giovedì 30 settembre 2021

C'è qualche prova che le anime esistono? E perché?

Abbiamo un'anima? E se sì, è misurabile?

Nel 1907, un medico del Massachusetts di nome Duncan MacDougall dimostrò l'esistenza dell'anima umana. Si chiama teoria dei 21 grammi.

Ha misurato il peso di una persona al momento della morte. Aveva 6 pazienti che hanno sperimentato una perdita di peso con una perdita di peso media di 21 grammi...

Ha registrato non solo l'ora esatta della morte di ogni paziente, ma anche il tempo totale trascorso a letto, nonché eventuali variazioni di peso che si sono verificate intorno al momento dell'espirazione.

Ha anche preso in considerazione le perdite di fluidi corporei come sudore e urina e gas come ossigeno e azoto nei suoi calcoli. La sua conclusione fu che l'anima umana pesava tre quarti di oncia, o 21 grammi.

I risultati dello studio di MacDougall apparvero sul New York Times nel marzo 1907.

L'idea che l'anima pesi 21 grammi è apparsa in romanzi, canzoni e film: è stato anche il titolo del film che Dan Brown ha descritto

gli esperimenti di

MacDougall in dettaglio nel suo film d'avventura The Lost Symbol .


mercoledì 29 settembre 2021

Perché il diavolo non può tornare da Dio e implorare perdono in ginocchio? Dio non lo perdonerà?

 



No, non può perché non è collocato (come noi) nel tempo. Non esiste per lui un prima o in poi e quindi neppure la capacità di cambiare. Mentre scrivo queste righe mi viene in mente però che un grandissimo teologo dei primi secoli, Origene, pensava che alla fine dei tempi anche il diavolo si sarebbe sottomesso e sarebbe stato riconciliato. Questa dottrina non è mai stata ammessa dalla Chiesa Cattolica ma neppure formalmente condannata.

martedì 28 settembre 2021

È possibile nascere con due facce

Edward Mordrake

Nacque nell'anno 1887.

Nel 1910, all'età di 23 anni, si tolse la vita a causa di una profonda depressione.




lunedì 27 settembre 2021

Quale credenza del passato trovo impressionante?

Può sembrare sciocco, ma la verità è che solo 30 anni fa questa affermazione è stata dimostrata falsa.

Si credeva che il loro cervello fosse ancora così sottosviluppato da non poter ancora assimilare il dolore.

Ovviamente, dopo una ricerca si è concluso che non è così, che i bambini possono sentire il dolore anche prima di nascere.



domenica 26 settembre 2021

È possibile che qualcuno abbia già viaggiato nel tempo e capito quanto fosse pericoloso abbia distrutto la sua macchina del tempo?

Sì.

Non solo è possibile, in realtà è già successo.

La persona che ha inventato la macchina del tempo era Xepsis Klerglemoss, e questo è ciò che sembrava dalle foto che si è lasciato alle spalle:



La macchina in sé non andava da nessuna parte, semplicemente vaporizzava i viaggiatori del tempo, per poi svaporarli nel periodo di tempo appropriato.

La macchina poteva essere controllata ovunque si trovasse. Dagli appunti del suo diario scopriamo che il suo primo tentativo è stato solo di tornare indietro di un anno.

La macchina ha funzionato perfettamente, tranne che ha vaporizzato solo lui ma non i suoi vestiti, quindi è arrivato nudo tranne che per gli oggetti di metallo. Ed è successo che il suo laboratorio in quel tempo era un drappeggio vittoriano, ed era pieno di donne al momento del suo arrivo.



Fortunatamente è stato in grado di vaporizzarsi rapidamente, ma non prima di essere stato fotografato da un fotografo che scattava foto del giorno dei saldi del negozio.


Questa sua foto è stata usata dalla polizia per dare la caccia allo strano intruso. La sfortunata conseguenza dell'incidente fu che il negozio del Draper fu successivamente boicottato dalle donne e dovette chiudere.

Alcuni giornali hanno affermato che il negozio aveva deliberatamente organizzato questo evento mentre cercava di promuovere il suo abbigliamento protettivo speciale per le donne. Il signor Klerglemoss si rese conto che tornare indietro nel tempo aveva conseguenze non intenzionali e che il suo laboratorio era la conseguenza della sua stessa azione, poiché i drappeggiatori erano falliti a causa della sua azione e lui stesso aveva acquistato i locali a buon mercato per i suoi esperimenti.

Questo pone un paradosso piuttosto complesso e lo ha portato a decidere di abbandonare il viaggio nel tempo e di distruggere il suo equipaggiamento.

La sua storia è conosciuta solo per caso, perché quando era in procinto di trasferirsi in una nuova casa,notò che aveva perso le chiavi. Decise di tornare indietro nel tempo fino al mattino in cui aveva avuto le chiavi per l'ultima volta, cosa che fece, e le trovò.

Ma tornando indietro nel tempo, i traslocatori avevano spostato il suo guardaroba e, sfortunatamente, lui era tornato nel suo guardaroba chiuso a chiave. Aveva lasciato cadere il suo "vaporizzatore" ma non c'era abbastanza spazio per chinarsi e raccoglierlo.

Il risultato è stato che è stato scoperto qualche tempo dopo, morto e nudo nel suo guardaroba, senza alcuna spiegazione di come ci fosse arrivato.

È stato riportato sul giornale locale e un giornalista, per curiosità, ha scoperto quella che sembra essere la storia raccontata qui sopra, sebbene la sua versione sia stata respinta dalla polizia.

Potremmo non conoscere mai la verità completa della questione, ma c'è una lezione da imparare sulla manomissione della Natura.


sabato 25 settembre 2021

Sono realmente esiti i cosiddetti "UFO nazisti"?

Ecco una delle ultime armi di Hitler il Messerschmitt Me163

Importante è che non era a reazione con la turbina come i moderni aerei ma proprio un RAZZO come i missili o lo Shuttle

Indubbiamente per l'epoca poteva benissimo essere scambiato per un UFO … volava a ben 16 000 metri, un'altezza impensabile per gli aerei del periodo

Poteva decollare in un'istante, portarsi sopra ai bombardieri alleati e in picchiata scaricare un'unica raffica (aveva in tutto 2 cannoni da 30 mm con 60 colpi l'uno) prima di riatterrare … ma sono stati costruiti pochi esemplari e il piu' delle volte si schiantavano o esplodevano ancora prima di partire



venerdì 24 settembre 2021

Chi ha diritto al titolo di "Essere umano più maledetto"?

Walter Summerford

1: Nel 1918, mentre andava a cavallo, fu colpito da un fulmine che lo rese paralizzato per un anno dalla vita in giù.

2: Anni dopo, mentre era in pensione, era sotto un albero a godersi la giornata. Poi fu colpito da un fulmine. Rimase paralizzato per 2 anni su un lato del corpo prima di riprendersi.

3: Mentre passeggiava in un parco panoramico, godendosi la sua pensione, fu colpito una terza volta. Questa volta non si è ripreso, ed è morto qualche anno dopo a causa di complicazioni.

Fu poi sepolto.

4: La sua lapide fu colpita da un fulmine.



giovedì 23 settembre 2021

Ummo

Risultati immagini per Ummo



Ummo è un ipotetico esopianeta dal quale proverrebbe la civiltà "ummita" (o "ummana", secondo un termine che gli ummiti stessi affermerebbero di preferire). Alcuni sedicenti rappresentanti della massima organizzazione di Ummo, denominata UMMOAELEWE, avrebbero preso contatto con la nostra civiltà tramite una lunga serie di lettere e documenti dattilografati, inviati per posta a persone della Terra interessate al fenomeno UFO.
Il caso Ummo conobbe una certa popolarità in Spagna e in Francia negli anni sessanta e settanta. Gli autori di queste lettere si presentavano come membri di una civiltà extraterrestre proveniente da Ummo e in missione scientifica sulla Terra. La maggior parte degli analisti considera questo affare come una bufala particolarmente elaborata. Nel 1993 José Luis Jordán Peña, ingegnere e studioso di psicologia che fu anche vicepresidente della SEP (Società Spagnola di Parapsicologia) e uno dei frequentatori delle riunioni conviviali de La Balena Allegra (una tavernetta del Café Lyon di Madrid), affermò di essere l'autore di tutte le lettere "ummite". Molti ufologi tuttavia, tra cui lo spagnolo Juan José Benítez, ritengono improbabile che una persona sola abbia potuto organizzare e gestire da solo, nell'arco di diversi decenni, un falso così complesso.

Storia

Nel 1966 e nel 1967 ci fu una prima ondata di lettere indirizzate principalmente, ma non esclusivamente, a Fernando Sesma Manzano, un funzionario di stato spagnolo a capo dell'associazione di appassionati del fenomeno UFO "Gli amici dei visitatori dello spazio" che era solita riunirsi ne La Balena Allegra. Negli anni successivi le lettere spedite diminuirono di numero, mentre crebbe il numero di destinatari, finché nella seconda metà degli anni ottanta ci fu una seconda ondata di lettere caratterizzate da un contenuto diverso, meno tecnico e più filosofico.
Le prime lettere vennero ricevute nel gennaio del 1966. Secondo lo storico Mike Dash l'affare Ummo inizia invece il 6 febbraio 1966 a Madrid, giorno in cui l'ingegnere José Luis Jordán Peña dichiarò di avere avvistato un UFO ad Aluche, un piccolo centro vicino a Madrid. Secondo il testimone si trattava di "un enorme oggetto circolare con tre gambe e, sulla parte inferiore, un curioso simbolo: tre linee verticali unite da una linea orizzontale. Le due linee verticali esterne erano nella parte alta curve verso l'esterno, per cui il disegno assomigliava al simbolo del pianeta Urano". Si tratta dello stesso simbolo con il quale i supposti ummiti erano soliti timbrare le loro lettere. Il racconto di Peña generò un certo clamore, ma fu solo l'inizio.
Poco tempo dopo a Madrid l'autore di un libro sugli UFO ricevette parecchie fotografie in una busta anonima, che raffiguravano un UFO simile a quello descritto da Peña, compreso lo stesso simbolo. Secondo la ricostruzione di Dash, poche settimane dopo l'avvistamento di Aluche Fernando Sesma Manzano ricevette alcune lettere dattiloscritte in cui si affermava che provenivano da una razza extraterrestre originaria del pianeta Ummo. Secondo il sito Ummo-Ciencias invece, le prime lettere a firma "Ummo" erano già state ricevute alcune settimane prima. Entro l'anno, varie persone (prevalentemente a Madrid) ricevettero circa 150 documenti ummiti per un totale di circa 1000 pagine.
Ogni pagina dei documenti recava stampigliato lo stesso simbolo raffigurante tre linee verticali unite da una linea orizzontale. In seguito molte altre persone ricevettero le lettere degli ummiti, tra cui lo scienziato francese Jean-Pierre Petit, ex direttore del CNRS, che dichiarò di aver utilizzato materiale ummita per le sue attività di ricerca. L'affare Ummo ricevette ulteriore impulso dall'avvistamento di un UFO con il simbolo di Ummo avvenuto nel 1967 a San José de Valderas, in Spagna; i testimoni dell'avvistamento furono rintracciati e intervistati da Peña. Dash rileva che pochi ufologi al di fuori della Spagna presero seriamente il fenomeno ummita, dato che l'autenticità delle foto era molto sospetta e, anche se il contenuto delle lettere era molto più sofisticato delle comunicazioni ricevute dalla maggior parte dei contattisti, non c'era nulla che non potesse essere di origine terrestre.
Si fece strada la considerazione che potesse essere un imbroglio. L'ipotesi dell'imbroglio ha preso corpo nel 1993, quando Peña ha confessato di essere il vero autore delle lettere, ma la sua confessione non ha convinto tutti. Nel giugno 2002 uno scienziato francese ha pubblicato con lo pseudonimo di Jean Pollion il libro Ummo, de vrais extraterretres (Ummo, i veri extraterrestri), in cui ha analizzato il linguaggio degli ummiti arrivando alla conclusione che è differente da tutti gli altri linguaggi conosciuti.
La vera identità dell'autore che si nasconde dietro lo pseudonimo di Jean Pollion rimane sconosciuta. A seguito delle "rivelazioni" degli ummiti si sono formati anche piccoli gruppi di devoti, tra cui uno strano culto boliviano chiamato "Hijas de Ummo" (Figlie di Ummo) e tradotto in inglese come "Ummo's Children". Un altro gruppo, Ummo sciences, afferma di occuparsi del caso attenendosi a un metodo scientifico più rigoroso. Antonio Moya Cerpa ha perfino compilato un dizionario della lingua di Ummo.

Contenuto delle lettere

Due lettere raccontano l'arrivo degli ummiti sulla Terra, che sarebbe avvenuto il 28 marzo 1950 a Digne-les-Bains e La Javie. Un piccolo gruppo di scienziati extraterrestri sarebbe sbarcato per studiare il nostro pianeta e la nostra cultura. La Terra sarebbe stata scoperta dagli ummiti in seguito all'intercettazione di un messaggio telegrafico emesso nel febbraio 1934 da un navigatore norvegese al largo dell'isola di Terranova.
Altre lettere descrivono le condizioni di vita del loro pianeta, con numerose illustrazioni. Vengono descritte la vita quotidiana, il lavoro, la famiglia, il divertimento, l'arte, l'educazione, la sessualità; si parla anche della loro storia, dei sistemi di governo che hanno conosciuto e del sistema politico attuale, che considerano come "socialista".
Un'altra parte delle lettere riguarda la filosofia, la metafisica e la religione. Il concetto di Dio è spesso presente e la spiritualità degli ummiti presenta analogie con il cristianesimo. Molte altre lettere contengono argomenti scientifici descritti dettagliatamente, che includono la teoria dei grafi, la teoria del campo unificato, argomenti di astrofisica, cosmologia, biologia ed evoluzione.
Nei loro messaggi, gli ummiti affermano di provenire dal pianeta Ummo, distante circa 14 anni-luce dalla Terra e orbitante attorno alla stella IUMMA, identificata come la nana rossa Wolf 424 della costellazione di Virgo. Il termine che gli ummiti utilizzano per riferirsi a se stessi nella loro lingua è OEMII. Nelle loro lettere, infatti, gli ummiti stessi forniscono molte indicazioni sulla loro lingua, sulla loro civiltà, sui loro usi e costumi, utilizzando moltissime parole in lingua ummita e fornendo precise indicazioni sul loro significato e sulla loro possibile trascrizione fonetica in lingua spagnola. Ecco alcuni stralci da queste controverse missive.
  • Primo contatto e motivazioni del viaggio: come precisato nella lettera ummita datata 23 gennaio 1967, nel 1948 i sistemi di rilevamento di Ummo captarono un segnale elettromagnetico di frequenza 413,44 megacicli proveniente dal nostro pianeta. Si trattava di un segnale in codice Morse emesso da una nave norvegese che nel febbraio del 1934 stava facendo prove di radiotrasmissioni UHF al largo di Terranova. Giunto su Ummo, il segnale venne interpretato come un codice binario inviato appositamente dall'uomo verso il cosmo e contenente presumibilmente una qualche istruzione per la civiltà extraterrestre che l'avesse ricevuto. Gli scienziati di Ummo pensarono di decifrare il "messaggio nascosto" nel segnale captato come la semplice rappresentazione geometrica di un quadrato. Per questo motivo, gli ummiti chiamerebbero il nostro pianeta OOYAGAA, cioè "astro freddo (OOYA) quadrato (GAA)".
  • Arrivo sulla Terra: incuriositi ed eccitati, i massimi rappresentanti del consiglio supremo di Ummo (denominato UMMOAELEWE) decisero di organizzare una prima spedizione esplorativa sulla Terra. Come raccontato nella lettera ummita datata 13 febbraio 1967, dopo un viaggio di pochi mesi una loro nave spaziale giunse sul nostro pianeta il 28 marzo del 1950 portando una delegazione di scienziati ummiti, che toccò terra esattamente alle 14 ore 17 minuti 03 secondi GMT di quello stesso giorno in un punto collocato a 13 km da Digne e a 8 km da La Javie, due località montane nelle Basse Alpi francesi. Dopo alcuni giorni di prudente attesa, nel corso dei quali gli ummiti si limitarono a celare le loro aeronavi, a preparare un rifugio nascosto e ad osservare gli esseri umani da lontano, alcuni di essi organizzarono un blitz notturno in una fattoria dopo averne addormentato gli occupanti, prendendo "in prestito" a scopo di studio alcuni oggetti banali scelti con criteri decisamente bizzarri: un contatore elettrico, una lampadina, alcune sigarette, denaro, scarpe, vestiti...
  • Caratteristiche degli ummiti: gli oggetti reperiti nella fattoria servirono agli ummiti per comprendere meglio le abitudini degli umani e per potersi presentare ad alcuni di loro opportunamente camuffati. Sembra infatti che a livello fisico gli ummiti non differiscano dall'Homo sapiens. Essi apparterrebbero alla categoria degli alieni chiamati nordici: alti, biondi e con mani a cinque dita. La differenza maggiore rispetto all'essere umano starebbe nel fatto che gli ummiti hanno i polpastrelli estremamente sensibili, motivo per cui essi non potevano scrivere direttamente le loro lettere; per questo motivo, con un annuncio pubblicato sul quotidiano ABC di Madrid, contrattarono un dattilografo al quale essi dettarono le loro prime lettere. Inoltre in età adulta a buona parte degli ummiti si atrofizzerebbero le corde vocali, cosa che li costringerebbe ad applicarsi uno strano apparecchio alla gola per poter comunicare a voce con gli esseri umani. Probabilmente a causa di questo apparecchio, la voce degli ummiti è metallica e nasale.
  • Un possibile riscontro oggettivo: nei loro primissimi giorni sulla Terra, gli ummiti trovarono un paio di pagine del quotidiano Le Figaro abbandonate sui monti da qualcuno che le aveva utilizzate come carta igienica. La lettera ummita datata 20 marzo 1967 descrive in dettaglio e con maniacale precisione le illustrazioni e i titoli presenti su quelle pagine, che oggi sarebbero esposte al pubblico in un Museo della civiltà terrestre sul pianeta Ummo. A una verifica, si è potuto accertare che le pagine descritte corrispondono esattamente all'edizione del giorno del quotidiano Le Figaro datata sabato-domenica 25-26 marzo 1950.
  • Dati relativi al pianeta Ummo: proveniamo da un astro solidificato le cui caratteristiche geologiche esterne differiscono alquanto da quelle della Terra. Il fonema topico con cui designiamo il nostro "OYAA", si può trascrivere con l'ortografia in idioma castigliano: UMMO.
    La sua morfologia si può assimilare ad un ellissoide di rivoluzione i cui raggi sono:
    Massimo R = 7251,608×10
    3 m. Minimo r = 7016,091×103 m.
    La massa globale è: M(ummo) = 9,36×10
    24 kg.
    Inclinazione rispetto alla normale del piano dell'eclittica: 18° 39' 56,3" (soffre una variazione periodica di 19'8 secondi sessagesimali di arco).
    Accelerazione della gravità: g = 11,9 m/s
    2.
    Rotazione sul proprio asse: 30,92 h (noi misuriamo in UIW. 30,92 h = 600 UIW) (equivale a 1 XII.)
  • Dati relativi alle loro navi spaziali: il profilo di una nostra UEWA non necessita di adottare le forme che nella tecnologia aeronautica terrestre mostrano un elevato coefficiente balistico (forme ogivali etc. ) la cui snellezza è necessaria per raggiungere grandi velocità nel seno di un fluido viscoso. Ciò è dovuto al fatto che la nostra tecnica di spostamento è radicalmente diversa dagli embrionali metodi usuali nel Pianeta Terra. Lo Spostamento nella sua traiettoria più ampia si verifica in una cornice tridimensionale diversa da quella che ci è familiare nel WAAM (COSMO). La nostra base di propulsione, oltre a differire da quelle conosciute da voi gode di una capacità energetica superiore a quelle previste nei vostri futuri programmi spaziali.
  • "Non fate credere in noi": nei loro messaggi, gli ummiti invitano spesso i destinatari a non pubblicare o pubblicizzare il contenuto delle lettere e a usare un atteggiamento prudente, per esempio mostrando scetticismo se si fossero trovati a parlare di Ummo in pubblico. In una lettera del luglio 1980 scrivono a un destinatario rimasto anonimo: fino al presente, i pochi casi nei quali i vostri fratelli della Terra sono arrivati a pubblicare alcuni frammenti delle nostre informative, l'eco è stato scarso e pertanto non pericoloso per noi. Non c'è motivo, per pensare che quelli inviati a Lei possano costituire eccezione se realizza lo spirito più che la lettera delle nostre richieste. Ma se nonostante tutto Lei si decidesse a pubblicarli un giorno e osservasse una reazione di eccessiva curiosità. Le chiedo di compensare con una Sua attitudine di apparente scetticismo o incredulità quella postura. Non avendo mai chiesto nulla a cambio delle nostre informative, confidiamo nella Sua onorabilità e nei Suoi valori morali.

Casistica collegata al caso Ummo

  • Calle Luna 16: nel 1962 il sarto madrileno Jose María Ruiz stermina la propria famiglia gridando "Me l'hanno ordinato loro!". Anche lui scriveva lettere al gruppo de La Balena Allegra, firmandosi con l'indirizzo "Calle Luna 16".
  • Atterraggio di un UFO ummita ad Aluche, quartiere di Madrid, il 6 febbraio 1966.
  • San José de Valderas: il 1º giugno 1967 diversi testimoni avvistano un UFO con il simbolo ummita sul bordo inferiore, che viene anche immortalato in una serie di famose fotografie.
  • L'UFO di Voronež, sulle immagini del quale in realtà, secondo l'ufologo e giornalista spagnolo Javier Serra, il simbolo ummita sarebbe stato aggiunto in un secondo tempo "per dare maggiore credibilità al caso".

Ipotesi sull'identità dell'autore delle lettere

Sull'identità dell'autore delle lettere sono state avanzate diverse ipotesi:
  • José Luis Jordán Peña
  • I servizi segreti
  • Gli ummiti
Gli scettici ritengono che lettere scritte a macchina ed inviate per posta non possono in alcun caso essere considerate prove a favore dell'esistenza di extraterrestri. Gli analisti scettici ritengono che le lettere siano contraffazioni più o meno elaborate ed avanzano l'ipotesi che Peña, da solo o aiutato da qualche complice, sia l'autore delle prime lettere e che in seguito altre persone si siano basate su queste come modello per le successive, allo scopo di creare un mito. Lo scettico che ha più lavorato sull'affare Ummo è il francese Dominique Caudron. Altri, tra cui l'ufologo spagnolo Manuel Carballal, ipotizzano un coinvolgimento di servizi segreti come la CIA, il KGB o il servizio segreto spagnolo.
Per altri autori, fautori dell'ipotesi extraterrestre, le lettere sono state scritte dagli ummiti. Gli ufologi spagnoli Antonio Ribera e Raphael Farriols sostengono che l'UFO con il simbolo di Ummo avvistato in Spagna a San José de Valderas ed atterrato nella vicina città di Santa Mónica presenta troppi elementi a favore (testimoni, foto, ritrovamento di un materiale plastico particolare sul luogo dell'atterraggio) per essere un semplice falso. Secondo altri, un elemento a favore dell'ipotesi extraterrestre sarebbe costituito dalle informazioni scientifiche contenute nelle lettere, che sarebbero più avanzate delle conoscenze terrestri; è di questo parere anche Jean-Pierre Petit. A questo proposito, l'ufologo Jerome Clark ha riportato le opinioni dell'astrofisico Jacques Vallée, secondo cui i contenuti scientifici delle lettere sono intelligenti ma non eccezionali e sono comparabili ai riferimenti scientifici di un serio romanzo di fantascienza, per cui appaiono considerevoli negli anni sessanta ma datate negli anni novanta. Vallée ha inoltre trovato analogie tra l'affare Ummo e il racconto Tlön, Uqbar, Orbis Tertius scritto da Jorge Luis Borges.
Dal punto di vista scientifico, l'affermazione più controversa riguarda la distanza della stella Wolf 424, attorno a cui orbiterebbe il pianeta Ummo: una delle prime lettere riporta la distanza di 3,68 anni luce, che è coerente con le misurazioni effettuate nel 1938 ma non con quelle più precise effettuate nel 1952, secondo cui tale distanza è invece di 14,3 anni luce. Una volta rilevato l'errore, gli ummiti avrebbero precisato in una successiva lettera che la differenza tra questi due valori è dovuta a fluttuazioni nella struttura dello spazio-tempo.

Il simbolo ummita

Il simbolo "ad acca", con il quale gli ummiti timbravano tutte le loro missive e che compare anche sul bordo inferiore dei loro UFO, ricorda tra gli altri:
  • il glifo astrologico del segno zodiacale dei Pesci (astrologicamente opposto alla Vergine, nella cui costellazione si troverebbe la stella attorno alla quale orbiterebbe il pianeta degli degli ummiti);
  • il glifo ♅ del pianeta Urano;
  • la lettera Ж dell'alfabeto cirillico corrispondente alla consonante fricativa postalveolare sonora (/ʒ/), il suono della j francese di journal;
  • l'ideogramma cinese utilizzato per il cognome Wang.
  • l'emblema del Giurisdavidismo, movimento religioso fondato dal predicatore Davide Lazzaretti.

mercoledì 22 settembre 2021

Radioestesia

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La radioestesia (o radiestesia) è una pratica che consiste nel tentare di localizzare oggetti nascosti o altre informazioni sconosciute servendosi di uno strumento inerte, solitamente una verga, una bacchetta biforcuta o un pendolo; chi utilizza questa tecnica viene detto radioestesista.
La radioestesia ha origini antiche ed è ancora praticata, nonostante tutte le prove realizzate secondo metodi scientifici ne abbiano mostrato la completa inefficacia. Il metodo più conosciuto, anche al di fuori degli ambiti specialistici, consiste nel tentativo di localizzare acqua o filoni di minerali effettuato sul posto dove se ne suppone la presenza; questo metodo è chiamato ancora oggi rabdomanzia.
Lo studio della radioestesia fa oggi parte del campo di ricerche sul paranormale, principalmente ad opera della parapsicologia e dello scetticismo scientifico.

Etimologia

Il termine radioestesia deriva dalla parola latina radius, nel senso "raggio, radiazione", e della parola greca αἴσϑησις (âisthēsis) che significa "ricerca"; va dunque intesa come "ricerca di (supposte) radiazioni".
Il termine rabdomanzia deriva dalle parole greche ῥάβδος (rábdos) che significa "bacchetta" e μαντεία (mantéia) che significa "divinazione", dove quest'ultima va intesa nel significato più esteso di "ricerca di informazioni mediante pratiche religiose".

La radioestesia nell'antichità e nella modernità

L'uso della bacchetta ha attraversato in varie forme i millenni. In origine aveva finalità divinatorie e probabilmente veniva usata per determinare il volere degli dei, predire il futuro o statuire la colpevolezza del condannato in un processo.
La radioestesia come praticata oggi si fa risalire alla Germania del XV secolo quando era usata per trovare metalli. La tecnica si diffuse in Inghilterra grazie ai minatori tedeschi.
Nel Medio Evo coloro che usavano la bacchetta rischiarono di venire perseguitati, in quanto sospettati di tenere contatti con il demonio. Nel 1662 l'uso delle bacchette venne dichiarato mera "superstizione" o finanche "satanico" dai Gesuiti. Tuttavia Gaspar Schott (scienziato tedesco del 1600) sostenne che non era così sicuro che a muovere la bacchetta fosse sempre il demonio. Nel 1701 l'Inquisizione proibì l'uso della bacchetta nei processi. Alla fine degli anni sessanta del XX secolo, durante la guerra in Vietnam, alcuni Marines statunitensi usarono la radioestesia per provare a localizzare armi e tunnel. Nel 1979 Christopher Bird pubblicò una monografia dal titolo The Divining Hand. Nel 1982, nel suo libro Flim-Flam! James Randi dedicò varie pagine a dei test, condotti in Italia, secondo il metodo del doppio cieco e che non produssero risultati diversi da quelli prodotti dal caso.
Nel XIX secolo fu coniata la parola rabdomanzia per definire l'uso della bacchetta biforcuta per la ricerca dell'acqua o di filoni di minerali nel sottosuolo. All'inizio del XX secolo fu coniata la parola radioestesia in quanto l'uso di questo tipo di pratica si estese sia all'uso di altri strumenti sia alla ricerca effettuata a distanza.
I sostenitori della radioestesia ritengono di poter individuare la presenza dell'oggetto cercato, grazie sia al contributo di poteri extra sensoriali sia all'emissione di energie da parte dell'oggetto captabili attraverso la bacchetta oppure tramite l'effetto di "risonanza" analogo alla vibrazione dei suoni.
Al giorno d'oggi la radioestesia è tuttavia considerata un fenomeno paranormale privo di riscontro scientifico e smentito nell'efficacia dai test condotti sotto rigido controllo.

Gli strumenti della radioestesia


Gli strumenti normalmente utilizzati per la radioestesia sono la bacchetta e il pendolo. Esistono anche altri strumenti utilizzati da una minoranza di radioestesisti.
La bacchetta classica è solitamente costruita con un materiale legnoso o ferroso, caratterizzato da una estremità biforcuta a forma di ipsilon; un'altra forma classica è quella a bastoncino. Accanto alle forme classiche, oggi esistono anche bacchette simili ad antenne. Il pendolo è un blocco di metallo o di altro materiale tenuto sospeso ad un filo.
Secondo alcuni radioestesisti la bacchetta metterebbe in tensione le braccia, creando un equilibrio instabile che permetterebbe al cervello di comunicare l'avvenuto ritrovamento, tramite delle scariche alle braccia che si riverberano sulla bacchetta; anche se il radioestesista ha l'impressione che la bacchetta sia mossa da altre cause, sarebbe in realtà il cervello a generare tale movimento. Il pendolo è un amplificatore meccanico dei micromovimenti della mano e del braccio, più vi sono micromovimenti, più facilità avrebbe il cervello di comunicare con la mano dell'operatore.

Gli studi sulla radioestesia

In uno studio scientifico condotto tra il 1987 e il 1988 da Hans-Dieter Betz e altri scienziati, 500 radioestesisti furono inizialmente testati per le loro "capacità" al fine di scegliere i migliori 43 tra essi. Questi 43 furono sottoposti a ulteriori test, in particolare al primo piano di un granaio fu pompata dell'acqua attraverso delle condutture. Tali condutture erano poste in senso perpendicolare al pavimento. Al piano superiore dell'edificio, a ogni radioestesista fu chiesto di individuare la posizione della condotta. Nei due anni, i 43 radioestesisti affrontarono questo test 843 volte. Dei 43 selezionati, 37 non mostrarono alcuna dote da radioestesista. I risultati dei rimanenti 6 si dissero fossero migliori di quelli attribuibili alla casualità portando alla conclusione che, per particolari compiti, taluni radioestesisti mostrerebbero un'alta percentuale di successi non spiegabili con il ricorso al concetto di casualità.
Cinque anni dopo la pubblicazione di questi studi, lo scienziato Jim T. Enright affermò che tali risultati erano in linea con le fluttuazioni statistiche e che quindi non dimostravano alcuna reale abilità. Gli autori dello studio replicarono a Enright che tuttavia rimase della propria opinione, replicando ulteriormente.
Uno studio più recente (2004) è stato svolto a Kassel, in Germania, sotto la direzione del Gesellschaft zur Wissenschaftlichen Untersuchung von Parawissenschaften (GWUP, Società per l'investigazione scientifica sulle pseudoscienze). In tre giorni, trenta radioestesisti furono testati su condotte d'acqua poste 50 cm sotto il terreno. Ogni condotta era segnalata da una striscia colorata, e il radioestesista doveva dire se nella condotta scorresse acqua o meno. A tutti fu chiesto di sottoscrivere una dichiarazione in cui si dicevano concordi nel ritenere che la prova fosse corretta ai fini della valutazione delle loro abilità e che le aspettative di successo erano del 100%. Tuttavia i risultati non furono diversi da quelli ottenibili statisticamente dal caso.
Alcuni ricercatori hanno provato a indagare possibili spiegazioni fisiche o geologiche della radioestesia; fra questi, dei geologi sovietici. Altri autori hanno provato a suggerire che la spiegazione sarebbe in una postulata sensibilità umana ai piccoli cambiamenti dei campi magnetici.
Una rivista di studi archeologici ha affermato che la radioestesia sarebbe del tutto inefficace nella ricerca di sepolture umane.

La radioestesia e la medicina

Un religioso francese, l'abate Alexis Mermet (1866-1937), negli anni venti sostenne di aver applicato con successo la radioestesia nella diagnosi delle malattie, riprendendo una credenza medioevale che prevedeva, come fonte e causa di malattie, alcuni ipotetici flussi sotterranei di "energia demoniaca", rintracciabili grazie alle bacchette. L'abate diede mostra della sua nuova scoperta attraverso varie dimostrazioni pratiche in molti ospedali francesi, ribattezzandola "radioestesia", nella convinzione che emettesse onde radioattive buone e cattive, percepibili dai suoi strumenti di indagine.
La mancanza assoluta di prove a suo favore fa ritenere non accettabile l'applicazione della radioestesia a fini diagnostici, in quanto non è scientificamente dimostrata l'emissione di onde radioattive dal corpo umano.
Nondimeno le teorie di Mermet sono alla base della moderna radioestesia che, rivisitate nel Novecento da Malcom Rae, ebbero allora e in seguito una certa notorietà e diffusione anche in altri paesi. In Italia, fra le diverse forme applicative si possono ricordare le "cure fitoradiestesiche" di padre Vittorio Baroni, che combinavano le proprietà fitoterapeutiche agli "studi radiestesici" per la diagnosi e la cura del cancro.

Elenco dei più noti radioestesisti e rabdomanti

  • Otto Edler von Graeve
  • Karl Spiesberger
  • Ludwig Straniak
  • A. Frank Glahn
  • J. Francis Hitching
  • Hellmut Wolff
  • Uri Geller
  • Thomas Charles Lethbridge
  • Cuthbert Calculus (personaggio di fantasia)

martedì 21 settembre 2021

Ufologia radicale





Ufologia radicale è un libro pubblicato nel 1999 sotto lo pseudonimo "Men in Red", dietro cui si cela un'identità collettiva che si identifica in posizioni politiche di estrema sinistra.
Benché il titolo faccia riferimento esplicitamente al tema dell'ufologia, si tratta in realtà di una interpretazione sociologica di questo argomento, basata su concetti di stampo marxista e rivoluzionario. In questa ottica, infatti, il possibile avvistamento o incontro ravvicinato con una popolazione aliena rappresenta la conferma di un'istanza utopica endemica nella società capitalista oppure la possibilità di un contatto con l'Altro assoluto, l'extraterrestre, quale portatore di una forma di civiltà evoluta necessariamente comunista. Alla base l'assunto che per sviluppare mezzi di trasporto in grado di superare la velocità della luce, e quindi raggiungere il pianeta Terra, è necessario che una società abbia raggiunto un elevato livello di cooperazione sociale: il comunismo. In questo senso l'ufologia radicale esorta gli abitanti della Terra a non temere l'incontro con le popolazioni aliene, ma anzi a predisporvisi apertamente. Essa infatti sostiene che solo popolazioni che abbiano risolto le contraddizioni proprie del capitalismo, possono essere in grado effettivamente di raggiungere la terra; in questo senso l'ufologia radicale si oppone all'ufologia borghese, accusata di neutralizzare l'elemento potenzialmente rivoluzionario rappresentato dal contatto autonomo e non politicamente mediato fra terrestri e alieni.

lunedì 20 settembre 2021

Casa Geschader

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Casa Geschader è un edificio storico del centro storico di Šumperk. Prende nome dall'ultimo proprietario, Alois Geschader. I primi documenti arrivatici risalgono al 1535. L'edificio ha assunto la forma odierna dopo una ristrutturazione del XVIII secolo. La casa è protetta dalle leggi di tutela dei monumenti storici e culturali della Repubblica Ceca.

Storia

Probabilmente la casa fu costruita nel complesso del convento dei domenicani. A metà del XVII secolo l'acquistò Valentin Peschke, che era un produttore del tessuto chiamato trip. Il figlio, Heinrich Peschke, che insieme ai fratelli aveva ereditato la casa e la formula per la produzione del tessuto, fu uno dei più grandi personaggi della storia di Šumperk. La sua ricchezza lo mise in contatto con le persone più influenti dell'epoca e raggiunse la carica di sindaco della città negli anni '70 del XVII secolo. Nel periodo dell'inquisizione fu accusato insieme alla moglie di stregoneria e di partecipare alle orgie delle streghe. Infine morì in carcere dopo parecchi anni di tortura. L'inquisitore Heinrich Boblig von Edelstadt non ottenne mai nessuna prova della sua colpa, perché non la riconobbe mai. Dopo la sua morte la casa ebbe diversi proprietari. L'ultimo fu il mercante Alois Geschader e la casa ancora adesso porta il suo nome. Nel 1901 passò nelle mani del comune. Negli anni 1994-1995 la casa fu ristrutturata e la cerimonia di apertura si svolse il 26 agosto 1995. Oggi nella casa Geschader c'è la sede di un'associazione che promuove la comprensione reciproca e il superamento delle divisioni storiche tra i cechi e i tedeschi.

Collezione

Nello scantinato gotico originario, dal 2010 è collocata un'esposizione intitolata “I processi alle streghe”. Essa presenta gli avvenimenti storici dalla 2ª metà del XVII secolo. L'esposizione utilizza una tecnologia per la visita guidata, il guidePORT, grazie alla quale i visitatori possono muoversi liberamente senza l'accompagnamento di una guida. La Casa Geschader fa parte di un percorso collegato a una pista ciclabile che attraversa tutti i luoghi dove sono avvenuti i processi dell'inquisizione, a partire da Mohelnice passando per Zlaté Hory e arrivando fino a Nysa nel territorio della Polonia.

domenica 19 settembre 2021

Via della mano sinistra e della mano destra

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Via della mano sinistra e della mano destra sono due termini che si riferiscono ad una dicotomia tra due opposte filosofie, presente nella tradizione esoterica occidentale, che si estende su diversi gruppi coinvolti nell'occulto e nella magia cerimoniale. In alcune definizioni, il sentiero della mano sinistra è identificato con la magia nera, quello della mano destra con benevola magia bianca.

Origine del termine
Questa terminologia venne introdotta in occidente nel XIX secolo ad opera dei teosofi e fa la sua prima comparsa negli scritti di Helena Blavatsky, sebbene la sua simbologia risalisse ad antichissime tradizioni sapienziali: in Occidente apparteneva infatti alla Y pitagorica, raffigurante una strada o un tronco che si divide in una biforcazione tra due sentieri di destra e di sinistra, due scelte dalla valenza morale alternativa: quella di destra conduceva alla virtù, quella di sinistra invece al vizio e alla perdizione, o comunque alla tentazione.
Il significato pitagorico della Y era conosciuto anche da Virgilio, secondo la testimonianza di Servio, un commentatore dell'Eneide, il quale ne attribuisce la tipica forma biforcuta al ramo d'oro ricercato da Enea, che gli consentirà la discesa nell'oltretomba Averno.
Il simbolo pitagorico del dualismo tra vizio e virtù, pur connotati da un'origine comune, fu assimilato in epoca medioevale all'albero della conoscenza del bene e del male, giungendo anche, attraverso correnti ermetiche, cabbalistiche e neoplatoniche, fino a Dante Alighieri.
La via teosofica delle due mani intendeva rifarsi inoltre alla filosofia indiana, in particolare a quelli che nel tantrismo sono chiamati Vama Marga e Dakshina Marga, ossia due approcci alla mistica e alla sadhana apparentemente differenti per metodologia e morale, la cui meta ultima tuttavia è la stessa: la Moksha.
Tale rilettura occidentale, dove il concetto di "sinistra" (vama, dal sanscrito) è stato inteso come «il Male», è stato poi ripreso da altri autori quali l'esoterista Aleister Crowley, Dion Fortune, Arthur Edward Waite ed il contemporaneo Kenneth Grant, che ne hanno rielaborato il significato in maniera più o meno simile al concetto originale indiano, trasformandolo così in un termine che, alla lunga, ha preso una sua indipendenza totalmente svincolata dal tantra e varia a seconda di chi ne parla.

Via della mano destra
Nella rilettura magica teosofica, la via della mano destra (o via longa, anche nota con l'acronimo VMD, o RHP dall'inglese Right Hand Path, contrapposta a quella della mano sinistra) è ritenuta la forma più sicura ed elevata di magia con cui innalzarsi al divino, sebbene sia più lunga e richieda tempo e costanza per essere percorsa. Essa comprende le pratiche e i rituali comuni ai maggiori gruppi religiosi, seguendo linee definite di codice morale ed etico. Alcuni esempi di metodi della mano destra sono i seguenti:

La preghiera e le comunicazioni canalizzate per collegarsi direttamente col mondo spirituale;
Un atteggiamento di gratitudine e amore verso il divino;
Propensione al perdono e visione della bellezza dappertutto;
Disciplina della mente e spirito di sacrificio;
Sviluppare una coscienza superiore di Sé attraverso la liberazione progressiva dai condizionamenti;
Adesione alle forme di trasmutazione naturali proprie della magia bianca;
Privilegiare i percorsi evolutivi simboleggiati dalla luce della tradizione solare;
Rispetto del libero arbitrio altrui e di ogni forma di vita;
Fiducia e apertura verso le indicazioni di angeli e spiriti guida.

La natura superiore della via della mano destra è significativamente evidenziata da Gesù Cristo nella sua ammonizione: «Quando fai l'elemosina, non sappia la tua mano sinistra ciò che fa la tua destra». Sulla base degli insegnamenti cristiani, le posizioni della destra rappresentano la via sicura e collaudata del «Bene», essendo la Destra la via «retta» e «giusta» per antonomasia, ed anche in politica esse saranno identificate, sin dai tempi della rivoluzione francese, con quelle del mantenimento dell'ordine e della buona tradizione.
In alchimia la via della mano destra corrisponde alla cosiddetta «via umida».

Via della mano sinistra
Nella rilettura teosofica la via della mano sinistra (o via brevis, anche conosciuta con l'acronimo VMS, o all'inglese LHP da Left Hand Path, contrapposta a quella della mano destra) costituiva il percorso cosiddetto «delle acque corrosive», cioè un insieme di pratiche, anche di natura violenta, per indurre una rapida evoluzione della coscienza.
Bafometto raffigurato in Dogma e rituale dell'Alta Magia di Eliphas Lévi, le cui corna rimandano alla biforcazione dei sentieri di destra e di sinistra
Pur trattandosi di un sentiero molto più breve e veloce rispetto a quello di destra, espone chi lo segue a svariati pericoli, anche letali, per la sua salute fisica e mentale, o per il rischio di venire sopraffatti da forze troppo grandi da gestire. Comprende infatti metodi capaci di suscitare stati repentini di autocoscienza che, senza una lunga e adeguata preparazione, l'organismo non è in grado di sostenere.
Per questo la via della mano sinistra è stata generalmente associata al satanismo e alla magia nera, sebbene tale identificazione sia solo parzialmente giustificabile, poiché il sentiero di sinistra si rivela talora utile se praticato sotto la guida di maestri e sciamani evoluti.
Alcuni esempi di percorsi della mano sinistra sono i seguenti:
Assunzione di sostanze psicotrope;
Utilizzo di particolari mantra e tecniche respiratorie eccezionalmente potenti;
Ricorso a forme di magia sessuale, come il tantrismo;
Pratiche di meditazione dalla forte carica energetica;
Acquisizione accelerata delle capacità di aprire il terzo occhio o di viaggiare in astrale;
Seguire rituali e percorsi di conoscenza appartenenti a forme della tradizione lunare come la stregoneria o la wicca.

I seguaci della via della mano sinistra in occidente usano solitamente il simbolo del capro o Bafometto, attribuendogli però significati differenti da quello tradizionale alchemico e dalle simbologie che Eliphas Lévi attribuiva al suo becco.
Secondo la dottrina tantrica ripresa da Julius Evola, la via della mano sinistra sarbbe l'unica percorribile dall'uomo contemporaneo nell'epoca di decadenza attuale detta del kali yuga. In alchimia essa corrisponde alla cosiddetta «via secca».

sabato 18 settembre 2021

Famiglia Pappenheimer





La famiglia Pappenheimer fu una famiglia giudicata e condannata per il reato di stregoneria in Baviera nell'anno 1600.
Il loro caso giudiziario è preso come esempio delle torture usate nei processi alle streghe, essendo insolitamente ben documentato.

Contesto
La famiglia Pappenheimer era costituita dal padre, Paulus, dalla madre, Anna, dai figli Jacob (talvolta chiamato Michel) e Gumpprecht, e dal figlio più giovane, di dieci anni d'età, Hoel (talvolta chiamato Hansel). Come luterani facevano parte della minoranza protestante nella Baviera cattolica; appartenevano al ceto più basso della società tedesca in quanto originariamente erano mendicanti provenienti dalla Svevia: Pappenheimer era un soprannome, il nome reale della famiglia era Pämb o Gämperle.

Il processo per stregoneria
Furono segnalati da un ladro in stato d'arresto, arrestati nel mezzo della notte, strappati ai loro letti e portati in prigione con l'accusa di avere aiutato il ladro nelle uccisioni di donne incinte allo scopo di realizzare candele con i loro feti non battezzati.
Su ordine del duca Massimiliano I essi furono condotti a Monaco di Baviera, e sottoposti a una tortura così feroce che confessarono tutto quanto fu loro contestato. Furono ritenuti responsabili di ogni crimine irrisolto che si era verificato in Baviera negli anni precedenti e confessarono centinaia di furti e omicidi. Essi ammisero la stregoneria e segnalarono più di quattrocento complici; spesso la tortura era così dolorosa che essi fecero novantanove nomi nella stessa occasione, affinché fosse loro permessa una pausa.

Esecuzione
I genitori e i figli maggiori furono giustiziati insieme con altri due uomini. I corpi degli uomini furono sottoposti allo stiramento per sei volte, ciascuna con ferro; i seni di Anna furono strappati con delle tenaglie e spinti a forza nelle bocche dei suoi figli più grandi con l'intento di parodiare il ruolo della madre e provocarle un'estrema umiliazione; gli scheletri degli uomini furono frantumati dalla ruota; il padre fu soggetto a impalamento su una picca; e, infine, furono bruciati sul rogo. Tutto ciò ebbe luogo davanti al figlio più piccolo, Hoel, di dieci anni d'età, che fu testimone dell'esecuzione della sua famiglia; egli era stato portato sul cavallo dello sceriffo, che era lì per annotare le sue reazioni. Nel dicembre del 1600, altre sei persone furono bruciate sul rogo a Monaco, fra le quali Hoel.

Resoconto del caso da una vecchia cronaca
La fonte principale della vicenda è lo storico Joseph von Hormayr che, tramite un estratto trovato da una vecchia cronaca, inserì i dettagli sul caso della famiglia Pappenheimer nell'edizione del 1844 della sua opera Taschenbuch für die vaterländische Geschichte.
«Il 29 luglio 1600, a Monaco di Baviera, sei persone furono giustiziate nel modo seguente: il vagabondo e mendicante Paul Gamperl venne impalato, la moglie aveva i seni tagliati e sia lei stessa sia due dei suoi figli avevano quei seni sulle loro bocche; inoltre, altri due uomini furono condannati e tutti e sei vennero pizzicati con pinze incandescenti: dopo che le loro braccia si ruppero a causa dell'urto della ruota, essi poi finirono bruciati vivi.»

venerdì 17 settembre 2021

Esperimento di Filadelfia

 



L'Esperimento di Philadelphia è un presunto esperimento militare che si suppone sia stato condotto dalla US Navy presso il Philadelphia Naval Shipyard a Philadelphia, Pennsylvania, Stati Uniti, intorno al 28 ottobre 1943. La scorta del cacciatorpediniere della US Navy USS Eldridge sarebbe stata resa invisibile (o "occultata") ai dispositivi nemici.

La storia ha origine alla fine del 1955 quando un ex marinaio della marina mercantile di nome Carl M. Allen, sostenne di essere stato testimone dell'evento, inviò un libro pieno di annotazioni scritte a mano riferite all'esperimento a un'organizzazione di ricerca della Marina degli Stati Uniti e, un po' più tardi, una serie di lettere che facevano ulteriori affermazioni ad uno scrittore di libri sugli UFO. Il resoconto di Allen dell'evento è ampiamente inteso come una bufala. La Marina degli Stati Uniti sostiene che nessun esperimento del genere è mai stato condotto, che i dettagli della storia contraddicono fatti ben consolidati sulla USS Eldridge e che le presunte affermazioni vanno contro le leggi della fisica.

La storia di un "Esperimento di Filadelfia" nasce alla fine del 1955, quando Carl M. Allen ha inviato un pacco anonimo segnato come "Buona Pasqua" contenente una copia del libro di Morris Jessup all'Ufficio sulla ricerca navale. Il libro era pieno di note scritte a mano ai margini, scritte con tre diverse tonalità di inchiostro blu, che sembravano dettagliare un dibattito tra tre individui, a uno solo dei quali è stato dato un nome: "Jemi". Hanno commentato le idee di Jessup sulla propulsione per dischi volanti, discutono di razze aliene ed esprimono preoccupazione per il fatto che Jessup fosse troppo vicino alla scoperta della loro tecnologia.  I commentatori si chiamavano "zingari" e discutevano di due diversi tipi di "persone" che vivevano nello spazio. Il loro testo conteneva un uso non standard delle maiuscole e della punteggiatura e dettagliava una lunga discussione sui meriti dei vari elementi delle ipotesi di Jessup nel libro. C'erano riferimenti obliqui al Philadelphia Experiment (un commentatore rassicura i suoi colleghi commentatori che hanno evidenziato una certa teoria avanzata da Jessup).

Poco dopo (gennaio 1956) Allen iniziò a inviare una serie di lettere a Jessup, usando il suo nome così come "Carlos Miguel Allende". La prima lettera conosciuta avvertiva Jessup di non indagare sulla levitazione di oggetti volanti non identificati. Allen ha presentato una storia di scienza pericolosa basata su teorie inedite di Albert Einstein. Ha inoltre affermato che uno scienziato di nome Franklin Reno ha messo in pratica queste teorie presso il cantiere navale di Filadelfia nell'ottobre del 1943. Allen ha affermato di aver assistito a questo esperimento mentre prestava servizio a bordo della SS Andrew Furuseth. Secondo Allen, una scorta di cacciatorpediniere fu resa invisibile con successo, ma la nave si teletrasportò inspiegabilmente a Norfolk, in Virginia, per diversi minuti, e poi riapparve nel cantiere di Filadelfia. Si supponeva che l'equipaggio della nave avesse subito vari effetti collaterali, tra cui la pazzia, l'intangibilità e l'essere "congelato" sul posto. Quando Jessup ha risposto chiedendo ulteriori informazioni per corroborare la sua storia, Allen ha detto che la sua memoria avrebbe dovuto essere recuperata e ha indirizzato Jessup a quello che sembra essere un inesistente articolo di giornale di Filadelfia che secondo Allen copriva l'incidente.

Nel 1957, Jessup fu invitato all'Office of Naval Research dove gli fu mostrata la copia annotata del suo libro. Jessup notò che la calligrafia delle annotazioni somigliava alle lettere che aveva ricevuto da Allen. (Dodici anni dopo, Allen direbbe che ha scritto tutte le annotazioni per "spaventare a morte Jessup.")

Due ufficiali dell'ONR, il capitano Sidney Sherby e il comandante George W. Hoover, si interessarono personalmente della questione. Hoover in seguito spiegò che i suoi doveri di Funzionario per i Progetti Speciali gli richiedevano di indagare su molte pubblicazioni e che alla fine non trovava nulla di sostanziale per il presunto esperimento di invisibilità. Hoover ha discusso le annotazioni con Austin N. Stanton, presidente della Varo Manufacturing Corporation di Garland, Texas, durante gli incontri sul lavoro a contratto di Varo per l'ONR. Stanton si interessò così tanto che l'ufficio di Varo iniziò a produrre ciclostilicopie del libro di Jessup con le annotazioni e le lettere di Allen, prima una dozzina e infine 127 copie. Queste copie divennero note come "edizione Varo". Oltre a notare la scrittura a mano dell'individuo chiamato "Jemi" (indirizzato come tale dagli altri e usando inchiostro blu-viola), l'introduzione anonima all'edizione Varo conclude che c'erano altri due individui che facevano annotazioni, "Mr. A" (identificato come Allen da Jessup, con inchiostro blu), "Mr. B" (con inchiostro blu-verde).

Jessup ha cercato di pubblicare più libri sul tema degli UFO, ma senza successo. La perdita del suo editore e l'esperienza di una serie di crisi nella sua vita personale lo hanno portato a togliersi la vita in Florida il 30 aprile 1959.

I vari scrittori di libri che hanno cercato di ottenere maggiori informazioni da Carl Allen hanno trovato le sue risposte sfuggenti, o non sono riusciti a trovarlo affatto. Un giornalista della città natale di Allen, New Kensington, in Pennsylvania, ha intervistato la sua famiglia e gli è stata consegnata una pila di documenti e libri, tutti scarabocchiati con le annotazioni di Allen. Hanno descritto Allen come una "mente fantastica", ma anche un vagabondo e un "maestro tirapiedi".

Nel 1963 Vincent Gaddis pubblicò un libro di Forteana, intitolato Invisible Horizons: True Mysteries of the Sea. In esso ha raccontato la storia dell'esperimento dalle annotazioni Varo.

George E. Simpson e Neal R. Burger hanno pubblicato un romanzo del 1978 intitolato Thin Air. In questo libro, ambientato ai giorni nostri, un ufficiale del servizio investigativo navale indaga su diversi fili che collegano gli esperimenti di invisibilità in tempo di guerra a una cospirazione che coinvolge la tecnologia di trasmissione della materia .

La divulgazione su larga scala della storia avvenne nel 1979 quando l'autore Charles Berlitz, che aveva scritto un best seller sul Triangolo delle Bermuda, e il suo co-autore, l'ufologo William L. Moore, pubblicarono The Philadelphia Experiment: Project Invisibility, che preteso di essere un resoconto di fatto. Il libro si espanse su storie di eventi bizzarri, teorie del campo unificato perdute di Albert Einstein e insabbiamenti del governo, tutti basati sulle lettere di Allende/Allen a Jessup. Moore e Berlitz hanno dedicato uno degli ultimi capitoli di The Philadelphia Experiment: Project Invisibility a "The Force Fields Of Townsend Brown", ovvero lo sperimentatore e allora tecnico della Marina degli Stati Uniti Thomas Townsend Brown . Il libro di Paul LaViolette del 2008 Secrets of Antigravity Propulsion racconta anche un misterioso coinvolgimento di Townsend Brown.

La storia è stata adattata in un film sui viaggi nel tempo del 1984 chiamato The Philadelphia Experiment, diretto da Stewart Raffil . Sebbene solo vagamente basato sui resoconti precedenti dell'"Esperimento", è servito a drammatizzare gli elementi centrali della storia originale. Nel 1989, Alfred Bielek affermò di essere stato a bordo della USS Eldridge durante l'esperimento. [19] Rivolgendosi alla conferenza MUFON nel 1990, Bielek affermò che il film di Raffil era in gran parte coerente con gli eventi a cui sosteneva di aver assistito nel 1943. Bielek in seguito avrebbe aggiunto dettagli alle sue affermazioni su talk show radiofonici, conferenze e Internet.
Nota: negli anni sono circolate diverse versioni, talvolta contraddittorie, del presunto esperimento. La seguente sinossi racconta i punti chiave della storia comuni alla maggior parte degli account.

L'esperimento sarebbe stato basato su un aspetto di qualche teoria di campo unificata, termine coniato da Albert Einstein per descrivere una classe di potenziali teorie; tali teorie mirerebbero a descrivere — matematicamente e fisicamente — la natura interrelata delle forze dell'elettromagnetismo e della gravità, in altre parole, unendo i loro rispettivi campi in un unico campo.

Secondo alcuni resoconti, "ricercatori" non specificati pensavano che una qualche versione di questo campo avrebbe permesso di utilizzare grandi generatori elettrici per piegare la luce attorno a un oggetto tramite rifrazione, in modo che l'oggetto diventasse completamente invisibile. La Marina lo considerò di valore militare e sponsorizzò l'esperimento.

Un'altra versione non attribuita della storia propone che i ricercatori stessero preparando misurazioni magnetiche e gravitazionali del fondo marino per rilevare anomalie, presumibilmente basate sui tentativi di Einstein di comprendere la gravità. In questa versione, c'erano anche relativi esperimenti segreti nella Germania nazista per trovare l'antigravità, presumibilmente guidati dall'SS - Obergruppenführer Hans Kammler.

Non ci sono resoconti affidabili e attribuibili, ma nella maggior parte dei resoconti del presunto esperimento, la USS Eldridge è stata dotata dell'attrezzatura richiesta presso il Cantiere Navale di Filadelfia . I test iniziarono nell'estate del 1943 e presumibilmente ebbero successo in misura limitata. Un test ha portato Eldridge a essere reso quasi invisibile con alcuni testimoni che hanno riportato una "nebbia verdastra" che appare al suo posto. I membri dell'equipaggio si sono lamentati di una forte nauseadopo. Inoltre, secondo quanto riferito, quando la nave è riapparsa, alcuni marinai sono stati incastonati nelle strutture metalliche della nave, incluso un marinaio che è finito su un livello del ponte inferiore a quello da cui era partito e aveva anche la mano incastonata nello scafo d'acciaio della nave. come alcuni marinai che andavano "completamente banane". C'è anche un'affermazione che l'esperimento è stato modificato dopo quel punto su richiesta della Marina, limitandolo alla creazione di una tecnologia invisibile che renderebbe la USS Eldridge invisibile ai radar. Nessuna di queste accuse è stata motivata in modo indipendente.

La congettura sostiene poi che l'attrezzatura non sia stata adeguatamente ricalibrata, ma che nonostante ciò l'esperimento sia stato ripetuto il 28 ottobre 1943. Questa volta Eldridge non solo divenne invisibile, ma scomparve dalla zona in un lampo di luce blu e si teletrasportò a Norfolk, in Virginia, a più di 200 miglia (320 km) di distanza. Si sostiene che Eldridge rimase seduto per qualche tempo in vista degli uomini a bordo della nave SS Andrew Furuseth, dopo di che Eldridge svanì e poi riapparve a Filadelfia nel sito che aveva originariamente occupato. È stato anche detto che la nave da guerra è tornata indietro nel tempo di circa dieci minuti.

Molte versioni del racconto includono descrizioni di gravi effetti collaterali per l'equipaggio. Si diceva che alcuni membri dell'equipaggio fossero stati fisicamente fusi alle paratie mentre altri soffrivano di disturbi mentali, alcuni si rimaterializzavano al rovescio e altri ancora svanivano. Si sostiene inoltre che l'equipaggio della nave potrebbe essere stato sottoposto a lavaggio del cervello per mantenere la segretezza dell'esperimento.

Lo storico Mike Dash osserva che molti autori che hanno pubblicizzato la storia dell'"Esperimento Filadelfia" dopo quella di Jessup sembravano aver condotto poche o nessuna ricerca propria. Alla fine degli anni '70, ad esempio, Allende/Allen è stato spesso descritto come misterioso e difficile da localizzare, ma Goerman ha determinato l'identità di Allende/Allen dopo solo poche telefonate.

Altri ipotizzano che gran parte della letteratura chiave enfatizzi l'abbellimento drammatico piuttosto che la ricerca pertinente. Il racconto di Berlitz e Moore della storia (The Philadelphia Experiment: Project Invisibility) ha affermato di includere informazioni fattuali, come le trascrizioni di un'intervista con uno scienziato coinvolto nell'esperimento, ma il loro lavoro è stato anche criticato per aver plagiato elementi chiave della storia del romanzo Thin Air pubblicato un anno prima.

Il personale del Quarto Distretto Navale ha suggerito che il presunto evento sia stato un malinteso della ricerca di routine durante la seconda guerra mondiale presso il cantiere navale di Filadelfia. Una teoria precedente era che "la base per le storie apocrife fosse nata da esperimenti di smagnetizzazione che hanno l'effetto di rendere una nave non rilevabile o 'invisibile' alle mine magnetiche". Un'altra possibile origine delle storie sulla levitazione, il teletrasporto e gli effetti sull'equipaggio umano potrebbe essere attribuita agli esperimenti con l'impianto di generazione del cacciatorpediniere USS Timmerman (DD-828), per cui un generatore a frequenza più elevata ha prodotto scariche coronaanche se nessuno dell'equipaggio ha riferito di aver subito effetti dall'esperimento.

Gli osservatori hanno sostenuto che non è appropriato concedere credito a una storia insolita promossa da un individuo in assenza di prove a sostegno. Robert Goerman scrisse sulla rivista Fate nel 1980, che "Carlos Allende"/"Carl Allen", che si dice sia stato in corrispondenza con Jessup, era Carl Meredith Allen di New Kensington, Pennsylvania, che aveva una storia consolidata di malattie psichiatriche e che potrebbe hanno fabbricato la storia primaria dell'esperimento a causa della sua malattia mentale. Goerman in seguito si rese conto che Allen era un amico di famiglia e "un solitario creativo e fantasioso ... che inviava scritti e affermazioni bizzarri".

L'USS Eldridge non è stato commissionato fino 27 Agosto 1943, ed è rimasto in porto a New York fino a settembre 1943. L'esperimento ottobre avrebbe avuto luogo mentre la nave era alla sua prima crociera di collaudo nelle Bahamas, anche se i fautori della rivendicazione di storia che i registri della nave potrebbero essere stati falsificati oppure essere ancora classificati .

L' Office of Naval Research (ONR) ha dichiarato nel settembre 1996: "L'ONR non ha mai condotto indagini sull'invisibilità radar, né nel 1943 né in nessun altro momento". Ricordando che l'ONR non è stato istituito fino al 1946, denuncia i resoconti di "The Philadelphia Experiment" come " fantascienza " completa .

Una riunione di veterani della Marina che avevano prestato servizio a bordo della USS Eldridge ha detto a un giornale di Filadelfia nell'aprile 1999 che la loro nave non aveva mai fatto scalo a Filadelfia. [25] Ulteriori prove che smentiscono la cronologia del Philadelphia Experiment provengono dal rapporto completo sull'azione della USS Eldridge sulla seconda guerra mondiale, inclusa la sezione delle osservazioni del registro del mazzo del 1943, disponibile su microfilm.

Il ricercatore Jacques Vallée descrive una procedura a bordo della USS Engstrom, che era ormeggiata lungo la Eldridge nel 1943. L'operazione prevedeva la generazione di un potente campo elettromagnetico a bordo della nave al fine di depermarla o smagnetizzarla, con l'obiettivo di rendere la nave non rilevabile o "invisibile" alle mine e ai siluri sottomarini fusi magneticamente . Questo sistema è stato inventato da un canadese, Charles F. Goodeve, quando ricopriva il grado di comandante nella Royal Canadian Naval Volunteer Reserve e nella Royal Navy.e altre marine lo usarono ampiamente durante la seconda guerra mondiale. Le navi britanniche dell'epoca spesso includevano tali sistemi di smagnetizzazione integrati nei ponti superiori (i condotti sono ancora visibili sul ponte della HMS Belfast a Londra, ad esempio). La smagnetizzazione è ancora utilizzata oggi. Tuttavia, non ha alcun effetto sulla luce visibile o sul radar. Vallée ipotizza che i resoconti della smagnetizzazione della USS Engstrom potrebbero essere stati confusi e confabulati nelle successive rivisitazioni, e che questi resoconti potrebbero aver influenzato la storia di "The Philadelphia Experiment".

Vallée cita un veterano che ha prestato servizio a bordo della USS Engstrom e che suggerisce che potrebbe aver viaggiato da Filadelfia a Norfolk e ritorno in un solo giorno in un momento in cui le navi mercantili non potevano: utilizzando il Chesapeake and Delaware Canal e la Chesapeake Bay, che all'epoca era aperto solo alle navi militari. L'uso di quel canale fu tenuto nascosto: i sottomarini tedeschi avevano devastato le navi lungo la costa orientale durante l' operazione Drumbeat, e quindi le navi militari incapaci di proteggersi furono segretamente spostate attraverso i canali per evitare la minaccia. Lo stesso veterano afferma di essere l'uomo che Allende ha visto "scomparire" in un bar. Sostiene che quando è scoppiata la rissa, amichevoli bariste lo hanno portato fuori dal bar prima che arrivasse la polizia, perché era minorenne per aver bevuto. Lo hanno poi coperto affermando che era scomparso.










 
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