In psicologia, la
caratterologia
si propone di studiare i tratti
caratteriali; fondata da René Le Senne, perfezionando la teoria di
Galeno (il quale aveva fornito una classificazione dei caratteri
umani), la disciplina verrà sviluppata da Gaston Berger.
Note sulla terminologia. La psicologia
europea contemporanea ricorre al concetto di carattere (usato
perlopiù nella psicologia tedesca), mentre quello di personalità è
preferito da quella americana; seppure i due termini a volte si
assomiglino, la differenza principale sta nel fatto che le varie
tipologie di personalità originano da un'analisi statistica della
diversità umana. Per temperamento, infine, si intendono gli
atteggiamenti puramente emotivi dell'individuo.
La prima dottrina caratterologica si
deve al padre della medicina Ippocrate e si fondava sui quattro
elementi già indicati da Empedocle (aria, terra, fuoco, acqua) e ai
quattro umori corporei collegati determinando i caratteri
psicosomatici: sanguigno, melanconico, collerico, flegmatico e in
qualche modo tale impostazione e sopravvissuta fino a Pavlov e altri.
Nonostante l'idea spontanea che il carattere sia qualcosa di troppo
personale e troppo sfuggente, la caratterologia è in realtà oggetto
elaborato mediante l'applicazione di metodi scientifici (norme,
misure, i mezzi oggettivi). Si prevede di riconoscere la grande
diversità degli individui mentre si cerca di identificare i modelli
generali scientificamente innegabili. Se la prima osservazione è che
nella stessa situazione la gente reagisce in modi diversi, la
caratterologia ritiene che gli atti individuali possano essere
ricondotti a dei modelli, ossia tipi caratterologici individuati.
Agendo in questa relativa stabilità dei comportamenti individuali
(caratteri), cerca di far emergere le molle, comuni a tutti gli
uomini, che giocano in modo diverso in ciascuno di essi. Per una
trattazione scientifica della caratterologia bisognerà attendere
l'avvento della psicoanalisi, della cui scuola fece parte anche Jung,
e in particolare di Wilhelm Reich che con L'Analisi del Carattere,
opera a fronte di 10 anni di lavoro clinico, arrivò a definire il
carattere nevrotico in contrapposizione al carattere sano,
riallacciando nuovamente soma e psiche come già il padre della
medicina considerava.
Secondo Le Senne, ciascuno di noi
possiede un carattere innato, ereditato col proprio DNA, che dà
forma alla mente. Questo carattere resta inalterato per sempre. I
fatti della vita e le libere decisioni del singolo individuo faranno
poi nascere la sua personalità, che però rimane sempre figlia del
carattere. Esistono tre proprietà fondamentali, che combinandosi tra
loro, formano il carattere:
- emotività: basta un nonnulla per scuotere la psiche di una persona emotiva. Non è detto che questa scossa psichica si riveli esternamente: ci sono degli emotivi che non sono espansivi. Non bisogna inoltre confondere l'emotività con la tenerezza: gli emotivi possono benissimo essere crudeli.
- attività: quando una persona attiva incontra un ostacolo nella sua azione, la persegue con maggior vigore; invece una persona non attiva si arrende subito.
- primarietà/secondarietà: una persona primaria vive le sue esperienze nel presente e non si preoccupa del futuro; una persona secondaria si limita a pensare le esperienze del suo passato e medita sul futuro.
I caratteri risultanti sono:
- nervoso emotivo - non attivo - primario (esempi storici: Byron, Chopin, Dostoevskij, Gauguin, Poe, Wilde)
- sentimentale emotivo - non attivo - secondario (esempi storici: Kierkegaard, Leopardi, Lucrezio, Robespierre, Rousseau)
- collerico emotivo - attivo - primario (esempi storici: Casanova, Cellini, Danton, Diderot, Dickens, Hugo)
- passionale emotivo - attivo - secondario (esempi storici: Sant’Agostino, Dante, Michelangelo, Napoleone, Nietzsche, Tolstoj)
- sanguigno non emotivo - attivo - primario (esempi storici: Bacone, Machiavelli, Metternich, Orazio, Voltaire)
- flemmatico non emotivo - attivo - secondario (esempi storici: Darwin, Gauss, Hume, Kant, Leibniz, Locke)
- amorfo non emotivo - non attivo - primario (esempi storici: La Fontaine)
- apatico non emotivo - non attivo - secondario (esempi storici: Luigi XVI)
Riferimento alla relazione fra
costituzione e carattere sono stati stabiliti dalla biotipologia
umana di Pende e di Kretschmer.
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