lunedì 21 marzo 2022

Vudù della Louisiana


Il Vudù della Louisiana, o Vudù di New Orleans, è la forma di vudù che si è originariamente sviluppata presso la popolazione africana di lingua francese o creola della Louisiana.
Il vudù della Louisiana è spesso confuso con il vudù haitiano e con l'hoodoo, sistema magico diffuso presso gli afroamericani degli Stati Uniti meridionali. In realtà il vudù nella sua forma louisianese presenta affinità con entrambi: esso infatti condivide gli stessi loa e lo stesso sincretismo con il cristianesimo del vudù haitiano ma al contempo pone maggiore enfasi sulle pratiche di magia popolare (simili a quelle dell'hoodoo). Secondo alcuni invece l'introduzione dei loa a New Orleans sarebbe avvenuta solo a partire dagli anni '70 del '900 per influenza della nuova ondata migratoria proveniente da Haiti, mentre il Vudù della Louisiana nella sua forma tradizionale altro non sarebbe che hoodoo praticato in un contesto cattolico anziché protestante.
Con il tempo la pratica del vudù è diventata nell'immaginario collettivo una componente integrante della cultura louisianese, specialmente di quella della città di New Orleans, ed è attraverso di esso che oggetti come i gris-gris e le bamboline vudù sono diventati universalmente conosciuti. Il dottor Facilier, presente nel cartone animato Disney la principessa e il ranocchio, è uno stregone vudù che pratica vudù della Louisiana.
Il vudù arrivò in Louisiana, analogamente a quanto avvenuto ad Haiti, attraverso gli schiavi neri portati nel Nuovo Mondo dai francesi. In particolare molti schiavi neri arrivarono in Louisiana quando nel 1804 Haiti dichiarò la sua indipendenza e i coloni francesi dovettero lasciare l'isola rifugiandosi in Louisiana, allora colonia francese, insieme ai loro schiavi. I padroni degli schiavi impedivano loro di praticare i loro culti originari e imponevano la conversione al cristianesimo: nasce così il sincretismo tra l'originario vudù del Dahomey e il cattolicesimo.
La figura più nota nella storia del vudù della Louisiana è certamente quella di Marie Laveau. Vissuta durante l'Ottocento, questa vaudouisante di New Orleans è diventata nell'immaginario collettivo la voodoo queen per eccellenza.


domenica 20 marzo 2022

Ipotesi parafisica sugli UFO

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L’ipotesi parafisica o ipotesi interdimensionale (IID) sugli UFO è una congettura, priva di riscontri scientifici, secondo cui i presunti UFO proverrebbero da una ipotetica dimensione parallela abitata da esseri intelligenti, o da un presunto universo parallelo che coesisterebbe separatamente accanto al nostro universo nell'ambito di ciò che viene definito multiverso.
L'ipotesi parafisica è stata proposta dall'astronomo e ufologo Jacques Vallée, e si è sviluppata negli anni settanta e ottanta grazie a libri e articoli scritti dallo stesso Vallée e da Josef Allen Hynek.
Nell'ambito delle varie ipotesi che vedono gli UFO come espressione di una realtà non terrestre, l'ipotesi interdimensionale è un'alternativa all'ipotesi extraterrestre, secondo cui i presunti UFO proverrebbero invece da altri pianeti del nostro stesso universo.
Secondo l'ipotesi parafisica, gli UFO sarebbero la moderna manifestazione di un fenomeno che si è manifestato in ogni parte della storia umana, e che in epoche passate veniva attribuito a creature mitologiche o soprannaturali. Vallèe intravede nel fenomeno ufologico un sistema di controllo dell'evoluzione umana che opera nell'inconscio collettivo della nostra specie.
Vallée ritiene che ci sono motivi validi per rifiutare l'ipotesi extraterrestre, come la struttura fisica dei presunti alieni o il numero di incontri ravvicinati, che a suo dire sarebbe di molto superiore a ciò che richiederebbe un'esplorazione fisica della Terra da parte di intelligenze extraterrestri. Hynek trova invece un grosso ostacolo all'ipotesi extraterrestre nelle distanze tra le stelle, che rendono il viaggio interstellare impraticabile a causa delle grandi quantità di energia richieste dai mezzi convenzionali; la fattibilità dell'uso di mezzi esotici, come i Ponti di Einstein-Rosen, non è stata ancora dimostrata e in ogni caso richiederebbe un grande livello tecnologico. Con l'ipotesi interdimensionale, secondo i suoi sostenitori, non è necessario cercare spiegazioni sul tipo di propulsione usata dagli UFO perché questi non sarebbero astronavi, ma dispositivi che viaggiano attraverso altre realtà. L'ipotesi parafisica spiegherebbe anche l'apparente abilità degli UFO ad apparire e sparire facilmente dalla vista e dai radar, cosa che avverrebbe perché essi entrerebbero ed uscirebbero dalla nostra dimensione materializzandosi e smaterializzandosi. Inoltre si ipotizza che la dimensione da cui proverrebbero gli UFO sia leggermente più avanti di noi dal punto di vista tecnologico, cosa che spiegherebbe la loro tendenza a manifestarsi rappresentando tecnologie del prossimo futuro (aeronavi alla fine dell'Ottocento, razzi e aerei supersonici negli anni quaranta, ecc.).
L'ipotesi extraterrestre, come ha ammesso lo stesso Vallée, continua ad avere tra gli ufologi un maggior numero di sostenitori, tuttavia alcuni l'hanno abbandonata a favore dell'ipotesi parafisica, vedendo una connessione tra il fenomeno UFO e il mondo del paranormale. Brad Steiger ha scritto a proposito degli UFO che "stiamo trattando con un fenomeno parafisico multidimensionale". John Ankerberg e John Weldon hanno scritto che "gli UFO non si comportano come visitatori extraterrestri" e che "potrebbero essere spiegati come un fenomeno spiritistico".
Una variante dell'ipotesi interdimensionale è stata proposta da John Keel, che ha collegato gli UFO con creature soprannaturali da lui definite "ultraterrestri". Secondo Keel tali presunte entità sarebbero ostili verso l'umanità e si manifesterebbero sotto forma di alieni, mostri, fantasmi, demoni ed entità paranormali. Invece l'ufologo Jerome Clark, che aveva inizialmente accettato l'ipotesi parafisica, l'ha successivamente rifiutata rivolgendosi cautamente verso l'ipotesi extraterrestre.
I critici dell'ipotesi parafisica sostengono che essa è un sistema di credenze piuttosto che un'ipotesi scientifica, perché non è falsificabile né verificabile attraverso osservazioni ed esperimenti, specie per quanto riguarda la fattibilità di un viaggio tra presunti universi e dimensioni differenti, pertanto non c'è modo di accertare le teorie alternative che postula.
L'ipotesi interdimensionale è stata un elemento importante nello sviluppo di certe religioni ufologiche.

sabato 19 marzo 2022

Bestia del mare

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La Bestia del mare è un mostro simbolico nominato nella Bibbia, nell'Apocalisse di Giovanni al capitolo 13.
Il passo biblico restituisce la descrizione della creatura:
«Aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi,e su ciascuna testa un titolo blasfemo. [...] era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande»
(Ap, 13, 1-2)

e ne delinea la potenza sovrannaturale riferendo l'episodio della guarigione di una «piaga mortale», da cui una sua testa sembrò essere stata colpita. Secondo il racconto, il Drago dell'Apocalisse gli diede il potere di proferire «per quarantadue mesi» «parole d'orgoglio e bestemmie» e di sconfiggere in guerra i santi, tanto da suscitare l'adorazione degli uomini, colpiti dalla sua invincibile potenza.
Il racconto prosegue con la descrizione di una seconda bestia:

«che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago»
(Ap, 13, 7)

la quale, in presenza della prima, era in grado di esercitare tutto il potere di quella e di operare grandi prodigi, come la pioggia di fuoco. Questa seconda bestia - continua il passo - costrinse gli uomini ad adorare la prima e diede la vita a un simulacro di quella, dotata delle medesime inclinazioni. Tutti gli uomini furono marchiati con «il nome della bestia o il numero del suo nome [...] E tal cifra è seicentosessantasei».

Nel racconto si possono ritrovare alcune simbologie tipiche delle visioni profetiche bibliche (riscontrabili anche in profeti come Isaia, Daniele, Geremia...):

Nella Bibbia il mare assume spesso connotati negativi. Dal mare arrivavano in Palestina i Romani, che imponevano l'adorazione degli imperatori come esseri divini e il cui dominio, secondo molti interpreti è rappresentato dalla bestia del mare.

La Bestia
La bestia dell'Apocalisse riassume i simboli che caratterizzano le quattro bestie di Daniele 7. Le prime tre erano un leone, un orso e un leopardo, mentre la quarta aveva dieci corna come la bestia che sale dal mare. Complessivamente, inoltre le 4 bestie avevano anch'esse sette teste. Sette è il numero che indica "completezza" in tutte le lingue semitiche.

Le corna sono un simbolo di forza e si identificano generalmente con dei re (per esempio in Daniele 8). L'immagine è rinforzata dai dieci diademi. Dovrebbero quindi rappresentare dieci imperatori romani, anche se non c'è consenso degli studiosi su come contarli. Anche la quarta bestia di Daniele, la più spaventosa era identificata nel basso giudaismo e dagli autori rabbinici con l'impero romano.

venerdì 18 marzo 2022

Alma

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L'Alma o Almas è una creatura leggendaria che, secondo la tradizione, abita le montagne mongole. In lingua mongola il suo significato è letteralmente "uomo selvaggio" e viene considerato un parente molto stretto dello Yeti e dello Yeren.
L'Alma sarebbe una specie di ominide, la cui esistenza non è ancora confermata dalla scienza. I testimoni oculari affermano che è alto più o meno come un uomo, curvo, più peloso di un essere umano.
Nella cultura della Mongolia questa creatura occupa un posto di primo piano, basti pensare alle numerose località geografiche che traggono il proprio nome da esso. È il caso ad esempio di Almasyn dobo (le colline degli Alma o le tombe degli Alma), dell'Almasyn ulan oula (le montagne rosse dell'Alma) o ancora delle Almasyn ulan khada (le rocce rosse dell'Alma). Il loro habitat è costituito dalle regioni desertiche del Gobi e dagli aridi e rocciosi rilievi della catena montuosa degli Altai. Fino alla catena delle Tien Shan, al confine con la Cina.
Le prime leggende sulla sua esistenza si perdono nella notte dei tempi, ma la prima testimonianza scritta di un suo presunto avvistamento risale al 1420 ad opera di un occidentale: l'esploratore tedesco Johann Schiltberger, che durante i suoi viaggi fu fatto prigioniero dai mongoli e trasportato attraverso le montagne Tien Shan. Nei suoi racconti egli parla delle creature che abitavano quelle terre, descrivendole come "uomini selvaggi che nulla hanno a che vedere con gli esseri umani, hanno una folta pelliccia che ricopre tutto il corpo fatta eccezione per le mani e la faccia. Queste creature corrono tra le colline come animali e si cibano di foglie, erba e qualsiasi cosa riescano a trovare".











giovedì 17 marzo 2022

Teurgia

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La teurgia (in greco antico: θεουργία, theurghía) è una pratica religiosa esercitata soprattutto nell'antichità greco-romana pre-cristiana.
La Teurgia consisteva nell'evocazione delle Divinità per mezzo della telestiké (τελεστική), ovvero di rituali atti ad inserire la divinità in un essere inanimato, o di tecniche estatiche aventi lo scopo di far incarnare per un determinato tempo la divinità in un essere umano (δοχεὑς, dochéus). In quest'ultimo caso la pratica teurgica differiva da quella degli oracoli in quanto la divinità evocata non entrava nel corpo del dochéus (δοχεὑς) per un atto spontaneo ma in quanto specificatamente evocata dal teurgo avente questo compito (κλήτωρ, klétor).
La teurgia si attuava attraverso operazioni rituali, di carattere cerimoniale - gesti ineffabili condotti con precisione e solennità - che utilizzavano simboli, formule o altro che, in senso analogico, erano adeguate ad attirare la divinità desiderata. I simboli, i gesti e la lingua usata non dovevano essere comprensibili e non dovevano in alcuna maniera essere conoscibili in senso razionale. Gli stessi nomi delle divinità evocate erano in "lingue barbare" antiche o comunque sconosciute ai partecipanti. L'efficacia del rito dipendeva dalla sospensione della razionalità umana per consentire l'attivazione degli elementi psichici superiori che ricevevano l'energia divina o daimonica.
La pratica religiosa teurgica fu riassunta nell'opera attribuita al filosofo medioplatonico del II secolo d.C. Giuliano il Teurgo, gli Oracoli caldaici. Anche se le pratiche teurgiche sono certamente precedenti a Giuliano il Teurgo, gli Oracoli caldaici rappresentano tuttavia la prima opera scritta giunta a noi che tratta di questo argomento. In questi testi la teurgia si differenzia dalla teologia in quanto, a differenza della seconda, la prima non si limita a discutere intorno al Divino quanto piuttosto indica i riti e le pratiche per evocarlo.
Il termine teurgia stava dunque a significare "agire come un Dio", nel senso di aiutare gli uomini a trasformare il loro status in senso divino con l'aiuto dell'unione mistica.
La teurgia ebbe notevole influenza sul tardo Neoplatonismo. Così anche l'imperatore romano neoplatonico del IV secolo, Giuliano, prima ancora di vestire la porpora imperiale e avvertito da Eusebio di Mindo rispetto alla teurgia praticata da Massimo di Efeso rispose piccatamente: "Tu puoi restare fermo sui tuoi libri, io so dove andare". Quindi Giuliano si recò da Massimo di Efeso in Atene e venne così iniziato ai Misteri eleusini. Per i suoi studi Giuliano chiese al suo amico Prisco di spedirgli una copia del commentario del filosofo neoplatonico e teurgo Giamblico su Giuliano il Teurgo. A tal proposito commentò di essere avido della filosofia di Giamblico e che nulla al mondo poteva stargli al pari.
Celebre teurgo dell'antichità fu anche il filosofo neoplatonico Proclo.
La pratica della teurgia tese a scomparire contestualmente alla chiusura delle scuole filosofiche e teologiche non cristiane avvenuta nel 529 d.C. con la pubblicazione del Codex Iustinianus, emesso dall'imperatore cristiano Giustiniano, il quale proibiva qualsiasi dottrina filosofica o pratica religiosa non cristiana.
Nel Medioevo cristiano tali pratiche vennero 'demonizzate' e considerate 'malefiche' e inaccettabili, giacché l'avvento del Cristianesimo implicava l'eclissi di tutti i «daimones» pagani, che a loro volta erano considerati maschere degli angeli caduti insieme a Lucifero. La pratica teurgica venne chiamata ars goetia, locuzione derivata da una parola greca che significa "stregoneria", "magia nera", alla quale ovviamente si contrapponeva la liturgia sacramentale cattolica, considerata come la nuova e la vera teurgia, ovvero l'opera salvifica e santificatrice di Dio nella mediazione dei suoi sacerdoti.
In seguito al Concilio di Firenze e all'arrivo in Italia da Bisanzio del filosofo neoplatonico Giorgio Gemisto Pletone, le dottrine teurgiche furono oggetto di una riscoperta nell'Occidente cristiano e trovarono un terreno fertile di sviluppo nell'Umanesimo dell'Accademia neoplatonica fiorentina, diretta da Marsilio Ficino. Ebbero un certo sviluppo quindi presso molti filosofi rinascimentali legati all'ermetismo, ma furono osteggiate dalla Chiesa, perciò restarono perlopiù appannaggio di cerchie ristrette di studiosi.
La teurgia, dopo secoli di decadenza, ebbe un revival nel corso del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, con il suo utilizzo da parte di ordini esoterici quali l'Hermetic Order of the Golden Dawn, la Società Teosofica, l'Ordo Templi Orientis. Nell'ultimo secolo poi questa teurgia ottocentesca ha avuto una sua naturale evoluzione nelle religioni neopagane, come ad esempio la Wicca (con il rito del Drawing Down) ed il Druidismo.



mercoledì 16 marzo 2022

Qual è l'opposto di déjà vu?

Chiamato "jamais vu", questo fenomeno consiste nell'incapacità di riconoscere una persona o una situazione familiare.



martedì 15 marzo 2022

Il video dell'autopsia aliena del 1995

Questa è per pochi intenditori che sicuramente avranno visto il famosissimo è vecchissimo video che sembrava fosse trapelato direttamente dagli archivi dell'area 51. Partiamo dall'origine. Nel 1995 Ray Santilli un musicista, dichiarò di detenere dei filmati ancora inediti di un’autopsia aliena effettuata dall’esercito USA subito dopo l’incidente dell’UFO di Roswell del 1947. Lo stesso Santilli invito i rappresentanti dei media per visionare questo filmato al museo di Londra. Tutti rimasero a bocca aperta davanti a tale sconcertante scoperta. La verità però emerse nel 2006, quando Santilli stesso dichiarò che le riprese non erano del tutto vere, infatti il video era ambientato nel salotto dell'abitazione di un suo collega, i corpi alieni erano di gesso e le interiora erano di vari animali.



 
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