Via della mano sinistra e della mano
destra sono due termini che si riferiscono ad una dicotomia tra due
opposte filosofie, presente nella tradizione esoterica occidentale,
che si estende su diversi gruppi coinvolti nell'occulto e nella magia
cerimoniale. In alcune definizioni, il sentiero della mano sinistra è
identificato con la magia nera, quello della mano destra con benevola
magia bianca.
Origine del termine
Questa terminologia venne introdotta in
occidente nel XIX secolo ad opera dei teosofi e fa la sua prima
comparsa negli scritti di Helena Blavatsky, sebbene la sua simbologia
risalisse ad antichissime tradizioni sapienziali: in Occidente
apparteneva infatti alla Y pitagorica, raffigurante una strada o un
tronco che si divide in una biforcazione tra due sentieri di destra e
di sinistra, due scelte dalla valenza morale alternativa: quella di
destra conduceva alla virtù, quella di sinistra invece al vizio e
alla perdizione, o comunque alla tentazione.
Il significato pitagorico della Y era
conosciuto anche da Virgilio, secondo la testimonianza di Servio, un
commentatore dell'Eneide, il quale ne attribuisce la tipica forma
biforcuta al ramo d'oro ricercato da Enea, che gli consentirà la
discesa nell'oltretomba Averno.
Il simbolo pitagorico del dualismo tra
vizio e virtù, pur connotati da un'origine comune, fu assimilato in
epoca medioevale all'albero della conoscenza del bene e del male,
giungendo anche, attraverso correnti ermetiche, cabbalistiche e
neoplatoniche, fino a Dante Alighieri.
La via teosofica delle due mani
intendeva rifarsi inoltre alla filosofia indiana, in particolare a
quelli che nel tantrismo sono chiamati Vama Marga e Dakshina Marga,
ossia due approcci alla mistica e alla sadhana apparentemente
differenti per metodologia e morale, la cui meta ultima tuttavia è
la stessa: la Moksha.
Tale rilettura occidentale, dove il
concetto di "sinistra" (vama, dal sanscrito) è stato
inteso come «il Male», è stato poi ripreso da altri autori quali
l'esoterista Aleister Crowley, Dion Fortune, Arthur Edward Waite ed
il contemporaneo Kenneth Grant, che ne hanno rielaborato il
significato in maniera più o meno simile al concetto originale
indiano, trasformandolo così in un termine che, alla lunga, ha preso
una sua indipendenza totalmente svincolata dal tantra e varia a
seconda di chi ne parla.
Via della mano destra
Nella rilettura magica teosofica, la
via della mano destra (o via longa, anche nota con l'acronimo VMD, o
RHP dall'inglese Right Hand Path, contrapposta a quella della mano
sinistra) è ritenuta la forma più sicura ed elevata di magia con
cui innalzarsi al divino, sebbene sia più lunga e richieda tempo e
costanza per essere percorsa. Essa comprende le pratiche e i rituali
comuni ai maggiori gruppi religiosi, seguendo linee definite di
codice morale ed etico. Alcuni esempi di metodi della mano destra
sono i seguenti:
La preghiera e le comunicazioni
canalizzate per collegarsi direttamente col mondo spirituale;
Un atteggiamento di gratitudine e
amore verso il divino;
Propensione al perdono e visione
della bellezza dappertutto;
Disciplina della mente e spirito di
sacrificio;
Sviluppare una coscienza superiore
di Sé attraverso la liberazione progressiva dai condizionamenti;
Adesione alle forme di
trasmutazione naturali proprie della magia bianca;
Privilegiare i percorsi evolutivi
simboleggiati dalla luce della tradizione solare;
Rispetto del libero arbitrio altrui
e di ogni forma di vita;
Fiducia e apertura verso le
indicazioni di angeli e spiriti guida.
La natura superiore della via della
mano destra è significativamente evidenziata da Gesù Cristo nella
sua ammonizione: «Quando fai l'elemosina, non sappia la tua mano
sinistra ciò che fa la tua destra». Sulla base degli insegnamenti
cristiani, le posizioni della destra rappresentano la via sicura e
collaudata del «Bene», essendo la Destra la via «retta» e
«giusta» per antonomasia, ed anche in politica esse saranno
identificate, sin dai tempi della rivoluzione francese, con quelle
del mantenimento dell'ordine e della buona tradizione.
In alchimia la via della mano destra
corrisponde alla cosiddetta «via umida».
Via della mano sinistra
Nella rilettura teosofica la via della
mano sinistra (o via brevis, anche conosciuta con l'acronimo VMS, o
all'inglese LHP da Left Hand Path, contrapposta a quella della mano
destra) costituiva il percorso cosiddetto «delle acque corrosive»,
cioè un insieme di pratiche, anche di natura violenta, per indurre
una rapida evoluzione della coscienza.
Bafometto raffigurato in Dogma e
rituale dell'Alta Magia di Eliphas Lévi, le cui corna rimandano alla
biforcazione dei sentieri di destra e di sinistra
Pur trattandosi di un sentiero molto
più breve e veloce rispetto a quello di destra, espone chi lo segue
a svariati pericoli, anche letali, per la sua salute fisica e
mentale, o per il rischio di venire sopraffatti da forze troppo
grandi da gestire. Comprende infatti metodi capaci di suscitare stati
repentini di autocoscienza che, senza una lunga e adeguata
preparazione, l'organismo non è in grado di sostenere.
Per questo la via della mano sinistra è
stata generalmente associata al satanismo e alla magia nera, sebbene
tale identificazione sia solo parzialmente giustificabile, poiché il
sentiero di sinistra si rivela talora utile se praticato sotto la
guida di maestri e sciamani evoluti.
Alcuni esempi di percorsi della mano
sinistra sono i seguenti:
Assunzione di sostanze psicotrope;
Utilizzo di particolari mantra e
tecniche respiratorie eccezionalmente potenti;
Ricorso a forme di magia sessuale,
come il tantrismo;
Pratiche di meditazione dalla forte
carica energetica;
Acquisizione accelerata delle
capacità di aprire il terzo occhio o di viaggiare in astrale;
Seguire rituali e percorsi di
conoscenza appartenenti a forme della tradizione lunare come la
stregoneria o la wicca.
I seguaci della via della mano sinistra
in occidente usano solitamente il simbolo del capro o Bafometto,
attribuendogli però significati differenti da quello tradizionale
alchemico e dalle simbologie che Eliphas Lévi attribuiva al suo
becco.
Secondo la dottrina tantrica ripresa da
Julius Evola, la via della mano sinistra sarbbe l'unica percorribile
dall'uomo contemporaneo nell'epoca di decadenza attuale detta del
kali yuga. In alchimia essa corrisponde alla cosiddetta «via secca».
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