martedì 21 gennaio 2020

Esistono gli alieni?

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Il fatto che questa domanda sia stata fatta in forma anonima la dice lunga sull’incredulità e scetticismo che circonda l’argomento. Se uno rispondesse affermativamente, la prima reazione della maggior parte delle persone sarebbe : “Ma non crederai agli UFO!?!” e la frase verrebbe pronunciata con l’intonazione di chi sta scoprendo qualcosa di disdicevole e ridicolo sul tuo conto, sottintendendo che bisogna proprio essere degli sprovveduti, per credere a queste cose.
Non importa se la civiltà occidentale dà credito ad angeli, demoni, babbo natale, la fatina dei denti, l’amico immaginario e quant’altro. A parte gli ultimi personaggi, appannaggio dei bambini, chi si sentirebbe di ridicolizzare tutti gli adulti che credono all’angelo custode o a coloro che raccontano esperienze di pre-morte in cui hanno visto di ogni o i devoti che fanno pellegrinaggi in luoghi di presunte apparizioni e raccontano della serenità che ne ricavano?
Anche solo per rispetto delle credenze altrui, ci asterremmo dal dire: “Ma come, credi ancora alla Madonna?” Non sia mai! Da quando poi personaggi dello spettacolo hanno portato la propria testimonianza in proposito e sostengono di aver cambiato la propria vita, grazie alle esperienza vissute, questi luoghi di devozione e quanto vi sarebbe accaduto hanno acquistato credibilità, a prescindere dalla posizione della Chiesa, sempre cauta in questi frangenti.
Miliardi di persone di varie religioni credono in una dimensione spirituale popolata da forze del bene e del male e poi santi, madonne e tutti i morti, alla fine. Ora, senza entrare nel merito ma a rigor di logica, non sarebbero tutte queste delle forme di vita extra-terrestre? E le persone non concedono loro il potere di manifestarsi nella nostra dimensione, operando miracoli o concedendo doni di preveggenza o altro?
Perché non avere lo stesso atteggiamento di rispetto, se non altro, verso un fenomeno, quello degli UFO, che pure gode di migliaia e migliaia di testimoni, alcuni molto credibili, come gli ufficiali dell’aeronautica e gli uomini di governo (intervistati nel filmato) che avrebbero tutto da perdere nel sostenere delle menzogne o delle sciocchezze?
Perché non sgombrare il campo dai preconcetti e valutare il materiale che si è accumulato negli ultimi decenni, con serenità e spirito aperto? Non siamo bambini, sappiamo ascoltare delle testimonianze o leggere, senza timore di essere irretiti da qualche movimento complottista che ci farà credere alle favole, penso.
E’ interessante che la Chiesa cattolica abbia un atteggiamento molto aperto in proposito e si interessi da tempo attivamente della ricerca di forme di vita extraterrestre. Forse non vuol mancare all’appuntamento storico, come nei secoli passati quando accompagnava i navigatori che andavano alla scoperta di nuovi mondi. Negli ultimi anni diversi alti prelati vanno facendo esternazioni che sembrano parte di un programma del Vaticano per un lento ma costante rilascio di informazioni sull’esistenza degli extraterrestri.
“Molto rumore ha fatto nel 2008 anche la dichiarazione del padre gesuita Josè Grabriel Funes che in quell’anno era direttore della “Specola Vaticana”, l’osservatorio astronomico e centro di ricerca scientifica del Vaticano.
Egli, in un’intervista all’Osservatore Romano, ha dichiarato : “… così come esiste una molteplicità di creature sulla Terra, così potrebbero esserci altri esseri intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con San Francesco, se consideriamo le creature terrene come fratelli e sorella, perché non potremmo parlare anche di un fratello extraterrestre?”
Un altro importante astronomo del Vaticano si è più volte pronunciato favorevolmente sull’esistenza di civiltà extraterrestri nell’ultimo decennio. Mi riferisco a Padre Guy Consolomagno. Astronomo e gesuita di fama internazionale, che è stato onorato con il battesimo di un asteroide con il suo nome. Ha studiato e insegnato al MIT di Boston, è autore di diversi testi di divulgazione e dal 2015 è direttore della Specola Vaticana.
Egli ha affermato che: “ L’idea che ci siano altre razze e altre intelligenze non è contraria al pensiero tradizionale cristiano. Non c’è nulla nella Sacra Scrittura che possa confermare o contraddire la possibilità di vita intelligente altrove nell’universo». Cita Tommaso d’Aquino, quando parla di “molteplici mondi“. Ha anche ammesso che sarebbe disposto a battezzare un alieno. Ma, solo se glielo chiedesse.”

La Chiesa cattolica sta per ammettere ufficialmente l'esistenza degli alieni?
Non stupisce a questo punto la notizia che il Vaticano abbia costruito un altro grande osservatorio astronomico sul monte Graham in Arizona. E’ curiosa la sua targa inaugurativa, intitolata a Giovanni Paolo II e il nome scelto per l’imponente osservatorio: “LUCIFER“.
"La Santa Sede dice che è stata una scelta obbligata poiché si tratta dell’acronimo di ”Large Binocular Telescope Near-ifrared Utility with Camera and Integral Field Unit for Extragalactic Research”; ciò non toglie che suoni alquanto particolare come nome di una struttura vaticana che studia le stelle e i pianeti lontani, su un monte sacro alla religione animista degli Apache, in una terra in cui si è sempre discusso sulla veridicità o meno di continui avvistamenti alieni."

LUCIFER: IL TELESCOPIO VATICANO SUL MONTE SACRO AGLI INDIANI APACHE


Io non sono in grado di rispondere alla domanda gentilmente posta dal nostro amico anonimo. Dico solamente che quello dell'esistenza degli UFO non è un argomento da declinare con leggerezza e incredulità.





domenica 19 gennaio 2020

Ciclo sessagesimale

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Il ciclo sessagesimale cinese (cinese: 干支; gānzhī) è un sistema numerale ciclico di sessanta combinazioni dei due cicli base, i dieci tronchi celesti (天干; tiāngān) e i dodici rami terrestri (地支; dìzhī). Esso è stato utilizzato tradizionalmente per numerare giorni ed anni in diversi Paesi dell'Estremo Oriente.

sabato 18 gennaio 2020

Abbiamo parlato con il medico che ha incontrato dei veri zombie

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L'antropologo forense Philippe Charlier ha indagato sugli zombie di Haiti.
Giacca di tweed, gilet e cravatta a quadretti, Philippe Charlier ha il perfetto look da professore universitario. Uno stile che si adatta molto bene alle sue numerose qualifiche: laureato in medicina, ricercatore nel laboratorio di etica medica dell'università Parigi 5, antropologo, patologo forense e docente. Uno scienziato esperto nel farsi assegnare più qualifiche in contemporanea? Non solo. Philippe Charlier si è guadagnato soprannomi come "il medico dei nobili" o "l'Indiana Jones dei cimiteri." Tra i suoi colpi, l'identificazione del cranio di Enrico IV, lo studio dei resti di Giovanna d'Arco o del Duca Sforza di Milano, mecenate di Leonardo da Vinci. Di fatto, Philippe Charlier è una specie di rock star dei patologi forensi.
Durante una delle sue ultime missioni, si è recato ad Haiti per assistere sul campo ai riti voodoo e vedere gli zombie. Philippe Charlier non è interessato agli zombie rappresentati nei film americani, ma a quelli reali: vittime di sacerdoti voodoo che li avvelenano per ridurli in schiavitù e annullarne la volontà. Per ottenere la zombificazione, i sacerdoti preparano una polvere a base di tetrodotossina — un potente veleno prodotto da un pesce tropicale, il Tetraodon, o pesce palla — che spesso viene introdotta all'interno dei vestiti per entrare in contatto con la pelle della vittima. Il veleno pone la vittima in uno stato catalettico, che viene scambiato per morte. La persona viene sepolta, ma non per molto: meno di 24 ore dopo, lo stregone riesuma il presunto cadavere e lo fa tornare in "vita" con un antidoto a base di atropina che elimina gli effetti del veleno, prima di somministrargli altre sostanze che ne garantiranno la docilità completa nonché l'incapacità di fuggire. Come accade spesso nel folklore haitiano, è difficile distinguere il mito e dalla realtà, si stima che, ogni anno, vengono segnalati circa 1.000 nuovi casi di zombificazione. Abbiamo quindi chiesto a Philippe Charlier cosa ha visto durante la sua indagine sul luogo e come erano gli zombie che ha incontrato.

Hai incontrato degli zombie ad Haiti?
Philippe Charlier:
Più di uno! Il primo zombie che ho incontrato si trovava in un ospedale psichiatrico. È l'unico luogo in cui poteva ricevere cure. Si chiamava Adeline, una donna di quarant'anni piuttosto trasandata, con lo sguardo spiritato e grosse difficoltà a tenerlo fisso su un punto. Disegnava in modo compulsivo su tutte le pareti dell'ospedale psichiatrico dei simboli voodoo, chiamati "vevés". Raccontava che, quando era morta, era scesa sotto terra con gli spiriti dei morti voodoo "Barone Sabato" e "Madre Brigitte," i quali le avevano mostrato questi simboli segreti. Così ha iniziato a riempirci tutto l'ospedale. Recentemente, le è stata concessa la possibilità di uscire di giorno, anche se deve tornare all'ospedale di notte. E ricomincia a coprirlo di disegni.

Era convinta di essere morta?
Sì, dice di aver vissuto il proprio funerale. Prima di tutto questo aveva dei figli e un marito... Poi è stata zombificata. Dopo diverse ore o giorni interi, è stata tirata fuori dal suolo da un bokor, un mago voodoo, che poi l'ha sfruttata per lavorare come governante presso una famiglia.

Si ricordava del periodo in cui era una zombie?
Aveva dei ricordi precisi dell'abitazione, una grande casa a due piani, in cui doveva prendersi cura dei bambini, ma i bambini non dovevano toccarla... Rappresentava la morte, la contaminazione e il "malocchio." Quindi, quando le veniva chiesto di disegnare ciò che si ricordava, il risultato erano dei bambini senza braccia perché non c'erano stati contatti fisici con loro.

Come ne è uscita?
Durante il grande terremoto di Haiti nel 2010, la casa è crollata mentre lei era fuori a svolgere delle commissioni per la famiglia. Non sa se i bambini e il suo padrone siano morti ma, da quel momento, è stata come liberata ed è tornata ad avere una volontà propria. Forse è stato un momento di lucidità avuto durante il terremoto a spingerla a fuggire, sperando che i suoi padroni non l'avrebbero raggiunta, oppure è tornata a casa scoprendo che non c'era più "una casa". È stata piuttosto evasiva su questo punto.

È stata poi riconosciuta come "zombie?"
Sì, i membri della sua famiglia l'hanno riconosciuta come la persona per cui era stato organizzato il funerale e che avevano seppellito. I suoi figli e le sue sorelle la riconoscono, non ci sono dubbi per loro: è morta e poi qualcosa l'ha fatta riemergere dalla terra per vivere sotto un'altra forma di vita. E adesso è tornata.

Beh, ma come è diventata una zombie?
Ovviamente non è morta per davvero. È stata indotta in uno stato di morte apparente grazie a delle sostanze tossiche, dichiarata morta, sepolta e poi liberata qualche ora più tardi da uno stregone, tutto nel quadro di un 'processo di giustizia Voodoo.' Tuttavia, secondo il folklore haitiano, viene considerata veramente morta e tornata in vita grazie alla magia.

Ma che cosa è esattamente uno zombie per gli Haitiani?
In pratica, ad Haiti ci sono tre tipi di zombie: il primo è lo "zombie psichiatrico," ovvero, pazienti convinti di essere morti. È una psicosi cronica, in realtà si tratta di schizofrenia, perché avviene uno sdoppiamento della personalità, in cui i soggetti sono convinti di essere morti e sepolti. Anche se non avviene nulla di tutto ciò, vengono chiamati ugualmente "zombie."
Il secondo è lo zombie "magico-religioso" voodoo. Questo è il caso di Adeline, la donna di cui parlavamo. Oppure il secondo zombie che ho incontrato, Jacques Ravix, un medico avvelenato da sua suocera perché voleva separarsi da sua figlia.

Questo secondo tipo di zombie è una persona "sana" che viene zombificata da qualcun altro?
Ecco. Nel caso del medico, Jacques Ravix, un mago gli ha fatto assumere a sua insaputa un veleno estratto dalle ghiandole del "pesce palla" [o Fugu, una prelibatezza secondo la cucina giapponese, ma che può avvelenare mortalmente se preparato non a dovere]: la Tetrodotossina. Questo veleno viene trasmesso attraverso la pelle, perché viene mescolato con altre sostanze irritanti che causano piccole lesioni quando ci si gratta per il prurito. Le persone che ne vengono a contatto sprofondano in uno stato di sonnolenza talmente profonda che tutti credono che siano morte. I funerali si svolgono lo stesso giorno della morte per motivi climatologici e sanitari — da quelle parti non si possono conservare i corpi molto a lungo. E di notte, la tomba viene profanata per fare riemergere il corpo, i bokor "svegliano" gli zombie con altre sostanze e colpendoli. E voilà, il morto si trasforma in uno zombie.

Ma hai fatto riferimento a una forma di giustizia?
Sì, esiste una forma di giustizia parallela esercitata da società segrete, confraternite in vita da quando gli ex schiavi hanno liberato l'isola [verso la fine del XVIII secolo] e che ora trasmettono questa conoscenza farmacologica e magica. Questi esercitano una forma di giustizia "magico-religiosa" e possono condannare qualcuno a una pena peggiore della morte: vivere la propria morte e ritrovarsi in uno stato in cui perde il proprio libero arbitrio. È come essere un zombie, si assiste impotenti al proprio funerale e, quindi, dal punto di vista sociale, si diventa proprio come i morti. Le società segrete dicono che un uomo virtuoso non deve temerle perché loro agiscono per il bene comune, proteggono la "società". In effetti, chi sono le persone che vengono prese di mira per la zombificazione? I rapitori, gli omicidi, i ladri, gli assassini, gli individui pericolosi. È una sanzione contro qualcuno che commette un reato e la decisione di zombificarlo viene presa su base collegiale dalla società segreta. Il problema è che certi bokor abusano di questo potere.

E quindi si servono delle società segrete?
Sì, per scopi personali. Per esempio, per punire qualcuno che ha rivelato un segreto o una persona che vuole nuocere ad un altro membro della sua famiglia e che, quindi, "comprerà" i servizi di questo bokor su base personale. In questi casi, la vittima spesso non ha fatto nulla di male nei confronti della società civile. D'altra parte, quando un bokor agisce in questo modo, viene visto male dalle società segrete, si tratta di un'usurpazione dei poteri divini. Quindi la stessa società può decidere di zombificare il bokor stesso.

E poi c'è un terzo tipo di zombie...
Lo zombie "sociale", quello che riempie un vuoto. Quando qualcuno sparisce — probabilmente perché è morto — ma il suo corpo non viene ritrovato, si cerca di sostituirlo. Come? Con uno zombie. Lo zombie è chi vagabonda, non ha un'attività, ad esempio, una persona senza dimora, ma può anche essere qualcuno che ha perso tutto, che è completamente solo al mondo. E con la sua nuova identità sostituisce la persona scomparsa, questo concetto di zombie viene utilizzato per assumere, quasi legalizzare, un furto di identità accettato da tutti: sia dal gruppo di provenienza perché mancava qualcuno che lavorasse, aiutasse a far crescere i figli o a farne degli altri e lo zombie, che era da solo. Di fatto, in questo ultimo caso, lo zombie è consenziente.

Quindi gli zombie fanno parte della società haitiana?
È un sistema parallelo. Certo, non si vedono zombie in giro per strada, specialmente non a Port-au-Prince [la capitale], ma ne sentiamo parlare spesso, anche nei giornali: sono completamente parte della cultura locale. Gli haitiani hanno un rapporto totalmente diverso con la morte, vivono per organizzare la loro morte, che fa parte della vita quotidiana. Non ritengono che si debba fingere che la morte non esista.

E non hanno paura di vedere i loro cari "zombificati" tornare alla vita nei cimiteri?
Sì, gli haitiani proteggono le loro tombe, alloggiano nei cimiteri. A volte affittano anche delle tombe per viverci dentro. Praticamente, i cimiteri sono vissuti allo stesso modo delle nostre case, scuole o dei municipi. Sono il centro di un'autentica attività sociale, specialmente nel cimitero maggiore di Port-au-Prince. Ci sono degli accessi alle tombe per recuperare i corpi, vivi o morti, per tenere cerimonie religiose e magiche. Sono incredibilmente vivi. Il cimitero è in costante movimento. Vi si tengono costantemente riti voodoo e cristiani che si intersecano.

Abbiamo parlato di giustizia, ma cosa dire dell'aspetto giuridico? In Francia, il tentativo di avvelenamento volontario viene punito anche se la vittima non muore. Ad Haiti, come viene sanzionata la zombificazione?Allo stesso modo: è tentato omicidio e, se la persona è stata sepolta, anche se sopravvive, viene considerato omicidio a tutti gli effetti. La giustizia ha affrontato nel suo complesso gli aspetti legati al fenomeno della zombificazione. Ho anche incontrato l'avvocato penale Jeanty che ha molto familiarità con questo tipo di procedura. Quando lo zombie torna cosciente ed è libero, Jeanty lavora perché recuperi anche la sua identità giuridica. Ci sono dei certificati di morte, ma non esiste alcun certificato di "risurrezione" o un atto di rinascita. Così, cerca di ottenere un certificato di adozione da parte della famiglia originale. Fondamentalmente, la famiglia adotta l'ex zombie e gli concede il proprio nome, quando è sicura che sia la persona giusta. Si tratta di un compromesso giuridico ma è probabilmente l'unica soluzione in attesa di una eventuale "legge Jeanty."

Gli haitiani hanno paura di essere zombificati?
Se si comportano bene, non hanno nulla da temere... almeno in teoria. Le società segrete mettono in guardia chi intendono punire in anticipo e queste persone sanno che. se persistono nel loro comportamento scorretto, verranno zombificate. Quindi, c'è sempre modo di riscattarsi prima della punizione. Ovviamente, quando si seguono le "leggi," ma si viene presi di mira da un bokor che è stato pagato e agisce da solo, non si può fare niente. Quindi sì, si ha paura. Ecco perché alcune persone si proteggono, facendo racchiudere una parte della loro anima — il "Ti Bon'ange" in Creolo — in una bottiglia di vetro, che viene protetta da un houngan, un prete voodoo. In questo modo, anche se vengono zombificati, una parte della loro anima resterà preservata perché posta sotto protezione divina.

Qual è la relazione tra questi zombie haitiani e gli zombie "occidentali" che vediamo in The Walking Dead e che si cibano di esseri umani?
Non hanno nulla in comune con loro. Per quanto riguarda la versione anglosassone degli zombie, ad affascinare il pubblico è il lato visibile, quasi teatrale e persino contagioso della morte, perché trasformano in zombie le persone che mordono. È il pericolo ultimo, la morte trasmissibile, il suo lato appariscente, quasi esuberante. Ma non centra nulla.

E per quanto riguarda il nome in comune?
Di fatto, gli americani si sono ispirati a questo fenomeno quando hanno invaso l'isola all'inizio del secolo [dal 1915 al 1934, gli Stati Uniti hanno occupato militarmente Haiti.] Qui, hanno scoperto lo zombie del voodoo e lo hanno rielaborato, in particolare, attraverso il film "White Zombie" (di Victor Halperin, 1932) con Bela Lugosi, un piccolo gioiello di film. Poi, anni dopo, "La notte dei morti viventi" (1968) e tutta la serie di Romero, hanno contribuito al resto. Ma si tratta di versioni completamente trasformate e adattate alla nostra cultura occidentale. Un haitiano non si riconosce in questo tipo di zombie. Ti direbbe "ma non ha nulla a che fare con i nostri zombie!"

Quindi non c'è nessuna relazione...
Sì, tranne per un dettaglio comunque. Il modello della "morte sociale" dello zombie non si applica solo ad Haiti. Alcuni dei miei pazienti all'ospedale di Nanterre in cui lavoro potrebbero essere etichettati esattamente con gli stessi criteri degli zombi di Haiti: subiscono la desocializzazione, soffrono di un disturbo psichiatrico che li ha esclusi dalle loro famiglie e talvolta hanno subito un usurpazione dell'identità, insomma, sono "morti" dal punto di vista sociale. Lo stesso vale per i detenuti con cui lavoro nel carcere di Nanterre, i miei pazienti sono completamente fuori dalla società. Dal punto di vista fisico dato che non possono spostarsi e le loro famiglie non vengono più a visitarli, sono zombificati nel senso in cui lo si intende ah Haiti. La morte sociale colpisce anche gli anziani nelle case di riposo, i senzatetto, i migranti, i pazienti in coma, certe vittime di violenza sessuale che riferiscono di sentirsi "morte dentro," queste persone verrebbero considerate degli zombi ad Haiti. "Morti dentro" è quasi un termine voodoo.
Il suo libro sul tema è Zombis, enquête chez les morts vivants, Tallandier (2015.)


giovedì 16 gennaio 2020

Germanenorden

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Il Germanenorden (Ordine dei germani) è stato una società occulta tedesca, caratterizzato dalla pratica di diversi riti esoterici neopagani. Fu formalmente costituito nel 1912.

Storia
Il Germanenorden venne fondato a Monaco di Baviera (ma secondo altre fonti a Lipsia) nel 1912 ad opera di Theodor Fritsch, autore di un Catechismo antisemita, e primo traduttore tedesco dei Protocolli dei Savi di Sion.
Per far parte del Germanenorden i membri dovevano provare la loro appartenenza alla razza ariana. L'ideologia del gruppo si collegava ad alcuni aspetti del Movimento völkisch e all'Ariosofia di Guido von List.
Tra le sue proposte figurava la deportazione di Ebrei, meticci, anarchici, Zingari e altri gruppi di persone considerati nemici della nazione tedesca. Nel corso delle riunioni i membri della società vestivano in genere di bianco e indossavano elmi sormontati da corna. Tra i simboli utilizzati compariva la croce uncinata, spesso con l'accompagnamento della musica di Wagner.
Fino allo scoppio della prima guerra mondiale, il capo della società fu Hermann Pohl, durante la guerra la setta iniziò a sfaldarsi. Ad ogni modo, nonostante la guerra, nel 1918 la società segreta contava circa 1.500 membri. Il 18 agosto 1918, il ramo bavarese del Germanenorden Walvater, guidato da Rudolf von Sebottendorff, prese il nome di Thule-Gesellschaft.

mercoledì 15 gennaio 2020

Prescienza

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La prescienza (dal latino præ-, "prima" + scio, "sapere"; il quale traduce il greco prògnosis: pro-, "prima" + gnòsis, "conoscere, sapere") o preconoscenza (dal latino præ-, "prima" + cognosco, "conoscenza") o precognizione (dal latino præ-, "prima" + cognitio, "conoscenza") o preordinazione (dal greco pro-, "prima" + horizo, "delimitare o stabilire dei limiti"), o preveggenza, è la presunta facoltà di avere conoscenza del futuro.
L'individuo in possesso di tale ipotetica capacità, che rientra nella chiaroveggenza, sarebbe in grado di acquisire conoscenze di eventi prima che accadano e di luoghi od oggetti situati in un futuro più o meno lontano.
Dal punto di vista scientifico non esistono studi in grado di dimostrare l'esistenza di tale facoltà, che si fa rientrare nel campo della pseudoscienza assieme alle altre ipotetiche facoltà paranormali.
Da un punto di vista teologico la prescienza è la conoscenza che ha Dio degli eventi a venire.

Teologia
  • Nel pensiero di sant'Agostino d'Ippona la libertà umana è definita dal libero arbitrio. Dio, che è onnisciente e conosce il futuro, ha dato piena libertà all'uomo, ma sa che, lasciandolo libero, questi peccherà. L'uomo, così peccando, ha commesso il peccato originale, e sebbene egli sia divenuto indegno di ricevere la salvezza, Dio, conoscendo le sue possibili scelte verso il male o verso il bene, dona ad alcuni, con la Grazia, la possibilità di salvarsi, mentre ad altri lascia la libertà di dannarsi; questa non è però una scelta divina arbitraria, ma è semplicemente la prescienza di Dio che, nell'eternità, vede coloro che possono ricevere la Grazia e coloro che non possono.
  • Mosè Maimonide, nella sua Dalālat al-hā'irīn (La guida dei perplessi), la definisce come un attributo di Dio secondo il quale, per la religione ebraica, egli conosce già tutte le cose possibili senza che con questo le privi della loro possibilità e privi l'uomo perciò della responsabilità delle sue azioni.
  • Malachia di Armagh e le presunte profezie, tra le quali la Profezia di Malachia.
Mitologia e letteratura
  • Madame Sosostris, nella sezione intitolata La sepoltura dei morti de La terra desolata di Thomas Stearns Eliot
  • Nostradamus
  • Tiresia
Religioni antiche
  • Pizia
Fantascienza
La capacità di vedere nel futuro è un tema che è stato sviluppato in molti modi nelle storie di fantascienza, dove in genere apporta un potere importante e spesso decisivo.
  • Frank Herbert, nel Ciclo di Dune, non ne parla come la capacità di vedere un futuro statico ma piuttosto quella di indovinare i diversi cammini possibili, con le loro conseguenze e la loro probabilità. Questo dono è però anche un grave peso da portare; il Sentiero Dorato ne è l'esempio migliore.
  • Isaac Asimov, nel Ciclo della Fondazione ne fa un approccio matematico: la Psicostoria, una scienza immaginaria in grado di prevedere l'evoluzione della società umana.
  • Philip K. Dick, in Rapporto di minoranza (adattato da Steven Spielberg nel film Minority Report) utilizza la prescienza come uno strumento della polizia per eliminare i crimini.
  • Nel romanzo L'uomo stocastico (The Stochastic Man, 1975) di Robert Silverberg il protagonista (un abile ricercatore statistico) apprende che la prescienza è una capacità latente in tutti gli esseri umani e che può essere sviluppata. Nel romanzo tale capacità è descritta come la possibilità di richiamare propri ricordi provenienti dal futuro.
  • Yoda in Guerre stellari spiega a Luke Skywalker che la visione è una delle facoltà derivate dal controllo della Forza, commentandola con un sofismo: "sempre in movimento il futuro è".
  • Il Dottor Fate della DC Comics può prevedere il futuro, o il destino delle persone, anche se non le conosce.
  • L'Oracolo nel film Matrix è un meta-programma che garantisce l'equilibrio del sistema informatico globale nel mondo, capace di leggere il futuro.
  • Destiny, un personaggio degli X-Men (Marvel Comics), è un mutante col potere della prescienza. Utilizzerà questo dono per scrivere articoli che profetizzano, in particolare, l'avvento dei Dodici.
  • Alice Cullen nel ciclo di romanzi di Twilight riesce a vedere le conseguenze delle decisioni nel momento stesso che le prendono. Tale dono è spiegato come un'amplificazione di un aspetto dominante della persona da umana e sarà molto utile in tutti e quattro i libri del ciclo.
  • Phoebe Halliwell del telefilm Streghe ha il potere della preveggenza
  • Sette note in nero di Lucio Fulci è un film del 1977. Virginia (O'Neill) è la giovane moglie veggente di un nobile (Garko). Recatasi in una delle proprietà del marito durante la sua assenza, Virginia scopre grazie a una visione rivelatrice un cadavere murato in una delle camere. Il marito viene arrestato e Virginia è decisa a tutto pur di liberarlo. Dopo innumerevoli avvenimenti, visioni e fatti inspiegabili, si giungerà ad una verità molto più sconcertante di quanto si poteva supporre.
  • Marion Zimmer Bradley, nel ciclo di romanzi di Darkover, include questa capacità nella popolazione darkovana naturalizzata sul pianeta. I discendenti della nave stellare caduta sul pianeta sviluppano e affinano (nel corso di migliaia di anni) poteri PSI come telepatia, telecinesi, pirocinesi e chiaroveggenza.


sabato 11 gennaio 2020

Golden Dawn

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La Golden Dawn (più precisamente Hermetic Order of the Golden Dawn, in italiano Ordine Ermetico dell'Alba Dorata) è un ordine nato alla fine del XIX secolo.
I tre fondatori, William Robert Woodman, William Wynn Westcott e Samuel Liddell MacGregor Mathers furono massoni e membri della Societas Rosicruciana in Anglia (S.R.I.A.).
È una società segreta iniziatica fondata sulla tradizione della Qabalah. Adottò l'immagine dell'Alba come simbolo del risveglio spirituale, dell'illuminazione alla consapevolezza, che praticava una forma di teurgia e sviluppo spirituale e che ebbe una grande influenza sull'occultismo occidentale del XX secolo.

Storia
La fondazione
I dati e le testimonianze datano al 1888 la costituzione di questa fratellanza a Londra, ad opera di Wynn Westcott, Samuel Liddell McGregor-Mathers e Robert William Woodman, che rispettivamente assunsero le tre cariche fondamentali dell'Ordine: Cancellarius, Praemonstrator, Imperator. Woodman apparteneva agli alti gradi della massoneria; era infatti membro della Societas Rosicruciana in Anglia, a sua volta fondata nel 1866 da Robert Wentworth Little, un importante esponente della Gran Loggia d'Inghilterra; tuttavia ciò non basterebbe a configurare la Golden Dawn come circolo massonico, in quanto essa ha sempre conservato una propria autonomia organizzativa e sostanziali differenze ritualistiche rispetto alla massoneria cosiddetta "regolare".

L'elaborazione dei riti
Westcott chiese a Mathers di rielaborare il cerimoniale e la struttura dei gradi, e questi produsse un primo "Ordine Esteriore" ed un secondo "Ordine Interiore" - denominato anche Rosæ Rubeæ et Aureæ Crucis (R.R. et A.C.) - che introduceva elementi pratici di magia il cui insegnamento non poteva essere trasmesso all'Ordine Esteriore. Procedendo su questa via di ricerca, Woodman e Westcott commissionarono a Mathers la traduzione in inglese dal latino della Cabala Denudata di Knorr von Rosenroth, un trattato medievale che a sua volta traduceva dall'ebraico alcuni scritti fondamentali della Qabalah, come la Maggiore e la Minore Santa Assemblea.
Mathers era un profondo conoscitore di diverse lingue. Era in grado di leggere e tradurre l'inglese, l'ebraico, il latino, il francese, il celtico, il copto ed il greco, tuttavia non li aveva studiati secondo percorsi regolari, né a scuola, né all'università o altra istituzione. È rilevante notare che il libro che ne seguì, dotato di un'ampia introduzione che spiega i presupposti fondamentali dell'impostazione cabalistica, era dedicato ad Anna Kingsford (1846-1888), una delle prime combattenti per i diritti delle donne, che sostenne Mathers apertamente, anche finanziariamente. Questo spiega probabilmente la predisposizione mostrata da Mathers nell'includere nei percorsi di ricerca componenti femminili.
In particolare, il rapporto con Mina Bergson, detta Moina, che sarebbe divenuta sua moglie, fu decisivo negli sviluppi non soltanto della personalità di Mathers ma dell'intera Golden Dawn. Figlia di ebrei irlandesi, sorella del filosofo Henri Bergson, dotata di eccellente talento musicale, Mina fu una straordinaria musa per McGregor-Mathers (che, peraltro, stabilì con lei un patto di astinenza sessuale) ed altresì l'artista che concepì gli arredi del tempio di Parigi, nonché una presunta chiaroveggente. La presenza di Moina fu decisiva sin dalla sua iniziazione nel 1898 (per la quale scelse il motto Vestigia Nulla Retrorsum, "non torno indietro sui miei passi"), imprimendo sull'Ordine una vibrante linea di tensione in direzione artistica. Ella agì anche da apripista per l'ingresso nella Golden Dawn di Florence Farr, nota attrice dell'Abbey Theatre di Dublino, e di Annie Horniman, che dell'Abbey era l'anima segreta, colei che ne curava la gestione e l'amministrazione.

L'influenza nella società
Questi aspetti contribuirono ad accrescere il fascino e l'attrazione magnetica verso le ricerche spirituali della Golden Dawn, avvicinando altri artisti come William Butler Yeats, Artur Conan Doyle, Arthur Machen, Edward Waite. William Butler Yeats, che aderì all'Ordine il 7 marzo 1890, è il noto poeta che conseguì per le sue opere il premio Nobel per la letteratura e che utilizzò le sue conoscenze esoteriche anche per sostenere l'identità culturale dell'Irlanda e la sua indipendenza politica dall'Inghilterra.
Irlandese di terza generazione e discendente da un Rettore Ortodosso della Chiesa d'Inghilterra, Yeats ebbe vastissimi interessi, dettati proprio dalla sua difficoltà di aderire al dogma. Fu in contatto con la Società Teosofica, un movimento di pensiero capeggiato da Helena Petrovna Blavatsky, che si proponeva di rivelare le radici orientali del pensiero ed estenderle e parteciparle al mondo occidentale.
Yeats importò nella Golden Dawn questa sensibilità eclettica per la ricerca, cercando l'indipendenza da ogni controllo esterno di natura massonica e cercando di rimanere al riparo dagli effimeri intrighi di potere che all'interno dell'Ordine stavano per cominciare, un teatrino che gli avrebbe anche fruttato minacce di morte. Alla morte di Woodman, che era stato Imperator dell'Ordine, Samuel Liddell McGregor-Mathers assunse un ruolo estremamente attivo nell'Ordine, strutturando concretamente il Secondo livello. La Golden Dawn di Londra, sin dalla sua fondazione nel 1887, aveva sempre operato iniziazioni, secondo il progredire delle Dieci Sephirot dell'Albero Cabalistico che ne costituisce l'asse portante.
Tuttavia, nella prima fase, il livello iniziatico si fermava al quarto grado. Adesso, McGregor Mathers realizzava la struttura del Secondo Ordine (gradi quinto, sesto e settimo), collocando al di sopra di questo un Terzo Ordine. Non si hanno tracce certe né altre evidenze per documentare se a questa struttura teorica sia conseguita una effettiva realizzazione con attribuzione piena di cariche e ruoli. L'affermazione che viene ripetuta nei rituali di iniziazione è tale per cui, comunque, chi viene iniziato all'Ordine entra in una relazione con la spada karmica del Magus Ipsissimus, il Vertice dell'Ordine, e con quella dei Fondatori.

Massimo sviluppo e crisi
Mathers utilizzava due motti per identificarsi nella Golden Dawn: uno era quello del clan scozzese dei Mac Gregor, rispetto al quale vantava ascendenze (S.R.M.D.: Rioghail Mo Dhrem: "la mia razza è regale"); l'altro proveniva dal talismano di Marte (D.D.C.F.: Deo Duce, Comite Ferro: "Dio come guida, la spada come compagna"). Quando Woodman morì nel 1891, alcuni ritengono che la vera Golden Dawn si estinse, sebbene altri sostengono che fu quello l'aprirsi del periodo che la trasformò nel fenomeno storico oggi oggetto di studi e di ricerche.
Mathers e Westcott entrarono presto in disaccordo per via dell'esuberanza del primo, al punto che il secondo decise di ritrarsi dall'Ordine. Non si trattò tuttavia di un dissidio lacerante sul piano personale, poiché lettere e documenti attestano di un prestito in danaro che Westcott avrebbe fatto a Mathers anni dopo queste vicende. L'asserito egocentrismo di Mathers, questo ego ipertrofico che assorbiva tutto, che tutto voleva possedere, comprendere, decidere, finì con il condizionare molto le attività dell'Ordine. Gli stessi adepti, piuttosto che privilegiare la ricerca, apparivano impegnati in una corsa al conseguimento del grado iniziatico. Membri come Felkin e Crowley, ciascuno per proprio conto e secondo propri criteri, avevano iniziato una corrente in cui convergevano aspetti delle dottrine di Anton Mesmer (1734-1815) e di Allan Kardec (1804-1869), in base a cui ritenevano di poter ottenere insegnamenti e istruzioni (e attribuzioni di grado) direttamente da entità astrali.
Ebbe luogo una progressiva delegittimazione dell'Ordine, che condusse ad una pluralità di scismi interni. Mathers trasferì da Londra a Parigi la sede principale dell'Ordine, ne cambiò il nome in Golden Dawn to the Alpha et Omega, mentre l'ala di Robert William Felkin prese il nome di Stella Matutina. La linea che continuò a fare riferimento a Mathers si sviluppò negli Stati Uniti, con i Templi di Thoth-Hermes (Chicago); Ihme (Boston); Themis (Philadelphia). Al tempio di Alfa e Omega rimase Mina che, a partire dal momento della morte di Mathers (1918), avrebbe assunto d'essere in contatto diretto e in comunicazione operativa con la sua anima.
All'Alfa e Omega aderì, tra gli altri, Mary Violet Firth, più conosciuta come Dion Fortune, che tuttavia fu espulsa nel 1924 per avere rivelato segreti dell'ordine nel suo libro The Esoteric Philosophy of Love and Marriage (La filosofia esoterica dell'amore e del matrimonio) e, soprattutto, nel grandemente noto The Mystical Qabalah, La Cabala Mistica. La connessione non fu mai perfetta, addirittura Dion entrò in rovente polemica con Moina, accusandola di voler controllare la mente di tutti e, soprattutto, di essere responsabile - per mezzo di incantesimi e magie - della morte di una loro adepta, Netta Fornario. Naturalmente, l'accusa non poté essere provata.

L'opera di Aleister Crowley
Se l'Alfa e Omega avevano un ruolo di primo piano a Parigi, la corrente di Felkin, la Stella Mattutina, si sviluppò soprattutto in Nuova Zelanda, mantenendo comunque una presenza significativa a Londra. La scena della capitale britannica fu tuttavia egemonizzata dall'ascesa di Aleister Crowley.
Iniziato all'ordine il 18 novembre 1898, Crowley fu molto vicino a McGregor-Mathers durante il periodo di Parigi. Crowley fu la persona più vicina a Mathers nel fronteggiare lo scisma, almeno inizialmente. Fu tuttavia una fase molto breve: così come Felkin era in contatto con una sedicente entità identificata come Ara Ben Shamash (Dio figlio del Sole), anche Crowley stabilì presto un contatto con un'entità metapsichica (Aiwass), saltando tutte le procedure di iniziazione ed autoproclamandosi Magus, adepto cioè del livello più alto. Il risultato di questa allucinazione medianica, il contatto con il suo angelo custode, Aiwass, determinò in Crowley la stesura del Liber Legis (che ebbe luogo durante un soggiorno al Cairo nel 1904), evento che lo sradicò da Mathers e avviò l'inizio della sua attività individuale, che traeva dagli insegnamenti della Golden Dawn l'idea della trasformazione del tempo e del secolo come Nuovo Eone, una nuova era che avrebbe segnato il risveglio della magia e l'apertura ad una rinnovata consapevolezza per l'umanità. Con questa intenzione, Crowley mantenne per un certo periodo - in opposizione ad altri pretesi continuatori e con l'alleanza di Cecil Jones - la denominazione Golden Dawn per il suo Ordine esterno, organizzando parallelamente la sua struttura direzionale di retro-loggia, un Secondo Ordine che chiamò Astrum Argentinum.
Nel 1909, alcuni materiali pubblicati da Crowley sulla sua rivista Equinox, diedero luogo ad una denuncia di Mathers per violazione dei diritti d'autore (poi vinta da Crowley). Tuttavia negli anni trenta del XX secolo Israel Regardie, segretario di Crowley ed in cerca di fama, si impadronì del materiale d'archivio della Golden Dawn e lo pubblicò a suo nome.

Il dibattito storico
Invero, la diffusione della notorietà delle vicende della Golden Dawn, piuttosto che per il tramite di questi gruppi di ricerca esoterica è soprattutto dovuta all'eclatante impatto dell'opera di Aleister Crowley che - sia pure in modo occulto e sotterraneo - ha segnato in maniera profondissima il XX secolo. La penetrazione di queste dottrine ha avuto luogo attraverso la letteratura dove, oltre alle opere dello stesso Crowley, si annoverano numerose biografie (tra cui, rimarcabili, quelle di John Symonds e Kenneth Grant) ed altri libri e romanzi che alla sua vita si ispirano, da Somerset-Maugham - che conobbe direttamente Crowley e lo raffigurò come Oliver Haddo ne Il mago - a Vincenzo Consolo, che ne ricostruisce il periodo vissuto a Cefalù, generando un singolare parallelismo magico in Sicilia. La persistenza letteraria della Golden Dawn si apre al più vasto pubblico mediante l'intermediazione del cinema, specialmente in rapporto all'opera di Kenneth Anger che, pur facendo un cinema di ricerca non ancora aperto alla grande notorietà, determinò una speciale presa sulla musica rock, poiché un suo film dal titolo "Evocazione di mio fratello il Demonio" si avvalse della colonna sonora di un giovanissimo Mick Jagger, che la concepì come onda d'urto psicologico realizzata con un sintetizzatore moog.
Quell'esperienza dovette imprimersi in modo decisivo nella mente di Jagger, che ne fece l'architrave del suo sodalizio artistico con Keith Richards e appare in effetti costitutiva di successivi importanti episodi della musica rock (Sympathy for the devil, Their satanic majestic request, Goat's head soup, etc.) realizzati con i Rolling Stones. Un rilievo principale va attribuito, in rapporto alla diffusione di allusioni e rimandi espliciti all'opera di Crowley, ai Led Zeppelin, una formazione il cui leader, Jimmy Page, è stato un cultore e probabilmente il principale acquirente di oggetti appartenuti ad Aleister Crowley, fino ad acquistarne la villa nei pressi del lago di Boleskine in Scozia (che peraltro è la sede presunta del leggendario mostro di Loch Ness).

I rapporti con gli altri ordini
Tra i documenti fondamentali dell'ordine è da annoverare un manoscritto cifrato chiamato Cipher Manuscript, rispetto alla cui acquisizione è noto uno scambio di lettere fra i tre fondatori della Golden Dawn e un'adepta di una fratellanza tedesca omologa, denominata Order der Goldenen Dammerung. Ad oggi si ha certezza dell'identità storica di questa adepta, poiché ella viene chiamata con l'appellativo iniziatico V.H. Soror S.D.A. Mathers la identificò con una certa Fraulein Sprengel, sostenendo che sia stata la fonte diretta del manoscritto. Si tentò anche di collegare i manoscritti inviati dalla Sprengel alla collezione del defunto occultista e massone Kenneth Mackenzie (1833-1886), ma senza riscontri certi.
Tuttavia, ancor oggi, molti adepti della Golden Dawn ritengono che l'ordine tedesco sia un Ordine di "secondo livello", dal quale la Golden Dawn di Londra sarebbe dipesa. I più addentro le vicende storiche di questa fratellanza, perfettamente delineate da adepti coscienziosi come R. A. Gilbert, l'Ordine Ermetico ebbe origini proprie, indipendenti da qualsiasi altra organizzazione benché affine ad altre per organizzazione e ritualità. Il tentativo di collegare la Golden Dawn ad un fantomatico Ordine tedesco, servì a collegare la stessa Golden Dawn alla tradizione della Rosacroce, la fratellanza seicentesca straordinariamente famosa soprattutto per i documenti chiamati Manifesti, leggendariamente attribuiti a Christian Rosenkreutz. Dopo la decifrazione - compiuta da Westcott con l'aiuto di McGregor-Mathers - il Cipher si dimostrò non essere antico; tuttavia si presentava, in apparenza, come comunicazione di entità spiritiche, attraverso il rituale mistico di una sconosciuta e preesistente "Golden Dawn".

Gruppi correlati

Tra i gruppi che reclamano una diretta discendenza dagli insegnamenti della Golden Dawn, si segnalano The Hermetic Order of the Golden Dawn Inc. (HOGD, Inc.) (Ordine ermetico dell'Alba Dorata, Inc.), fondato in Florida nel 1977 da Charles (Chic) e Sandra Tabatha Cicero, collaboratori di Israel Regardie fino alla morte di quest'ultimo nel 1985; The Hermetic Order of the Golden Dawn (H.O.G.D.), fondato nel 1992 da Patricia Behman (alias Cris Monnastre) e David John Griffin; The Esoteric Order of the Golden Dawn (Ordine esoterico dell'Alba Dorata), fondato da Robert e Sonya Zink e John Brawl negli anni ottanta con un prevalente simbolismo cristiano cattolico; il tempio Whare Ra fondato da Felkin in Nuova Zelanda e che, chiuso negli anni settanta, fu riaperto da Pat e Chris Zalewski e nuovamente chiuso negli anni novanta.


 
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