L'uomo universale, detto anche
genio universale, è una
persona, particolarmente erudita e sapiente, che eccelle in
molteplici campi, nell'arte così come nella scienza e nella
letteratura, avendo profonde conoscenze, insolitamente versatili, sui
più svariati argomenti, che lo porta a produrre opere di importante
rilevanza artistica, scientifica, etica o sociale.
Concezione culturale già presente
nella tradizione greco-romana e giudaico-cristiana, ricompare nella
storia europea tardo medievale con la nascita della corrente
filosofica dell'Umanesimo rinascimentale, la riscoperta del mondo
classico e il ritorno al concetto romano di humanitas, per poi
svilupparsi pienamente tra il XVIII e XIX secolo.
Molti illustri uomini universali sono
vissuti durante il periodo rinascimentale, epoca in cui un'istruzione
a trecentosessanta gradi era ritenuta il caposaldo primario di una
perfetta educazione umanista. Per un nobile, un cortigiano o un
qualunque notabile del tempo, conoscere le lingue straniere, saper
suonare uno strumento musicale, dilettarsi con la poesia,
interessarsi di architettura o erudito in qualsivoglia altra
disciplina, era decisamente opportuno e in sintonia con l'ideale di
"uomo totale", inteso come punto d'arrivo del naturale
sviluppo umano.
In questo contesto nasce la concezione
del "sapere come potere", ovvero del sapere che può
diventare strumento di trasformazione della realtà. L'uomo si è
così posto al centro dell'universo, intermediario tra mondo
razionale e sfera spirituale, in netta contrapposizione con la
prospettiva teocentrica medievale. Baldassarre Castiglione nella sua
opera Il Cortegiano espone ampiamente le norme fisiche, morali e
comportamentali a cui aspirare per poter raggiungere questo stato
ideale. La concezione rinascimentale del genio universale comprendeva
anche quella di essere un atleta completo, dato che la forma fisica
era considerata parte integrante e non separata dall'istruzione e
dalla formazione primaria.
A partire dal XIX secolo il numero di
uomini universali è diminuito a causa del cospicuo aumento delle
conoscenze relative alle singole aree tematiche, che ha reso più
difficile l'esistenza di persone che riescano a padroneggiare più
discipline. I vari campi dello scibile sono stati gradualmente
caratterizzati da un perfezionamento costantemente crescente, che
richiede l'impiego di professionisti sempre più specializzati. Per
questo motivo, a partire dal XIX secolo, è stato individuato un
numero inferiore di uomini universali.
Per definire invece una persona che ha
interessi, senza eccellere in modo assoluto, in più campi, si
utilizzano i termini "universalista" o "generalista".
L'idea di "genio universale"
(in latino Universalis Genius) è presente fin dagli albori della
storia, fermo restando che in tempi antichi, in diversi casi, questo
concetto è stato utilizzato anche come appellativo onorifico, come
nel caso di Alessandro Poliistore. Il primo esempio documentato di
genio universale, inteso come "genio universale", è
Imhotep, architetto, medico e astronomo egizio vissuto nel corso
della III dinastia, intorno quindi al 2700 a.C.
Celebre studioso universale dell'Antica
Grecia è Aristotele, che fu filosofo, scienziato e logico, mentre
nella storia romana gli esempi più conosciuti sono Plinio il
Vecchio, scrittore, ammiraglio e naturalista, e Marco Terenzio
Varrone, letterato, scrittore e militare. Uomini universali
appartenenti alla cultura araba sono stati Ibn al-Nafīs, che fu
medico, fisico, filosofo e letterato, e al-Suyuti, che compì la sua
opera come storico, giurista, teologo e geografo.
Per quanto riguarda la cultura cinese,
furono uomini universali Gu Yanwu, che operò come scrittore e
filologo, Shen Kuo, che fu geologo, astronomo, matematico,
cartografo, zoologo, botanico, militare, ingegnere idraulico e
farmacologo, nonché Su Song, che prestò la sua opera come
scienziato, matematico, politico, astronomo, cartografo, orologiaio,
medico, farmacista, mineralogista, zoologo, botanico, meccanico,
ingegnere, architetto e poeta, e Xu Guangqi, che fu funzionario,
matematico, agronomo e traduttore.
Nel Medioevo, tra gli uomini
universali, vi era Alberto Magno, che fu un teologo, scrittore,
scienziato e filosofo tedesco. Sempre in ambito religioso, altro
esempio è stato Conrad Gessner, naturalista, teologo e bibliografo
svizzero vissuto nel XVI secolo. Vissuti nel Medioevo sono stati
Ildegarda di Bingen, religiosa, naturalista, scrittrice, drammaturga,
poetessa, musicista, compositrice, filosofa e linguista tedesca, e
Al-Biruni, matematico, filosofo, medico, astronomo e storico
persiano. Nel XVII secolo fu genio universale Galileo Galilei, che
compì la sua opera come fisico, astronomo, filosofo e matematico,
mentre nel XVIII secolo visse Michail Vasil'evič Lomonosov, che fu
uno scienziato, naturalista e linguista russo.
Modello esemplare di genio universale,
per la sua completezza e il contributo dato ai più disparati ambiti,
è senza dubbio Leonardo da Vinci. Considerato uno dei più grandi
geni dell'umanità, maestro in tutte le arti, precursore del metodo
sperimentale, ricercatore visionario (ossia capace di anticipazioni
spesso lungimiranti e quasi profetiche, in netto anticipo sulla sua
epoca) nei più disparati campi della conoscenza, Leonardo fu
pittore, scultore, architetto, ingegnere, geologo, geografo e
botanico; condusse pure, per primo, ampie ricerche in campo
anatomico.
Contemporaneo di Leonardo da Vinci fu
il portoghese Duarte Pacheco Pereira, che operò come scienziato,
militare, esploratore e cartografo. Nell'età della Riforma
protestante visse Philipp Schwarzerdt, che fu un umanista e teologo
tedesco. Dell'epoca barocca sono Gottfried Wilhelm von Leibniz, che
fu un matematico, filosofo, scienziato, logico, glottoteta,
diplomatico, giurista, storico, magistrato tedesco, e il suo
contemporaneo Isaac Newton, che fu un matematico, fisico, filosofo
naturale, astronomo, teologo e alchimista inglese.
Leon Battista Alberti era architetto,
pittore, poeta, scienziato, matematico, inventore e scultore (in
aggiunta era un esperto cavaliere e arciere). Altri personaggi
avvicinabili al concetto di genio universale, per aver eccelso in
numerosi e diversi campi, sono Niccolò Machiavelli, Johann Alexander
Döderlein, Alexander von Humboldt, Rabindranath Tagore e Johann
Wolfgang von Goethe.
Il concetto di "genio universale",
in lingua italiana, è reso impropriamente anche dal termine "uomo
universale", che è invece legato al concetto filosofico di
"persona". Altro termine, più raro e dal significato
leggermente differente che rende il concetto, è polimate. Il termine
polimate deriva dal greco πολυμαθής, traslitterato
polymathēs, che significa "molto istruito"; l'etimologia
di polimate è anche legata a uno dei sinonimi di polymathēs, ovvero
πολυΐστωρ, traslitterato polyhístōr, che vuol dire "molto
sapiente". Altre espressioni filosofiche per rendere la medesima
idea sono genio poliedrico e talento universale.
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