Il niuhi sarebbe -
secondo l'ipotesi formulata nel libro dello scienziato di origine
tedesca Willy Ley Dall'unicorno al mostro di Loch Ness - una
creatura vivente presso le coste delle isole e delle terre
dell'Oceano Pacifico meridionale, le cui caratteristiche e
descrizione sono riportate con dovizia di particolari nell'opera
citata. Nel volume viene descritto come una grossa testuggine avente
una lunghezza complessiva stimata attorno ai nove metri, la testa
imponente, il corpo di notevole diametro, le zampe lunghe un metro e
venti centimetri che si articolano sul corpo subito sotto la testa e
che rimangono stese lungo la mole dell'animale mentre nuota. Questi
arti divengono inoltre formidabili armi per procacciarsi prede:
grazie ad essi, infatti, il niuhi afferra la preda e la spinge
con forza verso le fauci. Ottimo nuotatore, il niuhi raramente
si muove da solo nelle acque: oltre che da altri esseri della sua
specie, l'animale è infatti sovente accompagnato da un pesce pilota
che gli indigeni chiamano mama niuhi. La pelle è levigata e
di colore blu scuro nei piccoli e l'animale pare esser stato
osservato a lungo e a più riprese da diversi testimoni, isolani e
non. Nel libro si citano, al riguardo, le testimonianze, proposte
come autorevoli, del professor J. Macmillan Brown e di una certa
"signorina S. Lovell", maestra di scuola nel Queensland
australiano. Gli indigeni chiamano il niuhi anche con
l'epiteto di moha-moha. Secondo le conclusioni dell'autore del
libro, esso potrebbe essere o una tartaruga marina d'origine
sconosciuta oppure un mammifero marino dalla conformazione alquanto
insolita.
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