sabato 31 ottobre 2020

Albus Silente






Albus Percival Wulfric Brian Silente (Albus Percival Wulfric Brian Dumbledore), noto semplicemente come Albus Silente, è un personaggio della serie di romanzi di Harry Potter, ideata e scritta da J. K. Rowling.
Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e presidente del tribunale supremo dei maghi Wizengamot, incarna molti dei valori e dei tratti tipici del classico "mago buono" ed è stato paragonato a Gandalf e ad alcune rappresentazioni del mago Merlino. Saggio, eccentrico, benefattore e ironico, è ritenuto il mago più potente del mondo e di tutti i tempi per la sua intelligenza e per la sua grande conoscenza della magia, oltre ad essere l'unico mago che Lord Voldemort abbia mai temuto veramente.

Descrizione fisica

Silente è descritto già nel primo capitolo del primo libro come un anziano molto alto e magro. La barba e i capelli bianchi e lunghi (ma una volta rossicci, come illustrato nei successivi romanzi), gli occhi azzurri e profondi e un paio di occhiali con lenti a mezzaluna caratterizzano i tratti del volto:
(EN)
«He was tall, thin, and very old, judging by the silver of his hair and beard, which were both long enough to tuck into his belt. He was wearing long robes, a purple cloak that swept the ground, and high-heeled, buckled boots. His blue eyes were light, bright, and sparkling behind half-moon spectacles and his nose was very long and crooked, as though it had been broken at least twice. This man's name was Albus Dumbledore.»
(IT)
«Era alto, magro e molto vecchio, a giudicare dall'argento dei capelli e della barba, talmente lunghi che li teneva infilati nella cintura. Indossava abiti lunghi, un mantello color porpora che strusciava per terra e stivali dai tacchi alti con le fibbie. Dietro gli occhiali a mezzaluna aveva due occhi di un azzurro chiaro, luminosi e scintillanti, e il naso era molto lungo e ricurvo, come se fosse stato rotto almeno due volte. L'uomo si chiamava Albus Silente.»
(J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale)
Spesso le sue dita sono descritte come molto lunghe. Dalla storia si apprende inoltre che ha una cicatrice sul ginocchio, che raffigura una piantina esatta della metropolitana di Londra. Per quanto sia molto anziano, spesso mostra di possedere una forza sorprendente.


Capacità magiche e riconoscimenti

Insignito dell'Ordine di Merlino di Prima Classe, Silente viene spesso definito come "il più grande mago vivente" ed è l'unico ad essere temuto persino da Lord Voldemort. È famoso per aver lavorato insieme al suo collega Nicholas Flamel, creatore della pietra filosofale, per aver scoperto i dodici modi di usare il sangue di drago, per la capacità di evocare il "fuoco gubraitiano" (un fuoco magico che non si spegne mai) e per aver sconfitto il mago oscuro Grindelwald. È lui ad aver creato il suo "Spegnino" o "Deluminatore", un accendino speciale capace di spegnere e poi riaccendere qualunque luce artificiale. Successivamente, impregnerà quest'oggetto con un incantesimo che permetterà a Ron, una volta che lo avrà ereditato, di riuscire a ritrovare ovunque Harry e Hermione.
Sa creare le passaporte e sa rendersi invisibile grazie a un incantesimo di Disillusione molto potente. Il settore della Magia che padroneggia meglio è la trasfigurazione, ma è versato anche in tutti gli altri settori. Universalmente è considerato il più grande mago dell'era moderna, tanto per la sua intelligenza quanto per la sua fibra morale. Muove la bacchetta con grande rapidità e riesce a produrre una forza magica tale "da far rizzare i capelli", come si afferma durante il duello con Voldemort nel quinto libro. In questo stesso duello riesce a mettere in seria difficoltà l'antagonista; nel sesto libro supera tutte le difese apportate da Voldemort stesso al fine di proteggere il suo medaglione Horcrux, percependo istintivamente la presenza della magia e la sua funzione, e rivelando di saper riconoscere quella di Voldemort grazie alla sua conoscenza della personalità del mago oscuro.
La sua fama gli avrebbe permesso di diventare Ministro della Magia, carica che gli fu offerta più volte, ma ha rifiutato l'incarico sia perché ha preferito restare a Hogwarts come preside, sia perché, come spiega a Harry, ha capito di non essere adatto al potere. Silente è un ottimo Legilimens e Occlumante; sa inoltre parlare il linguaggio delle Sirene ed è perfettamente in grado di nuotare con un impeccabile stile a rana.
Silente è anche il presidente del Wizengamot, ovvero il tribunale supremo dei Maghi. La sua sede si trova a Londra, presso il Ministero della Magia, allo stesso piano dell'Ufficio Misteri. Nel quinto libro viene radiato e gli viene tolta anche la presidenza della Confederazione Internazionale dei Maghi poiché ha diffuso la notizia del ritorno di Voldemort, ma alla fine gliene vengono restituiti i meriti. Come detto nell'ultimo libro, da giovane Silente è stato inoltre insignito di vari premi: ha vinto la medaglia d'oro per il "Contributo Innovativo alla Conferenza Alchemica Internazionale del Cairo", è stato "Rappresentante Giovanile Britannico alla Conferenza Internazionale dei Maghi" e "Rappresentante Giovanile Britannico al Wizengamot" e ha vinto il "Premio Barnabus Finkley per Incantamenti Eccezionali".
Silente è anche uno dei personaggi delle note figurine "Streghe e Maghi Famosi" da collezione presenti nelle confezioni di Cioccorane, dolci di cioccolato a forma di rana. Questo riconoscimento è per lui molto importante, tant'è vero che quando, nel quinto libro (Harry Potter e l'Ordine della Fenice), il Ministero della Magia iniziò a sollevarlo da qualunque incarico o riconoscimento, come quello di Stregone Capo del Wizegamot e la Presidenza della Confederazione Internazionale dei Maghi, lui confessò che non gli importava di quello che il Ministro avrebbe fatto fin quando non lo avessero tolto dalle figurine delle Cioccorane.

Biografia

Famiglia e adolescenza

Silente viene presentato nel romanzo Harry Potter e la pietra filosofale quando è già molto anziano: i dettagli sulla sua infanzia e adolescenza vengono rivelati soltanto nel settimo libro, Harry Potter e i Doni della Morte.
Il suo nome completo è Albus Percival Wulfric Brian Silente. Nato nel 1881, figlio primogenito di Kendra e Percival Silente, Albus aveva un fratello dotato di poteri magici, Aberforth Silente, futuro proprietario del pub Testa di Porco a Hogsmeade, ed una sorella, Ariana, con problemi psicologici causati dall'aggressione in giovane età da parte di tre Babbani. Dopo quell'incidente, la bambina non riuscì più a tenere a bada i propri poteri magici, i quali si manifestavano improvvisamente in violenti attacchi. Suo padre, cercando vendetta, attaccò i tre e per questo venne rinchiuso ad Azkaban. Non tentò di scagionarsi chiarendo i motivi della sua aggressione poiché temeva che, rivelando la situazione di Ariana, questa sarebbe stata considerata pericolosa e rinchiusa all'ospedale San Mungo per malattie e ferite magiche. Dopo l'arresto di Percival la famiglia Silente si trasferì dal piccolo paesino di Mould-on-the-Wold a Godric's Hollow dove, su decisione della madre, la ragazza visse isolata dal resto della comunità magica.
A Hogwarts Albus fu smistato nella casa di Grifondoro, divenne prefetto dei Grifondoro al quinto anno e Caposcuola al settimo. Le grandissime capacità magiche di Silente vengono scoperte già da giovane: la professoressa Marchbanks, infatti, afferma nel quinto libro di averlo esaminato in Incantesimi e in Trasfigurazione e ammette di "non aver mai visto nessun altro fare cose simili con una bacchetta".
Kendra morì per mano di sua figlia nell'estate 1899, quando questa rimase preda di un attacco più forte del solito, in un momento in cui non vi era nessuno che potesse badarle. A questo punto, dopo la morte della madre, il giovane Albus Silente fu costretto a rimanere a badare alla sorella col fratello Aberforth. Nel momento in cui Albus si sentiva ormai finito, costretto ad una vita in cui non avrebbe potuto ottenere ciò che meritava in quanto mago dalle grandi capacità, incontrò il malvagio Gellert Grindelwald (futuro mago oscuro) con cui fraternizzò allo scopo di conquistare il potere sul mondo dei Babbani, il cui destino sarebbe stato quello di essere assoggettati ai maghi. L'autrice ha ufficialmente reso noto, in seguito all'uscita dell'ultimo romanzo della serie, che in realtà Silente era innamorato di Grindelwald, e che questo gli impedì fino all'ultimo di giudicarlo in maniera obiettiva per le sue aspirazioni malvagie.
Albus apre finalmente gli occhi soltanto in seguito ad un tragico evento: durante uno degli ormai ricorrenti litigi tra Aberforth e Grindelwald (Aberforth era contrario ai piani di conquista del fratello e Grindelwald), i due prendono mano alla bacchetta, seguiti da Albus; in seguito a questo scontro, la piccola Ariana, che era lì presente, rimane uccisa (sconosciuto è colui che ha fisicamente spento la sua vita), e per questo Grindelwald è costretto a fuggire, mentre Albus non può fare altro che accettare la dura realtà a cui lui stesso ha dato forma; Aberforth, ritenendo il fratello responsabile della morte della sorella, durante il funerale lo aggredisce rompendogli il naso, evitando poi per lungo tempo ogni contatto con lui.
Molti anni più tardi, sarà proprio Silente a sconfiggere e catturare Grindelwald, divenuto ormai uno dei più potenti maghi oscuri mai esistiti, la cui disfatta segna il passaggio della bacchetta invincibile, la Bacchetta di Sambuco, da Gellert allo stesso Albus.

Silente e Hogwarts

Dopo aver finito gli studi e la breve amicizia con Gellert Grindelwald, Silente torna a Hogwarts in qualità di insegnante di trasfigurazione. In seguito ne diventa il Preside, prendendo il posto di Armando Dippet. Ricoprirà il ruolo di preside per ben 42 anni. Nella comunità magica viene considerato un ottimo preside, anche se per due volte nel corso della serie ha perso momentaneamente l'incarico. La prima volta è stata nel secondo libro, quando Lucius Malfoy persuade i dodici consiglieri della scuola a licenziarlo a causa dei ripetuti attacchi di un basilisco all'interno della scuola. Alla fine dello stesso libro, dopo l'uccisione del mostro da parte di Harry Potter, Silente ottiene nuovamente l'incarico, scoprendo tra l'altro che Malfoy, al fine di ottenere l'allontanamento di Silente dalla scuola, aveva ricattato gli altri consiglieri minacciandoli di maledire le loro famiglie.
Durante il quinto anno di Harry a Hogwarts, Dolores Umbridge, la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure e Inquisitore Supremo di Hogwarts, cerca di licenziare e arrestare Silente accusandolo di aver creato un esercito di ragazzi contro il Ministero della Magia dopo aver trovato la lista dei membri dell'Esercito di Silente fondato però da Harry, Ron e Hermione. Tuttavia, quando il Ministro si reca a Hogwarts con due suoi sottoposti per far catturare Silente, quest'ultimo riesce a fuggire con l'aiuto di Fanny, la sua fenice. Dopo la fuga di Silente, quindi, la Umbridge viene eletta Preside, ma dopo l'attacco di Voldemort al Ministero, l'allora Ministro della Magia Cornelius Caramell solleva la Umbridge dagli incarichi a Hogwarts, restituendo il ruolo di preside a Silente.

Silente e Voldemort

Silente incontra per la prima volta Tom Orvoloson Riddle (il futuro Lord Voldemort) quando questi è ancora bambino (ha solo 10 anni), nell'orfanotrofio dove era vissuto fino ad allora. Silente si reca all'orfanotrofio per offrirgli un posto da studente a Hogwarts; riesce nell'intento, accorgendosi però immediatamente che quel bambino ha qualcosa di "strano" anche per un mago.
Durante la permanenza di Tom ad Hogwarts, Silente lo tiene sott'occhio, e nonostante Tom si sia rivelato uno dei migliori studenti di tutti i tempi, Silente riesce a convincere l'allora preside Armando Dippet a negargli la cattedra di difesa contro le Arti Oscure che Tom aveva richiesto appena ricevuto il diploma.
Tom torna dieci anni dopo alla Scuola per richiedere nuovamente la cattedra di insegnante negatagli da Armando Dippet. Però il preside è morto, e il suo posto è stato preso da Silente, il quale gli nega il posto una seconda volta. Successivamente questo confiderà a Harry di aver avuto l'impressione che Tom stesse cercando qualcosa nella scuola, probabilmente un manufatto antico da tramutare in un Horcrux.
Silente, durante un colloquio di lavoro con Sibilla Cooman, assiste per caso alla formulazione di una profezia, nella quale viene predetta la caduta di Voldemort causata da un bambino. Severus Piton riesce ad origliare una parte di questa profezia, riferendola al suo signore, Voldemort. Quest'ultimo, ipotizzando che la profezia riguardi Harry Potter, cercherà invano di ucciderlo.
In seguito all'ascesa di Lord Voldemort e al suo crescente potere, Silente fonda l'Ordine della Fenice per contrastarlo ed opporsi ai suoi seguaci, i Mangiamorte. Egli è inoltre il Custode Segreto della base operativa dell'Ordine, che si trova nella vecchia casa della famiglia Black (al numero 12 di Grimmauld Place), custodita dall'elfo domestico Kreacher. Nel mondo magico corre la voce che Silente sia l'unico mago che Voldemort abbia mai temuto. Silente è anche uno dei pochissimi maghi (oltre a Harry) che ha il coraggio di chiamare Voldemort con il suo vero nome, Tom. Silente parla e duella con Voldemort senza nessun timore, riuscendo ampiamente a tenergli testa se non ad essergli superiore (come visto nel quinto libro e quinto film della saga).
Silente fa l'importantissima scoperta degli Horcrux di Voldemort e ne distrugge uno, l'anello di Orvoloson Gaunt, nonno materno di Tom. Harry a sua volta ne aveva inconsapevolmente distrutto uno nel suo secondo anno a Hogwarts, il diario che aveva attirato Ginny nella camera dei segreti. In seguito Silente comunica quest'informazione a Harry, che andrà con lui a cercare e distruggere un altro Horcrux, il medaglione di Serpeverde. Alla fine del sesto libro Harry scopre tuttavia che il medaglione non è un Horcrux: si tratta di un falso in quanto l'originale era stato già sostituito da Regulus Arcturus Black con un falso.

Vecchiaia e morte

Nel sesto libro, come nota Severus Piton, Silente invecchia sempre più rapidamente. Ciò è dovuto all'uso che ha fatto mesi prima dell'anello di Orvoloson Gaunt: riconosciuta la Pietra della Resurrezione incastonatavi (uno dei Doni della Morte, cercati da Silente e Gellert Grindelwald durante il loro periodo di amicizia), e reso folle dal proprio desiderio di rivedere i genitori e la sorella in modo da dirgli quanto era dispiaciuto per le loro morti, egli tenta di usarla, noncurante della maledizione mortale che Lord Voldemort le aveva impresso per proteggere l'Horcrux e che, grazie all'aiuto di Piton, riesce a contenere nella sua mano destra. Dopo essere stato colpito da questa maledizione, presumibilmente nel luglio del 1996, a Silente non resta che un anno di vita.
Consapevole di questo, alla fine dello stesso libro, ambientato nel 1996-1997, Silente pianifica attentamente la sua morte insieme a Severus Piton, lasciandosi uccidere da quest'ultimo con un ordine datogli in segreto da lui stesso.
Tutto il mondo magico partecipa al funerale del grande mago. Perfino le creature magiche che abitano la Foresta Proibita e il lago nero si fermano a rendere omaggio alla tomba bianca di Silente, che si trova, secondo i suoi desideri, all'interno del perimetro della scuola che tanto amava.
Silente muore il 30 giugno 1997, alla veneranda età di 116 anni.
Silente e Piton continuano nel loro piano anche dopo la morte del primo attraverso precise istruzioni date a Piton (neo-nominato preside di Hogwarts da Voldemort in persona) dal quadro dello stesso Silente nell'ufficio del preside, proteggendo da lontano Harry e aiutandolo a trovare il modo di sconfiggere definitivamente il Signore Oscuro.
Nell'epilogo si scopre che Harry ha chiamato il suo secondo figlio Albus Severus, in onore di Silente e di Piton, a sua detta i due più grandi presidi che Hogwarts abbia mai avuto.

Analisi del personaggio

Significati del nome

Nei libri della Rowling i nomi nascondono un significato (come del resto è usuale nelle favole), specie se si tratta di un personaggio fondamentale per la storia come Albus Silente (in originale Albus Dumbledore). Nel nome originale del preside di Hogwarts possiamo ritrovare significati profondamente legati alla tradizione britannica che, per un'autrice che ha avuto una formazione classica, non sono dovuti al caso. Segue l'analisi del nome nella sua versione originale (Albus Percival Wulfric Brian Dumbledore):
Albus deriva dall'aggettivo latino che significa "bianco" e ricorda anche Albion, un nome molto antico di tradizione arturiana per "Britannia".
Percival è colui il quale, fra i cavalieri di Re Artù impegnati nella ricerca del Santo Graal, riuscirà a trovare la preziosa coppa. Altri due personaggi della serie portano questo nome: Percy Weasley (fratello maggiore di Ron) e Percival Silente (padre di Albus, Aberforth e Ariana).
Wulfric può prestarsi ad una interessante speculazione linguistica che collegherebbe Silente con il poema britannico di Beowulf: Beowulf infatti ha il significato di "orso potente" (beo) e "lupo" (wulf), mentre il secondo nome di Silente può essere diviso in "lupo" e "potere, autorità-governo" (rule). In questa similitudine Silente è l'eroe Beowulf mentre Grindelwald è il nemico Grendel.
Brian è un nome da associare ai re nella tradizione celtica, in particolare irlandese: Brian Boru fu sovrano d'Irlanda nell'XI secolo.
Dumbledore è la parola in inglese antico per "bombo". In italiano si è scelto di tradurre il cognome in Silente in quanto filtra "l'aura di superiore saggezza" e ai traduttori "è sembrato più autorevole di tutte le variazioni possibili suggerite dall'originale". L'autrice, a proposito di questa traduzione, ha dichiarato: "La traduttrice si è basata sulla parola dumb nel cognome, che significa muto". In realtà, come fa notare la Rowling, dumbledore è una forma antica della parola bumblebee, che significa bombo.
«L'ho scelto perché avevo l'idea di questo mago [...] sempre in movimento. [...] Per me il nome Silente è una totale contraddizione. Ma il libro è molto popolare anche in Italia, il che significa che la cosa non disturba per niente gli italiani!»
(J. K. Rowling)



Traduzioni nelle varie lingue

  • Arabo: ألباس دمبلدور
  • Bengali: অ্যালবাস ডাম্বলডোর (Albas Damboldor)
  • Bulgaro: Албус Дъмбълдор
  • Catalano: Albus Dumbledore
  • Cinese (tradizionale): 阿不思.鄧布利多
  • Cinese (Taiwan): 阿不思.鄧不利多教授
  • Ceco: Albus Brumbál
  • Coreano: 알버스 덤블도어
  • Ebraico: אלבוס דמבלדור
  • Francese: Albus Dumbledore
  • Gallese: Albus Dumbledore
  • Greco antico: Διμπλόδωρος
  • Greco moderno: Άλμπους Ντάμπλντορ
  • Hindi: डम्बल्डोर
  • Inglese: Albus Dumbledore
  • Italiano: Albus Silente
  • Giapponese: Albus Dumbledore (アルバス・ダンブルドア Arubasu Danburudoa?)
  • Lettone: Baltuss Dumidors (balts = bianco)
  • Lituano: Albas Dumbldoras
  • Norvegese: Albus Humlesnurr
  • Olandese: Albus Perkamentus (perkament = pergamena)
  • Persiano: آلبوس دامبلدور
  • Polacco: Albus Dumbledore
  • Portoghese (Brasile): Alvo Dumbledore (alvo = bianco, pulito)
  • Portoghese (Portogallo): Albus Dumbledore
  • Rumeno: Albus Dumbledore
  • Russo: Альбус Дамблдор (Al'bus Dambldor)
  • Serbo: Albus Dambldor
  • Slovacco: Albus Dumbledore
  • Spagnolo: Albus Dumbledore
  • Tedesco: Albus Dumbledore
  • Tailandese: อัลบัส ดัมเบิลดอร์

L'uomo dietro al mago

Silente, per la sua natura a volte misteriosa, a volte edificante, rassicurante, comica, a volte addirittura severa, è uno dei personaggi più particolari dell'intera serie. La sua grande saggezza e notorietà ne fanno il mago più rispettato del suo tempo, l'unico veramente temuto da Lord Voldemort.
Ma dietro al mago c'è anche un uomo: ama la musica classica, in particolare la musica da camera e il bowling, ed è un appassionato di dolci.
Il suo carattere presenta innumerevoli sfumature, alterna momenti in cui appare tremendamente vecchio a momenti in cui emana un'imponente aura di potere, la stessa aura che fa capire per la prima volta ad Harry Potter, alla fine del quarto volume, perché si dice che sia lui l'unico mago temuto da Lord Voldemort, in contrasto con l'immagine che Harry aveva avuto di lui fino a quel momento. La caratteristica di Silente che appare più spesso (e che forse lo caratterizza principalmente) è tuttavia la sua natura bizzarra, ironica e brillante. Molto spesso sono citate le sue classiche "occhiate scintillanti" attraverso gli occhiali a mezzaluna, per non parlare di alcune battute bizzarre presenti lungo tutta la saga, di cui le più famose sono senza dubbio i discorsi ai banchetti di apertura dell'anno scolastico.
Come lui stesso confida ad Harry, ha commesso degli errori in passato, errori di valutazione che hanno anche condizionato la vita del bambino sopravvissuto. Nell'intento di proteggerlo ad ogni costo dai pericoli che inevitabilmente si troverà ad affrontare (e forse nella speranza di evitarglieli), preferisce rimandare il più possibile il momento in cui Harry conoscerà in tutta la sua interezza quello che significa la cicatrice che lo ha segnato. Questa decisione sfocia nell'ignorare Harry per tutto il quinto anno di scuola del ragazzo, mentre tutto il mondo magico non crede al ritorno di Voldemort, mina la fiducia di Harry nell'uomo, e precipita quando Voldemort stesso, sfruttando il fatto che Harry non studi più Occlumanzia, tende al ragazzo una trappola per farlo arrivare al Ministero, nel tentativo di catturarlo.
Da una parte è il "padre premuroso" che Harry non ha mai avuto, che vuole evitare al figlio ulteriori e premature sofferenze, ma dall'altro emerge la figura del "maestro" e della "guida" che ha il dovere di rendere edotto il ragazzo sul cammino che lo aspetta, prepararlo e dargli tutti gli strumenti necessari perché possa uscire vivo dal suo confronto con Voldemort.
Nel sesto libro Harry ha quasi improvvisa la visione della vecchiaia e della fallibilità del suo mentore. Si trova di fronte ad un Silente ormai giunto al tramonto, ma comunque risoluto ed incredibilmente forte per la sua età e che non si sottrae alla lotta pur di dare ad Harry tutti gli strumenti e le informazioni necessarie per completare il suo percorso.
Silente è per Harry e per tutti gli studenti della scuola di Hogwarts, fatta eccezione dei Serpeverde, un modello e un punto di riferimento. I Serpeverde vorrebbero che un altro mago fosse il preside di Hogwarts e sono ben felici quando l'incarico passa nelle mani di Dolores Umbridge nel quinto libro.
Harry sostiene sin dal primo libro Albus Silente, e nel sesto dichiara risoluto e irremovibile all'insistente Ministro della Magia di essere «l'uomo di Silente, fino in fondo». Nel settimo libro, Harry si troverà da solo a difendere l'immagine e il prestigio del suo grande mentore, la cui memoria è stata infamata dalla pubblicazione di una biografia non autorizzata, scritta dalla reporter Rita Skeeter, che non ha risparmiato i dettagli più oscuri del suo passato. È proprio nel settimo libro che emergono la complessità del personaggio e le sue umane contraddizioni.
In un'intervista J. K. Rowling ha infatti dichiarato:
«Una grande intelligenza non ti protegge dagli errori emotivi, e penso che Silente ne sia il perfetto esempio.»
(J. K. Rowling intervistata da Mugglenet.com)
In seguito alla pubblicazione dell'ultimo libro l'autrice ha rivelato inoltre la sua omosessualità, dichiarando che Silente era innamorato di Gellert Grindelwald, e che per questo motivo non si rese subito conto della malvagità dell'uomo.

Somiglianze

Silente ha molti punti in comune con altri personaggi di libri o film fantasy. I più importanti fra questi sono il mago Merlino delle leggende bretoni, lo stregone Gandalf del Signore degli Anelli, Obi-Wan Kenobi della saga Guerre stellari e il leone Aslan, delle Cronache di Narnia. C'è anche chi lo ha paragonato ad un personaggio storico: John Dee, studioso dell'occulto alla corte di Elisabetta I d'Inghilterra. Sebbene J. K. Rowling non abbia mai ammesso di aver tratto ispirazione da essi nella creazione di Silente, è evidente che questi abbia molto in comune con altri personaggi, soprattutto per quanto riguarda la sua funzione di mentore e protettore all'interno della struttura narrativa. Diversamente dagli altri però, Silente vive e si confronta con una dimensione molto più umana e vicina a quella del lettore.
Sia che si parli di Gandalf che di Silente, a livello di caratteristiche fisiche e di ruolo all'interno della trama, il personaggio da cui entrambi sembrano aver origine è Merlino. Lo stesso Re Artù può essere considerato un antenato spirituale di Harry Potter: come Merlino nasconde il giovane Artù per proteggerlo dai nemici del padre Uther, così Silente nasconde Harry presso i Dursley per proteggerlo dai seguaci di Lord Voldemort.


Adattamento cinematografico

Nei primi due film, Silente è interpretato da Richard Harris; a partire dal terzo film, Silente è interpretato da Michael Gambon (a causa della scomparsa di Harris, avvenuta nel 2002). Il personaggio interpretato da Harris è fisicamente molto simile a come descritto nel romanzo, mentre il Silente di Gambon risulta, pur non eccessivamente, più distaccato nell'aspetto fisico (nel vestiario soprattutto).
A partire dal quarto film il personaggio inizia ad essere rappresentato come un mago meno eccentrico ed ironico (come invece era stato nei primi tre, in particolare nel terzo), lasciando il posto ad un personaggio più serio e convenzionale.
A causa del dovuto cambiamento dell'interprete, l'aspetto di Silente porta a dei lievi errori di continuità:
  • Nel quarto film Harry assiste al processo contro Igor Karkaroff (grazie al pensatoio di Silente); esso avviene dopo la caduta di Voldemort, più o meno nel periodo in cui Harry viene consegnato ai Dursley (scena iniziale del primo film), ma, nonostante questo, Silente appare molto più giovane rispetto alla scena iniziale del primo film, con barba e capelli molto più disordinati e di color grigio scuro invece che essere lisci e bianchi.
  • Nell'ottavo film, nei ricordi di Piton, Silente è rappresentato con l'aspetto che aveva nel sesto, anche per quanto riguarda avvenimenti paralleli o anteriori al primo.
Da notare anche il dettaglio degli occhiali: nei romanzi, Rowling fa costanti riferimenti agli occhiali a mezzaluna di Silente come di un tratto caratteristico del vecchio mago; nel quarto film, in alcune scene Silente non li porta; nel quinto e sesto, addirittura, non li indossa mai (in entrambi unicamente nella scena del banchetto di inizio anno).
A partire da Animali fantastici - I crimini di Grindelwald, secondo film della saga cinematografica prequel di Harry Potter, il personaggio del giovane Albus Silente sarà interpretato da Jude Law.

Fanny

Fanny (Fawkes) è la fenice di Silente. Una fenice è una creatura magica che «s'incendia quando comincia a cedere e risorge dalle ceneri in forma di pulcino. [...] Può scomparire e ricomparire a piacere. Il canto della fenice [...] accresce il coraggio nei puri di cuore. Le lacrime di fenice hanno potenti proprietà curative». Le fenici sono inoltre in grado di trasportare carichi molto pesanti.
Fanny ha donato due piume della sua coda che adesso costituiscono l'anima delle bacchette magiche di Harry Potter e del suo peggior nemico, Lord Voldemort.
Fanny usa le sue doti nel secondo libro, dapprima quando rinasce dalle sue ceneri nell'ufficio del preside, poi quando rimargina la ferita di Harry procuratagli dal morso del basilisco, portandogli il cappello parlante, dal quale Harry estrarrà la spada di Godric Grifondoro, e in ultimo quando porta Ginny Weasley, Ron Weasley, Gilderoy Allock e Harry fuori dalla camera dei segreti.
Nel quinto libro dà una specie di avvertimento a Silente mandandogli una piuma e funge da messaggero per la famiglia Weasley, Sirius e Harry, quando Arthur Weasley è ricoverato al San Mungo. Sempre nel quinto volume Fanny fa fuggire Silente dal suo ufficio dopo che questi ha stordito il Ministro della Magia, Dolores Umbridge e due Auror. In questa scena si può anche osservare come Silente si doti di una fenice da utilizzare come utile via di fuga d'emergenza da Hogwarts, in quanto non ci si può smaterializzare entro i confini della scuola con le normali pratiche magiche. Sempre nel quinto libro, per difendere Silente durante la battaglia contro Voldemort al Ministero della magia nell'Ufficio Misteri, inghiotte al volo un Avada Kedavra diretto a lui. In questa occasione la creatura, anziché morire, si scioglie nelle sue ceneri e rinasce, in quanto le fenici sono immortali.
In seguito alla morte del suo padrone, nel sesto libro, Fanny scompare dopo aver cantato la sua tristezza.

Silente nella cultura di massa

Il personaggio di Silente è stato parodiato in alcuni sketch e serie animate. Nella serie I maghi di Waverly (Wizards of Waverly Place), gli episodi "Scuola di magia parte 1" e "Scuola di magia parte 2" sono caratterizzati da Alex e Justin Russo che frequentano una scuola di magia estiva chiamata Magi-tech, della quale è preside Crumbs, personaggio ispirato a Silente. Nell'episodio de I Simpson intitolato Una coppia da Haw-Haw Lisa chiede a Homer che lui le legga il suo libro di Angelica Button affinché lei si addormenti. Homer, scoprendo durante la lettura che il personaggio del preside Barbagrigia muore (come accade a Silente in Harry Potter e il principe mezzosangue), nasconde la cosa a Lisa inventandosi un lieto fine. Lisa leggerà il finale autentico ma deciderà che quello di Homer è migliore.



venerdì 30 ottobre 2020

Enneagramma (Gurdjieff)

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L'enneagramma (dalle parole Greche εννέα, ennea, "nove" e γραμμα, gramma, "scrittura") è un simbolo pubblicato per la prima volta nel 1949 nel testo Frammenti di un insegnamento sconosciuto di Pëtr Dem'janovič Uspenskij, nel quale l'autore rende conto dei suoi otto anni di lavoro con il mistico Georges Ivanovič Gurdjieff. È una figura alla base dell'insegnamento di Gurdjieff, che la utilizza in molteplici casi, come un modello matematico del modo di procedere dei fenomeni.
Fra le altre cose è anche un modello della personalità umana, ed in questa accezione è utilizzato come un sistema di nove tipi di personalità interconnessi. Esso si basa su tecniche introdotte negli insegnamenti di Gurdjieff. Gli Archetipi definiscono nove tipi di personalità (a volte chiamati "enneatipi"), che sono rappresentati dai punti della figura geometrica, che serve anche da schema rappresentativo delle connessioni tra i tipi.
Storicamente sia l'Enneagramma che il pensiero di Gurdjieff hanno influenzato varie persone nei più svariati campi della cultura, come ad esempio l'architetto Frank Lloyd Wright, la scrittrice Pamela Lyndon Travers e il regista Peter Brook, che fa comparire il simbolo nel suo film Incontri con uomini straordinari. Famoso tra gli italiani è il cantante Franco Battiato, nelle cui opere ricorre questo schema concettuale.
Nel mondo ci sono varie associazioni o gruppi che studiano tale metodo, come ad esempio
  • The Gurdjieff Foundation
  • Gurdjieff Society
  • Fundación Gurdjieff Caracas
  • Institut Gurdjieff
  • Centro Studi Tradizionale e di Formazione Interiore secondo G.I.G.
  • Il Nono Passo

giovedì 29 ottobre 2020

Torii

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Un torii (鳥居) è il tradizionale portale d'accesso giapponese che porta ad un jinja (santuario shintoista) o, più semplicemente, ad un'area sacra. La sua struttura elementare è formata da due colonne di supporto verticali e un palo orizzontale sulla cima e frequentemente viene dipinto in colore vermiglio. Tradizionalmente sono fatti di pietra o legno, ma in tempi recenti i costruttori hanno iniziato ad usare anche l'acciaio o il cemento armato.
Generalmente i torii si trovano a gruppi di tre, ma fuori dai templi o dai luoghi di culto non mancano mai. Il numero è tuttavia variabile. Ad esempio, i santuari dedicati al dio Inari possiedono tipicamente molti torii, mentre il santuario di Fushimi Inari-taisha a Kyoto possiede addirittura migliaia di torii.
La loro costante presenza nello shintoismo è dovuta al fatto che il passaggio sotto di esso è considerato una prima forma di purificazione, poi completata con le abluzioni rituali nelle immediate vicinanze del santuario. Le credenze popolari tendono ad identificarlo semplicemente come un simbolo di fortuna e prosperità. Per questo è costume che una persona che ha ottenuto successo negli affari doni un torii come segno di gratitudine agli dèi.

Origine

L'origine di queste costruzioni, da sempre caratteristiche del paesaggio giapponese, è incerta. Sebbene strutture simili si possano trovare in molte altre zone dell'Asia, come in India (i torana dell'architettura buddista e induista), in Cina (p'ai-lou), in Corea (Hongsalmun), in Thailandia, in Nepal e altrove, la ragione e le circostanze per cui questi portali siano stati importati anche nell'Arcipelago non sono conosciute.
Secondo una versione dei miti di Amaterasu (la dea del Sole), quando questa si rinchiuse in una caverna per sfuggire al pestifero fratello Susanoo, causando un'eclissi, le persone, timorose di non rivedere più la luce del Sole, misero su un grosso trespolo di legno per uccelli, tutti i galli della città. Il loro continuo cantare la incuriosì e la indusse a sbirciare fuori dalla caverna.
Approfittando del varco apertosi, uno degli dèi aprì completamente l'ingresso, spingendo via la roccia e permettendo alla luce del Sole di illuminare ancora la Terra. Quel trespolo divenne il primo torii.
È interessante che nel mito sia raccontato che sul trespolo siano stati messi vari uccelli. Secondo altre fonti autoctone infatti, un tempo i torii avevano proprio la funzione di ospitare i galli sacri dalla lunga coda e gli uccelli in generale, visti come messaggeri degli dèi (tra l'altro questi particolari galli si trovano ancora in certi sacrari). È probabile che con il tempo venne dimenticato l'uso primitivo e fu così che il torii divenne da un'uccelliera un portale. Questa teoria parrebbe confermata dallo stesso termine torii, composto di tori (uccello) e i (essere, stare, luogo).

Parti principali

I torii appartengono a due famiglie principali, quella del Shinmei torii, stile utilizzante solo travi diritte, e quella del Myōjin torii (di gran lunga la più comune), che utilizza invece anche travi ricurve.
Strutturalmente un torii è caratterizzato da nove elementi, non tutti sempre presenti:
  • il kasagi, la trave a cavallo delle due colonne
  • lo shimaki, una seconda trave a volte presente sotto il kasagi
  • il nuki, trave secondaria sotto il kasagi e lo shimaki che collega e tiene insieme le due colonne
  • i kusabi, cunei che fermano il nuki;
  • il gakuzuka, supporto situato tra shimaki e nuki a sostegno del primo e a volte recante un'iscrizione
  • gli hashira, le colonne cilindriche che sostengono la costruzione
  • i daiwa, i capitelli delle colonne
  • i daiishi o kamebara, le basi di queste ultime
  • i nemaki, guaine nere (o a volte di altro colore) alla base delle colonne
Le colonne possono avere una certa inclinazione verso l'interno detta uchikorobi.





mercoledì 28 ottobre 2020

Triplice cinta sacra

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La triplice cinta sacra è un simbolo sacro, molto presente nell'area del Gargano, rappresentante l'orientamento dell'uomo nello spazio e nell'ambito vitale, l'opposizione della terra al cielo, ma può rappresentare anche l'universo creato (terra e cielo) opposto al non-creato e al creatore.

Aspetto

Si tratta di quadrato profondamente inciso con un foro centrale abbastanza profondo ed una linea intermedia verticale che interseca esattamente a metà il quadrilatero. Potrebbe trattarsi anche di un Centro Sacro rimasto incompiuto (tale simbolo consiste generalmente in un quadrato in cui sono inscritti 8 raggi, che al proprio interno formano due croci greche)

Significato

Il simbolo ha molteplici significati.
Può rappresentante l'orientamento dell'uomo nello spazio e nell'ambito vitale, ma anche l'opposizione della terra al cielo o l'universo creato (terra e cielo) opposto al non-creato e al creatore.
Il simbolo può riferirsi, inoltre, al cosiddetto omphalos, simbolo rappresentante il Centro del Mondo e molto diffuso.

martedì 27 ottobre 2020

Triquetra

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La triquetra, o triscele, è un antico simbolo a tre punte, di solito interconnessi.
Nella simbologia celtica la triquetra simboleggiava una divinità femminile tripla, mentre nel nord Europa compare nelle rune vichinghe.
Nelle rappresentazioni delle antiche popolazioni della Sicilia , VII-VI sec. a.C., appare come una triscele, un insieme di tre gambe unite all'anca.
Dal punto di vista della matematica può considerarsi una forma geometrica riconducibile ad un intreccio costituito da due nodi: si ottiene intrecciando in modo non semplificabile un nodo a trifoglio ed una curva chiusa semplice (cerchio, o nodo banale). La forma geometrica si ottiene presentando il suddetto intreccio in una figura sostanzialmente simmetrica, invariante per rotazioni di 120 gradi. La precedente figura viene anche semplificata nella corrispondente puramente bidimensionale (eliminando le distinzioni di sovrapposizione).
In araldica la triquetra ha la stessa topologia del cosiddetto nodo gordiano.
Il simbolo è stato poi utilizzato in seguito dai cristiani come simbolo della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo). L'appropriazione di questo simbolo da parte del cristianesimo è stata particolarmente facile in quanto la triquetra grazie alla sua forma è facilmente interpretabile come l'unione della trinità che potrebbero essere interpretati come i simboli cristiani Ιχθυς.
Una rappresentazione molto comune del simbolo è un cerchio che passa attraverso i tre anelli interconnessi della Triquetra. Il cerchio sottolinea l'unità di tutta la combinazione dei tre elementi.

lunedì 26 ottobre 2020

Argomento teleologico

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L'argomento teleologico, o argomento del disegno divino, è una delle argomentazioni utilizzate per dimostrare l'esistenza di Dio o di un creatore, a partire dalla percezione di un ordine, di uno scopo, di un progetto o di una direzione nello stato delle cose. Il termine "teleologico" deriva dal greco telos, che significa "fine" o "scopo"; la teleologia è l'ipotesi che esista uno scopo o un principio direzionale nei processi della natura.

Formulazione dell'argomento

Nella sua variante di base, l'argomento teleologico può essere formulato come segue:
  1. 'X' è troppo [ complesso, ordinato, adattivo, palesemente finalizzato, bello ] per essere apparso casualmente;
  2. perciò 'X' deve essere stato creato da un essere [ senziente, intelligente, saggio, con uno scopo ];
  3. Dio è quell'essere;
  4. dunque Dio esiste.
Al posto di 'X' normalmente si trova l'universo, la vita, il processo dell'evoluzione, l'umanità, particolari specie animali, un particolare organo come l'occhio o il linguaggio umano; 'X' sostituisce talvolta una delle costanti fondamentali dell'universo, come una costante fisica o una legge fisica, e talvolta questo argomento basato anche sul principio antropico, che sottolinea come l'universo sia esattamente come deve essere per permettere a una forma di vita intelligente di esistere.
Mentre molte delle forme classiche di questo argomento sono collegate al monoteismo, alcune versioni possono sostituire a Dio un demiurgo, più divinità o talvolta gli extraterrestri come causa dei fenomeni naturali, sebbene la forma precedente possa ricorrere ancora in occasione della causa prima. È anche possibile lasciare aperta la questione dell'identità del "progettista":
  1. la complessità implica un progettista;
  2. l'universo è altamente complesso;
  3. dunque l'universo ha un progettista.

domenica 25 ottobre 2020

Geometria sacra

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«La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.»
(Galileo Galilei, Il Saggiatore, Cap. VI)



In architettura la geometria sacra è usata nella pianificazione e costruzione di edifici religiosi come chiese, templi, moschee, monumenti e complessi vari, altari, tabernacoli o dipinti, sculture o anche spazi sacri. Secondo Paul Calter nella geometria sacra, significati simbolici e sacri sono attribuiti a certe forme o proporzioni geometriche. Nel mondo antico certi numeri e forme che vennero presto correlate ai numeri (poligoni, pentagoni, triangoli, quadrati, esagoni) avevano anche un significato simbolico.
In antropologia, per geometria sacra si intende una caratteristica della etnomatematica e della visione del mondo di molte culture indigene. Riferimenti ad essa si trovano anche nella teologia ed in alcune filosofie della matematica.
Tipicamente, le culture tradizionali considerano la geometria sacra come qualcosa al di là di ogni descrizione algebrica. La geometria praticata dai matematici e simboleggiata nell'algebra è considerata una proiezione approssimativa del sacro; connettendosi con gli schemi matematici fondamentali, una persona può contemplare il Mysterium Magnum e il grande progetto divino del cosmo. Studiando la natura di questi schemi, forme e relazioni matematiche, si otterrebbe una comprensione intima delle leggi e dei misteri dell'Universo.
Per molte culture tradizionali, la presenza in natura di varie strutture geometriche — quali la conchiglia del Nautilus pompilius (che forma una spirale logaritmica) e gli alveari esagonali formati dalle api — è sufficiente a suffragare l'importanza cosmica delle forme geometriche e matematiche.
Nella cultura occidentale, gli esempi più tipici di questo concetto sono forse le dottrine matematiche di Pitagora e le "forme ideali" di Platone. Nondimeno, idee simili sono state espresse in tempi più recenti da fisici come Erwin Schrödinger, Werner Karl Heisenberg e David Bohm.
In effetti, questa concezione della matematica sembra essere diffusa fin dai tempi preistorici, come universale culturale della cognizione umana.

Usi della geometria nelle pratiche religiose ed esoteriche

Il termine geometria sacra è anche usato per indicare l'applicazione della geometria alla religione e all'esoterismo, come conseguenza diretta della concezione del cosmo sopra descritta. Gli oggetti geometrici che occupano un ruolo più importante in ambiti sacri e/o esoterici sono quelli che presentano più simmetrie, quali ad esempio i solidi platonici o i poligoni regolari, o quelli che generalmente richiamano un'idea astratta di eleganza e bellezza, quali la sezione aurea.
Tali forme geometriche sono usate in tutte le culture nella costruzione e strutturazione di edifici sacri come templi, moschee, megaliti, monumenti, chiese, nonché di spazi sacri come altari, temenoi e tabernacoli, oltre che nella creazione dell'arte sacra. Le stesse strutture geometriche (come la sezione aurea, le piramidi, o i poligoni regolari) sono presenti nell'antica architettura egizia, greca e romana, nonché nell'Europa medievale cristiana. Le comunità spirituali dell'India e dell'Himalaya costruirono templi e fortificazioni basati su strutture geometriche dette mandala e yantra.

sabato 24 ottobre 2020

Cosmogramma

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Un cosmogramma è una figura geometrica piana che raffigura una cosmologia (intesa come filosofia). Alcune di queste figure furono create a scopo meditativo. I cosmogrammi più famosi sono quelli Mandala della cultura buddista, ad ogni modo simili diagrammi erano anche usati in occidente durante il medioevo.
La maggior parte dei cosmogrammi sono costituiti da un cerchio e un quadrato o un cerchio e una croce: il cerchio di solito rappresenta l'universo o l'unità, mentre il quadrato o la croce può rappresentare la Terra (le quattro direzioni). Il centro può rappresentare l'individuo.

Astrologia

Cosmogramma è anche il nome usato in cosmobiologia per descrivere l'oroscopo specializzato.

venerdì 23 ottobre 2020

Corpo esoterico


In numerose tradizioni, religioni e scuole di pensiero orientali ed esoteriche, il corpo è considerato tutto ciò che – a livello più o meno materiale – riveste e ricopre la «vera essenza» spirituale di un essere che deve, attraverso pratiche religiose, liberarsi delle necessità materiali corporee per raggiungere i più alti gradi di spiritualità. Trattandosi di un'essenza "nascosta", il suo studio attiene alla cosiddetta anatomia occulta.

Cenni storici

«Tutto quanto si sa dei corpi non consiste solo nell'estensione, come sostengono i moderni. Questo ci costringe a reintrodurre quelle forme che essi hanno bandito.»
(Gottfried Leibniz, Discorso di Metafisica, XVIII)
A una concezione risalente a Platone, che vedeva nei corpi la manifestazione fenomenica di un'idea trascendente, o ad Aristotele che individuava nei corpi un sinolo, cioè un'unione, di sostrato materiale e forma spirituale, si è andata sempre più sostituendo nell'età moderna una visione esclusivamente materialista che riduceva il corpo ad una mera estensione spazio-temporale.
Con Cartesio, che separò rigidamente la res extensa o «sostanza estesa», dalla res cogitans o «sostanza pensante», venne da un lato inaugurata una concezione soltanto meccanicista e quantitativa dei corpi, ripresa dall'atomismo di Democrito, mentre dall'altro, sul piano mentale, fu eliminata la distinzione che la filosofia greca poneva tra i livelli dell'anima, in particolare tra nous e dianoia, ossia tra intelletto e ragione, distinzione fatta propria dalla scolastica, e tramandata fino al Rinascimento. Sino allora, almeno per quanto riguarda la tradizione occidentale, le varie dottrine dell'antichità avevano trovato una sintesi filosofica nel neoplatonismo, concepito da Ficino come pia philosophia, cioè come un'unica dottrina filosofico-religiosa, antitetica alle correnti di pensiero atee e materialiste, che percorrendo la storia dell'umanità ne unificava i diversi filoni spirituali, da Platone al Cristianesimo.
Fu così che nel Rinascimento, all'interno di certi ambienti alchemico-cristiani dell'Europa, aveva ripreso vigore una visione esoterica dell'essere umano, concepito come un microcosmo in cui si riflette il macrocosmo, e quindi come un insieme di parti che concorrono a formare un tutto organico, ognuna delle quali veniva associata ad esempio a un particolare pianeta, o un particolare metallo. All'interno del neoplatonismo confluivano anche concezioni del pitagorismo e del Corpus Hermeticum, la dottrina già ripresa, almeno in parte, da Porfirio, da Giamblico e Proclo.
Anche se con accezioni e funzionalità parzialmente diverse da quelle neoplatoniche, le distinzioni e le specifiche peculiarità attribuite ai corpi sono ritornate nelle dottrine esoteriche moderne, in particolare con la Società Teosofica fondata da Helena Blavatsky, e con l'antroposofia di Rudolf Steiner.

Le tre suddivisioni

La tradizione occidentale, rifacendosi alle dottrine greche e giudaico-cristiane, ha generalmente proposto una suddivisione dell'essere umano in tre livelli. Platone lo suddivideva in una componente razionale (loghistòn), volitiva (thumoeidès), e concupiscibile (epithymetikòn), oppure, in un altro contesto: nous (intelletto), thumos (passione), e epithumia (appetito). Aristotele differenziava invece le funzioni dell'anima umana in: intellettiva, sensitiva e vegetativa. Queste suddivisioni sono state poi assimilate e integrate nella tripartizione evangelica fatta da Paolo di Tarso che distingueva il corpo, l'anima e lo spirito, nei quali la tradizione agostiniana vedrà l'immagine della Trinità.
Ogni livello è a sua volta ulteriormente suddivisibile, compreso quello fisico, che può essere concepito come una composizione dei quattro elementi fondamentali (aria, acqua, terra, fuoco). In seno all'anima, ad esempio, la scolastica medioevale ha fatto propria la tripartizione aristotelica dell'essere umano in anima vegetativa (comune alle piante), sensitiva (comune agli animali), e razionale (esclusiva dell'uomo).
Analogamente, secondo l'antroposofia steineriana, il primo livello è quello propriamente fisico, mentre ai due superiori (anima e spirito) si attribuisce un'ulteriore suddivisione a seconda dei vari livelli di densità. La costituzione occulta dell'uomo risulta quindi la seguente:
  • 1) corpo fisico;
  • corpo sottile:
    • 2) corpo eterico (o vitale),
    • 3) corpo astrale (o emozionale),
    • 4) Io razionale (personalità umana);
  • corpo spirituale (o causale):
    • 5) Sé spirituale (coscienza superiore),
    • 6) Spirito vitale (individualità universale),
    • 7) Uomo-spirito (emanazione della divinità).
Si tratta quindi di sette corpi in tutto, che nel lessico filosofico greco-latino trovano corrispondenza nei seguenti termini:
  1. σῶμα (Soma) / Corpus
  2. ψυχῆ (Psyche) / Anima
  3. σκιά o ὅχημα (Ochema) / Umbra
  4. εἴδωλον (Eidolon) / Imago
  5. Φάσμα (Phasma) / Manes
  6. διάνοια (Dianoia) / Mens
  7. νοῦς (Nus) / Spiritus

Corpo grossolano

Il corpo grossolano non è altro che il corpo fisico, soggetto a nascita e morte. Esso è ovviamente il corpo più denso in modo assoluto, tant'è che può essere percepito con i normali organi di senso. Rudolf Steiner lo equipara alla condizione dei minerali, sebbene le forze in esso attive siano poste al servizio di altre componenti più elevate:
«Il corpo fisico è, nel mondo manifesto, ciò in cui l'uomo è simile al mondo minerale; d'altra parte, non può considerarsi corpo fisico ciò che differenzia l'uomo dal minerale. Da questo punto di vista, il fatto di massima importanza è che la morte mette in evidenza quella parte dell'entità umana, che, sopravvenuta la morte, è della stessa natura del mondo minerale. Possiamo accentuare il fatto che in questo elemento costitutivo della natura umana, cioè nel cadavere, sono attive le stesse sostanze e le stesse forze del regno minerale; ma occorre insistere non meno vivamente sul punto che con la morte questo corpo fisico entra in decomposizione.»
(R. Steiner, La scienza occulta nelle sue linee generali [1910], cap. II, trad. di E. De Renzis ed E. Bataglini, Bari, Laterza, 1947)

Corpo sottile

Le dottrine metafisico-esoteriche definiscono genericamente corpo sottile ogni tipo di struttura extracorporea che convive con la struttura fisica, e di cui ogni essere vivente è dotato. Le terapie che utilizzano il concetto di vibrazione, come l'omeopatia o i fiori di Bach, si propongono di agire su questo tipo di struttura.
Presso la filosofia orientale, il corpo sottile indica il campo di energia composto dagli organi "eterici" che hanno ognuno un corrispondente sul piano fisico, come il cuore, il fegato, e così via. Nella tradizione indiana vi sono poi quegli organi conosciuti come i chakra, la kundalini, e i flussi di energia vitale (prana che scorre nei nadi), mentre nella tradizione cinese ad esso appartengono i meridiani e gli altri organi come il triplice riscaldatore. L'insieme di questi corpi formano i vari strati dell'aura, legati tra di loro in modo tale che ogni cambiamento a livello fisico venga avvertito dapprima nel corpo eterico, poi in quello astrale, poi in quello mentale, e infine in quello causale; viceversa i cambiamenti del corpo sottile si manifestano come cambiamenti di colore negli strati dell'aura prima di arrivare agli strati interni del corpo fisico.
Il corpo sottile è quindi solitamente suddiviso in:

Corpo eterico

È il più denso di tutti e il più direttamente connesso con il corpo fisico. I cambiamenti dello stato fisico sono immediatamente avvertiti come variazioni di energia nel corpo eterico. La sua funzione è quella di strutturare dinamicamente il corpo fisico secondo un'articolazione intelligentemente prevista ma non personalizzata. Gli spiritisti chiamano il corpo eterico anche perispirito, intendendolo come una specie di raccoglitore di involucri strumentali dello Spirito, oppure doppio eterico, essendo in fondo un duplicato del corpo fisico, il quale ne risulta modellato. Su di esso sono situati i chakra, e vi affluisce il prana, ossia di quel tipo di energia funzionale al nutrimento della dimensione psichica.
Steiner lo chiama anche «corpo vitale», trattandosi di quel veicolo che conferisce vitalità all'organismo, e a cui riconosce, pur con molti distinguo, una certa parentela col concetto di forza vitale di cui parlavano gli scienziati nella prima metà del XIX secolo, prima che venisse bandito dalla biologia. Il corpo eterico è ciò che accomuna l'uomo alle piante, le quali vivono come in uno stato permanente di sonno.
«L'uomo ha in comune con il mondo vegetale il corpo eterico, come quello fisico con il minerale.»
(R. Steiner, ivi)
La separazione del corpo eterico dal corpo fisico è ciò che sul piano visibile determina la morte.

Corpo astrale, animico, o emozionale

È meno denso ma ancora più complesso del corpo eterico; riflette lo stato emotivo dell'individuo, ed è sede e motore dei sentimenti, dei desideri, delle emozioni.
Poiché ogni passione ha la sua tonalità astrale, i suoi colori si riverberano sull'involucro generale dell'aura. Helena Blavatsky lo scompone in sette principi, prossimi al livello fisico. Rudolf Steiner lo chiama anche «corpo psichico», «corpo di coscienza», e a volte «corpo dei desideri». Non è associato a forme fisiche o eteriche, ma possiede forma ovoidale ed è percorso da correnti di forze psichiche che si manifestano in maniera luminosa, colorata o trasparente. È strettamente collegato con le ghiandole endocrine, ed è a partire da questo livello che avrebbero origine il 90% delle malattie fisiche.
Secondo Steiner, il corpo astrale è responsabile dello stato di veglia a cui ci ridestiamo dopo il sonno. Durante lo stato di incoscienza del sonno, il corpo astrale si separa da quello eterico: mentre il secondo rimane all'interno del corpo fisico, il primo deve esplicare la sua azione in un ambiente astrale extra-corporeo dove poter reintegrare quelle forme e quei modelli da veicolare al corpo eterico, funzionali a sua volta della conservazione del corpo fisico.
«L'osservazione dei sensi non riguarda invero il corpo astrale stesso, ma soltanto i suoi effetti su ciò che è manifesto; e questi durante il sonno non sono direttamente visibili. Nello stesso senso in cui l'uomo ha in comune con i minerali il corpo fisico e con le piante il corpo eterico, così egli ha il corpo astrale in comune con gli animali.»
(R. Steiner, ivi)
Trattandosi di un terzo strato, il corpo astrale non ha, di per sé, influenza diretta sul corpo fisico; la sua azione sulla materia passa sempre per il sostrato eterico, fungente da guaina di protezione.
Anche Porfirio e Giamblico parlavano di un sostrato a cui l'anima eterica si associa una volta uscita dal corpo fisico, in attesa di reincarnarsi. In questi scritti neoplatonici è definito ὅχημα, veicolo dell'anima. In seguito sarà poi concepito come associato all'anima anche quando si trova incarnata in un corpo.

Corpo mentale

È costituito dall'unione della mente con gli organi di percezione, ed è il corpo adibito alla formulazione del pensiero. Sede dell'Io e delle intuizioni, ma ancora al di sotto della percezione pura dello Spirito, non ha un corrispettivo sul piano sensibile, né su quello animale, ed è pertanto esclusivo dell'essere umano.
Rudolf Steiner a questo livello non parla di corpo ma di anima, distinguendola in tre componenti:
  • anima senziente;
  • anima razionale;
  • anima cosciente.
L'anima senziente può tuttavia essere fatta coincidere con il precedente corpo astrale, mentre l'anima cosciente con il livello successivo del Sé spirituale. L'anima razionale è invece quella che caratterizza più propriamente l'Io, a cui l'uomo perviene tramite la sensazione che, in mezzo al mutare delle esperienze di dolore e piacere, o di fame e di sete, vi è qualcosa che permane. Ed è proprio questo sentimento che differenzia l'uomo dagli animali, e che operando nell'ambito della razionalità, consente il perdurare della conoscenza tramite la memoria.
«Come il corpo fisico si disgrega quando non lo tiene assieme il corpo eterico, come il corpo eterico cade nell'incoscienza quando non lo illumina il corpo astrale, così il corpo astrale dovrebbe lasciar cadere il passato continuamente nell'oblio, se l'«Io» non lo preservasse richiamandolo in vita nel presente. L'oblio per il corpo astrale equivale alla morte per il corpo fisico e al sonno per il corpo eterico. Si può anche dire: del corpo eterico è proprio il vivere, del corpo astrale l'aver coscienza, dell'Io il ricordare.»
(R. Steiner, ivi)
L'anima razionale o mentale è il punto dove si ha il passaggio dal corporeo all'animico, perché è grazie all'anima che l'uomo è in grado di guidare le proprie conoscenze, svincolandosi dagli oggetti presenti della percezione, a cui il corpo astrale limita le proprie esperienze, diventando capace di richiamare anche quelle del passato.
Questi diversi corpi fin qui esaminati costituiscono così, attraverso la loro sintesi, la personalità dell'uomo (storica e psicosociale) che si rinnova o si trasforma attraverso la reincarnazione.

Corpo spirituale o causale

L'Io può anche andare oltre le esperienze, che seppur rielaborate dalla propria memoria, egli ha pur sempre ricevuto dall'esterno. Egli può rivolgere la propria attenzione interamente su se stesso, pervenendo alla percezione della propria essenza attraverso l'autocoscienza.
Si tratta di una struttura ulteriore che non può essere compresa e percepita se non attraverso una certa attività interiore: è il «santuario nascosto» dell'anima a cui non può avere accesso nulla di esterno ad essa, ma può essere raggiunto solo immergendosi nel divino che è nell'uomo. Per Alice Bailey il corpo spirituale è la «Luce interiore chiamata Anima». Gli orientali parlano a questo livello di corpo causale, prima origine di ogni altra manifestazione. Steiner la chiama «anima cosciente», la quale conduce a una conoscenza interiore di se stessi, così come il corpo astrale (sensazione), unito alla capacità mnemonica dell'Io (intelletto), raggiunge una conoscenza del mondo esterno.
Da qui ha inizio il percorso che ogni uomo deve saper compiere individualmente per riuscire a percepire lo Spirito, a cui si accede con la medesima attività che egli sviluppa per percepire se stesso. Diventando padrone degli elementi inferiori della propria anima, l'Io riesce a nobilitarla e spiritualizzarla, aggiungendo così nuovi elementi al suo essere.
«Ciò può andare così oltre, che nell'anima non entri alcun desiderio né alcun piacere, senza che l'Io, come autorità competente, ne permetta l'ingresso. Per tal via l'intera anima diviene una manifestazione dell'Io, mentre al principio ciò accadeva solo per l'anima cosciente. In fondo, tutta la civiltà e tutto lo sforzo spirituale dell'umanità consiste in un lavoro che ha per meta questa supremazia dell'Io. Ogni uomo vivente attualmente è impegnato in questo lavoro, lo voglia o no, ne sia o no cosciente.»
(R. Steiner, ivi)



Gli elementi che l'Io dovrà sviluppare sono i seguenti:

Sé spirituale

È il primo livello della componente spirituale dell'uomo, a cui si collega ciò che Steiner chiama diversamente «anima cosciente», poiché in esso l'anima si connette con lo spirito. Presente nell'uomo solo in germe, il Sè spirituale si sviluppa grazie al lavoro compiuto dall'Io sul corpo astrale, che ne risulta via via dominato e trasformato.
«Si consideri anzitutto come si sviluppino certe proprietà dell'anima umana quando l'Io lavora su di essa: come piaceri e desideri, gioie e dolori possano cambiare. Basta che l'uomo ripensi alla propria infanzia. Da che derivavano allora le sue gioie e i suoi dolori? Che cosa imparando ha aggiunto a ciò che sapeva da fanciullo? La risposta non sarà che una prova del dominio che l'Io ha acquistato sul corpo astrale: ché esso è infatti il veicolo di piaceri e di dispiaceri, di gioie e dolori.»
(R. Steiner, ivi)
Presso la sapienza orientale è denominato «Manas».

Spirito vitale

È la controparte spirituale del corpo eterico o vitale, che si sviluppa quando l'Io lavora su di esso. Si tratta di un lavoro più arduo che sul corpo astrale, poiché il corpo eterico è avvolto sotto due strati: la costruzione dello Spirito vitale consiste infatti nel modificare il proprio temperamento e le peculiarità più profonde del carattere.
Gli impulsi più forti che spingono l'uomo ad agire sul corpo eterico sono gli insegnamenti di natura religiosa, che creano in lui un sentimento costante in grado di conferire ai suoi pensieri e volizioni, modellati nel Sé spirituale, una caratteristica di unitarietà e di durata che si mantiene attraverso i loro cambiamenti.
«L'espressione «spirito vitale» è appropriata, perché in ciò ch'essa denota agiscono le stesse forze che nel «corpo vitale»; solo quando tali forze si manifestano come corpo vitale non è in esse attivo l'Io umano, mentre, quando si estrinsecano come spirito vitale, esse sono impregnate dall'attività dell'Io. Lo sviluppo intellettuale dell'uomo, la purificazione e la nobilitazione dei suoi sentimenti e delle sue volizioni ci danno la misura della trasformazione del suo corpo astrale in Sé Spirituale; le sue esperienze religiose, e varie altre sue prove e vicende, s'imprimono nel suo corpo eterico, e trasformano questo in spirito vitale.»
(R. Steiner, ivi)
In modo analogo agiscono sull'uomo gli influssi dell'arte:
«Quando l'uomo, in presenza di un'opera d'arte, attraverso la forma esterna o il colore o il suono, penetra colla rappresentazione e con il sentimento nei substrati spirituali di essa, gl'impulsi che l'Io ne riceve arrivano in verità ad agire fino sul corpo eterico. Se si approfondisce questo pensiero, si potrà misurare l'enorme importanza dell'arte per tutta l'evoluzione umana.»
(R. Steiner, ivi)
Lo Spirito vitale è analogamente conosciuto presso la filosofia orientale come «Buddhi».

Uomo-Spirito

Il lavoro dell'Io può estendersi, oltre che ai corpi astrale ed eterico, anche a quello fisico: è così che si sviluppa il grado più alto dell'evoluzione umana rappresentato dall'Uomo-Spirito. Un segno di tale lavoro, da non intendersi però come di natura rozzamente materiale, si può scorgere ad esempio nei fenomeni dell'impallidire o del rossire. Steiner tiene a precisare che solo approfondendo la conoscenza soprasensibile si può arrivare a capire la natura di questo lavoro dell'Io sul corpo fisico, inaccessibile altrimenti all'esperienza ordinaria.
«Riguardo all'Uomo-Spirito si può anche facilmente esser tratti in errore dal fatto che nel corpo fisico vediamo l'elemento più basso dell'uomo e quindi possiamo difficilmente rappresentarci che il lavoro su questo corpo fisico debba essere compiuto dall'elemento più alto dell'uomo. Ma, appunto perché il corpo fisico nasconde sotto tre veli lo spirito che in lui è attivo, occorre il più alto genere di lavoro umano per unire l'Io con ciò che è il suo spirito nascosto.»
(R. Steiner, ivi)
Questo elemento supremo è lo stesso che è chiamato «Atma» dalla sapienza orientale.

 

Il corpo esoterico nelle dottrine orientali

Tradizione indiana

La scuola filosofica induista dell'Advaita Vedānta identifica con il termine Kosha (lett. involucro o guaina) i cinque corpi che rivestono l'Ātman, l'essenza immortale fatta di pura beatitudine. Questi cinque involucri, velando la verità di Brahman (radice impersonale e metafisica dell'esistenza, e principio fondante di ogni realtà), generano la manifestazione stessa (in tutti i suoi aspetti), il senso dell'Io e quello di separatività, che l'uomo deve gradualmente superare per riscoprire la propria autentica identità: di essere il Brahman.

Medicina tradizionale cinese

Secondo la medicina tradizionale cinese il corpo umano è pervaso a livello eterico da un'energia (qi) che scorre nei meridiani. I vari organi, ognuno dei quali è associato a uno dei dodici meridiani principali, sono visti come una funzione particolare in cui si specializza quest'energia. Esiste cioè un cuore, un intestino, un polmone, e così via, non solo del corpo fisico, ma anche dell'anima, dei pensieri, dei sentimenti. Gli organi-funzione sono complessivamente i seguenti: rene, vescica, fegato, cistifellea, stomaco, milza-pancreas, polmone, intestino crasso, cuore, intestino tenue, pericardio e triplice riscaldatore.

Triplice riscaldatore

Triplice riscaldatore, o triplice focolare, nella terminologia MTC denota un organo di materia fine, situato all'altezza dello stomaco, che non trova corrispondenza sul piano fisico. È incaricato di trasformare gli alimenti in energia, ed è perciò suddiviso in tre parti: quella centrale si occupa più propriamente di questa trasformazione, generando un flusso di energia pura, che viene indirizzata verso l'alto dalla parte superiore del focolare. All'altezza dei polmoni questo flusso si mescola con l'energia cosmica penetrata attraverso l'aria, andando a costituire la prima forma di energia di cui si serve l'essere umano. Viene poi generato anche un flusso di energia impura, trattata invece dalla parte inferiore dell'organo. Dopo una prima depurazione essa giunge così, attraverso un canale interno, fino ai reni, dove viene ulteriormente depurata. L'energia di scarto finisce nell'urina, mentre quella purificata percorre un canale che collega i reni al fegato, e di qui al meridiano della cistifellea. Quest'ultimo fuoriesce infine all'altezza dell'angolo esterno dell'occhio, determinando l'alternanza degli stati sonno-veglia. In definitiva, il triplice riscaldatore è caratterizzato da numerose connessioni energetiche con le altre parti del corpo e rappresenta in generale l'organo della vitalità.
 
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