Il disco solare alato egizio era
un simbolo di dominazione divina e regale che nelle leggende egizie
aveva però ruoli confusi e miti intricati.
Questo simbolo prese origine da Aton,
il luminoso astro solare ossia "Colui che si solleva, che sale
in alto" e divenne l'occhio del dio falco Horo (o Harakhti),
prima personificazione dell'astro e poiché quest'ultima divinità
era anche "Signore delle due Terre" da cui il sole sorgeva
ogni giorno, fu successivamente associato, dai sacerdoti di Eliopoli
per esigenze di culto, a Ra con il nome composto di Ra-Harakhti ed al
sovrano che lo rappresentava in terra.
Ne deriva che questo simbolo, secondo
Alan Gardiner, risultava dalla fusione tra il sovrano, Ra e il falco
Horus.
Per la bellezza delle loro piume e per
la maestosità dei loro voli, i falconi erano adorati fin dai
primordi dagli Egizi che li denominarono Horo e quindi con questo
nome si identificavano numerose divinità locali, poi sincretizzate
nel dio originario di Behedet conosciuto fin dalla I dinastia con il
nome di Harakhti ossia "Horo dell'orizzonte".
Il cielo, per gli Egizi, erano le ali
del falco che agiva da intermediario tra gli uomini e la natura,
mantenendo la Maat e durante la II dinastia il semplice disco solare
si fuse con le ali di "Colui che ha le piume screziate"
ossia Horo che planava nel cielo.
Le ali del falco rappresentavano, nel
simbolismo, anche l'Alto e il Basso Egitto riuniti dal dio sole.
All'inizio della V dinastia il culto
solare acquisiva notevole importanza con la costruzione di templi ed
il disco solare alato diveniva un emblema celeste di protezione dai
profanatori dei luoghi sacri.
Nel Nuovo Regno questo simbolo era
usato con scopi apotropaici sopra le porte, dei templi e delle sale,
nelle stele, nei pyramidion e sui soffitti ove simboleggiava il
cammino solare diurno e la trasmissione del potere di vita.
Il disco solare alato poteva essere
affiancato dagli urei che indicavano, come nel caduceo, l'equilibrio
delle forze contrapposte e che singolarmente rappresentavano l'occhio
"fiero" del dio Ra posto sulla sua fronte per difenderlo
dai nemici.
La simbiosi del sole con elementi
terreni significava che l'uomo poteva unirsi con il divino in una
comunione cosmica.
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