Le linee temporanee
o
linee di prateria, note
anche con l'espressione inglese
ley line, sono allineamenti
tra punti geografici di interesse spirituale, ad esempio locazioni di
siti religiosi, megaliti, elementi naturali prominenti del paesaggio
come valli e rilievi, siti archeologici, e simili. Esiste una
convinzione pseudoscientifica che tali allineamenti non siano casuali
e siano collegati a ipotetici poteri soprannaturali.
Tale teoria fa leva sull'ingiustificata
convinzione che un allineamento sufficientemente accurato di tre o
più punti disposti casualmente sia altamente improbabile. Al
contrario, dato un certo numero di punti disposti su una superficie
secondo una distribuzione casuale uniforme, il valore atteso del
numero di allineamenti casuali sufficientemente precisi tra punti
cresce in maniera molto rapida con l'aumentare del numero di punti
considerati.
L'espressione Ley line venne coniata
nel 1921 dall'archeologo dilettante Alfred Watkins, riferendosi a
presunti allineamenti di numerosi luoghi di interesse geografico e
storico, come monumenti antichi e megaliti, creste naturali e
attraversamenti fluviali. Nei suoi libri Early British Trackways e
The Old Straight Track, Watkins cercò di identificare tracce di
antichi percorsi nel paesaggio britannico, sviluppando in seguito
alcune teorie secondo cui questi allineamenti erano stati creati ai
tempi del neolitico per facilitare gli spostamenti terrestri
utilizzando un orientamento a vista e poi tali punti allineati erano
rimasti nel paesaggio per millenni.
Nel 1969 lo scrittore John Michell
risprese il termine "ley lines" nel suo libro The View Over
Atlantis, associandolo a teorie spirituali e mistiche sugli
allineamenti delle forme della terra, attingendo al concetto cinese
di feng shui. Michell riteneva che esistesse una rete mistica di
linee temporanee in tutta la Gran Bretagna e tale teoria venne
attivamente promossa dalla rivista The Ley Hunter edita da Paul
Screeton, biografo di John Michell.
Il concetto espresso libro di Michell
venne poi spiritualizzato e adottato anche da altri autori, e venne
adattata ad altri percorsi allineati sparsi in molti luoghi del
mondo.
La teoria di
Watkins incontrò da subito lo scetticismo degli archeologi, tra cui
Osbert Guy Stanhope Crawford, che rifiutò la pubblicità per il
libro The Old Straight Track nella rivista scientifica Antiquity.[5]
Dal 1989, le confutazioni delle teorie di Watkins si sono
generalmente basate sui metodi matematici, statistici e l'analisi
delle forme.
Una critica alla teoria delle linee di
Watkins afferma che, data l'alta densità di siti storici e
preistorici presenti in Gran Bretagna e in altre parti d'Europa, il
trovare linee rette che "collegano" i siti è un fatto
banale e riconducibile alla coincidenza. Un'analisi statistica sulle
linee temporanee ha concluso che: "La densità di siti
archeologici nel paesaggio britannico è così grande che una linea
tracciata a caso in qualunque posto ovviamente incontra un certo
numero di siti.
Uno studio del matematico inglese David
George Kendall ha utilizzato le tecniche digitali dell'analisi delle
forme per esaminare i triangoli formati dalle pietre posizionate
verticalmente per dedurre se queste fossero disposte in linee rette.
La forma di un triangolo può essere rappresentata come punto sulla
sfera, e la distribuzione di tutte le forme può essere considerata
come una distribuzione sulla sfera. La distribuzione del campione
ricavato dalle pietre stazionarie è stata confrontata con la
distribuzione teorica per dimostrare che la presenza di linee rette
non era superiore alla media.
L'archeologo Richard Atkinson ha
raccolto le posizioni delle cabine telefoniche del Regno Unito e
provato l'esistenza di una "linea delle cabine telefoniche":
tale esperimento ha dimostrato che la mera esistenza di tali linee
poste su una serie casuale di punti non dimostrava che si trattasse
di artefatti intenzionali, tanto più che è noto che le cabine
telefoniche non erano disposte secondo un ordine o con alcuna
intenzione del genere.
Nel 1969 l'autore britannico John
Michell, che in precedenza aveva già scritto diversi libri sul tema
degli UFO, pubblicò l'opera The View Over Atlantis, in cui riprese
le teorie delle linee di Watkin, ricollegandole al concetto cinese di
feng shui. Il libro si rivelò un successo popolare, venendo
ristampato più volte nel Regno Unito e negli Stati Uniti fino al
1973.
La mescolanza dell'archeologia
amatoriale di Watkins con i concetti spirituali cinesi delle forme
della terra portò a molte nuove teorie sugli allineamenti dei
monumenti e sulle caratteristiche del paesaggio naturale. Gli autori
si avvalsero della terminologia di Watkins per spegare i concetti
relativi alle credenze radiestesiche e new Age, comprese le teorie
che le linee temporanee abbiano poteri spirituale oppure risuonino di
una speciale energia psichica o mistico-esoterica.
L'attribuzione di tali
caratteristiche alle linee temporanee ha quindi portato a
classificare il termine come pseudoscienza.
Gli occultisti della new age
affermano che le linee temporanee sono fonti di potere o energia.
Tuttavia, i sostenitori della teoria sostengono che la presunta
energia può essere correlata a campi magnetici, anche se nessuno di
questi elementi è stato verificato scientificamente. Inoltre,
Watkins non attribuì mai un significato soprannaturale a queste
linee: egli credeva che si trattasse semplicemente di percorsi che
erano stati utilizzati per scopi commerciali o cerimoniali di origine
antichissima, forse risalenti al neolitico o comunque all'età
pre-romana.
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