domenica 24 aprile 2022

Super soldato

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Un super soldato è un soldato immaginario che opera oltre i normali limiti umani; il concetto di "super soldato" è comparso in opere, sia di fantascienza sia di spionaggio o belliche, in narrativa, cinema, fumetto, televisione e videogiochi.
I super soldati sono generalmente umani potenziati tramite eugenetica, ingegneria genetica, impianti cibernetici, sieri, lavaggio del cervello, eventi traumatici, allenamento estremo o altri mezzi scientifici o pseudoscientifici; in alcuni casi il loro potenziamento è dovuto a cause paranormali come magia o tecnologia di origine extraterrestre.

Super soldati
Cinema e televisione
Un esempio di super soldato in ambito cinematografico è RoboCop del 1987, ambientato in un futuro distopico in cui il personaggio principale è un poliziotto che, dopo essere stato ucciso, viene impiegato per la costruzione di un robot per il controllo del crimine; il suo cervello viene affiancato ad un sistema informatico in cui è inserita la programmazione di base e alcune direttive che determinano il suo comportamento di agente di polizia.
In ambito televisivo, invece, sono da citare i Super Soldati creati dai Colonizzatori nella serie di fantascienza X-Files.

Fumetto
L'esempio più famoso di super soldato nei comics statunitensi è quello di Capitan America: il personaggio nacque nella Seconda guerra mondiale nell'ambito di un esperimento segreto chiamato "Operazione Rinascita", volto alla creazione di un esercito di super soldati tramite un siero apposito (il siero del supersoldato). Il gracile Steve Rogers, scartato alla visita di leva a causa del suo fisico gracile, vide il suo fisico e la sua mente enormemente potenziati e divenne così il supereroe Capitan America.
Nel corso del crossover Marvel contro DC del 1996 venne creata la linea editoriale Amalgam Comics, fittizia casa editrice che pubblicava personaggi derivanti dalla fusione dei personaggi Marvel Comicse DC Comics; uno di questi era Super Soldato, fusione di Capitan America e Superman, eroe della seconda guerra mondiale dotato di incredibili superpoteri di origine aliena.

Giochi
Tra i videogiochi di fantascienza e d'azione sono numerosi quelli che presentano dei super soldati: tra i principali ci sono Halo, Prototype, Crysis, Metal Gear e StarCraft.
Un esempio di super soldati nei giochi da tavolo sono gli Space Marine nel gioco Warhammer 40.000 (e nei suoi derivati StarQuest, Space Hulk, Epic, Battlefleet Gothic, Inquisitor e Aeronautica Imperialis), uomini geneticamente modificati e cyborg con abilità psichiche e poteri mistici creati per difendere il genere umano da alieni e da forze del male.

Letteratura
  • Nel libro Capre di guerra (The Men Who Stare at Goats), da cui è stato tratto il film L'uomo che fissa le capre, il giornalista Jon Ronson documenta come l'esercito statunitense tentò ripetutamente e fallì nell'addestrare dei soldati ad usare dei poteri psichici.


sabato 23 aprile 2022

Fantascienza

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La fantascienza è un genere di narrativa popolare di successo sviluppatosi nel Novecento, che ha le sue radici nel romanzo scientifico. Dalla letteratura la fantascienza si è massicciamente estesa agli altri mass media, anzitutto il cinema, quindi i fumetti, la televisione e i videogiochi.
La fantascienza ha come tema fondamentale l'impatto di una scienza e/o una tecnologia – reale o immaginaria – sulla società e sull'individuo. I personaggi, oltre che esseri umani, possono essere alieni, robot, cyborg, mostri o mutanti; la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o, più frequentemente, nel futuro.
Il termine è usato, in senso più generale, in riferimento a qualsiasi tipo di letteratura di fantasia che includa un fattore scientifico, comprendendo a volte ogni genere di racconto fantastico; un certo grado di plausibilità scientifica rimane tuttavia un requisito essenziale.
L'espressione inglese science fiction fu coniata da Hugo Gernsback nel 1926. Gernsback inizialmente chiamò questo genere di storie scientific fiction. L'espressione poi si contrasse in scientifiction, per ridursi infine a science fiction (spesso abbreviata Sci-Fi dagli anglosassoni). La traduzione italiana fantascienza, attraverso un calco linguistico, è attribuita a Giorgio Monicellinel 1952.

Storia
La data di nascita della fantascienza è convenzionalmente indicata al 5 aprile del 1926, quando uscì negli Stati Uniti la prima rivista di fantascienza, Amazing Stories, diretta da Hugo Gernsback, ma al genere possono essere ascritte numerose opere precedenti, dal Frankenstein di Mary Shelley ai romanzi di Jules Verne e H. G. Wells.

Prima della fantascienza
Prima della fantascienza esistevano i resoconti dei viaggiatori, che presentavano elementi spesso fantasiosi o del tutto immaginari. Da qualche parte, lontano da qui, in qualche angolo inesplorato del mondo, esistevano strane culture, fauna e flora esotiche, a volte persino mostri marini.
La fantascienza vera e propria vide i suoi albori solo dopo la nascita della scienza moderna, in particolare dopo le rivoluzioni avvenute nel campo dell'astronomia e della fisica nel corso del Seicento. Fianco a fianco con l'antico genere della letteratura fantastica (di cui oggi il sottogenere più diffuso è il fantasy), vi erano notevoli precursori, tra i quali:
  • Il romanzo greco La storia vera di Luciano di Samosata (120-180 d.C.), primo resoconto noto di un viaggio sulla Luna, e di incontri con i Seleniti. Esso include due dei temi principali del genere: il viaggio su un altro corpo celeste e l'incontro con una civiltà extraterrestre.
  • Il trattato La nuova Atlantide (incompiuto) di Bacone, sebbene sia per lo più un trattato filosofico, racconta di una civiltà tecnocratica avveniristica che immagina molte delle nostre invenzioni future.
  • I viaggi immaginari sulla Luna del XVII secolo, mostrati per la prima volta nel Somnium di Giovanni Keplero (1634), poi ne L'altro mondo o Gli stati e gli imperi della Luna (L'autre monde ou Les états et empires de la Lune, 1657) di Savinien Cyrano de Bergerac
  • Il mondo alternativo scoperto nell'Artico da un giovane nobiluomo nel romanzo di Margaret Cavendish del 1666 The Description of a New World, Called the Blazing-World
  • Descrizioni di vita nel futuro, come L'anno 2440 di Louis-Sébastien Mercier (1772) o la Storia filosofica dei secoli futuri di Ippolito Nievo del 1860. Tra queste opere vi è il secondo romanzo più venduto del secolo negli Stati Uniti, Guardando indietro, 2000-1887 (Looking Backward) di Edward Bellamy (1888).
  • Culture aliene ne I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift (1726) e ne Il viaggio sotterraneo di Niels Klim di Ludvig Holberg (1741)
  • Elementi di fantascienza nelle storie del XIX secolo di Edgar Allan Poe, Nathaniel Hawthorne e Fitz-James O'Brien. Negli ultimi decenni del secolo, le opere fantascientifiche per adulti e ragazzi erano numerose, malgrado non esistesse ancora il termine "science fiction". Nella poesia romantica, inoltre, le immaginazioni degli scrittori portavano a visioni di altri mondi e di remoti futuri come in Locksley Hall di Alfred Tennyson. Voltaire, d'altra parte, chiamava il suo Micromégas (1752) non un racconto fantastico ma una "storia filosofica" (titolo ripreso poi, non a caso, da Nievo).
Il più rilevante esempio rimane però il romanzo Frankenstein di Mary Shelley, del 1818. Brian Aldiss, nel suo libro Billion Year Spree, sostiene che Frankenstein rappresenta "il primo lavoro seminale al quale l'etichetta di fantascienza può essere logicamente appiccicata". È anche il primo esempio del cliché dello "scienziato pazzo". Un altro romanzo avveniristico di Mary Shelley, L'ultimo uomo (The Last Man), è spesso citato come la prima vera storia di fantascienza.


La prima fantascienza
La fantascienza in Europa inizia propriamente alla fine del XIX secolo con il romanzo scientifico (scientific romance), di cui un esponente di spicco fu Jules Verne(1828 – 1905), per il quale la scienza era piuttosto sul livello dell'invenzione, come pure le storie di critica sociale orientate alla scienza di H. G. Wells (1866 – 1946).
Wells e Verne non furono privi di concorrenti nello scrivere la prima fantascienza: racconti e romanzi brevi con temi di immaginazione fantastica apparvero nei quotidiani per tutta la fine dell'Ottocento, e molti utilizzavano idee scientifiche come espediente per l'immaginazione. Erewhon è un romanzo di Samuel Butlerpubblicato nel 1872 sul concetto che le macchine potessero un giorno diventare senzienti e supplenti della razza umana. Malgrado sia più conosciuto per altre opere, sir Arthur Conan Doyle scrisse anch'egli di fantascienza. L'unico libro con il quale Charles Dickens si avventurò nel territorio della speculazione scientifica e negli strani misteri della natura fu il romanzo Casa desolata (Bleak house, 1852), nel quale faceva morire uno dei personaggi di combustione umana spontanea(dopo avere svolto minuziose ricerche sulla casistica del fenomeno).
Wells e Verne avevano entrambi un bacino di lettori internazionale e influenzarono numerosi scrittori, in particolare in America, dove ben presto nacque fantascienza indigena. Molti scrittori britannici inoltre trovarono più lettori nel mercato americano, scrivendo in uno stile americanizzato.
Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov, uno dei due fondatori del bolscevismo, medico, sperimentatore, filosofo ed economista, fu il più importante scrittore fantascientifico russo prima della rivoluzione del 1917, autore del popolare romanzo La stella rossa (Красная звезда Krasnaja zvezda, 1908) e del suo seguito L'ingegner Menni (Inžener Menni, 1912), ambientati in un pianeta Marte dalla società socialista utopica. Circa negli stessi anni esordì il grande scrittore americano H. P. Lovecraft, considerato uno dei geni più rivoluzionari nel campo della fantascienza "cosmica" e dell'horror soprannaturale.
Nel 1924 fu pubblicato il romanzo Noi del russo Evgenij Ivanovič Zamjatin, considerato il precursore di molti successivi romanzi distopici.
La science fiction, come fenomeno letterario di massa, è fatta risalire alla pubblicazione negli Stati Uniti del primo numero di Amazing Stories (Storie sorprendenti), il 5 aprile del 1926. Hugo Gernsback, il fondatore della rivista, nell'editoriale annunciava di voler pubblicare: “… Quel tipo di storie scritte da Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe – un affascinante romanzo fantastico, in cui si mescolino fatti scientifici e visioni profetiche… “.
Il successivo grande scrittore britannico di fantascienza dopo H. G. Wells fu Olaf Stapledon (1886 – 1950), le cui quattro opere maggiori (Last and First Men, 1930; Odd John, 1935; Star Maker, 1937; Sirius, 1940) introdussero una miriade di idee che furono presto adottate da altri scrittori.
Più tardi, le opere di John Wyndham (1903 – 1969) guadagnarono l'acclamazione del pubblico dei lettori e della critica. Wyndham, che firmava con una quantità di pseudonimi, amava definire la fantascienza come una logical fantasy. Prima della seconda guerra mondiale, Wyndham scrisse quasi esclusivamente per i pulp magazine statunitensi, ma nel dopoguerra divenne noto al grande pubblico, anche al di fuori dell'ambito degli appassionati, a partire dal suo romanzo Il giorno dei trifidi (The Day of the Triffids, 1951).


Anni quaranta: l'epoca d'oro
La prima fantascienza aveva una forte base avventurosa ed era caratterizzata dalla "meraviglia" per i progressi della scienza (si era nell'epoca dell'avvento dell'elettricità), ma dagli anni quarantacominciò a occuparsi più delle ripercussioni del progresso scientifico che non delle ipotetiche conquiste della scienza in sé stesse.
Questi anni sono dominati da John W. Campbell, che alla fine del 1937 assunse la direzione della rivista Astounding Stories nella quale ospitò tutti gli autori della cosiddetta Golden Age (Età dell'oro), quali A. E. Van Vogt, Isaac Asimov, Robert A. Heinlein, Clifford D. Simak, Ray Bradbury, Theodore Sturgeon: per quanto l'"epoca d'oro" vera e propria la si consideri terminata negli anni cinquanta, questi scrittori sarebbero diventati i "mostri sacri" a cui si sarebbero rifatti gli autori successivi, compresi quelli degli anni sessanta, anche solo per contestarli o farne la satira.
Secondo i critici degli anni cinquanta, la caratteristica della fantascienza americana era l'estrapolazione, ovvero il riconoscimento, sulla base di alcuni elementi, di una tendenza in atto per proiettarla nei suoi sviluppi futuri, non tanto con lo scopo di prevedere il futuro come farebbe la futurologia, quanto per discutere fenomeni del presente estremizzandoli in un contesto ipotetico. Altri spunti critici mettono invece in luce il (prevalente) riferimento al "sense of wonder" ("la meraviglia"), che fa appello ad un analogo della "volontaria sospensione dell'incredulità" di cui parlava il poeta Coleridge ("Quella volontaria e momentanea sospensione dell'incredulità che costituisce la fede poetica").



Anni cinquanta: tra sociologia e letteratura
Gli anni cinquanta segnano per la fantascienza americana un notevole cambiamento: all'atteggiamento fiducioso e ottimistico nei confronti della scienza, a causa della bomba atomica si sostituisce un approccio più angosciato. La guerra fredda, la società dei consumi, la paura del diverso (sia esso il comunista o il nero, a causa delle lotte per i diritti civili), la società di massa americana dominata da pubblicità e televisione (significativa fu la vittoria alle elezioni del 1952 di Dwight D. Eisenhower su Adlai Stevenson: nonostante Stevenson fosse candidato più colto e brillante, l'apparato pubblicitario scatenato per sostenere Eisenhower lo portò alla vittoria): tutti temi centrali per quella che verrà a lungo chiamata "fantascienza sociologica".
Rappresentanti più importanti di questa tendenza sono la coppia Frederik Pohl e Cyril M. Kornbluth, Robert Sheckley, Richard Matheson, Walter M. Miller, jr. nonché la prima produzione di Philip K. Dick.
Ma accanto a questa linea sociologica, che usa la fantascienza come strumento di critica della società americana e dei suoi eccessi, ce n'è un'altra, che s'incarna soprattutto nella figura del grande editor e scrittore Anthony Boucher, che si sforza di promuovere una migliore qualità letteraria nella fantascienza. Suo discepolo è Philip K. Dick, ma a questa tendenza appartengono anche altri scrittori che esplodono in questo decennio, come Fritz Leiber (che insegnava Shakespeare in un college) o Cordwainer Smith(coltissimo discendente di una potente famiglia americana, cresciuto in Cina e imbevuto della cultura di quel paese); le esperienze, le invenzioni, le scoperte e le soluzioni stilistiche di questi scrittori apriranno la strada ai discepoli, negli anni sessanta, della "New Wave".


Anni sessanta: la New Wave
La rivoluzione nella fantascienza fu portata avanti sui due lati dell'Atlantico: nel Regno Unito c'era il gruppo di scrittori legati alla rivista New Worlds, tra cui spiccava James G. Ballard, ma che contava anche altri talenti come Brian W. Aldiss, John Brunner e Michael Moorcock. Negli Stati Uniti la figura di riferimento diventò il provocatorio e dissacrante Harlan Ellison, innovativo autore di racconti e curatore di due antologie (intitolate Dangerous Visions e Again, Dangerous Visions) che smossero le acque fin troppo ferme del genere con argomenti scottanti: il sesso, le droghe, il femminismo, il razzismo, il Vietnam, ecc. Nelle antologie di Ellison ci sono nomi importanti della nuova fantascienza americana: Robert Silverberg, Philip José Farmer, Philip K. Dick, Roger Zelazny, Samuel R. Delany, Norman Spinrad, R. A. Lafferty, Joanna Russ, Ursula K. Le Guin, Gene Wolfe, Kate Wilhelm.
La fantascienza della New Wave fu il prodotto di due tendenze che s'incrociavano creando un equilibrio instabile:
  • una ricerca letteraria che spinge molti scrittori a rifarsi ai modelli della letteratura modernista e alle avanguardie del postmodernismo, quindi a non scrivere nello stile da best seller (letteratura di consumo) tipico fino a quel momento di molta letteratura fantascientifica (e il migliore rappresentante di questa tendenza è il più sofisticato e letterario tra gli scrittori americani, Thomas Disch);
  • una ben precisa volontà di andare a toccare temi tabù che erano stati assenti per anni dalle riviste di fantascienza: non a caso questo è il momento in cui s'inseriscono autori neri, come Delany, o donne, come la Russ o la Le Guin, o dichiaratamente gay, come Thomas Disch e ancora Delany.
Se da un lato la nuova ondata (questo il significato letterale di New Wave) costrinse finalmente il mondo accademico – non solo negli Stati Uniti – ad occuparsi della fantascienza (pur tra resistenze e incomprensioni) - è in questo periodo che nascono le prime riviste accademiche di critica sulla fantascienza, Science-Fiction Studies, Foundation ed Extrapolation. - dall'altro la sofisticazione letteraria di queste opere portò alla presa di distanza di molti fan della fantascienza tradizionale degli Asimov e degli Heinlein.



Anni settanta[
Il decennio successivo fu caratterizzato dalla continuazione dell'attività della New Wave: soprattutto Ballard scrisse in questo periodo la sua trilogia fondamentale, Crash, Il Condominio (High Rise) e L'isola di cemento (The Concrete Island). Entrò in crisi invece Philip K. Dick, per problemi di droga ed esistenziali, che lo portarono a una pausa nella sua produzione fino alla seconda metà del decennio. L'impatto innovativo della New Wave poco a poco si attenuò: i singoli autori andarono ciascuno per la propria strada.
Il fenomeno degli anni settanta fu da un lato l'emergere di numerose scrittrici, sempre più interessate ai temi del femminismo e più in generale dell'identità femminile. Tra le figure dominanti spiccarono Joanna Russ e Ursula K. Le Guin, Marion Zimmer Bradley, Doris Lessing (autrice che proveniva da altre esperienze, ma che negli anni settanta scrisse il monumentale ciclo fantascientifico di Canopus in Argos: Archives). A queste va aggiunta Alice Sheldon, una notevole autrice che fino al 1977 si era nascosta dietro lo pseudonimo maschile di James Tiptree Jr..
A metà degli anni settanta nel cinema di fantascienza il travolgente successo di Guerre stellari di George Lucas riporta in auge i temi della space opera degli anni quaranta; la pellicola richiamava alcuni elementi di sword and sorcery (fu coniato per essa il termine ibrido science fantasy e alcuni commentatori si sono azzardati a dichiarare che si tratta di una fiabariverniciata di fantascienza). Il successo clamoroso della serie sancì il ritorno a una fantascienza d'intrattenimento, più spensierata e meno culturalmente impegnata.


Anni ottanta: il cyberpunk
A dominare la scena nei primi anni ottanta fu l'ondata cyberpunk. Il nuovo spazio da esplorare, dopo quello esterno tra le stelle e quello interiore della psiche, fu quello virtuale delle tecnologie informatiche e di telecomunicazione. Si può dire che Internet sia stata profetizzata (anche se già ne esisteva una prima forma pionieristica) nel 1984 dal romanzo più celebrato del cyberpunk, Neuromantedi William Gibson con il suo cyberspazio. Anche il cyberpunk fu lanciato da un'antologia di racconti, Mirrorshades, curata dall'intraprendente scrittore e giornalista Bruce Sterling.
Sulla scia dell'ondata cyberpunk si assistette ad un rinnovato interesse accademico per la fantascienza (vista come un'area confinante con la letteratura postmoderna), all'esplodere dell'immaginario fantascientifico nel nuovo ambito dei videogiochi, ma soprattutto ad un rinnovato interesse da parte del cinema di Hollywood, che cominciò a realizzare, complici le nuove tecnologie digitali, film sempre più spettacolari spesso basati, direttamente o indirettamente, sui classici del genere. Le avanguardie furono una volta ancora sostituite del "mercato".
L'ondata cyberpunk durò meno della New Wave, soprattutto a causa dell'affievolirsi dell'ispirazione dell'autore più dotato, William Gibson. Altri autori del movimento si affermarono in modo più o meno duraturo, come Lucius Shepard, Kim Stanley Robinson, Rudy Rucker, Lewis Shiner. A margine del movimento cyber si pose una tra le più interessanti autrici di quegli anni, la sofisticata e letteraria Pat Cadigan, mentre ne era del tutto al di fuori l'altra figura di spicco della scrittura al femminile, l'afroamericana Octavia Butler.



Anni novanta
Il periodo fu caratterizzato da una forte ripresa della fantascienza britannica, tanto che alla fine del decennio si parlò di un vero e proprio "British Boom", legato all'attività di nuovi autori quali Iain Banks, Ken MacLeod, M. John Harrison e infine il più giovane, China Miéville.
Negli Stati Uniti si assistette invece a un declino delle vendite di tali proporzioni che alcuni scrittori cambiarono genere: un vecchio leone come Thomas M. Disch, si riciclò brillantemente nell'horror con la sua Minnesota Supernatural Series; Robert Sheckley tentò di passare al giallo (come aveva già fatto negli anni sessanta), ma senza grandi risultati; Patricia Anthony, una delle autrici più promettenti, dalla fantascienza passò al fantasy; Jonathan Lethem, considerato da alcuni l'unico vero erede di Philip K. Dick, passò alla letteratura mainstream.
Tutto questo avvenne nel momento in cui temi, idee, immagini, luoghi, trame della fantascienza comparivano sempre più spesso anche al di fuori del genere, e si parlò di un genere avantpop che pescava dalla fantascienza, dal giallo, dal western, dall'horror. Oltre alla prima produzione di Lethem, buon rappresentante di questa tendenza fu uno degli scrittori giovani, Matt Ruff.
Anche in Gran Bretagna la ripresa della letteratura fantascientifica si legò a fenomeni d'ibridazione, che fecero parlare di new weird, o di weird fiction, o slipstream. China Miéville, ad esempio, nei suoi romanzi mescolò fantasy, horror, gotico, fantascienza e (in dosi massicce) i giochi di ruolo.


La fantascienza in lingua italiana
La protofantascienza italiana
Ancora prima della nascita del termine "fantascienza", a partire dagli ultimi anni del XIX secolo appaiono in Italia racconti e romanzi brevi di contenuto fantascientifico nei supplementi domenicali dei quotidiani, nelle riviste letterarie, in collane popolari e opere antologiche. Gli autori sono tra i protagonisti della letteratura popolare dell'epoca, come Emilio Salgari (in particolare con il romanzo Le meraviglie del duemila) e Yambo, ma anche note figure della letteratura, tra i quali Massimo Bontempelli, Luigi Capuana, Guido Gozzano, Ercole Luigi Morselli. Già prima di questi vi sono però degli interessanti quanto poco conosciuti esempi, come la Storia filosofica dei secoli futuri di Ippolito Nievo del 1860.

La nascita ufficiale (1952)
L'anno ufficiale di nascita della fantascienza in Italia è considerato generalmente il 1952, con il primo numero della rivista Scienza Fantastica, avventure nello spazio, tempo e dimensione e nello stesso anno della rivista Urania. A queste prime pubblicazioni ne seguono altre, generalmente di breve vita, non tutte con storie avventurose in cui non mancano classici elementi come gli alieni dalla carnagione verde, armi a raggi, astronavi ed eroine scollate, in puro stile pulp.
La rivista Oltre il cielo, diretta dall'ing. Cesare Falessi, affiancava lavori di science fiction al consueto novero di articoli sull'aviazione e l'astronautica. Poi nel 1957 si affianca alla guida della rivista Oltre il cielo l'ingegnere Armando Silvestri che nell'anteguerra, nel 1938, aveva ideato, ma senza successo concreto, il progetto per una rivista quadrimestrale, Avventure dello spazio, che però non trovò mai il favore di un editore.
A testimonianza dell'aderenza del pubblico al canone da poco sviluppatosi oltreoceano, gli scrittori italiani pubblicano i loro racconti sotto pseudonimi rigorosamente anglosassoni: Gianfranco Briatore diventa John Bree; Ugo Malagutisi firma Hugh Maylon; Luigi Naviglio, Louis Navire; Roberta Rambelli è Robert Rainbell, al maschile; Carlo Bordoni, Charley B. Drums.
All'inizio degli anni sessanta, con Futuro – a cura di Lino Aldani già noto sotto lo pseudonimo di N. L. Janda, Massimo Lo Jacono già conosciuto sotto lo pseudonimo di L. J. Mauritius e Megalos Diekonos, e Giulio Raiola – la science fiction italiana acquista tuttavia un respiro internazionale, che avrà però corta durata (solo otto numeri mensili, fra il maggio-giugno 1963 e il novembre 1964).
Negli anni sessanta il numeroso pubblico degli appassionati diede vita a numerose fanzine, il più delle volte pubblicate a ciclostile in poche centinaia di copie, che costituirono un momento di passaggio per futuri scrittori come Vittorio Curtoni e Paolo Brera.


Il ruolo di Urania
Sempre nel 1952 la casa editrice Mondadori lancia una rivista e una collana di romanzi, ispirandosi alla musa dell'astronomia: Urania. Primo direttore: Giorgio Monicelli, che conia anche il termine italiano "fantascienza". La rivista chiude dopo appena un anno, mentre i suoi romanzi a cadenza quindicinale riscuotono un grande successo. Negli anni sessanta le copertine sono disegnate da Karel Thole, mentre la direzione della collana viene assunta da Fruttero & Lucentini.
Il ruolo di Urania nella diffusione della letteratura fantascientifica tra gli italiani è rilevante: molti scrittori di fantascienza come Asimov, Ballard, Dick, Le Guin e altri furono pubblicati per la prima volta in questi libri dal cerchio rosso in copertina. D'altro canto per un trentennio la collana evitò di pubblicare autori italiani, favorendo l'idea che si trattasse di una letteratura esclusivamente d'importazione, fino a che nel 1989 istituì un noto premio letterario, che ha scoperto e lanciato autori come Luca Masali e Valerio Evangelisti.

La fantascienza online
Con l'eccezione di Urania, oggi la letteratura di fantascienza è praticamente scomparsa dalle edicole italiane, avendo ceduto molto terreno ai generi fantasy e horror. Il ruolo di riviste come Robot (tuttora pubblicata) è stato parzialmente ripreso dalle pubblicazioni sul Web (riviste e fanzine), che raggiungono migliaia di lettori. Le più popolari sono Delos e il Corriere della Fantascienza che sono parte del portale Fantascienza.com e Intercom. Le riviste online raggiungono non soltanto il tradizionale lettore della narrativa di fantascienza, ma coinvolgono anche chi è appassionato a questo genere in altre forme, come cinema, fumetti e soprattutto serie televisive. In questo senso le riviste online contribuiscono in qualche misura ad avvicinare alla letteratura chi non la conosceva, dando un impulso, anche se di proporzioni tutte da verificare, allo sviluppo di nuove generazioni di lettori. Siti web, blog, forum, newsgroup e mailing list inoltre contribuiscono in questa direzione grazie alla creazione di grandi comunità di appassionati e al conseguente scambio di esperienze e di consigli di lettura, allargando quello che prima degli anni novanta era, sebbene in misura molto minore e qualitativamente diversa, il fenomeno del fandom.


La fantascienza cinematografica italiana
Il film di Paolo Heusch La morte viene dallo spazio, del 1958, è spesso indicato come la prima pellicola fantascientifica (non farsesca) del cinema italiano; narra della minaccia al pianeta Terra portata da una pioggia di asteroidi, con precisi riferimenti al cinema americano ed effetti speciali di Mario Bava. Totò nella luna, dello stesso anno, è stato visto come la risposta comica a questo film. In precedenza c'erano stati altri film farseschi: la commedia Mille chilometri al minuto (1939) di Mario Mattoli (uno dei primi voli verso il pianeta Marte, anche se s'interrompe quasi sul nascere) e Baracca e burattini, una commedia musicale del 1954, con la regia di Sergio Corbucci. Di una certa rilevanza per il genere, la tetralogia della stazione spaziale Gamma 1, del 1965, diretta da Antonio Margheriti.


Generi e filoni
Malgrado la fantascienza sia stata un tempo incentrata anzitutto "sulla scienza", all'interno e ai confini di questo tipo di narrativa si è evoluta una grande varietà di generi e sottogeneri, con la commistione sempre più frequente della fantascienza con il fantasy e l'horror, tanto che alcuni autori e critici utilizzano di preferenza l'espressione speculative fiction (narrativa speculativa) per descrivere complessivamente il fenomeno e altri utilizzano il termine slipstream intendendo il fantastico, cioè quella forma letteraria estremamente ampia che utilizza l'immaginario, il surreale e tutto ciò che non è mimetico della realtà, per dare maggior impatto ad un messaggio radicato nella visione politica, ideologica del reale.
Vi possono essere molti modi diversi per tentare di classificare un'opera di fantascienza; non di rado un'opera o un autore utilizzano vari temi contemporaneamente e si possono collocare all'interno di più categorie. Una prima classificazione, puramente convenzionale, viene spesso effettuata tra fantascienza hard o tecnologica (hard science fiction) e fantascienza soft (soft science fiction), dove la prima si occupa con verosimiglianza degli aspetti tecnologici, la seconda rivolge il suo interesse ai temi umanistici e sociologici.
Un genere avventuroso molto popolare è la space opera (in particolare quella militare), a base di astronavi e battaglie spaziali, che ha avuto un notevole influsso anche nella tv e nel cinema, da Star Trek a Guerre stellari. Altre storie di forte presa sul pubblico sono quelle apocalittiche o post apocalittiche, che descrivono in termini drammatici la fine del mondo o della civiltà.
Movimenti che hanno introdotto nuovi fermenti nel panorama fantascientifico sono stati prima la New Wave negli anni sessanta, poi il cyberpunk negli anni ottanta; quest'ultimo ha generato tutta una serie di sotto-filoni fino ai giorni nostri, e ad esso si affianca lo steampunk. Le opere contemporanee di fantapolitica, le utopie e le distopie vengono a loro volta fatte rientrare nel genere fantascientifico, come pure le ucronìe, dove le vicende sono ambientate in una immaginaria linea temporale del passato, una "storia alternativa".


Temi tipici
Vi sono alcuni temi particolarmente sfruttati nelle storie di fantascienza. Anzitutto lo spazio: la sua conquista, l'esplorazione e la sua colonizzazione, il viaggio interstellare (in genere con astronavi più veloci della luce) è stato per lungo tempo uno dei temi più popolari, ed in buona parte rimane tale. Lo spazio tuttavia può essere visto anche come un pericolo per l'umanità, un luogo ignoto e misterioso da cui possono prevenire terribili minacce, come un corpo celeste che minaccia la Terra o una invasione aliena. L'esistenza di forme di vita e di intelligenze extraterrestri (maligne o benigne), assieme alla possibilità di stabilire con esse un primo contatto, sono soggetti ritenuti particolarmente affascinanti dagli autori e dai loro lettori, vista la mole di opere che vi sono state dedicate. Dalla fine degli anni cinquanta, con la nascita dell'ufologia, anche gli UFO sono un elemento molto presente nelle opere popolari. Dagli anni sessanta lo sono anche le facoltà paranormali e la parapsicologia.
Il viaggio nel tempo è un tema classico già a partire dalla fine dell'Ottocento, con La macchina del tempo di H. G. Wells. A propria volta, la teoria sull'esistenza di dimensioni parallele offre innumerevoli spunti narrativi per le più diverse trame. La possibilità ipotetica di creare vita artificiale, presente in miti e leggende e nel Frankenstein, mantiene intatto ed accresce il suo fascino grazie all'interesse sviluppato per l'intelligenza artificiale e con la creazione di robot, cyborg e androidi ad imitazione dell'essere umano. Questo tema è spesso legato a quello della ribellione della macchina. Verso la fine del Novecento, dopo la rivoluzione informatica, tra gli ambienti da esplorare si è aggiunta la realtà virtuale e in particolare il cyberspazio. La trascendenza dalla condizione umana, così spesso trattata a livello filosofico e religioso, è divenuta a sua volta un tema fantascientifico, soprattutto in relazione alle modificazioni della genetica, come le mutazionio la clonazione, e alle biotecnologie in generale.


Cinema di fantascienza
Benché il cinema di fantascienza venga spesso riconosciuto come genere autonomo solo a partire dagli anni cinquanta, l'elemento del fantastico era ben presente fin dagli esordi della settima arte. Il neonato cinema viene scoperto infatti come un mezzo che permette di portare sullo schermo non solo la realtà quotidiana, ma anche per visualizzare i sogni, le fantasie dell'essere umano, in modo da suscitare stupore e meraviglia nello spettatore. Tra i primissimi esempi Viaggio nella Luna] del 1902 di Georges Méliès, seguito a breve distanza da Viaggio attraverso l'impossibile; lo stesso Méliès è anche l'inventore dei primi effetti speciali.
Per circa mezzo secolo sarebbero quindi uscite una serie di opere che verranno definite solo a posteriori come fantascienza, ma sono più che altro appartenenti al genere avventuroso di ambientazione esotica, venato di fantastico e condito di dettagli pseudoscientifici. Fanno eccezione poche pellicole, a cominciare dal celeberrimo Metropolis (1927), di Fritz Lang o La vita futura di William Cameron Menzies del 1936. Queste opere forniranno ispirazione per le produzioni successive, quali Aelita (primo kolossal sovietico), King Kong, Frankenstein, La donna e il mostro, La maschera di Fu Manchu, L'isola delle anime perdute, per citarne alcuni tra i più noti e suggestivi.
Il cinema di fantascienza ha esplorato una grande varietà di soggetti e temi, molti dei quali non potrebbero essere facilmente rappresentati in alcun altro genere. Questi film sono stati utilizzati, oltre che per intrattenere lo spettatore, per esplorare delicati temi sociali e politici. Attualmente le produzioni fantascientifiche puntano molto sull'azione e sono in prima linea riguardo all'uso degli effetti speciali. La platea si è abituata alla rappresentazione di realistiche forme di vita aliene, spettacolari battaglie spaziali, armi ad energia, viaggi più veloci della luce e paesaggi di lontani mondi.


venerdì 22 aprile 2022

Parapsicologia

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La parapsicologia (più raramente detta metapsichica) è la disciplina che si propone di studiare con metodi scientifici tre categorie di fenomeni anomali: poteri psichici, interazione tra mentee materia e sopravvivenza alla morte. La parapsicologia non è lo studio di ogni fenomeno paranormale, nonostante si occupi di dimensioni e di fenomeni inerenti a processi estranei alle comuni e note leggi fisiche e alle esperienze sensoriali, ma comunque attribuibili alla psiche dell'uomo. Alcune organizzazioni, come l'Associazione Parapsicologica (Parapsychological Association, Inc.), sostengono l'esistenza di talune forme di abilità psichiche paranormali in base ai risultati dei loro test.
La comunità scientifica tuttavia non ritiene provata l'esistenza di fenomeni paranormali. Oggetto di critica sono sia i metodi utilizzati negli studi, sia i risultati ottenuti. La comunità scientifica e accademica è unanimemente schierata nel considerare la parapsicologia una pseudoscienza vista la mancanza, in più di un secolo di ricerche, di alcun tipo di prova oggettivamente verificabile circa l'esistenza di abilità paranormali.


Storia
Il termine parapsicologia fu coniato intorno al 1889 dallo psicologo Max Dessoir. Il termine fu poi adottato da J.B.Rhine nel 1930 in luogo di "ricerca psichica" al fine di indicare un significativo discostamento dalle metodologie di laboratorio allora utilizzate. Il termine deriva dal greco παρά (para) e psicologia. I parapsicologi indicano i fenomeni psichici oggetto della loro ricerca con il termine "Psi", termine che intende essere descrittivo senza che vi sia sotteso un meccanismo.


Inizi
Nel 1875, Edmund Gurney e Frederic W. H. Myers affermarono di avere riunito un buon numero di casi, a loro dire accertati, di telepatia spontanea. Essi quindi vollero intraprendere degli esperimenti, per vedere se fosse possibile provocare la trasmissione di pensiero, e trovare così la spiegazione di quello che ritenevano un fenomeno di telepatia spontanea: e interessarono sir William Fletcher Barrett al loro progetto.
Nel 1876 il Prof. W. Barrett lesse una relazione sui suoi esperimenti all'Assemblea dell'Associazione Britannica, tenuta a Glasgow, che fu accolta con disdegno ed esclusa dall'inserzione nell'Annuario dell'Associazione.
Nel 1882 venne fondata a Londra la Society for Psychical Research (SPR). L'istituzione di tale società fu il primo passo che gli scienziati fecero per organizzarsi al fine di investigare i presunti fenomeni paranormali. I primi associati furono filosofi, studenti, scienziati, educatori e politici come Henry Sidgwick, Arthur Balfour, William Crookes, Rufus Osgood Mason and Charles Richet. L'SPR distinse i propri studi in diverse aree: telepatia, ipnosi, fenomeni di Reichenbach, esperienze di apparizioni, e gli aspetti psichici dello spiritismo. Uno dei primi lavori svolti dall'SPR fu il "censimento delle allucinazioni" volto a ricercare esperienze di apparizioni e allucinazioni in persone sane prive di problemi psichici. Tale ricerca fu il primo tentativo di dare una valutazione statistica dei fenomeni paranormali; la successiva pubblicazione del rapporto, nel 1886, Phantasms of the Living costituisce ancora oggi una fonte importante per la ricerca parapsicologica. L'SPR divenne un modello per altre associazioni simili che sorsero in altri paesi europei e negli Stati Uniti d'America verso la fine del XIX secolo. Nel 1885 a New York nacque l'American Society for Psychical Research (ASPR) soprattutto grazie al supporto dello psicologo William James.
Oggi sia la SPR che la ASPR continuano le loro ricerche su fenomeni paranormali. Il fine della SPR è dichiarato in ogni numero del proprio giornale: esaminare senza pregiudizio e con spirito scientifico quelle facoltà dell'uomo, reali o supposte, che appaiono inesplicabili a qualsiasi ricognizione generale.
Nel 1897, Carl Gustav Jung, appena ventiduenne, tenne una conferenza nella quale sostenne l'idea dell'esistenza di una “forza vitale”, l'anima, che supera di molto la nostra coscienza, portando una vasta documentazione di fenomeni di materializzazione, telecinesi, sdoppiamento, telepatia, chiaroveggenza, i sogni profetici. Condusse degli esperimenti utilizzando come medium la propria cugina di 15 anni, e nella tesi di specializzazione sostenne per la prima volta che nello stato di trance emergono una o più personalità inconsce che sono presenti nel medium (proiezione esterna di complessi autonomi dell'inconscio). Nel 1948, arriva a concludere che

««Dopo aver raccolto, nel corso di mezzo secolo, esperienze psicologiche di molti uomini e in molti paesi, non mi sento più così sicuro […] che una metodologia e una riflessione esclusivamente psicologiche possano venire a capo dei fenomeni in questione. Non soltanto le constatazioni della parapsicologia, ma anche le mie stesse riflessioni teoriche mi hanno condotto a certi postulati che toccano la sfera delle rappresentazioni della fisica atomica, ossia del continuum spazio-tempo. Con ciò si solleva il problema della realtà transpsichica, che è il fondamento diretto della psiche»»
(JUNG C.G. (1920/1948), I fondamenti psicologici della credenza negli spiriti, in: Opere, vol. 8, Bollati Boringhieri, Torino 1976)


Era di Rhine
Nel 1911 la Stanford University divenne il primo istituto accademico negli Stati Uniti a studiare la percezione extrasensoriale (ESP) e la psicocinesi in laboratorio. I lavori erano guidati dallo psicologo John Edgar Coover. Nel 1930 la Duke University divenne la seconda maggiore università a indagare criticamente i presunti fenomeni ESP e la psicocinesi. Sotto la guida dello psicologo William McDougall e con l'aiuto di altri come Karl Zener, Joseph B. Rhine e Louisa E. Rhine e utilizzando dei volontari scelti tra gli studenti, il laboratorio divenne operativo. Al contrario del tradizionale approccio della ricerca psichica, il quale generalmente richiedeva "prove qualitative" per i fenomeni paranormali, gli esperimenti alla Duke University puntarono alla ricerca "quantitativa", usando un approccio statistico con le carte Zener e i dadi. Conseguenza di questi esperimenti alla Duke fu che tale tipo di metodo fu adottato in larga parte del mondo da chi indagava i fenomeni paranormali.
Il libro pubblicato da Rhine, New Frontiers of the Mind (1937), fece conoscere al mondo le risultanze dei lavori svolti nel laboratorio. Nel suo libro Rhine utilizzava largamente la parola "parapsicologia" per descrivere le ricerche condotte alla Duke. Rhine inoltre fondò un autonomo laboratorio di parapsicologia all'interno della Duke e iniziò a pubblicare il Journal of Parapsychology del quale era coeditore McDougall.
Gli esperimenti alla Duke attirarono molte critiche dagli psicologi, i quali tacciavano tali studi di mancare di prove circa l'esistenza dell'ESP. Rhine e i suoi colleghi cercarono di indirizzare queste critiche verso nuovi esperimenti, articoli e libri e riassunse le critiche e le sue risposte al riguardo in un libro: Extra-Sensory Perception After Sixty Years. Il consiglio direttivo della Duke University ebbe nel tempo sempre meno interesse verso la parapsicologia, e dopo il pensionamento di Rhine nel 1965, ogni collegamento tra ricerca parapsicologica e l'università venne meno. In seguito Rhine diede vita alla Foundation for Research on the Nature of Man (FRNM) e all'Institute for Parapsychology per continuare i lavori svolti nel laboratorio della Duke. Nel 1995, centenario della nascita di Rhine, l'FRNM fu rinominato Rhine Research Center che ha come scopo quello di implementare la condizione umana creando una consapevolezza scientifica su quelle abilità e capacità sensitive che sembrano trascendere gli ordinari limiti dello spazio e del tempo.



Fondazione della Parapsychological Association
L'Associazione Parapsicologica, Parapsychological Association (PA), fu creata a Durham in Carolina del Nord il 19 giugno del 1957. La sua istituzione fu proposta da J. B. Rhine in un workshop sulla parapsicologia tenuto nel laboratorio della Duke University. Il fine dell'associazione, così come descritto nello statuto, è "promuovere la parapsicologia a scienza, diffondere la conoscenza di essa e integrare le scoperte con quelle compiute in altri campi scientifici".
Sotto la direzione di Margaret Mead, l'associazione fece grandi passi in avanti nel campo della parapsicologia e nel 1969 divenne affiliata della American Association for the Advancement of Science (AAAS), la più grande associazione scientifica del mondo. Nel 1979 il fisico John A. Wheeler affermò che la parapsicologia è una pseudoscienza e che quindi l'affiliazione all'AAAS andava riconsiderata. Tuttavia la richiesta di Wheeler non ebbe successo. Oggi, l'Associazione Parapsicologica conta 300 aderenti tra associati e affiliati e mantiene la sua affiliazione all'AAAS. Il convegno annuale dell'AAAS prevede un forum dove i parapsicologi possono presentare le proprie ricerche agli scienziati di altre aree e portare avanti la parapsicologia nell'attività di lobbismo sulle linee di condotta nazionali relative alla scienza].


Incremento delle ricerche negli anni settanta
L'affiliazione della Parapsychological Association all'American Association for the Advancement of Science unitamente alla generale apertura verso i fenomeni psichici e all'occulto segnò gli anni settanta come il decennio caratterizzato dall'incremento delle ricerche nel campo parapsicologico. In questi anni vennero fondate altre importanti organizzazioni: l'Academy of Religion and Psychical Research, l'Institute of Noetic Sciences (1973), la International Kirlian Research Association (1975), e il Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory (1979). Il lavoro sulla parapsicologia fu altresì svolto nello Stanford Research Institute (SRI). Gli stessi scopi della ricerca parapsicologica furono ampliati. Lo psichiatra Ian Stevenson condusse gran parte delle proprie discusse ricerche sulla reincarnazione durante questi anni. Lo psicologo Thelma Moss impiego molto del suo tempo nello studio dell'effetto Kirlian nel laboratorio parapsicologico di UCLA. L'influenza di maestri spirituali provenienti dall'Asia e le loro affermazioni sui poteri prodotti dalla meditazione, spinse la ricerca verso gli "stati alterati della coscienza". Il direttore dell'American Society for Psychical Research, Karlis Osis, condusse esperimenti sulle esperienze extracorporee e sui segnali astrali. Il fisico Russell Targ coniò il termine "visualizzazione remota" (remote viewing) per utilizzarlo nelle sue ricerche psi nel 1974.
In quegli anni anche gli accademici che non si occupavano di parapsicologia sembravano ottimisti sulle ricerche che si stavano conducendo. Nel 1979 un sondaggio tra più di 1100 professori universitari negli Stati Uniti mise in luce come solo il 2% degli psicologi ritenesse la percezione extrasensoriale impossibile. Una più alta percentuale (34%) riteneva che i fenomeni ESP fossero già provati o che comunque fosse possibile provarli. In un'altra area di studio la percentuale fu perfino più alta: il 55% di coloro che si occupavano di scienze naturali, il 66% di coloro che si occupavano di scienze sociali (esclusi gli psicologi) e il 77% degli insegnanti d'arte e di materie umanistiche riteneva che fosse utile compiere ricerche sull'ESP. I sondaggi sul paranormale continuarono attraverso gli anni settanta sino agli inizi degli anni ottanta. Proprio all'inizio degli anni ottanta la Parapsychological Association affermò di avere ricercatori affiliati in più di trenta Stati. Inoltre, analoghe ricerche erano condotte da ricercatori non affiliati alla PA nell'Europa dell'est e in Unione Sovietica.


Dopo gli anni settanta
Dagli anni settanta in poi la considerazione per le ricerche parapsicologiche è andata via via scemando. Le prime ricerche furono considerate inconcludenti e i parapsicologi si trovarono di fronte la forte opposizione dei loro colleghi accademici. Alcuni effetti che sembravano essere paranormali, ad esempio l'effetto Kirlian, scomparvero quando furono testati sotto stretto controllo, lasciando quindi queste ricerche ad un punto morto. Molti laboratori di ricerca statunitensi furono chiusi, citando come ragione la mancanza di accettazione da parte della scienza e lasciando così la ricerca parapsicologica confinata nelle istituzioni private finanziate con fondi privati. Dopo ventotto anni di ricerche il Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory ha chiuso i propri laboratori nel 2007.
Due università negli Stati Uniti hanno ancora dei laboratori per la parapsicologia: il dipartimento per gli studi percettivi, che è una unità del dipartimento di medicina psichiatrica dell'università della Virginia, studia la possibilità di una permanenza del conscio dopo la morte del corpo; il laboratorio Veritas dell'Università dell'Arizona conduce ricerche sui medium. Varie istituzioni private, incluso l'Institute of Noetic Sciences, conducono e promuovono la ricerca parapsicologica. La Gran Bretagna è leader in Europa nella ricerca parapsicologica con privati che hanno fondato laboratori all'interno della Università di Edimburgo, della Universita di Northampton, e della Liverpool Hope University, e anche in diverse altre. Le ricerche parapsicologiche inoltre hanno trovato incremento anche in alcune sub-discipline della psicologia. Un esempio ne è la psicologia transpersonale che si propone di studiare gli aspetti trascendenti o spirituali della mente umana e anomalie psicologiche, analizzando credenze paranormali ed esperienze soggettive anomale con i tradizionali strumenti della psicologia.


Ricerche
La parapsicologia studia un certo numero di apparenti fenomeni paranormali, tra i quali:
  • Telepatia: il trasferimento di informazioni o sensazioni attraverso il pensiero tra gli individui non ricorrendo ai classici cinque sensi.
  • Percezione extrasensoriale (ESP): percezioni che non possono essere attribuite ai cinque sensi
  • Chiaroveggenza: capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi o oggetti, che possono essere lontani (nel tempo o nello spazio) oppure nascosti, attraverso una presunta percezione extrasensoriale
  • Psicocinesi: l'abilità della mente di influenzare la materia, il tempo o l'energia
  • Reincarnazione: rinascita dell'anima in nuovo corpo dopo la morte
La Parapsychological Association sottolinea come il campo d'interesse non abbraccia tutti i fenomeni paranormali e così anche non si interessa di astrologia, UFO, vampiri, alchimia o stregoneria.Fra gli altri fenomeni parapsicologici-medianici studiati: precognizione, xenoglossia, psicometria, rabdomanzia e radioestesia, telecinesi e psicocinesi, ectoplasmia, apporto di oggetti (impronte e calchi medianici, dermografismi), termogenesi, levitazione, scrittura automatica, aura e aureola, divinazione.
I parapsicologi impiegano una moltitudine di approcci nelle loro ricerche che includono approcci qualitativi come la tradizionale psicologia ma anche metodologie quantitative empiriche. I loro studi più contestati utilizzano la meta-analisi per esaminare prove statistiche dei fenomeni paranormali.



Esperimenti Ganzfeld
Gli esperimenti Ganzfeld (in tedesco significa "intero campo") sono una tecnica usata per testare le presunte capacità telepatiche di un soggetto. La tecnica fu sviluppata per mettere velocemente in silenzio il "rumore mentale" utilizzando una leggera copertura che nascondesse l'ambiente alla vista e all'udito. L'isolamento del senso della vista è solitamente ottenuto creando una luce rossa soffusa. L'udito è invece bloccato con "rumore bianco" o suoni similari. Il soggetto inoltre è di solito seduto con la schiena reclinata in una posizione confortevole per minimizzare il senso del tatto.
In un tipico esperimento ganzfeld, il "mittente" e il "ricevente" sono isolati. Al mittente è mostrato un video o immagini e gli viene chiesto di inviarle mentalmente al ricevente. A questi, mentre si trova nello stato "ganzfeld", viene chiesto di parlare a voce alta dei propri processi mentali, incluso le immagini, i pensieri e ciò che sente; alla fine del periodo di "invio", tipicamente lungo dai venti ai quaranta minuti, il ricevente viene tirato fuori dallo stato ganzfeld e gli vengono mostrate quattro immagini o dei video, uno solo dei quali è quello visualizzato dal mittente. Il ricevente prova quindi a indicare quella giusta utilizzando le percezioni avute durante l'isolamento. Secondo i parapsicologi Dean Radin, Charles Honorton, e Daryl Bem i risultati dell'esperimento condotti complessivamente in più di tremila sessioni da due dozzine di ricercatori nel mondo indicherebbe che l'immagine corretta è individuata più spesso di quanto ci si aspetterebbe in base al caso. L'affermazione fatta dai parapsicologi su tali dati che sono da loro stati definiti statisticamente significativi ha innescato un acceso dibattito sulle riviste di psicologia su come interpretare correttamente i dati. Nel 1999, Milton e Wiseman hanno pubblicato un articolo che sottolineava la non replicabilità dei risultati di Bem e Honorton.


Psicocinesi e generazione casuale di numeri
L'avvento della potente e poco costosa elettronica e dei computer ha permesso la creazione di esperimenti pienamente automatizzati al fine di studiare l'interazione tra mente e materia. Nella maggior parte di questi esperimenti un generatore casuale di numeri (RNG), basato su rumori elettronici o radioattivi, produce un flusso di dati che sono registrati e analizzati dal software di un computer. Un individuo prova ad alterare con la mente la distribuzione dei numeri. Tale tecnica è stata usata sia per testare la psicocinesi su individui che su più ampi gruppi di persone. La maggior parte della meta-analisi dell'RNG sono state pubblicate ogni cinque anni, sin dal 1986, sulla rivista Foundations of Physics. Robert G. Jahn, fondatore del Princeton Engineering Anomalies Research (PEAR) e la collega Brenda Dunne affermano che la dimensione dei risultati è piuttosto piccola ma hanno una significatività statistica se considerati nel tempo e in relazione al tipo di esperimento. Le più recenti meta-analisi sono state pubblicate nel Psychological Bulletin unitamente a molti commenti critici. Tale meta-analisi era composta da 380 studi, con dei risultati che avevano una significatività statistica anche se molto piccola e comunque spiegabile con la publication bias cioè la tendenza dei ricercatori a attribuire un diverso valore ai risultati positivi rispetto ai risultati negativi.


Critiche
Molti analisti ritengono che l'intero corpo di prove in favore della parapsicologia sia di scarsa qualità e raccolte in assenza di un adeguato controllo. Secondo questa visione, l'intero campo della parapsicologia non ha prodotto nessun risultato concludente. Essi fanno riferimento alle frodi, agli studi deficitari, a un pensiero "magico", al bias cognitivo per spiegare i risultati prodotti dalla parapsicologia. Gli scettici notano inoltre che il desiderio della gente di credere nel paranormale comporta l'ignorare i forti elementi che provano che esso non esiste. La realtà dei fenomeni studiati dalla parapsicologia e la scientificità della ricerca stessa sono oggetto di disputa tra studiosi e ricercatori indipendenti. Nel 1988 la U.S. National Academy of Sciences pubblicò un rapporto che concludeva "non c'è alcuna giustificazione scientifica emersa dalle ricerche condotte in oltre 130 anni circa l'esistenza di fenomeni paranormali", tuttavia, nello stesso rapporto si raccomanda di monitorare alcuni ricerche come quelle sulla psicocinesi per possibili futuri sviluppi. Gli studi al Princeton Engineering Anomalies Research Lab (il cui monitoraggio era raccomandato dal rapporto sopra citato) si sono da allora conclusi fallendo nell'ottenere un responso positivo dalla comunità scientifica nonostante. Nel 2008 uno studio che utilizzava la risonanza magnetica funzionale mostrò come non ci fosse alcun individuabile effetto psi. In aggiunta a questo, i metodi usati dai parapsicologi sono considerati dai critici, e tra questi anche da coloro che hanno scritto gli standard scientifici per il California State Board of Education, pseudoscientifici.
Alcuni critiche più specifiche rilevano che i parapsicologi non hanno chiaramente definito l'oggetto del fenomeno, non danno una semplice ripetibilità dell'esperimento che possa dimostrare, a richiesta, gli effetti psi e neanche una teoria fondamentale che spieghi il passaggio paranormale di informazioni. James E. Alcock, professore di psicologia alla York University affermò che pochi dei risultati degli esperimenti parapsicologici hanno suggerito ricerche interdisciplinari nei principali campi scientifici come nella fisica o nella biologia. Alcock sostiene che la parapsicologia rimane una scienza isolata la cui validità è discutibile e nella sua interezza non è qualificabile come "scientifica".


Frodi
Nella storia della ricerca parapsicologica ci sono stati casi di vere e proprie frodi. Gli esperimenti Soal-Goldney del 1941-43 (che attestavano abilità precognitive) per lungo tempo furono guardati come i migliori esperimenti nel campo per i controlli indipendenti e i testimoni volti a prevenire la frodi. Tuttavia molti anni dopo, i sospetti di imbroglio furono confermati quando le prove statistiche, scoperte e pubblicate da altri parapsicologi, indicarono che il Dott. Soal aveva imbrogliato alterando i dati originali.
Walter J. Levy, direttore di un istituto di parapsicologia, riportò una serie di successi nel campo ESP che poggiavano sulla manipolazione, controllata da un computer, di soggetti non umani come uova e ratti. I suoi esperimenti mostrarono dei risultati positivi molto alti. Poiché gli esperimenti non coinvolgevano soggetti umani e poiché il processo di test era per lo più automatizzato, tali risultati non subirono le critiche circa l'observer-expectancy effect evitando così i rilievi sull'influenza che le aspettative del soggetto possono avere sul risultato. Tuttavia i ricercatori che seguirono Levy si insospettirono circa il metodo usato. Riscontrarono che Levy aveva interferito con le macchine che registravano i dati, creando manualmente stringhe di risultati positivi. Rhine licenziò quindi Levy e rese pubblica la frode in numerosi articoli.
Molti spiritisti e medium usano l'imbroglio e molti di loro sono stati smascherati già dai primi ricercatori nel campo come Richard Hodgson e Harry Price. Negli anni venti l'illusionista Harry Houdini disse che ricercatori e osservatori non avevano ancora creato procedure sperimentali tali da evitare le frodi. Nel 1979 l'illusionista e debunker James Randi realizzò una truffa-trappola conosciuta come Progetto Alpha nel quale Randi inviò, sotto copertura, due giovani illusionisti al McDonnell Laboratory for Psychical Research con lo specifico fine di mostrare quanto inadeguati fossero i metodi sperimentali ivi usati e quanto presente fosse la tendenza a "credere" di chi si occupa di parapsicologia.


Critiche dei risultati sperimentali
Sebbene alcuni analisti critici ritengano scientifico lo studio parapsicologico, non sono convinti dei risultati sperimentali. Affermano infatti che i successi dei risultati sperimentali sono da imputare a cattive procedure, ricercatori scarsamente preparati o metodi deficitari. Ad esempio i dati prodotti dal laboratorio del PEAR sono stati criticati da ricercatori come la professoressa di statistica Jessica Utts e lo psicologo Ray Hyman.
Ci sono tuttavia delle eccezioni, come ad esempio la dichiarazione congiunta della stessa Jessica Utts e del nobel per la fisica B.D.Josephson, in cui si afferma che l'esistenza dei fenomeni PSI è stata sperimentalmente provata.
Taluni critici affermano che i risultati positivi riportati dai parapsicologi vadano attribuiti all'effetto di selezione, la maggiore meta-analisi dei risultati è stata pubblicata nel Psychological Bulletin, unitamente a una serie di commentari critici volti a escludere un bias di pubblicazione. Per i critici come Victor J. Stenger i parapsicologi fanno un cattivo uso delle meta-analisi al fine di creare l'errata impressione di una significatività statistica dei risultati.


Mancanza di carattere cumulativo
Una critica mossa da Ray Hyman concerne quello che lui chiama "carattere cumulativo" che caratterizza la scienza. Da Newton ad oggi la fisica è molto cambiata, evolvendo sui dati precedenti; ciò non toglie, tuttavia, che l'esperimento di Newton sia ancora valido e replicabile. Validità e replicabilità che invece mancano al campo di ricerca della parapsicologia dove i precedenti esperimenti vengono scartati e ne vengono ideati di nuovi: «negli anni trenta sostenevano che erano gli esperimenti di indovinamento delle carte condotti da J. B. Rhine a provare la realtà della ESP. La generazione successiva abbandonò gli esperimenti di Rhine, ritenendoli metodologicamente troppo viziati, ed esaltò come prova delle facoltà telepatiche il lavoro di Soal-Goldney. La generazione successiva dovette abbandonare anche i risultati di Soal quando Betty Markwick (1978) dimostrò in modo convincente che Soal aveva alterato artificialmente i suoi dati. Oggi nessuno considera più le sorelle Creery, Smith e Blackburn, gli esperimenti di Rhine o quelli di Soal come valide prove dell'esistenza di facoltà paranormali.».
La teoria scientifica è caratterizzata dalla presenza di equazioni numeriche, dalla precisa predizione di fenomeni (talora non ancora noti) poi osservati in natura o in laboratorio, e da un riscontro sperimentale che sia: quantificabile, misurabile, riproducibile. Se mai esiste, il fatto paranormale è ritenuto essere l'effetto prodotto:
  • della mente umana;
  • di una qualche entità terza, presenza reale quanto invisibile ad occhio umano e agli strumenti: persona cosciente, libera e incorporea (ad esempio: Dio, angeli, demoni, anime di defunti);
  • di entrambe: un soggetto umano, potenziato da entità terze.
Nel caso della mente umana, si tratta di facoltà ancora non del tutto note, e perciò nemmeno riproducibili e controllabili.
Negli altri due casi, il fenomeno paranormale non è riproducibile, e per questo nemmeno falsificabile.
Secondo una consolidata tradizione di fede comune a varie religioni non solo cristiane, ciò che chiamiamo Spirito può apparire in un forma corporea ai cinque sensi, ma in sè è incorporeo: non ha massa, né tempo né spazio. Non è quindi misurabile in sè, se non nei suoi eventuali effetti paranormali.
Inoltre, tali enti in ogni qualità sono più perfetti dell'essere umano, non sono subordinati ai viventi, e nella vita ordinaria ignorano e non possono essere obbligati in qualche modo a rispondere a ciò che viene loro chiesto: il fenomeno paranormale non è riproducibile, o riproducibile "a comando", con la certezza di poter misurare ogni volta un risultato sperimentale. Non esiste la possibilità di un'istanza cruciale "spirituale", che interroghi la natura in modo da costringerla a rispondere "sì o no".


 
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