lunedì 7 settembre 2020

Iperborea

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Iperborea è una terra leggendaria, patria dell'anch'esso mitico popolo degli Iperborei.
Nei miti della religione greca e nelle dottrine dei loro storici (tra cui Erodoto), gli Iperborei (Ὑπερβόρεoι o Ὑπερβόρειoι, "coloro [che vivono] oltre βορέας") erano un popolo che viveva in una terra lontanissima situata a nord della Grecia. Questa regione era un paese perfetto, illuminato dal sole splendente per sei mesi all'anno. L'appellativo di iperboreo viene riferito da Giamblico nel suo catalogo di pitagorici ad Abaris il quale viene appellato in tal modo anche da Nicomaco mentre Eliano riferisce che, a quanto detto da Aristotele, Pitagora era chiamato dai Crotoniati Apollo Iperboreo.

Fonti letterarie sugli Iperborei

Ecateo di Mileto (VI secolo a.C.) colloca gli Iperborei all'estremo Nord, tra l'Oceano (inteso come l'anello d'acqua che la cultura greca immaginava scorrere attorno alle terre emerse come se fosse un fiume) e i monti Rifei.
Ecateo di Abdera (IV-II secolo a.C.), autore di un'opera Sugli Iperborei di cui ci sono pervenuti solo alcuni frammenti, li colloca in un'isola dell'Oceano "non minore della Sicilia per estensione". Su quest'isola, dalla quale è possibile vedere la luna da vicino, i tre figli di Borea rendono culto ad Apollo, accompagnati dal canto di una schiera di cigni originari dei monti Rifei.
Esiodo colloca gli Iperborei "presso le alte cascate dell'Eridano (Ἐριδανός) dal profondo alveo". La cultura greca formulò numerose proposte in merito alla sede geografica di questo fiume e due fonti in particolare ci trasmettono la nozione secondo cui l'Eridano sfociasse nell'Oceano settentrionale: Ferecide di Atene ed Erodoto, anche se in seguito venne identificato.
Pindaro colloca gli Iperborei nella regione delle "ombrose sorgenti" del fiume Istro (in greco Ἴστρος, l'attuale Danubio). In un passo del Prometeo Liberato Eschilo ricorda la fonte dell'Istro come situata nel paese degli Iperborei e nei monti Rifei; Ellanico di Lesbo e Damaste di Sigeo pongono la sede iperborea oltre i monti Rifei; quest'ultimo, inoltre, ricorda i monti Rifei come situati a nord dei grifoni guardiani dell'oro (si veda a tale proposito il poema di Aristea di Proconneso sugli Issedoni).
Erodoto riassume un poema di Aristea di Proconneso, ora perduto, nel quale l'autore riferiva di un proprio viaggio compiuto per ispirazione di Apollo in regioni lontane, sino al paese degli Issedoni, "al di là" dei quali ci sarebbero gli Arimaspi monocoli, i grifoni custodi dell'oro e infine gli Iperborei, che vivevano in una terra dove il clima era sempre primaverile e piume volteggiavano nell'aria. Bruno Luiselli ricostruisce la posizione degli Iperborei, sulla base di queste indicazioni, come situata in zona uralica.
Per tutte queste caratteristiche idilliache, iperboreo assunse in greco il significato di "felice", "beato".

Iperborea nell'età moderna

L'astronomo e letterato francese Jean Sylvain Bailly, verso la fine del Settecento, fu il primo autore moderno a tornare a parlare di Iperborea, in alcune tra le sue opere più importanti, tra cui le Lettres sur l'Atlantide de Platon (1779) e l′Essai sur les fables et sur leur histoire (postumo, 1798). Egli unì la tradizione di Iperborea al mito di Atlantide, ipotizzando l'esistenza di un'antichissima civiltà nordica. Bailly, nella sua concezione della storia, sosteneva infatti la tesi secondo cui un'Atlantide Iperborea nordica fosse la civiltà originaria del genere umano, che essa avesse inventato le arti e le scienza e che avesse "civilizzato" i Cinesi, gli Indiani, gli Egizi e tutti i popoli dell'antichità. Egli posizionò questo popolo primordiale nel lontano nord dell'Eurasia, nell'isola di Spitzbergen, nei pressi della Siberia, argomentando che quelle dovevano essere state le prime terre abitabili quando la Terra, originariamente incandescente ed inospitale alla vita secondo le ipotesi paleoclimatiche teorizzate da Buffon e Mairan, aveva incominciato a raffreddarsi. Il costante raffreddamento della Terra le aveva però, successivamente, rese inabitabili e aveva seppellito l'ancestrale territorio di questa civiltà sotto delle lastre di ghiaccio, in modo da perdere completamente le tracce degli Atlantidei, e obbligando i loro discendenti a spostarsi più a sud per colonizzare le altre zone del globo.
Eppure, sebbene l'antirazzista Bailly non avesse fatto riferimento ad alcun tipo di razza umana, da qui a teorizzare un'origine iperborea della "razza ariana" il passo fu breve. Helena Blavatsky descrisse ne La dottrina segreta una storia fantastica dell'umanità, nella quale Iperborea è rappresentata come un continente polare che si estendeva dall'attuale Groenlandia fino alla Kamčatka e sarebbe stata la sede della seconda razza dell'umanità, giganti androgini dalle fattezze mostruose.
Friedrich Nietzsche ne L'Anticristo dice: "Iperborei siamo - sappiamo bene di vivere al margine. 'ne per mare o per terra troverai il cammino che porta agli Iperborei', già recitava Pindaro di noi. Oltre il Nord, oltre il ghiaccio, oltre la morte- la vita nostra, la felicità nostra..." Si riferisce a se stesso e ai suoi lettori elitari, in quanto già nella prefazione del libro precisa: "Appartiene ai pochissimi questo libro. Non ne è venuto al mondo neppure uno di costoro, forse. [...] V'è chi nasce postumo."
Miguel Serrano, scrittore cileno appartenente al filone occultista neonazista, affermò esplicitamente che Iperborea sarebbe stata la prima casa degli ariani dopo lo sbarco sulla Terra dalla "dimensione del raggio verde", che sarebbe stato possibile grazie a una "fessura cosmica" di Venere. La progenie degli ariani con gli "uomini-bestia" allora presenti avrebbe dato origine all'umanità. Questo tuttavia fece sì che gli iperborei perdessero la grazia originale e che la loro terra sprofondasse dentro la Terra cava, dove, nelle città sotterranee di Shambhala e Agartha, ancora si troverebbero uomini-dei di pura discendenza ariana.
Tra gli scrittori che in una magica terra chiamata "Hyperborea" hanno ambientato le loro storie di fantasia vi sono H.P. Lovecraft, Robert E. Howard, Clark Ashton Smith e Miloš Crnjanski.


Identificazioni

Alcune persone hanno voluto identificare la terra degli Iperborei con un'ipotetica isola che, alla pari di Atlantide, in tempi antichissimi sarebbe stata sommersa (più di 11.000 anni fa), estesa dalle coste occidentali dell'Irlanda alla Groenlandia, comprendendo interamente l'Islanda.
Altri studiosi hanno identificato Iperborea come l'estremità settentrionale di Atlantide, mentre altri studiosi ancora con Thule, altri semplicemente con la Scandinavia e il Nord Europa, terre sconosciute e misteriose per gli antichi Greci.

domenica 6 settembre 2020

Tlaloc

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Tlaloc (il nome deriva da «Tlālli-octli», ovvero «Nettare della terra»; era anche chiamato «Nuhualpilli», che potrebbe derivare da «Nahua-pilli», ovvero «Principe Nahua») era, secondo la mitologia azteca, il dio della pioggia e della fertilità.
Gli Aztechi avevano grande timore di lui e, per conquistare il suo favore, gli sacrificavano esseri umani. Gli Aztechi credevano che Tlaloc fosse il responsabile sia delle inondazioni che della siccità e che lui fosse stato creato da altri dei. Tlaloc si sposò prima con Xochiquetzal, una delle divinità dei fiori, ma poi Tezcatlipoca la rapì. Tlaloc sposò in seguito la dea Matlalcueitl, "La Signora dalla Veste Azzurra". Tlaloc viene comunemente dipinto come un essere blu con delle zanne. Nel mondo sotterraneo dove viveva si trovavano le persone uccise dai fulmini, per annegamento o per malattia. Insieme a Chalciuhtlicue, fu il padre di Tecciztecatl. Aveva una sorella maggiore di nome Huixtocihuatl. A lui venivano sacrificati bambini, che venivano annegati. Regnava sul terzo dei cinque mondi della mitologia azteca.
Anche gli abitanti di Teotihuacan adoravano Tlaloc. Nel periodo pre-azteco, Tlaloc era venerato dalle civiltà teotihuacan e tolteche della Mesoamerica. Altri popoli mesoamericani avevano divinità della pioggia simili, a volte con caratteristiche leggermente diverse, come Chac, il dio Maya della pioggia e Cocijo, dio della pioggia zapoteco.

sabato 5 settembre 2020

L'oggetto spaziale più misterioso mai osservato


Di sicuro il Black Knight, un oggetto che orbita intorno alla Terra di origine ignota.


Non si sa cosa sia né da dove arriva, molti pensano che sia un semplice detrito spaziale, un meteorite, un satellite NASA o cinese ed altri che sia di origine aliena. Quello che si sa é che segue un'orbita polare, il che avrebbe senso se fosse un satellite extraterrestre perché quell'orbita serve proprio a mappare la Terra, mentre per gli scettici é semplicemente bloccato lí. Un'altra cosa strana sono i segnali radio che trasmette, sono stati rilevati giá dagli anni '30 da (sembra) Nikola Tesla e anche da altri astronomi che allora non riuscivano a spiegarsi la loro origine. La NASA e le altre agenzie spaziali ritengono che sia solo un detrito o un meteorite intrappolato in quell'orbita prestando peró molta attenzione all'oggetto, cosa strana se si tratta solo di spazzatura spaziale, ma non spiegano le sue emissioni radio e come faccia a trasmetterle se é solo un pezzo di satellite terrestre. Per gli ufologi il Black Knight é lí da 13000 anni, alcuni di loro pensano sia un satellite della specie degli Annunaki o di un'altra razza aliena. Per altri ufologi l'oggetto fa invece parte del Solar Warden, un progetto segreto di difesa terrestre contro ipotetici attacchi alieni, costruito usando l'ingegneria inversa ottenuta cannibalizzando le navi aliene cadute sulla Terra.


venerdì 4 settembre 2020

Il Magus di Francis Barrett - The revelation..ma non per tutti..


Francis Barrett , e' stato un occultista inglese, nato tra il 1770/1780 a Londra. E' famoso,negli ambienti esoterici, per essere stato il primo ad avere scritto un trattato di Magia nel quale spiegava ,in maniera esplicita,la magia naturale di erbe e le pietre , il magnetismo , la magia dei talismani ,l'alchimia , la numerologia , gli elementi e le biografie di celebri adepti della storia come Cornelio Agrippa e Pietro d'Abano.


La grande rivoluzione ,e' stata quella di avere spiegato ,tra le altre cose, i Grimori, cioe' un manuale che insegna le pratiche della magia. Le formule sono esplicite cosi' come le conseguenze di tale pratica. Vengono elencati gli ingredienti necessari e le formule magiche da esprimere,per produrre filtri ed incantesimi. Ma non solo. La Cabala,viene spiegata nei particolari . I simboli vengono resi pubblici.
Il libro e' diviso in 3 sezioni.
Riporto testualmente, alcune parti tratte dalla prefazione al libro,scritta dallo stesso Barrett:
"La prima parte fornisce una spiegazione completa di cosa e' la Magia Naturale, e mostra come si possano ottenere con operazioni manuali (mediante l'applicazione dei soggetti attivi sui passivi),molti di quei meravigliosi fenomeni che solitamente si manifestano solo in natura. Non e' stato trascurato niente che fosse inerente o anche vagamente pertinente a questa parte iniziale dell'opera,che abbiamo introdotto con il titolo di Magia Naturale,ed abbiamo aggiunto un campionario di nostri personali esperimenti..(omissis..)
Il secondo libro si compone di una trattazione completa sui Misteri della Cabala e della Magia cerimoniale, grazie alla quale conoscenza, un uomo (che puo' separarsi dagli oggetti materiali con l'annullamento delle pulsioni carnali, l'astinenza dall'ebbrezza, l'ingordigia, ed altri appetiti corporali, e che vive nella purezza e nella temperanza, scevro da quelle azioni che lo avvicinano allo stato bruto) puo' farsi veicolo del lume divino e della conoscenza; in virtu' di cui puo' prevedere gli eventi, tanto di famiglie private, quanto di interi regni, o stati, imperi, battaglie, vittorie, e via discorrendo; e in piu', essere in grado di compiere azioni benefiche per tutte le creature che lo circondano….(omississ…)
Il terzo libro contiene una Biografia Magica completa, tratta dagli autori antichi e da manoscritti rari e non privi di valore. .(omississ…) ..
Ricorda sempre le nostre istruzioni; sii taciturno,parla solo con chi e' degno della tua parola ,poiche' come recita il detto, non si danno perle ai porci; sii socievole con tutti, ma sii vigile poiche' molti, come e' scritto nelle Sacre Scritture, sono lupi nelle vesti di agnelli."
Leggendo il Libro, a molti ,subito viene alla luce un limite. Se non si hanno conoscenze e preparazione adeguata, puo' sembrare un libro privo di significati ed impossibile da ripetere nelle sue formule e celebrazioni.
Questo e' il punto. Barrett ha si voluto rendere pubblici alcuni misteri esoterici, ma rivolti ad una parte minima di persone. E quindi,come lui stesso ha detto: "Non si danno perle ai porci"…
Consiglio la sua lettura solo a chi ha una particolare formazione e conoscenza..se riuscite a trovarlo…



giovedì 3 settembre 2020

Bafometto

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Bafometto è un idolo pagano, della cui venerazione furono accusati i cavalieri templari.
Ricorrente nella letteratura occultista del XIX secolo, ne esistono varie descrizioni ed iconografie: un idolo con un teschio umano, una testa con due facce, un idolo-gatto e una testa barbuta. Il nome fu poi ripreso, nello stesso secolo, dai sostenitori dell'occultismo. L'etimologia del nome, controversa, è ancora oggi incerta. Il nome di Baphomet, come suggerisce anche l'illustrazione di Levi, è stato inoltre associato col tempo alla figura di Satana.

Origine del termine

Il termine ricorre per la prima volta nei verbali del processo contro i Cavalieri templari; durante la soppressione dell'ordine fu sostenuto dall'Inquisizione che i cavalieri usassero un Bafometto come parte delle loro cerimonie di iniziazione. Questo fatto, oltre ad altre asserzioni, fece sì che il loro Ordine religioso fosse accusato di eresia e idolatria e i suoi membri perseguitati.
Essendo un nome estorto sotto tortura durante gli interrogatori dei Templari, non si può escludere che possa essere stato originato semplicemente come un'onomatopea o un errore di trascrizione dei verbali, nei quali in effetti il termine ricorre per la prima volta; la presenza del baphomet fu utilizzata dagli inquisitori (istigati dal re di Francia Filippo IV il Bello) per aggiungere l'idolatria alle altre infamanti accuse nei confronti dell'Ordine, allo scopo di distruggerlo.
Sull'origine del misterioso termine sono state elaborate numerose teorie, nessuna delle quali provata:
  • Una deformazione latinizzata di Mahomet, una versione medievale europea deformata di Maometto, il nome del profeta dell'Islam per definire un idolo o un demone.
  • Idries Shah propose che Baphomet derivasse dal sostantivo in arabo: ابو فهمة , Abu fihama, con il significato di "padre dell'ignoto", e associato con il sufismo.
  • Eliphas Lévi propose che il termine fosse composto da una serie di abbreviazioni lette al contrario: "Tem. ohp. ab". che prendono origine dal latino Templi omnium hominum pacis abhas, con il significato di "padre della pace universale tra gli uomini". Una lettura alternativa potrebbe essere tem. o. h. p. ab. per templi omnium hominum pacis abbas. La traduzione in questo caso è abate del tempio della pace dell'umanità, forse in riferimento ai Templari stessi.
  • Dalle parole greche Baphe e Metis. Le due parole insieme significherebbero "battesimo di saggezza", anche interpretabili come "tintura di saggezza".
  • Una corruzione del termine ebraico Behemoth (letteralmente "Bestie", pluralia tantum di "behemah"), citata nel libro biblico di Giobbe (40:15) e di Ezra (6:49 e 6:51).
  • Se tradotto secondo il cifrario di Atbash (scoperto dallo studioso Schonfield), l'origine del termine sarebbe Sophia, la parola greca per "saggezza".

Interpretazioni

Una più recente e conosciuta descrizione raffigura il Bafometto nella forma di un capro umanoide alato con seno e una torcia sulla testa tra le corna. Questa immagine proviene dall'opera di Eliphas Lévi Dogme et rituel de la haute magie (Dogma e rituale dell'alta magia) del 1855-56.
Il Bafometto, come suggerisce l'illustrazione di Levi, è stato occasionalmente interpretato come sinonimo di Satana o come un demone, un membro della gerarchia dell'Inferno. Nella testa del Bafometto di Levi era inscritto un pentacolo, che è un simbolo in seguito adottato dai fedeli della Wicca e da altri seguaci dell'occultismo. Una testa di capro inscritta in un pentagramma invertito, è un simbolo occasionalmente adottato dai satanisti. La testa, le corna e la torcia insieme prendono la forma di un Fiori di giglio.



mercoledì 2 settembre 2020

Cerchi nel grano

Cerchi nel grano, scherzi da alieni - Il Tirreno Livorno


I cerchi nel grano (in inglese crop circles), o agroglifi, sono aree di campi di cereali, o di coltivazioni simili, in cui le piante appaiono appiattite in modo uniforme, formando così varie figure geometriche (talvolta indicate come "pittogrammi") ben visibili dall'alto. A seguito del numero crescente di apparizioni di queste figure (soprattutto in Inghilterra) a partire dalla fine degli anni settanta del XX secolo, il fenomeno dei cerchi è diventato oggetto d'indagine per determinare la genesi di queste figure.
Si sa con certezza che molti cerchi, compresi quelli di complessità maggiore, sono realizzati dall'uomo, come ad esempio quelli realizzati da Doug Bower, Dave Chorley e John Lundberg. Bower e Chorley, che diedero l'avvio alla moda del disegno dei cerchi nel grano in Inghilterra negli anni ottanta, furono poi insigniti del Premio Ig Nobel nel 1992 per l'ideazione della loro burla.
Non esistono prove scientifiche che un cerchio nel grano abbia mai avuto origine diversa da quella umana, ma solo ipotesi pseudoscientifiche.

Storia del fenomeno

Prime apparizioni

I cerchi nel grano finirono sotto i riflettori all'inizio degli anni ottanta, con i primi tre cerchi in Inghilterra. Le iniziali speculazioni giornalistiche su ipotetici "atterraggi alieni" ebbe risalto sui quotidiani nazionali, e da allora i cerchi nel grano iniziarono ad apparire sempre più numerosi nelle campagne inglesi.
Il Wiltshire Times fu uno dei primi giornali ad occuparsi dei cerchi inglesi, e ad usare nel 1980 il termine crop circles.
Tentativi di cercarne la presenza in epoche passate non hanno finora prodotto alcun risultato. Talvolta viene citata la storia del "Diavolo mietitore", un pamphlet del 1678, ma ad un'attenta analisi risultò che non c'era alcuna correlazione con i cerchi nel grano, e che si tratta di un semplice libello volto a diffondere una morale fondata sulla dualità ricco-povero come era in uso in quell'epoca.

Prime dimostrazioni di creazione di cerchi

Mentre si dibatteva sul fenomeno, nel 1991 due anziani inglesi, Doug Bower e Dave Chorley, affermarono che, dopo aver letto del caso australiano di Tully, del 19 gennaio 1966, avevano iniziato a creare dei cerchi nel grano per far credere che fossero atterrati dei dischi volanti e dimostrarono ai giornalisti come era possibile creare quei cerchi in poco tempo e con un'attrezzatura rudimentale. Il loro primo cerchio risalirebbe al 1978, ma la burla non ebbe molto successo e due anni dopo riprovarono in un posto più visibile, ottenendo finalmente l'attenzione della stampa.
All'obiezione che sarebbe stato impossibile per i due essere gli autori del gran numero di cerchi successivi, è stato fatto notare il ben noto fenomeno dell'imitazione, che segue facilmente le notizie sensazionalistiche; di fatto anche Bower e Chorley avevano imitato la notizia del 1966, dopo averla appresa in un viaggio in Australia dai giornali locali.

Crescita del fenomeno

Col passare degli anni, dai primi pochi cerchi nelle campagne inglesi, il fenomeno si è diffuso in tutto il mondo, anche in Italia. Ad oggi, migliaia di campi di grano hanno ospitato cerchi e figure sempre più complesse.
Ai primi semplici cerchi degli anni ottanta, sono seguite forme sempre più elaborate e complesse. I cerchi nel grano sono divenuti infine una vera e propria forma d'arte, da parte di gruppi di persone che hanno realizzato pubblicamente le loro opere. Il 12 agosto 2006 è stato riprodotto fedelmente anche il logo di Mozilla Firefox.

Le forme dei cerchi nel grano

I primi esempi di questo fenomeno erano solitamente delle semplici forme circolari di varie dimensioni, il che portò alcuni a speculare che si trattasse di un fenomeno naturale. Dopo alcuni anni invece sono emersi disegni sempre più elaborati e complessi.
Ci sono stati molti temi ricorrenti nel corso degli anni. In generale, le prime formazioni (1970 - 2000) sono basate su semplici figure geometriche. Formazioni successive, quelle che compaiono dopo il 2000, sono più complesse e sembrano basate su altri principi ispiratori come i frattali. Col tempo le figure sono divenute sempre più creative, molti cerchi nel grano hanno dettagli finemente sviluppati, con intricate simmetrie all'interno di altre simmetrie e variazioni su diverse scale di grandezza. Talvolta sono apparse persino illustrazioni con personaggi dei fumetti

La spiegazione del fenomeno

Nonostante il proliferare di miti e credenze in relazione alla genesi dei cerchi non c'è alcuna prova che deponga per la natura non umana del fenomeno. Diverse organizzazioni scettiche, tra cui il CICAP, hanno ampiamente dimostrato che tutti i cerchi nel grano possono essere fatti dall'uomo in poche ore, con pochi mezzi.

Realizzazione pratica dei cerchi

Alcune persone hanno mostrato come si potessero produrre cerchi nel grano, smentendo certe precedenti credenze e supposizioni. È stato così dimostrato che:
  • la realizzazione di cerchi nel grano è fattibile da parte di qualunque persona
  • non è necessaria una tecnologia sofisticata, in quanto semplici strumenti risultano già sufficienti
  • qualunque persona è in grado di produrre figure nel grano anche molto complesse e precise e in breve tempo
Già nel 1991 Doug Bower e Dave Chorley, annunciarono che i cerchi erano una burla da essi stessi architettata poco più di un decennio prima, a partire dal 1978, usando assi, funi e cavi elettrici come unici strumenti e ne crearono uno, davanti ai giornalisti, in circa un'ora
Il sito web Circlemakers aggrega oggi un noto gruppo di creatori di cerchi "artificiali". Il sito, creato da John Lundberg, si è prefisso di dimostrare che è possibile riprodurre anche forme complesse nel grano con l'uso di semplici attrezzi e ha realizzato molte opere che ha pubblicato nel suo sito.
Il gruppo olandese di circlemaker XL D-Signs ha realizzato uno dei più grandi cerchi del mondo. Si tratta dell'Atlas, tracciato nei pressi della cittadina di Goes il 7 agosto 2009, con la partecipazione di 60 persone. Il cerchio raffigura un essere umano (molto simile all'uomo Vitruviano) in foggia di farfalla con le ali dischiuse e misura 530 × 450 metri.
La rivista Scientific American, nel 2002 pubblicò un articolo di Matt Ridley, il quale aveva iniziato a creare cerchi nel grano nel nord dell'Inghilterra nel 1991. Egli descrisse le tecniche da lui sviluppate usando strumenti relativamente semplici ma nondimeno capaci di trarre in inganno i successivi osservatori, e riferì il fatto che fonti attendibili come il Wall Street Journal erano state facilmente ingannate.
Richard Taylor, direttore dell'Istituto di Scienze dei Materiali dell'Università dell'Oregon, nel 2011 ha pubblicato un articolo sul Physics World Journal proponendo la teoria secondo la quale una buona parte dei cerchi del grano sia realizzata mediante l'ausilio di generatori di microonde portatili (magnetron) e di un sistema GPS.


Teorie alternative circa la creazione dei cerchi

Coloro che non accettano le ampie prove dell'origine umana dei cerchi nel grano propongono ipotesi alternative, che risultano essere però prive di riscontri o prove. Le ipotesi naturali si basano sull'azione di improbabili fenomeni meteorologici, dai fulmini globulari fino a un ipotetico fenomeno chiamato vortice di plasma; un'ipotesi non naturale è quella basata su ipotetici messaggi alieni.

Teorie ufologiche, paranormali e complottistiche

Una delle ipotesi più fantasiose che è stata proposta è che i cerchi sarebbero stati creati da presunte "astronavi aliene" che secondo i sostenitori di tali ipotesi atterrerebbero per motivi imprecisati sui campi, appiattendo le messi in un cerchio ben definito. Ma come detto prima, la crescente complessità delle formazioni rilevate a partire dagli anni 1980, e le prove dell'origine umana degli stessi, permettono ormai di escludere tutte le ipotesi più o meno semplicistiche o fantasiose che erano state avanzate in un primo tempo.
Alcuni suggeriscono invece una spiegazione legata alla cimatica, cioè lo studio delle strutture geometriche che appaiono ad esempio quando si sollecita una membrana tesa con delle vibrazioni o con dei suoni. Secondo questa ipotesi i complessi disegni potrebbero così essere rappresentazioni geometriche visuali di frequenze sonore, assumendo che frequenze risonanti via via crescenti possano aver prodotto pittogrammi sempre più complessi, simili ai mandala. Non esistono prove di come questi fenomeni, solitamente presenti solo in dimensioni e energie ridotte, potrebbero però prodursi in maniera così ampia e precisa su coltivazioni di grandi dimensioni areali.
Un'altra fantasiosa ipotesi è che un satellite artificiale in orbita attorno alla Terra starebbe usando un qualche tipo imprecisato di emissione energetica (ad esempio un raggio di microonde o Maser) per creare i disegni. I gambi appiattiti dei cerchi nel grano risultano spesso piegati appena sotto un nodo, e possono inoltre presentare delle bruciature annerite possibilmente imputabili a un riscaldamento intenso. Gli assertori di questa teoria ipotizzano, senza averne prove, che il programma "Star Wars" del Pentagono possa aver sviluppato un satellite in grado di inviare tale tipo di raggi a microonde, anche se non chiariscono né le motivazioni né le effettive modalità attuative di tali supposti "esperimenti".
W. C. Levengood ed E. H. Haselhoff avevano pubblicato tre studi in cui affermavano che in laboratorio i semi raccolti all'interno di tali cerchi hanno mostrato una curva di crescita notevolmente accelerata rispetto alle normali sementi. Il loro studio è stato però smentito e criticato, sia nel merito che nel metodo.
Infine, in ambienti vicini alla corrente di pensiero comunemente chiamata New Age (tenendo conto che la grande varietà dei punti di vista che vi fanno capo non consente una facile schematizzazione) si sono fatte avanti le tesi di coloro che suggeriscono una segnata connessione dei cerchi nel grano con presunti fenomeni mistici legati ad una presunta "evoluzione spirituale" dell'umanità. C'è chi ritiene che i vari pittogrammi incisi sui campi di grano contengano messaggi codificati trasmessi in forma grafica da una qualche forma di presunta "coscienza superiore", cui secondo loro saremmo "connessi". Tali messaggi, in quest'interpretazione priva di alcun riscontro o prova, avrebbero secondo loro in certi casi un ruolo di presunta messa in guardia dai pericoli che un uso devastante delle risorse planetarie potrebbe causare all'umanità e all'intero ecosistema (e in questo senso il riferimento implicito al grano risulterebbe non casuale). Non viene però chiarito, da tali persone, come e perché dei disegni circolari in campi di grano dovrebbero assumere una funzione di "messaggio spirituale".


Fenomeni simili

Un fenomeno simile ma su scala molto più ridotta e comunque non correlato ai crop circles, è costituito da figure visibili dall'alto attribuibili al propagarsi nei campi del micelio dei funghi. In Scandinavia e in Gran Bretagna, il fenomeno dei funghi o dei gasteromiceti che formano cerchi in un pezzo di prato veniva indicato come älvringar, cerchi dei folletti o cerchi degli elfi, e veniva attribuito dal folklore locale a delle forze occulte. Un altro fenomeno simile è la croce nel prato di Eisenberg an der Raab.


Pubblicità

La creazione di grandi scritte o disegni nei campi di grano è stata anche utilizzata da alcune ditte a scopo pubblicitario.
Nel luglio 2005 le Ferrovie Svedesi affittarono degli spazi dai coltivatori per mostrare messaggi pubblicitari creati mietendo il raccolto in modo opportuno. I messaggi furono collocati lungo i percorsi di avvicinamento ai principali aeroporti svedesi, poiché le ferrovie e le compagnie aeree si contendono la stessa clientela.
Anche il celebre web browser Mozilla Firefox nel 2007 ha sfruttato questo metodo per farsi pubblicità.

martedì 1 settembre 2020

Cronocinesi

CRONOCINESI


La cronocinesi (dal greco χρόνος "tempo" e κίνησις "movimento") è un'ipotetica facoltà psicocinetica che consente a chi la pratica ("cronocineta") la capacità sovrumana di manipolare il tempo, distorcendolo e controllandolo sotto svariati aspetti come per esempio viaggiare nel tempo o interagire con esso.
Questa capacità è molto spesso confusa con il "viaggio nel tempo", delle saghe cinematografiche di fantascienza.

 
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