Etimologicamente la parola geobiologia
deriva dall'associazione dei termini greci geo (terra), bio (vita) e
logos (dottrina). Il termine è stato proposto negli anni Cinquanta
del secolo passato da ricercatori tedeschi, per definire un ambito di
ricerca controverso.
Nella pratica, con la geobiologia, si
ipotizza di misurare dei presunti "aspetti energetici" di
un determinato luogo. Secondo i sostenitori della pratica,
esisterebbero diverse caratteristiche di un luogo che
influenzerebbero tramite presunte "energie" gli esseri
viventi. Nella categoria dei fenomeni tellurici all'attenzione dei
sostenitori della teoria, ci sono le faglie, i corsi d'acqua
sotterranei, le cavità, i depositi di minerali, i "camini
tellurici", la "rete di Hartmann" e la "rete di
Curry", ed altri.
Queste ipotesi indimostrate, prive di
alcuna prova oggettiva o del supporto di sperimentazioni
scientifiche, sono ritenute una forma di pseudoscienza dalla comunità
scientifica internazionale, sia fisica che geologica.
Nella geobiologia la misura della
presunta "energia" avviene utilizzando due discipline,
ritenute del tutto prive di fondatezza scientifica: la rabdomanzia e
la radiestesia. La prima sostiene di poter individuare materiali e
sostanze captando le presunte "vibrazioni" provenienti da
bacchette di legno o materiale non ferroso con forma a forcella. La
seconda asserisce di poter individuare ipotetiche forme di "energia"
che non sarebbero percepibili attraverso i cinque sensi, utilizzando
strumenti quali il pendolo o strumenti elettronici sviluppati
appositamente.
In alcune credenze antropologiche e
religiose (ad esempio, il Feng Shui cinese), si cercava di percepire
le presunte "energie della terra" per posizionare
conseguentemente le dimore abitative, o per cercare di modificare
tali presunti "campi energetici" in modo tale da ottenere
degli ipotetici effetti positivi nei luoghi di abitazione, di cultura
e di culto.
Alla fine del diciannovesimo secolo
viene ipotizzata una relazione tra un luogo ed il vivente. Il primo
ad asserire tale ipotesi di relazione tra malattia e luogo di
abitazione è l'inglese Haviland.
Altri autori sostengono ipotesi simili:
M. Stelys 1927, G. Lakhovsky 1933, Rambeau 1934, ingegnere Lienert e
dottor Jenny (Svizzera, 1932-1939, esperienza su topi piazzati in
presunte zone geopatogene), Peyré 1947, Huveland 1950).
Nel 1950 Ernst Hartmann, medico
dell'università di Heildelberg, e suo fratello, realizzarono uno
studio sull'impatto del posizionamento dei letti sulla salute.
Asserirono di aver scoperto una presunta "rete geomantica",
che chiameranno rete di Hartmann.
Altri lavori seguiranno, come quello
del fisico Wüst 1955, che ipotizzerà la relazione tra il
posizionamento dei letti dei malati gravi e la presenza di un
presunto irradiamento tellurico importante. Williams e Lorenz 1957
studiarono gli effetti delle faglie geologiche ed il dottor Beck 1957
discusse l'ipotetica relazione tra il presunto irradiamento tellurico
e le malattie cardiache. L'ingegnere J.W.F Staengle 1972 studiò le
case sospettate di causare malattie oncologiche ed ipotizzò un
presunto irradiamento tellurico che a suo dire sarebbe causato dai
corsi d'acqua.
A partire dagli anni Ottanta vennero
pubblicate diverse opere sulla geobiologia ed il presunto impatto dei
fenomeni da essa descritti sulla salute. Tali pubblicazioni non
furono però mai pubblicate su riviste scientifiche mediche.
La geobiologia ipotizza l'esistenza di
presunte energie e di fenomeni mai dimostrati, per le quali non è in
grado di fornire la minima prova sperimentale, ed in netto contrasto
con le conoscenze scientifiche di base.
La natura di queste presunte energie
non viene specificata, ma si lascia intendere che avrebbero a che
fare con l'elettromagnetismo, cosa che le renderebbe in linea di
principio rilevabili. Gli apparecchi utilizzati dai geobiologi si
basano su questo assunto, ma le quantità misurate sono in realtà il
campo magnetico terrestre, che non ha un andamento a griglia, o
interferenze radio generate dall'apparecchio stesso, in cui la
periodicità è dovuta alla lunghezza d'onda radio adoperata.
Inoltre il comportamento dei presunti
campi geotellurici è assolutamente incompatibile con le leggi
dell'elettromagnetismo.
Altre ipotesi dei sostenitori di tale
teoria suggeriscono che i presunti campi geotellurici sarebbero
collegati ai raggi cosmici, o a reticoli cristallini geologici, ma
nessuno di questi fenomeni presenta strutture periodiche come quelle
a griglia ipotizzate per i nodi. La stessa geometria dei nodi è del
resto incompatibile con una superficie sferica, come quella
terrestre.
Indipendentemente dalla loro natura,
non sono comunque mai stati dimostrati (né con strumenti, né
utilizzando particolari sensibilità) modi ripetibili per determinare
la posizione dei presunti nodi geopatogeni; ed i ripetuti tentativi,
da parte di scettici, di organizzare insieme ai geobiologi misure
oggettive di questo tipo si sono scontrati con rifiuti o fallimenti.
Di conseguenza la stessa esistenza dei nodi non risulta provata dalla
scienza.
Le osservazioni degli studiosi di
geobiologia sono inoltre state criticate da un punto di vista
metodologico, in quanto caratterizzate da aneddoticità, mancanza di
sistematicità, selezione delle prove a favore dell'ipotesi, vaghezza
delle affermazioni e dei metodi impiegati; pertanto, secondo la
fisica e la geologia hanno tutte le caratteristiche di una
pseudoscienza.
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