sabato 25 gennaio 2020

Elementi magici

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Gli elementi naturali, cioè il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra, da tempo immemorabile sono fonte d'ispirazione per gli uomini, diventando strumenti i punti di riferimento per riti cosmogonici, religioni e tradizioni magiche. Essi ricoprono un ruolo particolarmente importante per la cosiddetta Vecchia Religione, più comunemente conosciuta come stregoneria e cioè quella tradizione neopagana che sostanzialmente consiste nell'osservanza di feste stagionali, nelle pratiche di rituali magici legati agli elementi naturali e che sostanzialmente si incentra sul culto della Natura.

Introduzione
Empedocle (ca. 450 a.C.), fu il primo a proporre quattro elementi e li chiama rizòmata ("radici", rizoma al plurale) di tutte le cose, immutabili ed eterne.
I quattro elementi naturali sono al tempo stesso considerati visibili ed invisibili, fisici e spirituali e tale concezione è stata al centro di studi che hanno interessato soprattutto il medioevo arabo con l'alchimia e il Rinascimento. Secondo la "Vecchia Religione" quindi, con la parola “terra” ad esempio, non ci si riferisce soltanto al pianeta su cui viviamo, ma anche al fenomeno della solidità, del fondamento e della stabilità, concetto che tra l'altro è anche uno dei cardini dell'Alchimia.
Esisterebbe poi anche un quinto elemento, denominato Quintessenza introdotto da Aristotele, che è la forza vitale più pura di tutte e sotto certi aspetti può essere considerata la fusione armonica dei quattro elementi naturali che insieme rendono possibile l'esistenza. Seppur esistano molte tradizioni di origine pagana, generalmente per la stregoneria gli elementi hanno una loro gerarchia ben precisa per la quale si distinguono elementi superiori ed inferiori: i primi (fuoco ed aria) sono definiti spirituali e considerati perfetti in quanto più sottili e per questo agiscono sui secondi (acqua e terra) innalzandoli. Al tempo stesso gli elementi inferiori attirano a sé quelli superiori, abbassandoli.
Attraverso questa interazione, è convinzione del pensiero magico in generale ed in parte anche di quello alchemico, che sia resa possibile la respirazione del mondo che si basa su una sorta di interscambio energetico.

Fuoco
È considerato il più puro dei quattro elementi e il suo termine viene utilizzato per esprimere numerosi concetti diversi: fuoco comune (prodotto mediante combustione); fuoco di digestione (tepore di provenienza organica); fuoco interno (originato da reazione chimica). La purezza assoluta del fuoco identificata dai pagani era riconosciuta anche dagli alchimisti che ne sottolineavano la capacità vivificante, una peculiarità ad esso attribuita che ha sempre suscitato un grande rispetto religioso verso tale elemento, soprattutto perché, più o meno inconsciamente l'uomo ha sempre riconosciuto che con l'uso della frizione e della selce, l'umanità è riuscita a “catturare” il fuoco, sprigionando la fiamma che ha cambiato il mondo.
Mentre la cosiddetta “adorazione del fuoco” di solito non è altro che un delicato eufemismo per definire il rispetto mistico del sesso, come il rosso dell'amore vi sono state diverse religioni che hanno venerato il fuoco come simbolo della divinità. Un esempio sono le fiamme eterne custodite dalla vergini vestali dell'antica Roma e anche oggi esiste qualcosa di simile nelle sinagoghe ebraiche e presso alcune tombe, come ad esempio in quella di John F. Kennedy.
Sebbene il significato religioso del fuoco sia stato ormai dimenticato dalla maggior parte di noi, esso è ancora testimoniato su molti degli altari delle principali religioni del mondo: in ogni altare Cattolico ed in ogni Chiesa è possibile vedere candele accese per enfatizzare le cerimonie ed i sacramenti.
I rituali magici legati al fuoco comprendevano spesso l'atto di ardere un'immagine, un'erba o un altro oggetto infiammabile, oppure comprendevano l'utilizzo di candele. Erano rituali praticati dai pagani solitamente vicino a focolari o comunque accanto a fuochi accesi in radure o nei boschi o nei pressi della fiamma di una singola candela. Le streghe, anche le moderne wiccan che ancora oggi professano questa religione nei coven o in maniera solitaria, considerano il fuoco un elemento maschile e che governava il sud.
Il suo colore è il rosso, la stagione ad esso legata è l'estate e può essere interiore ad un corpo od esteriore, cioè può agire contemporaneamente sia all'interno che all'esterno di un corpo, così come la Terra riceve contemporaneamente gli effetti del fuoco interiore (gli umori magmatici) e di quello esteriore, cioè l'energia solare.
Questa concezione è tanto tradizionale da ricorrere in quasi ogni cultura; ne è un esempio il passo sottostante tratto dalle Upanishad indiane:
“Esso (il testo si riferisce allo àtman) si presenta, invero, come una duplice entità: da una parte lo Spirito Vitale (pràna) e dell'altra il Sole (àditya), che si manifestano come giorno e notte, Il Sole – lassù – è lo Spirito Esteriore, il pràna – quaggiù – è quello in Interiore ed è perciò che si dice che il moto dello Spirito Interiore si lascia inferire dal modo dello Spirito Esteriore.” (Maitry Upanishad, in Upanishad Antiche e Medie, Boringheri, Torino 1974, pag. 564).
Il fuoco elementare viene a volte identificato con il Cielo, che contiene in grande quantità lo Spirito dell'universo: secondo la tradizione pagana della stregoneria, la vita non sarebbe altro che un flusso di fuoco naturale all'interno dell'organismo e tale concezione era trasversalmente riconosciuta anche dal Cristianesimo che proprio tramite il fuoco, cioè con condanna al rogo, tentava di purificare gli eretici e chi veniva considerato colpevole di stregoneria, di modo che il male che li possedeva potesse essere estinto dal fuoco purificatore del rogo.
La nuova tradizione religiosa del Cattolicesimo si impose in sostanza con i soliti mezzi dei suoi precedenti persecutori: gli antichi Romani perseguitarono e martirizzarono i cristiani e successivamente essi fecero lo stesso con i pagani. La purificazione delle persone impure, tacciate di eretismo veniva attuata attraverso la riconosciuta forza purificatrice del fuoco che, ironia della sorte, era proprio una delle più radicate credenze pagane.

Gli incantesimi del Fuoco
Il fuoco era rispettato e adorato ma anche temuto per la sua devastante forza distruttrice: erano diffusi, e lo sono tuttora in alcune tradizioni new age e neopagane, rituali magici per proteggere le abitazioni da tale elemento. Tra i più diffusi vi era quello di utilizzare del vischio chiuso in un sacchetto azzurro, immerso in acqua fredda e limpida e quindi appeso al centro della casa o del luogo che si voleva proteggere. Nella sua connotazione positiva, il fuoco era utilizzato per purificare, cioè spesso venivano bruciati fisicamente oggetti ritenuti “responsabili” di cattiva sorte o ritenuti la causa di un male.
Il fuoco inoltre, come ogni altro elemento, era utilizzato per la divinazione, cioè quell'arte con la quale era convinzione si potessero svelare gli eventi futuri: un fuoco veniva acceso e la velocità o meno con cui la legna iniziava ad ardere era considerata un segno più o meno positivo per la buona riuscita della divinazione.
Era convinzione che le varie reazioni e i movimenti delle fiamme rispettassero un preciso linguaggio che se giustamente interpretato poteva rivelare il futuro: la difficoltà d'accensione di un focolare preannunciava ad esempio pioggia, la sua facilità una visita imminente. Molto crepitio indicava sfortuna, un netto “buco” tra le fiamme l'imminente cessazione di un problema, scintille preannunciavano notizie importanti, ecc.

Gli Elementali del Fuoco
Tra le streghe che professavano la Vecchia Religione, ve ne erano alcune di rango superiore, generalmente le più anziane, che erano considerate delle chiaroveggenti: si riteneva cioè che avessero la capacità di entrare in contatto con gli spiriti che governavano i vari elementi della natura chiamati appunto “Elementali” per chiedere loro benefici o conoscere gli eventi futuri.
Le streghe consideravano il fuoco governato da spiriti chiamati “salamandre”: in antichità infatti era diffusa la bizzarra convinzione che gli anfibi che vanno sotto questo nome potessero resistere al fuoco e si generassero da esso, ed è questo il motivo per cui le streghe identificarono gli spiriti del fuoco con questo nome.
Le salamandre non sono molto radicate nell'immaginario popolare e nel folklore, ma al contrario sono le protagoniste indiscusse della più ermetica tradizione magica ed alchemica: in moltissimi rituali dell'antichità legati alla metallurgia, i fabbri-sacerdoti invocavano le salamandre a protezione del loro lavoro; gli alchimisti medievali prima di tentare le trasmutazioni della materia nei loro crogiuoli, rivolgevano invocazioni agli elementari del fuoco; i magi persiani adoravano particolarmente il fuoco e ne traevano oracoli per onorare le salamandre.
Il ruolo delle visioni delle streghe chiaroveggenti, potrebbe aver sortito effetti simili a quelli che oggi suscitano i medicinali placebo nelle persone ipocondriache: gli uomini hanno sempre avuto bisogno di affidarsi a delle convinzioni e un certo riscontro di queste convinzioni, reale o meno che siano è irrilevante, generava senza alcun dubbio nelle streghe della Vecchia Religione del benessere.
In fin dei conti anche le religioni moderne, più o meno volontariamente, ricoprono questo ruolo, cioè quello di confortare e rassicurare chi ha fede. Ancora oggi, gli sciamani meso americani ad esempio, utilizzano tecniche ingannevoli per alleviare i dolori degli abitanti dei propri villaggi o per estirpare convinzioni radicate di malessere o semplice ipocondria: attraverso rituali che altro non sono che abili giochi di prestigio, gli sciamani fanno credere di estirpare il male dalle persone che si credono, ad esempio, possedute da un demonio, esorcizzando la cosa mostrando serpenti spettacolarmente tirati fuori dal ventre dei malcapitati.
Si tratta ovviamente di finzione, ma i meccanismi mentali di auto convincimento che con questi riti gli sciamani generano, sono pressappoco i medesimi generati dai medicinali placebo. Nel caso delle streghe chiaroveggenti della Vecchia Religione, entrare in contatto con spiriti benevoli e chiedere loro beneficio, voleva rassicurare il proprio popolo che il raccolto sarebbe stato abbondante e che le carestie non sarebbero arrivate, generando senza dubbio una gioia ed una serenità non indifferente.

Aria
L'Aria, elemento maschile come il fuoco, è considerato il secondo elemento superiore, inferiore soltanto al fuoco, e riveste un ruolo fondamentale nella tradizione magica in quanto al suo interno hanno luogo alcune trasformazioni importanti che coinvolgono anche gli elementi inferiori. Essa veniva considerata un vero e proprio tramite tra il mondo superiore e quello inferiore, partecipando alla purezza del primo e all'impurità del secondo.
È l'elemento dell'intelletto, è il regno del pensiero e governa incantesimi e rituali che riguardano i viaggi, l'istruzione, la libertà, l'acquisizione di conoscenze, il ritrovamento di oggetti perduti e la scoperta di menzogne.
Gli incantesimi legati all'aria di solito comprendevano, e per i wiccan ancora oggi, rituali in cui degli oggetti venivano fatti cadere lungo il pendio di una montagna, di modo che essi entrassero effettivamente in contatto fisico con l'elemento aria.
Per secoli gli uomini hanno creduto che esistessero solo quattro tipi di vento, corrispondenti ai quattro punti cardinali e molti incantesimi quindi eran legati a questi quattro venti che si credeva potessero venire comandati anche se tali rituali erano generalmente molto temuti poiché la magia dell'aria era considerata imprevedibile come è la stessa natura del vento.
Il vento del nord era considerato il vento che governava il cambiamento, un vento di natura aggressiva, probabilmente perché le correnti che provengono dal nord sono generalmente molto fredde e per questo i rituali legati a questo vento aprivano la strada ad incantesimi di distruzione.
Contrariamente, più si va a sud e più fa caldo, per lo meno nell'emisfero dove queste credenze pagane si svilupparono, e per questo il vento del sud, infuocato e caldo, era legato all'elemento del fuoco e la sua magia quindi ricopriva lo stesso ambito: purificazione e protezione. Il vento dell'ovest è quello che invece soffia fresco e umido; può portare una traccia di pioggia o di foschia quindi è legato all'elemento dell'acqua e gli incantesimi di questo elemento venivano quindi attuati preferibilmente quando tirava il vento dell'ovest.
Infine il vento dell'est, è anch'esso un vento caldo ma gli antichi pagani ebbero nei secoli modo di osservare che tale vento soffiava dal punto in cui il sole e le stelle facevano la loro apparizione: è per questo che a tale vento venivano associati i rituali spirituali e sacri e la divinazione aiutata dal corso delle stelle era più proficua se praticata durante il soffio del vento dell'est.
L'aria in generale domina l'Oriente perché questa è la direzione della massima luce, la luce della sapienza e della conoscenza, il suo colore è il giallo del sole e del cielo all'alba e la sua stagione è la primavera.

Gli incantesimi dell'Aria
Come già accennato, gli incantesimi dell'aria erano generalmente legati ai venti; erano molto diffusi gli incantesimi con i quali si credeva si potessero far innalzare i venti e uno dei più diffusi consisteva nell'annodare un vecchio pezzo di cuoio realizzando un primo nodo a circa otto centimetri da un'estremità, un secondo a circa quindici centimetri dal primo nodo ed un terzo a ventidue centimetri circa dal secondo.
L'incantesimo veniva attuato sciogliendo in sequenza i nodi: per una brezza leggera veniva sciolto il primo nodo mentre il mago si concentrava sulle onde del mare che si increspano, sulle foglie che si alzano o sull'erba che ondeggia. Per un vento più forte veniva sciolto il secondo nodo concentrandosi su di un vento che gonfia le vele di una nave e per un vento di burrasca si scioglieva il terzo nodo pensando a forti venti in azione.
I pagani attuavano riti anche per fermare il vento, esattamente come per proteggersi dalla forza distruttiva del fuoco; venivano utilizzate generalmente quattro piume (preferibilmente una per ciascuno dei seguenti colori: bianco, blu, giallo e nero) che rappresentavano ognuna i quattro venti cardinali. Le quattro piume venivano legate assieme strettamente con uno spesso spago, messe sul fondo di una ciotola e ricoperte completamente di sale in modo da non essere più visibili: con questa operazione era credenza che i venti fossero legati e portati a terra, di modo da calmarsi velocemente.
Vi sono anche testimonianze di credenze per le quali alcune streghe erano in grado di fermare un ciclone piantando un coltello nel terreno, con la lama affilata rivolta in direzione della tempesta. Si diceva che il coltello “tagliava il vento”, così che una determinata zona fosse risparmiata dall'uragano.

Gli Elementali dell'Aria
Per le streghe, gli spiriti elementari che governano l'Aria sono le Silfidi: esse sono ben radicate anche in molte altre tradizioni, specie nel folklore del nord Europa, identificate più generalmente con il termine gaelico di Fairy o Faires, cioè Piccolo Popolo. In tutte queste tradizioni, ma specialmente nella Vecchia Religione, le Silfidi ricoprono il ruolo di messaggeri celesti, inviati del mondo spirituale proprio come l'antico dio Hermes dei greci o gli angeli della tradizione Cristiana.
Le streghe credevano che gli uccelli rappresentassero nel mondo fisico, quello che le Silfidi rappresentavano nel mondo spirituale (o sottile), quindi molti riti ed incantesimi legati all'aria prevedevano l'utilizzo di volatili. Generalmente venivano catturati, “caricati” di invocazioni e preghiere durante lunghe cerimonie e poi liberati in massa di modo che i bisogni e le necessità trasmesse ad essi potessero essere portate in cielo e trasmesse agli spiriti dell'aria.
Queste convinzioni sono forse alla base dell'iconografia con cui sono state poi nei secoli codificate e rappresentate le Fate: la vista di alcune tipologie di uccello, magari di scarsa diffusione e rari da vedere, deve aver suggestionato gli antichi professanti della Vecchia Religione tanto da far credere loro di aver visto proprio degli spiriti dell'aria. Spesso infatti i colori delle ali di questi spiriti pagani, sono ispirati dal variopinto piumaggio di alcuni uccelli e anche ciò si ricollega all'infinita fonte d'ispirazione che per l'uomo è sempre stata la natura.
Gli ambienti naturali incontaminati di un tempo, con i loro suoni, gli odori ed i colori, erano terreno fertile per l'immaginazione e questo, legato ad una minore conoscenza del mondo, esaltava l'auto suggestione ed è comprensibile come la tradizione si sia così riempita di credenze, favole e leggende.
Oggi, tradizioni ancora attive come la Wicca, spingono sempre di più verso l'aspetto ambientalista: per chi ancora osserva il culto della Dea Diana, gli spiriti naturali, specialmente quelli dell'aria stanno retrocedendo nelle sempre minori zone ancora verdi del mondo a causa dell'industrializzazione e dell'inquinamento. Per questo, chi ancora oggi professa questa religione, si dirige nei boschi ed in generale in ambienti naturali per professare i propri rituali e per rimanere in contatto con questi spiriti elementari.

Acqua
Per i wiccan e i pagani della Vecchia Religione, l'acqua è l'elemento per eccellenza della purificazione, della mente subconscia, dell'amore e delle emozioni, e la sua magia era considerata da quasi ogni cultura e civiltà antica l'elemento primario per l'esistenza, un elemento legato al piacere, l'amicizia, il matrimonio, la fertilità, la guarigione, il sonno ed il sogno.
I rituali dell'acqua, quasi nella totalità delle civiltà umane, facevano utilizzo di specchi, venivano attuati spesso in presenza di pioggia e terminavano con l'atto o di gettare o di deporre un oggetto dentro o sopra una massa d'acqua, forse per un archetipo umano che riconosce nell'acqua l'origine della vita. Era considerato un elemento femminile, il suo colore era il blu, dominava l'Occidente e i mesi autunnali dell'anno quando la pioggia si riversa sulla terra.
Oltre a costituire una delle componenti primordiali ed essenziali delle cosmogonie di quasi ogni civiltà, l'acqua rappresenta il principio vitale inteso come mezzo di rigenerazione. Anche in alchimia ritroviamo, legata all'acqua, una componente di forte vitalità: per gli alchimisti infatti, l'acqua come solvente portava alla Putrefazione, fase essenziale per il risorgere della vita, ed inoltre, sciogliendo sali e sostanze, li rendeva adatti a numerosi processi alchemici. È proprio in questa fase alchemica che tra alcuni elementi si credeva potesse avvenire la cosiddetta Unione: essa doveva avvenire nel corso della lotta tra la natura fissa e la natura volatile degli elementi.
Un elemento da tenere in considerazione è l'uso che la spagiria fa dell'acqua come solvente per riuscire ad ottenere la quintessenza dei minerali e delle sostanze naturali. Quanto maggiore è il livello spirituale raggiunto, tanto maggiore è la possibilità di agire nel reale: ecco allora il marcato desiderio dell'alchimista di identificare, mediante continui processi di purificazione, la dimensione più essenziale di una sostanza, e in ciò riveste un ruolo centrale l'elemento dell'acqua.
L'acqua si pone al terzo posto della serie dei quattro elementi: questa posizione tra aria e terra le spetta per la sua plasmabilità superiore dell'aria ovviamente ma inferiore alla terra. È chiara questa classificazione in quanto gli esponenti della Vecchia Religione potevano utilizzare l'acqua nei rituali e negli incantesimi in modo assai più diretto e pratico rispetto a quanto potessero fare con aria e fuoco e alla stessa maniera l'elemento più manipolabile di tutti era la terra. Ciò nonostante, l'acqua è, dei restanti elementi, quella più difficoltosa da muovere: l'aria ha infatti per sua natura una buona capacità di movimento, mentre il fuoco è l'elemento che si muove nel modo più rapido.
Il compito più importante che veniva attribuito all'acqua era quello di ricevere e memorizzare l'informazione presente nell'ambiente e di conservarla per poi trasmetterla ad altri elementi, in particolare alla terra. In seguito all'evaporazione, l'acqua sale verso il cielo e si impregna degli influssi astrali. Successivamente essa torna sotto forma di pioggia, sulla terra, fecondandola con quanto ha potuto catturare nella dimensione più sottile: si credeva che l'informazione venisse così trasmessa alla terra che ne traeva giovamento per la sua evoluzione.
Il processo si ripeteva un numero infinito di volte per consentire all'elemento più basso di accumulare l'informazione di cui ha bisogno per far evolvere ciò che essa contiene, ma il rapporto è duplice: anche la terra impregna l'acqua di ciò che essa contiene e vengono così trasmesse ad essa le virtù delle vene ricche di minerali, così come quelle di luoghi ricchi di bitume e zolfo.
Questo scambio tra dimensione superiore e dimensione inferiore, che si credeva possibile proprio grazie alle caratteristiche dell'acqua, veniva considerata una vera e propria respirazione del mondo ed è per questo che il fulcro di tutti gli incantesimi delle streghe si basava su questa convinzione di possibilità di passaggio dell'informazione: gli elementi erano collegati, gli spiriti elementari interagivano tra di loro, i rituali e gli incantesimi erano quasi tutti incentrati sul passaggio del bisogno, della preghiera agli elementi naturali per giungere alla divinità.

Gli incantesimi dell'Acqua
Una delle forme più piacevoli, rilassanti e antiche di divinazione era l'osservazione dell'acqua. Quasi ogni luogo naturale e non dove sia presente l'acqua, ha generalmente attratto l'uomo e lo ha spinto a cercare in questi luoghi le risposte che andava cercando.
Alcuni riti, che un tempo venivano considerati veri e propri incantesimi e rituali, sono in parte giunti fino a noi: ne è un esempio quella di gettare monetine dentro una fontana od un sasso dentro un pozzo visualizzando un desiderio che si vuole si realizzi. Per i wiccan o più in generale per i pagani che adoravano gli spiriti della natura, gli ambienti naturali erano i luoghi migliori per attuare rituali ed incantesimi, ma con la supremazia del cristianesimo in Europa dal decimo secolo dopo Cristo in poi i luoghi artificiali come pozzi o sorgenti cominciarono a prendere il sopravvento nel folclore e questo non è un caso, ma vi è una componente storica e culturale: molti pozzi sono stati associati a Santi e si dice che nei loro pressi siano state operate guarigioni ed altri miracoli.
Il pozzo di Chalice presso l'Abbazia di Glastonbury, in Inghilterra, è un esempio di una vecchia sorgente ritenuta magica anche dai pagani che si è trasformata in pozzo ad opera dei primi mistici cristiani. L'opera di cancellazione della memoria è una pratica comune nella Storia: molte chiese ad esempio sono state costruite sopra templi pagani, di modo da affermare al tempo stesso la supremazia di un credo ed eliminare le tracce di uno precedente. Gli incantesimi legati all'acqua sono quasi tutti incentrati sul posizionamento o il lancio di un oggetto in una massa d'acqua.
Se ci si trovava nei pressi di una sorgente spesso di raccoglieva un sasso e, tenendolo con la mano dell'energia (i wiccan in special modo, credono che la mano più utilizzata naturalmente da una persona elargisca maggiore energia magica rispetto all'altra) usando il succo di una pianta locale o con del gesso, venivano segnati a terra simboli o rune visualizzando la propria necessità, per poi gettare il sasso nella sorgente.
Spesso, si attuava una sorta di divinazione attraverso il numero di cerchi prodotti dal sasso che impattava con l'acqua: durante il lancio si visualizzava o si rivolgeva alla Dea o al Dio una domanda che poteva avere come risposta o un si o un no, e a seconda se i cerchi generati sulla superficie dell'acqua fossero stati pari o dispari si era ottenuta una risposta affermativa o negativa.
Sostanzialmente questi riti non erano un qualcosa di così lontano da una sorta di preghiere, che venivano esorcizzate ed amplificate con dei gesti e degli atti fisici. Ma per le streghe della Vecchia Religione l'acqua non era utilizzata solo per rivelare gli eventi futuri ma essa aveva un grande potere curativo e proprietà purificatorie e quindi molti rituali di guarigione erano legati a questo elemento.
Questa idea non era radicata solo al retroterra delle convinzioni della Vecchia Religione ma è un concetto molto diffuso in diverse culture e tradizioni. Il rito di purificazione tramite l'abluzione ad esempio è un rituale molto diffuso e trova un'espressione particolarmente importante nella religione islamica, giudaica e in quella cristiana.
Per l'ebraismo antico, uno dei problemi maggiori era costituito dall'impurità: essere impuri significava essere spiritualmente depotenziati, quindi non in grado di accostarsi alla divinità, dalla quale si diffonde un flusso potente (il Sacro) in grado di distruggere un essere vivente che si fosse accostato ad esso senza prima essersi reso immune all'impurità. Gli stessi animali considerati impuri lo erano perché in qualche modo associati alla terra (come il serpente che striscia sul suo ventre), la quale, essendo emanazione della divinità, partecipava anch'essa del Sacro e della sua pericolosa potenza.
Per questo motivo, si richiedeva ai sacerdoti, che erano a contatto più di chiunque altro con il Sacro, un grado massimo di purezza: le trasgressioni dovevano essere cancellate mediante la purificazione e i lavaggi cerimoniali con acqua consacrata facevano parte di questa tradizione. All'epoca di San Giovanni Battista, la tradizione dell'abluzione, legata specialmente ai culti orientali ma particolarmente diffusa in questo periodo sia in ambito giudaico tradizionale che in quello degli esseni, doveva essere preceduta dalla penitenza della vera conversione.
Per il cristianesimo delle origini, esso acquista una pregnanza ancora maggiore, perché l'ingresso nell'acqua simboleggia la morte dell'uomo vecchio, mentre con la risalita dal fonte battesimale si festeggia la nascita dell'uomo nuovo, sul quale scende lo Spirito di Dio per la sua santificazione.
Di ciò è esempio emblematico il battesimo di Gesù: anch'egli, come gli altri discepoli di Giovanni, entra nell'acqua per il battesimo, ma quando ne esce, Dio manifesta il suo compiacimento per lui: lo Spirito dell'Altissimo discende dal cielo sotto forma di colomba, mentre si ode la voce del Padre che lo riconosce come figlio.

Gli Elementali dell'Acqua
Gli spiriti elementari dell'acqua venivano identificati nella Vecchia Religione con il nome di Ondine. Anche per le ondine, come per il retroterra folcloristico legato alle Silfidi, la tradizione è molto vasta andando a coinvolgere quasi ogni cultura che avesse a che fare con il mare od in generale la navigazione.
Storie di Sirene e creature marine, popolano non solo la letteratura più disparata, ma in particolare il folclore irlandese e quello scozzese, anche se racconti di creature delle acque sono presenti in quasi tutto il mondo e in quasi ogni epoca. Le streghe chiaroveggenti le identificavano come splendide fanciulle dai lunghi capelli e la coda di pesce, immagine tanto famosa quanto abusata in molte culture.
La loro origine molto probabilmente è dovuta al grande timore che l'uomo ha sempre avuto del mare: esattamente come molti dei rituali del fuoco o dell'aria servivano per proteggersi dalla forza distruttrice di cui possono essere capaci tali elementi, molti rituali erano rivolti agli spiriti elementari dell'acqua per ricevere la loro benevolenza e protezione. Le radicata superstizione dei marinai è molto probabilmente una traccia dell'antico timore e rispetto che l'uomo nutriva verso il mare ed i riti e i sacrifici che le streghe rivolgevano ad esso e agli spiriti che lo abitavano.

Terra
La terra costituisce per la fisica tradizionale il grembo indispensabile senza il quale nulla può essere prodotto o riportato in vita e, seppur senza basi scientifiche, questa era anche la convinzione di molte antiche civiltà: la terra infatti è l'unica vera casa dell'uomo, in essa l'uomo ha sempre trovato rifugio e nel suo suolo umido è tradizione diffusa il seppellimento dei defunti.
La terra è considerata principio femminile per eccellenza (in quanto opposta al Cielo, principio maschile) ed è sottoposta ad una continua fecondazione da parte del fuoco (interno ed esterno), dell'acqua, delle influenze astrali: essa nutre l'uomo fin dalla sua comparsa, è umida e fertile e sono queste caratteristiche che l'hanno fatta identificare dagli uomini come elemento femminile. È in essa che nella stragrande maggioranza delle tradizioni religiose, nelle cosmogonie, viene posto il germe iniziale delle cose, che nel suo interno, sono portate a maturazione: il germe dei metalli (tradotto nel linguaggio fisico, il mercurio vivo, padre di tutti i metalli) nel suo recettacolo sotterraneo può maturare fino alla perfezione (l'oro).
Essa domina il punto settentrionale della bussola perché è il punto di massima oscurità e dell'inverno, il suo colore è il verde della vegetazione ed è legata alla magia delle pietre, delle immagini, degli alberi e dei nodi. Nelle attività magiche, la terra ha sempre “governato” tutti gli incantesimi e i rituali legati al lavoro, agli affari, alla stabilità e alla fertilità: gli aborigeni australiani professano un rito per il quale gli uomini adulti si stendono sulla terra e la fecondano con il loro seme in segno di ringraziamento per i frutti che costantemente essa fornisce loro per vivere.
Nella tradizione magica pagana, un rituale legato a questo elemento poteva essere quello semplice di seppellire un oggetto simbolico di un determinato proprio bisogno o desiderio che si voleva si concretizzasse, o ancora gesti semplici e umili come quello di tracciare simboli e disegni nella polvere. Come l'acqua si credeva che la terra fosse in grado di trasportare l'informazione e accogliere e conservare in sé le preghiere e i bisogni di chi la onorava nei rituali.
Le antiche Dee pagane della terra sono sopravvissute fino ad oggi sotto le spoglie di Madre Natura, una divinità che veniva celebrata un tempo e che oggi viene nuovamente apprezzata da alcune filosofie new age come nostra genitrice e fonte si sostentamento: movimenti ambientalisti sono sorti per soddisfare il bisogno di proteggere il nostro pianeta, specie quando siamo riusciti a lasciare l'atmosfera e osservare la Terra dallo spazio.
Ma questo sentimento protettivo entrò nel pensiero degli uomini e nella pratica magica ed in quella religiosa già migliaia di anni fa, per preservare la divinità Gea. Per concludere, dal punto di vista alchemico, la terra assumeva una grande importanza anche perché veniva indicata in maniera indiretta come uno dei componenti della Pietra Filosofale degli Alchimisti.

Gli incantesimi della Terra
La terra veniva utilizzata soprattutto per incantesimi di guarigione ed in generale si associavano a tale elemento capacità curative: era convinzione che si potesse trasferire la malattia ad una sostanza, generalmente di origine organica, che poi veniva seppellita e il male veniva così neutralizzato dal potere della terra.
Per eliminare una malattia o risanare una ferita, si usava sfregare la parte affetta con una fetta di mela, di patata o di qualche erba ritenuta curativa e tale rituale deve presumibilmente essere sorto per la casualità di aver constatato dei miglioramenti per via di capacità disinfiammatorie di alcune piante utilizzate. Similmente, si faceva stendere il malato su zone di terra fresca e smossa e sono facilmente immaginabili le origini di tali convinzioni: la terra era l'elemento dal quale l'uomo vedeva sbocciare la vita; tutto ciò di cui l'uomo aveva bisogno per il suo sostentamento spuntava dal terreno, sia il cibo sia le piante utilizzate per gli infusi e le pozioni e si credeva quindi che la terra possedesse forte vitalità e che si potesse giovare delle sue vibrazioni positive e vitali entrando in contatto con essa.
Specie in Oriente, vi era la tradizione di costruire le case intorno ad alberi e spesso la prima cosa che veniva fatta prima di edificare un'abitazione era quella di piantare il seme di una pianta: i wiccan, ed in genere i pagani adoratori degli spiriti della natura, solevano affidare le proprie necessità e desidere al seme di un albero, che se accudito da germoglio a fusto, avrebbe reso il desiderio realtà.
E ancora, era ed è pratica ricorrente per i wiccan, raccogliere in un fazzoletto verde della terra dove erano stati precedentemente tracciati simboli magici e rune e portarlo con sé per protezione e similmente veniva fatto con delle bottiglie poi poste sui davanzali delle finestre per impedire al male di entrare. La terra veniva gettata alle spalle dei bambini che giocavano per evitare che spiriti malvagi si insinuassero nei loro ingenui giochi e molto probabilmente questa tradizione è sopraggiunta fino a noi come il rito superstizioso di gettarsi alle spalle un pizzico di sale per scongiurare la cattiva sorte.
Nei tempi passati in sostanza, si credeva che la terra confondesse gli spiriti malvagi e i demoni e che essi fossero così costretti a dover contare ogni singolo granello di terra prima di poter entrare in un'abitazione: nella filosofia new age, nel senso più allargato del termine, questi spiriti sono stati sostituiti come un male persistente che aleggia intorno al pianeta, generato dai cattivi pensieri delle persone. Questa negatività può entrare nelle case e così, per difesa, vengono adottati sistemi simili a quelli degli antichi pagani che professavano l'Antica Religione.
La convinzione che con i soli pensieri si possa recare un danno fisico e psicologico ad altre persone, alimentando questa presunta cappa di negatività che aleggia intorno al pianeta, è presente anche in ben più antiche filosofie orientali, come ad esempio il mantra di origine induista, una tecnica meditativa atta sostanzialmente a concentrarsi e liberare la mente, ma con la quale si crede si possa anche influenzare e creare un danno a terze parti.

Gli Elementali della Terra
Per i professanti della Vecchia Religione gli spiriti elementari della terra erano gli gnomi. Quando oggi sentiamo parlare di gnomi, ci vengono alla mente le numerose e suggestive fiabe che vedono protagonisti quegli esseri dalle sembianze simili a quelle umane ma dalla piccola statura.
In verità il folclore che circonda queste figure vede questi esseri descritti nei modi più differenti e questo è un chiaro segnale per quanto già accennato riguardo agli spiriti elementari dell'aria: le storie di gnomi, seppur maggiormente radicati nel nord Europa, popolano il folclore di quasi tutto il globo e in base a ciò di misterioso e sconosciuto che gli uomini di varie parti del mondo potevano osservare in natura, la loro forma e le descrizioni variano molto.
Gli gnomi (Shee dal gaelico) delle streghe gli Yaksha in India, i Koltkis in Russia, gli Dvergras o Kourigas nella tradizione celtica, i Monacelli nell'Italia meridionale e così via.
I motivi che stanno alla base della nascita della credenza degli gnomi sono chiare per quanto riguarda le streghe della Vecchia Religione che erano a contatto diretto con la Natura e le sue innumerevoli suggestioni e a tale proposito è interessante notare che in tutte le altre culture dove queste credenze si radicarono, esse partono sempre dalla vita di classi sociali che erano strettamente a contatto con la natura e la terra, come i contadini.
Vi è un gran proliferare di credenze e superstizioni riguardanti spiriti della casa, di granai e cascine, esseri verso i quali spesso si doveva essere cauti e che talvolta ci si poteva aggraziare o convincere a smettere di infestare i luoghi abitati con sacrifici e doni di cibo o piccoli oggetti di valore.
Uno dei riti più semplici per precludere l'ingresso nelle abitazioni degli spiriti avversi, era per le streghe, quella di appendere un paio di corna di cervo agli stipiti delle porte d'ingresso alle case poiché il cervo era il simbolo del Dio, della parte maschile della Natura con la sua potenza virile.
Tale tradizione è alla base dell'iconografia del Diavolo cattolico: gli gnomi malvagi delle streghe sono stati rimpiazzate dalla figura del diavolo tentatore che è stato rappresentato come un essere con coda e corna proprio per tacciare di malvagità e adorazione del maligno la tradizione pagana d'appendere delle corna di cervo fuori delle case.


venerdì 24 gennaio 2020

Fangshi

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I Fangshi (cinese 方士, pinyin: fāngshì; letteralmente 'maestro dei metodi') erano specialisti tecnici cinesi che fiorirono dal III secolo a.C. fino al V secolo d.C. Le traduzioni in inglese di fangshi includono alchimista, astrologo, indovino, esorcista, geomante, medico, mago, servitore, monaco, mistico, negromante, occultista, omenologo, medico, fisiognomista, tecnico, tecnologo, taumaturgo e stregone.

La parola
La parola cinese fangshi 方士 combina fang "direzione; lato; località; luogo; regione; formula;prescrizione (medica); ricetta; metodo; via" e shi "studioso; intelligencija; signore; ufficiale; yeoman; soldato; persona addestrata in un certo campo ".
Molti testi in inglese traslitterano questa parola come fangshi (i testi più vecchi usano fangshih), ma alcuni la traducono letteralmente.
  • "signori che possiedono ricette magiche" (Needham 1956: 134)
  • "signori delle ricette" (Welch 1957: 96)
  • "maestri di ricette" (Harper 1986: 394)
  • "erudito sulle direzioni", cioè un esperto nell'interpretare i presagi dal loro orientamento" (Walters 1986: 304) [dalla divinazione fengjiao "angolo del vento", sotto]
  • "Maestri Esoterici" (Roth 1991: 604)
  • "signore che possiede tecniche, tecnico" (Sivin 1995: 27)
  • "maestri di ricette e metodi" (Sakade 2000: 545)
  • "maestri dei metodi" (Csikszentmihalyi 2008: 406)
  • "maestri di esoterica" (Campany 2009: 33)
Lo storico cinese Yu Ying-shi (1965: 105) conclude che "come termine generale, fang-shih può essere tradotto "taoisti religiosi "o" taoisti popolari", poiché tutte queste arti furono successivamente incorporate nella religione taoista. Solo in casi specifici a seconda dei contesti il termine andrebbe tradotto "maghi", "alchimisti" o "immortali". "Fangshi " è un termine inafferrabile che sfida una traduzione coerente "(Toh 2010: 4).
C'è un accordo generale sul fatto che shi in fangshi 方士 significa "maestro, gentiluomo, specialista addestrato" (cfr Daoshi 道士 "sacerdote taoista, indovino"), ma un considerevole disaccordo sul significato di fang.
L'etimologia di fangshi è "soggetta a varie interpretazioni", scrive DeWoskin.
Entro la fine della dinastia Zhou posteriore, ci sono diverse occorrenze della parola "fang" in due nuovi binomi, fang-shu [方 書] e fang-shuo [方 說], letteralmente, "libri fang" e "teorie fang" . La parola "fang" nei suoi vari contesti comuni significava "efficace", "formulaico", "parallelo", "correlativo", "comparativo", "medicinale", "spirituale" o "esoterico". Durante i periodi arcaici, la parola si verifica anche comunemente nel composto ssu-fang [四方], che significa quattro aree periferiche, e quindi si riferisce a persone, luoghi e culture rimossi dal tribunale centrale. Ognuno di questi significati è potenzialmente un fattore nell'etimologia del termine. "(1983: 1-2)
Harper dice "Il tentativo di DeWoskin di una definizione di fang shih che ammette ogni possibile significato di fang nella sua analisi rende il termine privo di significato".
Qualunque cosa fang o shih come parole separate significavano in un periodo precedente, quando erano combinati per formare il nome di prodigiosi che si riunivano nei tribunali di Ch'in e Han, il nome esprimeva alcune qualità essenziali di queste persone. Automaticamente la maggior parte dei significati per fang che DeWoskin afferma essere "potenzialmente un fattore nell'etimologia del termine" possono essere eliminati, specialmente la serie "parallelo, correlativo, comparativo". Analizzando il termine fang shih, i primi studiosi si sono concentrati principalmente sul significato di "metodo" o "tavoletta su cui è registrato un metodo, ricetta", nel qual caso fang shih significa "mastro che possiede metodi" o "maestro che possiede ricette". (1986: 395)
Basato su parole che i testi Han usano per descrivere le pratiche occulte, fangshu 方書 "ricettario, trattato su un'arte / abilità, raccolta di prescrizioni mediche" e fangban 方 板 "tavoletta della ricetta, trattato su un'arte / abilità", conclude Harper, "Il possesso di scritti contenenti conoscenze occulte che potrevano essere rivelati a mecenati selezionati era la caratteristica principale di tutti coloro che erano conosciuti come fang shih". Descrivendo lo sfondo del fangshi, DeWoskin suggerisce un'etimologia "altra".
È possibile raggruppare gli antecedenti del pensiero e delle tecniche del fang-shih in tre aree distinte: astrologia e calendaria; le pratiche dei medium wu e l'evocazione; e medicina farmaceutica e igienica. Praticamente tutti i fang-shih abbastanza importanti da essere inclusi nelle storie dinastiche sono specializzati in una sola di queste aree. Poiché le tre aree non sono storicamente collegate, e il tipico fang-shih non le abbraccia tutte, il raggruppamento suggerisce che il senso comune del nome fang-shih era in qualche modo simile agli "altri" e non si attribuiva a nessuna prontamente definibile scuola o tradizione. (1983: 6)
Anche Harper rifugge questa ipotesi, concludendo: "Un esame più giudizioso non potrebbe portare a questo tipo di reductio ad absurdum ". Riassumendo in che modo gli autori cinesi usavano la parola fangshi dagli Han alle dinastie Song, Sivin elenca quattro criteri generali.
  1. Il fang-shih apparteneva di solito al minuscolo segmento privilegiato della popolazione che poteva leggere libri e lasciare documenti. Gli scritti che abbiamo, non un campione casuale, sono di alta qualità letteraria. Le prime storie sui tecnici spesso hanno li confondono con filosofi. Il fang-shih di solito proveniva da una famiglia che sappiamo essere in posizione ufficiale, anche in periodi in cui tale grado era normalmente ereditario.
  2. Lo stesso fang-shih di solito non deteneva un alto grado nel regolare servizio civile. Se lo faceva, tendeva ad essere ottenuto in modo irregolare, molto spesso come gesto imperiale. Qualcuno che ha raggiunto un alto ruolo attraverso una carriera convenzionale, anche se avesse notevoli capacità meccaniche, conoscenze scientifiche o la padronanza dell'occulto, non è stato spesso chiamato un fang-shih . ...
  3. Il fang-shih non si sforzò per gli obiettivi personali che il ben nato si aspettava dalla propria specie. Solitamente manteneva opinioni morali e politiche convenzionali, se possiamo contare sulle fonti, ma lo stigma di entusiasmi tecnici inappropriati, per quanto deboli, è comunemente visibile. Qualcuno in una posizione cospicua di ortodossia, indipendentemente dall'esperienza tecnica, non era considerato un fang-shih .
  4. Il fang-shih aveva poteri visti solo raramente nel letterato ortodosso - prevedere il futuro, arrogare a se stesso i poteri di modellatura e trasformazione del processo naturale (tsao hua 造化), e così via. Allo stesso tempo le descrizioni non ne disegnano mai la piena umanità, la padronanza della Via sociale, del convenzionale 'più grande'. (1995: 28-9)
Storia
I Fangshi sono registrati per la prima volta nelle antiche Ventiquattro storie canoniche cinesi: nello Shiji 史記, Testimonianze del Grande Storico di Sima Qian (circa 91 a.C.), lo Hanshu 漢書, Libro di Han di Ban Gu (82 d.C.), lo Sanguozhi 三國 志, Cronache dei Tre Regni di Chen Shou (289 d.C.), e nello Houhanshu 後 漢書 Libro degli Han Posteriori di Fan Ye (445 d.C.). DeWoskin (1983) tradusse le biografie dei fangshi delle ultime tre storie, ma alcuni recensori (ad esempio, Boltz 1985 e Harper 1986) lo criticarono per aver ignorato la traduzione francese di Ngo (1976) delle stesse biografie.
Questi testi storici documentanoo che durante la fine del periodo degli Stati Combattenti (475-221 a.C.), i fangshi originarono nel nordest della Cina ed erano specializzati in tecniche xian "di immortalità; trascendenza". Durante la Dinastia Qin (221-206 a.C.) e la Dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.), i fangshi erano sostenuti da imperatori che cercavano l'elisir dell'immortalità. Entro la metà del Periodo delle Sei Dinastie (220-569 d.C), il ruolo dei fangshi era diminuito e le loro tecniche erano stato adattato nella religione Taoista e la medicina tradizionale Cinese.
La parola fangshi appare per la prima volta nel Fengshan shu 封禪書 "Trattato sui sacrifici di Feng e Shan" delle "Annotazioni del grande storico". Questo contesto riguarda Qin Shi Huang (221-210 a.C. circa), il primo imperatore Qin che viaggia e compie sacrifici negli stati costieri nordorientali di Qi e Yan (gli attuali Shandong, Hebei e Liaoning ). Durante l'era del re Wei (356-320 a.C.) e del re Xuan (319-301 a.C.) di Qi e del re Zhao di Yan (311-279 a.C.), i fangshi sostenevano di aver studiato le tecniche di Zou Yan, che ha sistematizzato le teorie Yin-Yang e le Cinque Fasi .
Song Wuji, Zhengbo Qiao, Chong Shang, Xianmen Gao e Zui Hou erano tutti uomini di Yan che praticavano la magia e seguivano la via degli immortali, scartando le loro forme mortali e trasformandosi in esseri spirituali per mezzo di un aiuto soprannaturale. Zou Yan vinse la fama tra i signori feudali per le sue teorie sullo yin e lo yang e la successione dei cinque elementi, ma i [方士] maghi che vivevano lungo la costa di Qi e Yan, sebbene affermassero di trasmettere i suoi insegnamenti, non erano in grado per capirli. Così da quel momento apparve una schiera di uomini, troppo numerosi da menzionare, che esponevano ogni sorta di strane e fantastiche teorie e si adoperarono a lungo per adulare i governanti del giorno e ingraziarsi con loro. (tr.Watson 1996: 14)
Confrontiamo la traduzione di Welch (1957: 96), "praticavano il Tao delle ricette e dell'immortalità ( fang hsien tao [方 僊道]). I loro corpi venivano rilasciati, disciolti e trasformati, facendo affidamento sul servire i fantasmi (kuei []) e spiriti (shen []). " Questi primi fangshi affermarono di conoscere tre montagne divine in cui esisteva l'elisir dell'immortalità, Penglai 蓬萊, Fangzhang 方丈 e Yingzhou 瀛洲 nel mare di Bohai .
Dall'età dei re Wei e Xuan di Qi e del re Zhao di Yan, di tanto in tanto venivano inviati uomini per andare in mare e cercare le isole di Penglai, Fangzhang e Yingzhou. Queste erano tre montagne spirituali che avrebbero dovuto esistere nel Golfo di Bohai. Non erano molto lontani dalla terra degli uomini, si diceva, ma la difficoltà era che, ogni volta che una barca stava per toccare le loro rive, sempre si alzava un vento che la spingeva via. In passato, diceva la gente, c'erano stati uomini che riuscivano a raggiungerli, e li trovarono popolati da spiriti fatati che possedevano l'elisir dell'immortalità. Tutte le piante, gli uccelli e gli animali delle isole erano bianchi e i palazzi e le porte erano fatti d'oro e d'argento. Viste da lontano, le tre montagne spirituali sembravano nuvole ma, quando ci si avvicinava, sembravano invece essere giù sotto l'acqua. In ogni caso, non appena qualcuno si avvicinava a loro, il vento veniva all'improvviso e trascinava via la barca, in modo che alla fine nessuno potesse mai raggiungerli. (tr.Watson 1996: 14)
Gli Shiji riportano anche che l'imperatore Qin inviò il fangshi Xu Fu 徐福 per ottenere l'elisir della vita dallo xian Anqi Sheng che visse sul Monte Penglai nel 219 a.C., e quindi mandò Lu Sheng 盧生 "Maestro Lu" nel 215 a.C. Successivamente l'imperatore mandò altre tre spedizioni di fangshi nelle isole spirituali, ma nessuna tornò in Cina.
L'imperatore Wu di Han (141-87 a.C.) patrocinò generosamente molti fangshi, scrive DeWoskin (1985: 378), "a tal punto che praticamente chiunque abbia una "tradizione segreta" plausibile è corso in tribunale per riscuotere la sua ricompensa". Lo zio e consigliere dell'imperatore Wu Liu An (179-122 a.C., compilatore dello Huainanzi) raccolse "diverse migliaia" di fangshi e compilò le loro tecniche di shenxian 神仙 "trascendenza dello spirito" e huangbai 黃白 "alchimia". Due famosi fangshi consigliarono all'Imperatore Wu di emulare le leggendarie pratiche dell'Imperatore Giallo. L'alchimista Li Shaojun ha tentato di ricreare il rito dell'Imperatore Giallo per trasformare il cinabro in oro. L'architetto Gongyu Dai 公 玉帶 sostenne di avere i piani dell'Imperatore Giallo per una sala pentagonale di 12 piani, che l'imperatore Wu aveva ricostruito nel 102 a.C.
Csikszentmihalyi (2008: 407-408) elucida lo sviluppo cronologico della categoria fangshi, contrapponendo il suo ruolo in queste prime storie cinesi. Nei Registri del Grande Storiografo, "i metodi (fang ) usati dai fangshi in genere riguardavano demoni e spiriti: metodi per ritirarsi dalla vecchiaia (quelao fang 却 老 方), metodi che coinvolgono demoni e dei (guishen fang 鬼神 方) e metodi per divinità, mostri e anomalie (shen guai qi fang 神怪 奇 方)." Il capitolo del libro Han Posteriore sui fangshi ha ampliato la categoria includendo i presagi e le tecniche di portento come fengjiao風 角 "angoli del vento". Il Registri dei Tre Regni combinava le categorie storiche Han di fangshi 方士 e shushu 數 術 "numeri e arti" (divinazione e omenologia) in un capitolo su fangshu 方 術, "metodi e arti". "Così, i fangshi, originariamente esperti in materia di spiriti, vennero nel tardo Han ad includere gli onnipresenti esperti nel rilevare i cambiamenti nell'equilibrio del mondo naturale".
方士 il concetto di Fangshi è nato nel sud della Cina. Nella visione dei Maestri Celesti il peccato veniva punito con le malattie. Lo Shangqing ha sincretizzato i Maestri Celesti con i fangshi. Buddismo, Fangshi e Maestri celesti erano sintetizzati nel Lingbao. Buddismo, Maestri Celesti e Fangshi contribuirono tutti al canone religioso del Lingbao. Le richieste del Maestro Celeste alle divinità e anche i riti del fangshi furono copiati dal canone del Lingbao.

Tecniche
I Fangshi impiegavano numerose tecniche, metodi e pratiche. DeWoskin (1983: 22-29) elenca ne quarantadue menzionati nelle biografie storiche di fangshi . Alcuni sono familiari (ad esempio, dunjia 遁甲 "Evading Stems, divinazione del ciclo sessagenario " e <i id="mw5A">wuyi</i> 巫醫 "Medium Healing, medicina sciamanica"), mentre altri sono oscuri. Ad esempio, DeWoskin spiega la divinazione di fengjiao 風角 "Angoli del vento".
Angoli del vento (Feng-chiao): il vento da otto angoli (quattro lati e quattro angoli) viene osservato nella sua direzione, forza e altre qualità. ... La natura dell'analisi deve ancora essere determinata, ma alcune fonti collegano la pratica all'esperienza nei cinque toni (wu-yin), in particolare la capacità di ascoltare e differenziare i toni che non sono udibili per la maggior parte delle persone. (1983: 27)
Csikszentmihalyi (2008: 408) chiarisce il fengjiao . "Questa pratica, che potrebbe risalire alla dinastia Shang, comporta l'uso della temperatura, della forza e dei cambiamenti di direzione nei venti stagionali per determinare l'aumento locale e la diminuzione del qi Yin e Yang." Gli Yinqueshan Han Slips, scoperti nel 1972, contengono manoscritti su fengjiao e nayin 納 音 "Matching Sounds". Citando esempi delle tecniche denominate tuibu 推 步 "astrologia " e tingzhuan 筳 篿 " cleromanzia ", Harper dice "l'imprecisione abbonda" nelle traduzioni di DeWoskin.
Cosa pensa il lettore, ad esempio, quando DeWoskin traduce il termine t'ui pu come "influenze astrali" e spiega che si riferisce a "proiezioni da letture del cielo" (pagina 23)? Una resa più letterale di t'ui pu sarebbe "tracciare i ritmi" e il termine si riferisce principalmente alla determinazione dei percorsi del sole, della luna e dei pianeti. T'ing chuan ("schegge di bambù" nella traduzione di DeWoskin) è identificato come "un modo di eseguire fratture" e DeWoskin fornisce la seguente descrizione più completa della tecnica: "Questa tecnica è uno dei numerosi approcci di frattura e lettura delle fratture. Le sezioni di bambù sono rotte e le fessure risultanti sono lette "(pagina 27). In realtà, il t'ing chuan si riferisce a una forma di divinazione per lotti, simile alla divinazione con gli steli di achillea, in cui gli elementi sono schegge di bambù spezzato o talvolta ramoscelli spezzati dalle piante. DeWoskin sembra aver inventato la sua spiegazione. Le sue brevi ricapitolazioni di altre tecniche sono allo stesso modo disinformative o imprecise. (1986: 396)
Alcune pratiche fangshi come shefu 射 覆 erano più vicine alla magia da salotto delle tecniche esoteriche. DeWoskin spiega
Il repertorio con cui i fang-shih hanno conquistato il loro patrocinio includeva non solo la narrazione, ma anche dissertazioni su astrologia, omenologia e filosofia esoterica e varie esibizioni di arti magiche. Le storie registrano molte istanze di un gioco di fang-shih, she-fu 射 覆, in cui maestri come Tung-fang Shuo, Kuan Lu 管 輅 e Guo P'u 郭璞 (276-324) hanno indovinato l'identità di oggetti nascosti prima di incontri di ospiti a cena o funzionari scettici. (1985: 379)

Fangshi notevoli
Molti famosi "Maestri di metodo" sono considerati Taoisti.
  • Xu Fu 徐福 (fl 219-210 a.C.), inviato da Qin Shi Huang per trovare l'elisir dell'immortalità
  • Luan Da 栾 大 († 112 a.C.), professava di conoscere il segreto dell'immortalità
  • Gan Ji 干吉 (secondo secolo d.C.), sacerdote taoista
  • Zuo Ci 左慈 (III secolo d.C.), maestro taoista, insegnante di Ge Xuan
  • Ge Xuan 葛玄 (164-244), maestro taoista, nonno di Ge Hong
  • Guan Lu 管 輅 (209-256), famoso divinatore
  • Guo Pu 郭璞 (276-324), commentatore e autore
  • Ge Hong 葛洪 (283-343), autore taoista del Baopuzi
  • L'anziano Zhang Guo 張 果 老, (verso la metà dell'VIII secolo), uno degli Otto Immortali
  • Chen Tuan 陳 摶 (920-989 circa), maestro taoista, originatore di Liuhebafa gungfu
Il termine fangshi a volte si presenta nell'uso contemporaneo. Ad esempio, Wong (1992) applica la tradizione fangshi per spiegare l'autore Liu E 劉 鶚 e il suo romanzo (1904) i Viaggi di Lao Can .

Connessioni
La tradizione fangshi ha origini e affiliazioni diverse. Quando furono registrati per la prima volta attorno al IV secolo a.C, i fangshi erano collegati con l'astrologia, la divinazione e la conservazione delle memorie della dinastia Zhou. Durante le dinastie Qin e Han, i fangshi svilupparono molte nuove tecniche, che furono gradualmente assorbite dalle religioni daoiste (ad esempio, scuola di Shangqing), dai movimenti taoisti (ad esempio la Via dei Cinque Sacchi di Riso), dall'alchimia cinese (sia Neidan interno che Waidan esterno), dalla meditazione buddista e dalla medicina tradizionale cinese .
"La genealogia dei fangshi è complessa", scrive Robinet (1997: 37). "Nascono dagli archivisti-indovini dell'antichità, uno dei quali era presumibilmente lo stesso Laozi: sotto Shang e Zhou erano gli unici a conoscere la divinazione e la scrittura". DeWoskin descrive come i fangshi hanno consolidato diverse antiche tradizioni cinesi.
Le loro pratiche divinatorie possono essere ricondotte alla cultura osteo-oracolare della dinastia tardo Shang, alle procedure con i gambi di Achillea della dinastia Chou e alla tecnologia astrologica e calendaria di Chou. Questa connessione storica tra pratiche divinatorie, in particolare di tipo calendrico e astrologico, e la cronaca degli eventi si riflette nella notevole alfabetizzazione del fang-shih e nella loro propensione a creare narrazioni biografiche, geografiche e di altro genere. Le loro pratiche mediche combinano elementi della tradizione medica confuciana (ju-i 儒 醫) e pratiche mediche popolari, derivate in gran parte dal rituale sciamanico. Hanno dunque praticato una serie di terapie, dall'agopuntura e dalla farmacologia all'incantesimo e all'esorcismo talismanico. Le loro pratiche di immortalità comprendono sia tecniche alchemiche (wai-tan 外 丹) che igieniche (nei-tan 內丹) adombrate nei classici taoisti ed elaborate nei movimenti religiosi taoisti emergenti. (1985: 379)
Le religioni taoiste si sono appropriate di molte tecniche fangshi. Holmes Welch ipotizzò che il Daoismo fosse un fiume che univa quattro correnti di filosofia, igiene, alchimia e mitologia Penglai. Fangshi sono associati a questi ultimi due.
Fu probabilmente tra il 350 e il 250 a.C. che i nomi di Lao Tzu, Chuang Tzu e Lieh Tzu divennero associati a quello che chiameremo "taoismo filosofico"; i loro libri testimoniavano a loro volta dell'esistenza di una "scuola dell'igiene" che coltivava la longevità attraverso esercizi di respirazione e ginnastica; All'inizio dello stesso periodo la teoria dei Cinque Elementi fu proposta da Tsou Yen, i cui seguaci avrebbero iniziato a ricercare l'elisir della vita; e infine, lungo le coste nord-orientali della Cina, le navi iniziarono a navigare alla ricerca delle Isole del Beato, sperando di tornare con il fungo che "preveniva la morte". (1957: 89-90)
Welch (1957: 96-97) conclude che i fangshi sviluppò l'alchimia, "sebbene Tsou Yen acquisì gradualmente la statura alchemica, egli stesso non sapeva nulla dell'arte, probabilmente fu sviluppata da quelli dei suoi seguaci che si interessarono alla sperimentazione fisica con i Cinque Elementi. Il primo elisir che hanno sviluppato è stato il cinabro, o solfuro di mercurio. " Joseph Needham ha rintracciato le origini del daoismo in un'alleanza tra fangshi, wu "sciamani; dottori" e filosofi come Laozi e Zhuangzi :
Nel cuore dell'antico Taoismo c'era un elemento artigianale, poiché sia i maghi che i filosofi erano convinti che le cose importanti e utili potevano essere raggiunte usando le mani. Non parteciparono alla mentalità dell'amministratore confuciano, che sedeva in alto nel suo tribunale emettendo ordini e non impiegando mai le mani se non leggendo e scrivendo. Ecco perché è successo che ovunque nell'antica Cina si trovino i germogli di una qualsiasi delle scienze naturali, i taoisti saranno sicuramente coinvolti. I fang shih 方士 o 'gentiluomini in possesso di ricette magiche' erano certamente taoisti, e lavoravano in tutti i tipi di direzioni come lettori delle stelle e meteorologi, uomini di saggezza contadina e conoscitori di erbe, irrigatori e costruttori di ponti, architetti e decoratori, ma soprattutto alchimisti. In realtà l'inizio di ogni alchimia dipende da loro se lo definiamo, come sicuramente dovremmo, come la combinazione di macrobiotica e estrazione dell'oro. (2000: 58)
Needham ha definito le sue parole "accuratamente scelte": la "macrobiotica", la convinzione che, con l'aiuto di botanica, zoologia, mineralogia e alchimia, sia possibile preparare droghe o elisir che prolunghino la vita, dando longevità (shou ) o immortalità (pu ssu 不死) e "aurifaction, aurificazione, estrazione dell'oro" la convinzione che sia possibile produrre oro da altre sostanze abbastanza diverse, in particolare i metalli ignobili ". Csikszentmihalyi riassume le connessioni taoista-fangshi,
I "metodi" del fangshi possono essere visti come precursori delle pratiche taoiste organizzate su diversi livelli. Negli Han, il concetto del Tao serviva a spiegare l'efficacia della miriade di nuove discipline che formavano, e molte di queste discipline erano di competenza dei fangshi. Questo spiega perché il termine Daoshi (道士 maestri del Dao) stava già cominciando a sostituire il termine Fangshi (方士) nella Hanshu, con conseguente sua progressiva eclissi di quest'ultimo termine. A un livello più concreto, molte tecniche specifiche di trascendenza spirituale, medicina e alchimia inizialmente usate dai fangshi hanno trovato la loro strada nella pratica taoista successiva. (2008: 408-9)

Critica
Gu Yong 谷永 († 8 BCE), ministro dell'imperatore Cheng di Han, specialista dello Yijing, è noto per le aspre critiche alle pratiche fangshi contemporanee:
Tutti quegli occultisti, che girano le spalle alla retta via della benevolenza e del dovere corretto, che non venerano il modello dei Cinque Classici ma che invece sono pieni di affermazioni sullo strano e meraviglioso, sugli spiriti e sui fantasmi, che si schierano in venerazione senza riserve delle pratiche sacrificali di ogni luogo, ... che dicono che gli immortali si trovano in questo mondo e che assorbono tutti i tipi di droghe per la longevità, che capricciosamente si lanciano in missioni lontane e viaggiano così in alto che le loro ombre sono proiettate verso l'alto, ... che hanno dominato la trasformazione del metallo di base in oro, che hanno reso uniformi i cinque colori e cinque luoghi nei loro corpi - quegli occultisti imbrogliano le persone e deludono le masse.


giovedì 23 gennaio 2020

Almanacco del Povero Richard

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L'Almanacco del Povero Richard (Poor Richard's Almanack o Almanac) fu un almanacco annuale pubblicato da Benjamin Franklin, che adottò a tal fine lo pseudonimo di "Poor Richard" ("Povero Richard") o "Richard Saunders". La pubblicazione apparve ininterrottamente dal 1732 al 1758. Vendette eccezionalmente bene per un opuscolo pubblicato nelle colonie americane; le tirature raggiunsero 10.000 all'anno.
Franklin, l'inventore, statista ed editore americano, raggiunse il successo con l'Almanacco del Povero Richard. Gli almanacchi erano libri molto popolari nell'America coloniale, che offrivano un miscuglio di previsioni meteorologiche stagionali, consigli pratici per la casa, indovinelli e altri svaghi. L'Almanacco del Povero Richard divenne popolare anche per il suo uso estensivo dei giochi di parole, e alcune delle argute espressioni coniate nell'opera sopravvivono nel vernacolo americano contemporaneo.

Contenuti

L'Almanacco conteneva il calendario, le previsioni del tempo, le poesie, i motti e le informazioni astronomiche e astrologiche che includeva un tipico almanacco del periodo. Franklin, occasionalmente, inserì anche esercizi di matematica, e l'Almanacco del 1750 mostra un primo esempio di demografia. Tuttavia, è ricordato principalmente per essere un ricettacolo degli aforismi e dei proverbi di Franklin, molti dei quali continuano a vivere nell'inglese americano. Sono massime che raccomandano tipicamente parsimonia e cortesia, con una punta di cinismo.
Negli spazi che erano presenti tra i giorni importanti del calendario, Franklin includeva frasi proverbiali sull'industriosità e la frugalità. Parecchi di questi motti erano presi in prestito da uno scrittore precedente, Lord Halifax, molti dei cui aforismi scaturivano da: "... [un] fondamentale scetticismo diretto contro le motivazioni degli uomini, le usanze e l'epoca." Nel 1757, Franklin fece una selezione di queste massime e le premise all'almanacco come se fosse il discorso di un vecchio alle persone che partecipavano ad un'asta. Il testo fu pubblicato in seguito con il titolo La strada per la ricchezza (The Way to Wealth), e fu popolare sia in America che in Inghilterra.

Povero Richard

Franklin prese in prestito il nome "Richard Saunders" dall'autore del XVII secolo di Rider's British Merlin (Il Merlino britannico del Cavaliere), un popolare almanacco londinese che continuò ad essere pubblicato per tutto il XVIII secolo. Franklin creò il personaggio del Povero Richard persona basandosi in parte sul personaggio pseudonimo di Jonathan Swift, "Isaac Bickerstaff". In una serie di tre lettere nel 1708 e 1709, note come le carte di Bickerstaff, "Bickerstaff" predisse la morte imminente dell'astrologo e almanacchista John Partridge. Il Povero Richard di Franklin, come Bickerstaff, asseriva di essere un filomata e un astrologo e, come Bickerstaff, predisse le morti di astrologi veri che scrivevano almanacchi tradizionali. Nelle prime edizioni dell'Almanacco del Povero Richard, predire e riportare la notizia falsa delle morti di questi astrologi — con loro grande costernazione — era una specie of tormentone. Tuttavia, il tenero personaggio del "Povero" Richard Saunders di Franklin, insieme a sua moglie Bridget, fu usato in definitiva per incorniciare (sia pure comicamente) quella che era intesa come una seria risorsa chela gente avrebbe comprato anno dopo anno. A quel fine, la forza satirica del personaggio di Swift è in gran parte assente nel Povero Richard. Richard era presentato come distinto dallo stesso Franklin, riferendosi occasionamente a quest'ultimo come il suo stampatore.
Nelle edizioni successive, il personaggio originale di Richard Saunders scomparve gradualmente, sostituito da un Povero Richard, che prendeva in gran parte il posto di Franklin e delle sue pratiche prospettive scientifiche e commerciali. Verso il 1758, il personaggio originale era ancora più distante dai consigli pratici e dai proverbi dell'almanacco, che Franklin presentava come provenienti da "Padre Abraham", che a sua volta prendeva i suoi motti dal Povero Richard.

Storia

Franklin pubblicò il primo Almanacco del Povero Richard il 28 dicembre 1732, e continuò a pubblicare nuove edizioni per 25 anni, portandogli molto successo economico e popolarità. L'almanacco vendette fino a 10.000 copie all'anno. Nel 1735, alla morte di suo fratello James, Franklin inviò gratis 500 copie del Povero Richard alla sua vedova, in modo che potesse ricavare del denaro vendendoli.

Serializzazione

Una delle attrattive dell'Almanacco era che conteneva varie "storie di notizie" in formato seriale, così che i lettori lo avrebbero acquistato anno dopo anno per scoprire che cosa accadeva ai protagonisti. Una delle prime di queste storie fu la "predizione" che "il buon amico e compagno di studi dell'autore, il sig. Titan Leeds", sarebbe morto il 17 ottobre di quell'anno, seguita dalla confutazione del sig. Leeds stessi che egli sarebbe morto, non il 17, ma il 26 ottobre. Appellandosi ai suoi lettori, Franklin li esortò ad acquistare l'edizione dell'anno successivo o le successive due o tre o quattro per mostrare il loro sostegno a questa predizione. L'anno seguente, Franklin espresse il suo rammarico che era troppo malato per sapere se avesse ragione lui o Leeds. Nondimeno, lo stratagemma ebbe il suo effetto desiderato: la gente acquistò l'Almanacco per scoprire chi avesse ragione. (Le edizioni successive dell'Almanacco avrebbero sostenuto che Leeds era morto e che la persona che sosteneva di essere Leeds era un impostore; Leeds, in realtà, morì nel 1738, il che spinse Franklin ad applaudire il presunto impostore per finire il suo stratagemma.)

Critiche

Per alcuni scrittori il contenuto dell'Almanacco divenne inestricabilmente legato al personaggio di Franklin — e non sempre con effetti favorevoli. Sia Nathaniel Hawthorne sia Herman Melville fecero la caricatura dell'Almanacco — e per estensione di Franklin — nei loro scritti, mentre James Russell Lowell, riflettendo sull'inaugurazione pubblica di una statua a Boston per onorare Franklin, scrisse:
... scopriremo che Franklin nacque a Boston, e inventò di essere colpito dal fulmine e la stampa e la medaglia Franklin, e che dovette trasferirsi a Filadelfia perché i grandi uomini sono così abbondanti a Boston che lui non aveva nessuna possibilità, e che si vendicò della sua città natia rifilandole la stufa Franklin, e che scoprì l'almanacco, e che un penny risparmiato è un penny perduto, o qualcosa del genere.
L'Almanacco era anche un riflesso delle norme e dei costumi sociali dei suoi tempi, piuttosto che un documento filosofico che stabiliva un percorso per nuove libertà, come erano le opere dei contemporanei di Franklin, Jefferson, Adams o Paine. Lo storico Howard Zinn offre, come esempio, l'adagio "La tua domestica sia fedele, forte e senza pretese" ("Let thy maidservant be faithful, strong, and homely") come indicazione della credenza di Franklin sulla legittimità di controllare le vite sessuali dei servi per il beneficio economico dei loro padroni.
Almeno un biografo moderno ha pubblicato l'accusa che Franklin abbia "rubato", non preso a prestito, il nome di Richard Saunders dal defunto astrologo-dottore. Franklin inoltre "prese a prestito — apparentemente senza chiedere — e adattò il titolo di un almanacco che suo fratello James Franklin stava pubblicando at Newport: l'Almanacco del Povero Robin (Poor Robin's Almanack) (esso stesso sottratto da un almanacco del XVII secolo pubblicato sotto lo stesso titolo a Londra)".






Impatto culturale

Luigi XVI di Francia diede una nave a John Paul Jones che le rimise il nome dell'autore dell'Almanacco nella versione francese — Bonhomme Richard, o "Buon uomo Richard" (la prima di parecchie navi da guerra statunitensi con questo nome). Napoleone Bonaparte considerava l'Almanacco abbastanza significativo da tradurlo in italiano, insieme alla Costituzione dello Stato della Pennsylvania (che Franklin contribuì a redigere), quando istituì la Repubblica Cisalpina nel 1797. L'Almanacco fu anche tradotto due volte in francese, ristampato in Gran Bretagna in grande formato (broadside) per facilitarne l'affissione, e fu distribuito dai membri del clero ai parrocchiani poveri. Fu la prima opera della letteratura inglese a essere tradotta in sloveno. Fu tradotta nel 1812 da Janez Nepomuk Primic (1785–1823).
L'Almanacco ebbe un forte impatto culturale ed economico anche negli anni successivi alla pubblicazione. In Pennsylvania, i cambiamenti della politica monetaria riguardo alle spese estere furono evidenti per anni dopo l'uscita dell'Almanacco. Scrittori successivi come Noah Webster furono ispirati dall'almanacco, ed esso continuò ad influenzare altre pubblicazioni di questo tipo come l'Almanacco del Vecchio Fattore (The Old Farmer's Almanac).
Numerosi almanacchi di contadini fanno risalire il loro formato e la loro tradizione all'Almanacco del Povero Richard; l'Old Farmer's Almanac, per esempio, include un'immagine di Franklin sulla sua copertina dal 1851.




mercoledì 22 gennaio 2020

Era astrologica

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L'era zodiacale, era astrologica, età astrologica o eone è una suddivisione dell'età del mondo su base zodiacale, resa possibile dal fenomeno astronomico della precessione degli equinozi.
Il concetto è privo di rilevanza scientifica, ma sembra aver suscitato l'interesse degli astrologi sin dall'antichità e secondo alcuni studiosi potrebbe essere all'origine del mitraismo e aver influenzato anche altre religioni antiche. Nell'epoca moderna il concetto di era astrologica si è diffuso principalmente in seno al movimento New Age.

Definizione

Il globo terrestre è soggetto a diversi movimenti, quali la rotazione, la rivoluzione, la nutazione e la precessione; quest'ultima consiste nella rotazione dell'asse terrestre attorno alla perpendicolare all'eclittica, come accade a una trottola, ritornando nella posizione originale ogni 25765 anni (detto Anno platonico).
A causa del moto di rivoluzione la linea che congiunge la terra col sole incide ogni giorno in un punto diverso dello zodiaco, compiendo un ciclo completo in un anno. La precessione, però, determina un ritardo di circa 20 minuti per cui al termine di un anno solare l'asse terra-sole non ha ancora raggiunto la stessa posizione zodiacale; in altre parole non è ancora completato l'anno siderale.
Prendendo come istante di riferimento il giorno dell'equinozio di primavera, ogni anno può essere caratterizzato dalla costellazione zodiacale in cui il sole si trova in tale giorno. Ebbene, nel corso di circa duemila anni la costellazione in cui il sole si trova nell'equinozio di primavera cambia con un moto retrogrado rispetto alla successione di costellazioni che si verifica nel ciclo annuale. Ogni periodo in cui il sole si trova in una certa costellazione nel giorno dell'equinozio di primavera si dice "era astrologica" e prende il nome dalla costellazione in questione.
L'uso dell'equinozio di primavera come posizione astronomica discriminante per l'era astrologica risale alla sua importanza simbolica nel ciclo annuale della natura: a partire dall'equinozio di primavera infatti il sole, sempre più alto sull'orizzonte, riscalda più efficacemente l'ambiente naturale e determina la "rinascita" primaverile della natura dopo la "morte" invernale. Nonostante il concetto di precessione degli equinozi sembri essere stato scoperto da Ipparco solo nel II secolo a.C., l'equinozio di primavera rappresentava una festività già nell'antichità e la sequenza delle ere astrologiche permette di avanzare interpretazioni di vari miti antichi.

Sequenza delle Ere

Durante l'anno la sequenza zodiacale è Ariete, Toro, Gemelli e così via fino a Pesci. Dato però che il moto precessionale è retrogrado, le ere astrologiche seguono l'ordine inverso: dall'era del Toro (circa 4000-6000 anni fa) si è passati a quella dell'Ariete e quindi a quella dei Pesci, che è quella attuale e, grossomodo, va dall'anno 1 al 2600). La prossima era sarà l'era dell'Aquario.

Durata e caratteristiche

La durata delle ere astrologiche dipende dal confine fra una costellazione e l'altra, molto difficile da stabilire perché corrisponde a regioni del cielo prive di stelle luminose. Diverse civiltà, quindi, o anche solo diversi astronomi possono definirlo in modo diverso. La durata, inoltre, è molto variabile perché l'ampiezza delle costellazioni è diversa l'una dall'altra. Nel corso dei millenni, infine, la struttura stessa delle costellazioni cambia molto lentamente.
Se, invece, si assegna convenzionalmente ad ogni costellazione un dodicesimo di ciclo, l'equinozio "permane" in un segno zodiacale per (25765/12 =) 2140 anni circa. Anche in questo caso tale periodo di circa 2140 anni è detto era astrologica, e viene chiamato col nome del segno zodiacale all'interno del quale è situata la posizione del sole all'equinozio di primavera.


Durata secondo l'Unione astronomica internazionale

Come già detto i confini delle costellazioni sono arbitrari, e questo comporta che le diverse "ere astrologiche" in realtà abbiano una durata notevolmente diversa a seconda della convenzione adottata per definirne i confini. L'Unione Astronomica Internazionale (UAI) ha disegnato nel 1929 i confini delle diverse costellazioni che illuminano il cielo. Inoltre vengono attualmente contate nel numero di tredici, avendo incluso anche l'Ofiuco che si trova anch'esso sull'eclittica. Tali confini appaiono come delle rette orientate secondo i meridiani ed i paralleli celesti.
Le cosiddette ere astrologiche quindi avranno queste caratteristiche:

Costellazione Durata
Vergine
3160 anni
Leone
2570 anni
Cancro
1440 anni
Gemelli
2000 anni
Toro
2620 anni
Ariete
1770 anni
Pesci
2670 anni
Acquario
1710 anni
Capricorno
2010 anni
Sagittario
2380 anni
Ofiuco
1340 anni
Scorpione
480 anni
Bilancia
1650 anni

In base a quanto sopra, l'era dell'Aquario inizierà nel 2597.
Qui di seguito le ampiezze espresse in gradi nonagesimali:
Costellazione Gradi
Vergine
43.8
Leone
35.6
Cancro
20.2
Gemelli
28.0
Toro
36.6
Ariete
24.7
Pesci
37.1
Acquario
24.0
Capricorno
28.0
Sagittario
33.4
Ofiuco
18.6
Scorpione
6.4
Bilancia
23.6

Secondo l'antroposofia

L'era astrologica secondo Steiner non inizia con l'ingresso dell'equinozio in una costellazione, ma a metà del suo percorso, e quindi l'era dei Pesci, per esempio, l'era attuale, è in realtà iniziata intorno al 1400, mentre l'era dell'Aquario è ben lungi dall'essere prossima (circa nel 3500). L'attesa di una nuova era inizia comunque precocemente, questo spiegherebbe l'operato di molti profeti come Mosè e Gesù ben prima del reale inizio dell'era spirituale profetizzata. L'attesa della "new age" in nome dell'Aquario è quindi iniziata intorno agli anni venti-trenta del secolo scorso.
Secondo Steiner ogni era è caratterizzata da un popolo guida: per esempio l'era dell'Ariete si è svolta sotto l'egida della cultura greco-romana, quella dei Pesci ha come popolazione dominante quella anglo-sassone, mentre l'era dell'Aquario sarà guidata dagli slavi.

Secondo l'astrologia

Secondo l'astrologia, ogni era dura 2160 anni senza distinzione di durata tra le varie costellazioni, e il completamento del giro dello Zodiaco attraverso i cicli cosmici si compie in 25920 anni, poiché tradizionalmente non si considera la costellazione di Ofiuco. A metà di questo percorso, ossia ogni 12960 anni, si verificherebbe un'inversione dei poli magnetici terrestri. Quest'affermazione è stata smentita dallo studio del campo geomagnetico a partire dagli anni '60 del secolo scorso. Si è scoperto che le inversioni di campo avvengono in modo casuale e comunque non se ne è verificata alcuna da circa 780000 anni.

Interpretazione astrologica della storia delle religioni

Eventi e opere passati che compongono la Storia possono essere letti anche secondo questa chiave di lettura. Per esempio secondo Charles Dupuis, un erudito illuminista, nella Bibbia sarebbero delineate le transizioni fra quattro ere: quelle del Toro, dell'Ariete, dei Pesci e dell'Acquario.
Nella vicenda di Mosè che, dopo aver liberato gli ebrei dalla cattività in Egitto (XVII-XIII secolo a.C.), scendendo dal Sinai si adira, vedendoli adorare un vitello d'oro, si può leggere (con un grande ritardo) la fine dell'era del Toro, grosso modo collocata tra il 4300 a. C. e il 2150 a.C. Altre divinità del Vicino Oriente situabili intorno a tale periodo sono raffigurate con sembianze taurine, a cominciare dall'egizio Api. Mosè, quindi, sarebbe colui che guida il passaggio (Pesach, Pasqua) da questa vecchia era a quella nuova, l'era dell'Ariete. Il "sangue dell'agnello" contrassegna la Pasqua mosaica, mentre il sacrificio del capro espiatorio caratterizza la festività dello Yom Kippur, il "Giorno dell'espiazione". Nell'Antico Testamento, tuttavia, l'immolazione di bovini continuò a ricorrere frequentemente, anche in combinazione con la celebrazione della Pasqua o dello Yom Kippur (era obbligatoria in entrambe le feste). Per l'inaugurazione del Tempio Salomone sacrificò un numero "innumerevole" di giovenchi, mentre in occasione della Pasqua il re Ezechia ne uccise mille e il re Giosia ben tremila.
Il termine dell'era del Toro potrebbe essere individuato anche nel culto di Mitra, ritratto mentre uccide un toro; tale culto, però, è comparso solo al termine dell'era dell'Ariete.
Prolungando quest'interpretazione anche al Nuovo Testamento e al Cristianesimo, Gesù diviene colui che guida l'umanità attraverso l'era attuale, l'era dei Pesci. Tra i simboli di Gesù troviamo il pesce, i suoi amici erano pescatori, lui si diceva "pescatore d'uomini" e sfama migliaia di persone con due pesci.
Infine Gesù, nel racconto del Vangelo secondo Luca, per preparare la Pasqua dice ai suoi discepoli: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua», cioè l'Aquario, la nuova era (sempre secondo questa esegesi, ovviamente), che inizierà nel 2150, per alcuni, o nel 2012, per altri.
Nella letteratura apocalittica giudaica e poi cristiana la "dottrina dei due eoni" (ossia ere) divenne simbolo del contrasto fra il mondo presente e quello futuro, da interpretarsi sempre più chiaramente col cristianesimo come vita eterna. Non deve sorprendere quindi né indurre ad equivoci la presenza nei vangeli della parola "eone". Per esempio la traslitterazione dell'originale greco dell'ultimo versetto del Vangelo secondo Matteo riporta la parola aiônos, che viene usualmente tradotta come "età presente" oppure "mondo":
(GRC)
«και ιδού εγώ μεθ υμών ειμί πασάς τας ημέρας έως της συντέλειας του αιώνος»
(IT)
«Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente»




martedì 21 gennaio 2020

Astrologia giudiziaria

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L'astrologia giudiziaria consiste nell'arte di prevedere il futuro grazie al calcolo delle posizioni dei corpi planetari e del Sole in relazione alla posizione della Terra.
Il termine "astrologia giudiziaria" veniva utilizzato prevalentemente durante il Medioevo e nel primo Rinascimento per fare una distinzione tra il tipo di astrologia che veniva considerata eretica dalla Chiesa cattolica, rispetto alla "astrologia naturale", come l'astrologia medica e l'astrologia meteorologica, che era considerata accettabile in quanto era insegnata come una parte delle scienze naturali.

Descrizione e storia classica

Nel Medioevo l'astrologia naturale si concentrava principalmente nella diagnosi e trattamento dei pazienti che abbisognavano di cure mediche.
Un ulteriore utilizzo era l'applicazione dell'astrologia per determinare il futuro andamento meteorologico basandosi sul ipotesi aristotelico/ptolemaica che i pianeti potessero causare un cambio nel "mondo sublunare" in quanto in grado di produrre un influsso di elementi e qualità.

 
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