mercoledì 13 ottobre 2021

Papiri magici greci

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Papiri magici greci (latino: Papyri Graecae Magicae, abbreviato in "PGM") è il nome dato da alcuni studiosi ad un gruppo di papiri dell'Egitto greco e romano, ognuno dei quali contiene parole, formule, inni e rituali magici. Questi papiri spaziano dal II secolo a.C. al V secolo d.C. I manoscritti furono rinvenuti nei vari mercati di antichità, a partire dal XVIII secolo. Uno dei migliori di questi testi è la cosiddetta liturgia di Mitra.
I testi furono pubblicati in una serie, ed i singoli papiri vengono citati utilizzando l'abbreviazione "PGM" seguita dal numero di volume ed oggetto. Ogni volume contiene una quantità di parole e rituali. Successive scoperte di testi simili, provenienti da altre fonti, sono state chiamate anch'esse PGM per convenienza.
Il primo papiro della serie apparve sul mercato artistico in Egitto all'inizio del XIX secolo. La maggior parte della collezione è la cosiddetta collezione Anastasi. Circa mezza dozzina di papiri furono acquistati attorno al 1827 da un uomo che si faceva chiamare Jean d'Anastasi, di possibile origine armena, rappresentante diplomatico alla corte di Khedivial ad Alessandria d'Egitto. Egli affermò di averli acquistati a Tebe (odierna Luxor), e li vendette a numerose importanti collezioni europee tra cui quella del British Museum, il Louvre, la Biblioteca nazionale di Francia, i Musei statali di Berlino ed il Rijksmuseum di Leiden. H. D. Betz, che scrisse una traduzione della collezione, disse che probabilmente provenivano dalla biblioteca di un antico studioso e collezionista di Tebe. Anastasi acquistò numerosi altri papiri ed antichità. Il "malloppo di Tebe" conteneva anche il papiro di Stoccolma ed il papiro X di Leida con testi alchemici. Un altro papiro (PGM III) fu acquiastato da Jean Francois Mimaut e finì nell Bibliothèque Nationale de France.
I PGM XII e XIII furono i primi ad essere pubblicati, nel 1843 in lingua greca e nel 1885 con una traduzione in latino.
All'inizio del XX secolo Karl Preisendanz raccolse i testi pubblicandoli in due volumi nel 1928 e nel 1931. Il progetto di un terzo volume, contenente nuovi testi e gli indici, raggiunse lo stato di bozza datata "Pentecoste 1941", ma fu distrutto dal bombardamento di Lipsia durante la seconda guerra mondiale. Fotocopie della bozza iniziarono a circolare tra gli studiosi. Un'edizione espansa e rivista dei testi fu pubblicata nel 1973/1974 in due volumi. Il volume 1 era una versione corretta del volume 1 della prima edizione, mentre il volume 2 era totalmente rivisto con anche l'aggiunta dei papiri previsto per il volume 3. Furono omessi gli indici. I PGM possono ora essere trovati nel database del Thesaurus Linguae Graecae e varie concordances e dizionari sono stati pubblicati.
Molti di questi papiri sono pagine di estratti frammentari di altri libri, depositi di conoscenze arcane e segreti mistici. Per quanto sono stati ricostruiti, questi libri sembrano ricadere in due categorie: alcuni sono elenchi di parole e frasi magiche raccolte da singole persone, altri potrebbero essere stati manuali di pratiche magiche, contenenti repertori di parole e formule per tutte le occasioni. Questi maghi spesso poco istruiti erano molto più simili ad intrattenitori che ai tradizionale stregoni egizi, i quali formavano un'élite sacerdotale molto istruita e rispettata. Le pagine contengono parole, ricette, formule e preghiere, intercalate da parole magiche spesso abbreviate per le formule più comuni.
In molti casi parole e frasi sono molto simili a quelle presenti nelle defissioni (κατάδεσμοι in greco), come quelle trovate su ostraka e amuleti.
La religione dei papiri magici greci è un elaborato sincretismo di influenze religiose greche, egizie, ebraiche ed anche babilonesi e cristiane, generato dal ricco ambiente dell'Egitto greco-romano. Questo sincretismo è evidente nei papiri in molti modi diversi. Spesso agli dei dell'Olimpo sono assegnate caratteristiche delle loro controparti egizie. Ad esempio Afrodite (associata all'egizia Hathor), viene chiamata Neferihri, dall'egizio Nfr-iry.t, "begli occhi".

martedì 12 ottobre 2021

Uomo rettile

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Gli uomini rettile o uomini serpente sono creature leggendarie menzionate nella mitologia e nel folclore di varie culture, aventi fattezze di rettile umanoide.
In epoca contemporanea sono anche presenti nella fantascienza, nell'ufologia e nelle teorie del complotto, che per descriverli usano anche i termini di rettiloide, rettiliano, umanoide rettiliano, dinosauroide, sauriano, uomo lucertola, Homo saurus e popolo lucertola.
Il paleontologo Dale Russell, poi curatore dei fossili di vertebrati presso il Museo nazionale del Canada a Ottawa, suggerì nel 1982 un percorso evolutivo ipotetico che avrebbe potuto seguire il Troodon, un dinosauro predatore bipede, se non fosse completamente sparito nell'estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene 65 milioni anni fa. L'idea è stata accolta in generale con scetticismo, anche se alcuni scienziati l'hanno ritenuta stimolante a livello congetturale.
Molte culture antiche menzionano nelle loro tradizioni e nel folclore la presenza di uomini rettile.

Le Americhe

I nativi americani Hopi raccontano dell'esistenza di una razza di uomini rettile che vivrebbe sottoterra chiamata Sheti o "Fratelli Serpente". Nella mitologia precolombiana, l'Eva primordiale di nome Bachue si trasforma in un grande serpente, chiamato anche "Il Serpente del Cielo".

Europa

Il primo re mitico di Atene, Cecrope, era mezzo uomo e mezzo serpente. Nella mitologia greca, avevano servitori serpenti i Titani e i Giganti e talvolta i Giganti sono raffigurati in forma "anguiforme", ossia con le gambe formate da terminazioni serpentiformi, come il gigante Klyteros, raffigurato nel bassorilievo del fregio della Gigantomachia sull'Altare di Pergamo. Anche il vento Borea (Aquilone per i Romani) veniva descritto in forma anguiforme.

India

Nelle scritture e leggende indiane, i Naga (Devanagari: नाग) sono esseri a forma di serpente che si riteneva vivessero sottoterra, pur avendo contatti anche con gli uomini. In alcune versioni, si riferiva che tali esseri avessero vissuto su di un continente che si sarebbe poi inabissato nelle acque dell'Oceano Indiano. I testi indiani riferiscono anche di un'altra razza di uomini serpente chiamata Sarpa (Devanagari: सर्प). I Syrictæ (In greco: Skiritai, in Latino: Sciritae), una tribù di uomini con narici simili a quelle dei serpenti al posto del naso con delle gambe a forma di serpentina.

Asia orientale

Nella cultura cinese, vietnamita, coreana e giapponese, si tramandano le leggende dei Long (Yong in Coreano, Ryu in giapponese) o dragoni, forme a metà tra il piano fisico e il piano astrale, ma raramente descritte in forma umanoide, e che possono assumere una forma tra l'umano e il rettiliano. I Giapponesi raccontavano storie sui Kappa, un popolo mitologico di anfibi umanoidi.
In Cina, Corea e Giappone, i reami sottomarini sono mitologicamente popolati da Re Dragoni e i loro discendenti sono considerati umani discendenti da una razza di dragoni. Questa discendenza viene spesso rivendicata dagli Imperatori Asiatici, che si credeva fossero in grado di mutare volontariamente da una forma umana ad una forma di drago, forma ritenuta, presso le tradizioni asiatiche, migliore rispetto alla forma del diavolo.

Medio Oriente

Nel Medio Oriente sono conosciuti i Jinn, uomini serpente o dragoni di cui si parla fin dai tempi più antichi. In un libro apocrifo falsamente identificato come il perduto Libro di Jasher, viene descritta una razza di uomini serpente.
Nella Genesi, Dio punisce il serpente per aver convinto con l'inganno Eva a mangiare il frutto della conoscenza
«Allora il Signore Dio disse al serpente: poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame, e più di tutte le bestie selvatiche ; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita»
Questo passo della Bibbia suggerirebbe che si riteneva che i serpenti avessero originariamente le gambe. Nell'iconografia dell'arte occidentale vi sono rappresentazioni di una donna con una coda di serpente, qualche volta con piedi da rettile, come nel quadro il Giudizio Universale di Hieronymus Bosch. Nel Medioevo il Diavolo veniva spesso raffigurato con caratteristiche rettiliformi, così come i demoni nella maggior parte dell'iconografia.

Africa

L'antico dio egiziano Sobek era riprodotto come un uomo con la testa di coccodrillo.
Nel Mali c'è una popolazione, i Dogon, che possiede un mito di fondazione che comprende un uomo rettile. I Dogon dicono di discendere dal dio Amma, proveniente dalla stella Po Tolo (Sirio B). Altri studiosi dei Dogon, tuttavia, ritengono che in realtà questa stella non sia conosciuta realmente dai Dogon, e riferiscono che l'errore possa essere riconducibile a difficoltà linguistiche o a errate interpretazioni.
Nell'ambito dei racconti di avvistamenti di UFO, incontri ravvicinati e rapimenti alieni si sostiene in alcuni casi che gli alieni avrebbero la forma di rettili umanoidi. Nella classificazione delle razze aliene elaborata dall'ufologo Brad Steiger, i rettiliani apparterrebbero al cosiddetto tipo Delta. Secondo alcuni ufologi, questo tipo di alieni ricorre nei presunti avvistamenti con minore frequenza rispetto ai grigi e ai nordici.
Di extraterrestri rettiliani ha raccontato per primo Herbert Schirmer. Egli sostiene di essere stato rapito ad Ashland (Nebraska) nel 1967 da esseri umanoidi, alti tra 1,4 e 1,8 m, rivestiti da una tuta aderente, con testa sottile e allungata e pelle grigio-bianca; la bocca sarebbe stata simile ad una fenditura e non si sarebbe mossa mentre parlavano e i loro occhi sarebbero stati inclinati. Sulle tute Schirmer avrebbe visto un emblema a forma di "serpente alato". Secondo Schirmer tali esseri proverrebbero da un'altra galassia e sarebbero provvisti di basi (probabilmente orbitanti) su Venere.
Alcune teorie della cospirazione extraterrestre, sviluppatesi soprattutto negli anni novanta, hanno sostenuto la presenza sulla Terra di presunte stirpi di "rettiliani" di origine extraterrestre, che secondo tali autori sarebbero in alcuni casi in grado di mutare la propria forma. Secondo tali teorie sarebbero per esempio rettiliani i presunti alieni provenienti dalla costellazione del Drago, che sarebbero le "eminenze grigie", i padroni nascosti degli alieni più noti, i cosiddetti Grigi, provenienti dal sistema di Zeta Reticuli, Orione e Bellatrix.
John Rhodes raccolse insieme le testimonianze dei presunti contatti tra esseri umani e rettiliani umanoidi; ha fondato nel 1997 un apposito centro di ricerca, ed è apparso in televisione e alla radio per illustrare le sue presunte scoperte e le presunte prove scientifiche di sostegno alle sue teorie. Rhodes afferma che a suo dire i rettiliani umanoidi discenderebbero dai dinosauri e sarebbero quindi un sottoprodotto dell'evoluzione terrestre. Rhodes per avvalorare le proprie tesi cita le teorie di Dale Russell degli anni ottanta, relative alla descrizione di quale sarebbe potuta essere l'evoluzione dei dinosauri in specie intelligente. Secondo Rhodes l'attenzione umana sarebbe intenzionalmente spostata dai mondi sotterranei allo spazio profondo, proprio allo scopo di mantenere segreti gli argomenti riguardanti le presunte dimore dei popoli sotterranei e le loro antiche civiltà; sotto questo aspetto, le tesi di Rhodes riprendono alcune idee dei sostenitori della teoria della Terra cava, secondo cui vi sarebbe un continente abitato situato sotto la superficie terrestre. I rettiloidi delle teorie citate da Rhodes assomiglierebbero a dei tipi di entità descritti da alcune delle persone che sostengono di essere state rapite dagli alieni.
Paul Shockley, fondatore della "Chiesa acquariana del servizio universale", ritiene di essere un individuo in grado di canalizzare la "consapevolezza cosmica"; attraverso quella che descrive come una "rivelazione di consapevolezza" ha riferito dell'esistenza di una pericolosa razza di rettiliani, tra i quali sarebbero tuttavia presenti anche individui ben disposti nei confronti degli esseri umani. La "consapevolezza cosmica" lo porterebbe ad affermare che anche gli esseri umani contengono DNA rettiliano.
Il contattista e medium Sheldan Nidle afferma invece di ricevere messaggi telepatici dai "Bellatrixiani", una razza benevola di rettiliani proveniente dal sistema di Bellatrix.
Il contattista Riley Martin, autore di The Coming of Tan e assiduo ospite del programma di Howard Stern, sostiene di conoscere personalmente un certo "Targissiano", appartenente a una pericolosa razza di rettiliani che sarebbe presente insieme ad altre sei razze di alieni su di una nave madre in orbita attorno a Saturno.
L'ex metronotte italiano Pier Fortunato Zanfretta sostiene di aver avuto un incontro ravvicinato del quarto tipo con alieni Rettiliani e di essere stato rapito da essi. I Rettiliani in questione si chiamerebbero "Dargos", e proverrebbero da un pianeta morente di nome "Titania", facente parte della "terza galassia". Questi alieni sarebbero del tutto pacifici, e avrebbero visto nella Terra uno dei pianeti su cui trasferirsi in futuro.
Secondo David Icke, come pubblicato nel suo libro The Biggest Secret: The Book That Will Change the World (in italiano: Il più grande segreto: Il libro che cambierà il mondo) gli umanoidi rettiliani sarebbero una presunta forza occulta che manipolerebbe e controllerebbe l'umanità. La razza sarebbe costituita da esseri alti 2,13 m e bevitori di sangue e proverrebbe dal sistema stellare Alpha Draconis. Ad essa apparterrebbero molti leader mondiali, tra cui la famiglia reale inglese, Bill Clinton, Hillary Rodham Clinton, George W. Bush, Barack Obama. Le opere di Icke hanno un discreto successo di pubblico, grazie anche a concetti estratti dal filone New Age.
Zecharia Sitchin afferma di aver individuato in tavolette sumere il riferimento a una razza aliena umanoide non rettiliana (gli Anunnaki) che avrebbe creato la razza umana (mischiando i propri geni con quelli dell'Homo Erectus) allo scopo di utilizzare gli uomini come schiavi nelle sue miniere in Africa. Gli Anunnaki, da sempre, abiterebbero il loro pianeta Nibiru, trasformato in una specie di "nave spaziale" mista (convivendo con le altre razze tra cui i Rettiliani) al servizio della Confederazione Galattica. Secondo Sitchin le tavolette attesterebbero che il popolo Sumero dalla "testa nera" sarebbe stato creato da questi esseri mescolando "l'essenza di vita" di "uomini e bestie". L'esistenza di uomini serpente secondo Sitchin sarebbe provata dalla concezione di regalità e dal suo collegamento alla figura del drago, definita in Babilonia come 'Sir' o dragoni (ossia "grande serpente", dal sanscrito sarpa, parola che originariamente descriveva il grande "Dio-Dragone", creatore e governatore della antichissima cultura dravidica).
Alle teorie di Sitchin si è riallacciato Laurence Gardner, secondo il quale sarebbe esistita una "Linea del Sangue dei Dragoni", una variante del Sacro Graal collocata nell'antica Mesopotamia quando gli Anunnaki sarebbero discesi sulla regione creando una linea di sangue reale attraverso una manipolazione genetica.
Non di rado le teorie degli UFO, dei complotti, delle cospirazioni, dei rettiliani vengono unificate anche con numerose varianti che contemplano elementi di fantasia fiabesca quali gnomi, elfi, folletti, figure mitologiche, ecc. In altri casi sono alla base di illegali pratiche pseudo mediche (basate su non meglio identificate onde, frequenze, magnetismi, poteri mentali) ricondotte sotto l'ampia definizione di "medicina alternativa".
I fautori dell'ipotesi psicosociale sugli UFO ritengono che alla base delle teorie sui rettiliani vi siano motivi culturali. La paura verso i rettili è atavica e si ritrova anche in certe mitologie e leggende. Inoltre la narrativa di fantascienza ed in particolare la serie televisiva sui Visitors potrebbe avere contribuito notevolmente allo sviluppo delle teorie cospirative sull'esistenza dei rettiliani. Lo scettico Brian Dunning suggerisce che anche un articolo pubblicato nel 1934 sul Los Angeles Times potrebbe avere dato origine a tali credenze. Tale articolo diceva che un geofisico ed ingegnere minerario aveva annunciato di avere scoperto un labirinto sotterraneo sotto la città di Los Angeles che avrebbe condotto ad una città sotterranea costruita da una razza avanzata di un Popolo Lucertola circa 5.000 anni fa per sfuggire ad una catastrofe avvenuta in superficie.
Altre creature appartenenti alla sfera dell'immaginario popolare sono il Cherufe in Cile, l'uomo-lucertola di Lee County nella Carolina del Sud, il Loveland Frog (o Loveland Lizard) a Loveland nell'Ohio, Jake the Alligator Man, negli Stati Uniti, il mostro del Lago Thetis in Canada.



lunedì 11 ottobre 2021

Teoria del complotto

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Una teoria del complotto (o della cospirazione) è una teoria che attribuisce la causa prima di un evento, o di una catena di eventi (in genere religiosi, politici, sociali, culturali o talvolta anche naturali), a un complotto.
Si tratta in genere di teorie alternative più complesse ed elaborate rispetto alle versioni fornite dalle fonti ufficiali e critiche nei confronti del senso comune o della verità circa gli avvenimenti comunemente accettata dall'opinione pubblica. Tali ipotesi non sono provate per definizione, dal momento che cesserebbero di essere "teorie", e vengono spesso elaborate in occasioni di eventi che suscitano forte impressione nell'opinione pubblica, come ad esempio eventi tragici legati alla morte di personaggi più o meno famosi o grandi disastri civili e ambientali, o atti terroristici, a volte anche per effetto dell'ampia diffusione e trattazione da parte dei mass media.
«[…] ma dietro tutti questi movimenti non potrebbe esserci qualcosa di altrimenti temibile, che forse neanche i loro stessi capi conoscono, e di cui essi a loro volta quindi, non sono che dei semplici strumenti? Noi ci accontenteremo di porre questa domanda senza cercare di risolverla qui.»
(René Guénon, Il Teosofismo, edizioni Arktos, 1987, vol. II, pag. 297)
Già agli inizi del XX secolo il mondialismo complottista fu preso in considerazione negli ambienti esoterici, soprattutto da parte di Rudolf Steiner che denunciava apertamente l'operato di confraternite occulte, di matrice anglo-americana, tendenti a imporre una sorta di imperialismo economico planetario ma il cui vero scopo era il predominio culturale e spirituale sull'umanità. Sostenendo quanto fosse urgente prendere coscienza che delle potenze malefiche stessero realmente cercando di ostacolare il cammino evolutivo delle persone, Steiner descrisse più volte il modo in cui queste logge facessero ricorso anche a rituali esoterici per attuare le loro strategie geo-politiche, pilotando ad esempio lo scoppio della prima guerra mondiale, o l'avvio dell'esperimento socialista in Russia.
Il termine "teoria del complotto" (conspiracy theory in inglese) è stato utilizzato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1964, in relazione all'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. In particolare l'espressione venne usata per descrivere collettivamente le varie voci critiche nei confronti delle conclusioni della Commissione Warren (la commissione ufficiale incaricata di indagare sull'assassinio) pubblicate in quell'anno. Sebbene inizialmente non avesse una connotazione particolare, il termine ha assunto nel tempo una valenza sostanzialmente dispregiativa, sottintendendo implicitamente che il contenuto di tali voci critiche sia di per sé poco credibile. A partire dagli anni novanta del XX secolo, grazie all'attività di alcuni giornalisti come David Icke, ma soprattutto dall'inizio del XXI secolo, il fenomeno ha avuto un grande sviluppo a causa degli eventi eccezionali legati agli attentati dell'11 settembre 2001. Una descrizione degli obiettivi e dell'azione delle confraternite occulte è stata offerta inoltre dallo scrittore russo Sergej Olegovič Prokof'ev.
Di solito queste teorie attribuiscono la causa di un evento all'azione di cospiratori, che spesso offrirebbero una ricostruzione artefatta degli avvenimenti, e chiamerebbero in causa le istituzioni preposte, talvolta anche accusandole di essere presunte colpevoli di occultamento della verità e di insabbiamento delle eventuali indagini. Questo tipo di ricostruzione tende spesso a essere critica nei confronti del senso comune e/o della verità circa gli avvenimenti comunemente accettati dall'opinione pubblica.
La proliferazione e diffusione di teorie del complotto venne agevolata anche dalla convinzione, sviluppatasi in seno alla pubblica opinione, che la cultura di massa non esaurisca la sua funzione nell'intrattenimento, ma sia in grado di veicolare "profonde verità che un mondo dominato da ‘poteri forti' impegnati a nascondere la Verità (con la V maiuscola) permetterebbe di esprimere soltanto in questa forma". Talvolta anche l'industria dell'intrattenimento avrebbe trattato tali temi (basti pensare a telefilm, cinema, letteratura di genere) che si presterebbero a un pubblico molto ampio proprio per la loro facile e immediata fruibilità come prodotti di disimpegnato intrattenimento.
Tali teorie, che sovvertono spesso il senso comune o la verità comunemente accettata, talvolta potrebbero essere considerate come un processo di mitopoiesi, che comporta la creazione di vere e proprie "mitologie religiose". Alcuni studi empirici indicherebbero che la credulità verso i complotti sia aiutata da un approccio epistemologico relativista che blocca lo sviluppo di un pensiero critico personale, per superare il quale è necessario imparare gli elementi costitutivi del metodo scientifico. Secondo questi studi è stato dimostrato che questo relativismo, per il quale ogni forma di conoscenza è un’opinione alla pari di altre, è in gran parte diffuso tra persone che possiedono un’istruzione superiore non seguita da una specializzazione.
Il termine "complottismo" viene invece usato per designare, generalmente in senso dispregiativo, il punto di vista di chi crede alle più svariate teorie alternative in modo ritenuto acritico e fideistico e senza sentire ragioni di sorta, per sottolineare l'aspetto maniacale e paranoico che avrebbe tale atteggiamento mentale. Il termine, come riconoscono gli stessi fautori delle teorie alternative, è tuttavia entrato nell'uso comune.
Quando le teorie del complotto combinano elementi "illogici" con la mancanza di prove, ci si riferisce a esse come a una forma di complottismo, descrivendo con tale locuzione un punto di vista del mondo che interpreti praticamente tutti i più importanti eventi e le tendenze della storia come il risultato di cospirazioni segrete.
Il termine complottisti può essere usato per indicare persone che credono nelle cospirazioni; gli psicologi fanno notare che una persona che crede a una teoria del complotto può credere con la stessa facilità anche ad altre teorie del complotto ed è proprio questo che accade di norma. Questa correlazione, secondo psicologi che si occupano del fenomeno, deriva dal fatto che il credere in una teoria del complotto non è il risultato di una risposta mentale a un singolo evento, ma il riflesso, piuttosto, di una particolare visione del mondo onnicomprensiva. Per altro verso, l'idea di complotto colpisce l'immaginazione collettiva, rende apparentemente chiaro - fornendo una spiegazione - ciò che sembra a prima vista incomprensibile, suscita sentimenti contro un nemico comune; è stata quindi usata a più riprese dal potere in carica come strumento di costruzione del consenso.
Le cose sono complicate dal fatto che gruppi o individui potenti possono avere interesse nel cercare di screditare coloro i quali li accusano di crimini reali o immaginari. L'etichetta di "teoria del complotto" è stata utilizzata per squalificare, schernire e denigrare il dissenso politico o sociale, ad esempio quando una potente figura pubblica viene accusata di corruzione.
Nel giustificare la classificazione di una teoria come teoria del complotto, si tende a sollevare soprattutto le seguenti obiezioni logiche alla teoria:
  1. Non è sostenuta da prove sufficienti.
  2. È formulata in modo tale da essere non verificabile.
  3. È complessa in maniera implausibile.
I sostenitori potrebbero altresì affermare che:
  1. Le persone potenti coinvolte nella cospirazione nascondono, distruggono od offuscano le prove.
  2. Gli scettici non sono dotati di una sufficiente apertura mentale.
  3. Gli scettici potrebbero essere politicamente motivati o avere interesse a mantenere lo status quo.
  4. La sua complessità è dovuta al fatto che dietro al complotto potrebbero esserci più menti, per di più dotate di potenti risorse monetarie.
La parola "cospirazione" deriva dal latino conspirare ("sperare assieme", "respirare assieme"), e nell'uso contemporaneo indica una situazione dove due o più persone si accordano per compiere un atto illegale o immorale. Le componenti essenziali sono il coinvolgimento di almeno due persone, la segretezza e l'intento malevolo. Tali cospirazioni sono considerate crimini nella maggior parte degli Stati e, come tali, possono essere perseguite in quanto finalizzate a commettere un atto illegale; le persone coinvolte possono essere indagate come facenti parte di una struttura criminosa, o anche, talvolta, per essere semplicemente a conoscenza della cospirazione e non aver agito per opporvisi.
Gli storici generalmente usano il termine per indicare una cospirazione reale e provata o, quanto meno, seriamente plausibile e con alcuni solidi elementi a supporto. Il termine "teoria del complotto" viene invece usato, in ambito sociologico, per indicare le cospirazioni solo presunte ma non dimostrate da alcunché. Lo storico Richard Hofstadter, nel saggio The Paranoid Style in American Politics del 1964, sostenne che la paranoia e la convinzione dell'esistenza di complotti hanno caratterizzato la storia degli Stati Uniti d'America fin dalla rivoluzione americana.
In Italia si utilizza, nel linguaggio politico e giornalistico, il termine "dietrologia", che indica la ricerca di supposte motivazioni nascoste che sarebbero all'origine di un avvenimento. Il punto cardine della dietrologia è la domanda cui prodest?, "a chi giova" un determinato fatto, sottintendendo l'ipotesi che tale avvenimento potrebbe essere stato provocato ad arte.
In generale le teorie del complotto si basano quindi su ipotesi e congetture nonché sull'oscurità dei fatti in oggetto e delle relazioni tra di essi; pertanto risulta estremamente difficile provare e verificare tali avvenimenti. Gli autori delle varie teorie pro-cospirazione sostengono le loro asserzioni con vari argomenti, anche se spesso non si basano su fonti neutrali o su prove scientifiche riconosciute. In particolare, si riscontrano fenomeni come:
  • Ingrandimento temporale o spaziale di attività di organizzazioni segrete: nella teoria del complotto ideata da Robert Ludlum come mera finzione nel romanzo Il circolo Matarese (The Matarese Circle), un'associazione segreta còrsa, fondata all'inizio del Novecento, causa l'attività di ogni organizzazione terroristica nel mondo. Nello stesso modo, nel film propagandistico Esoteric Agenda si avanza la tesi che una setta pagana e occulta abbia governato il mondo fin dal tempo dell'antico Egitto.
  • Interpretazione libera di relazioni tra gruppi: tutte le relazioni (guerra, tensione, amicizia, alleanza, indifferenza, ecc.) fra le istituzioni, siano esse locali o internazionali e di natura politica o economica, possono essere interpretate nei seguenti modi:
    • una istituzione è subordinata all'altra;
    • una si è infiltrata nell'altra;
    • entrambe sono la stessa istituzione con due facciate diverse;
    • entrambe cooperano nel raggiungimento dello stesso obiettivo, spesso illecito.
Le relazioni ufficiali tra le istituzioni, ossia quelle narrate dai mass-media e dagli storici appoggiati dalla comunità accademica, vengono rifiutate dai complottisti, che le considerano bugie preparate dalle stesse istituzioni per non allarmare la massa del popolo, che non fa ovviamente parte dei suddetti gruppi. Le teorie del complotto si differenziano soventemente fra di loro in rapporto alle relazioni tra le istituzioni.
  • Opinione che tutte le organizzazioni segrete siano affiliate tra di loro. Questo è un caso specifico che testimonia le due caratteristiche precedenti. Secondo questa teoria, un'organizzazione segreta non può nascere in modo indipendente (cioè autonomo, spontaneo, "genuino") ma è fondata con l'intenzione di continuare l'attività di una precedente organizzazione segreta (massoneria e Cavalieri templari nel libro Il codice da Vinci di Dan Brown) o come filiale dell'altra organizzazione. Tale affiliazione è possibile nel caso di organizzazioni ufficiali, ma nelle teorie del complotto la questione si riferisce spesso a gruppi segreti.
  • Sostituzione di informazioni carenti o equivoche con informazioni inventate. Ad esempio gli autori del film Zeitgeist dichiarano che la biografia di Gesù (la nascita, l'attività, i 12 apostoli, la crocifissione, la risurrezione) somiglia precisamente al mito di Horus dall'antico Egitto.
  • Interpretazione arbitraria dei nomi, delle abbreviazioni e dei simbolismo. Secondo gli autori del film Esoteric Agenda, il nome "Israele" deriva dai nomi di idoli egiziani e idoli del Vicino Oriente: Iside, Ra, El (considerato come un idolo locale). Ma esso deriva da un altro nome di Giacobbe del Vecchio Testamento e significa "Colui che ha combattuto con Dio". In modo analogo Walter Veith interpreta "IHS" , o "JHS" - l'abbreviazione del nome di Gesù -, come un'abbreviazione dei nomi di alcuni idoli dell'antichità.
  • Inserimento di molti dettagli. Molti autori di teorie del complotto fanno numerosi riferimenti a date e nomi con l'intenzione di renderle più credibili; spesso ovviamente questi dettagli sono falsi storici o forzature.
  • Presentazione sensazionale d'informazioni, che assomigli a una scoperta. Nella teoria del complotto antivaticana basata, tra l'altro, sulla Bibbia, Walter Veith presenta la sua interpretazione dell'Apocalisse di Giovanni in cui il personaggio di Babilonia la Grande è interpretato come la personificazione della Città del Vaticano. Ma questa interpretazione è conosciuta da molto tempo e predicata da protestanti radicali avversi al cattolicesimo. C'è soprattutto il frammento in cui si dice che Roma (ma non l'attuale Vaticano) era situata su sette montagne all'inizio dell'era comune che tende indicare la posizione geografica della Babilonia la Grande e non soltanto le teorie del complotto l'utilizzano. In commenti di altre confessioni cristiane (interpretazione preterista) Roma - o una città simile che esisterà alla fine del tempo - è considerata la nuova Babilonia perché nel tempo del Nuovo Testamento Roma era la sede di tutte le abominazioni.
  • Attribuzione di significato eccessivo a coincidenze e a somiglianze. Gli autori delle teorie cercano di convincere che una coincidenza di alcuni aspetti significhi la coincidenza in altri aspetti, fino alla totale identità. Il film Zeitgeist presenta opinioni di questo tipo in riferimento alla religione cristiana e alle religioni pagane. In realtà ogni grande religione ha assimilato riti locali. A tale meccanismo è riconducibile il fenomeno della apofenia, ovvero l'innata tendenza della mente a ricercare connessioni tra stimoli casuali alla ricerca di un significato logico; tale funzione risulterebbe vantaggiosa in termini evolutivi in quanto permetterebbe di evitare situazioni rischiose per la sopravvivenza degli individui.
  • Attribuzione di grande importanza a eredità o a legami di sangue. In alcune teorie di complotto legate al Nuovo ordine mondiale vengono presentati gli avi di tutti i presidenti degli Stati Uniti dai tempi antichi, sottolineando il ruolo che essi occupavano e le lobby di cui facevano parte direttamente o indirettamente; a volte viene sottolineata la loro parentela ancestrale.
  • Citazione di fonti senza valutazione e apprezzamento della loro validità. Molte delle fonti citate, ad esempio Le due Babilonie (The Two Babylons), sono parziali e/o inattendibili.
  • Asserzione della formula "Segreto = Inganno". Molte teorie del complotto si occupano di enti che mantengono segrete determinate informazioni (ad esempio, la ricetta della Coca-Cola). I fautori delle teorie del complotto mettono in primo piano le possibili intenzioni malevole, ma non prendono in considerazione, per esempio, i motivi legittimi che rendono necessario il "mistero" quali, di volta in volta, il segreto professionale, la proprietà industriale, la protezione della privacy.
  • Presentazione di versioni possibili di eventi come sicuramente valide. Questa è la base della creazione delle teorie del complotto. Una interpretazione che si accordi coi fatti conosciuti (dunque un'interpretazione possibile) e che sia considerata coerente con le tesi cospirazioniste, è trattata come vera. A causa dell'ambiguità o della mancanza di dati, tale interpretazione è difficile da confutare.
  • Attribuzione del complotto ad altri autori di teorie del complotto. Secondo questo schema Michael Tsarion è considerato allo stesso tempo un avversario del Nuovo ordine mondiale e come una delle persone che hanno contribuito a fondarlo.
La discussione generale della teoria cospirativa è di per sé materia di contesa pubblica. I "teorici della cospirazione" sul web vengono spesso liquidati come un gruppo marginale e ridotto, ma la realtà suggerisce che al giorno d'oggi una vasta fetta di statunitensi - che attraversa in maniera trasversale etnie, genere, educazione, occupazione e altre suddivisioni - dà credito ad almeno alcune teorie cospirative.
Data questa comprensione popolare del termine, esso può anche essere usato in maniera illegittima e inappropriata, come strumento per respingere quelle che sono di fatto accuse sostanziali e ben dimostrate. La legittimazione di ogni utilizzo di quel genere sarà pertanto motivo di controversie. Michael Parenti nel suo saggio del 1996, che esamina il ruolo dei media progressisti nell'utilizzo del termine,The JFK Assassination II: Conspiracy Phobia On The Left ("L'assassino di JFK II: La fobia della sinistra per le cospirazioni"), afferma:
«È un mondo "o con noi o contro di noi" per quelli di sinistra che hanno un'avversione per ogni tipo di indagine sulla cospirazione: o sei uno che è strutturalista nel proprio approccio con la politica oppure sei un 'cospirazionista' che riduce lo sviluppo della storia a macchinazioni di cabale, e di conseguenza dirotti la nostra attenzione lontano dai poteri di sistema più influenti.»
Le analisi strutturaliste o istituzionali mostrano che l'utilizzo della locuzione verrebbe abusato quando è applicato a istituzioni che agiscono nel conseguimento dei loro obiettivi riconosciuti, per esempio, quando un gruppo di colossi multinazionali si accorda sottobanco sui prezzi, per incrementare i profitti. Ulteriori complicazioni si verificano per termini come UFO, un termine tecnico il cui significato letterale è "oggetto volante non identificato" ma che, nel linguaggio comune, è finito per connotare astronavi aliene, un concetto anch'esso associato con alcune teorie cospirative, e quindi che possiede un certo stigma. Michael Parenti dà un esempio dell'uso del termine che mette in evidenza il conflitto nel suo utilizzo. Egli afferma:
«In gran parte delle sue operazioni, la CIA è per definizione una cospirazione, usando operazioni sotto copertura e progetti segreti, molti dei quali sono del genere più ripugnante. Cosa sono le operazioni clandestine se non cospirazioni? Allo stesso tempo, la CIA è una istituzione, una parte strutturale della condizione della sicurezza nazionale. Tirando le somme, l'agenzia è una cospirazione istituzionalizzata.»
Su un piano di critica più generale - rivolto al fenomeno e non alla confutazione delle singole sue manifestazioni - si possono così riassumere le argomentazioni contro le teorie del complotto.

Esistono altre critiche che si possono muovere alle teorie del complotto in genere:

  • La quantità dei cospiratori che prendono parte al complotto ipotizzato spesso dovrebbe essere molto grande, tanto grande da rendere difficile pensare che nessuno se ne penta e confessi o si lasci sfuggire delle informazioni.
  • La capacità operativa dei cospiratori, che spesso sono considerati così potenti da essere in grado di censurare qualsiasi notizia sgradita, manipolare prove scientifiche, influenzare l'economia e la politica mondiali e possedere strumenti e poteri sovrumani, dovrebbe essere tale da permettergli facilmente di uccidere o comunque neutralizzare coloro che mettono in risalto le loro macchinazioni e censurare le loro pubblicazioni.
Karl Popper ha sostenuto che distinguere la scienza dalla pseudoscienza sia un punto fondamentale per poter distinguere quelle teorie scientifiche che si presterebbero a essere falsificabili da principio, cioè di poter essere smentite in qualsiasi momento da fatti o da altre teorie non ancora smentite da fatti. Le teorie e asserzioni che sono falsificabili di principio non sarebbero scientifiche. Tuttavia Popper non afferma che una teoria non scientifica sia necessariamente falsa: più correttamente la scienza non è in grado di chiarire se sia verosimile o falsa. Popper afferma, inoltre, che molte teorie non scientifiche possono essere pre-scientifiche: cioè teorie che in un dato momento della storia non sono falsificabili di principio, ma che successivamente lo diventano, per effetto del progresso della conoscenza e della tecnologia (Popper cita la metafisica e fa l'esempio dell'atomismo di Democrito).
L'epistemologia post-popperiana ha evidenziato che atteggiamenti "fideistici", intesi come fiducia nella validità di una teoria al di là e nonostante iniziali (e apparenti) smentite sperimentali, sussistono anche negli scienziati e sono caratteristici della ricerca scientifica (per esempio, la formulazione della teoria della relatività generale di Einstein è del 1915 mentre la verifica sperimentale di alcune sue conseguenze avvenne nel 1919, quindi tra l'una e l'altra intercorsero quattro anni).
I critici delle teorie del complotto talvolta argomentano che molte di esse non sono passibili di falsificazione e, quindi, non sono scientifiche. L'argomentazione nasce dalla struttura logica di certi tipi di teoria del complotto. Queste prendono costituirebbero una quantificazione esistenziale non circostanziata, che sosterrebbe l'esistenza di soggetti, azioni od oggetti, senza specificare tempo e luogo nel quale essa sia stata o possa essere osservata. L'esistenza del complotto sarebbe da considerarsi veritiera quindi, al di là di qualsiasi verifica sperimentale.
La non percettibilità immediata del fenomeno sarebbe attribuita dai complottisti a osservazioni fatte nel momento o nel posto sbagliato, ovvero all'attività di copertura della cospirazione stessa. Dal punto di vista dei complottisti, dimostrare che la cospirazione non esista (ovvero falsificare la teoria) diventerebbe impossibile e questo renderebbe tali teorie non-scientifiche. Ad esempio, si consideri come viene dimostrata, di solito, la consistenza reale di una delle principali varianti della teoria del complotto sugli UFO (una diffusa teoria secondo la quale la venuta degli alieni sulla Terra, realmente accaduta, sarebbe stata occultata), a fronte delle smentite ufficiali. Poiché la teoria non specifica quando o dove la visita o il complotto siano avvenuti, non è possibile dimostrarne la falsità. In via ipotetica, non servirebbe a nulla neppure esaminare da cima a fondo gli archivi del Pentagono, o di qualsiasi altro organo governativo, dal momento che si potrebbe sempre obiettare che i documenti ufficiali sull'evento sono archiviati in qualche altro archivio a cui non si ha accesso.
Un'altra obiezione che gli scettici muovono ai teorici del complotto è il ricorso costante a ipotesi ad hoc ogni volta che un fatto sembri falsificare la loro teoria. Proseguendo l'esempio della teoria del complotto UFO, anche se si potesse accedere liberamente agli archivi del Pentagono (o di qualche altro ente governativo) e non si trovasse alcun riscontro, si può sempre sostenere che esiste un altro archivio segreto, da qualche altra parte, che contenga i documenti che dettagliano il complotto, ma a cui non si ha (ancora) accesso. E se si scoprisse davvero un archivio segreto del genere, ma che non contenga ugualmente documenti probanti del presunto complotto, allora si potrebbe ipotizzare l'esistenza di un terzo archivio, ancora più segreto, e così via all'infinito. Oppure si può sostenere che quei documenti siano stati distrutti, pur non potendo circostanziare quando, dove e da chi.
Jerry Bowyer, riferendosi alle accuse che la seconda guerra del Golfo fosse il risultato della volontà di George W. Bush di seguire le direttive delle compagnie petrolifere, disse: «Preferisco questa teoria del complotto, rispetto alle altre, perché è una delle poche che permette di essere confutata empiricamente». Egli fece notare come il declino dei valori azionari di dette compagnie fosse una dimostrazione a confutazione di tale teoria. In risposta a queste obiezioni, alcuni controbattono che l'applicabilità del criterio di Popper alle scienze sociali, con lo stesso rigore con cui viene applicato alle scienze naturali, è oggetto di discussione.
Molte teorie politiche, psicologiche e sociologiche possono non essere scientifiche, in base al criterio di Popper, perché non generano delle predizioni falsificabili con sicurezza; allo stesso modo molte teorie storiografiche si basano su presupposti non interpretabili univocamente o non sempre riscontrabili. Popper stesso, proprio per questi motivi, rigettò le pretese di scientificità avanzate da marxismo e psicoanalisi.
Un altro argomento che gli scettici oppongono ai teorici del complotto è il rasoio di Occam, il principio secondo cui fra più assunzioni per spiegare un dato fenomeno va scelta quella che spiega in modo più semplice l'evento.
Umberto Eco ha fatto notare come spesso i complotti, pur mostrandosi come spiegazioni invise ai potenti, siano essi stessi uno strumento di potere utilizzato per screditare i nemici politici o creare un capro espiatorio, come fece il regime nazista grazie ai Protocolli dei Savi di Sion, o Nerone che incolpò i cristiani del grande incendio di Roma. I complotti veri, invece, come il golpe cileno del 1973, sarebbero stati tragicamente evidenti e rapidi.
Alcune teorie sarebbero usate in chiave politica, come ad esempio il negazionismo dell'Olocausto per riabilitare il nazismo, ma si possono trovare riferimenti a teorie del complotto anche in pubblicazioni politiche o religiose di qualsiasi fazione, volte a screditare gli avversari ideologici in mancanza di argomenti concreti.
La strumentalizzazione è anche una nuova modalità di propaganda che sarebbe utilizzata in politica estera per influenzare le opinioni pubbliche, mediante la divulgazione di argomenti fantoccio, a spiegazione di determinati eventi, in grado di alterare la fiducia delle popolazioni nei confronti delle loro classi dirigenti.
Gli argomenti sui quali si basano tali teorie spaziano in una serie di campi: economico, politico, scientifico e medico e generalmente si basano su fatti storici gravi e imprevedibili, come gli attacchi terroristici, gli assassinii o le catastrofi naturali oppure su fenomeni fisici che avrebbero o hanno un grande impatto sulla società, come la fusione a freddo.
Siffatti argomenti, che tendono a descrivere fenomeni o eventi complessi e importanti con spiegazioni semplici e lineari che prevedono l'intervento di una regia occulta, mostrano una certa semplicità che però è in genere solo apparente perché per spiegarne le incongruenze vengono poi ideate delle modifiche che la rendono estremamente contorta.
Tra gli elementi su cui si basano i sostenitori di tali teorie vi sono stati avvenimenti che, a loro dire, presupporrebbero, a monte, specifici progetti dei governi. Diversi progetti e varie organizzazioni governative sono stati descritti come attività atte a realizzare gli eventi descritti nelle teorie del complotto.
Ciononostante, l'esistenza di questi obiettivi è stata talvolta pacificamente riconosciuta dai rispettivi governi, o da un ampio numero di esperti. Si possono citare, ad esempio:
  • L'Information Awareness Office (IAO) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti si presterebbe a essere al centro di svariate teorie del complotto. In primo luogo, il suo scopo dichiarato è di raccogliere e correlare informazioni sui cittadini comuni, allo scopo di predire atti terroristici e altri crimini. Secondariamente, il suo logo originale ritraeva l'«occhio nella piramide», un simbolo (presente anche su tutte le banconote da un dollaro) associato agli Illuminati e alle rappresentazioni massoniche di potere e divinità, che getta lo sguardo sulla Terra. Anche se è stato cambiato in seguito, il logo originale è ancora ampiamente disponibile su internet. Da ultimo, il nome "Iao" è un termine gnostico per indicare Dio, usato tra gli altri dalla Golden Dawn e da Thelema.
  • ECHELON è una rete per l'intercettazione delle comunicazioni fatta funzionare da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. È progettata per catturare chiamate telefoniche, fax e messaggi e-mail. La Nuova Zelanda ha ammesso apertamente l'esistenza di Echelon, e l'Unione europea ha commissionato un rapporto su questo sistema.
  • La struttura interna di organizzazioni criminali come "Cosa nostra" sarebbe praticamente sconosciuta a chi non ne faceva parte fin quando non venne rivelata dal pentito Joe Valachi nel 1963, anche se durante il ventennio fascista in Italia l'operato del prefetto Cesare Mori (1925 - 1927) mise a nudo un'imbarazzante serie di collusioni tra potere statale e organizzazioni mafiose. Durante la seconda guerra mondiale, l'OSS statunitense si avvalse dei servigi del noto gangster Lucky Luciano per agevolare l'invasione della Sicilia da parte degli Alleati (1943).
  • Durante il XX secolo - in particolare tra gli anni '50 e '70 - la CIA e l'esercito statunitense, in collaborazione con scienziati ex nazisti, portarono avanti un programma di ricerca sul controllo mentale (Operazione Paperclip) il cui nome in codice era MKULTRA. In questo programma gli agenti della CIA somministravano LSD e altre droghe a vittime inconsapevoli e non consenzienti, nel tentativo di congegnare un "siero della verità" funzionante e/o una droga per il controllo delle menti. L'esistenza del MKULTRA venne svelata dai comitati di ricerca presidenziale e del Congresso nel 1975, e il progetto venne abbandonato. Molti noti scrittori e figure storiche della sperimentazione con le droghe vennero a contatto con l'LSD a causa di questo programma, compresi Ken Kesey dei Merry Pranksters, Timothy Leary, Allen Ginsberg, e Baba Ram Dass.
  • L'Operazione Northwoods era un piano della CIA degli anni sessanta per simulare atti di terrorismo di cui incolpare Cuba, al fine di incoraggiare il supporto a una guerra. Questo piano fu per lungo tempo considerato niente più che una teoria del complotto, fin quando i documenti relativi al progetto vennero declassificati e resi pubblici, grazie al lavoro sulla NSA del ricercatore James Bamford, pubblicato nel libro L'Orecchio di Dio (2001).
  • Lo studio sulla sifilide non curata nella popolazione maschile nera di Tuskegee. Per un periodo di 50 anni, il governo statunitense utilizzò alcuni membri della popolazione nera di una città dell'Alabama per osservare gli effetti della sifilide non curata. I partecipanti non ne erano al corrente e non venne detto loro che la malattia non veniva sanata. L'utilizzo di cavie umane inconsapevoli per esperimenti medici segreti fu utilizzata a lungo negli USA, finché il Presidente Bill Clinton chiese ufficialmente scusa nel 1994.
  • Il Gruppo Bilderberg è un incontro annuale dei politici e dell'élite economica occidentale. Viene considerato da alcuni un moderno complotto in stile Illuminati, in cui le persone che detengono il potere discutono e si accordano per il controllo del mondo.
  • L'Operazione Gladio, una struttura coperta della NATO di tipo stay-behind che aveva lo scopo di contrastare l'influenza comunista in tutta l'Europa occidentale, era da molti ritenuta una leggenda - come pure l'esistenza di organizzazioni stay-behind - fino a quando, nel 1990, l'allora capo del governo italiano Giulio Andreotti non ne rivelò ufficialmente l'esistenza al Parlamento.
Esiste una notevole somiglianza tra certe teorie del complotto e le leggende metropolitane. Molte di queste, in particolare quelle che toccano il governo o il mondo della finanza, hanno alcuni, anche se non tutti, gli attributi tipici delle teorie del complotto.
In particolare la diffusione sui social networks di ricostruzioni imprecise delle sequenze cronologiche di alcuni eventi possono essere frutto di approssimazione e di proliferazione di informazioni erronee, assai più che vere e proprie teorie cospirative.



domenica 10 ottobre 2021

Sabba

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Secondo la tradizione, il sabba (o Akelarre in basco) sarebbe un convegno di streghe in presenza del Demonio durante il quale verrebbero compiute pratiche magiche, orge diaboliche e riti blasfemi.
Il nome è un'alterazione del termine ebraico Shabbat e denota i pregiudizi diffusi in Europa fin dall'Alto Medioevo nei confronti della religione mosaica, la quale veniva sovente accusata di consumare riti occulti e violenti. Il sabba era chiamato anche "sinagoga" e "vauderie".
Il termine "sabba" compare, forse per la prima volta, nelle carte di un processo svoltosi in Francia nel 1446.
Le fonti archivistiche e bibliografiche sulle quali gli storici studiano il sabba sono date in larga parte dai verbali dei processi per stregoneria e dai trattati demonologici, oltre che dai documenti religiosi di carattere dottrinale e disciplinare (come le bolle papali e le istruzioni sul modello del Canon Episcopi). Fra i trattati sono di particolare interesse il Malleus Maleficarum (1486 o 1487) di Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, la Démonomanie des Sorciers (1580) di Jean Bodin, la Daemonolatreia (1595) di Nicolas Rémy, il Tableau de l'inconstance des mauvais anges et démons (1612) di Pierre de Lancre e il Compendium maleficarum (1608 e 1626) di Francesco Maria Guaccio.
Il sabba si svolgerebbe principalmente nel giorno di sabato e, più precisamente, durante la notte tra sabato e domenica; ma le opinioni al riguardo non sono sempre concordi, come avviene del resto per tutti gli altri aspetti di questa credenza. Jean Bodin scrisse di un sabba tenutosi nella notte di un lunedì, mentre altre fonti collocano questi raduni nella notte del venerdì; non mancano poi testimonianze di sabba diurni. Anche le notizie sulla loro frequenza variano sensibilmente, tanto che oggi si può distinguere tra sabba "ordinari" (settimanali) e sabba "ecumenici" (trimestrali o quadrimestrali). Quanto al numero dei partecipanti, si va dalle radunanze di poche decine di persone ai sabba dove prendono parte migliaia di streghe.
Le streghe giungono al luogo prestabilito volando a cavallo di un animale, sopra un bastone, una panca, una pentola o una scopa; talvolta, come scrisse Martin Delrio, addirittura per mezzo di una forca. Prima del volo, le streghe sono solite ungersi con del grasso di bambino o con altri unguenti magici che consentono loro di librarsi in aria e di trasformarsi, all'occasione, in creature mostruose o animali. Il Delrio sosteneva che l'unguento non ha nessun potere e serve solo a proteggere le streghe dal tocco del Demonio, l'unico a possedere la forza soprannaturale per "trasportarle" al sabba. Il teologo fiammingo riteneva inoltre che esistessero quattro maniere diverse per recarsi alla tregenda, ossia la pura e semplice immaginazione, il viaggio a piedi, il volo demoniaco e un quarto modo sconosciuto alle stesse streghe.
Giunte sul luogo della riunione, le streghe trovano il Demonio ad attenderle, che loro salutano con l'osculum infame e a volte anche con un bacio sul piede sinistro o sui genitali, offrendogli candele nere e ombelichi di bambini. Il sabba si tiene di solito a un crocicchio, in un cimitero, sotto una forca, ma più frequentemente in posti assai remoti come la vetta di una montagna (il Tonale, il Blocksberg) o una radura (il Noce di Benevento); qualche volta le streghe si sono date raduno anche in un precipizio. Il Diavolo è presente seduto su un trono di ebano ed ha quasi sempre fattezze mostruose, metà uomo metà capro, provvisto di corna, talora anche di artigli come quelli degli uccelli.
Prima di iniziare la festa, Satana accoglie le nuove adepte e fa loro praticare l'apostasia. Il rito comporta il rinnegamento della religione cristiana e il compimento di atti nefandi quali la parodia della messa, le bestemmie o il calpestamento di croci, ostie o altri oggetti sacri. Per dileggiare l'eucaristia alle streghe vengono dati dei pezzi di cuoio e bevande nauseabonde che vorrebbero imitare la comunione sotto le due specie. La cerimonia dell'apostasia prevede in qualche caso un giuramento di fedeltà al Demonio compiuto ponendo la mano su un misterioso libro pieno di "occulte scritture". Segue poi il rito dell'adorazione: le streghe si mettono in ginocchio davanti a Satana tenendo le mani tese dietro la schiena con le palme rivolte verso il basso. Un altro rito del sabba consta nell'apposizione di un marchio da parte di Satana in persona sul corpo dei suoi adepti, una sorta di nuovo battesimo nella fede diabolica. Durante i processi per stregoneria tale marchio veniva pazientemente cercato dagli inquisitori e, in genere, veniva da loro individuato in una parte insensibile alle punture effettuate con degli spilloni sul corpo degli accusati.
In seguito il Demonio dà il via all'orgia e i convitati si accoppiano tra di loro, senza distinzione di sesso e di parentela. Sempre secondo le fonti principali, nel corso di questi rapporti non si prova alcun piacere sessuale, il coito satanico sarebbe particolarmente cruento e devastante e il seme del Demonio freddo come il ghiaccio. Esistono tuttavia alcune descrizioni dell'orgia diabolica che contrastano nettamente con questa prima versione, e probabilmente la più significativa è quella riportata dall'inquisitore francese Pierre de Lancre nel trattato Tableau de l'inconstance des mauvais anges et démons (1612). De Lancre fu cacciatore di streghe nel Labourd, sui Pirenei francesi, e nel suo libro parlò di due giovani streghe — Jeanne Dibasson e Marie de la Ralde — che descrissero il sabba come luogo di straordinari piaceri carnali.
Dopo l'orgia comincia il banchetto, caratterizzato dalla presenza di carne di bambini non battezzati, di carne d'impiccati oppure di vivande succulente, che però non sempre hanno sapore; i cibi ingeriti, tra l'altro, vengono magicamente rigenerati alla conclusione del pasto. Al banchetto fanno seguito la danza ed il canto accompagnati da una musica stridente e dal ritmo ossessivo. Il ballo procede descrivendo un cerchio e i partecipanti danzano schiena contro schiena, così da non potersi guardare in viso. Al termine del sabba (che avviene alla mezzanotte, o in ogni caso al canto del gallo) il Diavolo distribuisce pozioni e polveri magiche e conferisce poteri soprannaturali ai partecipanti, in modo da consentire loro di compiere malefici quando torneranno alle loro dimore. Jean Bodin descrisse una versione insolita della conclusione del sabba secondo la quale, dopo un ultimo bacio blasfemo dato al Demonio reggendo una candela accesa, questi prenderebbe fuoco e le sue ceneri verrebbero raccolte dalle streghe per utilizzarle nei loro malefici.
Fino al XIII secolo il sabba era ritenuto, secondo quanto scritto nel Canon Episcopi, l'incontro notturno e del tutto illusorio di alcune donne con la dea Diana; solo successivamente, e gradualmente, Satana si affianca a colei che presiede le riunioni (ora non più identificata solamente con Diana ma pure con Erodiade, Holda, Perchta e Madama Oriente) fino a soppiantarla in via definitiva. Già nel 1233 la decretale Vox in Rama, promulgata da papa Gregorio IX, parlava di una setta di eretici che tenevano raduni notturni ai quali presenziavano uomini sconosciuti e dove venivano adorati gatti e rospi enormi prima che gli adepti si dessero alla promiscuità sessuale.
Dal 1270 in avanti si diffusero nuove e importanti opere della teologia scolastica che trattavano dei rapporti tra demòni ed esseri umani, e all'inizio del XIV secolo i Cavalieri Templari vennero accusati di riunirsi segretamente per rinnegare la fede cristiana e adorare idoli o animali viventi.
A partire dal XV secolo il sabba fu considerato dalla maggior parte dei demonologi e degli inquisitori come una realtà e non più come un semplice inganno del Maligno.
La realtà del sabba è stata posta in dubbio in diverse occasioni ed in diverse epoche storiche. Si deve inoltre osservare che la credenza nella stregoneria, rintracciabile pressoché in tutte le società umane fin dall'Antichità, non sempre e non ovunque accolse la credenza nel sabba. Nell'Europa dei secoli XVI e XVII furono soprattutto le streghe francesi, tedesche e svizzere a confessare agli inquisitori di aver preso parte alle tregende, mentre quelle delle isole britanniche vennero perseguite principalmente a causa delle loro supposte pratiche di magia nera. In Italia la credenza nel sabba era tipica delle zone alpine, mentre nel Centro-sud la situazione era simile a quella dell'Inghilterra.
Nella Francia della seconda metà del Cinquecento, in piena caccia alle streghe, non era da molto che Jean Bodin aveva tacciato di ateismo ed empietà tutti coloro che dubitavano della stregoneria, quando Michel de Montaigne, nel 1588, dichiarò il suo scetticismo in materia:
«Quanto più naturale che la nostra mente sia portata fuori di sé dalla volubilità del nostro spirito sviato, che non il fatto che uno di noi sia portato via a volo su una scopa, su per la canna del camino, in carne ed ossa, da uno spirito estraneo!
(Michel de Montaigne, Saggi, Libro III, Capitolo XI[)
Frattanto gli inquisitori, convinti della realtà del sabba, seguitavano a cacciare, processare e condannare le streghe. Nicolas Rèmy ammetteva che il Demonio, in alternativa al trasporto fisico delle streghe alla tregenda, potesse accontentarsi di recare loro dei sogni nei quali l'impressione di partecipare al raduno diabolico fosse vivissima, mentre non riteneva pertinenti alla materia l'estasi, le affezioni mentali e i viaggi dello spirito fuori del corpo. Pierre de Lancre sosteneva invece che le streghe potessero cadere in un'estasi di tipo diabolico simile a quella degli sciamani lapponi.
Nel 1749 Girolamo Tartarotti pubblicò il trattato Del Congresso notturno delle Lammie, entrando in modo piuttosto originale nel dibattito in corso ormai da diverso tempo sulla realtà della stregoneria e del sabba. Il Tartarotti sosteneva l'esistenza della magia diabolica ma non quella del sabba, avvalorando sotto questo riguardo il contenuto del Canon Episcopi: se la "brigata notturna da Diana e da Erodiade guidata" era una pura fantasia, non altro doveva essere anche il "Congresso notturno" delle streghe. Quanto a queste ultime, Girolamo Tartarotti ne evidenziava la provenienza dalle classi più povere, più incolte e peggio nutrite della società, sottolineando inoltre il carattere delle donne come espressamente sensibile alle illusioni e alle fantasticherie.
Lo storico Jules Michelet pubblicò nel 1862 La strega, un libro che avrà una certa fortuna e che contribuirà indirettamente alla riscoperta neopagana della stregoneria nel XX secolo. Ad opinione di Michelet i sabba avvennero realmente, anche se non furono ciò che per secoli venne descritto nei libri dei demonologi e verbalizzato durante i processi per stregoneria. Più precisamente: i fatti erano quelli, ma il Diavolo — inteso come spirito del Male — non c'entrava per niente. Fino al secolo XI, secondo lo studioso francese, i sabba sarebbero stati le vestigia del paganesimo tenute in vita dalle classi sociali più umili, che potevano vivere liberamente soltanto la notte. Tra il XII e il XIII secolo le danze notturne che simboleggiavano gli antichi riti precristiani avrebbero preso l'aspetto di uno sfogo contro il crescente e oppressivo potere della Chiesa e della Monarchia, fino a sfociare, nel Trecento, in una vera e propria rivolta notturna rappresentata dalla Messa nera, o Messa a rovescio, conseguenza inevitabile di due gravi eventi storici: lo Scisma d'occidente e la debolezza della monarchia francese durante la Guerra dei cento anni. Nei sabba di Michelet il popolo ritrovava quel senso di fratellanza che le ansie e le fatiche del giorno facevano dimenticare; coloro che vi prendevano parte mangiavano, danzavano, maledicevano gli ecclesiastici e i nobili e ripudiavano Dio rendendo omaggio al Diavolo, presente alla cerimonia nella forma di una statua di legno alla quale si consacrava una giovane donna. Nei secoli successivi teologi e inquisitori avrebbero perseguitato queste feste notturne in quanto prove evidenti dell'eresia diabolica. Oggi a Michelet — il quale, va ricordato, non trascurò di consultare le fonti archivistiche — vengono riconosciute alcune importanti intuizioni, come quella che spiega l'idea del sabba come un "sogno di liberazione" e un "desiderio di vendetta" delle classi subalterne (e perciò anche delle streghe — quelle realmente esistite, processate e condannate — pericolosamente attratte dalla credenza nel sabba e dall'illusione di potervi andare per davvero). Ma lo storico francese, nello scrivere il libro, aggiunse molto di suo alle informazioni che trasse dai documenti, e con non poca fantasia.
Nel Novecento, al principio degli anni venti, l'egittologa e antropologa Margaret Murray espose nel suo libro Le streghe nell'Europa occidentale una singolare ipotesi, secondo la quale la stregoneria non sarebbe stata altro che l'antica religione pagana del continente europeo professata accanto al Cristianesimo almeno fino al XVII secolo. I sabba, a parere della Murray, erano perciò i convegni che gli adepti di quella religione si davano per celebrare i propri riti. La teoria della studiosa fu però basata sulla sua personale interpretazione di singoli passaggi dei documenti riguardanti i processi per stregoneria, che avulsi dal contesto sembravano descrivere un insieme di pratiche religiose avvenute solo tra uomini e non tra uomini ed esseri soprannaturali.
La tesi di Margaret Murray, non essendo supportata da un metodo di ricerca storiografica accettabile, è stata respinta negli ultimi decenni dalla maggior parte degli studiosi dopo un esame più approfondito delle sue fonti. Lo storico Carlo Ginzburg ha però sostenuto che quella tesi, pur mancando di attendibilità, potesse contenere "un noccolo di verità". Secondo Ginzburg le streghe processate certamente non praticavano i riti di un'antica religione, e tuttavia nelle loro deposizioni sarebbe rintracciabile, oltre al nucleo di idee magico-diaboliche suggerite loro dagli inquisitori, un residuo di conoscenze mitologiche risalente a epoche lontane entro cui il sabba si configurerebbe come un rituale sciamanico.
A parere dello storico Gustav Henningsen lo sciamanesimo non sarebbe invece il carattere peculiare di quei gruppi umani che in passato furono sospettati di stregoneria e talvolta processati sulla base di questa credenza. A differenza degli uomini e donne appartenenti a quei gruppi, lo sciamano si presenta come una figura ben distinta e soprattutto unica nel suo ruolo all'interno della comunità in cui vive; inoltre, la sua entrata nello stato di estasi è del tutto volontaria. Con la sola eccezione di Pierre de Lancre, non sembrerebbe poi che gli inquisitori fossero comunemente portati ad associare lo sciamanesimo alle pratiche stregoniche là dove riscontravano entrambi i fenomeni. Nella regione del Finnmark, che in Età Moderna conobbe cacce alle streghe piuttosto intense, i norvegesi vennero accusati in numero maggiore rispetto ai lapponi, presso i quali lo sciamanesimo era una realtà evidente.
I riti sabbatici sono stati spesso descritti attraverso varie forme artistiche, dalla letteratura, alla pittura (ad esempio attraverso dipinti di Goya), alla musica (basti pensare al Faust di Goethe musicato da Charles Gounod e ripreso da Hector Berlioz ne La dannazione di Faust, o al Mefistofele di Arrigo Boito).
  • Lo storico gruppo heavy metal dei Black Sabbath ha preso il nome dal titolo inglese del film horror di Mario Bava I tre volti della paura.
  • Una famosa canzone del gruppo heavy metal Iron Maiden, Dance of Death, parla proprio di questo rituale.
  • Il video ufficiale della canzone 'Black Magic' del produttore dubstep / drum 'n' bass Kill The Noise pubblicata da OWSLA parla proprio di questi rituali.

 
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