: entità biologiche capaci di sopravvivere nel vuoto cosmico, alimentarsi di polveri interstellari e muoversi autonomamente tra le galassie. Una teoria audace, eppure sempre più discussa negli ambienti scientifici che si occupano di astrobiologia e fenomeni aerei anomali.

Il termine utilizzato da alcuni ricercatori è zeroids: un nome ombrello che indica ipotetiche forme di vita interstellare in grado di vivere in condizioni estreme — temperatura prossima allo zero assoluto, assenza di ossigeno e radiazioni cosmiche costantemente letali per un qualsiasi organismo terrestre. Nonostante queste difficoltà apparenti, l’idea che la vita possa prosperare oltre i confini dei pianeti non è più considerata esclusivamente fantascienza.

https://www.esa.int/var/esa/storage/images/esa_multimedia/images/2019/10/interstellar_dust_in_the_carina_nebula/21125913-1-eng-GB/Interstellar_dust_in_the_Carina_Nebula_pillars.jpg

https://cdn.mos.cms.futurecdn.net/3KiJyK6pezKYmaZSgHzcD7-650-80.jpg

A sostegno di questa ipotesi si collocano studi come quelli dell’astrofisico russo V.I. Godanskii, secondo cui materiali prebiotici — composti organici complessi — sono presenti in grande quantità nelle gigantesche nubi di gas e polveri che costellano l’universo. Gli astronomi hanno già individuato nello spazio decine di molecole organiche, incluse formaldeidi, acido cianidrico e addirittura strutture riconducibili alla cellulosa. Elementi essenziali per la costruzione della vita.

Se il nostro universo ha quasi 14 miliardi di anni, perché escludere che la vita possa essere nata altrove, molto prima che sulla Terra? Gli zeroidi, se reali, potrebbero rappresentare le prime forme viventi del cosmo, capaci di evolvere in molteplici direzioni durante un arco di tempo tanto vasto da sfuggire a qualsiasi paragone terrestre.

Gli scienziati terrestri hanno imparato a non sottovalutare le capacità della vita di adattarsi. Batteri estremofili sopravvivono in pressioni abissali, vicino a bocche vulcaniche sottomarine, o ibernati nelle profondità oceaniche per milioni di anni, come dimostrato da ricerche condotte dall’Università di Aarhus, in Danimarca.

Se la vita riesce a emergere e persistere nei luoghi più ostili del nostro pianeta, immaginare organismi adattati allo spazio aperto non appare più così assurdo. Alcuni zeroidi potrebbero essere microscopici; altri raggiungere dimensioni enormi. Alcuni potrebbero nutrirsi di polveri e gas interstellari, altri perseguire forme primordiali di predazione cosmica. È ipotizzabile perfino una rudimentale o avanzata intelligenza.

Da tempo si discute della possibilità che una parte dei fenomeni UFO non corrisponda a veicoli tecnologici, bensì a entità viventi provenienti dallo spazio. Gli zeroidi dotati di sufficiente mobilità potrebbero occasionalmente entrare nelle atmosfere planetarie. Alcuni verrebbero distrutti dall’attrito, generando quelle luminosissime “sfere di fuoco” spesso registrate dai radar. Altri, teoricamente più evoluti, potrebbero attraversare l’atmosfera protetti da scudi naturali, forse di natura elettromagnetica.

https://s1.ppllstatics.com/canarias7/www/multimedia/200601/11/media/cortadas/17645-1g_CSN17645_MG2306748--1248x702.jpg

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4e/Entry.jpg

Nel 1976, a Cluj-Napoca, in Romania, fu fotografata una misteriosa sfera di luce descritta come “viva” da chi la osservò: una presenza che sembrava reagire all’ambiente circostante con movimenti autonomi. Le immagini, analizzate negli anni, non hanno mai mostrato segni di falsificazione. Episodi come questo continuano ad alimentare interrogativi sulle origini biologiche di alcuni oggetti volanti non identificati.

Mentre negli Stati Uniti l’interesse governativo sugli UAP (Unidentified Aerial Phenomena) è ai massimi livelli — e l’amministrazione del presidente Donald Trump ha più volte sollecitato approfondimenti — la comunità scientifica riconosce che abbiamo esplorato solo una minima parte dell’universo e persino del nostro ambiente atmosferico.

La teoria degli zeroidi resta, per ora, affascinante speculazione, ma con solide basi per stimolare ulteriori ricerche: astrobiologia, fisica delle radiazioni e nuove missioni spaziali potrebbero un giorno verificare se, davvero, il cosmo sia popolato da creature invisibili ai nostri occhi.

La narrazione popolare ha sempre immaginato gli UFO come veicoli guidati da civiltà avanzate. La realtà potrebbe essere molto diversa — e perfino più sorprendente. La vita, ovunque possa emergere, tende a espandersi, a mutare, a esplorare. Forse, da miliardi di anni, organismi cosmici attraversano l’universo senza bisogno di metalli, carburanti o intelligenze antropomorfe.

Se un giorno confermassimo la loro esistenza, non incontreremmo astronauti alieni… ma abitanti originari del cosmo, antichi, silenziosi e onnipresenti. In quel momento, più che mai, dovremmo ripensare il nostro posto nell’universo.



0 commenti:

Posta un commento

 
Wordpress Theme by wpthemescreator .
Converted To Blogger Template by Anshul .