Se vi venisse chiesto di indovinare
quando si è tenuto l’ultimo processo per stregoneria in Gran
Bretagna, non pensereste immediatamente ai secoli bui della
superstizione e del fanatismo che precedettero la Rivoluzione
francese?
Beh, non potreste essere più lontani
dal vero, perché l’ultimo processo per stregoneria ebbe luogo
invece nel 1944 e vide come imputata una medium scozzese di nome
Helen Duncan, la cui vicenda rappresenta uno dei casi più oscuri e
controversi del Novecento giudiziario inglese.

Tutto ebbe inizio nel novembre del
1941. All’epoca il Mediterraneo era un mare infido, teatro di
sanguinosi scontri tra la marina inglese e quella italo-tedesca. Il
25 novembre la HMS Barham era impegnata nell’inseguimento di un
convoglio di rifornimenti italiani destinati ai militari impegnati
sul fronte libico.
La Barham, corazzata britannica
costruita ad inizio secolo, con i suoi 196 metri di lunghezza era la
nave ammiraglia della Royal Navy. Nel pieno dell’azione di guerra
venne intercettata dal sottomarino tedesco U-331 e fu silurata;
dapprima sembrò impennarsi, poi si inclinò pericolosamente a
babordo, infine le sue santabarbara esplosero trascinandola negli
abissi insieme alle 861 vite dei militari che la occupavano.

L’Ammiragliato britannico fu avvisato
immediatamente dell’affondamento, ma apprese anche che né l’Alto
Comando tedesco, né l’italiano, erano al corrente dell’accaduto
perché durante l’inseguimento del convoglio nemico, la corazzata
aveva emesso una cortina di fumo per disorientare gli avversari. Il
fumo aveva ingannato i ricognitori italo-tedeschi e la notizia
dell’affondamento non era stata trasmessa ai rispettivi comandi.
Per non demoralizzare il morale degli
inglesi, morale già duramente provato dai bombardamenti su Londra e
da una fase della guerra che pareva volgersi a favore delle forze
dell’Asse, l’Ammiragliato inglese censurò tutte le notizie
dell’affondamento della Barham. Nessuna notizia sulla sorte della
nave sarebbe dovuta emergere fino a contrordine.
Tuttavia, a Portsmouth, angosciati
dalla mancanza di notizie da parte del figlio, due genitori di un
marinaio della corazzata, sospettandone la morte, si rivolsero ad una
delle medium più famose del regno cui, si sussurrava, si erano
rivolti persino il sovrano Giorgio VI ed il primo ministro Winston
Churchill.
Chi era la medium in questione?
Helen Duncan
Durante la seduta di trance, lo spirito
del giovane, intrappolato nella sua bara di acciaio fra gli abissi
del Mediterraneo, apparentemente si manifestò, rivelando tutti i
dettagli della propria tragica sorte, spingendosi a fornire
particolari che nessuno avrebbe potuto conoscere.
A quel punto i servizi segreti inglesi
e la Royal Navy cominciarono a tenere d’occhio la medium scozzese,
temendo altre improvvide “rivelazioni” da parte sua, in un
momento di cruciale importanza per la storia del paese. Come la
veggente si procurasse informazioni cui nessuno aveva accesso non era
dato sapere, e non interessava le autorità, ma senz’altro
preoccupava il controspionaggio inglese la possibilità che la Duncan
potesse svelare, attraverso vie sconosciute, qualcosa di inopportuno
che avrebbe finito per avvantaggiare i tedeschi nella delicatissima
fase della guerra che precedeva lo sbarco in Normandia.
Nel 1944, quindi, nel bel mezzo di
una seduta spiritica, la Duncan fu arrestata
Inizialmente per trattenerla in
prigione si invocò il Vagrancy Act del 1824, che tuttavia condannava
chi praticava la chiromanzia e la negromanzia al solo pagamento di
una multa; si decise allora di incriminarla sulla base del Witchcraft
Act e cioè della Legge sulla Stregoneria approvata dal parlamento
britannico nel 1735, che era stata impugnata per l’ultima volta un
secolo prima.

Dopo sette giorni di processo, durante
i quali più di 40 testimoni si espressero a favore della Duncan,
sostenendo di aver ottenuto incontrovertibili prove di comunicazione
con i propri defunti durante le sue sedute, la medium scozzese fu
condannata per
esercizio della magia nera
a scontare la pena di nove mesi
nella Holloway Prison di Londra e le fu negato persino il diritto di
fare appello alla Camera dei Lord per una revisione della sentenza.

Il processo ebbe una sensazionale eco
mediatica in quegli anni e sembra che persino che Winston Churchill
lamentò, in una lettera al Ministro dell’Interno, l’anacronismo
di un capo di imputazione così poco credibile.
In realtà il Witchcraft Act era
inizialmente nato come una legge moderna, che aveva posto finalmente
una pietra tombale
sulla caccia alle streghe nei
territori d’oltremanica.
Esso negava, infatti, l’esistenza
dei poteri magici precedentemente attribuiti alle streghe, punendo
con una pena di fino ai 12 mesi di prigionia chi millantava di
possedere tali poteri, facendo leva sulla creduloneria delle persone
semplici.
Sotto il profilo formale, pertanto, le
accuse di medianità fraudolenta nei confronti della Duncan erano
lecite, e c’è da aggiungere inoltre che la medium fece anche
parlare di sé in senso negativo.

Nel corso delle sue sedute, infatti, la
donna materializzava una sostanza bianca dalla bocca definita
“ectoplasma”, che talvolta si diceva assumesse le sembianze dei
defunti evocati. Nel 1928 la Duncan aveva accettato di farsi
fotografare durante le sedute dal famoso fotografo Harvey Mercalfe e,
sfortunatamente per lei, le immagini dimostrarono subito che i
presunti fantasmi non erano altro che bambole di pezza.

Insospettita, la London Spiritualist
Alliance decise di analizzare il presunto ectoplasma, scoprendo che
esso altro non era se non una miscela di garze, carta ed albume
d’uovo…
Ma bastava la condotta, in alcuni casi
poco limpida, della Duncan a giustificare la severità della sua
punizione, in considerazione del fatto che non si registrarono
sentenze analoghe in quegli anni o negli anni precedenti?

Con ogni probabilità la pena inflitta
alla medium è da inquadrarsi nell’atmosfera convulsa degli anni
del secondo conflitto mondiale, caratterizzati da un clima di
velenoso sospetto verso ogni
forma di informazione priva di fonte certa.
Resta però innegabile il fatto
che il processo assunse agli occhi dei contemporanei un alone di
sinistro anacronismo.
Nel dopoguerra il clima mutò
completamente: Churchill fece abolire la legge sulla stregoneria nel
1951 e nel 1954 un atto del parlamento britannico riconobbe lo
Spiritismo come religione. Nel 1956 “l’ultima strega” venne
nuovamente arrestata durante una seduta spiritica, e morì poco tempo
dopo nella sua casa di Edimburgo per complicanze legate alla sua
condizione fisica di obesità cronica.

Come era forse prevedibile, persino
oggi non smette di far parlare di sé: il suo busto in bronzo,
infatti, destinato inizialmente ad abbellire Callander, la sua città
di nascita nel cuore della Scozia, ha finito con l’essere
prudentemente parcheggiato presso lo Stirling Smith Art Gallery and
Museum della città di Stirling.
Le roventi polemiche che hanno
accompagnato il tentativo di riabilitazione della sua memoria hanno
infatti convinto le autorità locali che forse era il caso attendere
tempi migliori prima di esporne la statua…